Emergenza Covid-19 in Commissione Sanità.

Partirà entro questa settimana o, al più tardi, all’inizio della prossima l’indagine epidemiologica sulla diffusione del Covid-19 in Sardegna. Si baserà su test rapidi per l’individuazione del virus. L’indagine regionale affiancherà quella promossa dal Ministero della Salute a livello nazionale. A disposizione della Sardegna, 5mila test sierologici dei 150mila programmati. Lo ha confermato l’assessore alla Sanità Mario Nieddu sentito in audizione dalla Sesta Commissione “Sanità e Politiche Sociali” del Consiglio regionale. «Sarà un’indagine mirata, basata su criteri severi e stringenti per accertare la reale entità della circolazione del virus nell’Isola – ha detto l’esponente della Giunta – riguarderà in particolare quei paesi dove finora non sono stati registrati casi di coronavirus. Servirà a capire se realmente il Covid-19 non ha colpito alcuni centri o se, invece, sono presenti soggetti asintomatici. La Fase 2 si avvicina, ma se vogliamo procedere a una graduale riapertura delle attività lo dobbiamo fare su dati certi. Se dovessimo accertare la presenza del virus in zone ritenute immuni lo scenario cambierebbe radicalmente».

L’assessore ha confermato i dati confortanti sull’andamento dell’epidemia in Sardegna: «Il numero dei positivi si riduce – ha affermato Nieddu – ieri a Sassari è stato raggiunto il contagio zero. Questo vuol dire che le misure adottate hanno funzionato».

La Regione, intanto, conferma la volontà di potenziare l’attività di assistenza e controllo nei territori. «Abbiamo firmato il protocollo d’intesa con i sindacati per l’istituzione delle Usca, le Unità Speciali di Continuità Assistenziale, contiamo di attivarle al più tardi entro le prossima settimana. Si tratta di risolvere alcuni problemi organizzativi che riguardano, in particolare, l’individuazione delle sedi.

Sulle polemiche riguardanti la fornitura dei dispositivi di sicurezza per gli operatori sanitari, Nieddu ha ammesso qualche difficoltà dovuta ai massicci ordini provenienti dagli Stati Uniti che hanno influito negativamente sull’offerta globale: «In ogni caso i dispositivi nelle strutture Covid non sono mai mancati». Rispondendo a una sollecitazione del capogruppo dei Progressisti Francesco Agus sulla differenza, in molti casi marcata, dei costi affrontati dai diversi ospedali per l’acquisto di mascherine e tute, l’assessore ha detto: «In alcuni casi abbiamo dovuto acquistare a prezzi più alti, ma eravamo in stato di necessità, si comprava ciò che si trovava sul mercato». Nessuna novità invece sulla messa a disposizione di alberghi per ospitare pazienti positivi dimessi dagli ospedali che devono affrontare un periodo di quarantena. «In questo caso c’è qualche difficoltà di natura finanziaria – ha detto Nieddu – occorrerà adeguare la nostra capacità di spesa».

La Commissione ha poi sentito il responsabile dell’Ats Sardegna, Giorgio Steri, e il neo commissario dell’Aou di Sassari Giovanni Soro. Entrambi hanno espresso ottimismo per l’andamento dell’epidemia in Sardegna invitando comunque alla cautela: «E’ proprio in questo momento che non bisogna abbassare la guardia – ha detto Steri – le misure di contenimento hanno consentito di frenare la diffusione della malattia. Lo confermano i dati sui tamponi effettuati nella prima fase della comparsa del virus e quelli disposti dopo la chiusura delle attività commerciali e di intrattenimento. Nel primo periodo la percentuale dei positivi era del 12% sul numero dei tamponi effettuati, oggi è scesa al 7%». Il commissario dell’Ats ha poi illustrato l’attività di monitoraggio sulle Rsa: «Dopo aver messo in sicurezza le strutture del Nord Sardegna, grazie anche al lavoro fatto dai medici militari nelle Rsa e case di riposo, contiamo entro la settimana di completare l’attività di screening in tutte le Rsa del Centro e Sud Sardegna. La prossima settimana crediamo di concludere anche il monitoraggio sulle carceri. Valuteremo poi se intervenire sulle case di riposo dove è più alto il rischio di un “inquinamento” esterno».

Il responsabile dell’Aou di Sassari ha invece fornito dati rassicuranti sulla situazione nel Nord Sardegna: «Oggi siamo in grado di processare circa 600 tamponi al giorno. Siamo arrivati a oltre 11mila tamponi effettuati – ha detto Soro – i risultati delle analisi confermano un trend in calo dei contagiati. Abbiamo effettuato circa 2800 tamponi sul personale ospedaliero: 87 sono risultati positivi ma 60 sono già rientrati al lavoro. Cala il numero dei ricoveri, attualmente abbiamo 33 pazienti nelle strutture  Covid: 9 in terapia intensiva, 15 nel reparto di malattie infettive, 9 nell’area “grigi” riservata ai pazienti con tampone negativo ma con sintomi sospetti. La  minor pressione ospedaliera ci consente di pensare a un riconversione delle terapie intensive. All’inizio dell’epidemia disponevamo di 68 posti letto, aumentati successivamente a 83. L’andamento dei dati potrebbe consentirci di riaprire in sicurezza le strutture per la cure di altre patologie che necessitano di assistenza».

Su questo punto è arrivata una segnalazione preoccupante dal consigliere dell’UDC – Cambiamo Antonello Peru: «A Sassari interi reparti sono fermi – ha detto Peru – dall’inizio dell’epidemia molti pazienti, per paura, non si ricoverano o rinunciano agli esami diagnostici. Si viaggia dalle 100 alle 150 disdette al giorno di visite specialistiche. Si rischia un’emergenza nell’emergenza. Si valuti l’opportunità di riaprire gradualmente i reparti e di procedere con gli esami ordinari».

Il commissario dell’Aou di Sassari ha poi segnalato la criticità più importante del sistema sanitario, condivisa con le altre aree dell’Isola: la sistemazione dei pazienti positivi dimessi: «In molti casi si tratta di persone anziane non autosufficienti che necessitano di assistenza continua – ha detto Soro – si pone il problema di trovare un luogo adatto alle loro condizioni. Spesso non possono rientrare nella propria abitazione né andare in una Casa di riposo. Occorre trovare una soluzione adeguata».

In chiusura di seduta la Commissione ha votato all’unanimità una risoluzione proposta del capogruppo di Leu Daniele Cocco e sostenuta dal presidente della Commissione Domenico Gallus che impegna la giunta regionale ad impartire ad Ats e aziende ospedaliere indirizzi specifici sulle assunzioni di nuovo personale. La copertura dei posti vacanti di infermiere e oss dovrà avvenire attraverso la stabilizzazione del personale che opera a tempo determinato o attraverso lo scorrimento delle graduatorie concorsuali». Anche su questo punto l’assessore Nieddu ha dato ampie garanzie: «Non ci sarà bisogno di prorogare al 2021 le graduatorie perché pensiamo di mandarle in esaurimento entro il 2020, anche quelle del 2017 relative alla sanità oristanese »

Soddisfatto il presidente della Commissione Domenico Gallus: «Abbiamo ricevuto oggi importanti rassicurazioni sulle azioni messe in campo per il contenimento del virus, anche le notizie che arrivano da Sassari sono confortanti – ha detto Gallus – possiamo adesso cominciare a progettare un graduale ripresa delle attività economiche e sociali anche se dovremo attendere ancora qualche tempo per il pieno ritorno alla normalità».

REPARTO ONCOEMATOLOGIA ORISTANO

A margine delle audizioni si è parlato anche della paventata chiusura del reparto di oncoematologia di Oristano. Rispondendo a una precisa domanda del presidente Gallus, l’assessore ha assicurato che l’attività del reparto riprenderà al più presto: «Abbiamo preso l’impegno per riconoscere ai malati oristanesi il diritto di essere curati nella propria città – ha detto Nieddu – il reparto non sarà chiuso. Il disagio per i pazienti finirà con la fine dell’emergenza Covid-19».

»Finalmente si parla non più di mesi ma di settimane per la riapertura del reparto – ha commentato il presidente della Commissione Domenico Gallus – avvicinare le cure ai pazienti è stato uno dei nostri mantra in campagna elettorale. Le parole dell’assessore Nieddu confermano che si viaggia in questa direzione. Il reparto di oncoematologia sarà presto una realtà»




Commissione sanità Alghero.

Le sedute della commissione sanità del Consiglio Comunale, alla presenza del Sindaco e di tutti i gruppi consiliari, hanno consentito di meglio focalizzare la situazione oggi delicata e in prospettiva particolarmente fragile dei nostri ospedali. Occorre una pronta reazione, responsabile e proattiva delle forze politiche presenti in Consiglio Comunale e di tutte le associazioni che in questi anni si sono impegnate sul fronte della sanità algherese. Specie in questo momento è nostro dovere assumere posizioni unitarie e forti, a difesa dei nostri concittadini, dei nostri presidi e dei nostri operatori sanitari che oggi sono impegnati sul fronte del Covid-19, che mettono a repentaglio la loro esistenza e che anche oggi vogliamo ringraziare. Abbiamo appreso che la Direzione Sanitaria ha chiesto l’accreditamento provvisorio per la terapia sub-intensiva, destinata a pazienti Covid+ solo nella eventuale malaugurata ipotesi di una fase 4 che costituirebbe una letale escalation della diffusione del virus in città e che tutti vogliamo invece fortemente scongiurare. Inoltre tale ipotesi non è percorribile a causa di mancanze strutturali e dunque dei percorsi obbligatori per la sicurezza sanitaria. Serviva e serve piuttosto l’accreditamento urgente per un reparto con funzione polispecialistica, post operatoria per pazienti no Covid, e serviva e servono nuove risorse umane per le quali c’è già una convenzione, da noi richiesta, che attende di essere attivata dall’attuale ATS con l’AOU. Come, peraltro, in precedenza annunciato dalla ASSL di Sassari che a metà dello scorso mese di marzo, come da articolo di stampa, precisava che nell’Ospedale Civile di Alghero e di Ozieri sarebbero stati attivati quattordici posti letto di terapia sub-intensiva no Covid nella seconda fase del piano di emergenza, attualmente in atto. L’operatività del Reparto consentirebbe anche l’istituzione del 1° livello per gli Ospedali di Alghero e di Ozieri, secondo il deliberato del Consiglio Regionale dell’Ottobre del 2017.
Queste richieste le poniamo in modo unitario, e in modo unitario chiediamo alla Regione e alla Protezione Civile di dotare di sufficienti dispositivi di protezione e dei necessari presidi e farmaci i nostri ospedali. Lo chiediamo con la forza e il senso di responsabilità che ci deriva dal dovere di rappresentare un territorio che ha necessità di una sanità universale, giusta ed efficace, specie in questo difficile momento storico.
Parole del Presidente del Consiglio Comunale Raffaele Salvatore.
10-04-2020
La Redazione



Emergenza Covid-19, in Commissione Sanità le audizioni dell’Anci e degli assessori alla sanità e alla programmazione.

Approderà in Consiglio regionale, domani mattina alle 11, il disegno di legge della Giunta che stanzia 120 milioni di euro a sostegno delle famiglie sarde messe in ginocchio dall’emergenza Covid-19. Maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo di massima su procedure e criteri di ripartizione delle risorse che ora dovrà essere ratificato dalla Conferenza dei Capigruppo e approvato dalla Commissione Bilancio. Il provvedimento, illustrato in mattinata dall’assessore al Bilancio Giuseppe Fasolino alla Commissione Sanità, ha incassato il via libera dell’Anci. Il presidente dell’Associazione dei comuni Emiliano Deiana, collegato in videoconferenza, ha mostrato apprezzamento per la decisione della Giunta di affidare agli enti locali la gestione delle risorse e suggerito alcune modifiche al testo: «I Comuni hanno già nei propri bilanci i residui dei fondi Reis delle scorse annualità – ha detto il presidente dell’Anci – questi denari possono essere messi da subito a disposizione delle famiglie in difficoltà e integrati con le risorse regionali». Per Deiana sarà importante rendere immediatamente disponibili le risorse: «Chi meglio dei sindaci conosce la realtà dei propri territori? Ora è importante individuare il fabbisogno reale e stabilire le priorità di intervento. Per velocizzare al massimo le pratiche occorrerà prevedere un modello agile di autocertificazione che consenta ai cittadini di attestare i propri bisogni. In un momento successivo si faranno i dovuti controlli». Sulla ripartizione delle risorse si va verso il modello del Reis (30% in parti uguali a tutti i comuni, 35% in base al numero dei disoccupati, 35% in base alla popolazione).  «C’è bisogno di uno sforzo straordinario per impedire che questa terribile emergenza sanitaria si trasformi in un’emergenza sociale – ha detto ancora Deiana – il provvedimento, se ben calibrato, andrà in questa direzione. I sindaci in questa circostanza non chiedono più soldi per i propri comuni, ciò che serve è un criterio di equità».

Obiettivo indicato anche dall’assessore al Bilancio Fasolino che ha chiarito con quali risorse si andrà a coprire l’intervento: «Si tratta in gran parte di risorse reperite dal bilancio regionale attraverso aggiustamenti tecnici: 89 milioni arriveranno da riduzioni di spesa e rimodulazione di interessi di mutui, altri 31 dalle economie del programma Reis – ha spiegato Fasolino – non ci saranno invece tagli alla programmazione territoriale: da quel capitolo sono stati individuati 13 milioni sui 30 disponibili che saranno nuovamente finanziati nel 2021. Somme che non sarebbero state spese entro il 2020 e che invece torneranno utili per contrastare l’emergenza». Lo stanziamento sarà interamente destinato alle famiglie che sono rimaste fuori dal decreto “Cura Italia” e che hanno visto ridursi drasticamente il loro reddito: «Mettiamo a disposizione circa 800 euro per nucleo familiare, stanziamento che potrà essere eventualmente aumentato per i nuclei più numerosi – ha aggiunto l’assessore – chi ha ricevuto i 600 euro del bonus governativo potrà averne altri 200 dalla Regione. L’importante è fare presto, senza attardarsi sui dettagli. Diamo subito un ristoro alle famiglie e nei prossimi giorni potremmo procedere agli aggiustamenti che si rendessero necessari».

Tre le categorie di beneficiari individuate: lavoratori autonomi o partite iva, dipendenti che non beneficiano, o li ricevono in forma ridotta,  di ammortizzatori sociali, disoccupati che non percepiscono il reddito di inclusione sociale. Sulla necessità di fare presto si sono pronunciati, pur con qualche distinguo, anche i consiglieri di maggioranza e opposizione che hanno chiesto di eliminare dal testo il limite dei 35mila euro riferito ai redditi del 2018. Per ottenere la misura di sostegno basterà, con tutta probabilità, una semplice autocertificazione.

Il testo è ora all’attenzione della Conferenza dei capigruppo. In tarda serata sarà esaminato dalla Commissione Bilancio per il parere finanziario.

La situazione sanitaria

Sulla situazione negli ospedali e nelle case di cura hanno invece riferito l’assessore alla Sanità Mario Nieddu e il commissario straordinario dell’Ats Giorgio Steri.  «Finora, anche se a fatica,  siamo riusciti a contenere la diffusione del virus – ha detto Nieddu – speriamo di mantenere questo trend e di rallentare i contagi. La fornitura del materiale sanitario sta andando finalmente a regime. Ci sono state consegnate 1,7 milioni di mascherine. Altre ne arriveranno nelle prossime ore. Per questo abbiamo deciso di aprire un nuovo centro di smistamento alla Fiera di Cagliari».

Nieddu ha poi annunciato l’arrivo di altri ventilatori dopo i 20 acquistati dalla Cina: «Anche questi saranno messi subito a disposizione delle strutture sanitarie – ha rimarcato Nieddu – la Sardegna non è indietro. Siamo stati tra i primi ad adottare il criterio della separazione delle strutture “Covid” dagli altri ospedali. Oggi abbiamo diversi centri a disposizione a Sassari, Oristano e Olbia che consentiranno di affrontare meglio la situazione»

Giudizio negativo da parte dell’opposizione sul metodo utilizzato nelle gestione dell’emergenza. Il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, ha rimarcato l’assenza di qualsiasi interlocuzione tra Giunta e minoranza nonostante l’ampia disponibilità mostrata dai consiglieri di opposizione. «Abbiamo chiesto chiarimenti sulla misure di sicurezza negli ospedali, sui percorsi avviati per tutelare la salute di pazienti e operatori sanitari e sui controlli nei luoghi di lavoro – ha detto Agus – non abbiamo avuto risposte. Stesso discorso per le cliniche private dove, secondo numerose segnalazioni, manca il personale qualificato per la gestione delle terapie intensive».

Ad Agus ha replicato l’assessore: «Non abbiamo tempo di rispondere alle interrogazioni, in questo momento ci sono altre priorità. La sicurezza negli ospedali non dipende da errori di sistema ma da situazioni particolari. Quanto al coinvolgimento delle cliniche private – ha aggiunto Nieddu – lo abbiamo deciso per liberare gli ospedali e consentire loro di erogare le prestazioni ordinarie».

L’assessore ha poi risposto ad alcune domande sull’impiego di personale sanitario in strutture diverse da quelle assegnate e sui contratti in scadenza di oo.ss. e medici liberi professionisti.«Gli anestesisti destinati al Policlinico di Sassari torneranno a Oristano una volta passata l’emergenza – ha detto Nieddu – sui contratti in scadenza, invece, stiamo rispettando la legge attingendo dalle graduatorie e applicando le nuove norme sui contratti degli autonomi».

Nieddu, infine, ha parlato anche della situazione delle Case di Cura e delle carceri: «La repentina diffusione del virus nelle strutture per anziani di Sassari, Porto Torres e Bitti imponeva un intervento straordinario – ha detto Nieddu – ora grazie ai medici  militari la situazione sembra essere sotto controllo. Nelle carceri non risultano invece grosse criticità, in questo caso l’argine alla diffusione del virus è più semplice: basta sospendere le visite e controllare il personale penitenziario». L’assessore, rispondendo a una precisa domanda del capogruppo del Pd Gianfranco Ganau, si è detto ottimista sull’avvio delle Unità speciali per la continuità assistenziale a cui affidare i controlli domiciliari dei malati e l’effettuazione di tamponi per la ricerca del virus: «Ci sono stati diversi incontri con i sindacati – ha affermato l’assessore – contiamo di firmare al più presto il protocollo d’intesa».

 

7-04-2020

La Redazione