L’attaccante Antonio Mesina alla Torres

L’attaccante Antonio Mesina alla Torres

Il giocatore di Dorgali lascia la Lega Pro per accasarsi a Sassari agli ordini di mister Gardini

 

L’attaccante classe ‘93 Antonio Mesina da oggi è un giocatore della Torres.

Chiamato in rossoblù già all’inizio del mercato, la punta di Dorgali ha atteso lo svincolo dall’Arezzo, squadra di Lega Pro, e ha scelto la Torres per proseguire la sua carriera nuovamente in Sardegna. Con 95 gol realizzati in oltre 200 presenze tra Lega Pro, Serie D ed Eccellenza è uno dei bomber isolani più prolifici degli ultimi anni.

Il presidente Salvatore Sechi ha incontrato il giocatore  questo pomeriggio a Sassari per chiudere una trattativa complessa, per via delle moltissime richieste arrivate al giocatore. La decisione di vestire la maglia della Torres nelle sue prime parole in rossoblù: «Scendo di categoria ma gioco nella Torres – commenta Mesina –   una piazza che mi ha sempre affascinato per l’ambiente e contro cui ho giocato spesso da avversario. Il presidente Sechi mi aveva dimostrato molto interesse già da parecchio tempo ma solo ora ho potuto dire sì ad una proposta che mi dà molto entusiasmo. A Sassari troverò giocatori che conosco e di grande valore, alcuni li ho avuti da avversari e con altri abbiamo già giocato insieme. Il campionato non è iniziato bene ma la strada è lunga e le prime sono sempre di rodaggio».

Mesina arriva dall’Arezzo,  squadra di Lega Pro in cui si era accasato dopo l’annata esplosiva 2018/2019 con il Castiadas, in cui aveva conquistato il titolo di cannoniere della serie D con 23 reti realizzate.

L’attaccante di Dorgali ha iniziato al sua carriera in serie D, ancora fuoriquota, con il Budoni, squadra in cui ha militato per 4 anni. Dopo 9 gol segnati nella stagione 2011-12 arriva anche una parentesi per lui nella primavera dell’Ascoli. Tornato nell’isola dal 2013 al 2015 passa in Eccellenza e mette a segno 50 gol in due stagioni prima a Samassi (17) e poi a Castiadas dove vince il campionato e il titolo di capocannoniere con 33 reti, a cui somma le 7 in coppa Italia e 6 nei playoff nazionali.

L’anno successivo è chiamato in serie D dal Muravera ma sono solo 3 gol in una stagione costellata da infortuni. L’anno successivo, complice la volontà di completare gli studi universitari, decide di scendere nuovamente in Eccellenza per vestire la maglia del Tonara mettendo a segno 20 reti. Poi ancora Castiadas e serie D, un incrocio con la Torres nei playout (con i sarrabesi retrocessi) e l’addio all’isola per andare a firmare un contratto professionistico.

Mesina torna nell’isola nel pieno della sua maturità tecnica e il suo sarà anche contributo di esperienza: «Io mi metto a disposizione del tecnico, non conoscevo mister Gardini se non da avversario ma so che gli attaccanti con lui si divertono molto. So bene che il mio compito è quello di aiutare la squadra con i gol e non vedo l’ora di ritrovare il campo».




Ghilarza, riaperta la Casa Museo di Gramsci, a inaugurare l’evento il nipote Antonio jr

Parte così la prima edizione dell’International Gramsci Festival, che sta coinvolgendo tutta la cittadina del Guilcer, dai negozi che ospitano “Le parole di Gramsci” alle strade dove campeggiano gigantografie sui “Luoghi gramsciani”

Stasera alla Torre aragonese Sam Millar, Seba Pezzani e Giovanni Maria Flick

Domani Sahm Venter, Sebastiano Prino e Fabio Cavalli

 

Il direttore Paolo Piquereddu (a sinistra) e Antonio Gramsci jr alla Casa Museo

GHILARZA. La prima edizione dell’International Gramsci Festival è stata inaugurata con la riapertura della Casa Museo, dopo sette mesi di inattività. A spalancare il portone ed entrare per primo nell’edificio (fresco di ristrutturazioni) è stato Antonio Gramsci jr che, al fianco del direttore Paolo Piquereddu, ha illustrato l’originale mostra fotografica allestita al primo piano con 45 immagini della “Famiglia Schucht”.

«Una mostra su Gramsci non c’era mai stata nemmeno nell’Unione Sovietica – ha affermato il nipote del grande pensatore –. In Russia è stata predisposta per la prima volta proprio quest’anno grazie all’appoggio della fondazione Gramsci di Roma, e mi è stata data la possibilità di lavorarci tanto. Ho riesaminato l’archivio familiare e tutti i documenti, alcuni dei quali sono stati ripresi dagli archivi del Comintern, e abbiamo scannerizzato tutto. Poi lo scorso anno, quando sono venuto a Ghilarza, è nata l’idea di portarvi questo bel progetto. È una grande emozione essere tornato qui, ci venni per la prima volta negli anni settanta con mio padre, poi ho studiato la musica a Santulussurgiu. Mi sento molto legato a questo territorio».

L’opera “In punta di ago”

Alcune foto sono inedite e rarissime, come il ritratto del trisnonno Alexander Schucht nella divisa da generale. C’è anche un’immagine del castello appartenuto alla famiglia, una casata nobile russa di origini tedesche. “Nonno Antonio” nel 1923 aveva sposato Giulia, dalla quale ebbe due figli, Delio e Giuliano. Di quest’ultimo è figlio Antonio jr.

Tra i preziosi documenti è esposto il certificato di battesimo della sorella di Giulia, firmato Vladimir Ilyich Ulyanov, il nome completo di Lenin. «Quando ha fatto il prete ha battezzato una mia parente», ha scherzato Antonio di fronte al pubblico numeroso.

Mentre alcune foto sono piuttosto antiche, risalenti addirittura a metà ottocento, una delle ultime ritrae Antonio jr bambino con suo padre per un “lasciapassare congiunto”. «La nostra famiglia non ha sentito su di sé le repressioni di Stalin – ha affermato nell’illustrare la mostra – è stata risparmiata probabilmente proprio grazie agli stretti legami con Gramsci».

La mostra Global Gramsci

All’ingresso del museo è stata presentata anche l’opera “In punta di ago, un frammento di vita”, un libro realizzato dagli studenti del Liceo artistico Foiso Fois, dedicato alla vita da studente di Gramsci a Torino, mentre nei locali rinnovati dell’ex sede del PCI è stata allestita la mostra “Global Gramsci” con le illustrazioni di Agostino Iacurci, in cui l’immagine del filosofo si presenta quasi come un’icona pop a livello planetario.

In avvio della manifestazione alla Torre aragonese, il presidente della Fondazione Casa Museo, Giorgio Macciotta e il sindaco di Ghilarza Alessandro Defrassu, hanno illustrato il progetto destinato ad avere uno sviluppo ben più ambizioso, grazie al milione di euro ottenuto con la programmazione territoriale. Il concorso di progettazione che porterà alla realizzazione del polo museale sarà bandito la prossima settimana.

Intanto il festival sta coinvolgendo tutta la cittadina del Guilcer, dai negozi che ospitano “Le parole di Gramsci” alle strade dove campeggiano gigantografie in bianco e nero che raccontano “I luoghi gramsciani”.

Stasera (13 dicembre) dalle 17 tra gli ospiti più attesi del festival giungeranno lo scrittore irlandese Sam Millar con Seba Pezzani e subito dopo il presidente emerito della Corte Costituzionale, Giovanni Maria Flick.

L’avvio del festival alla Torre Aragonese

Il programma di sabato (14 dicembre). Domani alle 10 la Torre Aragonese farà da teatro a una lettura comparata tra le Lettere dal carcere di Nelson Mandela e quelle di Antonio Gramsci. All’evento, patrocinato dall’Ambasciata del Sudafrica in Italia, parteciperanno Sahm Venter, curatrice del libro “Lettere dal carcere di Nelson Mandela”, e Seba Pezzani, traduttore del testo, in compagnia di Maria Luisa Righi della Fondazione Gramsci di Roma.

Alle 17 l’autore nuorese Sebastiano Prino, conosciuto come l’“ergastolano-scrittore”, racconterà il suo percorso di rieducazione per il riscatto sociale e culturale. Prino interloquirà con il sociologo Gianfranco Oppo (già garante dei diritti delle persone detenute nel carcere di Badu ‘e Carros a Nuoro) e con i giornalisti Luciano Piras e Piera Serusi.

Alle 18.30 all’Auditorium comunale di viale Antonio Carta, il regista e attore Fabio Cavalli introdurrà la visione del film-documentario “Viaggio in Italia: la Corte costituzionale nelle carceri”, presentato di recente a Venezia (2019, Rai, Clipper Media), che testimonia un’esperienza unica per i giudici della Corte costituzionale, entrati per la prima volta nella storia tra le mura del carcere per comprendere cosa sia la vita dietro le sbarre. Cavalli, che dirige il Teatro di Rebibbia, è stato ispiratore del film dei fratelli Taviani “Cesare deve morire”. La manifestazione si concluderà alle 21 con un evento gastronomico a base di prodotti della tradizione locale.

 

L’IGF è organizzato dalla Fondazione Casa Museo Antonio Gramsci e dal Comune di Ghilarza, con il supporto di RAS, Fondazione di Sardegna e ISRE, e il patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, l’ICOM, la FIHRM, l’Ambasciata del Sudafrica in Italia, e la collaborazione di numerosi enti, istituzioni e  associazioni.

 




L’assessore Antonio Piu ha rassegnato le dimissioni. Redistribuite le deleghe

Antonio Piu ha rassegnato questa mattina le sue dimissioni da assessore alle Politiche per le infrastrutture della mobilità urbana e rurale, Polizia Municipale e protezione civile. Il sindaco Nicola Sanna ha redistribuito le deleghe, assegnando all’assessore Ottavio Sanna le infrastrutture della mobilità urbana e rurale, e tenendo per sé le deleghe alla Polizia Municipale e alla protezione civile. «Voglio ringraziare Antonio Piu – commenta il primo cittadino – per la preziosa collaborazione e per il lavoro svolto in questi anni al servizio della città».




Antonio Arèvalo in Sardegna: “Qui mi sento a casa” – L’orgoglio di un profugo diventato scrittore

Al “terre di confine filmfestival” il poeta cileno ha presentato il film di Nanni Moretti “Santiago, Italia”, in cui ha trovato spazio la sua testimonianza della dittatura di Pinochet

Lo scrittore e poeta cileno Antonio Arèvalo ad Asuni

ASUNI. “Da profugo sono diventato scrittore, sono diventato un operatore culturale e questo è un esempio di come un profugo, se gli dai la possibilità, può diventare qualcuno e può contribuire a dare un valore aggiunto al luogo dove sta”. Sono le parole commosse pronunciate dal poeta cileno Antonio Arèvalo al “terre di confine” filmfestival, dopo la proiezione nel weekend del documentario “Santiago, Italia” di Nanni Moretti. Un film in cui numerosi testimoni raccontano attimi drammatici, quelli della presa di potere da parte di Pinochet e la morte di Salvador Allende, la dittatura e la fuga nell’ambasciata italiana.

Tra questi testimoni c’è proprio Arèvalo che – come egli stesso ha raccontato al giornalista Roberto Cossu di fronte al pubblico del festival – nel ’73 a soli quattordici anni era divenuto la mascotte della Brigata di pittura muraria, con la quale usciva di notte per pitturare le strade. Militante della gioventù comunista, andava a lanciare volantini di protesta. Venne scoperto e si rifugiò all’ambasciata italiana per poi vedere la sua vita catapultata dall’altra parte dell’oceano.

Roberto Cossu con Antonio Arèvalo al “terre di confine” filmfestival

“Vivere all’interno dell’ambasciata è stata un’esperienza fortissima – ha affermato lo scrittore –. Arrivato in Italia però non volevo far sapere che ero profugo. Mi vergognavo di dirlo. Oggi ne vado fiero. Sono cresciuto in Italia leggendo tutto quello che potevo, parlando per citazioni perché dovevo impormi”.

La commozione per la fuga dal Cile ha lasciato spazio a un pensiero per l’attuale dramma nel Mediterraneo: “A volte mi vedo nei panni della gente che oggi arriva nei gommoni. Io ho vissuto un’Italia accogliente, era un’epoca meravigliosa. In confronto a ciò che succede ora la mia storia è nulla. Mi sento un privilegiato. Ma ho preso il meglio che ho avuto dall’Italia e ho cercato di restituirlo, perché mi sento responsabile del luogo che mi accoglie, sia che mi trovi a Roma, Milano o Venezia”.

Dopo la visione del film di Moretti, che ha portato in sala una forte carica emotiva, Arèvalo ha presentato il suo libro “Le Terre di nessuno”, il cui titolo è già indicativo di una forte correlazione con il tema del festival cinematografico di Asuni, anche quest’anno diretto artisticamente da Marco Antonio Pani. Un libro che sintetizza, attraverso una serie di poesie scritte tra il 1980 e il 2016, l’esperienza umana e artistica di questo straordinario autore, ormai riconosciuto come uno tra i più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa.

“Per me è molto bello tornare in Sardegna, è un onore, perché il mio primo traduttore è stato Ignazio Delogu, un sardo eccellente che è stato anche traduttore di Pablo Neruda – ha concluso Arèvalo –. È un doppio momento letterario e cinematografico di grande emozione, in cui un’ultima volta ancora mi si fa sentire a casa”.

La serata si è conclusa con un altro incontro speciale, quello con i rappresentanti dell’associazione Chilenos de Sardigna, formata da circa cinquecento sardi di origine cilena arrivati nell’isola in tenera età e ormai integrati a tutti gli effetti. L’incontro è stato occasione di un interessante interscambio culturale enogastronomico tra il Cile e la Sardegna, che ha poi lasciato spazio a una festa-concerto con protagonisti i musicisti del “Grupo Nazka” e il loro straordinario repertorio di musiche andine.

Il “Grupo Nazka” al “terre di confine”




Asuni, al “terre di confine” arriva Antonio Arévalo: tra i protagonisti del film di Nanni Moretti

Lo scrittore cileno domani sarà nel piccolo centro della Marmilla per la presentazione del docu-film “Santiago, Italia” sul golpe del ’73. Tra gli altri protagonisti sudamericani il regista Francisco Hervé che presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”. Gran finale con la musica andina del “Grupo Nazka”.

ASUNI. Domani ad Asuni per il “terre di confine filmfestival” arriva lo scrittore cileno Antonio Arèvalo, uno dei più attivi sostenitori e promotori della creatività latinoamericana in Europa, uno dei protagonisti del docu-film “Santiago, Italia” di Nanni Moretti, che sarà proiettato al MEA alle 18.50. Un film che racconta il golpe in Cile del ‘73 ma è rivolto all’Italia di oggi.

Arèvalo è un poeta, critico e curatore d’arte contemporanea nato a Santiago del Cile nel 1958. In tanti anni si è fatto anticipatore di istanze espressive molto vitali e identitarie, fin dalla grande mostra dedicata all’Arte Latinoamericana in Italia, per la I edizione del FotoGrafia Festival di Roma. Dal 2003 al 2009 ha collaborato con l’Istituto Italo-Latinoamericano di Roma, organizzando allo stesso tempo esposizioni, festival e eventi culturali internazionali per importanti istituzioni, fondazioni, musei e gallerie d’arte.

Fautore e creatore del primo Padiglione del Cile alla Biennale di Venezia, è stato curatore e commissario della 49ª edizione della Biennale  nel 2001, presentando l’artista Juan Downey, premiato con la Menzione d’Onore dalla Giuria Internazionale. Curatore della III edizione della Biennale Adriatica Arti Nuove, è tornato al ruolo di curatore del padiglione del Cile alla 53° Biennale di Venezia, con l’artista  Iván Navarro.

Al Museo dell’Emigrazione di Asuni, alle 20.30 presenterà, assieme al direttore della rivista Aìnas, Roberto Cossu, il suo libro “Le terre di nessuno”, una raccolta poetica di versi scritti tra il 1980 e il 2016.

Ad inaugurare la giornata del “terre di confine”, sabato al MEA alle 11.30, sarà però “No – I giorni dell’arcobaleno”, un film di Pablo Larraín. Tra gli altri appuntamenti, alle 16 si terrà l’incontro con Mario Piredda e il suo “Nina”. Alle 16.30 nuovo incontro con Nicola Contini e il suo documentario “Asi stanala Siena/Buongiorno Restelica” e, alle 17 Francisco Hervé in persona presenterà il suo documentario “La ciudad perdida”, per poi intrattenersi a dialogare con il pubblico.

Quindi alle 18.50 la proiezione di “Santiago, Italia” con la presenza di Antonio Arévalo e, alle 20.30 la presentazione del suo libro “Le terre di nessuno”. Gran finale di serata alle 21.30 al Bar Secci per l’incontro con l’associazione Chilenos de Sardigna e la festa-concerto che vedrà protagonista il complesso di musica andina “Grupo Nazka”.

Il programma di domenica 17 marzo. Alle 11, al MEA si terrà un Omaggio a Ermanno Olmi con proiezione del film “Il villaggio di cartone”. Alle 12.45 un altro momento molto atteso al Central Bar, l’aperitivo cinematografico “Finzione e documentario: un addio ai confini”, incontro con José María González e Francisco Hervé.

Alle 15.00 il segmento Cinema per i più piccoli – “Libertà e avventura”, propone al MEA la proiezione di “Un caballo llamado Elefante” di Andrés Weissbluth.

Alle 16.30 altro appuntamento con il cinema sardo: Sergio Naitza e Luca Melis (produttore e dop) presentano “Dalla Quercia alla palma” documentario di Sergio Naitza sui 40 anni di Padre padrone.

Alle 19,30 nell’interessante “Incontro con la Cineteca Sarda” i direttori dei tre centri regionali della Società Umanitaria, Paolo Serra, Alessandra Sento e Antonello Zanda parleranno di cinema e conservazione: gli archivi, il cinema di famiglia, il riutilizzo e la divulgazione.

Il festival si conclude alle 20.30 con il film di montaggio musicale “Ìsura da filmà” di Marco Antonio Pani, documentario costruito a partire da immagini inedite degli anni 40 e 50 di Fiorenzo Serra con le musiche originali di Paolo Fresu, prodotto e presentato dalla Cineteca Sarda.

Per maggiori informazioni visitare www.tdcf.it.




Dichiarazione del presidente della commissione Trasporti Antonio Solinas sulla continuità territoriale

Dall’on. Antonio Solinas, presidente della Commissione Trasporti, riceviamo ed inoltriamo:

 

COMUNICATO STAMPA

 

La Regione e il Consiglio hanno elaborato e portato a compimento un buon progetto di continuità territoriale, migliorativo sotto il profilo delle capienze e della qualità del servizio rispetto a quello in vigore. Un progetto che è stato accolto positivamente dal mercato, viste le offerte, presentate dalle compagnie aeree perfino in concorrenza, su tutte le tratte del bando in attesa di aggiudicazione.

Si passa da 2.461.900 posti offerti annui con l’attuale sistema – regolato dal decreto ministeriale 61 del 21 febbraio 2013 – a 3.672.532: l’incremento complessivo di capienza è dunque del 49%; saranno in totale 21.646 i voli richiesti sulle sei rotte aeree da e per l’isola sottoposte a oneri di servizio: l’incremento in questo caso è del 12%, con un aumento di 2398 collegamenti rispetto ai 19.248 previsti attualmente; tariffe sostanzialmente invariate; sono equiparati ai residenti in Sardegna anche i diversamente abili con percentuale pari o superiore all’80%, gli studenti universitari fino al compimento del 27esimo anno di età, i giovani dai 2 ai 21 anni, viaggiatrici e viaggiatori sopra i 70; penali per cambio biglietto non residenti; nel caso in cui le compagnie promuovessero eventuali tariffe speciali per passeggeri non residenti di maggior favore rispetto a quelle per i passeggeri residenti, tali tariffe speciali dovranno essere applicate anche ai passeggeri residenti; posti riservati per ragioni sanitarie; clausola di salvaguardia.

Questo l’elenco dei risultati concreti che abbiamo raggiunto, con risorse sostanzialmente a carico totale dello Stato, che a giorni saranno sanciti dall’aggiudicazione provvisoria della gara bandita dalla Regione. Risultati importanti che in passato non sono stati nemmeno immaginati. Chi oggi ci accusa sulla questione della vendita dei biglietti che, come detto, sarà risolta a breve dalla definizione della gara, è la stessa persona che ha portato la Saremar al fallimento a causa delle sanzioni europee sulla famosa Flotta sarda; è la stessa persona che si è vista aprire un’indagine sugli aiuti alle low cost perché il sistema in vigore dal 2010 era stato notificato in ritardo, quindi per assoluta carenza procedurale; è la stessa persona del “pasticcio New Livingston” del 2013 in piena stagione turistica con gravi disagi annessi per tutti i viaggiatori sardi sulla tratta Roma-Alghero? E potrei continuare. Dovremmo forse imparare qualcosa da costui? Forse è meglio di no.

 

Cagliari, 7 gennaio 2019




Dichiarazioni del presidente del Psd’Az, Antonio Moro su affermazioni del segretario regionale del Pd

1 Dicembre 2018

«Il segretario regionale del Pd finge di non sapere che, il segretario nazionale del Partito Sardo d’Azione, Christian Solinas, è stato indicato, quale candidato alla carica di presidente della Regione, in Sardegna. A Barumini, precisamente, da tutte le forze politiche che costituiscono la coalizione di centrodestra, civica e sardista.

Al reggente democratico è altrettanto noto che, il leader della Lega, Matteo Salvini, nel corso della sua recente visita a Cagliari, ha partecipato (fatto questo per nulla usuale per i dirigenti romani ai cui comandi Cani risponde) alla riunione della coalizione, per comunicare la sua decisione di non proporre alcun nome, per la candidatura alla presidenza della regione sarda, ma di sostenere ed indicare il candidato individuato dalle forze politiche sarde e gradito ai sardi.

Non resta dunque che ricordare a Cani che di vergognoso, in Sardegna, oltre ai  risultati del governo regionale che il suo partito ancora sostiene, c’è solo il modo in cui il Pd individua il candidato alla presidenza della Regione.

Infatti, pur avendo scritto nello statuto del partito che servono le primarie, Cani e suoi sodali si affrettano a rinnegarle, più di quanto abbiano fatto nel 2013, quando, dopo averle svolte, si sono adoperati con ogni mezzo per vanificarne il risultato e per mortificare la vincitrice di allora».