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ASPORTO – L’ipotesi di stop all’asporto e al take away fa tremare le
imprese artigiane alimentari e della ristorazione della Sardegna. Il
nuovo DPCM rischia di danneggiare ulteriormente le 5mila aziende
isolane. Matzutzi (Presidente Confartigianato): “Appello al senso di
responsabilità del Governo perché non ci siano ulteriori limitazioni”.

Le anticipazioni sul nuovo DPCM, che ridurrebbe ulteriormente gli
orari per l’asporto e take away, fanno tremare le 5mila imprese
artigiane alimentari e della ristorazione della Sardegna.

L’allarme arriva da Confartigianato Imprese Sardegna sui danni che un
nuovo giro di vite potrebbe arrecare alle aziende che producono,
distribuiscono e somministrano cibi e bevande.

Infatti, secondo il prossimo Decreto, che dovrebbe entrare in vigore
da domani, sabato 16 gennaio, a bar, ristoranti, pizzerie,
cioccolaterie, gastronomie, pasticcerie, rosticcerie e altre attività
affini, verrebbe vietato di vendere cibi e bevande da asporto dopo le
18.

Una stretta su queste attività economiche che però avrebbe un effetto
cascata anche sulle difficoltà di panifici, caseifici, salumifici,
birrifici e produttori di bevande, panifici e pastifici, aziende
conserviere e della trasformazione dei prodotti orticoli ma anche
aziende del trasporto merci, lavanderie e delle pulizie. Un mondo di
circa 5mila imprese artigiane e che offre lavoro oltre 13mila
dipendenti, in tutta l’Isola.

“Prima di tutto è ingiusto ritenere, seppur indirettamente, queste
attività di essere occasione di contagio – commenta Antonio Matzutzi,
Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – poi proprio la
ristorazione e la somministrazione degli alimenti si sono dimostrati
essere forse i settori dove esistono più procedure e controlli a
garanzia della salute dei lavoratori e dei clienti”. “Per questo ci
appelliamo al senso di responsabilità del Governo – continua Matzutzi
– affinché non ci siano ulteriori limitazioni a queste imprese che,
oltretutto, verrebbero pesantemente discriminate rispetto ad altre,
come le gastronomie dei supermercati, che sarebbe autorizzate a
rimanere aperte al pubblico. Si genererebbe, così, una disparità di
trattamento rispetto alle medie e grandi strutture di vendita del
settore alimentare, dove spesso è presente anche il reparto di cibi
pronti al consumo”.

Il Presidente di Confartigianato Sardegna sottolinea anche come questi
imprenditori abbiano già un’attività ridotta pressoché al lumicino e
impedire, come sarebbe ipotizzato, anche l’asporto dopo le 18, sarebbe
un vero e proprio colpo di grazia, anche psicologico per migliaia di
piccole realtà che non potrebbero neppure mantenere quel contatto
diretto con la clientela, indispensabile per avere una speranza di
futuro per la propria attività.

“E’ necessario intervenire là dove ci sono gli assembramenti con
controlli e relative sanzioni ai comportamenti scorretti – conclude il
Presidente – sullo sfondo dunque rimane il tema dei controlli, che
andrebbero intensificati per disincentivare comportamenti scorretti”.

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna
Federico Marini  07044891   3384868726

Questo Comunicato Stampa ti è stato inviato da un giornalista iscritto
all’Ordine Nazionale dei Giornalisti della Sardegna (tessera n.093366
del 13 marzo 2001) e al G.U.S. (Giornalisti Uffici Stampa), Gruppo di
specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.

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Federico Marini
Responsabile Ufficio Stampa, Media Territoriali, Relazioni Esterne,
Comunicazione e Centro Studi
Confartigianato Imprese Sardegna

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