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STREET FOOD  – Dai cibi tradizionali a quelli gourmet: cresce il
numero delle imprese del Sulcis che propongono “cibo da strada”. Il
plauso di Confartigianato Sardegna per l’International Street Food di
San Giovanni Suergiu. Matzutzi (Presidente Confartigianato Sardegna):
“Esempio di valorizzazione delle produzioni artigiane sarde ed estere:
tradizionali, semplici, gustose e sempre più trendy”. Così le realtà
produttive locali innovano e conquistano nuove fette di mercato.

Caldo o freddo, dolce o salato, tradizionale o 4.0, locale, italiano o estero.

Anche nel Sulcis, lo street food, soprattutto negli ultimi 5 anni, è
riuscito a conquistare sempre più sostenitori, tra i produttori e tra
i consumatori.

Pani indorau, pani cun cipudda, pani cottu e pani frattau ma anche
calamari e pesce fritto da passeggio, frittelline di gianchetti,
hamburger gourmet, focacce e pizze. Senza dimenticare le decine di
formaggi tipici, panini con gli insaccati tradizionali, e ancora
panadas, focacce, pizzette sfoglia, culurgionis, sebadas. E ancora la
fregula condita, i gnocchetti, i raviolini di ricotta oppure i più
“trendy” prodotti gourmet bio o vegani di nuova concezione. Il tutto
innaffiato con dell’ottima birra artigianale locale di Sant’Antioco e
Carbonia.

Ormai quasi ogni prodotto tradizionale del Sud Ovest della Sardegna,
come di tutto il resto dell’Isola, può essere trasformato in un piatto
da degustare passeggiando. Per la gioia dei palati, le proposte
crescono e cambiano di giorno in giorno; gli aficionados del gusto,
infatti, cercano e trovano, con sempre maggiore frequenza, i colorati
“ristoranti” su quattro ruote, spesso legati a manifestazioni ed
eventi.

“Tutto sempre con il massimo rispetto delle materie prime, delle
regole sanitarie e delle tecniche di lavorazione tradizionali –
commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna – oltre all’attenzione verso le esigenze alimentari dei
consumatori che sono le caratteristiche principali delle nostre
produzioni artigiane, da sempre riconosciute per la loro genuinità e
specialità”. “Per questo il nostro plauso va all’International Street
Food di San Giovanni Suergiu – continua Matzutzi – una manifestazione
che è riuscita a unire il valore delle produzioni locali e il gusto
del cibo da strada con la cultura gastronomica e la conoscenza delle
imprese e delle attività dell’agroalimentare”. “Crediamo che le
Amministrazioni locali, così come fatto da quella di San Giovanni
Suergiu in questa importante occasione – sottolinea il Presidente –
possano e debbano essere il vero motore della rinascita e della piena
valorizzazione dei tanti prodotti alimentari spesso sottovalutati o,
addirittura, dimenticati. Abbiamo tutti bisogno di manifestazioni di
questo livello e di lavorare per una concreta e reale crescita delle
imprese”.

Nell’Isola, secondo i dati rielaborati dall’Osservatorio per le PMI di
Confartigianato Imprese Sardegna, su fonte UnionCamere-Infocamere, nel
2018 le imprese registrate come “Attività di ristorazione ambulante”
sono 156 e sono cresciute del 56% nell’ultimo quinquennio, contro un
totale di 2.729 e una crescita media nazionale del + 58,9%. Nel Sulcis
queste attività sono 23, equivalenti a +15 attività rispetto al 2013.

“Siamo molto contenti della crescita di queste importanti realtà
produttive soprattutto nel Sulcis e in tutto il resto della Sardegna –
riprende Matzutzi – un argine agli esercizi abusivi che minano questo
particolare settore che ha l’occasione di diventare opportunità sia
per le imprese tradizionali, che innovano e diversificano, sia per le
nuove realtà che propongono nuovi stili gastronomici”. “Lo street food
è una realtà viva e creativa – prosegue il Presidente di
Confartigianato Sardegna – fatta di cuochi, fornai, pizzaioli e
rosticcieri, di imprenditori giovani e meno giovani ma tutti
accomunati dall’orgoglio di conservare tradizioni familiari o di
proporre nuovi sapori. Insomma, è l’artigianato che esprime i valori
più veri e autentici della nostra e di altre culture”.

A livello regionale, i dati raccontano di 38 attività gestite da under
35 nel 2018 (24,4% sul totale delle imprese) e di 4 imprese gestite da
stranieri (2,6%). Tra le province, 56 sono registrate a Cagliari, 48 a
Sassari, 15 a Nuoro e 14 a Oristano.

Il “cibo da mangiare con le mani”, oltre ad essere un elemento
basilare della storia regionale dell’arte culinaria, è anche un
elemento che, più di altre realtà consumate “al piatto”, permette
letteralmente di “gustare il territorio”, osservarlo e goderselo
mangiando un prodotto che ne è l’espressione socioculturale.

“Il cibo di strada e le tipicità locali – conclude Matzutzi – sono due
aspetti vitali di una importante cultura agroalimentare artigiana
sarda che non si devono escludere ma integrare a vicenda imprese. Per
questo è importante individuare le strade da seguire per
l’interdipendenza e collaborazione fra queste realtà”.

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