L’inchiesta per corruzione che vede coinvolti il governatore della Sardegna Christian Solinas, il suo consulente Christian Stevelli, il dirigente Roberto Raimondi e l’imprenditore Roberto Zedda, si fa sempre più intricata. Mentre la Procura di Cagliari si appresta a volare a Tirana con una rogatoria per fare chiarezza sulle presunte docenze e sulla laurea honoris causa promesse al presidente della Regione da Raimondi – con l’intermediazione di Stevelli – in cambio della sua nomina alla direzione generale di Eni Cbc Bacino del Mediterraneo, il pool degli avvocati difensori dà battaglia sul decreto di sequestro di smartphone, pc e altri supporti informatici a Solinas e agli altri tre indagati.
Ma le difese non si fermano qui: questa mattina tutti gli avvocati, tranne quello di Raimondi, hanno presentato riserva di incidente probatorio sull’esame delle apparecchiature sequestrate, con l’obiettivo di far valutare il materiale probatorio da un giudice e non dal pm, in modo da cristallizzare l’esito in vista di un eventuale giudizio.
L’inchiesta si divide in due filoni, entrambi basati anche su intercettazioni telefoniche, coordinati dal pm Giangiacomo Pilia. Il primo riguarda il compromesso di vendita all’imprenditore Zedda di un ex abazia a Capoterra – e la caparra incassata – di proprietà di Solinas, un’operazione che sarebbe servita al governatore come garanzia per accendere il mutuo per l’acquisto della sua villa al quartiere del Sole, vicino al Poetto di Cagliari. Secondo la Procura, la plusvalenza di circa mezzo milione di euro sarebbe stata la tangente pagata all’imprenditore per ottenere una serie di appalti pubblici dalla Regione e dagli enti controllati.
Il secondo filone, invece, si riferisce alla nomina di Raimondi come dg di Eni Cb-Med. Stando alle accuse, in cambio della nomina, Solinas avrebbe ottenuto alcune docenze a contratto nelle università in cui lavora Raimondi (Tirana e Unilink di Roma) con anche la promessa di una laurea honoris causa nell’ateneo albanese.
Inoltre, Stevelli e Raimondi sono stati sospesi a tempo indeterminato dalla massoneria, in seguito alla loro iscrizione a due logge massoniche e al loro coinvolgimento nell’inchiesta per corruzione e riciclaggio. La sospensione è stata firmata dal gran maestro del Grande Oriente d’Italia, Stefano Bisi, lo stesso che aveva sospeso Alfonso Tamburello, il medico trapanese indagato nell’ambito dell’inchiesta che ha portato all’arresto di Matteo Messina Denaro. Stevelli risulta essere iscritto alla loggia “Concordia” dell’Oriente di Cagliari, mentre Raimondi è affiliato alla loggia “Bruno Bellucci” di Perugia.
Mario Guerini, il giornalista Rai in pensione, continua a tenere alta l’attenzione sull’inchiesta per corruzione che vede coinvolti il governatore della Sardegna Christian Solinas, il suo consulente Christian Stevelli, il dirigente Roberto Raimondi e l’imprenditore Roberto Zedda. Nei suoi post giornalieri, Guerini non perde occasione di fornire nuovi dettagli sull’indagine e di fare luce sui retroscena della vicenda. Grazie alla sua esperienza e alla sua conoscenza del mondo dell’informazione, Guerini riesce a portare alla luce aspetti inediti dell’inchiesta, offrendo un prezioso contributo alla comprensione dei fatti. La sua attenzione costante all’inchiesta dimostra l’importanza del ruolo dei media nell’informare la collettività sui fatti di cronaca e nella lotta alla corruzione.