CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–26-01-21–DEMOGRAFIA IMPRESE ARTIGIANE–2020 chiaroscuro per imprese artigiane Sardegna

DEMOGRAFIA IMPRESE ARTIGIANE – 2020 in chiaroscuro per le imprese
artigiane della Sardegna: crollo delle chiusure, tengono le aperture.
Gli incentivi del Governo Nazionale e Regionale tengono in “equilibrio
artificioso” le 34mila realtà sarde. Matzutzi (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Fotografia non reale dell’attuale
situazione del comparto: cautela nell’analisi dei dati e lavorare con
determinazione per politiche di sostegno e incentivazione”.

Si è chiuso con il segno “meno” il 2020 delle imprese artigiane della
Sardegna. Con oltre 34mila imprese attive, l’anno appena concluso ha
visto circa 1.800 aziende aprire i battenti e quasi 2mila tirare giù
definitivamente la saracinesca, per un saldo negativo di 164 realtà.

Lo dice l’analisi sulla “Demografia delle imprese artigiane sarde del
2020” realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, che ha esaminato i dati Movimprese-UnionCamere
sull’andamento del comparto nell’Isola.

In un anno pesantemente colpito dagli effetti della pandemia di
Covid-19, la fotografia scattata dall’Associazione Artigiana mette in
rilievo un trend settoriale in chiaroscuro. Rispetto all’anno
precedente, infatti, l’analisi rivela come nel 2019 il saldo
aperture-chiusure finale fu di –443 imprese contro il –164 dei 12 mesi
appena conclusi ma che non rispecchia la reale situazione delle
imprese sarde.

“Sebbene i dati mostrino una certa tenuta dell’artigianato sardo
rispetto agli anni passati, la “fotografia” non rappresenta la reale
situazione del comparto, in serissima difficoltà con tante imprese a
un passo dalla chiusura – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – comparto che è stato tenuto in
“equilibrio artificioso” dai vari “ristori” Nazionali e regionali,
sostegni e incentivi assolutamente utili e indispensabili, ma che
hanno effettivamente distorto la demografia del settore. Per questo,
la tenuta dei flussi delle iscrizioni e, soprattutto, la forte
contrazione delle cancellazioni delle imprese, suggerisce una cautela
nella reale quantificazione degli stessi”.

I numeri finali del 2020 raccontano di 34.602 imprese registrate nelle
Camere di Commercio, di cui 34.301 attive; alle nuove realtà, 1.824,
fanno da contrasto le 1.988 che hanno dovuto chiudere, con un bilancio
di 164 microimprese in meno. Da sottolineare come i dati siano stati
pesantemente condizionati dalla situazione di Oristano, per anni alle
prese con l’annosa questione dell’Albo Artigiani, che per
problematiche legate ai rapporti tra Regione e Camera di Commercio,
non ha potuto garantire l’operatività dell’Albo, impedendo così
l’iscrizione delle imprese artigiane all’apposito registro.

Uno sguardo alle province: nel 2020, su Cagliari, con 13.273
microimprese artigiane attive, hanno aperto in 763 e chiuso in 731,
con un saldo attivo di +32. A Nuoro si è registrata una crescita di
117 imprese, dovuta a 347 nuove iscrizioni e 330 cancellazioni che
hanno portato il totale a 6.428 aziende. Decrescita, come detto
condizionata dalla impossibilità delle imprese a iscriversi all’Albo
Artigiano, nella provincia di Oristano: su un totale di 2.442
attività, si sono registrate 0 iscrizioni e 147 cancellazioni, con un
relativo saldo negativo di -147. Male il nord Sardegna
(Sassari-Gallura) con 12.158 imprese artigiane attive, frutto di 1.824
nuove attività e 1.988 cancellazioni, che danno un saldo di – 164.

“Per stabilire l’entità degli effetti prodotti nel 2020 dalla crisi
pandemica – continua il Presidente – sarà indispensabile attendere
perlomeno il primo trimestre 2021, infatti molte comunicazioni di
chiusura dell’attività pervenute al Registro delle Imprese negli
ultimi giorni dell’anno vengono statisticamente conteggiate nel nuovo
anno”. “In ogni caso ci siamo lasciati alle spalle un 2020 negativo
sotto molti aspetti – sottolinea – le cui conseguenze sanitarie ed
economiche legate alla pandemia sono state pesantissime e tuttora
colpiscono la nostra regione così come il resto del Paese”.

“Senza ombra di dubbio, dobbiamo dire che a frenare le chiusure sono
stati gli incentivi messi sul piatto dal Governo Nazionale e dalla
Regione che hanno sostenuto le imprese – precisa il Presidente di
Confartigianato Sardegna – per questo restiamo con il fiato sospeso
aspettando la fine dell’emergenza per tirare le somme, certi che
purtroppo ci saranno immancabili chiusure”.

“Ciò nonostante, il sentiment che ci arriva dalle imprese è la voglia
di riprendere il cammino – riprende Matzutzi – speriamo ora che quella
voglia, che è palpabile in questi primi giorni dell’anno, non venga
delusa dall’indecisione del Governo nazionale sull’utilizzo delle
risorse europee. Abbiamo bisogno di quell’iniezione straordinaria di
investimenti per far ripartire l’economia e abbiamo bisogno di regole
chiare e snelle, che ci lascino lavorare, liberi dalle zavorre della
burocrazia. Riteniamo in ogni caso fondamentale non lasciare soli i
nostri artigiani, che stanno affrontando proprio in questi mesi un
periodo cruciale per la sopravvivenza delle loro attività”.

Per Confartigianato Sardegna, il contesto generale dell’economia
rimane difficile ma i dati spingono a lavorare con ancora maggiore
determinazione nel portare avanti le politiche di sostegno e
incentivazione delle attività economiche per contrastare gli effetti
dell’emergenza Covid-19.

Secondo Matzutzi, “i numeri continuano, purtroppo, a dimostrare ciò
che diciamo da anni: le piccole e micro imprese, soprattutto quelle
artigiane, continuano ad essere il motore trainante dell’Italia e
della Sardegna, sono flessibili, riescono a combattere e sopravvivere,
ma non lo possono fare all’infinito. Hanno un ruolo e un impatto
sociale, tutelato anche dalla nostra Costituzione, e per questo vanno
salvaguardate e valorizzate. Un esempio di sostegno è l’iniziativa
sulla rimodulazione e l’implementazione delle risorse sulla Legge 949,
con l’innalzamento del Fondo Perduto, portata avanti con l’Assessore
all’Artigianato, Gianni Chessa, prova che ci si può impegnare per
l’artigianato.  In ogni caso, è necessario continuare a combattere la
crisi, il calo dei consumi delle famiglie, le tasse, la burocrazia, la
mancanza di credito e l’abusivismo con interventi tangibili e organici
per il settore. Dobbiamo sempre ricordarci che quando chiude
definitivamente la saracinesca una bottega artigiana si impoverisce
sia il tessuto economico ma soprattutto quello sociale.

“L’impresa che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni – conclude
il Presidente – sarà quella di consentire sia alle imprese che aprono,
sia a quelle che resistono, di poter stare sul mercato, creare reddito
e di poter competere con il resto del mondo. Gli incentivi per le
imprese e i processi di internazionalizzazione, per i quali la nostra
Associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai
quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.

Imprese Artigiane Dati finali anno 2020 (fonte Movimprese):
– Cagliari: attive 13.273 – Iscrizioni 763 – Cessazioni 731 – saldo + 32
– Nuoro: attive 6.428 – Iscrizioni 347 – Cessazioni 330 – saldo + 17
– Oristano: attive 2.442 – Iscrizioni 0 – Cessazioni 147 – saldo -147
– Sassari-Gallura: attive 12.158 – Iscrizioni 714 – Cessazioni 780 – saldo -66

SARDEGNA Attive 34.301 – iscrizioni 1.824 – Cessazioni 1.988 – saldo -164

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–27-05-20–Le imprese artigiane della Sardegna chiedono certezze alla Regione

IMPRESE ARTIGIANE – L’attesa del sistema produttivo per i fondi
regionali. Matzutzi e Lai (Confartigianato Sardegna) alla Regione:
“Fate chiarezza sulle risorse destinate alle imprese: i comparti sono
allo stremo, non c’è altro tempo da perdere”.

Due mesi di lockdown hanno lasciato pesanti tracce tra le imprese
della Sardegna. A marzo e aprile, infatti, le nuove iscrizioni sono
crollate di 805 unità rispetto agli stessi mesi dello scorso anno,
segnando un -42,1%. Nel 2019, nello spesso periodo le aperture furono
1.912 contro i 1.107 di quest’anno.

La situazione emerge dal dossier dell’Ufficio Stampa di
Confartigianato Imprese Sardegna, sulle “Iscrizioni delle imprese per
regione”, su dati Movimprese 2020.

L’analisi, rispetto ai vecchi confini, vede un crollo su Sassari con
-313 (672 nel 2019 contro 359 di quest’anno), seguita da Cagliari con
-259 (709 l’anno scorso e 450 quest’anno), Nuoro con -176 (381 e 205)
e Oristano con -57 (150 e 93).

“Siamo molto preoccupati per la tenuta del sistema artigiano sardo che
già prima della chiusura totale era impegnato nella lunga, e faticosa,
uscita dalla crisi del 2008 – affermano Antonio Matzutzi e Maria
Amelia Lai, Presidente e Vice di Confartigianato Imprese Sardegna –
questi dati, purtroppo, confermano sia le lesioni subite la struttura
imprenditoriale isolana, sia della necessità di “sostegni regionali”,
certi, congrui e immediati”.

Secondo l’Organizzazione Artigiana, infatti, sono maturi i tempi per
conoscere dalla Regione l’ammontare dei finanziamenti che verranno
messi a disposizione delle imprese artigiane, le condizioni dei bandi
e la loro entrata in vigore.

“Comprendiamo la difficoltà del momento ma rileviamo come ci sia poca
chiarezza sulle misure messe in campo la Giunta per sostenere i
comparti produttivi – sottolineano Matzutzi e Lai – inoltre, ci
preoccupa il ritardo accumulato verso le aziende che non possono più
aspettare perché rischiano di spegnersi definitivamente: il Sistema
economico è allo stremo”. “Quando è scoppiata l’emergenza – ricordano
Presidente e Vice – proponemmo una soluzione immediata: lo sblocco dei
40 milioni stanziati in Finanziaria per il comparto artigiano. Una
parte poteva essere utilizzata sotto forma di contributi a fondo
perduto, ciò avrebbe consentito a molte piccole imprese di pagare i
costi di esercizio. Oggi, non sappiano se quegli stanziamenti siano
ancora disponibili o siano finiti in un fondo indistinto”. “Le aziende
sono in attesa di chiarimenti soprattutto sulla tempistica –
continuano Matzutzi e Lai – per pianificare immediatamente gli
investimenti o rimandarli a situazioni di mercato future”.

La preoccupazione di Confartigianato Sardegna, è anche sugli strumenti
che fino a oggi hanno assicurato la liquidità necessaria alle imprese.
“Parliamo della Legge 949 – rimarcano il Presidente e la Vice– uno
strumento importante che, con la sua agilità e immediatezza, ha
garantito un solido sostegno agli investimenti. In questo momento,
purtroppo, il comparto non ha nessuna certezza sugli strumenti su cui
contare”.

Poi l’ultima richiesta di Confartigianato Sardegna alla Regione:
“Sulle risorse messe in campo da Stato e Regione occorre stare
attenti: non tutte le imprese hanno subito danni, nell’erogazione dei
finanziamenti per questo è necessario tenere conto dei veri bisogni
reali degli impenditori”.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–06-12-18-IMPRESE ARTIGIANE – Le imprese artigiane della Sardegna a Milano per dire SI allo sviluppo

IMPRESE ARTIGIANE – Le imprese artigiane della Sardegna a Milano per
dire SI allo sviluppo dell’Italia e dell’Isola. Matzutzi
(Confartigianato Sardegna): “Siamo quelli del SI per un futuro di
crescita”. Nella capitale lombarda in rappresentanza di 35mila imprese
artigiane sarde.

Anche le imprese artigiane di Confartigianato Imprese Sardegna
scenderanno in piazza il 13 dicembre a Milano per dire SI allo
sviluppo dell’Italia e dell’Isola.

Da tutto il Paese, in una manifestazione organizzata da
Confartigianato Nazionale, i piccoli imprenditori raggiungeranno il
capoluogo lombardo per mandare un messaggio chiaro e positivo al
Governo e alle Istituzioni: “Siamo ‘Quelli del sì’ che vogliono
mandare avanti l’Italia in Europa e nel mondo, siamo quelli che, dopo
gli immani sforzi per uscire dalla crisi, vogliono continuare a
produrre ‘valore artigiano’ e provare a compere sui mercati”.

L’Associazione Artigiana porterà, quindi, la voce delle oltre 35mila
aziende sarde del settore e dei circa 100mila dipendenti e
collaboratori, con un’incidenza sociale di 6,4 imprese artigiane ogni
100 famiglie.

Confartigianato Imprese Sardegna sostiene l’iniziativa che vuole far
sentire la voce degli Associati e dare il senso di quanto sia
importante non fermarsi, ma anzi progredire e proseguire nella
costruzione delle vie di connessione di cui hanno bisogno le realtà
produttive e quindi i lavoratori, le famiglie, il Paese.

“Non siamo contro nessuno, anzi siamo a favore di un futuro di
crescita che non ci riporti indietro negli anni bui della crisi –
commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna – quindi è necessario che chi è stato votato dagli italiani,
ascolti la voce delle imprese e metta in essere  politiche a sostegno
del mondo produttivo rappresentato per il 98% da artigiani, micro e
piccoli imprenditori”. “Cominciamo a percepire una “frenata”
soprattutto nei lavori pubblici – continua Matzutzi – che in Sardegna
abbiamo già visto, per esempio, con l’interruzione dei lavori della
Alghero-Sassari, con il caso, fortunatamente risolto, del “Fondo
periferie” oppure, ancora, dello stop alla modernizzazione della linea
ferroviaria Macomer-Nuoro”.

Negli spazi del Milano Convention Centre, gli imprenditori artigiani
sardi si uniranno con i loro colleghi di tutta Italia per dire tanti
SI che saranno l’incitamento a realizzare le condizioni per lo
sviluppo, a cominciare dagli investimenti nelle infrastrutture
materiali e immateriali indispensabili per far muovere il Paese. SI,
quindi, a efficaci collegamenti nazionali e internazionali, alle
grandi opere strategiche per far viaggiare le persone e le merci. SI a
reti e connessioni per il trasferimento dei dati e della conoscenza.
SI anche a una pubblica amministrazione che funzioni e sia attenta
alle esigenze dei cittadini. Sì a un mercato del lavoro che valorizzi
il merito e le competenze incrociando le necessità competitive delle
imprese. SI a una giustizia civile rapida ed efficiente. SI all’Europa
con l’euro moneta comune.

“Vogliamo continuare a sviluppare l’Italia e la Sardegna, creando
reddito, occupazione, benessere economico e sociale – conclude
Matzutzi – e per questo ci batteremo finché non vedremo i risultati
concreti. Abbiamo ancora fiducia nel Governo e nelle Istituzioni ma le
promesse non bastano più”.