AGRICOLTURA: ASSESSORE SATTA, A ROMA RAGGIUNTO ACCORDO PER LE DUE TONNARE SARDE CHE RIPRENDERANNO A COLLABORARE INSIEME. GRANDE RISULTATO PER LE UNICHE REALTA’ PRESENTI IN ITALIA E NEL MEDITERRANEO

COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 15 dicembre 2023 – Confermato l’accordo tra le due Tonnare Sulcitane e Carloforte Tonnare riprenderanno a collaborare riaprendo un nuovo capitolo che le vedrà lavorare ancora insieme e unite come un tempo per rappresentare la nostra Regione al meglio sul settore del tonno. Lo ha detto l’Assessore dell’Agricoltura e Pesca, Valeria Satta, al termine di un vertice svoltosi a Roma, al Ministero dell’Agricoltura.

“ Sono particolarmente felice – ha sottolineato la Satta – per questo accordo che mi ha visto da tempo impegnata in prima persona per riavvicinare i due imprenditori e ricreare così il clima di unione e cooperazione, che da troppo tempo mancava. Un lungo e complesso lavoro che ha visto alla fine la giusta conclusione. Adesso inizia un nuovo capitolo per la valorizzazione del tonno rosso sardo in tutto il mondo. Per questo ringrazio anche il Ministro dell’Agricoltura. In Sardegna si trovano le ultime tonnare attive del Mediterraneo, nell’Isola di San Pietro e a Portoscuso. Qui sopravvive un rito e una tradizione unica in Italia e in tutto il Mediterraneo. Sono le uniche attive e proprietarie di licenza di pesca di tutto il Mare Nostrum. Ne esistono di attive solo in Andalusia, nel Marocco Atlantico e nell’Algarve portoghese mentre le altre restanti in Italia non sono più attive. Per tonnara si intende sia l’insieme delle reti utilizzate per la pesca del tonno rosso, sia il luogo in cui si pratica la mattanza ancora in uso in Sardegna che viene considerata da molti esperti internazionali di pesca, una pratica molto più sostenibile di altre dal punto di vista ambientale. Oggi quelle dell’Isola tabarchina e del Sulcis sono le uniche tonnare attive di tutto il Mediterraneo. (aa)



Ufficio Stampa Regione Sardegna




Antonio Sau su Politica, Sanità, e Agricoltura: Un Cambiamento Necessario per la Sardegna

Alghero, 9 Febbraio – In un’intervista esclusiva alla trasmissione “Iceberg”, il Sindaco di Ittiri, Antonio Sau, candidato alle prossime elezioni regionali in Sardegna, ha delineato la sua visione per un futuro sostenibile dell’isola, toccando temi cruciali come politica, sanità, istruzione, trasporti, e agricoltura.

Politica e Visione Regionale Antonio Sau critica apertamente la gestione attuale del Consiglio regionale, sottolineando l’assenza di programmazione e pianificazione che, secondo lui, hanno penalizzato lo sviluppo sardo. L’esperienza diretta come sindaco gli conferisce, a suo dire, una prospettiva privilegiata sulle necessità concrete dei cittadini, che intende portare in Consiglio regionale. Sau appoggia fermamente la candidatura di Alessandra Todde, vedendola come l’unico vero cambiamento possibile per la Sardegna.

Sanità La situazione della sanità in Sardegna è descritta come gravemente peggiorata. Sau critica la mancanza di azione e visione da parte dell’amministrazione uscente, evidenziando la necessità di un sistema sanitario che risponda meglio alle esigenze dei cittadini, con un focus particolare sulla gestione della cronicità e sulla prevenzione. L’obiettivo è creare hub sanitari principali e potenziare i servizi a livello territoriale.

Istruzione Sul fronte dell’istruzione, Sau esprime preoccupazione per l’alta percentuale di abbandono scolastico, sottolineando l’importanza di riqualificare gli spazi educativi e di fornire sostegno adeguato agli studenti con difficoltà. Propone di investire in programmi di recupero e potenziamento didattico, per evitare l’emarginazione e promuovere l’inclusione sociale.

Trasporti Il monopolio di Ryanair e la gestione degli aeroporti sono temi di grande preoccupazione. Sau critica la dipendenza da un singolo vettore e la privatizzazione degli aeroporti, sostenendo che la regione debba avere un ruolo più attivo nella pianificazione dei trasporti, per garantire la mobilità e lo sviluppo turistico dell’isola.

Agricoltura Sau descrive l’agricoltura sarda come eroica, sottolineando le difficoltà infrastrutturali e climatiche. Critica l’assenza di politiche regionali volte a sostenere il settore, essenziale non solo per l’economia ma anche per l’attrattività turistica della Sardegna. Propone di investire in infrastrutture, formazione, e innovazione, per valorizzare il patrimonio agricolo sardo.

L’intervista si conclude con un appello al cambiamento, evidenziando come la candidatura di Alessandra Todde e il supporto a figure come Antonio Sau rappresentino una speranza concreta per un rinnovamento politico e sociale in Sardegna. Sau invita gli elettori a riflettere sulla direzione futura dell’isola, sottolineando l’importanza di una gestione che tenga conto delle reali esigenze dei cittadini e che promuova uno sviluppo equo e sostenibile.




COLDIRETTI SARDEGNA. IL FUTURO DELL’AGRICOLTURA SI SCRIVE CON COMPETENZA E FACENDO RETE

Visione, strategia, condivisione, squadra. Sono le parole chiave che riassumono la convention promossa questa mattina da Coldiretti Sardegna a Borore aperta dalla relazione del presidente regionale Battista Cualbu che ha visto partecipare tutta la rete di dirigenti che collaborano a vario titolo con la più grande Organizzazione agricola. Al centro della discussione come affrontare il futuro, partendo dallo stato dell’arte e dalla programmazione delle politiche comunitarie e regionali: “è importante programmare e fare squadra e avere consapevolezza di chi siamo – ha detto il presidente Battista Cualbu -. Siamo una grande forza sociale che ha saputo negli anni interpretare e anche guidare i cambiamenti in campo agricolo, con la legge di orientamento che ci ha regalato una agricoltura multifuzionale, le battaglie per le etichette trasparenti, la rete di Campagna amica, la difesa del made in Italy. E lo abbiamo fatto attraverso una grande rete non chiusa nel mondo agricolo ma allargata all’alleanza con i cittadini che ci ha consentito di conquistare una nuova reputazione e di conseguenza anche più forza e credibilità nel sostenere le ragioni del mondo agricolo”. Il direttore regionale Luca Saba con la sua relazione in cui ha riassunto le parole chiave che devono essere alla base di una grande organizzazione che sa creare una grande rete competente e radicata nel territorio che sappia ascoltare e incidere nelle istituzioni scrivendo una agenda politica agricola di medio – lungo termine”.
È stata l’introduzione ad una ampia discussione che ha visto succedersi al microfono il professore del dipartimento di Agraria di Sassari Giuseppe Pulina, i presidenti e direttori dell’Anbi e dei Consorzi di Bonifica, dai distretti rurali all’associazione allevatori e i Consorzi di difesa, ma anche presidenti delle più importanti cantine sarde, o rappresentanti del settore olivicolo e suinicolo, oltre che ortofrutticolo, ma anche gli avvocati e i commercialisti che collaborano con Coldiretti Sardegna, il direttore dell’Istituto zooprofilattico ed esperti e conoscitori del mondo agricolo istituzionale come Alfonso Orefice.
Una giornata di vero confronto sul futuro dell’agricoltura sarda che ha spaziato a 360 gradi su tutti i settori, problematiche e potenzialità dell’agricoltura sarda facendo emergere la necessità di una visione e una strategia, con obiettivi chiari ma anche condivisione e organizzazione. “Occorre partire dai presupposti: i dati – ha rimarcato il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba –. Senza conoscere la realtà in cui viviamo non possiamo programmare con cognizione”. Perché “non servono premonizioni, e ce ne sono tante, ma previsioni – ha detto nella sua analisi accademica il professore Giuseppe Pulina –. La seconda richiede conoscenza e padronanza della materia. Per affrontare il futuro dobbiamo avere chiaro anche chi lo dovrà fare davanti ad un collasso demografico, ed in assenza di manodopera qualificata ma avendo sempre chiaro che l’agricoltura deve garantire cibo equo e sano alla popolazione attraverso una agricoltura sostenibile”.
Per questo è stato detto a più voci “l’agricoltura deve avere un orizzonte chiaro e non guardare solo al contingente e alle emergenze. E lo deve fare a cominciare dal programma di sviluppo rurale che deve essere scritto ascoltando chi l’agricoltura la conosce e la vive quotidianamente dove si cerchi di investire per cambiare in opportunità tutte quelle emergenze che oggi la condizionano e spesso offuscano e mettono in secondo piano la programmazione, che deve essere seguita dalla organizzazione del sistema e dalla semplificazione partendo dai dati che sono in possesso dell’assessorato e delle agenzie agricole ma che occorre però mettere a sistema per poterli leggere e trovare nel libro dell’agricoltura sarda”.
“Un incontro proficuo che sarà replicato perché ci ha consentito di riflettere insieme e condividere idee, progetti ma anche problemi e paure – ha affermato in chiusura Battista Cualbu -. Ci sono stati tanti spunti qualificati che hanno rafforzato la piattaforma programmatica che abbiamo presentato in Regione con l’obiettivo di migliorare l’agricoltura sarda. Abbiamo bisogno di tutti per questo è fondamentale il confronto e la condivisione e fare squadra”.

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna




COLDIRETTI CAGLIARI. AGRICOLTURA AFFOGATA DA PIOGGIA E BUROCRAZIA
“Se non arriveranno segnali concreti per il cambiamento non ci resta che la piazza”

Perdite e beffa. È la realtà sconfortante che vivono sulla propria pelle le aziende agricole che da una parte subiscono sempre più regolarmente la forza devastante dei cambiamenti climatici e dall’altra, quella avvilente della burocrazia che si traduce in carte e attese infinite, ulteriori perdite e mancate programmazioni. Due calamità che stanno mettendo in ginocchio l’agricoltura sarda.

“Occorre una svolta – tuona il presidente provinciale di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas – non possiamo essere prigionieri e stare inermi davanti alla burocrazia e alle calamità naturali ma occorre sfruttare le nuove tecnologie per azzerare la prima e limitare la seconda. Come Coldiretti abbiamo responsabilmente presentato in Regione delle proposte che meritano risposte e almeno la presa di coscienza che abbiamo degli strumenti che ci consentono di combatterle. Insomma, non sono figlie del destino, soprattutto la burocrazia che sta diventando ogni giorno più soffocante”.

CALAMITÀ. L’elenco delle calamità naturali si allunga costantemente anche nella stessa stagione (siccità-troppo caldo-bombe d’acqua-grandinate e gelate fuori stagione) e insieme si sommano le richieste di ristori sempre più diaboliche e contorte senza che se ne chiuda una.

Da un’analisi di Coldiretti su dati Eswd in riferimento al rapporto pubblicato dalla World Meteorological Organization (Wmo) negli ultimi cinquant’anni i disastri causati da eventi meteo estremi sono aumentati di cinque volte. Nel 2021 si è registrato un aumento del 65% per grandinate, bombe d’acqua, bufere e tempeste di vento alternate a ondate di calore.

L’ultima è quella che stiamo vivendo: le bombe d’acqua, le incessanti piogge e anche grandinate che stanno facendo piangere soprattutto il Sud Sardegna. Precipitazioni che tra l’altro seguono una lunga siccità che avevano impedito agli agricoltori di poter preparare per tempo i terreni per la semina. Dopo l’inizio delle piogge il tempo si è ulteriormente allungato perché adesso i terreni sono allagati i inaccessibili per i trattori. Doppia beffa per chi era riuscito ad arare e ora non può seminare. Un film purtroppo già visto, identico, lo scorso anno.

Dall’altra le colture in campo stanno marcendo per eccesso idrico e sono sotto attacco delle malattie fungine. In primis i carciofi, fiore all’occhiello dell’agricoltura sarda che ci vede tra le prime tre regioni in Italia per produzione. Le perdite, negli oltre 5mila ettari coltivati nel sud Sardegna, sono ingenti, con punte dell’80 per cento. Un salasso se si pensa ai costi di produzione con gli aumenti spropositati di quest’anno. Dall’altra tutti gli altri ortaggi (verdure a foglia, finocchi ecc.) stanno marcendo. Inoltre si stanno saltando dei cicli produttivi programmati per l’impossibilità della semina e dei trapianti.



La Coldiretti, già dalle bombe d’acqua di metà novembre, visto il forte impatto sull’agricoltura, aveva chiesto lo stato di calamità naturale. Ma è qui che comincia un nuovo incubo che sa di beffa, perché si entra all’interno di un circolo vizioso in cui siamo arrivati al paradosso che i burocrati sono assorbiti dalla burocrazia.

BUROCRAZIA. Il premio burocrazia-paradosso va sicuramente alla siccità del 2017. Non solo quattro anni di attese, ma adesso anche l’onta di dovere vedere cestinata la pratica perché sono scaduti i tempi. Perché come recita il Regolamento U.E. 702/2004 (comma 4 dell’articolo 25): “I regimi di aiuto sono introdotti entro tre anni dalla data del verificarsi dell’avversità atmosferica assimilabile a una calamità naturale. Gli aiuti sono versati entro quattro anni a decorrere da tale data”. E nella delibera regionale 47/36 del 30 novembre scorso, avente ad oggetto gli eventi atmosferici eccezionali del 2017, c’è l’ammissione Istituzionale della vittoria della burocrazia sulle aziende agricole: “alla data del 10 novembre 2021, circa 500 imprese, per ragioni non riconducibili alla loro volontà o condotta, pur avendo subito i danni ed essendo in possesso dei requisiti stabiliti dalle direttive di attuazione dell’aiuto in oggetto, non hanno potuto beneficiare delle provvidenze dello spettante”.

Uno scandalo, anzi uno degli scandali della burocrazia. Questa è purtroppo solo la fotografia più nitida e clamorosa del livello malvagio raggiunto dalla burocrazia che soffoca e uccide le imprese.
I ritardi istruttori – si legge ancora nella delibera citata – sono determinati “dall’elevato numero di domande presentate e dalla complessità della loro gestione”.

Non solo. “Le Organizzazioni e dunque le aziende agricole sono all’oscuro di tutto – afferma il direttore di Coldiretti Cagliari Luca Saba -. È dal 30 aprile, da quando si è fermata la task force, che non abbiamo aggiornamenti in merito. Eppure abbiamo più volte richiesto lo stato di attuazione degli aiuti, i dati in ordine alle domande presentate, istruite e pagate nei tempi previsti e di quelle non istruite ma non pagate nei termini”.

Dall’ultimo report della unità di progetto task force istituita dalla Regione (30 aprile 2021) risulta che il 4 per cento delle domande risultavano in istruttoria, mentre il 26 per cento avevano concluso l’istruttoria con esito positivo ed erano in liquidazione. Mentre il 32%, circa 7mila domande, sono state giudicate inammissibili, ma recuperate e liquidabili con il de minimis, grazie ad una proposta di Coldiretti Sardegna.

“Apprendiamo dopo sette mesi dalla delibera del 30 novembre che le domande non pagate per burocrazia sono 500. Sono davvero 500? – si chiede il presidente Giorgio Demurtas -. Nella delibera si propone anche di liquidarle in deminims, senza tra l’altro consultarci e penalizzando ulteriormente le aziende che hanno già subito perdite di oltre il 30 per cento del fatturato da quattro anni. Una procedura che avevamo preventivamente già scartato, anche perché alcune aziende potrebbero comunque non essere coperte con il de minimis in quanto hanno subito danni superiori a 25mila euro”.

“È acclarato che siamo guidati da una cieca burocrazia che sta strozzando le imprese – afferma il direttore Luca Saba -. In Regione abbiamo presentato tre proposte che dimostrano come le pratiche possano essere liquidate a tempo zero e come si possano mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Ciò che chiediamo è una svolta e abbiamo dimostrato anche con esempi concreti che è possibile e come si potrebbe attuare”.

“Non possiamo andare oltre, le aziende sono da una parte in sofferenza e dall’altra si sentono prese in giro – dice Giorgio Demurtas –. Abbiamo percorso tutte le strade possibili, se non arriveranno segnali concreti per il cambiamento non ci resta che la piazza”.

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna




L’agricoltura si controlla dallo spazio con satelliti e sensori

Dallo spazio, satelliti e sensori a servizio dell’agricoltura. È la nuova frontiera tecnologica che interviene su settori chiave dell’Isola grazie al progetto Nicolaus, finanziato con oltre un milione di euro da Sardergna ricerche, che ha come obiettivo migliorare le produzioni, incrementare la sostenibilità ambientale e mitigare gli effetti del cambiamento climatico.

“È possibile e necessario innovare anche i settori che sembrano più legati al passato. Il progetto Nicolaus ne è un esempio: lavoriamo per un’agricoltura 4.0, per avere produzioni di eccellenza ma allo stesso tempo attente all’ambiente e alle risorse”, ha evidenziato Maria Assunta Serra, direttore generale di Sardegna Ricerche.

Il progetto – guidato dall’azienda capofila Abinsula con l’Università di Sassari, dipartimento di Agraria e il CRS4 – parte dai dati raccolti dai satelliti del programma europeo Copernicus. Questi ultimi, opportunamente elaborati, sono capaci di restituire oltre 150 indicatori agronomici come fertilità del suolo, vigore della coltura, quantità di clorofilla, stress idrico, presenza di acqua o di sostanze inquinanti in un campo.

Una volta ottenute, queste informazioni vengono integrate con quelle che arrivano da una serie di sensori installati tra i filari e da precise mappe meteorologiche, per poter programmare lavorazioni agricole su misura.

Analizzando nel dettaglio le necessità di un appezzamento sarà possibile, ad esempio, limitare irrigazione e fertilizzanti alle sole porzioni di terreno che ne hanno realmente bisogno, riducendo l’uso di acqua e di trattamenti a beneficio sia delle coltivazioni che dell’ambiente.

Dall’analisi delle mappe di Nicolaus, sarà anche possibile indirizzare il bestiame verso il pascolo più ricco di biomassa o decidere di spostare la potatura, la semina o i trattamenti contro la peronospora in momenti dell’anno diversi da quelli tradizionali, intercettando i cambiamenti climatici e arginandone così le ricadute sulle produzioni agricole. Il progetto guarda soprattutto alla figura dell’agronomo che potrà avere accesso diretto alla piattaforma per affiancare le aziende agricole.

Nicolaus punta al futuro e tiene gli occhi aperti su nuove applicazioni e tecnologie in evoluzione. In un futuro non lontano, non sono esclusi i voli dei droni sulle campagne sarde per raccogliere elementi ancora più dettagliati da integrare con i dati della piattaforma o le passeggiate dei rover tra i solchi che, oltre a scattare foto a foglie o alla canopy di colture orticole per documentarne lo stato di salute, potrebbero intervenire con trattamenti agricoli automatizzati.

Nicolaus – ossia Networked Intelligent Computing with Observation sateLlites for precision Agriculture Unified Sensing – rientra nel programma aerospazio, è stato finanziato da Sardegna Ricerche con 1.250.479,61 euro di fondi Por Fesr 2014-2020, per realizzare una piattaforma capace di far fruttare i big data nelle campagne sarde.

L’articolo L’agricoltura si controlla dallo spazio con satelliti e sensori proviene da sardiniapost.




Danni all’agricoltura causati dalle gelate notturne. Aperti i termini per la richiesta di aiuti economici da parte degli imprenditori agricoli

14 aprile 2021– Il sindaco Settimo Nizzi, durante il consiglio comunale di oggi, ha confermato che la giunta ha approvato in data odierna una delibera per dichiarare lo stato di calamità naturale per tutto il territorio di Olbia.

L’assessore alle attività produttive Marco Balata così commenta il provvedimento: «A seguito delle gelate che si sono verificate nella notte tra il 7 e l’8 aprile, l’attivazione dello “stato di calamità” è una scelta tempestiva e doverosa che tutela un settore fondamentale, non solo per l’economia diretta, ma anche per quello che il reparto vitivinicolo è in grado di generare in termini di offerta diffusa. Olbia città del vino è un riconoscimento che abbiamo il dovere di difendere insieme alle tante eccellenze che ci rappresentano nel mondo».

Gli imprenditori agricoli che hanno subito danni, possono presentare la domanda a partire da domani 15.04.2021 e fino al 19.04.2021 a mezzo Pec all’indirizzo [email protected].

In alternativa, possono recarsi dal lunedì al venerdì dalle ore 09.00 alle ore 12.00 e il lunedì e il mercoledì dalle ore 15.30 alle ore 17.30, presso l’Ufficio protocollo del Comune di Olbia.

Per ogni ulteriore informazione è possibile contattare Dott.ssa Giovanna Fresi al n. tel. 0789/52060, e-mail [email protected]




COLDIRETTI GIOVANI SARDEGNA. L’ACCESSO AL CREDITO IN AGRICOLTURA IN UN WEBINAR

L’accesso al credito è uno degli argomenti centrali nella vita di una impresa a maggior ragione oggi nel pieno di una delle crisi economiche più difficili che stiamo vivendo dal dopoguerra.
Ed è questo l’argomento scelto dai giovani agricoltori sardi della Coldiretti per il primo appuntamento della nuova rubrica di informazione settimanale online intitolata l’Aratro, nuovi solchi per l’agricoltura, che si terrà domani alle 11.30 in videoconferenza.
“Il primo solco che farà il nostro aratro – spiega il delegato regionale di Coldiretti Giovani Impresa Frediano Mura – sarà proprio su uno dei temi che più interessano in questo momento le aziende agricole: l’accesso al credito. L’argomento sarà trattato a 360 gradi cercando di dare la massima informazione sugli strumenti oggi disponibili per le aziende ed in particolare per quelle condotte dagli under 40. Gli appuntamenti proseguiranno settimanalmente sempre a distanza trattando, con relatori qualificati, gli argomenti cari ai giovani agricoltori”.
Di accesso al credito domani se ne parlerà con Luigi Sau e Antonio Guiso, i funzionari di AgriCorporateFinanze, la Rete di Imprese promossa dalla Coldiretti che propone una gamma di prodotti e servizi rivolti alle necessità finanziarie ed assicurative e alle esigenze di investimento aziendali, ma anche personali.
Saranno inoltre presenti i funzionari del Banco di Sardegna specializzati nel settore agricolo, Luca Carboni, Andrea Delogu e Paolo Cadoni e il responsabile Fiscale di Coldiretti Sardegna Marco Locci.
All’incontro prenderanno parte oltre il delegato regionale dei Giovani Coldiretti Frediano Mura e il presidente regionale di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu anche la delegata e il segretario nazionale di Coldiretti Giovani Veronica Barbati e Stefano Leporati.
Ci saranno inoltre le testimonianze di tre giovani agricoltori: Giulia Mura dell’oleificio Pelau, Giovanni Ladu della cantina omonima e Gianfranco Pischedda della Mp Sardinia.
L’incontro si terrà alle 11.30: chi è interessato a partecipare trova il link nella pagina facebook di Coldiretti Giovani Impresa Sardegna oppure scrivendo all’indirizzo [email protected].




MALTEMPO. COLDIRETTI SARDEGNA. AGRICOLTURA SOTT’ACQUA

Anno nuovo problemi vecchi. Il 2020 ci ha consegnato una agricoltura sott’acqua e rallentata dal Covid. Due mesi di pioggia stanno mettendo seriamente in ginocchio l’agricoltura ed in particolare i prodotti da campo con perdite che vanno dal 40 al 70%. Simbolo del disastro i carciofi, settore agricolo che ci vede terzi in Italia per produzione dopo Puglia e Sicilia e che esportiamo soprattutto nel Nord Italia. Ma i numeri del disastro comprendono tutti i prodotti orticoli di stagione, gli agrumi ma anche gli erbai e la cerealicoltura con le semine che si rinviano di settimana in settimana e ormai stanno compromettendo la stagione.
Perdite consistenti che si sommano a quelle straordinarie che l’agricoltura soffre da ormai un anno dovute alle rigide limitazioni assunte dal Governo per limitare la diffusione del virus.
Il lockdown con la chiusura totale di marzo e aprile scorso aveva colpito pesantemente il mercato del carciofo con la chiusura dei mercati rionali e del settore Horeca, costringendo gli agricoltori a lasciare sul campo le produzioni tardive. Milioni di euro di perdite di allora che vanno a sommarsi a quelle di fine anno e del primo mese del 2021, con la nuova serrata per la ristorazione.
Le perdite per il settore – stimate da Coldrietti Sardegna – vanno dal 40% e fino al 70% e comprendono i circa 12mila ettari coltivati a carciofo in Sardegna che vanno dalla Bassa Valle del Coghinas al Sucis passando per il Medio Campidano.
“Nella Bassa Valle del Coghinas la stagione è ormai compromessa – evidenza Antonello Deiana presidente Coldiretti di Viddalba – poichè per gli oltre due mesi di pioggia abbiamo perso il prodotto per asfissia radicale e per botrite, dovuta alla troppa umidità. Qui le perdite sono intorno al 70%”.
Ma purtroppo la musica non cambia negli altri territori vocati come il Medio Campidano e il Sulcis.
“Nel Sulcis le perdite sono intorno al 40 – 50 per cento – dice Tobia Desogus presidente Coldiretti Masainas – i campi sono perennemente allagati”.
Perdite per milioni di euro per un settore importante per l’agricoltura sarda.
“Ed anche se le produzioni sono al minimo il prezzo pagato al produttore è sotto la media (-50%) a causa del Covid che ci sta chiudendo tutti gli sbocchi commerciali” ricorda Tobia Desogus.
Il disastro maltempo non ha risparmiato le altre produzioni orticole di stagione e gli agrumi, anche in questo caso le perdite sono intorno al 40% con punte del 70 e anche 100%, come per le clementine.
I campi allagati oltre danneggiare gli erbai stanno compromettendo la cerealicoltura: “con i campi allagati non possiamo seminare – dice Paolo Floris, presidente di Coldiretti Sanluri –. Il tempo delle semine è ormai passato, siamo fuori tempo massimo e stiamo perdendo anche quei pochi che siamo riusciti a seminare”.
“Purtroppo i cambiamenti climatici stanno condizionando l’agricoltura e vanno a sommarsi a quelle straordinarie che stanno colpendo tutti dovute al Covid – afferma il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Ogni anno dobbiamo fare la conta dei danni che non ha mai meno di sei zeri. Adesso sono le troppe piogge ma qualche mese fa era il problema inverso. Ribadiamo la necessità di interventi straordinari per adattare l’agricoltura al nuovo clima”.
“I questa situazione di emergenza – sottolinea il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – le aziende agricole continuano a subire anche una burocrazia lenta e nemica delle imprese. In questi giorni gli agricoltori, già in difficoltà per i danni dovuti ai cambiamenti climatici e al Covid, devono rinnovare le assicurazioni per i loro campi ma non hanno ancora ricevuto il rimborso previsto per fine anno di Agea. Questo in molti casi gli costringerà a rinunciare alle assicurazioni e pagarne salatamente le conseguenze”.

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna
Michele Arbau


 
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DOMANI – Premio Eugenio Maddalon “Una vita per l’agricoltura”

COMUNICATO STAMPA

Premio Eugenio Maddalon “Una vita per l’agricoltura”

Il 10 dicembre alle 11.00 al Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari

9 dicembre 2020

SASSARI.  Giovedì 10 dicembre alle 11.00, nell’Aula Magna Barbieri del Dipartimento di Agraria dell’Università di Sassari (via De Nicola 1), verranno premiati i due neo laureati con la migliore tesi di Laurea Magistrale sui nuovi scenari dell’agricoltura in Sardegna, in linea con il pensiero dell’On. Eugenio Maddalon.

 

Il Premio di studio “Eugenio Maddalon” è riservato ai laureati magistrali dell’anno accademico 2019/2020 che con i loro elaborati abbiano dimostrato di saper sviluppare un progetto di agricoltura sostenibile in grado di armonizzare biodiversità, innovazione e produzione di qualità.

A ciascuno dei due vincitori sarà assegnato un premio di mille euro ciascuno, alla memoria di Maddalon un politico e attivista che ha saputo interpretare i grandi cambiamenti dell’agricoltura sarda dall’ultimo dopoguerra ai giorni nostri.

 

In particolare, le tesi premiate dovranno dimostrare di aver affrontato con efficacia una delle seguenti tematiche: la cooperazione in ambito agricolo e agro-industriale; il ruolo del lavoro, del fattore imprenditoriale e della formazione nello sviluppo agricolo; produzione e valorizzazione dell’agricoltura di qualità; conoscenza, tecnologia e innovazione per un’agricoltura sostenibile.

 

     Dipartimento di Agraria

Università degli Studi di Sassari Aula Magna Barbieri CERIMONIA

Il Premio di studio “Eugenio Maddalon – Una vita per l’Agricoltura” è rivolto a neo-laureati magistrali del Dipartimento di Agraria che con i loro elaborati di tesi di laurea magistrale dimostrino di saper realizzare un progetto sulla Cooperazione in ambito agricolo e agro-industriale, sul ruolo del lavoro, del fattore imprenditoriale e della formazione nello sviluppo agricolo, sulla produzione e valorizzazione dell’agricoltura di qualità o sulla conoscenza, tecnologia e innovazione per un’agricoltura sostenibile.

PROGRAMMA 10 DICEMBRE 2020 h. 11:00

Presiede Pier Paolo Roggero, Direttore Dipartimento di Agraria

Interventi:

  • –  A. Pazzona – Eugenio Maddalon: una vita per l’agricoltura. Dal diritto alla terra alla produzione di qualità.
  • –  F. Nuvoli – Eugenio Maddalon: la passione per la terra al servizio della comunità sarda
  • –  R. Furesi – Motivazioni del conferimento del premio
  • –  Sintesi delle tesi di laurea da parte dei due neo laureati vincitori del premio
  • –  C. Maddaloni – Assegnazione dei premi

    I partecipanti saranno invitati a indossare la mascherina chirurgica o FFP2/3, a compilare l’autocertificazione (https://bit.ly/acertuniss) e a osservare le prescrizioni del Ministero della Salute (https://bit.ly/decalogouniss), rimanendo al proprio posto e lasciandolo solo se strettamente necessario, dirigendosi rapidamente verso l’uscita. Il numero massimo di partecipanti ammesso in sala sarà di 30 persone. È possibile prenotarsi compilando il modulo online su: https://bit.ly/maddalon.




MALTEMPO. COLDIRETTI SARDEGNA. AGRICOLTURA IN GINOCCHIO: PRIMO BILANCIO PESANTISSIMO

E’ cominciata la conta dei danni nelle campagne che da ieri piangono la perdita dell’allevatore Ilario Giuseppe Mannu di Bitti.

L’agricoltura paga un tributo pesante in termini di perdite e disagi. Ancora una volta la furia dell’acqua ha inondato i campi dalla Baronia al basso Oristanese, dal Medio Campidano all’Ogliastra e Sarrabus. La situazione più critica tra Nuorese e Baronia dove da ieri mattina si vive in piena emergenza e si sta lavorando per mettere in sicurezza gli animali, in particolare le pecore che in questi giorni stanno figliando.

Bitti, Lula, Dorgali, Oliena, Nuoro, Valle del Cedrino (Galtelli, Irgoli, Onifai, Loculi, Orosei), oltre a Torpè, Siniscola e Posada sono i territorio più colpiti.

Dal monitoraggio effettuato da Coldiretti Nuoro Ogliastra “i danni sono davvero ingenti – spiega il presidente provinciale Leonardo Salis – ci sono tantissime strade rurali e ponti distrutti che hanno isolato gli ovili. Molte aziende sono rimaste senza corrente elettrica, non possono utilizzare le mungitrici e sono senza acqua non potendo utilizzare i pozzi. Ettari ed ettari di erbai dilavati. Scorte di foraggio e mangime bagnate, stalle allagate in alcune delle quali c’erano le pecore figliate. Cosi come sono state invase dall’acqua altre strutture e mezzi agricoli.”.

La furia dell’acqua non ha risparmiato neppure le campagne dell’Ogliastra e del basso oristanese “in particolare il terralbese – dice il presidente di Coldiretti Oristano Giovanni Murru dove ci sono diversi campi allagati: i terreni non sono riusciti ad assorbire l’ingente quantità di acqua caduta in un arco temporale ristretto”.

Anche nel triangolo tra Villacidro, San Gavino, Guspini e Gonnosfanadiga “ci hanno segnalato campi dilavati ed allagamento di capannoni e fienili per via dello straripamento dei fiumi – racconta il presidente provinciale di Coldiretti Cagliari Giorgio Demurtas -. Mentre Castiadas è stata colpita da una grandinata le cui conseguenze si potranno conoscere nei prossimi giorni”.

Meno colpito il Nord Sardegna dove qualche perdita c’è stata nel Goceano, in Gallura e nella Valle del Coghinas con allagamento di qualche campo di carciofi.

“Il primissimo e approssimativo bilancio è già molto pesante – commenta il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Quella più grave e incommensurabile è la perdita delle vite umane. I primi rilevamenti avuti dal nostro monitoraggio ci dicono che ancora una volta la campagna paga uno dei tributi più pesanti. Bilancio di danni che sappiamo essere destinato a salire. In questo momento allevatori e agricoltori sono concentrati a limitare i danni e mettere in sicurezza le aziende. Nei prossimi giorni avremo un quadro più preciso che sappiamo già essere molto più pesante”.

 

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna

Michele Arbau