Autismo e Tmg, il modello Sardegna da replicare nel Sud-Italia

SASSARI. “Il progetto pilota è stato un successo. Adesso miriamo ad estendere il modello nel sud Italia e a rafforzarlo in Sardegna”. Non ha dubbi Stefano Vicari, primario di neuropsichiatra infantile al Bambin Gesù di Roma e ordinario all’Università Cattolica: Il progetto “Autismo in ReTe Sardegna” è andato oltre le aspettative. Dopo un anno e mezzo si è conclusa l’iniziativa e il 4 aprile in una conferenza organizzata al complesso biomedico dell’Università di Sassari, a partire dalle 15.30, verranno illustrati i risultati. Il programma ha aiutato 24 famiglie, tra Sassari e Olbia, in cui i figli sono affetti da sindrome dello spettro autistico. Il nord dell’Isola è stato il banco di prova in Italia di un nuovo modello. Una terapia low cost, una strategia di intervento denominata Tmg, rivolta non solo al bambino e all’adolescente di riferimento, ma alla triade familiare allargata ad eventuali caregiver: Terapia mediata genitoriale, appunto, o anche Terapia mediata genitoriale cooperativa. Questo nuovo modello di trattamento mira ad abbattere i costi esorbitanti delle cure tradizionali e a implementare la formazione di personale e familiari.

Il progetto, promosso dalla onlus “ReTe per il Sociale”, è stato finanziato dalla Fondazione di Sardegna e da Enel Cuore Onlus e si è rivolto a famiglie che hanno caratteristiche socio-economiche e cliniche prioritarie.

Il programma ha preso il via nel settembre 2021 coinvolgendo l’AOU di Sassari e le UONPIA di Sassari e Olbia, per diventare punto di riferimento verso ulteriori sviluppi nelle regioni del sud Italia. “Si può affermare con certezza che le attività svolte abbiano determinato una crescita delle professionalità locali coinvolte nella formazione sulla Sindrome dello spettro autistico (ASD) in genere, con particolare riferimento alle linee guida sulla diagnosi precoce e alla Terapia Mediata Genitoriale di successiva applicazione”, hanno confermato i responsabili della onlus diretta da Vicari, che in Sardegna ha trovato i suoi preziosi riferimenti nel professor Stefano Sotgiu, dirigente della UOC di NPIA dell’AOU di Sassari, e nella dottoressa Alessandra Carta, dirigente medico della stessa UOC.

A partire da settembre 2021 sono stati selezionati 34 operatori sanitari nell’area di Sassari e 15 nell’area di Olbia, si tratta di psicologi, logopedisti, tecnici della riabilitazione psichiatrica e neuropsichiatri infantili che poi sono stati formati alla diagnosi e alla Tmg. I professionisti sardi sono stati seguiti e supervisionati durante le terapie alle famiglie e ai baby pazienti dagli specialisti del Bambin Gesù, coordinati dal neuropsichiatra infantile Giovanni Valeri.

L’altro pilastro del progetto ha riguardato la formazione di insegnanti ed educatori. È infatti fondamentale per un intervento più efficace, individuare tempestivamente i segni precoci dell’autismo.  Per questo motivo, nei primi mesi del 2022 è stato realizzato un corso teorico base online per 40 tra insegnanti ed educatori delle scuole di Sassari, Porto Torres e Sorso.

Ulteriore importante finalità del progetto è quella di sensibilizzare il pubblico verso la necessità della diagnosi precoce e la stigmatizzazione di comportamenti clinici, didattici, familiari e sociali inappropriati di una sindrome così complessa.




“Italia pronta ad ospitare l’Einstein Telescope: la candidatura ufficiale con la presidente del Consiglio Meloni”

È con grande entusiasmo che annunciamo l’imminente candidatura dell’Italia a ospitare l’Einstein Telescope, ufficialmente annunciata dalla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni insieme alla Ministra dell’Università e della Ricerca, Anna Maria Bernini. Questa importante iniziativa, che il governo italiano supporta fortemente, mira a individuare la miniera di Sos Enattos, in provincia di Nuoro, come luogo ideale per ospitare la grande infrastruttura per lo studio delle onde gravitazionali.

La scelta della miniera di Sos Enattos è stata motivata anche dal Premio Nobel Giorgio Parisi, che ha sottolineato l’importanza di questa località per lo studio dell’universo profondo, della materia oscura e dell’energia oscura. L’Einstein Telescope sarà un osservatorio sotterraneo estremamente innovativo e sensibile, in grado di studiare in modo approfondito questi importanti campi della fisica e dell’astrofisica. Secondo la Ministra Bernini, si potrà anche “sentire la musica dei buchi neri” attraverso questa infrastruttura.

L’Italia crede fortemente nell’importanza di questa iniziativa, che non solo rappresenta un’affermazione della fisica fondamentale e teorica, ma valorizzerà anche altri comparti come la meccanica, l’intelligenza artificiale, le tecnologie quantistiche e l’ottica. La costruzione dell’Einstein Telescope porterà a importanti scoperte scientifiche, ricadute industriali e sociali, nonché alla valorizzazione del territorio che lo ospiterà.

L’Italia è pronta ad affrontare la sfida di ospitare l’Einstein Telescope e a competere scientificamente e geopoliticamente con le altre parti del mondo. Infrastrutture di ricerca di questo tipo sono infatti importanti per la reputazione e l’attrattività del paese. Il progetto ha già coinvolto i livelli più alti della comunità scientifica e della diplomazia, e ora abbiamo bisogno degli addetti scientifici e della rete diplomatica per convincere i Paesi alleati dell’Italia e far capire l’importanza di questa location.

Siamo convinti che l’Italia abbia tutte le carte in regola per ospitare questo importante progetto, grazie alle sue grandi capacità e all’esperienza nella costruzione di laboratori sotterranei come quelli del Gran Sasso dell’Infn. L’Einstein Telescope rappresenta un investimento strategico per il paese e aiuterà a portare avanti importanti scoperte scientifiche nel campo della fisica nucleare, dell’astrofisica e della fisica in generale. Inoltre, avrà un impatto rilevante dal punto di vista sociale, industriale e scientifico sulla Sardegna e sull’Italia in generale.




Sard-IX, arriva a Sassari l’unico Internet Exchange Point dell’isola

Simone Dore

SASSARI. Si chiama Sard-IX, acronimo di Sardegna Internet Exchange, ed è un prodotto Nexim che porta a Sassari il primo Internet Exchange Point (Ixp) dell’isola, cioè un punto di interconnessione neutro attraverso il quale i principali provider di rete si connettono e scambiano traffico gratuitamente, rivoluzionando i vantaggi di navigazione sul web. Detto così non fa molta impressione, ma in soldoni permetterà agli utenti sassaresi di accedere a Internet alla massima velocità possibile in Italia e in Europa: in città dal 15 dicembre si viaggia a ben 10 gigabit per secondo (2.5 gigabit per secondo in upload) rispetto a una media che finora è stata di 1 solo gigabit, con un tetto massimo di 5 per un solo fornitore di servizi.

Il progetto è stato presentato a Sassari dal CTO di Sard-IX, Simone Dore, un genio tutto sassarese trapiantato a Milano, fondatore di Nexim e inserito nel 2021 tra i migliori top manager in Italia dalla prestigiosa rivista Forbes.

«Tutti gli Exchange hanno come base il traffico locale – ha affermato Dore –. Ciò significa che, se si va a cercare un film su Netflix si può evitare un percorso lunghissimo che ci costringeva a fare la ricerca magari a Milano, mentre ora si andrà a prenderselo a Sassari, dove c’è una replica dello stesso file direttamente nel data-center di Carbonazzi. Il traffico viene erogato dall’operatore o fornitore di contenuti OTT (over the top), cioè Facebook, Netflix, Amazon prime video, ecc.».

A Sassari al momento hanno già aderito al sistema il Comune con le strutture a esso collegate e l’Azienda Ospedaliero Universitaria, che ora viaggiano attraverso una banda ultralarga. Come ha spiegato Dore, l’Ixp è un punto di interconnessione neutro al quale si connettono tutti gli operatori che, facendo peering, scambiano traffico ad alta velocità e lo consegnano ad altri operatori che ne hanno necessità (ad esempio Google e Amazon).

Circuiti di Sard-IX

Per fare un esempio pratico, il sistema funziona come un hub aeroportuale che collega voli nazionali con voli internazionali, consentendo alle compagnie di scambiare passeggeri negli scali in aeroporti locali invece che in Paesi diversi, in modo da garantire viaggi a bassa latenza e ad alte prestazioni.

L’obiettivo principale dell’Ixp è quello di facilitare l’interconnessione attraverso un punto d’accesso di scambio, riducendo al minimo la parte del traffico di rete di un provider di servizi Internet, che altrimenti deve passare attraverso un provider upstream, cioè a monte della filiera. I vantaggi sono notevoli: dal miglioramento della larghezza di banda al trasferimento di dati ad alta velocità, dalla riduzione di latenza alla tolleranza d’errore.

Dal 2023 Sard-IX arriverà a Cagliari per poi estendersi a tutta la Sardegna: «Vogliamo creare un’isola completamente digitalizzata – ha annunciato Dore –. Un’isola alla quale, già da ora, è offerta la possibilità di ospitare grandi realtà internazionali, permettendo condizioni paritetiche a quelle di cui sono dotate, ad esempio, le aziende con base a Milano. Il nostro sogno è che si possa godere di internet alla massima velocità con il piacere di vivere in un luogo dove la qualità della vita è insuperabile. Vogliamo fare in modo che non si abbia più paura di aprire una sede in Sardegna per il solo timore di un gap nelle connessioni rispetto alla penisola o al resto del mondo. Il nostro intento ora è quello di raggiungere in primo luogo la pubblica amministrazione».

Simone Dore nel data center di Carbonazzi, a Sassari



Simone Dore su Forbes Italia: un sassarese nel gotha dei top manager

L’articolo di Forbes Italia sul manager sassarese Simone Dore

Sono lontani i tempi in cui, nel quartiere di Cappuccini a Sassari, un bambino di sette anni con un modem Us Robotics a 56k regalato dal padre, predisponeva la prima connessione internet per tutta la palazzina dove abitava con i genitori. Era il 1998. Da quella scintilla scaturì un fuoco che non si sarebbe mai più arrestato. Simone Dore, “security network engineer” classe 1991, residente a Milano da quindici anni, da allora di strada ne ha fatta e tanta.

Al punto da essere considerato tra i top manager italiani menzionati dalla rivista Forbes che, nel numero di dicembre (la più importante tra le dodici mensilità del prestigioso magazine), gli dedica un’intera pagina rivelando aneddoti e curiosità sulla Nexim, l’azienda di telecomunicazioni da lui fondata, che nel solo 2021 è cresciuta del 750 per cento rispetto all’anno precedente.

Figlio di un collaboratore scolastico e di una parrucchiera, Simone Dore oggi ha costruito un piccolo impero tecnologico che ha tutte le caratteristiche per diventare un gigante. Nel ruolo di ad & cto, controlla una rete specializzata in progettazione, sviluppo e fornitura di sistemi di connettività che sul territorio italiano gestisce 8600 chilometri di fibra ottica, quattro data center di proprietà e ventisette centrali con apparati propri.

Nata dall’idea di soddisfare le richieste dei territori disagiati e periferici per la connessione ad alta velocità, l’azienda è riuscita ad aprire uffici a Milano, Roma, Napoli, Verona, Sassari e Tortona, per poi ampliare il suo raggio d’azione in Europa, da Bruxelles ad Amsterdam, da Londra a Parigi. Poi Dubai, Riad, Gedda e NewYork.

Come riportato da Forbes, fiore all’occhiello di Nexim è l’affidabilità del servizio di cybersecuruty, grazie alla quale la ditta è stata scelta per proteggere a settembre il G20 di Napoli e quindi il G7. Il network è gestito dalla capogruppo Etc – Europe telecom company – un brand creato per erogare servizi internazionali.

E se è vero che le menti geniali riescono a fare tesoro dei momenti di crisi, trasformandoli in opportunità, Dore lo ha fatto alla perfezione, cogliendo al volo le esigenze e i bisogni scaturiti durante il lockdown.

Già nell’aprile del 2020 aveva sviluppato la Armadillo Scan, una piattaforma in grado di fornire in maniera tempestiva le diagnosi di positività al Covid. Il tutto in un modo assolutamente originale: analizzando oltre sessanta milioni di immagini radiografiche presenti in un apposito database, confrontando in tal modo i polmoni dei nuovi pazienti con quelli dei soggetti già colpiti dal virus. Al raro ingegno ha fatto spazio la generosità, mettendo il sistema a disposizione gratuita di ospedali e istituti di ricerca.

Con l’autorizzazione del RIPE (ente che gestisce le reti internazionali) Nexim Italia è stata autorizzata ad aprire il primo Internet Exchange in Sardegna, più precisamente a Sassari, con il nome di SARDIX “Sardegna Internet Exchange”, un luogo dove gli operatori possono scambiare traffico gratuitamente.

Il pallino di Dore è però quello di richiamare aziende d’eccellenza per costituire un vero polo tecnologico sempre a Sassari, la sua città d’origine, dove sono presenti tante competenze ma spesso mancano la volontà e la forza politica e, in particolar modo, il coraggio di investire.

Simone Dore



Le città d’Italia con la connessione internet migliore

Sommario: Leggi la nostra classifica sulle città con la migliore e peggiore velocità di connessione internet in Italia nel 2021

L’accesso a Internet si è espanso enormemente in Italia negli ultimi due decenni, ma i gap continuano ad esistere a seconda della zona in cui ci si trova. Purtroppo la velocità della propria connessione di rete può risultare difficile da decifrare, e le promesse dei provider sono sempre molto ottimistiche rispetto al risultato reale.

Per questa ragione internet-casa.com ha deciso di effettuare uno studio con i dati originali raccolti dai suoi utenti che hanno eseguito uno speed test nel 2021.

Con la localizzazione di questi speed test abbiamo elaborato una classifica delle province con la connessione più veloce.

Ma prima di andare a scoprire questa classifica, facciamo chiarezza su cosa si intenda per velocità di connessione e speed test.

Come si misura la velocità di connessione a internet?

Un test di velocità internet (o speed test) misura la velocità e la qualità della connessione del tuo dispositivo connesso a internet. Lo fa eseguendo più test consecutivi che analizzano diversi aspetti della vostra connessione a internet, vale a dire ping (latenza), velocità di download e velocità di upload.
Ma vediamo nello specifico cosa significano le varie voci dello speed test:

La velocità di download è la velocità con cui il dispositivo può ricevere dati da internet.
La velocità di upload contrariamente, rappresenta la quantità di dati che il tuo dispositivo può inviare a Internet.
Il Ping (latenza) indica il ritardo di un segnale dovuto al tempo che impiega quel segnale a viaggiare verso la sua destinazione.
Come si misura la velocità di download?

La misurazione del download viene eseguita effettuando multiple connessioni ad un server e avviando simultaneamente il download di un file di grandi dimensioni. Questo approccio assicura che l’analisi della connessione internet sia massimizzata. Registrando il flusso di dati rispetto il tempo della misurazione, si ottiene la velocità di Internet disponibile per il download dei dati.
Come si misura la velocità di upload?

La velocità di upload è testata effettuando l’analisi di download in maniera opposta. Invece di scaricare un file, un grande file di dati casuali viene creato sul tuo dispositivo e caricato attraverso tutte le connessioni al server. Registrando il flusso di dati contro il tempo si ottiene la velocità di Internet disponibile per l’upload dei dati.
Come si misura il Ping?

Il ping o latenza descrive il ritardo di un segnale dovuto al tempo che impiega quel segnale a viaggiare verso la sua destinazione. Come valore di tempo, è indicato come tale, più spesso in millisecondi (ms), in sostanza è il valore per la reattività della connessione.

Le città con la connessione più veloce, Roma e Milano in testa alla classifica

Ecco la top 10 delle province italiane per velocità in Italia nel 2021.

POSIZIONE PROVINCIA
1° Roma
2° Milano
3° Perugia
4° Bologna
5° Padova
6° Firenze
7° Bolzano
8° Venezia
9° Napoli
10° Torino
(I risultati rappresentano un indice che tiene in considerazione latenza, download e upload)

Il vertice della classifica è occupato dalle due città più popolose d’Italia, Roma e Milano. Subito dietro alle due metropoli troviamo Perugia, Bologna e Padova, le quali si sono distanziate di pochi MB per secondo. Chiudono la parte bassa della classifica invece: Firenze, Bolzano, Venezia, Napoli e Torino.

Le città con la connessione più lenta

POSIZIONE PROVINCIA
1° Arezzo
2° Bari
3° Caltagirone
4° Pescara
5° Salerno
6° Latina
7° Cagliari
8° Viterbo
9° Frosinone
10° Reggio Emilia
La città con la peggior velocità di connessione a internet è risultata la provincia toscana di Arezzo. (la quale ha però una velocità di upload superiore rispetto ad altre province, come ad esempio Pescara). Da menzionare inoltre la presenza di Reggio Emilia, la quale sempre a causa di una pessima latenza e una velocità di upload nella media, occupa la decima posizione partendo dal basso.

Quali provider hanno riscontrato le connessioni migliori?

Dalle analisi sui dati da noi raccolti, vale la pena soffermarsi sui provider che riescono a fornire le connessioni aventi performance migliori.

Telecom Italia (TIM) occupa nettamente la prima posizione, seguita sul podio da:

Vodafone Italia e WindTre. Più staccate invece Fastweb, Iliad e Tiscali.

Questa è la classifica di internet-casa, ma è chiaro che la velocità varia da zona a zona. Perciò, per chi volesse verificare la propria velocità di connessione, può effettuare il test e scoprire, se la velocità promessa dal loro contratto wifi è quella effettivamente disponibile.

Fonte: https://internet-casa.com/news/citta-connessione-piu-veloce/




<MammalNet, la scienza alla portata di tutti: 

il monitoraggio partecipativo dei mammiferi selvatici in Europa 

13 aprile 2021

SASSARI. Il Progetto MammalNet unisce le forze di diversi partner europei specializzati nella gestione della fauna selvatica per valutare il potenziale della ‘citizen science’ e dell’ ‘open science’ (scienza aperta) nel monitoraggio dei mammiferi in Europa. MammalNet  è promosso dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA), e coordinato in Italia dalle Università di Sassari e di Torino.

I dettagli del progetto saranno illustrati in una conferenza stampa on line venerdì 16 aprile alle 12.00 (link per partecipare:https://us02web.zoom.us/j/83020077831?pwd=RWdzSUNJbGkwZUFWQkVPbXgvYjRwZz09).

Quest’iniziativa promuove la ricerca e la conservazione dei mammiferi selvatici europei, ma ha anche come scopo quello di affrontare alcune delle sfide ambientali attuali: come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, le zoonosi e le malattie emergenti legate alla fauna selvatica.

MammalNet offre diversi strumenti tecnologici che possono aiutare i cittadini, e con loro gli studiosi, a documentare la presenza di mammiferi nel loro habitat. Il progetto mette a disposizione di tutti un’app per smartphone/iphone che permette di registrare la presenza di un mammifero o delle sue tracce; gli appassionati possono anche contribuire con immagini acquisite mediante trappole fotografiche. Pur senza essere esperti, molti cittadini sono perfettamente in grado di distingure alcune specie di mammiferi, come conigli, lepri, volpi. Per altre specie tuttavia hanno bisogno del conforto di un esperto. Grazie all’impiego degli strumenti messi a disposizione dal progetto questa interazione sarà semplice ed efficace.

MammalNet incoraggia naturalisti, ambientalisti, escursionisti, cacciatori e ogni altro cittadino a partecipare alla citizen science, condividendo le proprie osservazioni di mammiferi selvatici. È questo uno dei modi migliori per contribuire direttamente alla comprensione della natura e della biodiversità, ed è fondamentale per coadiuvare le ricerche faunistiche di pubblico interesse.

“A molti cittadini capita di osservare i mammiferi selvatici che vivono intorno a loro. L’avvistamento di una volpe in movimento o di un capriolo su un prato, o il riconoscimento di un animale investito sono preziose fonti di informazione per i ricercatori, e possono essere facilmente condivise usando iMammalia” afferma Ezio Ferroglio, professore dell’Università di Torino e partner del progetto.

“Le trappole fotografiche ci forniscono informazioni essenziali su dove e come vivono i mammiferi. Possono essere messe anche nel proprio giardino. E’ stupefacente vedere cosa sono in grado di fotografare. Se non si ha esperienza, si possono condividere le immagini ottenute e lasciarle classificare agli esperti; pian piano si può imparare  a riconoscere gli animali che ci circondano”, sostiene Massimo Scandura, professore dell’Università di Sassari, anche lui partner di MammalNet.

Durante la prima fase del progetto, i paesi coinvolti sono stati Spagna, Germania, Polonia e Croazia. Ora, nella seconda fase, nuovi Paesi si sono aggiunti tra cui l’Italia. Quale occasione migliore per contribuire alla conoscenza della natura del nostro Paese? Un’opportunità per tutti per contribuire attivamente alla conservazione dei mammiferi, limitandosi ad osservarli o a rilevarne la presenza attraverso i loro segni.

Scaricando le app (www.mammalnet.com) e condividendo gli avvistamenti, i cittadini possono diventare scienziati e supportare attivamente la conservazione della biodiversità.




Progetto wi-fi”, dal Comune di Sassari postazioni internet gratuite in tutto il territorio

29 punti di accesso gratuito alla rete internet, in 18 aree del territorio comunale, sono già stati messi a disposizione dal Comune di Sassari alla popolazione da metà ottobre e altri saranno attivati nei prossimi giorni. Con l’iniziativa “WiFi-Comune-di-Sassari” l’Amministrazione ha aggiornato e riattivato la rete wi-fi nei giardini pubblici via Ariosto, nei locali della biblioteca in piazza Tola, di Caniga in via Padre Luca e in quella di Li Punti in via Era, negli uffici di Palazzo Ducale e di piazza santa Caterina, dove è disponibile anche in tutta la piazza, poi nella sede di via La Malfa e del Centro elaborazione dati del Comune. Internet free anche in tutta piazza Tola, negli uffici dell’anagrafe di Corte santa Maria, all’ex Infermeria san Pietro e in via Venezia. Collegamento gratuito anche negli spazi all’aperto di piazza Soro a Campanedda, in piazza Don Pittalis a La Corte, di piazza Orosei a Tottubella e di via Padre Luca a Caniga, mentre per Palmadula il servizio sarà attivato appena possibile. Chiunque si può collegare alla rete offerta dall’Ente. È sufficiente auto-registrarsi al servizio e navigare secondo le regole previste. In particolare sarà disponibile l’autenticazione via Social Login. Sul sito www.comune.sassari.it è pubblicata una breve guida con tutte le informazioni per connettersi. 

L’Amministrazione comunale di Sassari è impegnata a potenziare la digitalizzazione nel territorio e la riattivazione e aggiornamento del sistema delle reti wi-fi rappresenta un ulteriore passo avanti per rendere Sassari una “smart city”. Grazie all’adesione del Comune al progetto “WiFi Italia” (https://www.wifi.italia.it) è già prevista l’installazione di altri 12 access point in altrettante aree all’aperto: il cortile interno di Palazzo Ducale e la piazza del Comune, la zona di Corte santa Maria, il Mercato Civico, l’Infopoint, Palazzo di Città, via Venezia, il cimitero, via Wagner, il Comando della Polizia municipale, in via De Muro e in via Zara.




Da Sassari al web i segreti dell’archeoastronomia: ritornano La Misura del tempo e Divulgare la scienza

Da Sassari il 18 dicembre il convegno di archeoastronomia in Sardegna e il focus sulla metodologia scientifica in diretta streaming sulle pagine social delle associazioni Aristeo e SAT

 

SASSARI. Un viaggio alla scoperta dei reconditi segni rivelatori del cielo, retaggi di antiche pratiche cultuali e di progettualità sofisticate perdute nei millenni. Venerdì 18 dicembre a Sassari ritorna “La misura del tempo – convegno internazionale di Archeoastronomia in Sardegna”, con una nona edizione in diretta streaming a partire dalle 9 sulla piattaforma Zoom, accompagnata dal prezioso corollario “Divulgare la scienza”, un focus legato alle corrette modalità di comunicazione in ambito scientifico, che per questo quarto anno sarà strettamente indirizzato alle tematiche archeologiche.

L’universo, le stelle, i miti, le stagioni e gli antichi archetipi saranno al centro di questa speciale edizione prenatalizia dell’evento organizzato come ogni anno dal Circolo Culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana. Sono coinvolte l’Università di Sassari, l’Università La Sapienza di Roma, l’Inaf , l’Aif e altre importanti realtà accademiche e istituzionali.

Un programma ricco e articolato spazierà dall’ambito proprio dell’astronomia culturale sino a quello archeo-astronomico, dal Paleolitico all’età romana, per toccare ulteriori approfondimenti sugli aspetti metodologici di età medievale.

Non mancherà nel pomeriggio una delle sezioni più attese, quella sulle ricerche condotte in Sardegna ad opera di Aristeo e SAT e dei gruppi di lavoro interdisciplinari che si sono costituiti in questi lunghi anni di attività e scambio culturale e scientifico. Spicca il contributo dedicato agli Orientamenti archeoastronomici nel complesso archeologico di età nuragica di Serra Orrios di Dorgali.

L’intensa giornata di contributi e dibattiti si chiuderà con il breve e significativo resoconto sui modi della comunicazione archeologica, che si preannuncia di particolare interesse. Il pubblico potrà partecipare ai lavori attraverso i social, sulle due pagine facebook delle associazioni organizzatrici in diretta dall’Osservatorio astronomico di Siligo.

Il programma. Il convegno prende il via alle 9 con i saluti istituzionali. Ad aprire i lavori sarà Elio Antonello dell’Osservatorio Astronomico di Brera – Inaf, con un intervento sul “Legame tra Astronomia e Geologia”. Tra gli interventi della mattinata seguiranno Paolo Colona dell’Accademia delle stelle di Roma, che esporrà la relazione dal titolo “The astronomical content of the Myth of Phaethon”; dall’Inaf di Roma, Giangiacomo Gandolfi presenterà “Thema Mundi: Breve Storia dell’Oroscopo del Mondo”; Alberto Cora dell’Inaf Torino argomenterà sui “Calendari paleolitici e la venere di Laussel: in memoria di Alexander Marshack”; Nicoletta Lanciano dell’Università “La Sapienza” di Roma esporrà “L’orologio solare catottrico del Convento di Trinità dei Monti a Roma”; Isabella Leone e Nicolás Balbi della Siac-Sociedad Interamericana de Astronomía en la Cultura, daranno un contributo sul “Cromlech di Mezora: Un aggiornamento archeoastronomico nel tentativo di identificare un culto solare”; dei “Menhir di Cerami (Enna)” parleranno Ferdinando Maurici, Alfio Bonanno dell’Inaf di Catania, Nicola Bruno, Andrea Polcaro dell’Università di Perugia e Alberto Scuderi dei Gruppi Archeologici d’Italia; Andrea Polcaro dell’Università di Perugia esporrà “Il giorno più lungo e il dio morente: Baal e il Solstizio d’Estate nel pantheon levantino dell’Età del Bronzo”; l’archeologa Marina De Franceschini e Giuseppe Veneziano dell’Osservatorio astronomico di Genova illustreranno “La Grotta di Tiberio a Sperlonga ed il suo orientamento astronomico”; quindi Flavio Carnevale e Marzia Monaco dell’Università “La Sapienza” di Roma concluderanno la sessione con “Misurare dal cielo: una proposta metodologica per il calcolo degli errori associati ai rilevamenti da immagini satellitari”. Si prosegue con il dibattito.

La sessione pomeridiana riprende alle 15.30 con l’intervento di Gianfranca Salis della Sabap di Cagliari, Oristano e Sud Sardegna, che presenta “Comunicare il sacro. Riflessioni sul culto in età nuragica”; subito dopo Simonetta Castia e Michele Forteleoni di Aristeo e SAT presentano “Orientamenti archeoastronomici nel complesso archeologico di età nuragica di Serra Orrios (Dorgali)”; L. Doro, M. Forteleoni, G. Gasperetti, P.L. Tomassetti per la Sabap di Sassari e Nuoro, Aristeo e SAT, proporranno alcune “Riflessioni preliminari sugli orientamenti astronomici presenti nel nuraghe Palmavera di Alghero alla luce delle nuove scoperte architettoniche”; quindi Michele Forteleoni e l’archeologa Paola Basoli esporranno gli “Allineamenti astronomici nell’area cultuale di Sos Nurattolos (Alà dei Sardi)”.

Alle 17 prende il via il focus “Divulgare la scienza”, con il soprintendente Bruno Billeci della Sabap di Sassari e Nuoro e Maria Dessì del Dadu-Università di Sassari che interverranno con una trattazione sulla “Diagnostica strumentale per la conoscenza e la conservazione dell’architettura medievale nel mediterraneo”; Nadia Canu e Giuseppe Melosu della Sabap di Sassari e Nuoro esporranno la relazione “Comunicare i beni culturali in tempo di Covid: le iniziative della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro”; l’ultimo intervento, di Stefania Bagella del Muniss, prima dell’apertura del dibattito presenterà “Modi e mode nella comunicazione della Sardegna nuragica”. Per info rivolgersi alla segreteria organizzativa al numero 3397760176.




PROGRAMMAZIONE DI PROCEDURE D’APPALTO INNOVATIVE , ALGHERO TRA LE PRIME SMARTER CITY D’ITALIA

Alghero, 17 novembre 2020 – Alghero entra a far parte di Smarter Italy, il programma di appalti di innovazione promosso dal Ministero dello Sviluppo Economico, dal Ministero dell’Università e della Ricerca e dal MID – Dipartimento per la Trasformazione Digitale della Presidenza del Consiglio dei Ministri e attuato dall’Agenzia per l’Italia Digitale. Ne fanno parte 11 Comuni ( Bari, Cagliari, Catania, Genova, L’Aquila, Matera, Milano, Modena, Prato, Roma, Torino ) e includerà 13 città di minore dimensione. Tra queste c’è Alghero che insieme a Carbonia rappresenta la Sardegna, a comporre il gruppo tra cui Sestri Levante, Bardonecchia, Pietrelcina, Pantelleria.  Riprogettare la fruibilità delle aree urbane, la mobilità, migliorare la qualità della vita e la salute dei cittadini, ripensare la fruizione dei beni culturali: sono questi gli obiettivi con cui l’Amministrazione promuove l’utilizzo delle cosiddette procedure d’appalto per l’innovazione.  La dotazione finanziaria iniziale, resa disponibile da parte del MISE, è di 50 milioni di euro.   Le aree d’intervento di Smarter Italy sono: Smart Mobility , ovvero il miglioramento sostanziale dei servizi per la mobilità di persone e cose nelle aree urbane; Valorizzazione dei beni culturali, per  la valorizzazione economica e turistica delle aree di rilevanza storica e artistica; Benessere sociale e delle persone area finalizzata al miglioramento dello stato psico-fisico dei cittadini eProtezione dell’ambiente. Sarà l’Agenzia per l’Italia Digitale a svolgere il ruolo di centrale di committenza nelle successive gare d’appalto alle quali potranno partecipare tutti gli operatori di mercato: imprese di ogni ordine e grado, start-up, università, centri di ricerca, etc. “Continuiamo a programmare con nuovi strumenti e opportunità di innovazione – spiega il Sindaco Mario Conoci – nonostante l’emergenza e le mille difficoltà alle quali dobbiamo far fronte in questa fase. Tutte le nostre attenzioni sono rivolte all’emergenza ma non perdiamo di vista la programmazione che nel frattempo va avanti e con le migliori soluzioni”. Le Amministrazioni e soggetti pubblici interessati possono co-finanziare il programma. Infatti, in aggiunta ai fondi inizialmente previsti dal Decreto, l’attuazione degli appalti di innovazione può essere finanziata con altre risorse, ad esempio provenienti da Programmi Operativi con Fondi europei o con risorse ordinarie di bilancio delle Amministrazioni che aderiranno al programma. Venerdì scorso il Sindaco Mario Conoci e l’Assessore agli Affari Generali e Centrale Unica di Committenza Marco Di Gangi hanno partecipato al secondo video incontro dedicato alle 13 città minori del programma nazionale per una illustrazione delle linee guida e per le modalità e il piano di adesione dell’Amministrazione comunale.  “Attraverso gli appalti innovativi – aggiunge l’Assessore Di Gangi – l’Amministrazione incoraggia il tessuto imprenditoriale a creare nuove soluzioni per rispondere alle esigenze di crescita della comunità nei settori strategici, quali quelli, della sanità, dell’ambiente, della cultura, della formazione e dell’energia”.

 

Giovanni Chessa
Portavoce del Sindaco
Comune di Alghero
piazza Porta Terra n. 9 – 07041 Alghero (SS)




Dalla Miniera alle Onde Gravitazionali: Sos Enattos in Sardegna individuato come sito ideale per l’osservatorio ET

Lo straordinario silenzio sismico rende il sito nuorese particolarmente adatto ad ospitare l’osservatorio di onde gravitazionali ideato per lo studio dell’universo 

 

[Roma – Sassari, 17 novembre 2020]

Allo scopo di realizzare un osservatorio di onde gravitazionali di terza generazione, l’’Einstein Telescope – ET,  in grado di osservare i processi cosmici con sensibilità mai raggiunte finora, un team multidisciplinare, guidato da ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN) e dell’Università degli Studi di Sassari, ha condotto uno studio sulla miniera metallifera ormai dismessa di Sos Enattos in Sardegna, grazie al supporto dell’IGEA S.p.A., società che ora la gestisce. Sos Enattos, che si trova immerso in un paesaggio di rara bellezza nella provincia di Nuoro a breve distanza dal Monte Albo, dichiarato dall’Unione Europea “sito di interesse comunitario” (SIC), è, infatti, il sito italiano candidato ad ospitare il nuovo osservatorio.

Lo studio multidisciplinare, a cui hanno partecipato ricercatori dell’INGV, dell’INFN, delle Università di Sassari, Padova, Sapienza di Roma, “Federico II” di Napoli, del Gran Sasso Science Institute (GSSI) e dell’European Gravitational Observatory di Pisa, e che aveva l’obiettivo di caratterizzare sismologicamente il sito di Sos Enattos, ha dimostrato la sua piena idoneità a ospitare ET.

I risultati dello studio “A Seismological Study of the Sos Enattos Area – the Sardinia Candidate Site for the Einstein Telescope” sono stati appena pubblicati sulla rivista internazionale Seismological Research Letters.

Einstein Telescope (ET) sarà uno strumento ad altissima sensibilità che contribuirà in modo decisivo a migliorare la nostra conoscenza dell’universo e dei processi fisici che lo governano. Per questo sarà in grado di svolgere un ruolo chiave a livello mondiale nell’attività di ricerca nel campo delle onde gravitazionali, dal punto di vista sia scientifico sia infrastrutturale.

Pertanto è considerato dalla comunità scientifica europea un progetto strategico ed è sostenuto da diversi Paesi tra cui l’Italia che lo scorso settembre, attraverso il Ministero dell’Università e della Ricerca, lo ha candidato per la prossima Roadmap 2021 di ESFRI European Strategy Forum on Research Infrastructure, il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo.

Per operare al meglio delle sue potenzialità, l’osservatorio ET dovrà essere realizzato in un’area geologicamente stabile e scarsamente abitata: le vibrazioni del suolo (di origine sia artificiale che naturale) possono, infatti, mascherare il debole segnale generato dal passaggio di un’onda gravitazionale. I siti candidati ad ospitarlo sono due: la Sardegna con Sos Enattos, appunto, e il Limburgo – regione al confine tra Belgio, Germania ed Olanda.

Caratterizzare sismologicamente un sito”, spiega Carlo Giunchi, ricercatore dell’INGV “significa identificarne il rumore di fondo causato dalle vibrazioni naturali e dall’attività antropica. Abbiamo dunque installato, in collaborazione con l’INFN e l’Università di Sassari, alcuni sismometri presso la miniera di Sos Enattos per analizzare, fin nei valori minimi, l’ampiezza e la frequenza delle vibrazioni e comprenderne le sorgenti principali. Dalle registrazioni effettuate è emerso che ci troviamo in uno dei siti più silenziosi al mondo, caratteristica che lo rende particolarmente adatto per l’installazione del telescopio ET giacché esso solo in tali condizioni massimizza le sue capacità di rilevamento degli eventi cosmici. Inoltre, uno dei sensori installati è entrato a far parte della Rete Sismica Nazionale dell’INGV, che si arricchisce così di una stazione di misura di elevata qualità”.

Lo studio delle onde gravitazionali”, prosegue Luca Naticchioni, ricercatore dell’INFN, “è molto importante perché permette di far luce su fenomeni cosmici come la fusione di sistemi binari di buchi neri e di stelle di neutroni, fornendo informazioni preziose, tanto per la fisica fondamentale quanto per lo studio dell’evoluzione dell’universo. Questi fenomeni, che avvengono a distanze enormi, provocano perturbazioni nel “tessuto” dello spaziotempo che possono essere osservate da terra mediante interferometria laser con rilevatori estremamente sensibili e complessi. Lo studio del sito di Sos Enattos, candidato a ospitare ET, ha coinvolto enti con caratterizzazioni disciplinari differenti ma con interessanti complementarietà, come appunto l’INFN e l’INGV”.

Il passaggio successivo”, aggiunge Domenico D’Urso dell’Università di Sassari, “sarà quello di caratterizzare il sottosuolo del sito in oggetto perché il grande rivelatore di onde gravitazionali sarà costituito da un sistema di gallerie sotterranee disposte a triangolo che ospiteranno degli interferometri laser ad altissima precisione. Queste rilevazioni saranno necessarie per capire come mettere a punto il sistema di gallerie, individuando al contempo le sorgenti del rumore e minimizzare i relativi effetti”.

Prevediamo infine”, conclude Gilberto Saccorotti dell’INGV, “l’installazione di un grande numero di sismometri che, funzionando come un’antenna, permetteranno di misurare le direzioni di propagazione delle onde elastiche che costituiscono il rumore sismico, per comprendere al meglio i fenomeni che lo generano. La collaborazione posta in essere per questo studio ha prodotto una sinergia eccezionale fra i diversi Enti di Ricerca ed Università, fornendo basi solide per un progetto di ampio respiro e di lunga prospettiva quale ET, e offrendo, tra l’altro, risultati di immediato utilizzo per il monitoraggio sismico attuato costantemente dall’INGV su tutto il territorio nazionale”.

Link all’articolo https://doi.org/10.1785/0220200186