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DEMOGRAFIA IMPRESE ARTIGIANE – 2020 in chiaroscuro per le imprese
artigiane della Sardegna: crollo delle chiusure, tengono le aperture.
Gli incentivi del Governo Nazionale e Regionale tengono in “equilibrio
artificioso” le 34mila realtà sarde. Matzutzi (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Fotografia non reale dell’attuale
situazione del comparto: cautela nell’analisi dei dati e lavorare con
determinazione per politiche di sostegno e incentivazione”.

Si è chiuso con il segno “meno” il 2020 delle imprese artigiane della
Sardegna. Con oltre 34mila imprese attive, l’anno appena concluso ha
visto circa 1.800 aziende aprire i battenti e quasi 2mila tirare giù
definitivamente la saracinesca, per un saldo negativo di 164 realtà.

Lo dice l’analisi sulla “Demografia delle imprese artigiane sarde del
2020” realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, che ha esaminato i dati Movimprese-UnionCamere
sull’andamento del comparto nell’Isola.

In un anno pesantemente colpito dagli effetti della pandemia di
Covid-19, la fotografia scattata dall’Associazione Artigiana mette in
rilievo un trend settoriale in chiaroscuro. Rispetto all’anno
precedente, infatti, l’analisi rivela come nel 2019 il saldo
aperture-chiusure finale fu di –443 imprese contro il –164 dei 12 mesi
appena conclusi ma che non rispecchia la reale situazione delle
imprese sarde.

“Sebbene i dati mostrino una certa tenuta dell’artigianato sardo
rispetto agli anni passati, la “fotografia” non rappresenta la reale
situazione del comparto, in serissima difficoltà con tante imprese a
un passo dalla chiusura – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – comparto che è stato tenuto in
“equilibrio artificioso” dai vari “ristori” Nazionali e regionali,
sostegni e incentivi assolutamente utili e indispensabili, ma che
hanno effettivamente distorto la demografia del settore. Per questo,
la tenuta dei flussi delle iscrizioni e, soprattutto, la forte
contrazione delle cancellazioni delle imprese, suggerisce una cautela
nella reale quantificazione degli stessi”.

I numeri finali del 2020 raccontano di 34.602 imprese registrate nelle
Camere di Commercio, di cui 34.301 attive; alle nuove realtà, 1.824,
fanno da contrasto le 1.988 che hanno dovuto chiudere, con un bilancio
di 164 microimprese in meno. Da sottolineare come i dati siano stati
pesantemente condizionati dalla situazione di Oristano, per anni alle
prese con l’annosa questione dell’Albo Artigiani, che per
problematiche legate ai rapporti tra Regione e Camera di Commercio,
non ha potuto garantire l’operatività dell’Albo, impedendo così
l’iscrizione delle imprese artigiane all’apposito registro.

Uno sguardo alle province: nel 2020, su Cagliari, con 13.273
microimprese artigiane attive, hanno aperto in 763 e chiuso in 731,
con un saldo attivo di +32. A Nuoro si è registrata una crescita di
117 imprese, dovuta a 347 nuove iscrizioni e 330 cancellazioni che
hanno portato il totale a 6.428 aziende. Decrescita, come detto
condizionata dalla impossibilità delle imprese a iscriversi all’Albo
Artigiano, nella provincia di Oristano: su un totale di 2.442
attività, si sono registrate 0 iscrizioni e 147 cancellazioni, con un
relativo saldo negativo di -147. Male il nord Sardegna
(Sassari-Gallura) con 12.158 imprese artigiane attive, frutto di 1.824
nuove attività e 1.988 cancellazioni, che danno un saldo di – 164.

“Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi
pandemica – continua il Presidente – sarà indispensabile attendere
perlomeno il primo trimestre 2021, infatti molte comunicazioni di
chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese negli
ultimi giorni dell’anno vengono statisticamente conteggiate nel nuovo
anno”. “In ogni caso ci siamo lasciati alle spalle un 2020 negativo
sotto molti aspetti – sottolinea – le cui conseguenze sanitarie ed
economiche legate alla pandemia sono state pesantissime e tuttora
colpiscono la nostra regione così come il resto del Paese”.

“Senza ombra di dubbio, dobbiamo dire che a frenare le chiusure sono
stati gli incentivi messi sul piatto dal Governo Nazionale e dalla
Regione che hanno sostenuto le imprese – precisa il Presidente di
Confartigianato Sardegna – per questo restiamo con il fiato sospeso
aspettando la fine dell’emergenza per tirare le somme, certi che
purtroppo ci saranno immancabili chiusure”.

“Ciò nonostante, il sentiment che ci arriva dalle imprese è la voglia
di riprendere il cammino – riprende Matzutzi – speriamo ora che quella
voglia, che è palpabile in questi primi giorni dell’anno, non venga
delusa dall’indecisione del Governo nazionale sull’utilizzo delle
risorse europee. Abbiamo bisogno di quell’iniezione straordinaria di
investimenti per far ripartire l’economia e abbiamo bisogno di regole
chiare e snelle, che ci lascino lavorare, liberi dalle zavorre della
burocrazia. Riteniamo in ogni caso fondamentale non lasciare soli i
nostri artigiani, che stanno affrontando proprio in questi mesi un
periodo cruciale per la sopravvivenza delle loro attività”.

Per Confartigianato Sardegna, il contesto generale dell’economia
rimane difficile ma i dati spingono a lavorare con ancora maggiore
determinazione nel portare avanti le politiche di sostegno e
incentivazione delle attività economiche per contrastare gli effetti
dell’emergenza Covid-19.

Secondo Matzutzi, “i numeri continuano, purtroppo, a dimostrare ciò
che diciamo da anni: le piccole e micro imprese, soprattutto quelle
artigiane, continuano ad essere il motore trainante dell’Italia e
della Sardegna, sono flessibili, riescono a combattere e sopravvivere,
ma non lo possono fare all’infinito. Hanno un ruolo e un impatto
sociale, tutelato anche dalla nostra Costituzione, e per questo vanno
salvaguardate e valorizzate. Un esempio di sostegno è l’iniziativa
sulla rimodulazione e l’implementazione delle risorse sulla Legge 949,
con l’innalzamento del Fondo Perduto, portata avanti con l’Assessore
all’Artigianato, Gianni Chessa, prova che ci si può impegnare per
l’artigianato.  In ogni caso, è necessario continuare a combattere la
crisi, il calo dei consumi delle famiglie, le tasse, la burocrazia, la
mancanza di credito e l’abusivismo con interventi tangibili e organici
per il settore. Dobbiamo sempre ricordarci che quando chiude
definitivamente la saracinesca una bottega artigiana si impoverisce
sia il tessuto economico ma soprattutto quello sociale.

“L’impresa che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni – conclude
il Presidente – sarà quella di consentire sia alle imprese che aprono,
sia a quelle che resistono, di poter stare sul mercato, creare reddito
e di poter competere con il resto del mondo. Gli incentivi per le
imprese e i processi di internazionalizzazione, per i quali la nostra
Associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai
quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.

Imprese Artigiane Dati finali anno 2020 (fonte Movimprese):
– Cagliari: attive 13.273 – Iscrizioni 763 – Cessazioni 731 – saldo + 32
– Nuoro: attive 6.428 – Iscrizioni 347 – Cessazioni 330 – saldo + 17
– Oristano: attive 2.442 – Iscrizioni 0 – Cessazioni 147 – saldo -147
– Sassari-Gallura: attive 12.158 – Iscrizioni 714 – Cessazioni 780 – saldo -66

SARDEGNA Attive 34.301 – iscrizioni 1.824 – Cessazioni 1.988 – saldo -164

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna

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