Il congresso del Partito Sardo d’Azione si conclude con la riconferma di Christian Solinas e Antonio Moro, nonostante le evidenti tensioni interne e le dimissioni di due consiglieri regionali.

Il Partito Sardo d’Azione ha riconfermato Christian Solinas, ex presidente della Regione, come segretario, e Antonio Moro, ex assessore dei Trasporti, come presidente, durante il congresso tenutosi questo fine settimana ad Arborea. La decisione arriva in un momento di forte tensione interna, evidenziata da divergenze significative tra i membri del partito.
Il congresso è stato segnato da momenti di forte discordia, in particolare sulla rielezione di Moro a presidente, che ha portato all’autosospensione di Piero Maieli e Gianni Chessa, entrambi consiglieri regionali eletti con le liste dei Quattro Mori. I due, che supportavano la candidatura alternativa di Quirico Sanna, vice segretario uscente, hanno espresso forte dissenso riguardo la direzione attuale del partito, criticando la mancanza di rinnovamento e apertura dopo le recenti sconfitte elettorali.
Maieli e Chessa hanno lamentato una gestione “cieca, poco democratica e priva di responsabilità politica”, evidenziando un malcontento crescente tra i tesserati. Nonostante le loro proteste e il tentativo di portare Sanna alla presidenza, la maggioranza ha optato per la stabilità, respingendo la candidatura di Sanna per le modalità con cui è stata presentata, come sottolineato da Moro in un comunicato.
Moro ha difeso l’esito del congresso, sostenendo che il Partito Sardo d’Azione ha dimostrato “maturità e consapevolezza”, resistendo alle pressioni e mantenendo un approccio equo e democratico nelle scelte di leadership. Tuttavia, il dibattito sull’orientamento del partito rimane aperto, soprattutto in vista delle imminenti elezioni comunali a Cagliari, Sassari e Alghero, dove le alleanze saranno cruciali.
Le dimissioni di Maieli e Chessa sottolineano una frattura all’interno del partito che potrebbe influenzare la sua capacità di navigare nel complesso panorama politico regionale, mettendo in luce la necessità di una maggiore coesione e riflessione interna.



