A Sassari il 27 maggio le audizioni sarde per il 66esimo Zecchino D’Oro

Il Coro Sant’Agostino organizza l’unico casting dell’isola nel 2023. Le direttrici Marina Mura e Luisa Abis con Lapo Panelli della Wobinda Produzioni di Bologna selezioneranno i giovani cantanti nel Teatro della chiesa dei cappuccini

SASSARI. Una grande opportunità per i ragazzi dai tre ai dieci anni che nell’isola ambiscono a cantare allo Zecchino D’Oro, il più importante concorso canoro per bambini in Italia. Sabato 27 maggio, al Teatro della chiesa dei Cappuccini di Sassari, il Coro Sant’Agostino Padre Marco Fabbri organizza l’unica tappa sarda delle selezioni per la sessantaseiesima edizione dell’evento fiore all’occhiello dell’Antoniano di Bologna.

Il casting per i piccoli cantanti sarà allestito negli spazi del Teatro di Piazza dei Cappuccini 1/3, con due fasce orarie che vanno dalle 10 alle 13 e dalle 14 alle 18. È la prima volta in sessantasei anni che le audizioni per la Sardegna si svolgono interamente nella città di Sassari, ed è la prima volta che, al fianco della Wobinda produzioni, un casting per lo Zecchino d’oro viene organizzato da uno dei cori affiliati alla “Galassia” dell’Antoniano.

«È una grande soddisfazione per noi e un’importante occasione per tutti i bambini che amano cantare – hanno spiegato le direttrici del Coro Sant’Agostino, Marina Mura e Luisa Abis – e noi cerchiamo di fare in modo che quest’esperienza sia indimenticabile, senza travalicare i confini del gioco e del divertimento».

Al fianco delle direttrici sassaresi, direttamente da Bologna arriverà il selezionatore nazionale Lapo Panelli, direttore della Wobinda Produzioni. Alle 19 infine sarà proposto un concerto del Coro Sant’Agostino, assieme al Coro Voci bianche di Sennori e alla Banda musicale di Sennori, entrambi diretti dal Giuseppe Ruiu.

Per partecipare alle selezioni è sufficiente accedere al portale www.zecchinodoro.org, cliccare sulla tappa della Sardegna e iscriversi nella fascia oraria desiderata.

Il Coro Sant’Agostino riparte così alla grande dopo anni di limitazioni a causa della pandemia. Sono tanti i progetti in calendario, a partire dall’incontro del 19 maggio al Teatro Chiesa dei Cappuccini con un ospite d’eccezione, Alessandro Visintainer, autore della canzone vincitrice della sessantaduesima edizione dello Zecchino D’Oro: “acca”. A partire dalle 15, in un pomeriggio di studio e divertimento, Visintainer proporrà un laboratorio corale e solistico e una masterclass per bambini e ragazzi dai quattro ai quindici anni, con concerto finale.

Forte aspettativa è rivolta alla partecipazione, nel mese di luglio in qualità di ospite, alle Terme Tettuccio di Montecatini, patrimonio dell’Unesco, per esibirsi al Festival Voci d’Oro “Cinquant’anni e dintorni”. Tra le sorprese, una giovanissima componente del coro, la sassarese Viola Maddalena Porqueddu di nove anni, calcherà il palcoscenico nel ruolo di solista e finalista del concorso.

«Tante altre idee sono in ballo – affermano ancora le due direttrici –, come coro stiamo cercando di adeguare il nostro repertorio ai gusti musicali più recenti, pur mantenendo salde radici nella tradizione del pop contemporaneo e in quella folcloristica sarda». A breve sarà realizzato un CD con numerosi cavalli di battaglia della formazione come omaggio ai ventisette anni di attività. Per informazioni si possono contattare i numeri 349/5109176 o 348/8586673.




Testo Unico sull’energia, audizioni in V Commissione

Cagliari, 10  giugno 2020 – La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha avviato in mattinata il primo ciclo di audizioni sul Testo Unico per l’energia. Il provvedimento, frutto della integrazione del Dl n.105 della Giunta regionale e della proposta di legge n.100 sul reddito energetico, presentata dal gruppo PD, introduce alcune importanti modifiche alla legge n.9 del 2006.  L’intento è quello di armonizzare la normativa regionale alle recenti novità introdotte dall’Unione Europea in materia di politica energetica. Il Testo Unico prevede l’adeguamento del Piano energetico regionale (PEARS) approvato nel 2016, l’istituzione delle comunità energetiche da fonti rinnovabili, l’introduzione del reddito energetico regionale. Uno strumento, quest’ultimo, finalizzato alla diffusione degli impianti di produzione di energia pulita per le utenze familiari e condominiali in modo da abbattere i costi delle bollette.

«Anche la Sardegna – ha detto l’assessore Anita Pili – condivide l’obiettivo dell’aumento dei consumi da fonti rinnovabili e della riduzione delle emissioni dannose in l’atmosfera. Il provvedimento in discussione è uno strumento importante per avviare la transizione energetica che sarà decisiva per lo sviluppo economico dell’Isola». L’assessore, con l’ausilio del direttore generale dell’assessorato all’Industria Giuliano Patteri, ha chiarito alla commissione alcuni passaggi tecnici della proposta della Giunta su cui si erano concentrate alcune osservazioni della Commissione. Anita Pili ha infine confermato la volontà della Giunta di assicurare alla Sardegna l’autonomia energetica “sfruttando le risorse rinnovabile a nostra disposizione».

Condivisione sulle linee generali del Testo Unico ha espresso anche il presidente dell’Anci Emiliano Deiana: «E’ positivo che su argomenti di questa portata si cerchi un’ampia condivisione – ha sottolineato Deiana – la transizione verso un modello di sviluppo differente è un obiettivo che dobbiamo darci tutti perché è lì che risiede il futuro delle nostre comunità».

Il presidente dell’Anci ha espresso un giudizio favorevole sulla istituzione delle comunità energetiche a patto che queste favoriscano ricadute economiche per le comunità locali. «In passato, gli interventi sono stati lasciati ai privati che avevano il legittimo obiettivo di produrre utili. Spesso, questi investimenti, hanno coinciso con una forte contrazione delle risorse pubbliche nei confronti degli enti locali. Le comunità energetiche e il concetto di autoproduzione vanno nella direzione opposta. Le comunità diventano protagoniste di un nuovo modello di sviluppo».

Un altro punto su cui ha insistito Deiana è quello della programmazione: «C’è bisogno di interventi di ampio respiro, fatti su base sovracomunale che integrino le diverse fonti di energia rinnovabile. Un altro aspetto riguarda le autorizzazioni:  abbiamo assistito a interventi fatti sopra la testa delle comunità locali, in futuro la voce dei sindaci dovrà trovare ascolto pur in un quadro di programmazione regionale. E’ questa la chiave di volta per passare dall’anarchia alla programmazione seria ».

Positivo anche il giudizio delle forze datoriali. Il presidente di Confindustria Maurizio De Pascale ha espresso soddisfazione per l’avvio di un percorso che “mira a definire un quadro strategico in materia di politica energetica regionale, coerente con gli indirizzi comunitari e nazionali”.

Da Pascale ha suggerito alcune modifiche al Testo, in particolare sulle Comunità energetiche: «Perché non prevedere che possano essere costituite anche su iniziativa di privati e non solo di uno o più enti locali? La direttiva europea 2018/2001 mira infatti a liberalizzare, promuovere e diffondere l’autoconsumo collettivo di cittadini e imprese prescindendo da un intervento pubblico». Favorevole anche il giudizio sull’introduzione del reddito energetico regionale: «L’autorizzazione dei nuovi impianti dovrà però puntare necessariamente allo snellimento e alla semplificazione delle procedure».

Il numero uno di Confindustria, infine, ha richiamato l’attenzione della Commissione su un tema centrale per le parti datoriali: la metanizzazione della Sardegna: «La realizzazione della dorsale (e dei rigassificatori per alimentarla) è un’opera fondamentale – ha concluso De Pascale – l’abbandono del carbone entro il 2025 potrebbe aver effetti devastanti sul settore produttivo regionali. Le due centrali di Fiumesanto e del Sulcis dipendono interamente dal carbone. Il Pears dovrà prevedere una loro riconversione per governare le conseguenze occupazionali e d economiche di un settore che dà lavoro ad oltre 2000 persone».

Sulla stessa lunghezza d’onda il direttore di Confapi Giorgio Del Piano: «Condividiamo la filosofia del Testo Unico che punta alla coesione economica e sociale mediante il sostegno alle fasce più deboli con l’istituzione del reddito energetico. Bene anche l’obiettivo della tutela dell’ambiente e dello sviluppo economico del territorio grazie alla possibilità di creare una filiera locale nel settore dell’installazione, manutenzione e gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili».

Del Piano ha poi invitato la Commissione a guardare con attenzione al nuovo scenario disegnato dall’Unione Europea che prevede uno stanziamento di 1000 miliardi di euro in 10 anni per il Green Deal, finalizzato all’azzeramento delle emissioni inquinanti entro il 2050: « I negoziati sono in corso. La Sardegna deve aver un ruolo attivo per la definizione degli interventi e la destinazione delle risorse alle regioni europee ancora fortemente legate al carbone».




Imposta di sbarco, audizioni armatori e società di gestione degli aeroporti

Cagliari, 6 febbraio 2020 – La Quinta Commissione del Consiglio regionale ha concluso il primo ciclo di audizioni sulla proposta di legge di istituzione dell’imposta regionale di sbarco.

Il parlamentino presieduto da Piero Maieli (Psd’Az) ha sentito i rappresentanti delle compagnie marittime e delle società di gestione degli aeroporti di Cagliari, Olbia e Alghero. Alla seduta ha preso parte anche l’assessore al Turismo Gianni Chessa che ha ribadito l’orientamento della Giunta sull’iniziativa promossa dal consigliere del gruppo Udc-Cambiamo Antonello Peru: «Siamo d’accordo sulla introduzione di un contributo d’ingresso come avviene in tutto il mondo – ha detto Chessa – a condizione che non si sovrapponga ad altri balzelli già in vigore come la tassa di soggiorno. Il turista che viene in Sardegna deve pagare il giusto e trovare servizi efficienti».

Di diverso avviso i rappresentanti delle compagnie marittime e delle società di gestione degli aeroporti: «L’imposta di sbarco è, di fatto, un secondo balzello che si aggiunge alla tassa di soggiorno – ha detto Franco Del Giudice di Assoarmatori – la prima non può escludere la seconda. La tassa di soggiorno è infatti disciplinata da una legge nazionale. Non credo che i comuni costieri che oggi fanno cassa con la tassa di soggiorno siano disposti a rinunciarvi a cuor leggero. Un’imposta di sbarco avrebbe un impatto negativo sui turisti perché, soprattutto nei mesi di spalla, andrebbe ad incidere pesantemente sul prezzo dei biglietti delle navi». Giudizio condiviso dai rappresentati del Gruppo Grimaldi, l’amministratore delegato Eugenio Cossu e il Line Manager Giovanni Balletta: «Le compagnie marittime si trovano oggi in grande difficoltà per gli effetti prodotti dalle nuove direttive che hanno determinato un aumento importante del prezzo dei carburanti – hanno detto – aggiungere oggi un altro elemento come l’imposta di sbarco rischia di mettere in crisi sia il settore passeggeri che quello merci. L’introduzione di una nuova imposta avrebbe effetti disincentivanti sui flussi turistici diretti in Sardegna».

Sulla stessa linea il rappresentante del Gruppo Tirrenia Ivan Caddeo: «Le compagnie che operano sulle rotte interessate dagli oneri di servizio viaggiano in passivo durante i mesi invernali. La previsione di una tassa di sbarco di 5 euro avrebbe effetti fortemente impattanti sulla sensibilità dei passeggeri perché andrebbe a incidere sulla capacità di spesa delle famiglie e sui loro programmi di viaggio».

Forti perplessità anche dai rappresentanti della società aeroportuali preoccupati soprattutto per i disagi che un’imposta di sbarco potrebbe creare negli scali: «Questa misura rischia di creare ulteriori difficoltà a un sistema già provato dai problemi della continuità territoriale aerea – ha detto Renato Branca, direttore organizzativo della Sogaer – per riscuotere l’imposta occorrerebbe prevedere un controllo in ingresso per verificare le esenzioni riconosciute ai residenti e a chi viaggia per motivi di lavoro. Si creerebbe una situazione di caos difficile da risolvere dal punto di vista gestionale». Per Lucio Murru, direttore commerciale della Geasar, il progetto di legge «non è coerente con gli sforzi fatti dalla Regione e dalla società aeroportuali finalizzati a riposizionare la Sardegna nel Mediterraneo e contrastare la concorrenza di nazioni come Spagna, Francia, Grecia e i paesi del Nord Africa. Uno dei limiti della nostra Isola è che è considerata troppo cara. L’introduzione di una nuova imposta potrebbe rafforzare i nostri competitor». Contrario all’imposta di sbarco anche Alberto Perini, direttore generale di Sogeaal, secondo il quale: «un nuovo balzello andrebbe ad incidere sulle scelte dei vettori aerei. Le compagnie ragionano sul costo dei biglietti, per ogni passeggero c’è già una tassa addizionale comunale di 6,5 euro. Prevederne altri 5 avrebbe un impatto negativo sulle scelte dei vettori e degli stessi passeggeri».

Alle considerazioni dei rappresentanti degli armatori e delle società di gestione aeroportuali ha replicato Antonello Peru: «Non si tratta di una tassa ma di un contributo d’ingresso. La finalità della legge è quella di far pagare meno i turisti che vengono in Sardegna – ha sottolineato Peru – è una misura completamente diversa dalla tassa di soggiorno applicata oggi da pochi comuni della Sardegna. In questo caso, i turisti pagheranno una sola volta con la certezza di vedere i loro denari destinati al miglioramento dei servizi. Il nostro obiettivo è eliminare la tassa di soggiorno prevedendo compensazioni per i comuni costieri che attualmente la applicano». Di diverso avviso il consigliere d’opposizione Gianfranco Satta secondo il quale le argomentazioni degli armatori e delle società di gestione degli aeroporti non fanno che confermare le perplessità avanzate dall’opposizione sulla proposta di legge. «Prevedere una nuova imposta in un momento di forte difficoltà per il sistema turistico provocato dalle incertezze sulla continuità territoriale sarebbe devastante».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, al termine della seduto ha annunciato ulteriori approfondimenti sulla proposta di legge: « La Commissione vuole arrivare a un testo condiviso, aperto ai contributi di tutti, che fornisca uno strumento utili per incentivare l’industria delle vacanze. Nessuno pensa a una sovrapposizione di imposte. Occorre ribaltare il concetto, il messaggio da veicolare è questo: in Sardegna si paga di meno e lo si fa una sola volta. E’ importante lavorare sulla comunicazione e spiegare a tutti gli operatori che questa proposta di legge mira allo sviluppo turistico dell’Isola. Il gettito previsto dall’imposta di sbarco, stimato in circa 40/50 milioni di euro, verrebbe infatti destinato agli investimenti per il settore».




Commissione Sanità: audizioni delle associazioni dei malati oncologici

Commissione Sanità: audizioni delle associazioni dei malati oncologici

Cagliari, 30 gennaio 2019La commissione Sanità, presieduta da Domenico Gallus (Udc) ha ascoltato i rappresentanti delle associazioni dei malati oncologici.

In tutti gli interventi (hanno parlato Maria Grazia Caligaris di Socialismo, diritti e riforme, Alfredo Schirru della Lilt di Cagliari, Francesca Pisu di Sinergia territoriale, Salvatore Piu di Cittadinanza attiva, Vanna Fenu del Comitato ex pazienti di Decimomannu, Giorgio Vargiu di Adiconsum e Mercedes Licheri della Lilt di Oristano) è stata sottolineata la necessità di migliorare il rapporto con le istituzioni regionali, chiamate a dare risposte, punti di riferimento e prospettive ai malati oncologici, aprendosi di più al contributo propositivo e qualificato dell’associazionismo.

Secondo i rappresentanti dei pazienti la qualità complessiva del servizio sanitario in oncologia è peggiorata, soprattutto a causa della politica degli “accorpamenti” portata avanti sia negli anni precedenti (Businco-Brotzu) che annunciata per il futuro (Policlinico universitario).

Al di là dei problemi più evidenti della chemio-terapia nel centro di riferimento regionale del Businco di Cagliari, emerge che tutta la struttura è in grande sofferenza: ritardi nella diagnostica (con liste d’attesa di 40/50 giorni) nell’utilizzo della sale operatorie (attese di 6/8 ore) e, sul piano organizzativo, nella predisposizione del registro regionale dei tumori. In definitiva, i disagi per i pazienti sono aumentati perché manca ancora una “rete oncologica territoriale” che metta al centro la specificità del paziente e della sua famiglia e garantisca alle persone, oltre alle cure, il necessario supporto psicologico.

Qualcosa si sta muovendo, hanno detto ancora le associazioni esprimendo apprezzamento per le nuove strutture del Santissima Trinità ed Is Mirrionis, ma ciò che più interessa è una nuova prospettiva dell’oncologia in Sardegna che auspichiamo sia anche il risultato di una condivisione delle scelte e degli obiettivi.

Nelle conclusioni il presidente Domenico Gallus ha affermato di condividere molti dei contenuti che le associazioni hanno sottoposto alla commissione. Non ho mai provato grande entusiasmo per gli accorpamenti, ha affermato, e comunque li discuteremo entrando nel merito prestando la massima attenzione al paziente ed alla qualità del servizio.

Sono convinto, ha aggiunto, che una buona riforma debba essere fondata sul decentramento e non sui grandi ospedali, perché sul territorio si fa meglio la prevenzione, si risparmia e le risposte sono più rapide ed efficaci. Concentreremo quindi il nostro impegno, fra l’altro, proprio nella costruzione di una “rete” oncologica efficiente.

Il supporto psicologico ai pazienti oncologici, ha poi sostenuto, è l’elemento centrale di una sanità che guarda al futuro e vuole crescere. E’vero, ha precisato, che in questi anni l’oncologia ha fatto molti passi avanti ma non bisogna dimenticare la percezione delle persone che associano il concetto di tumore a quello di “male incurabile”, con tutto ciò che questo comporta.

Il vice presidente Daniele Cocco si è invece soffermato sul problema delle strutture di breast unit in Sardegna ribadendo la volontà di migliorare anche con questi strumenti la qualità del servizio pubblico. Riprendendo infine le affermazioni del presidente Gallus ha condiviso la scelta di accompagnare le buone cure ad un supporto psicologico dei pazienti, mettendo l’accento sul fatto che il malato oncologico ha il particolare bisogno di sentire attorno a se un “ambiente” inclusivo, positivo ed accogliente.




Consorzi di bonifica, audizioni in quinta commissione

Cagliari, 24 ottobre 2019 –  Una riforma complessiva dei Consorzi di Bonifica a partire da una rivisitazione della normativa vigente. E’ la richiesta avanzata da tutti i rappresentanti dei Consorzi della Sardegna sentiti questa mattina dalla Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale.

«Le modifiche apportate dalla legge 48 del 2018 alla precedente disciplina (legge n.6 del 2008) hanno creato situazioni di confusione che si ripercuotono sui servizi offerti all’agricoltura – ha detto Pietro Zirattu presidente dell’Anbi, l’associazione che riunisce tutti i Consorzi di Bonifica dell’Isola – tra queste il passaggio di competenze nella gestione delle dighe e negli interventi di infrastrutturazione del sistema irriguo. Occorre avere un quadro normativo chiaro. I Consorzi, insieme alle associazioni agricole, hanno elaborato una proposta. Siamo pronti a un confronto con la Regione che permetta di migliorare i servizi in agricoltura».

Criticità e disagi vengono segnalati da tutti i territori. I presidenti dei Consorzi della Sardegna Meridionale, Nurra, Nord Sardegna, Gallura e Ogliastra e il Commissario del Consorzio di Oristano li hanno elencati nel dettaglio alla Commissione presieduta da Piero Maieli. Tra questi la necessità di un’accelerazione nelle procedura per la stabilizzazione dei lavoratori precari, l’esigenza di una congrua dotazione finanziaria per gli interventi di manutenzione straordinaria della rete irrigua, un piano per l’accorpamento e il riordino fondiario.

I presidenti dei Consorzi hanno poi illustrato alcune specifiche situazioni di emergenza.  Come il mancato collaudo dell’impianto per il riutilizzo delle acque reflue a Sassari, opera terminata e mai entrata in funzione. A differenza di quella della Gallura, indicata come esempio virtuoso del riciclo delle acque. Il Consorzio gallurese è pronto a mandare avanti un progetto analogo nella fascia costiera Santa Teresa-Palau, a patto che dalla Regione arrivino i finanziamenti richiesti.

In Ogliastra e nei sub comprensori del Nord Sardegna (Chilivani, Perfugas e Bassa Valle del Coghinas) il principale problema per gli agricoltori è rappresentato dalle difficoltà  di approvvigionamento idrico. Dai Consorzi sono arrivate richieste specifiche: lo sblocco di 5 milioni di euro per ampliare le aree irrigue in Ogliastra nei territori di Cardedu e Barisardo, un intervento di ristrutturazione della diga di Pattada, collaudata per 72 milioni di metri cubi nel 2002 e oggi, a causa di problemi strutturali,  con un invaso autorizzato di appena 34 milioni.

L’operato dei Consorzi, ma questo è un fatto noto da tempo, deve inoltre scontrarsi con l’obsolescenza delle reti irrigue. Gli impianti, costruiti nella stragrande maggioranza dei casi negli anni 50-60, sono ormai arrivati a fine ciclo. I continui interventi di manutenzione costano alla Regione decine di milioni di euro. «Servirebbe un piano straordinario per il rifacimento della rete che però richiederebbe un’ingente quantità di denaro – ha aggiunto Zirattu – intanto però si potrebbe intervenire per abbattere i costi dell’energia, magari con progetti di utilizzo delle rinnovabili. L’obiettivo finale deve essere sempre quello di dare acqua agli agricoltori a costi accessibili».

Il presidente Piero Maieli, ha assicurato il massimo impegno della Commissione: «E’ nostra intenzione procedere a una riforma complessiva del settore, nelle prossime settimane convocheremo anche i vertici di Enas, dei Distretti irrigui e le associazioni di categoria per ascoltare altri suggerimenti e proposte».

Successivamente la Commissione ha ascoltato anche i rappresentanti dell’associazione dei produttori di carciofi di Ittiri che da tempo lamentano continui disservizi nell’erogazione dell’acqua per i campi.

«La Regione aveva finanziato un intervento di 2,2 milioni di euro su una vecchia condotta del Bidighinzu per l’irrigazione della Valle dei Giunchi, quegli interventi non sono stati ancora portati a termine – ha spiegato il presidente dell’Associazione Salvatore Sanna – la nostra è una zona dove si produce un carciofo di altissima qualità, molto apprezzato nei mercati del Nord Italia. Potremmo produrre di più e meglio ma non possiamo farlo senza certezze».

Agli agricoltori ha dato rassicurazioni Pietro Zirattu, questa volta nella veste di presidente del Consorzio della Nurra : «I lavori erano stati assegnati a Enas e poi girati al nostro Consorzio. Difficoltà burocratiche hanno impedito finora di portare a termine l’intervento – ha spiegato Zirattu – adesso la situazione si è finalmente sbloccata. Interverremo nei punti critici della condotta per risolvere l’emergenza. Contestualmente presenteremo il progetto  per il rifacimento complessivo dell’infrastruttura idrica. I primi lavori cominceranno al più presto».




Commissioni Cultura e Turismo: audizioni di assessore, Anci ed associazioni sui fondi della legge 7/55

Cagliari, 24 ottobre 2019 – Le commissioni Cultura e Turismo, nella seduta congiunta presieduta da Piero Maieli (Psd’Az) hanno ascoltato l’assessore del Turismo Gianni Chessa sulle problematiche riguardanti la ripartizione dei fondi previsti dalla legge regionale n.7 del 1955, oggetto di un ordine del giorno con la richieste di risorse aggiuntive approvato all’unanimità dal Consiglio regionale il 22 ottobre scorso.

Nella sua relazione l’assessore Chessa ha ricordato che nel 2019 si è registrato un consistente aumento delle domande (181 in più) rispetto all’anno precedente, determinando una situazione di squilibrio fra il fabbisogno (circa 14 milioni) e la disponibilità (6.4 milioni) che ha consolidato la tendenza alla crescita già emersa nelle annualità precedenti. E’chiaro, ha sostenuto l’assessore, che per il futuro bisognerà rivedere la normativa per l’accesso ai fondi regionali superando la logica del “pozzo senza fondo” ma, per il presente, è necessario individuare una soluzione sostenibile in linea con il contenuto dell’ordine del giorno votato dal Consiglio, tenendo però presente che non abbiamo voci di bilancio “libere” e che, quindi, si dovrà procedere in tempi brevi ad una variazione.

Successivamente ha preso la parola il presidente dell’Anci Sardegna Emiliano Deiana che ha chiesto alla commissione “uno sforzo importante” per sanare una situazione diventata oggettivamente molto difficile nella parte finale dell’anno. Deiana ha poi espresso una valutazione positiva sull’ordine del giorno approvato dal Consiglio, dicendosi disponibile a lavorare ad una riforma organica della normativa regionale, condivisa con le autonomie locali.

I rappresentati delle associazioni dei settori cultura e spettacolo hanno messo l’accento soprattutto su tre punti: il ritardo con il quale sono state pubblicate le graduatorie, la difficoltà di far confluire in una programmazione unitaria le tempistiche di diversi enti pubblici ed i rapporti con sempre facili con gli uffici della Regione. La nostra preoccupazione, hanno sintetizzato, è che la mancanza di una soluzione positiva per il 2019 metta in pericolo anche la nostra capacità di stare sul mercato nelle annualità successive. Le associazioni hanno manifestato infine la massima apertura verso una riforma complessiva della legge regionale di settore, assicurando il loro contributo costruttivo.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri regionali Francesco Stara, Laura Caddeo e Francesco Agus dei Progressisti, Desirè Manca del M5S e Piero Comandini del Pd.




Consorzi industriali e Zir, audizioni in Quinta commissione

Riordino Consorzi industriali e liquidazione Zir: audizioni della Commissione “Attività Produttive”

 

Cagliari, 10 ottobre 2019 –  La Quinta Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha concluso il primo ciclo di audizioni sul progetto di riordino dei Consorzi industriali della Sardegna e sulla situazione delle Zone industriali di interesse regionale.

All’esame del parlamentino guidato da Piero Maieli, la proposta presentata da Stefano Tunis (Sardegna20Venti) per la modifica della legge regionale n.10 del 2008. Due gli obiettivi della riforma: allineare la normativa regionale a quella nazionale in modo da avere un quadro di riferimento omogeneo e rendere più agili le procedure per la liquidazione delle Zir.

 

CONSORZI INDUSTRIALI

La Commissione, presente anche l’assessore all’Industria Anita Pili, ha sentito i rappresentanti dei Consorzi industriali di Cagliari, Nuoro, Sassari, Oristano, Ogliastra, Sulcis Iglesiente, Medio Campidano e Gallura che hanno espresso forti perplessità su alcuni contenuti della proposta di legge firmata da Stefano Tunis.

Pur condividendo l’esigenza di procedere a una legge di riordino della materia, i presidenti dei Consorzi hanno manifestato preoccupazione su due aspetti fondamentali: la previsione dell’ingresso di un rappresentante della Regione nell’assemblea e nel Cda consortile e l’attribuzione allo stesso Cda di alcune funzioni di carattere gestionale. Nel primo caso – ha spiegato il presidente del Consorzio industriale di Cagliari Salvatore Mattana a nome di tutti i Consorzi della Sardegna – si tratta di una decisione illegittima in quanto i Consorzi sono enti strumentali dei comuni assoggettati alla disciplina del T.U sugli Enti Locali. Nel secondo, si va contro le previsioni della legge 10/98 e del DL n39/2013 che sanciscono una netta separazione tra funzioni di indirizzo e funzioni gestionali attribuendo le seconde esclusivamente alle strutture amministrative». Per questo motivo i rappresentanti dei Consorzi hanno chiesto un’attenta riflessione su questi due aspetti e avanzato la proposta di istituire un tavolo tecnico per concordare un piano triennale di sviluppo industriale.

«Siamo aperti a tutti i suggerimenti – ha replicato l’assessore all’Industria Pili – non c’è nessuna volontà di ledere l’autonomia degli enti locali, il nostro intendimento è solo quello di creare un coordinamento regionale per le politiche industriali».

Sulla stessa lunghezza d’onda il proponente della legge di riforma: «Condivido l’idea che i comuni siano i protagonisti delle politiche industriali territoriali – ha detto Stefano Tunis – serve però una regia regionale. La legge è in itinere, accogliamo con piacere proposte e suggerimenti».

CONFINDUSTRIA E CONFAPI

Successivamente sono stati sentiti il presidente regionale di Confindustria Maurizio De Pascale e Francesco Ginesu, componente della Giunta esecutiva di Confapi con delega alle aree industriali.

De Pascale ha espresso apprezzamento per la presentazione di una proposta di legger di riordino dei consorzi industriali. «E’ un settore che soffre – ha rimarcato De Pascale  –  i nostri consorziati lamentano carenze infrastrutturali in molte aree produttive, come l’assenza della fibra ottica, e collegamenti interni precari come avviene per la cantieristica in Ogliastra. C’è bisogno di un intervento complessivo». Sulla modifica degli organismi, De Pascale ha espresso dubbi sull’istituzione del Comitato di indirizzo tecnico presso l’assessorato: «Mi sembra di capire che sarà composto da una settantina di persone – ha affermato il numero uno di Confindustria – mi sembrano troppi. C’è bisogno di una struttura più agile e veloce. Ciò che salta all’occhio è la totale assenza degli imprenditori».

Aspetto sul quale si è soffermato anche Francesco Ginesu (Confapi): «Nei Cda dei consorzi sono presenti le Camere di Commercio che non necessariamente nominano un esponente delle industrie o delle piccole e medie imprese. Ciò che interessa la nostra associazione è che la legge di riordino permetta di migliorare le condizioni di chi fa impresa».

Le audizioni si sono concluse con l’intervento dei commissari delle Zir e del presidente dell’Anci Emiliano Deiana.

ANCI

Il rappresentante dell’associazione dei Comuni ha manifestato contrarietà alla progetto di riordino dei Consorzi presentata dal consigliere Tunis: «La proposta mette a rischio il principio di sussidiarietà. Le riforme si fanno partendo dal livello più vicino ai cittadini che sono i comuni – ha detto Deiana – ci inquieta l’intromissione della Regione all’interno di organismi che devono essere di esclusiva competenza degli enti locali». Critica anche la posizione sul trasferimento di funzioni: «Questa proposta di riordino mischia funzioni gestionali e di indirizzo politico – ha proseguito Deiana – le due cose devono invece rimanere distinte».

ZIR

Sono intervenuti infine i commissari delle Zir di Nuoro, Tempio, Chilivani-Ozieri e Sassari che hanno illustrato la situazione finanziaria degli enti e lo stato dell’arte sull’iter di liquidazione. A parte Tempio, che dovrebbe concludere la procedura il prossimo 4 novembre, le altre tre realtà affrontano invece serie difficoltà dovute a una situazione debitoria importante che impedisce la conclusione dell’iter liquidatorio. Tra le maggiori criticità il rapporto delle Zir con Abbanoa che ha dato vita a lunghi contenziosi legali e impedito, di fatto, il passaggio delle funzioni ai comuni.

Nel dibattito sono intervenuti i consiglieri Salvatore Corrias e Gigi Piano del Pd che hanno sottolineato la necessità di garantire gli spazi di autonomia degli enti locali nei consorzi e auspicato una soluzione rapida per le Zir; Emanuele Cera (Forza Italia) che ha rimarcato l’esigenza una valutazione specifica delle diverse situazioni in cui si trovano Consorzi industriali e Zir. Quasi tutte le forze politiche hanno manifestato la necessità  di procedere a una legge di riordino tenendo presenti i suggerimenti di tutti i soggetti interessati nel rispetto delle prerogative delle autonomie locali e delle forze produttive. «C’è bisogno di fare chiarezza su tutti gli aspetti – ha detto Giorgio Oppi – questa è una materia delicata che ha bisogno di una riflessione seria altrimenti si rischia di fare danni».

Critica, invece la posizione di Gian Franco Satta (Progressisti): «C’è la necessità di approfondire. Non capisco tutta questa fretta di portare all’attenzione della Commissione una proposta di legge che fa acqua da tutte le parti».

Il presidente della Commissione Piero Maieli, al termine delle audizioni, ha indicato la strada da seguire: «Non c’è niente di definitivo. La proposta è aperta a suggerimenti ed eventuali modifiche. Per il momento siamo in una fase interlocutoria. La decisione di sentire tutti gli operatori del settore va proprio in questa direzione. La Commissione punta a un provvedimento condiviso che fornisca strumenti efficaci per lo sviluppo».




Commissione Governo del territorio: audizioni del sindacati dei balneari

Commissione Governo del territorio: audizioni dei sindacati degli operatori turistici balneari su manufatti amovibili ed interventi edilizi sui litoraLI

 

Cagliari, 16 luglio 2019 – La commissione Governo del territorio presieduta da Giuseppe Talanas ha ascoltato i rappresentanti sindacali (Federbalneari, Sib, Fiba, concessionari demaniali di Quartu) degli operatori turistici balneari sulle principali problematiche della categoria.

Gli operatori, in apertura, hanno sottolineato con preoccupazione che la scarsa chiarezza della normativa regionale vigente (legge 11/2017, legge 8/2015) ha dato origine ad interpretazioni diversificate ed in alcuni casi opposte da parte degli uffici tecnici comunali, aumentando il contenzioso amministrativo e in certe situazioni le case penali.

Inoltre, hanno detto ancora i sindacalisti, sta emergendo un contrato evidente fra legislazione regionale e nazionale fiscale, nel senso che quest’ultima privilegia il principio, affermato fra l’altro da una giurisprudenza ricorrente, che i manufatti seguono il regime annuale delle concessioni e quindi non si giustificherebbero le operazioni di smontaggio e montaggio dei fabbricati stagionali richiesto nei Comuni non provvisti di Pul (Piano urbano dei litorali). Lo stesso principio, inoltre, viene applicato dall’amministrazione fiscale, che richiede il versamento annuale delle tasse, e da quella del demanio, che ha sollecitato formalmente i concessionari ad accatastare le strutture.

Noi vorremmo lavorare in un quadro di regole certe e per tutto l’anno, hanno auspicato i rappresentati sindacali dei balneari, suggerendo che in attesa della nuova legge urbanistica sia modificata la legge regionale 11/2017 nella parte in cui prevede l’obbligo di smontare le strutture al termine della stagione per poi rimetterle in piedi in quella successiva. Tanto più, hanno aggiunto, che solo una piccola parte dei Comuni sardi si sono dotati di Pul. Secondo suggerimento rivolto alla Regione, quello di predisporre linee guida sulla materia in modo da agevolare il lavoro degli uffici tecnici comunali.

Nel dibattito hanno preso la parola i consiglieri regionali Antonio Piu e Maria Laura Orrù (Progressisti), Roberto Li Gioi (M5S), Michele Ennas (Lega), Michele Cossa (Riformatori) e Francesco Mura (Fdi).

Il presidente della commissione Talanas ha affermato fra l’altro che i rilievi degli operatori meritano la massima attenzione ed è quindi utile ascoltare gli assessori dell’Urbanistica e del Turismo, soprattutto per quanto riguarda la puntuale definizione delle competenze fra legislazione regionale e nazionale.




II^ commissione: gestione dei beni culturali, audizioni sulla Pl 424

II^ commissione: gestione dei beni culturali, audizioni sulla Pl 424

Cagliari 8 gennaio 2018. La Seconda commissione, presieduta da Piero Comandini (Pd), si è riunita, nelle ore precedenti l’odierna seduta del Consiglio regionale, per svolgere una serie di audizioni sulla proposta di legge n.424 (Sabatini e più) finalizzata all’istituzione della “Fondazione Sardegna per la gestione dei beni culturali degli istituti e dei  luoghi della cultura”.

Nel parlamentino della Cultura, il rappresentante di Legacoop, Jose Moica, e quello di Confcooperative. Marco Benoni, hanno affermato la loro contrarietà al proposto ente unico regionale per la gestione dei siti archeologici , dei musei e dei luoghi della cultura sarda, lamentando rischi sia per la stabilizzazione del personale attualmente impiegato dalle ditte che si sono aggiudicati gli appalti pubblici, nonché una serie di difficoltà amministrative e procedurali. A favore di un “passaggio agevolato” del personale delle ditte (in gran parte coop) nella eventuale fondazione regionale si è invece espresso Ignazio Marci, in rappresentanza del comitato “Nessuno a Casa” che raggruppa un numero consistente di lavoratori che lamentano da tempo ritardi nei pagamenti delle retribuzioni e una sostanziale incertezza lavorativa, derivante dal cattivo funzionamento del sistema di gestione dei siti e dei beni museali e archeologici.

A sostegno del provvedimento si sono espressi anche, seppur con differenti sottolineature critiche,  il presidente della commissione Bilancio, Franco Sabatini (Pd), il consigliere del Misto, Angelo Carta, e del Pd, Rossella Pinna e Mario Tendas.

 




Audizioni in V Commissione su Finanziario 2018, Consorzi di bonifica e crisi della pesca.

Cagliari, 15 novembre 2018 – Mattinata di audizioni in Commissione “Attività Produttive” su tre diverse tematiche: legge finanziaria 2018, crisi del settore pesca e situazione dei lavoratori avventizi dei Consorzi di Bonifica.

 

CONSORZI DI BONIFICA:

La soluzione per i 180 lavoratori precari dei Consorzi di Bonifica di Oristano e della Sardegna Meridionale potrebbe arrivare con la prossima legge finanziaria. L’assessore all’Agricoltura Pierluigi Caria ha infatti annunciati in Commissione la presentazione di un emendamento per la stabilizzazione dei lavoratori. «E’ un’operazione che non comporta costi aggiuntivi per le casse della Regione – ha detto Caria – la Giunta intende dare attuazione a quanto previsto dalla legge 6 del 2008».

Sulla vertenza degli avventizi dei Consorzi di Bonifica, la Commissione ha sentito in mattinata anche i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Da tutti è arrivata la richiesta di procedere in tempi rapidi alla stabilizzazione dei lavoratori: «Il ruolo dei Consorzi di bonifica, alla luce degli ultimi eventi calamitosi, è sempre più importante sul fronte della prevenzione ambientale e della mitigazione del richio idrogeologico – ha detto Manuele Incani della Fai Cisl – attualmente i Consorzi di Oristano e della Sardegna Meridionale hanno organici carenti e ricorrono a lavoratori avventizi. Molti di questi prestano la loro opera da oltre 25 anni. E’ arrivato il momento di riconoscere il loro lavoro. Sarebbe un atto di giustizia e un passo in avanti per garantire servizi più efficienti».

«E’ un’operazione a basso costo – ha aggiunto Gaia Garau della Uila-Uil – attualmente i lavoratori precari impiegati per 8 mesi percepiscono un’indennità superiore rispetto ai lavoratori assunti a tempo indeterminato. Il loro passaggio nella pianta organica dei Consorzi comporterebbe un esborso minimo, circa 800mila euro per 180 lavoratori. La stabilizzazione consentirebbe inoltre di garantire le attività di manutenzione del territorio per tutto l’anno».

«C’è una legge vecchia di 10 anni (la n.6 del 2008 ndr) che non è mai stata applicata – ha affermato Gabriele Virdis della Flai Cgil – la Regione ha il dovere di applicarla e di procedere alle stabilizzazioni previste. Chiediamo che i lavoratori precari, impegnati attualmente per 8 mesi all’anno, vengano assunti a tempo indeterminato. Chiediamo inoltre di dare certezza anche agli operai che vengono chiamati saltuariamente (escavatoristi. saldatori. etc)».

A favore della stabilizzazione si sono espressi tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione Gigi Rubiu e Gianni Lampis di Fratelli d’Italia, Antonio Solinas, Mario Tendas, Valerio Meloni, Piero Comandini e Alessandro Collu del Pd.

 

CRISI DELLA PESCA:

La Commissione ha sentito in mattinata i rappresentanti degli armatori di Porto Torres, Lorenzo Nieddu e Costantino Cossu.

«Da tre anni non riceviamo gli indennizzi per il fermo biologico – hanno detto Cossu e Nieddu – subiamo inoltre il peso dei vincoli regionali che si aggiungono a quelli nazionali. Il nostro settore è in forte difficoltà, serve un intervento urgente della Regione». Secondo i rappresentanti degli armatori turritani, le attuali norme sulla pesca a strascico penalizzano fortemente i pescatori sardi: «Le prescrizioni nazionali ci impediscono di pescare entro le 3 miglia dalla costa, la Regione impone un ulteriore limite che porta il divieto a 4 miglia. Così è troppo».

L’ex assessore all’agricoltura Oscar Cherchi è intervenuto nel dibattito per chiarire la questione degli indennizzi: «L’Unione Europea vieta i risarcimenti per il fermo biologico perché li considera aiuti di stato. L’unica possibilità di intervento è rappresentata dai fondi erogati con il regime de minimis – ha detto Cherchi – quanto ai limiti, si possono apportare delle modifiche ma serve un pronunciamento del Comitato regionale della Pesca nel quale credo che anche voi siate rappresentati».

Più attenzione per il settore ha invocato il consigliere di Fratelli d’Italia Gigi Rubiu: «La competenza è attualmente in capo all’assessorato dell’Agricoltura già oberato da mille incombenze – ha detto Rubiu – da tempo chiedo di istituire un Dipartimento per la Pesca che si occupi dei problemi specifici del settore».

 

LEGGE FINANZIARIA

Sulle parti di competenza della manovra finanziaria 2018, la Commissione ha sentito gli assessori all’Agricoltura e all’Industria Pierluigi Caria e Maria Grazia Piras.

«Le esigenze del mio assessorato hanno trovato quasi tutte copertura finanziaria – ha detto Caria – in particolare abbiamo reperito i 17 milioni di euro necessari al funzionamento di tutti i Gal della Sardegna. In questo modo potranno essere recuperati anche i due Gal della Romangia e dell’Anglona inizialmente esclusi dai Piani di azione locale 2014-2020».

Caria ha poi espresso rammarico per l’esito della partita sugli accantonamenti. «Senza quei soldi da restituire allo Stato avremmo potuto soddisfare tante altre richieste. In ogni caso presenteremo alcuni emendamenti per ottenere risorse aggiuntive per i piani integrati di filiera (10 milioni di euro), per il primo insediamento dei giovani in agricoltura (25 milioni) per il bando sulle strade rurali (15 milioni). Se accolto, l’emendamento sul primo insediamento in agricoltura consentirebbe di evadere tutte le domande presentate e non finanziate a causa dell’esaurimento dei fondi del Psr»

L’assessore Piras invece ha spiegato che una grossa fetta degli stanziamenti per l’industria previsti nella manovra 2018 anche quest’anno andranno a coprire le spese delle società partecipate (Igea, Carbosulcis e Nuova Mineraria Silius). «Abbiamo poi previsto uno stanziamento per la miniera di Olmedo – ha detto Piras – l’avviso di vendita è purtroppo andato deserto. Ora, in attesa di un’eventuale interessamento all’acquisto, è necessario mettere il sito in sicurezza e garantire le attività di  sorveglianza».

L’assessorato, infine, ha inserito in bilancio anche le risorse per la metanizzazione dell’Isola: «Abbiamo rifinanziato il capitolo che lo scorso anno era stato svuotato per coprire le emergenze del settore ovicaprino». (Psp)