Chiude con un bilancio positivo la terza edizione della vetrina dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura” Soddisfazione di organizzatori e Aes

L’assessora alla Cultura di Tempio, Monica Liguori

TEMPIO PAUSANIA. Si è conclusa con la lectio magistralis di Bachisio Bandinu, autore de “La scena nascosta (come ci vediamo), pubblicato da Il Maestrale, l’evento diffuso di promozione dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura”.

Nel libro è indagato il versante linguistico dell’identità dei sardi. Per Bandinu, il modo in cui il sardo prende la parola è un indice del suo profilo identitario, orgoglioso e sofferto nello stesso tempo: “La negazione appartiene profondamente al parlare sardo, tant’è che, quando parliamo, tendiamo a dire in sardo che le cose brutte sono semplicemente non belle. Questa ritrosia, questo impaccio è l’effetto di dominazioni secolari che hanno provocato un blocco. E così, nel negare, abbiamo imparato a minare ciò che affermano i dominatori”. E ancora: “Il parlare laconico dei sardi era prima silenzio, oggi è mutismo; ma chi non parla oggi non esiste; una volta il silenzio era linguaggio e rimanda a quel dire sotterraneo che fa sì che i sardi non dicano, ma, in un certo senso, mandino a dire”. Una relazione, quella di Bandinu, che ha fatto da degno suggello all’intera rassegna, al termine di una serata caratterizzata dalla partecipazione di altri due autori.

Il primo, Fabrizio Raccis, poeta cagliaritano e studioso di Edgar Allan Poe, ha guidato i lettori presenti allo Spazio Faber facendo luce sugli aspetti meno noti e su quelli più discutibili delle tante biografie dello scrittore inglese. “Il mio è un interesse nato negli anni del liceo. Al libro pubblicato con la casa editrice Catartica ho dedicato dieci anni di ricerche. Mi sono così confrontato con il cliché di uno scrittore che dicerie e calunnie hanno raccontato come maledetto e ubriacone”.

“I saggi raccontano” è invece il repertorio di testimonianze sul fenomeno della longevità degli anziani che vivono in Ogliastra, di cui ha parlato con grande passione Gisella Rubiu. Nel libro, pubblicato da Taphros, l’analisi di un fenomeno – la longevità sei sardi dell’interno – che ha anche dei tratti di internazionalità, visto che alcuni Comuni dell’Ogliastra rientrano nella geografia delle poche “blue zone” sparse nel pianeta. “Longevi si diventa – ha dichiarato la ex preside di Villagrande Strisaili – e alla base c’è una saggezza alimentare atavica. I nostri antichi sapevano come mangiare, mai esagerando; dovremmo perciò ascoltarli. Quel che dicono non è poi così diverso da quello che sostiene Greta Thunberg”.

È stata invece affidata agli organizzatori l’ultima edizione sulla vetrina dell’editoria sarda “Qui c’è aria di cultura”, organizzata da Comune di Tempio Pausania e Associazione Editori sardi (AES) grazie al sostegno dall’assessorato regionale alla Cultura e all’Istruzione guidato da Andrea Biancareddu. Lo ha voluto far presente nel suo discorso di commiato l’assessora comunale alla Cultura, Monica Liguori, con l’intervento che ha aperto la terza giornata della kermesse coordinata da Francesco Giorgioni. “Il nostro ringraziamento – ha dichiarato – va rivolto alla Regione e, nello specifico, all’assessore alla Cultura Andrea Biancareddu, che ha il merito di aver fatto sì che questa importante manifestazione si sia svolta a Tempio per tre anni”. Una sottolineatura che anche il sindaco della città gallurese, Gianni Addis, fa sua, rimarcando la positività del bilancio finale della manifestazione:

 “È stato un programma articolato di incontri anche su temi di attualità. Un appuntamento molto apprezzato da chi ha la passione della lettura, oltre che un’occasione per valorizzare il mondo della piccola editoria di qualità e affrontare i problemi del settore”.  Soddisfatto si dichiara anche Andrea Biancareddu: “Manifestazioni importanti come questa contribuiscono a consolidare il ruolo di Tempio tra i punti di riferimento della cultura isolana, essendo, non a caso, città insignita di titoli e riconoscimenti che attestano al suo interno un’alta percentuale di lettori di tutte le età”. A Simonetta Castia, presidente AES, è affidato il giudizio degli editori sardi: «La terza edizione di “Qui c’è aria cultura” ha segnato il ritorno in presenza degli eventi di promozione dell’editoria isolana, dopo due anni di interruzione forzata. Un ritorno alla normalità che va letto in senso costruttivo, all’insegna della normalità di dialogo tra pubblico e privato, con la consapevolezza che questa sia la strada per la creazione di una solida infrastruttura culturale».

Gli autori Giorgioni e Bandinu



L’AES replica a Biancareddu punto per punto. “L’assessore non divaghi e risponda nel merito sui fondi”

“Non trascinatemi in polemiche, non mi interessano. Il dato nuovo è che, a partire dalla prossima stagione, le manifestazioni di promozione del libro saranno organizzate in sinergia con Aes e con gli enti locali. Chi è interessato deve stare in questo schema di collaborazione”.

Con queste dichiarazioni all’insegna del fair play l’assessore regionale alla Pubblica Istruzione Andrea Biancareddu, nel novembre del 2019 inaugurava una nuova stagione politica, dopo la disastrosa esperienza del Salone del libro di Torino.

Nel comunicato stampa diramato oggi (11 settembre) l’assessore invece afferma (in risposta alla denuncia fatta dai vertici AES dell’assenza di interlocuzione) che l’Associazione “pretende a tutti i costi di avere un dialogo diretto e una interlocuzione continua e unica”.

«Occorre chiarire e replicare in maniera incontestabile a queste affermazioni offensive – sostengono i verti AES – con dati e documenti alla mano: AES, in qualità di unica associazione di categoria esistente in Sardegna da quasi 35 anni, in rappresentanza della quasi totalità del comparto e a norma di legge, ha giustamente e doverosamente partecipato ai tavoli tecnici istituiti dall’Assessorato per risolvere le gravissime problematiche, tuttora in corso, generate dall’emergenza sanitaria. Che si aggiungono, a uno scenario di per sé sofferente e non confortato da un adeguato sostegno negli anni.

Si è trattato, come ribadito nel nostro comunicato del 4 settembre scorso, di un tavolo tecnico parzialmente proficuo, perché privo di indirizzo politico, al contrario di quanto dichiara l’assessore Biancareddu. Se è vero che la direzione generale e il settore, disponibili al riguardo, ci hanno ripetutamente invitato a interloquire con la parte politica per ottenere il benestare alla conversione totale dei 220mila euro destinati alla promozione e al sostegno dell’editoria libraria locale, questo perché il solo assessore si opponeva, nel silenzio, alla nostra reiterata richiesta di destinare le risorse non all’AES, si badi bene, ma all’attivazione di bandi volti al sostegno diretto delle aziende del settore e al comparto nel suo insieme.

Abbiamo più volte tentato di avere un dialogo con l’on. Biancareddu, non per velleità di sterile rappresentanza ma per dare una risposta alle sollecitazioni che ci giungevano costantemente dalle case editrici. E che ancora adesso ci giungono. Ma l’assessore non ha mai dato esito alle nostre richieste, non ha siglato alcun riscontro a una corrispondenza elaborata a senso unico, disattendendo non la prassi, ma le basilari regole della politica: la concertazione programmatica con i portatori di interesse.

Purtroppo il comunicato diramato dall’assessorato evidenzia la totale assenza di rispetto, conoscenza e consapevolezza del ruolo svolto dal libro sardo, sia nell’arbitrarietà di giudizio politico su un’associazione che ha il solo torto di essere pluralista, indipendente e politicamente autonoma, che riguardo al suo profilo di alta progettualità e di competenza, di cui anche la Regione si è avvalsa nella diffusione e nella promozione dell’immagine e della cultura della Sardegna nel mondo.

Ci rincresce davvero dover contestare pubblicamente le affermazioni offensive dell’assessore, quando sostiene “che l’AES pretende a tutti i costi di avere un dialogo diretto e una interlocuzione continua e unica. La pretesa richiesta di essere destinatari diretti dei fondi previsti a favore degli Enti locali, per la organizzazione delle fiere regionali destinate alla promozione del libro edito in Sardegna, non può essere accolta e che i medesimi Comuni pianificano, organizzano e gestiscono gli eventi in completa autonomia”.

Sono affermazioni deprecabili e che non corrispondono al vero. In mesi e mesi di contrattazione con la sola struttura, privati di una commissione regionale per l’editoria che pure è prevista dalla legge 22, attivi incessantemente nell’esclusiva azione di difendere i diritti degli editori sardi, abbiamo chiesto di attivare bandi e di avviare un’ampia gamma di azioni a supporto del comparto.

Altresì non corrisponde al vero che la legge 22 è una norma a supporto degli enti locali, bensì delle aziende editrici.

Purtroppo dobbiamo constatare anche in questa sede, e a fronte di dichiarazioni dai toni così aspri e nervosi, che Biancareddu elude ancora una volta la nostra richiesta di aprire una vertenza diretta e sacrosanta sull’impiego di quei minimi fondi, ma ha l’ardire di intavolare un braccio di ferro mediatico e inutile sull’impiego di somme che altri settori considererebbero ridicole.

Non abbiamo alcuna pretesa, se non quella di vigilare in modo serrato e attento sull’applicazione della norma. Ci restano le dichiarazioni insufficienti dell’assessore, che parla solo della Mostra del libro in Sardegna, e tace sui restanti fondi, che pare abbiano preso la strada del proprio Comune di appartenenza».




Editoria Sarda: “Situazione anomala, intervenga Solinas”

Il mutismo dell’assessore Biancareddu sull’utilizzo sospetto di fondi pubblici spinge l’Associazione ad alzare il tiro e chiedere un’immediata pronuncia del governatore

 

CAGLIARI. Non si placano le polemiche tra l’Associazione Editori Sardi e l’assessore regionale alla Cultura Andrea Biancareddu che, alle richieste di rassicurazione sul corretto utilizzo dei fondi regionali destinati all’editoria libraria, risponde con un silenzio tombale. Reiterato.

Una situazione a dir poco anomala – sostengono gli editori – alla quale il direttivo AES replica alzando il tiro e rivolgendosi direttamente al presidente Christian Solinas.

E al numero uno della giunta regionale, attraverso una lettera aperta, i professionisti lamentano non solo la mancanza di un confronto diretto sia con l’assessore che con la sua segreteria. Denunciano “un vuoto di rappresentanza politica che in questi mesi ha impedito la risoluzione delle tante criticità, escludendo peraltro gli editori dal confronto sulla programmazione delle risorse destinate alla promozione del comparto”.

Si fa chiaramente riferimento ai fondi correlati all’organizzazione delle manifestazioni fieristiche locali, sui quali, al momento non è dato sapere nulla se non le scarne notizie trapelate dagli uffici.

E se finora le uniche interlocuzioni hanno riguardato il rapporto con il tavolo editoriale, giudicato in parte proficuo (alla presenza della struttura Servizio editoria e del Direttore generale), il mutismo dell’onorevole Biancareddu e l’esclusione degli editori da scelte di carattere tecnico e programmatico è giudicato come “un fatto inusuale, certamente gravissimo”, che potrebbe portare tra l’altro alla dispersione di risorse per le fiere, ormai non più utilizzabili entro l’anno in quanto le manifestazioni sono state annullate a causa dell’emergenza sanitaria.

Queste risorse – si legge sempre nella nota – sarebbero utilissime per dare immediato ristoro economico alle aziende facenti parte di uno dei settori maggiormente colpiti dal Covid, come riconosciuto peraltro ufficialmente dallo stesso Consiglio regionale attraverso la recente approvazione della Legge 22.

L’ultimo appello dell’AES all’indirizzo dell’assessore regionale alla Pubblica Istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, risale a circa un mese fa, in seguito alla notizia della pianificazione di manifestazioni culturali dalle quali erano stati esclusi gli editori, cioè i naturali destinatari di legge per quanto concerne la destinazione delle risorse economiche.

L’auspicio in un intervento risolutivo di Solinas potrebbe essere l’ultimo tentativo di dialogo degli editori con la Regione, per consentire al comparto di affrontare in maniera più costruttiva e operativa la grave crisi economica di un settore guida nella difesa e nella promozione della cultura sarda.




AES: la crisi dell’Editoria libraria sarda e il silenzio dell’assessore Biancareddu

L’AES lamenta la mancanza di risposte e l’esclusione dalle scelte politiche e istituzionali

Il direttivo: “Chiediamo riscontri sull’utilizzo dei fondi previsti in bilancio per manifestazioni fieristiche locali e il chiarimento sull’impiego delle risorse”

 

CAGLIARI. Fondi per le manifestazioni fieristiche e la promozione dell’editoria: quale utilizzo da parte della Regione? A chiederselo con una certa preoccupazione sono i vertici dell’Associazione Editori sardi che, dopo mesi di sollecitazioni e appelli all’indirizzo di viale Trieste, al momento attendono ancora un segnale da parte dell’assessore regionale alla Pubblica istruzione Andrea Biancareddu.

Il silenzio è divenuto assordante nelle ultime settimane, in seguito alla notizia della pianificazione di manifestazioni culturali che vedrebbero al momento esclusi proprio i naturali destinatari di legge, cioè gli stessi editori, dalle scelte politiche e istituzionali.

«Essendoci giunta l’eco di un evento di promozione dell’editoria sarda a Tempio Pausania – afferma in una nota il direttivo AES – ci siamo rivolti all’amministrazione comunale, che ad oggi non ha dato riscontro, nonostante il vicesindaco avesse auspicato, già dal mese di febbraio, la riedizione della fiera svoltasi lo scorso anno. Allo stesso tempo abbiamo anche potuto apprendere, per bocca dello stesso assessore Biancareddu, intervenuto in conferenza stampa, come l’assessorato sia riuscito a mettere da parte lo stesso importo del 2019 per l’organizzazione di un festival letterario da tenersi in città, durante i mesi estivi. È notizia recente l’assegnazione di questo contributo ad un’associazione tempiese per una rassegna letteraria che avrà luogo a fine agosto, evidentemente non correlata alla promozione dell’editoria sarda».

Le aziende stanno ancora pagando gli effetti del lockdown con danni economici rilevanti. Prova ne sia che la legge salva-imprese n. 22, recentemente approvata dal Consiglio Regionale, individua nell’editoria libraria uno dei settori gravemente penalizzati dal Covid, tanto da porsi il problema della sua sopravvivenza, e con essa della testimonianza più fedele e autentica dei diversi saperi e delle molteplici identità culturali.

Dal mese di marzo in poi – si legge nella stessa nota – sono stati avanzati in Assessorato numerosi appelli e articolate richieste a nome delle oltre trenta aziende editrici attive in Sardegna. Appelli sfociati in forme di sostegno diretto alle attività di promozione delle realtà locali, a seguito della decisione di rimodulare parte delle risorse destinate alla promozione editoriale sarda in ambito nazionale e internazionale, «preferendo [la Regione] supportare le aziende editrici locali nell’attività di promozione delle novità editoriali librarie».

La misura si è resa possibile a seguito della sospensione del Salone del libro di Torino, e per l’impossibilità di programmare e realizzare a medio termine attività fieristiche, anche a livello locale. In questo modo sarà possibile compensare lo scarso sostegno offerto dalle poche risorse ordinarie iscritte in bilancio, peraltro fortemente limitate nella loro sfera di applicazione, perché vincolate, nei criteri, a parametri del tutto superati e fuori mercato.

L’intervento straordinario offerto dalla Regione, pure apprezzabile – lamentano gli editori – non appare sufficiente dal punto di vista economico, per via del budget limitato. Per tutte queste ragioni l’AES ha più volte formulato la richiesta di destinare alle case editrici le ulteriori risorse iscritte nel bilancio, destinate allo svolgimento di manifestazioni fieristiche nel territorio regionale, sulle quali, peraltro, non c’è stata alcuna interlocuzione né compartecipazione programmatica con l’assessore, al quale, in questi lunghi cinque mesi di emergenza, sanitaria e economica, i vertici dell’associazione hanno più volte descritto lo stato di sofferenza delle aziende e la necessità di un sostegno robusto e tempestivo, soprattutto all’interno del tavolo editoriale istituito dalla Regione.

«Ci sfuggono i motivi per i quali non sia più stato consentito alle case editrici e all’AES un confronto diretto sulle linee politiche da adottare – affermano gli editori – e ci duole constatare che questo ostinato silenzio e l’assenza totale di dialogo da parte dell’assessore Biancareddu potrebbe portare a delle scelte poco meditate, perché non confortate da un confronto diretto con le parti interessate, ossia gli editori sardi».

Considerate le premesse, visto il ruolo strategico di rappresentanza sindacale e di rilevante apporto progettuale dato dall’AES e dalle case editrici indipendenti sarde, appare ancora più grave e del tutto incomprensibile la volontà di escludere i naturali destinatari di legge dalle scelte politiche e istituzionali.

Le richieste: «Ci preme a questo punto sapere se la Regione sia realmente intenzionata a utilizzare i fondi previsti in bilancio per manifestazioni fieristiche locali da organizzarsi secondo i criteri che rispondono alla legge 22, che per noi restano stringenti perché espressamente collegati alla promozione esclusiva delle opere edite in Sardegna. Chiediamo di essere finalmente messi al corrente di quanto sta accadendo, e di essere tranquillizzati o smentiti sui nostri dubbi di utilizzo improprio delle risorse. Sarebbe una vera beffa se esse venissero affidate in gestione ad amministrazioni comunali per eventi privi nell’immediato di ricadute economiche, anziché al comparto produttivo, già duramente provato in questo terribile anno».