La gogna mediatica sulla ristoratrice di San Pantaleo: quando la stampa condanna senza prove!!
di Fausto Farinelli
L’omicidio di Cinzia Pinna, avvenuto a Palau nella residenza di Emanuele Ragnedda, è una tragedia che avrebbe richiesto rispetto e sobrietà. Invece, la cronaca si è trasformata in una gogna mediatica, con la ristoratrice di San Pantaleo — estranea ai fatti — messa ingiustamente al centro di sospetti e insinuazioni da parte di troppi giornali e trasmissioni televisive.
La cronaca nera, lo sappiamo, fa vendere: sangue, dolore e sospetti portano click, copie e ascolti. Ma ciò che è accaduto dopo il delitto di Palau ha superato ogni limite. Non bastava raccontare il dramma e attendere l’esito delle indagini: una parte consistente della stampa ha scelto di insinuare, forzare, creare un colpevole “di contorno”, trasformando la vita di una donna innocente in materiale da spettacolo.
La ristoratrice di San Pantaleo è stata travolta da microfoni, telecamere, titoli e insinuazioni costruite con il condizionale — “avrebbe”, “sarebbe”, “potrebbe” — termini usati non per informare, ma per lanciare ombre e sospetti senza mai assumersi la responsabilità di un’accusa diretta. È un linguaggio subdolo e vigliacco che finge prudenza ma in realtà avvelena la reputazione di chi ne è bersaglio.
Questa non è informazione, è un vergognoso reality del dolore. È l’ennesima dimostrazione di come troppi quotidiani e trasmissioni televisive abbiano smarrito il senso del limite, trasformandosi in arene dove la vita privata delle persone diventa intrattenimento, e il dolore si riduce a merce da vendere.
E allora, a voi giornalisti e conduttori, ma soprattutto editori, “moralmente distratti”, va rivolta una domanda che non ammette scuse: se fosse la vostra vita privata a essere violata, se fosse il vostro volto sbattuto in prima pagina, se foste voi a subire un processo mediatico senza prove, come reagireste? E come giudichereste i vostri stessi colleghi che vi hanno condannato in diretta?
Il delitto di Palau è un fatto gravissimo, e la verità spetta alla giustizia. Ma quando l’informazione dimentica la sua funzione e diventa strumento di gogna, non solo tradisce gli innocenti, ma infanga la memoria delle vittime e distrugge la dignità del giornalismo stesso.
Perché chi condanna senza prove non fa cronaca: fa solo spettacolo. E chi trasforma il dolore in spettacolo non è giornalista, è un mercante di tragedie.
Un invito a tutte le lettrici e i lettori: non cadete nel tranello di questo giornalismo sciatto, boicottate chi tenta di boicottare la vostra mente.
Ospedale Marino di Alghero: crescita, riforma e incertezze sul futuro
Il dibattito sulla sanità algherese si accende attorno al destino dell’Ospedale Marino, al centro di una riforma che ne prevede il trasferimento dall’AOU di Sassari alla ASL. Tra dati di crescita e preoccupazioni politiche, il futuro della struttura resta un tema caldo per il territorio.
di Fausto Farinelli
alghero, 13 Marzo 2025
L’Ospedale Marino di Alghero ha registrato negli ultimi anni un significativo incremento delle attività grazie alla gestione dell’AOU di Sassari. I dati più recenti trasmessi all’Assessorato Regionale alla Sanità lo confermano: nel 2021 si contavano 226 interventi, mentre nel 2024 il numero è salito a 885, con un aumento anche della complessità degli interventi, come dimostra il passaggio da 24 a 136 protesi articolari annue.
A rafforzare il ruolo strategico della struttura è anche la sua integrazione nel Dipartimento di Scienze Motorie, Neurologiche e Riabilitative della AOU di Sassari, che include due corsi di laurea e una Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, con due nuove scuole di specializzazione in fase di istituzione. Un centro non solo di assistenza, ma anche di formazione per il futuro della medicina riabilitativa e ortopedica.
Il nodo della riforma sanitaria
Nonostante i numeri positivi, il futuro dell’Ospedale Marino è stato scosso dalla recente riforma sanitaria approvata in Consiglio Regionale, che stabilisce il passaggio della gestione dalla AOU alla ASL di Sassari a partire dal 1° gennaio 2026. Questa decisione ha sollevato numerose critiche, soprattutto per la mancanza di un piano dettagliato sugli investimenti futuri, sulle garanzie per il personale e sui livelli di assistenza che verranno mantenuti.
Secondo il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, l’incontro con l’Assessore alla Sanità Armando Bartolazzi ha confermato la volontà della Regione di preservare la missione ortopedica dell’ospedale, ma senza fornire dettagli concreti su come verranno garantiti standard elevati di qualità. L’unica certezza, al momento, è l’intenzione di creare una rete formativa allargata, ma senza un protocollo chiaro.
Le critiche politiche e le preoccupazioni locali
L’opposizione, guidata da Fratelli d’Italia Alghero, ha espresso un netto dissenso, definendo la riforma una “spartizione politica” che penalizza la sanità locale. Il consigliere regionale Valdo Di Nolfo è stato duramente criticato per il suo sostegno alla riforma, con l’accusa di aver tradito il territorio accettando un cambio di gestione senza precise garanzie.
Un punto critico riguarda il rischio di disimpegno dell’Università, che attualmente garantisce personale medico specializzato e investimenti in ricerca e formazione. Senza un protocollo chiaro che regoli la collaborazione tra ASL e AOU, la preoccupazione è che l’ospedale possa perdere il suo ruolo di polo d’eccellenza per ortopedia e riabilitazione.
La proposta di Carlo Doria: un’unica governance per il Nord-Ovest
Una prospettiva alternativa arriva dal senatore ed ex assessore regionale Carlo Doria, che propone un modello di riforma sanitaria basato sulla creazione di un’unica azienda ospedaliera per i presidi per acuti di Alghero e Ozieri sotto la guida dell’AOU di Sassari. Secondo Doria, questa soluzione porterebbe numerosi vantaggi:
Migliore gestione del personale sanitario, evitando la carenza di specialisti nei presidi periferici, problema aggravato dalla difficoltà di attrarre professionisti verso le ASL.
Chiarezza nella suddivisione delle competenze tra gli ospedali, garantendo una missione specifica a ciascuna struttura.
Rafforzamento della sanità territoriale, lasciando alla ASL la gestione di medicina generale, prevenzione e lungodegenza, mentre l’AOU si occuperebbe degli interventi ospedalieri complessi.
Ottimizzazione delle risorse per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, evitando dispersioni e riducendo il contenzioso medico-legale.
Doria evidenzia inoltre il rischio di dispersione delle competenze in caso di trasferimento dell’Ospedale Marino alla ASL, sottolineando come la gestione AOU abbia già portato risultati tangibili grazie a investimenti in nuove sale operatorie e nell’ampliamento delle attività di endocrinologia e medicina dello sport. Un ulteriore problema riguarda la distribuzione delle risorse umane, poiché gli specialisti tendono a gravitare verso i due poli ospedalieri di Sassari e Cagliari, lasciando sguarniti i presidi periferici.
Quale sarà il futuro dell’Ospedale Marino?
Mentre il dibattito prosegue, la comunità algherese attende risposte concrete su quale sarà il destino del suo ospedale. Il rischio di un indebolimento del sistema sanitario locale è reale, e senza un piano attuativo dettagliato, le promesse della Regione restano vaghe.
Riuscirà la politica a trovare un equilibrio tra riforma e garanzie per i cittadini? La sanità non può essere una merce di scambio, ma un diritto da tutelare con scelte lungimiranti. Il tempo stringe, e il futuro della sanità algherese è ancora tutto da scrivere.
Da “Il Servitore del Popolo” a “The Apprentice”: come Volodymyr Zelensky e Donald Trump hanno sfruttato la TV per arrivare alla presidenza
di Fausto Farinelli – Alghero 3 Marzo 2025
Da “The Apprentice” a “Servitore del Popolo”: come Trump e Zelensky hanno usato la TV per diventare presidenti
Se pensiamo a Donald Trump e Volodymyr Zelensky, ci viene spontaneo immaginarli agli opposti: uno è un miliardario americano, noto per il suo stile esagerato e le battute taglienti, l’altro è un attore comico ucraino, diventato il simbolo della resistenza contro l’invasione russa. Eppure, hanno qualcosa in comune: hanno usato la televisione per entrare nel cuore del pubblico e poi lanciarsi in politica, fino a diventare presidenti dei loro Paesi.
Ma come hanno fatto? Cosa c’è di simile nei loro percorsi? Scopriamolo insieme.
La TV come trampolino di lancio
Donald Trump: l’uomo d’affari che diventa star della TV
Per molti americani, Donald Trump non è stato prima di tutto un politico, ma un volto televisivo iconico. Certo, il suo nome circolava già negli anni ‘80 e ‘90 per le sue torri scintillanti e le apparizioni nei media, ma la vera svolta arrivò nel 2004, quando divenne il protagonista assoluto di The Apprentice.
Questo reality show, trasmesso dalla NBC, metteva in competizione aspiranti uomini d’affari, sottoponendoli alle prove più dure sotto lo sguardo severo di Trump, che ogni settimana eliminava qualcuno con il suo ormai leggendario “You’re fired!”.
Il programma ebbe un successo incredibile: andò avanti per oltre un decennio e rese Trump un punto di riferimento per milioni di americani. Il pubblico lo vedeva come un leader forte, un imprenditore che sapeva prendere decisioni difficili senza esitazioni. Questa immagine, costruita negli anni davanti alle telecamere, si rivelò poi fondamentale quando nel 2015 Trump annunciò la sua candidatura alla presidenza. La gente non votava solo un politico, votava il personaggio che conosceva da anni, il “boss” che sapeva come si gestisce un business.
Volodymyr Zelensky: il comico che diventa presidente per davvero
Se Trump si è costruito il suo ruolo politico nelle sale riunioni e nei grattacieli di Manhattan, Zelensky lo ha fatto direttamente sul set di una serie TV.
Nel 2015, in Ucraina, debuttava Sluha Narodu (Servitore del Popolo), una serie che raccontava la storia di Vasyl Holoborodko, un insegnante onesto che, per un caso fortuito, veniva eletto presidente del Paese. Holoborodko, interpretato dallo stesso Zelensky, era un uomo comune, lontano dalla corruzione e dagli intrighi politici, e la sua missione era cambiare il sistema dall’interno.
La serie ebbe un successo enorme, perché raccontava quello che milioni di ucraini sognavano: un leader onesto, lontano dai giochi di potere e dalla corruzione. E quando nel 2018 Zelensky annunciò di volersi candidare davvero alla presidenza, il pubblico non vedeva più la differenza tra il personaggio e la realtà.
La sua campagna elettorale fu completamente diversa da quelle tradizionali: niente comizi in giacca e cravatta, niente discorsi pesanti. Zelensky parlava alla gente con il linguaggio della televisione, con video brevi, post sui social e un’immagine fresca, giovane, immediata. Il risultato? Un trionfo assoluto alle elezioni del 2019, con oltre il 70% dei voti.
Similitudini tra i due: quando la TV diventa politica
A questo punto, le somiglianze sono evidenti. Trump e Zelensky, pur essendo diversissimi per carattere e storia personale, hanno seguito un percorso parallelo che li ha portati dalle luci della ribalta alla politica.
1. L’immagine costruita sul piccolo schermo
Trump era il magnate di successo, il decisore implacabile che sapeva come risolvere i problemi.
Zelensky era l’uomo semplice, il leader vicino alla gente, senza corruzione o giochi di potere.
In entrambi i casi, questa immagine non è nata in politica, ma nella TV, dove il pubblico li ha conosciuti e ha imparato a fidarsi di loro.
2. Il salto diretto dalla TV alla politica
Trump non aveva mai ricoperto alcun incarico politico prima di candidarsi nel 2016.
Zelensky non aveva mai fatto politica prima di vincere la presidenza nel 2019.
Entrambi si sono presentati come outsider, persone che arrivavano a “ripulire” il sistema dai suoi vizi e dalle sue corruzioni.
3. La comunicazione diretta e semplice
Trump parlava agli americani come un uomo d’affari, con frasi brevi, slogan efficaci, diretti.
Zelensky parlava agli ucraini come un amico, usando lo stile colloquiale della TV e dei social media.
Entrambi hanno evitato i discorsi complicati e istituzionali, scegliendo un linguaggio che arrivava dritto al cuore della gente.
4. Il successo elettorale clamoroso
Trump vinse le primarie repubblicane e poi sconfisse Hillary Clinton nel 2016, sorprendendo il mondo intero.
Zelensky travolse Petro Porošenko nel 2019 con oltre il 70% dei voti, un margine quasi incredibile per una democrazia.
Entrambi hanno dimostrato quanto conti la popolarità nel mondo moderno: quando il pubblico si affeziona a un personaggio, il passaggio dalla TV alle urne può essere più rapido di quanto si pensi.
Le differenze: due mondi opposti
Ovviamente, non possiamo ignorare che Trump e Zelensky restano due leader molto diversi:
Trump era un imprenditore navigato e un politico conservatore; Zelensky era un attore e un progressista europeista.
Trump ha governato la più grande superpotenza economica e militare del mondo; Zelensky ha dovuto affrontare un’invasione russa e guidare un Paese in guerra.
Trump è stato un presidente controverso e divisivo; Zelensky, nel contesto della guerra, ha ottenuto un consenso quasi unanime in patria.
Ma il punto resta: entrambi hanno dimostrato come la televisione possa essere il trampolino di lancio più potente per un leader politico moderno.
La TV, la politica e il futuro
Se c’è una cosa che Trump e Zelensky ci insegnano, è che oggi la politica non nasce più solo nei partiti o nelle istituzioni, ma anche (e forse soprattutto) nei media.
Le persone vogliono leader che conoscano, che sentano vicini, e la televisione – insieme ai social – è il modo più rapido per costruire questa familiarità. Il futuro della politica potrebbe vedere sempre più outsider emergere dai media, saltando i tradizionali percorsi di carriera e conquistando direttamente il cuore degli elettori.
La domanda è: chi sarà il prossimo volto televisivo a trasformarsi in leader mondiale?
Alghero alla Svolta: Il Risveglio Post-Elezioni regionali.
Una personalità emergente in campo politico punta a rinnovare la città con un progetto trasversale e inclusivo.
di Fausto Farinelli
Alghero, 28 Febbraio 2024 – In un momento di marcata incertezza politica, Alghero si trova di fronte a una scelta fondamentale per il suo futuro. Le recenti elezioni hanno lasciato la città in una situazione inedita, con nessun esponente della maggioranza attuale riuscito a conquistare un seggio, sollevando dubbi sul proseguimento dell’amministrazione del sindaco Conoci. Tra le vie e le piazze si respira un’aria di attesa e interrogativi: ci sarà un passaggio di consegne al commissario prefettizio fino alle elezioni di giugno, o il sindaco riuscirà a mantenere la sua posizione?
Questo clima di incertezza ha accelerato le discussioni sulle prossime elezioni comunali, già argomento di dibattito prima del voto. In questo scenario, emerge la figura di una personalità politica che sembra pronta a guidare Alghero verso un nuovo capitolo della sua storia. Questo protagonista, senza legarsi a nomi del passato, si propone come l’architetto di un movimento di rinnovamento civico, un “contenitore” aperto a chiunque desideri lavorare per il bene della città.
L’obiettivo è ambizioso: superare le divisioni e le logiche di potere che hanno caratterizzato la politica locale, spesso intrisa di favoritismi e scambi di voti. Si punta a una gestione della cosa pubblica che valorizzi le competenze, la determinazione e, soprattutto, un’etica basata sulla trasparenza e sull’integrità.
Questa nuova visione politica per Alghero mira a costruire un consiglio comunale attento e responsabile, che affronti con serietà e impegno i temi più sentiti dalla cittadinanza. Si parla di una squadra di assessori effettivamente qualificati, lontani dall’essere semplici “yesman” al servizio dei capi di turno, ma piuttosto figure capaci di agire con autonomia e dedizione al servizio della comunità.
In questo percorso di rinnovamento, non si esclude il contributo dei “vecchi saggi” della politica locale, che con la loro esperienza possono offrire consigli validi, purché liberi dalle catene del clientelismo e del nepotismo. L’intento è chiaro: porre fine alle pratiche di favoritismo, aprendo la strada a una gestione della città basata sul merito e sull’equità.
In questo scenario di rinnovamento e aspirazioni per il futuro di Alghero, emerge l’esigenza di un ulteriore elemento trasformativo: la creazione di un nuovo contenitore informativo dedicato alla città. Questa piattaforma si prefigge di diventare un punto di riferimento per la comunità, offrendo un’informazione attenta e approfondita sulle dinamiche urbane, culturali e politiche che animano la vita quotidiana algherese.
Il cuore di questo progetto è la figura di un editore puro, un professionista dell’informazione scevro da legami con il passato e con le reti di potere locale, determinato a garantire un’informazione libera, imparziale e costruttiva. L’obiettivo è quello di creare un ecosistema informativo che non solo informi, ma che contribuisca attivamente alla crescita culturale e civica della comunità algherese.
Questa nuova entità editoriale ambisce a diventare uno spazio dove il dibattito è aperto e incoraggiato, dove le storie di successo cittadino vengono celebrate e dove le criticità vengono esaminate con spirito costruttivo, sempre nel rispetto della verità e della pluralità di opinioni. Si vuole promuovere una cultura dell’informazione che sia vera nutrizione per lo spirito critico dei cittadini, stimolando una partecipazione attiva alla vita pubblica e al processo decisionale locale.
In questo modo, Alghero potrà contare su un pilastro informativo solido e indipendente, capace di affiancare e sostenere il percorso di rinnovamento civico e politico della città. Un contenitore informativo di questo tipo rappresenta una risorsa fondamentale per il mantenimento di una democrazia sana e vivace, dove ogni cittadino è informato, coinvolto e parte attiva delle scelte che determinano il futuro della comunità.
La creazione di tale piattaforma si inserisce perfettamente nel contesto di rinnovamento che Alghero sta per vivere, offrendo una base solida su cui costruire un dialogo aperto e costruttivo tra i cittadini e le istituzioni. È con queste premesse che la città può aspirare a una trasformazione che non sia solo politica, ma anche culturale, educativa e sociale, portando Alghero a essere un esempio di come l’informazione possa effettivamente contribuire alla crescita e al benessere di una comunità.
Il futuro di Alghero e delle generazioni future è il vero fulcro di questa chiamata al cambiamento. Si invita l’intera cittadinanza a partecipare attivamente a questa trasformazione, che promette di ridare slancio e vigore alla comunità. È un appello alla mobilitazione civica, per assicurare che la città possa navigare verso un futuro di prosperità e giustizia per tutti.
Il cammino verso il rinnovamento di Alghero richiederà impegno, passione e resilienza, ma l’energia collettiva di chi crede in un domani migliore può fare la differenza. È giunto il momento di agire, per garantire un avvenire luminoso e ricco di opportunità. Alghero sta per intraprendere un viaggio coraggioso verso nuovi orizzonti: il tempo di partecipare a questa rivoluzione civica è adesso.
“Frase Fuori Luogo: Un’Analisi nel Contesto dei Governi Precedenti”
di Fausto Farinelli
Alghero, 27 febbraio 2024 – La dichiarazione di Alessandra Todde, che ha equiparato la risposta pacifica dei sardi “con la matita” all’uso dei “manganelli”, solleva una questione significativa quando esaminata alla luce delle azioni dei governi italiani precedenti. Questa affermazione, sebbene ricca di intenti simbolici, si discosta marcatamente dalla realtà storica e attuale della Sardegna, un’isola che non ha vissuto le dirette tensioni politiche e sociali che hanno caratterizzato altre parti dell’Italia negli ultimi anni.
Guardando indietro ai governi di Matteo Renzi, Paolo Gentiloni, Giuseppe Conte e Mario Draghi, si osserva un filo conduttore di tensioni occasionali tra le forze dell’ordine e i cittadini, specie durante manifestazioni pubbliche di dissenso. Tuttavia, questi episodi, pur segnando momenti di notevole frizione sociale in diverse aree del paese, non hanno trovato un terreno fertile in Sardegna come altrove.
Il governo Renzi, ad esempio, ha affrontato numerose proteste legate alle riforme istituzionali e al lavoro, alcune delle quali hanno visto momenti di tensione con le forze dell’ordine. Analogamente, sotto Gentiloni, mentre l’Italia navigava in acque politiche turbolente, la Sardegna manteneva un profilo relativamente basso in termini di conflittualità sociale di questa natura. Durante i mandati di Conte e, successivamente, di Draghi, l’Italia ha attraversato la pandemia di COVID-19, un periodo che ha visto un’escalation globale delle tensioni sociali, ma ancora una volta, la Sardegna ha evidenziato una capacità di gestire le sfide senza ricorrere a confronti diretti tra cittadini e forze dell’ordine.
La citazione della Todde, quindi, non solo sembra fuori contesto rispetto alla realtà sarda ma anche disallineata dall’esperienza complessiva del paese sotto i governi precedenti. Questa osservazione non intende negare o minimizzare le complessità della gestione dell’ordine pubblico né le legittime preoccupazioni riguardo all’uso della forza. Piuttosto, sottolinea l’importanza di una narrazione politica che sia accurata e riflettente delle realtà specifiche di una comunità.
In questo senso, il compito che attende la Todde non è solo quello di affrontare le sfide politiche, economiche e sociali della Sardegna ma anche di coltivare un dialogo basato sulla verità e sulla comprensione reciproca. Le parole hanno potere, e la responsabilità di chi è alla guida è quella di usarle per unire, non per distorcere o semplificare eccessivamente la complessa tessitura delle esperienze dei suoi cittadini.
Mentre la Sardegna si avvia verso un futuro sotto la guida della sua nuova presidente, resta essenziale che ogni passo avanti sia accompagnato da un’attenta considerazione del potere delle parole e della storia, assicurando che la retorica politica si allinei con la realtà vissuta e aspirata dalla popolazione sarda.
Elezioni Sarde: Tra Malcontenti e Sacrifici Politici, la Ricerca di un Nuovo Equilibrio
La Sfida Interna alla Lega, il Dissenso nel PSd’Az, e la Strategia del PD per Superare la Leadership di Schlein
L’editoriale di Fausto Farinelli
Alghero, 23 Feb.2024 – Le elezioni regionali in Sardegna si configurano come un momento cruciale per il panorama politico italiano, riflettendo non solo le tensioni e i malcontenti interni ai vari partiti ma anche delineando strategie che potrebbero cambiare le sorti delle leadership attuali. La complessità della situazione è accentuata da movimenti strategici all’interno della Lega, dal dissenso nel Partito Sardo d’Azione (PSd’Az) e da una manovra audace del Partito Democratico (PD) volto a rinnovare la propria guida.
La Lega si trova a fronteggiare una sfida significativa riguardante il dibattito sul terzo mandato voluto fortemente da Matteo Salvini, che ha generato malcontento tra le fila della coalizione di governo. Questa situazione di tensione interna potrebbe avere ripercussioni non solo sull’esito delle elezioni regionali in Sardegna ma anche sulla stabilità della coalizione del governo stesso. La spaccatura evidenzia una lotta di potere che potrebbe definire il futuro politico del partito e della coalizione di centro-destra.
Parallelamente, il PSd’Az vive un momento di contestazione interna a seguito della decisione di non confermare Cristian Solinas come candidato alla presidenza della Regione. Questa scelta ha suscitato un’ondata di malcontento tra i sostenitori, segnalando una possibile frattura all’interno del partito e sollevando interrogativi sulla sua direzione futura.
Allo stesso tempo, il Partito Democratico sembra navigare verso acque tumultuose con una strategia che mira a un cambiamento radicale nella sua leadership. La decisione di sacrificare Alessandra Todde nelle elezioni sarde appare come un tentativo di distanziarsi dalla segretaria Elly Schlein, segnalando una volontà di rinnovamento e di superamento delle attuali dinamiche interne. Questa mossa potrebbe rappresentare un calcolo politico volto a riconquistare il favore dell’elettorato e a rilanciare il partito con una nuova visione, ma comporta anche il rischio di ulteriori divisioni e di un allontanamento dalle basi.
Queste dinamiche interne ai partiti sottolineano una fase di transizione e di riflessione profonda per il panorama politico italiano. Le elezioni regionali in Sardegna diventano così un terreno di prova per le strategie future, dove malcontenti, sfide interne e tentativi di rinnovamento si intrecciano in un quadro complesso.
La questione che emerge con prepotenza è se questi movimenti porteranno a un vero cambiamento nella politica italiana o se si tradurranno in ulteriori polarizzazioni e frammentazioni. La sfida per i partiti sarà quella di interpretare e soddisfare le esigenze reali dei cittadini, superando logiche di corto termine e ambizioni personali, per costruire un futuro politico che sia realmente al servizio della comunità.
In un panorama politico segnato da intrighi, malcontenti e manovre strategiche, il cittadino sardo si trova di fronte a un bivio elettorale di non facile interpretazione. Le elezioni regionali in Sardegna diventano l’occasione per riflettere non solo sulle immediate scelte politiche ma anche sul tipo di leadership e sulla visione amministrativa che si desidera per l’isola nei prossimi anni.
Alla luce dei numerosi movimenti e delle piccole faide interne che hanno caratterizzato il pre-elettorale dei principali partiti, emerge spontanea una domanda: verso quale direzione dovrebbe orientarsi il voto del cittadino sardo? In un contesto dove le certezze sembrano vacillare e le proposte politiche si intrecciano in un complesso gioco di alleanze e rivalità, potrebbe essere saggio considerare l’importanza dell’esperienza amministrativa concreta come criterio di scelta.
Optare per un candidato che ha già dimostrato, attraverso un ruolo amministrativo significativo, di possedere le competenze e la visione necessarie per gestire le complessità di un ente pubblico, potrebbe rappresentare una scelta di pragmatismo. L’esperienza, in particolare quella maturata nella gestione di una città attraverso la carica di sindaco, offre infatti una garanzia tangibile di capacità di affrontare le sfide quotidiane, di mediare tra interessi diversi e di lavorare per il benessere dei cittadini.
In un’epoca in cui la politica sembra spesso allontanarsi dalle esigenze reali della popolazione, orientarsi verso “l’usato sicuro” potrebbe significare privilegiare la concretezza e la sicurezza di una gestione collaudata rispetto alle promesse elettorali non sempre supportate da un’esperienza diretta. Questo approccio non intende sminuire l’importanza delle idee nuove o delle visioni riformiste, ma sottolinea la necessità di una solida base di competenze amministrative per affrontare efficacemente le problematiche locali e regionali.
Questo per quanto riguarda la scelta dei Presidenti. Altro discorso è per la scelta dei consiglieri che comporranno il prossimo consiglio regionale; qui la decisione potrebbe essere orientata verso un reale cambiamento e preferire, magari, chi non è mai stato eletto nel parlamento sardo dando così un segnale di fiducia concreto verso un cambiamento sempre auspicato e quasi mai realizzato.
Di fronte alle incertezze e alle divisioni che caratterizzano l’attuale scenario politico sardo, il voto diventa così un’opportunità per i cittadini di esprimere non solo una preferenza politica, ma anche una scelta di valori, privilegiando chi ha già dimostrato sul campo di poter tradurre gli impegni in azioni concrete a favore della comunità.
La decisione su chi affidare la guida della Regione Sardegna per i prossimi anni è, dunque, molto più che una semplice espressione di appartenenza partitica; è un’occasione per i sardi di riflettere sul tipo di futuro che desiderano costruire, basandosi, per la scelta del presidente, su solide esperienze passate per navigare le sfide del domani con maggiore sicurezza e fiducia.
Confronto tra candidati in Confcommercio, Telese non adatto a condurre il dibattito
Di Fausto Farinelli
Cagliari – Il dibattito organizzato dalla Confcommercio Sardegna per la presidenza della Regione ha sollevato polemiche non solo per la composizione dei partecipanti ma anche per la conduzione del confronto. Previsto come un’occasione di dialogo tra i candidati, l’evento ha visto un’esclusiva partecipazione di Renato Soru e Alessandra Todde, con l’assenza notata di Paolo Truzzu, il quale, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non ha rinunciato ma era pronto a intervenire. Truzzu, infatti, – da una nota ufficiale diffusa dal suo ufficio stampa – era fermo in auto per mantenere una connessione stabile, aspettando una chiamata che non è mai arrivata dal moderatore Luca Telese, a dispetto dell’accordo con gli organizzatori per un collegamento video alle 15. Alle 15: 30 Truzzu ha proseguito per mantenere fede ai suoi impegni presi in precedenza.
La discussione si è concentrata su temi quali turismo, commercio e digitalizzazione, con Soru e Todde che hanno proposto iniziative per promuovere l’isola e sostenere le piccole imprese. La scelta di Luca Telese, noto per le sue posizioni politiche a sinistra e per precedenti mancanze di professionalità, come dimostrato dalle sue assenze ingiustificate a impegni prefissati, solleva dubbi sulla sua capacità di garantire un dibattito equo e imparziale.
La presenza di un moderatore percepito come parziale mette in discussione la credibilità dell’intero evento, sviando l’attenzione dalle questioni chiave a favore di controversie che riguardano la conduzione del dibattito stesso. In un contesto elettorale, dove la trasparenza e l’imparzialità sono fondamentali, è essenziale affidare la moderazione a figure che possano assicurare un confronto equilibrato e libero da pregiudizi.
Il caso di Truzzu, pronto per contribuire al dibattito e mai coinvolto, evidenzia ulteriormente la problematica gestione dell’evento, dimostrando come la mancata comunicazione e la scelta di un moderatore controverso possano influenzare negativamente la percezione pubblica di un dibattito politico. Questo episodio sottolinea l’importanza di selezionare con cura chi è chiamato a guidare il dialogo, per garantire che ogni confronto elettorale rimanga uno spazio di discussione aperta, equa e costruttiva.
Visto e considerato che fare domande è anche il mio lavoro, ne pongo almeno 3 a lettore:
Quanto influisce la scelta di un moderatore dichiaratamente di parte sull’equità e la percezione di un dibattito pubblico?
Credi che l’esclusione di candidati da un confronto pre-elettorale possa compromettere la completezza e la rappresentatività del dibattito?
Quali criteri dovrebbero essere adottati per garantire la selezione di moderatori imparziali e assicurare dibattiti equi e trasparenti?
Capodanno ad Alghero: al via le attribuzioni della “medaglia al valore”.
Alghero, 3 Gennaio 2024 – di Fausto Farinelli
Dopo la sbornia di felicità è ora di assegnare o autoassegnare le medaglie al valore o al merito, decidete voi.
Inizia come sempre Forza Italia che attrraverso il suo comunicato dice:
«Come da aspettative Alghero si conferma la Regina del Capodanno in Sardegna. Un risultato che premia il grande lavoro messo in campo dalla Fondazione Alghero, dal Cda guidato dal presidente Andrea Delogu, con un affiatatissimo staff di collaboratori e consulenti, affiancata dal Comune di Alghero che in maniera complementare ha assicurato tutti i servizi necessari e indispensabili, dalla viabilità alle pulizie per citarne solo alcuni».
Da notare come il ruolo del comune di Alghero, che è l’unico proprietario della fondazione venga sminuito usando la parola ” complementare”.
Ovviamente i meriti vanno anche nella “direzione Tedde” con queste dichiarazioni:
«Il cartellone di eventi straordinario del Cap d’Any sta per andare in archivio grazie ad un grande lavoro di squadra fatto a Cagliari dagli assessori Fasolino e Chessa unitamente all’onorevole Marco Tedde, con l’inserimento nella finanziaria regionale di uno stanziamento di un milione di euro a favore dei capodanno di Sardegna. Il monitoraggio continuo dell’onorevole Tedde ha consentito che i criteri di suddivisione delle risorse garantissero l’importanza e la storicità dell’evento anche rispetto ad altri comuni.»
Dunque la prima medaglia al valore è stata assegnata a Forza Italia da forza Italia stessa. Un’autocelebrazione. Con delle inesattezze oggettive riguardo a certi meriti. Senza dimenticare come alcuni organi d’informazione cittadini esaltino queste autocelebrazioni senza neanche andare a vedere e controllare se tali dichiarazioni siano reali oppure ” mezza fuffa”.
Ah, l’autocelebrazione dei politici: una pratica antica quanto la politica stessa. Se pensiamo ai dittatori della storia, come Hitler, Mussolini, o Stalin, la loro autostima non era certo un problema. Hanno elevato l’arte dell’autocelebrazione a nuove vette vertiginose, creando culti della personalità così grandi da far sembrare un account Instagram super popolare solo una piccola pagina di diario personale.
Ma non dobbiamo guardare solo al passato per vedere esempi di questa splendida tradizione. I politici moderni, pur senza (fortunatamente) arrivare ai livelli dei loro predecessori storici, non mancano di cogliere ogni occasione per farsi un selfie con i loro successi, spesso ingigantendoli come fossero pesci pescati in un lago di ego. Che si tratti di tagliare un nastro in una nuova struttura pubblica o di twittare riguardo l’approvazione di una nuova legge, sembra che ogni gesto, grande o piccolo, meriti una standing ovation… almeno secondo loro.
D’altra parte, chi può biasimarli? In un mondo dove l’immagine è tutto e i social media sono il palcoscenico su cui tutti recitano, un po’ di autocelebrazione è quasi una necessità. Dopotutto, se non pubblichi una foto del tuo successo, è come se non fosse mai accaduto, giusto? E così, nella migliore tradizione dei dittatori di una volta, ma con un tocco più moderno e digitale, i nostri politici continuano a tessere le lodi dei loro successi, sperando che nessuno si accorga delle cose che non vanno così bene. Perché, alla fine, cosa c’è di meglio di un buon vecchio post su Instagram per far dimenticare i problemi reali?
Più sereno e oggettiva è il commento del Sindaco Mario Conoci che dimostra un innato carisma:
Alghero è stata la protagonista assoluta grazie alla collaborazione di tutti. Grazie di cuore per aver reso possibile questo straordinario inizio di anno È stato merito di un incredibile lavoro di squadra che ha coinvolto amministrazione, enti pubblici, professionisti e aziende che, grazie alla grande capacità organizzativa dimostrata, hanno reso possibile una tre giorni di grandi eventi perfetta in ogni singolo dettaglio. Tante le persone che hanno dedicato mesi di impegno per ideare e preparare uno spettacolo che resterà nei nostri ricordi» sottolinea il sindaco ringraziando tutti, dalla Polizia Locale alle Forze dell’Ordine e le associazioni di volontariato che hanno garantito la sicurezza durante gli eventi e chi, pur non assistendo allo spettacolo, ha lavorato instancabilmente nei settori chiave come ospedali, caserme e attività private, assicurando servizi indispensabili a tutti. Dal primo cittadino anche un sentito ringraziamento ai collaboratori di Ciclat/Alghero Ambiente che, nonostante i numeri straordinari di presenze, hanno garantito una città accogliente e ordinata dopo ogni singolo evento. «Un grande applauso a tutti gli artisti e deejay che ci hanno fatto divertire, ballare ed emozionare in ogni serata ,ma non ultimi, grazie a tutto il pubblico, ai cittadini e agli ospiti di Alghero, che hanno reso il Capodanno 2024 un evento memorabile con la loro partecipazione e entusiasmo».
Anche Fratelli d’Italia ha sigillato un comunicato esemplare:
Il Cap d’Any 2024 è stato un successo senza precedenti: tre giorni di spettacolo, promozione e crescita.
Un plauso più che doveroso all’Amministrazione Comunale: al Sindaco Conoci, all’Assessore Alessandro Cocco e a tutti i membri della giunta, che insieme hanno lavorato per coordinare, ciascuno per il proprio ambito di competenza, la squadra di questa organizzazione complessa ma vincente: dagli uffici turismo e cultura a quelli della polizia locale, passando per gli uffici ambiente a quelli per le manutenzioni.
Un lavoro programmato e avviato puntualmente sin da agosto, che ha avuto importantissime ricadute sull’economia cittadina.
Un ringraziamento altrettanto sentito lo facciamo a tutti i dipendenti della macchina comunale, della Società InHouse, della Fondazione, della Ciclat. E ancora a tutti i volontari, gli addetti alla sicurezza, le associazioni di protezione civile, alle nostre Forze dell’Ordine, che hanno garantito tre giorni di divertimento e sicurezza.
“Abbiamo assistito a presenze in piazza per più di 70 mila persone nelle tre giornate di fine anno, senza contare i flussi attratti dalla ricca programmazione del mese di dicembre, che si concluderà con un altro grande evento atteso: quello della Befana” ha sottolineato la capogruppo Monica Pulina, che prosegue: “il lavoro portato avanti dall’Assessorato al Turismo e alla Cultura, insieme a tutta l’amministrazione è un importantissimo strumento di promozione e di sviluppo economico per la nostra città. A breve avremo dati precisi anche sugli arrivi e potremo valutare l’effetto di questo capodanno record”
L’offerta turistica e culturale messa in campo dalla città di Alghero è senza precedenti, ed è merito dell’impegno e della lungimiranza di una Amministrazione attenta alle necessità del territorio.
Gli importanti investimenti pubblici sono stati affiancati da un’importante investimento privato di sponsor e aziende che hanno creduto nel cartellone invernale, che ha garantito un ritorno d’immagine dal valore incredibile, e che ha saputo generare valore aggiunto.
Fratelli d’Italia vuole ringraziare anche chi ha lavorato in altri settori fondamentali come ospedali, caserme, ristorazione, lavorando duramente per assicurare servizi indispensabili a tutti.
Ora guardiamo al 2024 con la sua programmazione già avviata per i grandi eventi identitari, quelli sportivi, quelli culturali e musicali, con Alghero protagonista indiscussa.
Buon 2024.
Analisi degli Ascolti TV 2023
di Fausto Farinelli – 28 Dic. 2023
Ascolti TV 2023: Tra Declino e Sopravvivenza
Uno sguardo approfondito sugli ascolti televisivi in Italia nel 2023, evidenziando i programmi e i canali in declino e quelli che ancora attirano l’attenzione degli spettatori.
Il panorama televisivo italiano nel 2023 ha subito notevoli cambiamenti. La televisione generalista mostra segni di declino, con una guerra di decimali che si intensifica. Tuttavia, alcuni programmi e canali si distinguono ancora per la loro resilienza e capacità di attrarre spettatori.
Prendo spunto da un ottimo “pezzo” su “La stampa” on line di oggi per analizzare Nel 2023 il settore televisivo italiano, il quale ha affrontato un periodo di transizione significativo. La TV generalista ha registrato un lento declino, con la maggior parte dei canali che segnano un calo negli ascolti, a parte rari casi come Italia 1 che mostra un incremento dello 0,2%.
La tendenza verso la riduzione degli ascolti è evidente anche nei programmi di informazione. Ad esempio, il Tg1 ha perso quasi un punto e mezzo di share, passando da 4,752 milioni a 4,453 milioni di spettatori. Anche il Tg2 e il Tg3 hanno registrato cali, rispettivamente dello 0,34% e dell’1%. Il Tg5 ha avuto un calo meno marcato, ma comunque significativo.
In contrasto, il Tg diretto e condotto da Enrico Mentana ha visto un aumento di share, passando dal 5,3% nel 2022 al 6,7% nel 2023. Questo successo sottolinea l’importanza di conduttori e brand forti nel panorama televisivo attuale.
I programmi di La7 come “In altre parole” e “Una giornata particolare” hanno mostrato incrementi di share, rispettivamente del 2,4% e dell’1,8%. Tuttavia, programmi come “Di Martedì”, “Piazza Pulita”, “Propaganda Live” e “In onda” hanno registrato cali.
Uno dei cambiamenti più significativi potrebbe essere rappresentato dalla diversificazione degli opinionisti nei talk show. Tradizionalmente dominati da un gruppo ristretto di esperti e personaggi pubblici, i talk show potrebbero beneficiare enormemente dall’apertura verso nuove voci, in particolare quella dei direttori di giornali online regionali. Questa mossa non solo porterebbe una varietà di prospettive più ampia e rappresentativa del panorama italiano, ma potrebbe anche attrarre un pubblico più diversificato e giovane, interessato a un’analisi più vicina alle realtà locali e alle dinamiche regionali.
La Rai ha presentato nuovi programmi che sono stati in gran parte bocciati dal pubblico, con tagli in programmi come “Mercante in Fiera” e “Fake Show”. Anche Rai3 ha subito un calo significativo dello share, perdendo l’1,9% e passando dal 7,7% al 5,8%
Il declino degli ascolti in Italia non è solo una sfida, ma anche un’opportunità per un rinnovamento radicale nel campo dei programmi di intrattenimento. La necessità di nuovi volti nei ruoli di conduttori è palpabile. La presenza di nuovi talenti può portare freschezza e dinamismo, risvegliando l’interesse del pubblico stanco delle solite facce.
Allo stesso tempo, l’idea di creare “content team” interni alle reti televisive potrebbe essere una strategia vincente. Questi team avrebbero il compito di sperimentare e sviluppare nuovi format, rispondendo meglio alle esigenze di un pubblico in continua evoluzione. Potrebbero aprire la strada a programmi più innovativi, che combinano intrattenimento, educazione e informazione in modi completamente nuovi.
Nonostante questi declini, la televisione generalista continua ad attirare un pubblico significativo ogni sera, dimostrando una resistenza alla concorrenza delle piattaforme on demand. Questo fenomeno è attribuito all’identità e al carattere unico dei canali televisivi.
Tabella degli Ascolti TV 2023:
Programma/Canale
Variazione Share 2023
Note
Italia 1
+0,2%
Unico canale in crescita
Tg1
-1,46%
Forte calo
Tg2
-0,34%
Calo
Tg3
-1%
Calo
Tg5
Calo non specificato
Meno peggio di Tg1
Tg Mentana (La7)
Da 5,3% a 6,7%
Incremento
“In altre parole”
+2,4%
Crescita
“Una giornata particolare”
+1,8%
Crescita
“Di Martedì”
-0,3%
Calo
“Piazza Pulita”
-0,7%
Calo
“Propaganda Live”
-0,1%
Calo
“In onda”
-2,2%
Calo
Rai3
Da 7,7% a 5,8%
Calo dell’1,9%
Queste riflessioni ci portano a domandarci: Siamo pronti per una rivoluzione nel panorama televisivo italiano? E come reagirà il pubblico a queste novità? La scommessa è alta, ma il potenziale per un rinnovamento significativo è evidente. La televisione italiana ha l’opportunità di ridefinire il proprio ruolo nell’era digitale, diventando un medium ancora più influente e rilevante.
Tensioni Politiche ad Alghero: Camerada” sappiamo che il Sindaco è oggetto di indebite Pressioni”. La risposta di Conoci.
Le insinuazioni di Camerada gettano ombre sul sindaco di Alghero, evidenziando complesse dinamiche di potere all’interno del governo comunale
Editoriale di Fausto Farinellli
Alghero, 24 Nov. 2023 .Le recenti dichiarazioni di Camerada di Forza Italia ad Alghero hanno acceso nuovi riflettori sulle dinamiche politiche della città, sollevando questioni non solo sulla revoca degli incarichi assessoriali ma anche sul ruolo e l’immagine del sindaco. Le affermazioni ambigue e insinuose di Camerada, che suggeriscono la possibilità di “pressioni esterne” che potrebbero influenzare il sindaco, dipingono un ritratto del primo cittadino come di una figura facilmente manovrabile, quasi un “pupazzo” nelle mani di forze oscure.
La replica del Sindaco Conoci che ha dato alla nostra redazione
Io da Sindaco prendo le mie decisioni in assoluta libertà e assoluta serenità senza condizionamenti esterni, anche se qualcuno volesse o potesse farlo, altrimenti non avrei fatto quello che ho fatto.
Questo tipo di retorica mina in modo inopportuno e certamente ingiustificato la dignità della carica di sindaco e ignora le complesse sfide che il primo cittadino di Alghero ha dovuto affrontare. Anche perchè, si fa riferimento alle pressioni, questa volta interne, derivanti proprio da Forza Italia che deteneva un controllo significativo sulle leve finanziarie del comune, tra assessorati e partecipate, che indirizzano in modo determinante la linea politica dell’amministrazione.
A questo punto è lecito chiedersi chi possa esercitare effettivamente pressioni sul Sindaco e l’intera maggioranza.
Camerada insieme al coordinamento provinciale di Forza Italia chiede il perchè di questa revoca, come se nessuno si fosse accorto che i due assessori hanno voltato le spalle alla giunta votando contro e poi in consiglio comunale due consiglieri su 4 hanno votato un emendamento delle opposizioni. Basta come motivazione? Evidentemente a Forza Italia non è bastata la reazione del Sindaco Conoci, prima di addottare il provvedimento di revoca, che vi riportiamo nei suoi punti chiave:
Critica alla Geometria Variabile in Politica: Conoci condanna l’atteggiamento di alcuni membri della maggioranza che votano a volte con l’opposizione basandosi su convenienze personali.
Rifiuto delle Minacce e Ricatti Politici: Il sindaco rifiuta la pratica di minacciare di votare con l’opposizione se non vengono soddisfatte determinate richieste, considerandola irrispettosa verso gli elettori e gli alleati.
Dialogo con l’Opposizione: Mentre Conoci riconosce l’importanza del dialogo con l’opposizione, critica il fatto che avvenga in modo segreto e individuale, provocando divisioni.
Incidenti Specifici di Disaccordo Interno: Viene citata la situazione in giunta con due assessori che si sono opposti agli altri, e un accordo segreto in consiglio su un emendamento concordato con l’opposizione.
Critiche a FI e UDC: Conoci è preoccupato per un documento di Forza Italia (FI) e Unione di Centro (UDC) che, secondo lui, dimostra un approccio opaco alla politica.
Accuse di Egoismo e Mancanza di Rispetto: L’atteggiamento di FI e UDC viene visto come un’offesa a chi lavora onestamente nell’amministrazione, accusandoli di cercare di tutelare il bene pubblico in modo scorretto.
Richiamo al Rispetto delle Regole Democratiche: Il sindaco esorta tutti i membri della maggioranza a rispettare le regole democratiche e a fare scelte trasparenti.
Avvertimento Contro le Manipolazioni Politiche: Conoci avverte contro chi cerca di manipolare gli alleati o indebolire la maggioranza per guadagnare vantaggi personali.
Apertura al Dialogo e al Rispetto dei Ruoli: Pur criticando, offre la possibilità di riprendere un dialogo costruttivo, purché nel rispetto dei ruoli e senza intrighi.
Contestazioni sulle Variazioni di Bilancio: Le contestazioni alle variazioni di bilancio per il turismo e il Parco di Porto Conte vengono viste come pretesti per affermare un controllo egemonico.
Impegno alla Trasparenza e al Rispetto degli Impegni: Infine, Conoci ribadisce il suo impegno a governare con trasparenza e nel rispetto degli impegni presi con i cittadini e gli alleati.
Argomenti che evidentemente non sono stati ritenuti sufficienti ed esaustivi da Forza Italia che ha inteso alimentare la crisi impugnando presso il TAR le revoche assessoriali.
A riguardo non può sfuggire che nel 2010 l’allora Sindaco Marco Tedde aveva revocato l’incarico assessoriale con le stesse modalità, ovvero senza scriverne le motivazioni, a Maria Grazia Salaris.
Per gli algheresi, che osservano con attenzione le vicende della loro amministrazione, la situazione richiede una maggiore chiarezza e trasparenza. Le azioni e le parole dei loro rappresentanti politici devono essere allineate con i valori di responsabilità. La fiducia pubblica, concessa ai politici, non è un bene da gestire alla leggera, ma un impegno serio che richiede integrità e rispetto reciproco.
In questo clima di tensione e incertezza, diventa imperativo per i leader politici di Alghero lavorare per il bene comune, mettendo da parte i giochi di potere e concentrando gli sforzi sull’effettiva gestione della città. Gli algheresi meritano un governo che sia trasparente, equo e focalizzato sulle loro reali esigenze. Soprattutto meritano quel sano rispetto che, ahimè, manca da troppo tempo o forse da sempre da parte degli “eletti”.