Alle Anteprime del Festival Lussu ritorna la poesia: venerdì a Cagliari “Dopo la favola” di Alessia Iuliano

Il 13 giugno l’associazione L’Alambicco propone nella sala Rossa dell’hostel Marina la raccolta di versi dell’autrice termolese

CAGLIARI.Una scrittura che cerca, apre sguardi vasti, curiosi e indagatori sul vivente. È la poesia di Alessia Iuliano, premiata autrice termolese, che venerdì 13 giugno alle 19, nella sala Rossa dell’hostel Marina (Scalette Santo Sepolcro 3)a Cagliari presenta la sua raccolta “Dopo la favola” (CartaCanta, 2025) in compagnia di Diego Bertelli. L’evento è inserito tra le Anteprime dell’XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu organizzato dall’associazione culturale L’Alambicco. L’ingresso è libero e gratuito.

Sono numerosi i riconoscimenti ottenuti da questa autrice, che collabora con le riviste online «Pangea» e «clanDestino» e ha illustrato per alcuni marchi editoriali tra cui RPlibri, Fuorilinea Editore e Capire Edizioni. I suoi testi sono apparsi in antologie e riviste tra le quali Almanacco dei Poeti e della poesia contemporanea (Raffaelli, 2017), Come sei bella. Viaggio poetico in Italia (Aliberti Compagnia Editoriale, 2018), Barchette di Carta (Calamaro Edizioni, 2024).

Laureata in Musicoterapia, ha conseguito il diploma professionale in Illustrazione e un master in Educazione della Scrittura a mano e del Disegno infantile, e al momento continua la sua formazione in Scienze Pedagogiche. Nel 2016 è stata vincitrice del premio per la poesia inedita “Le Stanze del Tempo” con Non Negare Nessuno (CartaCanta, 2016); ha pubblicato inoltre la silloge poetica Ottobre nei viavai (RPlibri, 2018).

La sua poesia è stata definita dalla critica come sospesa in un paradosso tra tendenza sapienziale e gnomica da un lato e acceso lirismo dall’altro. A differenza di tante voci contemporanee, non si chiude in una piccola cronaca individuale e autoreferenziale, ma mantiene un’immaginazione fervida e un’altrettanto forte sensazione di una scomodità. Crea una tensione che riesce a cogliere ispirazione nei frammenti di vita minuscoli delle relazioni o nelle aperture di visioni che spesso lasciano trasparire l’orizzonte del mare.




Il libro, Donna Lucia Tedde Delitala e le lotte fazionarie nell’irrequieta Anglona del Settecento

Nel volume di Angelino Tedde, Andreina Cascioni e Giovanni Soro una nobildonna emerge tra i protagonisti dimenticati di un periodo storico nebuloso e tormentato

La presentazione il 15 giugno al Centro Culturale di Chiaramonti

CHIARAMONTI. Abile amazzone e affarista intelligente, la figura di Donna Lucia Tedde Delitala emerge dall’oscurità dei ricordi sbiaditi delle lotte fazionarie del primo Settecento tra Chiaramonti e Nulvi, per essere restituita alla storia attraverso una fresca pubblicazione di Magnum Edizioni, che sarà presentata domenica 15 giugno alle 18, al Centro culturale Ciriaco Carru di Chiaramonti. A dare avvio ai lavori con i saluti istituzionali sarà il sindaco Luigi Pinna, mentre ad accompagnare la presentazione saranno le voci del Coro Doria diretto dal maestro Salvatore Moraccini.

Il volume “Donna Lucia Tedde Delitala tra sacro e profano” è frutto di un lavoro intenso e appassionato che porta le firme di Angelino Tedde, già ricercatore all’Università di Sassari e cultore di Storia e letteratura, Andreina Cascioni, docente di materie letterarie e Giovanni Soro, dirigente scolastico.

I tre studiosi approfondiscono le lotte di potere nel territorio di Chiaramonti del XVIII secolo, in parte già controllato economicamente dai Delitala che, in un secondo momento, si imparentarono con la ricca famiglia Tedde di Nulvi, attraverso politiche matrimoniali.

Proprio in questo centro dell’Anglona si svolsero le vicende della nobildonna Maria Gerolama Tedde, sposata con il facoltoso figlio di don Salvatore Battista Delitala, Giovanni Battista. Nel 1716, Maria Gerolama nominò in testamento erede universale del suo vasto patrimonio la sorella Donna Lucia, più piccola di lei di undici-dodici anni.

Nata a Nulvi tra il 1695 e il 1696, la giovane ereditiera visse nel paese natale fino all’età di ventuno anni. A diciotto fu gravemente offesa da suo cugino don Giommaria Tedde, per essere poi vendicata con l’uccisione dell’offensore da parte di Giovanni Fais e di un suo fratello, che ci rimise la vita. Condannato alla pena capitale dal Tribunale di Sassari, il giovanissimo Fais si diede alla latitanza formando una banda con altri malavitosi.

Dalle ricerche emerge che la nobildonna era assai capace nella gestione dei beni mobili e immobili, nell’allevamento di bestiame e nell’investire i suoi capitali anche a Sassari, dove comprò ben due palazzi con denaro sonante.

Tra le saghe contenute nel libro non sono di minor rilievo le vicende dei Fais-Unali e delle famiglie non nobili imparentate con le donne Tedde che, se non comparvero nominalmente, costituirono un limite allo strapotere della fazione facente capo a Lucia. Siamo in presenza di un personaggio femminile straordinario che non solo riuscì a elevarsi all’interno della fazione dei Tedde-Delitala, ma anche tra le numerose donne settecentesche che, amazzoni o no, scesero in campo partecipando alle zuffe dell’irrequieta Anglona del Settecento.




Libri, Alessandro Carlini presenta a Cagliari la storia del partigiano Renato Del Din

Venerdì 30 maggio l’associazione L’Alambicco accoglie lo scrittore ferrarese con il suo nuovo volume (Utet 2024) tra le anteprime del Festival Premio Emilio Lussu

CAGLIARI.Il giornalista e scrittore Alessandro Carlini venerdì 30 maggio sarà a Cagliari, nella sala Villanova dell’hotel Regina Margherita (viale Regina Margherita 44), dove alle 18.30 presenterà il volume “Se il fuoco ci desidera. Breve storia di Renato Del Din, che l’8 settembre 1943 scelse la libertà” (Utet, 2024).

A dialogare con l’autore Alessandro Carlini sarà lo storico Roberto Ibba. L’iniziativa, a ingresso libero e gratuito, è inserita tra le anteprime dell’XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu, ed è organizzata dall’associazione culturale L’Alambicco.

Il libro. Partigiano, decorato con la medaglia d’oro al valor militare come la sorella Paola, Renato Del Din viene assegnato alla divisione Julia e ben presto si trova davanti alla scelta più importante della sua vita: seguire Mussolini tra le forze repubblichine o ribellarsi ai nazifascisti. Renato sceglie la libertà, diventando tra i primi animatori delle brigate Osoppo, cuore della Resistenza in Friuli. In sette mesi la sua formazione diviene una spina nel fianco per i nazifascisti, fino alla terribile notte in cui Renato in persona guida un attacco eroico a una caserma della milizia, trovando la morte. È il 25 aprile 1944, esattamente un anno prima della Liberazione, e Renato ha appena 21 anni.

L’autore. Alessandro Carlini (1976, Ferrara), giornalista e scrittore, lavora per l’Agenzia Ansa e collabora con il Corriere del Ticino. Si è occupato soprattutto di politica estera, cultura, spettacoli ed economia in diversi Paesi, fra cui Gran Bretagna, Irlanda, Stati Uniti, Francia e Israele. Ha pubblicato il romanzo di ambientazione storica “Partigiano in camicia nera” (Chiarelettere, 2017), vincitore del Premio Città di Como Opera Prima e del Premio Carver, il noir “Gli sciacalli” (Newton Compton, 2021), proposto al Premio Strega da Paolo Ruffilli e fra i primi otto libri di narrativa nel torneo letterario di Robinson – La Repubblica, e il seguito ‘Il nome del male’ (2022), finalista al Garfagnano in Giallo. Nel 2023 ha pubblicato “Nome in codice: Renata” (Utet), la biografia romanzata di Paola Del Din, combattente della Resistenza e agente segreto, libro finalista del premio Fiuggi Storia, e nel 2024 “Se il fuoco ci desidera” (Utet), sul sottotenente degli alpini e partigiano Renato Del Din, libro tra i vincitori del premio Alpini Sempre e finalista del premio Emilio Lussu. Da quest’ultimo nel 2025 ha realizzato lo spettacolo teatrale ‘Il fuoco ci prenda’, curandone la regia e la drammaturgia. Ha scritto per alcune riviste, fra cui Passaporto Nansen, Il corsaro nero e Mondoperaio.




Cagliari, omaggio a Emilio Lussu per i cinquant’anni dalla morte

Venerdì 16 maggio l’associazione L’Alambicco propone una nuova anteprima del Festival: il libro “Il Capitano. Emilio Lussu: il Carso, l’Altopiano e il Piave che non ha mai raccontato”

CAGLIARI.In occasione dei cinquant’anni dalla scomparsa di Emilio Lussu, l’associazione culturale l’Alambicco omaggia il grande intellettuale e combattente di Armungia con la presentazione di un libro scritto a quattro mani da Stefano Aluisini e Ruggero Dal Molin: “Il Capitano. Emilio Lussu: il Carso, l’Altopiano e il Piave che non ha mai raccontato” (Itinera Progetti, 2024).

Venerdì 16 maggio, a partire dalle 17.30 nella sede della Fondazione di Sardegna (via San Salvatore da Horta 2) a Cagliari, sarà presente il co-autore Dal Molin, che dialogherà con Alberto Cabboi, direttore del sistema museale Joyce ed Emilio Lussu di Armungia. L’ingresso è libero e gratuito.

“Un anno sull’Altipiano” è stato un classico della Grande Guerra – spiegano Aluisini e Molin – un compagno sui banchi di scuola per tanti studenti soprattutto delle passate generazioni, un libro indimenticabile di quella “letteratura con le stellette” nata in Italia nel primo dopoguerra, ma rivela solo parzialmente il reale vissuto di Lussu tra i “Dimonios” della gloriosa Brigata “Sassari” nel 1915-18.

Ne è un esempio la profonda amicizia tra lo scrittore e Teresa Nardini, l’amatissima “Madrina” volutamente mai nominata nel libro, una figura ancor più celata di quella fanciulla sconosciuta e del suo amore che invece compaiono tra le pagine più toccanti, segnando la sottile traccia di un sentimento destinato a morire con uno dei migliori amici dello scrittore.

Questa fresca pubblicazione invece ricostruisce un’immagine poco nota dello scrittore sardo e della sua Brigata Sassari, se non del tutto sconosciuta. E lo fa attraverso le testimonianze di quanti condivisero con Lussu glorie e miserie della guerra.

Il libro ripercorre tutti i campi di battaglia nei quali egli fu protagonista, riscoprendo i volti di chi allora gli fu vicino e rileggendo, attraverso le immagini, i suoi tre anni e mezzo di guerra dal Carso all’Altopiano, dalla Bainsizza a Caporetto, dai “Tre Monti” al Piave. E tutto questo grazie a un vasto apparato fotografico, in buona parte raro ed inedito.

Ufficiale pluridecorato nella Grande Guerra, eroe della Resistenza, membro della Costituente e Ministro della Repubblica, Lussu era destinato a diventare una vera figura iconica della Storia d’Italia. Un uomo deciso a non rinunciare mai e, in nessun caso, sul campo di battaglia come in politica, a quanto il cuore e la coscienza gli dettavano, così come a quel codice d’onore che lo rese l’eterno “Capitano” svelato da queste pagine.




Libri, a Cagliari Voltolini presenta “Dagli undici metri”

Venerdì 9 maggio l’associazione L’Alambicco propone nelle sale della libreria “L’isola che non c’era” una nuova anteprima del Festival Premio Emilio Lussu

CAGLIARI.Nuova anteprima a Cagliari dell’XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu, che venerdì 9 maggio alle 18.30, propone negli spazi della libreria L’isola che non c’era (via Garibaldi 43) la presentazione del romanzo “Dagli undici metri” (Baldini+Castoldi 2024) di Dario Voltolini. A dialogare con l’autore sarà Bepi Vigna, sceneggiatore e scrittore. L’iniziativa, a ingresso libero e gratuito, è organizzata dall’associazione culturale L’Alambicco.

È una storia che parla di sport come metafora di qualcos’altro, attraverso una sequela di intuizioni, e lo fa come d’incanto, con la precisione e il calore della sua scrittura, attraverso uno sguardo che scompone la realtà e la ricompone per farne un racconto. Il romanzo pone domande sul peso del destino, sul peso che hanno il talento, l’allenamento, l’intuizione e il caso. La risposta arriva nel momento in cui il protagonista affronta, con leggerezza e saggezza, il momento più importante della sua carriera: quando da un calcio di rigore dipende la vittoria o la sconfitta della sua squadra. Proprio lui che, contro tutte le previsioni di aveva deciso di fare il portiere, andando contro le certezze, gli schemi e le statistiche degli adulti, sorprendendo perfino il suo professore.

Dario Voltolini è autore di racconti, romanzi, radiodrammi, testi di canzoni e libretti per il teatro musicale. È docente alla Holden Academy. Cura la collana di narrativa italiana Pennisole per Hopeful- monster editore. Fra le sue pubblicazioni troviamo Una intuizione metropolitana (1990), Rincorse (1994), Forme d’onda (1996), 10 (2000), Primaverile (2001). Nel 2003 ha pubblicato I confini di Torino, un ritratto inedito e affascinante della città in cui vive, cui sono seguiti Sotto i cieli d’Italia (2004, con Giulio Mozzi), Le scimmie sono inavvertitamente uscite dalla gabbia (2006), Foravìa (2010), Pacific Palisades (2017), Sedici passeggiate con Kuma (2023) e Imaginations (2024). Per La nave di Teseo sono usciti i romanzi Il Giardino degli Aranci (2022) e Invernale (2024). Con Invernale ha vinto il primo premio per la narrativa ed è stato conferito della Medaglia della Presidenza della Camera dei Deputati nella X edizione 2024 del Festival Premio Emilio Lussu.




Premio Costa Smeralda, a Porto Cervo proclamati i vincitori

Premio Narrativa

Wanda Marasco con “Di spalle a questo mondo” (Neri Pozza) 

Premio Saggistica

Riccardo Falcinelli con “Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” (Einaudi)

Durante la cerimonia di premiazione a Björn Larsson è stato assegnato il Premio Internazionale, a Giorgio Spanu il Premio Speciale e ad Adrian Paci il Premio Cultura del Mediterraneo

Porto Cervo, 26 aprile 2025 – Oggi, al Conference Center di Porto Cervo, si è svolta la cerimonia pubblica di premiazione del Premio Costa Smeralda, promosso dal Consorzio Costa Smeralda, presieduto da Renzo Persico. Nel corso dell’evento, sono stati rivelati i vincitori assoluti delle sezioni Narrativa e Saggistica, selezionati da una giuria d’eccezione composta da Lina Bolzoni, Marcello Fois, Elena Loewenthal e Chiara Valerio, con la direzione artistica di Stefano Salis

La scrittrice Wanda Marasco con “Di spalle a questo mondo” (Neri Pozza) si è aggiudicata il Premio Narrativa del Premio Costa Smeralda 2025.

Motivazione della giuria: La scrittura organica, e drammaturgica, di Wanda Marasco costruisce e trasmette con “Di spalle a questo mondo” un resoconto sublime dell’ossessione per la cura, nelle sue molteplici accezioni, come ideale e come metafora di un’esistenza. Un romanzo necessario fluviale e concentrato. La vita di Ferdinando Palasciano, e il suo amore per Olga Pavlova Vavilova: una coppia di personaggi che declinano il proprio male come male del mondo e finiscono per trasformarsi in poesia, come incarnazione di un pensiero del mondo. Un romanzo che è il territorio storico su cui con stile straordinario Wanda Marasco innesta gli argomenti della letteratura e quindi del lettore. L’accudimento degli esseri viventi è la strada attraverso cui questo mondo può diventare abitabile. L’accudimento dell’imperfezione è la strada attraverso cui vale la pena di lottare per l’umanità, per la bellezza. L’accudimento delle parole è la strada attraverso cui ogni storia finisce per riguardarci, per interessarci, per comprenderci. Un altro ritratto stupefacente di un universo che nella sua fine trova il senso primo della sua esistenza. Nella necessità del pensiero della morte ci sono ragioni sufficienti per intentare una vita straordinaria. 

Il Premio Saggistica è andato invece a Riccardo Falcinelli per il suo “Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” (Einaudi). 

Motivazione della giuria: Di Riccardo Falcinelli, saggista e graphic designer si possono dire e apprezzare molte cose, ma quella per cui la premiamo oggi, partendo da “Visus” – senza dimenticare “Cromorama” o “Figure”, tutti editi da Einaudi Stile Libero – è la sua capacità di considerare un gesto antiestetico e antisociale, un fenomeno popolare e quasi pornografico – perché ripetuto e ripetibile all’infinito – come, in questo caso il selfie, e ricondurlo a una ricerca eterna dell’essere umano: la rappresentazione del volto. Ce lo hanno insegnato i make-up artist col trucco non trucco, il trucco invisibile, il trucco naturale. La natura c’entra assai poco. E non da adesso, da sempre. Da Ecce Homo a Elsa di Frozen, Falcinelli inanella la sua – e la nostra – galleria di facce, di modo da non far sentire straniero nessuno, e nessuna, dall’arte alle neuroscienze, dalla semiotica ai cosmetici (eh sì, i trucchi tornano!), dal Manzanarre al Reno. Se Franco Battiato nel 1981 cantava “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”, Riccardo Falcinelli, nell’anno 2025, gli fa eco con “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti del bianco e nero, buono o cattivo, di qui o di lì, gli idioti del confine”. Per la profondità, lo studio, il pensiero, il catalogo, la volontà e la capacità di dire, il Premio Costa Smeralda per la Saggistica 2025 va a Riccardo Falcinelli.

In linea con la tradizione del Premio Costa Smeralda, durante la cerimonia pubblica di premiazione, affidata condotta dalla giornalista Roberta Floris, oltre ai libri scelti dalla giuria, sono stati assegnati tre ulteriori riconoscimenti. Dopo le vittorie del Nobel Orhan Pamuk, diEmmanuel Carrère e Alicia Giménez-Bartlett, lo scrittore svedese Björn Larsson ha vinto il Premio Internazionale con la seguente motivazione della giuria: Con Björn Larsson si viaggia. Per mare e per terra, da sognatori e da pendolari, da lettori e da osservatori dell’animo umano. Uno scrittore come Björn Larsson è prezioso. Perché è curioso. È curioso dell’umanità, delle sue storture, del tempo che passa e che non torna. Della magia delle parole. L’opera che lo ha reso famoso in Italia è “La vera storia del pirata John Silver” (1998), un’affettuosa e accurata ricostruzione della vita e dei tempi di uno dei protagonisti dell’Isola del tesoro, il capolavoro di Robert Louis Stevenson che ha colpito generazioni di lettori. E, attraverso le memorie di Silver, racconta vicende che fanno riflettere sul passare del tempo e su quanto sia fragile il bene della libertà. Con Larsson si riscopre il piacere della lettura, della divagazione, della riflessione. I suoi libri, tutti insieme e presi uno per l’altro, sono diari di bordo di un saggio capitano che ha trovato nel mare della letteratura porti sicuri e venti propizi, sa sfruttare il vento ed evitare le tempeste. Ci regala momenti di bonaccia ma conosce l’ebbrezza delle onde che ci trasportano. Al velista, filologo, scrittore, viaggiatore e pendolare Björn Larsson il Premio Internazionale Costa Smeralda 2025 con l’augurio di non fermarsi. E di portarci ancora con lui in giro nelle sue prossime avventure. 

Il Premio Cultura del Mediterraneo è andato invece ad Adrian Paci. Tra gli artisti più importanti della scena contemporanea, noto per le sue opere che esplorano le complesse dinamiche culturali e sociali del Mediterraneo, Paci è nato in Albania nel 1969 ma da tempo risiede a Milano. La sua arte, che è stata esposta in alcuni dei musei più prestigiosi del mondo, come il MoMA di New York e il Centre Pompidou di Parigi, affronta temi legati all’identità, alla migrazione e alla memoria. Tra le sue opere più suggestive, ricordiamo la recente installazione video «The Bell Tolls Upon The Waves» nel sotterraneo della galleria Cukrarna di Lubiana, centro pulsante d’arte contemporanea della capitale slovena, e l’opera site-specific «Il vostro cielo fu mare, il vostro mare fu cielo» realizzata per l’Agorà del MUDEC di Milano. Infine, sempre per celebrare il dialogo tra letteratura e arte, il Premio Speciale il Premio Speciale è stato conferito a Giorgio Spanu, co-fondatore insieme a Nancy Olnick della Magazzino Italian Art Foundation di New York. Spinti dalla passione per l’arte e la cultura italiana, Olnick e Spanu hanno costituito una delle collezioni più prestigiose di vetri di Murano del XX secolo e di arte italiana del dopoguerra, con particolare attenzione all’Arte Povera. Nel 2014 hanno dato vita a Magazzino Italian Art, un museo e centro di ricerca situato a Cold Spring, a pochi passi da New York City. In riconoscimento del loro eccezionale sostegno all’arte e alla cultura italiane, Nancy Olnick e Giorgio Spanu sono stati recentemente insigniti della Medaglia di Cavaliere, Ordine al Merito della Repubblica Italiana dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

A simbolo dell’attribuzione del Premio Costa Smeralda, oltre a un premio in denaro i vincitori hanno ricevuto un’opera esclusiva di Giuseppe Sanna. Anche per l’edizione 2025 lo scultore ha realizzato un premio unico per ciascuna categoria, un simbolo della connessione tra il Premio e il territorio della Sardegna, utilizzando pietre locali che rappresentano la solidità, la resistenza e la bellezza senza tempo della cultura e della natura dell’isola.

Partner e sponsor principale della manifestazione è Smeralda Holding, società italiana indirettamente controllata da Qatar Investment Authority, che nel 2012 ha acquistato proprietà immobiliari e terreni in Costa Smeralda. 

L’organizzazione operativa, l’allestimento scenografico e la produzione dell’evento di premiazione è affidata a Filmmaster, che ha inoltre realizzato il logo, l’immagine grafica coordinata e il concept del premio materiale.

PREMIO NARRATIVA

WANDA MARASCODi spalle a questo mondo” (Neri Pozza)

Motivazione: La scrittura organica, e drammaturgica, di Wanda Marasco costruisce e trasmette con “Di spalle a questo mondo” un resoconto sublime dell’ossessione per la cura, nelle sue molteplici accezioni, come ideale e come metafora di un’esistenza. Un romanzo necessario fluviale e concentrato. La vita di Ferdinando Palasciano, e il suo amore per Olga Pavlova Vavilova: una coppia di personaggi che declinano il proprio male come male del mondo e finiscono per trasformarsi in poesia, come incarnazione di un pensiero del mondo. Un romanzo che è il territorio storico su cui con stile straordinario Wanda Marasco innesta gli argomenti della letteratura e quindi del lettore. L’accudimento degli esseri viventi è la strada attraverso cui questo mondo può diventare abitabile. L’accudimento dell’imperfezione è la strada attraverso cui vale la pena di lottare per l’umanità, per la bellezza. L’accudimento delle parole è la strada attraverso cui ogni storia finisce per riguardarci, per interessarci, per comprenderci. Un altro ritratto stupefacente di un universo che nella sua fine trova il senso primo della sua esistenza. Nella necessità del pensiero della morte ci sono ragioni sufficienti per intentare una vita straordinaria. 

PREMIO SAGGISTICA

RICCARDO FALCINELLI“Visus. Storie del volto dall’antichità al selfie” (Einaudi) 

Motivazione: Di Riccardo Falcinelli, saggista e graphic designer si possono dire e apprezzare molte cose, ma quella per cui la premiamo oggi, partendo da “Visus” – senza dimenticare “Cromorama” o “Figure”, tutti editi da Einaudi Stile Libero – è la sua capacità di considerare un gesto antiestetico e antisociale, un fenomeno popolare e quasi pornografico – perché ripetuto e ripetibile all’infinito – come, in questo caso il selfie, e ricondurlo a una ricerca eterna dell’essere umano: la rappresentazione del volto. Ce lo hanno insegnato i make-up artist col trucco non trucco, il trucco invisibile, il trucco naturale. La natura c’entra assai poco. E non da adesso, da sempre. Da Ecce Homo a Elsa di Frozen, Falcinelli inanella la sua – e la nostra – galleria di facce, di modo da non far sentire straniero nessuno, e nessuna, dall’arte alle neuroscienze, dalla semiotica ai cosmetici (eh sì, i trucchi tornano!), dal Manzanarre al Reno. Se Franco Battiato nel 1981 cantava “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti dell’orrore”, Riccardo Falcinelli, nell’anno 2025, gli fa eco con “in quest’epoca di pazzi ci mancavano gli idioti del bianco e nero, buono o cattivo, di qui o di lì, gli idioti del confine”. Per la profondità, lo studio, il pensiero, il catalogo, la volontà e la capacità di dire, il Premio Costa Smeralda per la Saggistica 2025 va a Riccardo Falcinelli.

PREMIO INTERNAZIONALE

BJÖRN LARSSON

Motivazione: Con Björn Larsson si viaggia. Per mare e per terra, da sognatori e da pendolari, da lettori e da osservatori dell’animo umano. Uno scrittore come Björn Larsson è prezioso. Perché è curioso. È curioso dell’umanità, delle sue storture, del tempo che passa e che non torna. Della magia delle parole. L’opera che lo ha reso famoso in Italia è “La vera storia del pirata John Silver” (1998), un’affettuosa e accurata ricostruzione della vita e dei tempi di uno dei protagonisti dell’Isola del tesoro, il capolavoro di Robert Louis Stevenson che ha colpito generazioni di lettori. E, attraverso le memorie di Silver, racconta vicende che fanno riflettere sul passare del tempo e su quanto sia fragile il bene della libertà. Con Larsson si riscopre il piacere della lettura, della divagazione, della riflessione. I suoi libri, tutti insieme e presi uno per l’altro, sono diari di bordo di un saggio capitano che ha trovato nel mare della letteratura porti sicuri e venti propizi, sa sfruttare il vento ed evitare le tempeste. Ci regala momenti di bonaccia ma conosce l’ebbrezza delle onde che ci trasportano. Al velista, filologo, scrittore, viaggiatore e pendolare Björn Larsson il Premio Internazionale Costa Smeralda 2025 con l’augurio di non fermarsi. E di portarci ancora con lui in giro nelle sue prossime avventure. 

PREMIO CULTURA DEL MEDITERRANEO

ADRIAN PACI

Motivazione: Una campana che suona, da sola, nel mare. Il suono di una campana mossa dalle onde è una poesia surrealista, un sogno metafisico che può essere dolcezza, festa e molto dolore. Solitudine e compassione, traccia di un fato comune che ogni singolo tocco, dong, anziché separare unisce e non importa chi siamo e da dove veniamo. Con questo sogno, struggente e magnetico, l’artista albanese, da tempo residente a Milano, Adrian Paci, ha realizzato con forza e potenza una danza marina: un canto delle sirene che calamita irresistibile la nostra ammirazione. L’installazione video («The Bell Tolls Upon The Waves») è la ragione del Premio Costa Smeralda Cultura del Mediterraneo 2025 che va comunque a tutta la sua opera. La leggenda della campana rubata dagli ottomani e perduta nel mare è un’occasione per ricordarci che il Mare Mediterraneo unisce storie e destini, affratella popoli, provoca scambi ma genera anche guerre, invasioni, atti ostili. La campana che naviga immobile, il suo lamento gioioso o funesto, è metafora, fantasma di chi in mare, nei secoli, ed ora, e qui, trova esilio, perde vita, ripone speranza, cerca riscatto, magari trova futuro. E siamo noi a dover decifrare il suo messaggio. Nei rintocchi della sua arte Adrian Paci ci manda segnali di vita. Speranza. La forza di un artista che sa da sempre che la campana suona per noi: e siamo noi, che il Mediterraneo ha cullato come civiltà, a doverci incaricare di ascoltarla e tramandarla.

PREMIO SPECIALE

GIORGIO SPANU

Motivazione: Giorgio Spanu e Nancy Olnick non sono collezionisti, sono custodi. Amano dirlo e ripeterlo. Perché il collezionismo, il possesso, è solo un aspetto, e non il più importante, di chi l’arte la ama e, proprio per questo motivo, la vuole diffondere. Il Magazzino Italia Art di Cold Spring, a un’ora da NY, museo fondato e alimentato da Giorgio e Nancy con la loro passione, è la vera ambasciata dell’arte italiana negli Stati Uniti. La loro forza non è quella di proporre un movimento artistico come l’Arte Povera, di cui sono alfieri e conoscitori, o l’arte del vetro che fu la loro prima scoperta o di proporre altri artisti e studi. Non è nemmeno quello, e ci può far piacere, di far riscoprire in America autori come Nivola o Maria Lai, per dire due mostre bellissime e recenti che si sono tenute al Magazzino. Il loro messaggio è quello di credere nell’arte e nella sua potenza rivelatrice, di far vedere a tutti quali bellezze e pensieri questi artisti sappiano portare nella nostra vita.  Spanu arriva da questa isola e non ha dimenticato le sue radici isolane, anzi se ne è fatto forza. Ne ha fatto un destino. Quando in America, oggi, si porta il vessillo dei nostri grandi artisti e, perché no, dei nostri piccoli asini, e lo dico in senso letterale, Spanu ci ricorda quali miracoli sappiamo fare in questa isola. E che lui testimonia. Miracoli di intelligenza, testardaggine, coerenza, coraggio. A un grande sardo che non dimentica mai le grandezze della sua isola, il Premio Speciale Costa Smeralda è un segno di riconoscimento di valore, un orgoglio e un segno che non ci sono confini per l’eccellenza e che anche da queste parti nascono personaggi che meritano l’onore del mondo, perché onorano il posto dal quale arrivano. Senza pose ma con dignità, carattere, qualità.




“Roma criminale”, Giuseppe Scarpa presenta il suo romanzo a Sassari

Il 22 aprile inizia il tour sardo del giornalista d’inchiesta di Repubblica originario di Sassari: una narrazione potente dei meandri più reconditi della malavita romana

Appena pubblicato da Newton Compton, Roma criminale romanzo d’esordio di Giuseppe Scarpa,sta già riscuotendo un enorme successo. Il libro è un ritratto spietato e profondo delle spire occulte con le quali la malavita organizzata stritola nell’ombra la capitale d’Italia.

E c’è un pizzico di Sardegna in tutto questo: la caparbietà e la determinazione di un cronista sassarese trapiantato a Roma per diventare uno dei più scrupolosi giornalisti d’inchiesta, una delle massime firme di giudiziaria per le pagine di Repubblica, autore di articoli esplosivi sulla mala romana. Il volume sarà presentato per la prima volta in Sardegna il 22 aprile, alle 18, nella Sala conferenze della Camera di commercio di Sassari. Un omaggio dell’autore alla sua città natale, dove Giuseppe Scarpa illustrerà i contenuti del suo lavoro affiancato dal giornalista Salvatore Taras.

La copertina del romanzo “Roma Criminale” in libreria. Sopra Giuseppe Scarpa

Brutale e angosciante, ispirato liberamente a fatti realmente accaduti, questo potente romanzo di fantasia ripropone una cruda rappresentazione della Roma criminale. Tutto ruota attorno alla storia del Boia, al secolo Sandro Marinelli, capo degli ultras più violenti dell’Olimpico e signore della coca, che da braccio destro del mafioso più temuto nella capitale, inizia a scalare le gerarchie del crimine fino a prendersi tutto, o quasi. Fino a diventare il bersaglio numero uno di nemici e alleati. Sotto il benestare della ‘Ndrangheta, all’ombra del cupolone si consuma una scia di violenze, di omicidi e rapimenti per accaparrarsi il monopolio della polvere bianca.

Lo stile asciutto del cronista e l’efficacia narrativa dello scrittore si fondono per svelare gli intrecci nascosti di un mondo parallelo che viene a galla solo grazie all’opera di chi, con coraggio, prova a scalfire il velo di silenzio e omertà.

Alla prima nazionale del 3 aprile a Roma (con il contributo di Marco Mesurati e Lirio Abate), il successo è stato enorme. Un tutto esaurito alla libreria Feltrinelli di largo Torre Argentina, affollata di magistrati, giornalisti, investigatori, avvocati, curiosi e appassionati del genere.

Giuseppe Scarpa è noto per le sue inchieste su criminalità organizzata, neofascismo, corruzione e misteri italiani ancora irrisolti, tra i quali spiccano l’omicidio di Simonetta Cesaroni e la scomparsa di Emanuela Orlandi. È stato artefice di documentari di grande effetto come Stefano Cucchi – La Seconda Verita, che denuncia insabbiamenti nel caso Cucchi, e Tagli, dedicato all’autolesionismo giovanile. Ha firmato In quanto donne, serie sulla violenza di genere, e Sara, docufilm sul femminicidio di Sara Di Pietrantonio premiato ai Nastri d’Argento. Ex cronista di giudiziaria per «Il Messaggero», ha collaborato inoltre con «Wired Italia» e «L’Unione Sarda».

Da straordinario conoscitore dei fatti, Scarpa continua a indagare la verità anche attraverso la finzione, trovando lo strumento più efficace per arrivare fino in fondo alla coscienza dei lettori.

Le presentazioni in Sardegna proseguiranno il 23 aprile alle 19, alla libreria Cyrano di Alghero; il 24 aprile alle 18, nella Sala polivalente di Banari; il 25 aprile alle 18, si terrà un firmacopie alla libreria Giunti al Punto del Centro Commerciale Porte di Sassari; il 26 aprile, alle 18, all’Ex prefettura di Ittiri.




Anteprime Lussu, Gianni Oliva presenta a Cagliari il nuovo romanzo “Il pendio dei noci”

Il 5 aprile lo scrittore torinese illustrerà il volume edito da Mondadori, ambientato nella fase conclusiva della Grande Guerra

CAGLIARI.Sabato 5 aprile alle 18.30, negli spazi della libreria “L’isola che non c’era” (via Garibaldi 43) a Cagliari, l’associazione culturale L’Alambicco presenta il romanzo “Il pendio dei noci” (Mondadori, 2024) di Gianni Oliva, storico, docente e politico torinese. A dialogare con l’autore sarà il direttore artistico del FPEL, Alessandro Macis. L’evento, a ingresso libero, rientra tra le Anteprime della XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu.

Il romanzo è ambientato nel periodo conclusivo della prima Guerra mondiale, dove vige una sola regola: uccidere per non farsi uccidere. Tra amore e guerra, montagne neve, uomini piccoli e grandi rimescolati dalla Storia, l’autore innesta nel racconto una vicenda privata intensa e dolorosa.

Uno dei protagonisti è il sergente Julien Vertou della Legione Straniera francese, che osserva i ragazzi con cui condivide la trincea, a malapena capaci di imbracciare un fucile. Il luogo è un punto cruciale del conflitto, nell’ultima linea difensiva italiana dopo Caporetto, dove gli alpini del battaglione Susa hanno allestito il loro campo. Sotto i colpi di artiglieria, i loro sguardi impauriti iniziano a scalfire la corazza di Julien.

È certamente un’opera significativa e singolare di Gianni Oliva, che ha al suo attivo una proficua produzione saggistica, principalmente incentrata sulla storia italiana tra l’Ottocento e il Novecento: Mussolini e il fascismo; le due guerre mondiali; la Repubblica di Salò e la guerra civile 1943-1945; le avventure coloniali italiane; i Savoia e i Borbone; le forze armate: carabinieri, alpini, esercito, arditi, marò; i crimini di guerra italiani; la Resistenza e le stragi nazifasciste del 1943-45; le Foibe e gli esuli dell’Istria, Fiume, Dalmazia; la storia del Piemonte. Ha scritto anche una storia della Legione straniera francese. Oliva ha affrontato aspetti spesso trascurati dalla storiografia dominante nel Dopoguerra.

Con il volume “45 milioni di antifascisti. Il voltafaccia di una nazione che non ha fatto i conti con il Ventennio” (Mondadori, 2024) Oliva ha vinto il primo premio per la saggistica nella X edizione 2024 del Festival Premio Emilio Lussu.




Arzachena: Marco Quaglia che presenta al pubblico il libro “/Per tornare a sorridere/”

 

*Arzachena (SS) 25 marzo 2025.* Il Comune di Arzachena ospita l’imprenditore e scrittore di Vercelli Marco Quaglia che presenta al pubblico il libro “/Per tornare a sorridere/” nello Spazio Nexus in via San Pietro, *venerdì 28 marzo 2025, alle 18:00*. L’iniziativa è promossa dal delegato alla Cultura, Giovanni Carta, e vanta il patrocinio dell’Ente.

Dalla vicenda giudiziaria che l’ha travolto con l’accusa di pedofilia, al tentato suicidio in un albergo di Olbia, fino alla rinascita dopo anni di tormento in attesa dell’assoluzione, Marco Quaglia ha reso noti i dettagli della sua toccante storia nelle pagine del libro pubblicato lo scorso ottobre. Con determinazione ha raccontato anche di una Sardegna a cui è profondamente legato e che lo ha ispirato, restituendogli la voglia e la forza di ricominciare.

L’autore introduce “/Per tornare a sorridere/” nell’appuntamento a ingresso libero insieme al delegato alla Cultura del Comune di Arzachena, Giovanni Carta.In programma anche la proiezione del servizio sulla vicenda andato in onda nella trasmissione televisiva Le Iene.

 

www.comune.arzachena.ss.it
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Libri, “Emilio Lussu, storia, memoria e narrazione”: giovedì a Cagliari la presentazione del volume

Il 20 marzo una nuova Anteprima dell’XI Festival Premio Emilio Lussu

approfondirà i contenuti del volume a cura di Alberto Cabboi e Gian Giacomo Ortu (FrancoAngeli 2024)

CAGLIARI. Giovedì 20 marzo alle 17.30, nella sala della Fondazione di Sardegna (via San Salvatore da Horta 2) a Cagliari, l’associazione culturale L’Alambicco presenta il volume “Emilio Lussu, storia, memoria e narrazione” (FrancoAngeli 2024) a cura di Alberto Cabboi e Gian Giacomo Ortu.

A dialogare con i curatori saranno Alessandro Macis, Giuseppe Caboni e Mariangela Sedda.

L’iniziativa è inserita tra le Anteprime dell’XI edizione del Festival Premio Emilio Lussu.

Il volume indaga gli scritti di Lussu nell’ottica di contenuto di memoria. Una memoria lucidamente oggettiva, riguardante eventi storici quasi sempre epocali, quali furono la Prima guerra mondiale, lo sviluppo del movimento autonomistico sardo, l’affermazione dei regimi fascisti e la lotta contro di essi, la Seconda guerra mondiale, la resistenza e l’Assemblea costituente che dava vita alla Repubblica italiana.

«Di questi eventi – spiegano i curatori – Lussu non è stato mai semplice comparsa o spettatore, ma sempre attore protagonista. Per questo la memoria oggettiva si salda in lui con la memoria soggettiva, e i suoi scritti sono insieme racconto storico e testimonianza di vita vissuta. Queste potenzialità di scrittore testimone furono subito comprese e apprezzate da Gaetano Salvemini, come mostra la sua corrispondenza con Lussu che in questo volume viene raccolta».

I curatori.

Alberto Cabboi è direttore del Museo storico “Emilio e Joyce Lussu” e lavora dal 2006 all’interno del progetto di gestione del Sistema Museale di Armungia. Per il Museo Lussu si occupa di percorsi di visita guidata, attività divulgative, didattica per le scuole, progettazione culturale, ricerca storica, esposizioni e mostre temporanee. Segue inoltre le collaborazioni del museo con altri istituti culturali. In ambito di ricerca si è concentrato negli anni sul legame tra Emilio Lussu e alcune figure importanti del Novecento italiano ed europeo.

Gian Giacomo Ortu, già professore ordinario di Storia moderna dell’Università di Cagliari, ha insegnato nelle facoltà di Scienze politiche e Architettura. Tra i numerosi studi di cui è autore trovano spazio “Villaggio e poteri signorili in Sardegna e Lo Stato moderno. Profili storici” (Laterza 1996 e 2001), “La Sardegna dei giudici e La Sardegna tra Arborea e Aragona” (Il Maestrale 2005 e 2017), “Il principe il filosofo l’architetto. Prospettive transdisciplinari sulle architetture europee in età moderna” (Cuec 2014). Ortu coordina inoltre la pubblicazione di tutte le opere dell’intellettuale armungese, ed è presidente del Comitato scientifico internazionale del Festival Premio Emilio Lussu.