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Fausto Farinelli

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Non si può negare che la politica sarda stia vivendo un periodo d’oro: tra dichiarazioni sibilline, fusione degli scali aerei e pacchetti azionari immaginari, sembra proprio che la nostra classe dirigente si sia lanciata in un’appassionante danza del caos. Un valzer delle incertezze che, puntualmente, tiene tutti con il fiato sospeso, mentre i cittadini si domandano se tutto questo movimento porterà mai a una soluzione concreta o si tratterà solo di un’ennesima performance circense.

E non dimentichiamoci delle “provocazioni intelligenti”! L’assessore Moro ha gettato nel calderone dell’intrattenimento politico l’idea di acquistare la maggioranza azionaria della Sogeaal per la modica cifra di 14 milioni di euro. Un’idea tanto brillante quanto irrealizzabile, a meno che non si tratti di un’asta fantasma. Ma non preoccupiamoci, perché queste “provocazioni” servono a sollecitare il dibattito e a ricordarci che, anche in mezzo a questa confusione, i nostri politici stanno lavorando… o almeno lo dicono.

Così, mentre la Regione danza tra monitoraggio, fusioni e regolamentazioni, gli aeroporti sardi sembrano appesi a un filo e il territorio attende impaziente che qualcuno prenda le redini della situazione. O forse è meglio dire: che qualcuno smetta di danzare e inizi a governare.

Nel 2016, la giunta precedente cedette il 72% delle azioni dell’aeroporto di Alghero a F2i per circa 9,6 milioni di euro e deliberò 5,8 milioni di finanziamento pubblico. Michele Pais, presidente del Consiglio regionale della Sardegna, sottolinea l’importanza di condividere strategie e piani industriali di sviluppo, considerando aeroporti e porti infrastrutture “sociali”. Ribadisce la necessità di una regia del “sistema pubblico” guidata dalla Regione e di garantire pari dignità ai tre aeroporti sardi, sottolineando il valore sociale dell’aeroporto di Alghero.

Michele Pais – Presidente del consiglio regionale della Sardegna

L’on. Marco Tedde commenta le dichiarazioni dell’assessore regionale dei trasporti Antonio Moro sull’ipotesi di acquistare la maggioranza azionaria di Sogeaal per 14 milioni di euro, definendole una provocazione intelligente. Tedde sottolinea la necessità di vigilare sul futuro della Sogeaal e sulle dinamiche aeroportuali dell’aeroporto di Alghero, il più fragile dei tre aeroporti sardi. La Regione dovrebbe garantire che la fusione degli scali e la creazione del polo aeroportuale sardo portino alla crescita del territorio, agendo sia come regolatore politico che come soggetto istituzionale. Tedde chiede al Presidente Solinas di sollecitare il Fondo proprietario della Sogeaal a impegnarsi concretamente sul futuro dello scalo algherese.

On. Marco Tedde FI

Il panorama politico sardo sembra aver perso la bussola, navigando in un mare di incertezze e cambi di rotta che lasciano i cittadini e gli stessi politici disorientati. In questa situazione, la parola “autorevolezza” sembra essere stata depennata dal vocabolario dei nostri rappresentanti, quasi fosse un concetto ormai superato e in disuso. In realtà, l’autorevolezza è ciò che manca per imprimere una direzione chiara e condivisa alle politiche regionali.

I politici sardi mancano tutti di autorevolezza

Lo ha dichiarato Raimondo Cacciotto esponente di futuro comune durante la puntata ” politicamente” visibile qui

Umberto Borlotti durante la puntata di politicamente in onda su www.mediawebchannel.it ha messo in evidenza alcuni numeri su cui riflettere:

la Sogeaal società di gestione dell’aeroporto di Alghero al momento dell’allontanamento nel 2009 del manager avesse 155 dipendenti con un traffico di 1,5 milioni di passeggeri e un costo complessivo del personale di 7 milioni di €. Mentre nel 2019 i dipendenti erano 246 con un traffico passeggeri inferiori a 1.39o milioni e un costo compelssivo di 9,4 milioni di €.

L’ENAC nel suo ultimo piano dei trasporti nelle conclusioni finali

promuove la costituzione delle reti territoriali, su richiesta dei gestori aeroportuali, mediante l’integrazione della società di gestione dello scalo strategico con quelle degli altri aeroporti che ne fanno parte, senza necessariamente modificazioni soggettive nella titolarità degli atti concessionari di gestione totale degli scali interessati.

Sarebbe utile chiedersi: cosa ne è stato dell’autorevolezza, quel tratto distintivo che un tempo caratterizzava i leader capaci di ispirare fiducia e guidare con fermezza? Forse è stata inghiottita dal vortice di proclami e promesse altisonanti che, paradossalmente, non fanno altro che alimentare la confusione e il disorientamento tra i cittadini. In un mondo in cui l’attenzione sembra rivolta più alla forma che alla sostanza, l’autorevolezza rischia di essere sacrificata sull’altare della retorica e dello spettacolo.

Ma non disperiamo, perché questa apparente assenza di visione e autorevolezza potrebbe rivelarsi un’opportunità per riscoprire l’importanza di un approccio politico basato sulla concretezza e la responsabilità. Dopotutto, la Sardegna e i suoi cittadini meritano rappresentanti all’altezza delle sfide che li attendono, capaci di guardare oltre le beghe quotidiane e di elaborare strategie a lungo termine per il bene di tutti.

Con un pizzico di sarcasmo e un tocco di ironia, invitiamo i politici sardi a riscoprire l’arte dell’autorevolezza, e a farlo senza dimenticare il rispetto e la considerazione dovuti ai cittadini e alle istituzioni. Solo così sarà possibile superare le difficoltà del presente e costruire un futuro migliore per la Sardegna.

La democrazia è tutto, la democrazia è niente.

È importante ricordare che la democrazia si fonda sul voto, un valore altissimo che consente ai cittadini di esprimere le proprie scelte e partecipare attivamente alla vita politica. Tuttavia, quando il voto viene trasformato in merce di scambio o viene utilizzato per favorire amici e conoscenti, si mina la stessa essenza della democrazia, e ciò può generare situazioni di profonda ingiustizia.

In questo contesto, emerge il concetto di “razzismo politico”, un fenomeno che vede alcuni individui ottenere vantaggi e opportunità in cambio del proprio sostegno elettorale, mentre altri, magari più meritevoli, vengono lasciati indietro. Questo meccanismo perverso, basato sulla logica del “do ut des”, finisce per alimentare un sistema di favoritismi e clientelismo che penalizza le persone più meritevoli e compromette la correttezza delle scelte politiche.

In questa situazione, è difficile non provare tristezza nel constatare come il voto, strumento prezioso di democrazia, possa essere ridotto a una moneta di scambio. Tuttavia, non bisogna cedere alla rassegnazione, ma piuttosto puntare su una maggiore consapevolezza da parte dei cittadini e degli stessi politici. La responsabilità di contrastare queste dinamiche negative ricade sia su chi chiede il voto in cambio di favori, sia su chi lo promette per ottenere vantaggi personali.

L’incessante retorica e le contraddizioni dei politici agiscono come un potente virus che infetta l’organismo della democrazia, compromettendo il suo sistema immunitario e minacciando la sua vitalità, proprio nel momento cruciale dell’espressione del voto.

Per superare questo triste scenario, è fondamentale riaffermare il valore del voto come espressione libera e autonoma, che deve essere guidata esclusivamente dall’interesse collettivo e dalla valutazione delle proposte e delle competenze dei candidati. Solo attraverso un impegno collettivo e un’etica politica basata sulla trasparenza e la meritocrazia sarà possibile riscattare la democrazia e offrire a tutti gli stessi diritti e opportunità.

Verso un futuro solidale: la forza dell’empatia nelle prossime elezioni

Mentre ci avviciniamo alle prossime elezioni, è tempo di coltivare speranza e consapevolezza, di superare la logica egoistica del “pensare per sé stessi” e abbracciare l’idea di pensare per gli altri. Perché, in fondo, gli altri siamo noi stessi, parte di una comunità in cui il benessere di uno si riflette sul benessere di tutti.

Immaginiamo un futuro in cui la solidarietà e l’empatia diventano pilastri della nostra società, in cui le decisioni politiche sono guidate dal desiderio di creare un mondo migliore per tutti, senza esclusioni. Un mondo in cui il successo di una persona non sia misurato dalla sua capacità di accumulare ricchezza e potere, ma dalla generosità con cui condivide le proprie risorse e conoscenze con gli altri.

Le elezioni rappresentano un’opportunità unica per dimostrare che possiamo essere migliori, che possiamo superare la mentalità individualista e costruire insieme un tessuto sociale più equo e sostenibile. Ogni voto diventa, allora, un gesto d’amore verso gli altri, un segno di fiducia nel potere della democrazia e della collaborazione per realizzare il cambiamento che desideriamo.

Riscopriamo la bellezza di pensare per gli altri, di unirci nella diversità e nel rispetto reciproco, perché è nel nostro agire insieme che risiede la forza per trasformare la realtà. E quando, alla fine, guarderemo indietro, potremo dire con orgoglio che abbiamo scelto di essere artefici di un mondo migliore, consapevoli del nostro ruolo e responsabili del nostro destino comune.

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