Riscaldamento Condominio 2026: guida completa a costi, normative e risparmio

Dalla stagione termica alle strategie di risparmio: tutto quello che devi sapere per affrontare l’inverno







Riscaldamento Condominio 2026 – SardegnaPress.it


3 Ottobre 2025
ECONOMIA

Riscaldamento Condominio 2026: guida completa a costi, normative e risparmio

Dalla stagione termica alle strategie di risparmio: tutto quello che devi sapere per affrontare l’inverno

📍 ITALIA | Analisi condomini 2025-2026

Un brivido che corre lungo la schiena, il vetro della finestra che si appanna al primo respiro, il desiderio di quel tepore domestico che solo i caloriferi sanno regalare. L’inverno non si annuncia sul calendario, ma con sensazioni inequivocabili che, puntualmente, rinnovano in condominio l’eterno dibattito: quando si accende? E, soprattutto, quanto ci costerà quest’anno?

La stagione termica 2025-2026 è alle porte. Anzi, in alcuni Comuni, di fatto è già cominciata: a Fossano, nel Cuneese, il sindaco ha firmato l’ordinanza in deroga che dal 2 ottobre consente l’accensione anticipata degli impianti. Mai come ora, affrontarla con preparazione non è solo una questione di comfort, ma di una vera e propria strategia economica e di benessere.

Spesa annua stimata
€2.297

Zone climatiche
6

Risparmio possibile
25%

L’Italia a più velocità

L’accensione dei caloriferi non è un gesto lasciato all’arbitrio del singolo, ma una decisione orchestrata a livello nazionale da una normativa precisa, il decreto del Presidente della Repubblica 16 aprile 2013, n. 74, pensata per conciliare le esigenze climatiche delle diverse aree del Paese con la necessità di contenere i consumi.

È l’articolo 4 di questo decreto a suddividere l’Italia in sei zone climatiche, ognuna con le proprie “finestre” temporali per l’attivazione degli impianti. Si va dalla Zona F, quella delle aree alpine e appenniniche più fredde, dove non esistono limitazioni, alla Zona A, che comprende i comuni più meridionali come Lampedusa, con un periodo di accensione molto breve.

Zone principali:
Zona E (Milano, Torino): 15 ottobre – 15 aprile, 14 ore/giorno
Zona D (Roma, Firenze): dal 1° novembre
Zona C (Napoli, Palermo, Cagliari): dal 22 novembre

L’accensione senza limiti

Sebbene la legge imponga limiti orari precisi, esistono specifiche condizioni tecnologiche che permettono di superare queste barriere, consentendo un funzionamento continuo dell’impianto. Queste deroghe, dettagliate nell’articolo 7 del DPR 74/2013, sono concesse solo in presenza di sistemi evoluti che garantiscono efficienza.

“L’accensione continua è permessa se l’impianto è dotato di gruppo termoregolatore pilotato da sonda esterna e programmatore su due livelli nelle 24 ore”

La centrale termica e il Terzo Responsabile

Prima ancora che il calore raggiunga i singoli appartamenti, tutto ha origine nella centrale termica. La gestione di questo cuore pulsante dell’edificio è una delle responsabilità più delicate per un amministratore. Per impianti di potenza nominale superiore a 35 kW (la quasi totalità di quelli condominiali), l’amministratore ha l’obbligo di delegare esercizio e manutenzione a una figura specializzata.

Entra qui in gioco il “Terzo Responsabile”: un’impresa qualificata che si fa carico di tutte le responsabilità civili e penali relative all’impianto. La nomina deve avvenire tramite un contratto scritto che dettagli tutti i compiti, dai controlli di efficienza energetica alla manutenzione ordinaria.

Il calore intelligente

Una gestione oculata del calore è la chiave per ridurre i costi e garantire un ambiente salubre. La temperatura ideale negli ambienti domestici è fissata per legge a 20 gradi Celsius, con 2 gradi di tolleranza.

L’abitudine di accendere e spegnere l’impianto più volte al giorno è controproducente. È molto più efficiente mantenere un funzionamento continuo per un numero maggiore di ore a una temperatura più bassa, una strategia che garantisce un comfort uniforme e può portare a risparmi dal 10 fino al 25 per cento.

Il nemico invisibile: la muffa

Un riscaldamento ben regolato non giova solo al portafoglio, ma è la prima e più potente arma contro la muffa. La muffa prolifera dove c’è umidità, e l’umidità in casa si forma per le nostre attività e per la nostra stessa presenza.

💡 Consiglio pratico: Aprire completamente le finestre per pochi minuti è molto più efficace che lasciarle a vasistas per ore. Nelle case moderne, la soluzione ottimale è la ventilazione meccanica controllata (VMC).

Quanto mi costi

Capire i costi è il primo passo per governarli. Per una famiglia tipo, la spesa energetica per il 2025 è stimata in crescita, per un totale di circa 2.297 euro annui tra luce e gas. In un condominio di trenta appartamenti, la spesa per il solo gas può superare i 30.000 euro a stagione.

I benefici fiscali per operazioni di efficientamento, come l’Ecobonus, sono stati un motore fondamentale, sebbene le aliquote siano in progressiva diminuzione per il 2025 (50-36%) e gli anni successivi (36-30%).

A ciascuno il suo

Pagare in base a quanto si consuma è il principio che guida la normativa europea e nazionale in tema di riscaldamento. Il decreto legislativo 102/2014, modificato dal DL 73/2020, ha introdotto un principio più semplice e flessibile:

“L’importo totale deve essere suddiviso: almeno il 50% legato ai consumi effettivi misurati dai ripartitori, massimo il 50% per quota fissa”

Questa modifica ha dato più autonomia alle assemblee condominiali, pur mantenendo fermo l’obiettivo di responsabilizzare ogni condomino sul proprio consumo energetico.

Quando il calorifero non scalda

Se l’intero impianto centralizzato non garantisce il calore necessario, la responsabilità è del condominio. In caso di disservizio prolungato, si può configurare un “danno da freddo”. La giurisprudenza ha riconosciuto il diritto al risarcimento, come stabilito dal Tribunale di Milano con la sentenza n. 8308 del 17 settembre 2019.

Affrontare la stagione fredda con consapevolezza significa trasformare un obbligo in un’opportunità: per la propria casa, per il proprio portafoglio e per l’ambiente.






Redditi Italiani 2025: La Classifica Completa







Redditi Italiani 2025


Redditi Italiani 2025: La Classifica Completa

Chi guadagna di più in Italia? Notai, farmacisti e tutte le professioni a confronto
€270K

Sportivi Professionisti (media annua)

€160K

Notai (media annua)

€12K

Coltivatori Diretti (media annua)

💰 Il Panorama dei Redditi

L’Osservatorio sulle entrate fiscali 2025, curato dal Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali, ha analizzato i redditi medi lordi dichiarati nel 2024 (relativi all’anno 2023) da tutte le categorie professionali italiane.

I Dati Chiave

Lo studio esamina i redditi di lavoratori iscritti all’Inps, professionisti iscritti alle Casse professionali e lavoratori autonomi soggetti a ISA. Le differenze tra le varie categorie sono impressionanti: si va dai 270.070€ degli sportivi professionisti ai 12.110€ dei coltivatori diretti.

🏆 Top 10: Professionisti Iscritti alle Casse

Posizione Professione Reddito Medio Annuo Numero
1 Notai €160.546 5.005
2 Farmacisti €107.098 24.400
3 Attuari €100.000 243
4 Commercialisti €88.366
5 Chirurghi €74.000
6 Dentisti €67.000

📊 Focus sui Notai

I notai guidano la classifica con un reddito medio di 160.546 euro, anche se in calo negli ultimi due anni. Lo studio evidenzia che “tutti i notai fanno la dichiarazione dei redditi e non ci sono evasioni ed elusioni che invece possono riguardare molte altre categorie”.

📉 Le Professioni Meno Redditizie

In fondo alla classifica troviamo diverse categorie con redditi sorprendentemente bassi:

Professione Reddito Medio Annuo
Co.co.co Giornalisti €11.000
Giornalisti Liberi Professionisti €17.342
Biologi €20.922
Periti Agrari €23.101
Psicologi €25.657

⚠️ Importante da Sapere

L’analisi di Itinerari Previdenziali precisa che non tutti i professionisti iscritti agli albi fanno le dichiarazioni dei redditi. I redditi esposti sono delle medie che tengono conto anche degli iscritti che dichiarano redditi zero o negativi o che non presentano nell’anno alcuna dichiarazione.

👔 Iscritti INPS: Chi Guadagna di Più

Il Podio INPS

1° Sportivi Professionisti: €270.070/anno (164.760 iscritti)
2° Sanitari (Cassa Pensioni): €87.010/anno (90.000 iscritti)
3° Giornalisti Dipendenti: €68.280/anno (14.500 iscritti)

Seguono i lavoratori del settore volo (piloti e personale di bordo) con 39.790 euro, e i dipendenti statali e degli enti locali (circa 3,3 milioni) con redditi tra i 34.000 e 37.000 euro.

La maggior parte degli iscritti dichiara redditi fino a 25-26mila euro: sono i dipendenti del settore privato (circa 15,3 milioni) e i lavoratori autonomi come commercianti, artigiani e imprenditori (circa 4,5 milioni).

🛠️ Autonomi e ISA: Una Panoramica

Per i lavoratori autonomi soggetti alla valutazione ISA, emergono dati interessanti:

Categoria Reddito Medio Annuo
Intermediari del Commercio €67.800
Informatici €56.500
Amministratori di Condominio €50.300
Estetisti €15.400
Tintorie e Lavanderie €14.000
Gestori Discoteche/Sale da Ballo €12.100

🎯 In Fondo alla Classifica

I coltivatori diretti, coloni e mezzadri chiudono la classifica generale con un reddito medio di soli 12.110 euro lordi annui.

💡 L’Analisi degli Esperti

L’osservatorio di Itinerari Previdenziali evidenzia che questi lavoratori “in termini fiscali e contributivi sono praticamente a carico della collettività”, sottolineando una problematica strutturale del settore agricolo italiano.

📊 Conclusioni

L’analisi dei redditi 2025 mostra un’Italia profondamente divisa dal punto di vista economico, con differenze abissali tra le diverse categorie professionali. Se da un lato emergono professioni ultra-redditizie come notai e farmacisti, dall’altro persistono ampi settori con redditi estremamente contenuti.

I dati evidenziano anche l’importanza della regolamentazione professionale e della trasparenza fiscale: le categorie più strutturate e controllate mostrano redditi dichia




nota aula completa seduta n.333

Legge di stabilità 2019-2021. Approvati gli articoli 5 “Disposizioni in materia di sostegno alle attività economiche, alle politiche del lavoro e al turismo” e 5 bis “Misure urgenti a sostegno dell’artigianato e del commercio”.

 

Cagliari, 12 dicembre 2018 – La seduta è stata aperta dal presidente Gianfranco Ganau. Dopo le formalità di rito il Consiglio ha proseguito l’esame dell’ordine del giorno con la discussione dell’art.5 della Legge di Stabilità 2019 e degli emendamenti collegati

Aprendo la discussione generale, il vice capogruppo di Forza Italia Marco Tedde ha affermato che dall’articolo emerge in modo prepotente la verità della finanziaria, cioè che la Giunta non ha capito le vere esigenze dei sardi ed ha una visione accademica della realtà sarda. Una visione tecnocratica lontana dalle persone, in altre parole, che non indica prospettive future, non ha attenzione per le imprese, non semplifica la burocrazia, non incide sugli sprechi e relega il turismo in un ruolo marginale mortificando una delle più autentiche vocazioni della Regione.

Il consigliere di Forza Italia Edoardo Tocco ha osservato che quando si parla di politiche di sostegno alle attività economiche è necessario avere una visione di lungo periodo non appiattita sulla gestione delle emergenze tanto più che questa è l’ultima finanziaria della legislatura ed occorreva sfruttare l’opportunità di lasciare un segno positivo. Al contrario, ha aggiunto, l’economia regionale è stata lasciata nella sua sofferenza, dall’agricoltura al turismo, dai trasporti, dall’artigianato dove la Giunta non ha inciso nonostante il buon lavoro della commissione speciale, confermando complessivamente la volontà di trascurare il problema della crescita della Sardegna.

Sempre per Forza Italia il capogruppo Alessandra Zedda ha sostenuto che turismo vuol dire trasporti e pianificazione paesaggistica e sotto questo profilo l’esecutivo ha lasciato la Sardegna ferma al palo. Insufficienti, ha proseguito, anche le azioni sul lavoro nonostante i grandi investimenti sulla nuova Agenzia Aspal ed inoltre, sulla programmazione territoriale, l’incidenza delle azioni locali è stata molto bassa riducendo gli impatti positivi sul territori.

Al termine degli interventi il Consiglio ha approvato l’articolo 5 il cui contenuto è stato modificato dai seguenti emendamenti: 18 (Sabatini) – 1.5 milioni per la prevenzione della tracimazione dei corsi d’acqua limitrofi allo stagno di S.Gilla; 605 (Sabatini) – variazione delle coperture del provvedimento precedente; 33 (Sabatini) – 8 milioni nelle annualità 2019-2021 per i “cantieri verdi”; 548 (Giunta) – 5 milioni per l’integrazione del bando sui “progetti di filiera”; 38 (Pizzuto) – 80.000 a favore dell’Agenzia Agris per progetti agricoli di rotazione “cereale-leguminosa”; 46 (Forma) – 100.000 a favore dell’Agenzia Laore per la promozione delle produzioni lattiero-casearie ovine; 289 (Rubiu) 50.000 a favore del Comune di Iglesias per la rievocazione della Sortilla; 547 (Giunta) – 5 milioni per gli investimenti dei Comuni sul miglioramento della viabilità rurale; 588 (Congiu) – 3 milioni per l’inclusione dei Comuni non svantaggiati nei progetti ammissibili per il miglioramento della viabilità rurale; 1 (Moriconi) – 20.000 per il contratto di rete in agricoltura per le produzioni collegate alle intolleranze alimentari; 5 (Dessì) – 10.000 per la rete di imprese Visit Sulcis; 78 (Lotto) – inserimento dei lavoratori Aras in una apposita lista gestita da Aspal per l’affidamento di progetti in materia di selezione genetica degli ovini, aggiornamento banche dati zootecniche e formazione degli allevatori; 607 (Congiu) per l’inserimento di 36 lavoratori inizialmente esclusi nelle misure a favore degli ex lavoratori del polo di Ottana; 604 (Sabatini) – per l’inserimento dei lavoratori Aras nei piani di tutela della salute animale in collaborazione con Ats e Izs; 165 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto sperimentale di una struttura zootecnica nel Comune di Luogosanto; 166 (Sabatini) – 100.000 per la realizzazione di un progetto di agricoltura sociale nel Comune di Tempio; 167 (Sabatini) – 200.000 all’Unione dei Comuni Alta Gallura per la riqualificazione del mattatoio sovra-comunale di Aggius e la realizzazione di un centro di controllo della filiera del bovino e dell’agro-alimentare; 562 (Deriu) – 500.000 complessive nelle annualità 2019-2020 per un programma sperimentale di indagine sui giovani Neet con particolare riferimento alle zone interne. (Af)

Il presidente Ganau ha messo in discussione e poi al voto l’articolo 5 bis e gli emendamenti, sui quali si sono pronunciati l’assessore Paci e la commissione Bilancio con il presidente Sabatini.

Approvati gli emendamenti 580, 163 (Cocco, 27 milioni di euro per le azioni di sostegno al settore artigiano sardo). Approvato poi l’emendamento di sintesi 587 a firma dell’on. Congiu (Pds), con 2 milioni di euro per sostenere il passaggio generazionale del mondo artigiano.

Su questo è intervenuto l’on. Deriu (Pd), presidente della commissione speciale che nei mesi scorsi ha audito le organizzazioni di categoria sul tema della crisi del commercio e dell’artigianato in Sardegna.  Deriu ha parlato di “vicinanza concreta al comparto” e ha ringraziato tutti i componenti della commissione speciale per il lavoro di indagine svolto. Si è associato anche il vice Gianni Lampis (Fdi).

Approvati anche gli emendamenti tecnici 594, 168 (piano Sulcis) e 520.

L’Aula è passato all’esame dell’articolo 6 e dei relativi emendamenti, con i pareri di rito.

L’on. Desini (Pds) ha chiesto preliminarmente al presidente del Consiglio di far intervenire l’assessore Arru per riferire all’Aula sulla situazione del Policlinico di Sassari. Anche l’on. Cherchi (Pds) è intervenuto per chiedere all’assessore alla Sanità lumi sull’attuazione della riforma sanitaria e «sugli atti adottati da direttori generali che fanno riferimento a una rete ospedaliera non votata dal Consiglio ma dalla Giunta. Lei non può esautorare il Consiglio dalle sue prerogative».

Il presidente Ganau ha detto che la richiesta di audizione dell’assessore Arru durante la manovra finanziaria non può essere considerata ammissibile ma la capogruppo di Forza Italia, on. Alessandra Zedda, ha reiterato la richiesta. E’ poi intervenuto l’assessore Arru (come sua prerogativa in qualunque momento ai sensi del Regolamento) e ha detto sul Policlinico di Sassari: «La Regione non c’entra nulla e va chiarito. Ma c’è in corso una procedura fallimentare per soddisfare i creditori: non riesco a capire cosa dovremmo fare noi se non mantenere il nostro budget. E’ una partita molto complessa in mano al giudice». (C.C)

Dopo l’intervento dell’assessore della Sanità ha preso la parola l’onorevole Desini (Pds) che ha attaccato con veemenza l’operato dell’assessore Luigi Arru, chiedendone a più riprese le dimissioni dall’incarico. «Non  vedo l’ora che arrivi febbraio – ha tuonato il consigliere della maggioranza – per liberare la sanità dall’assessore Arru che proprio in queste ore è smentito dalla Conte dei Conti sulla spesa sanitaria». Desini ha lamentato le lungaggini delle liste d’attesa, la spesa farmaceutica fuori controllo, la chiusura delle guardie mediche, il continuo ricorso alle agenzie interinali e il blocco del turnover». «Le consegno simbolicamente un asinello – ha concluso il consigliere Pds – perché lei lasci quest’Aula a caddu e s’ainu».

Francesco Agus (Misto-Cp) ha invitato, invece, glia assessori Arru e Paci a promuovere un emendamento orale per consentire la stabilizzazione dei biologi che hanno prestato servizio nelle Asl, alla luce della inapplicabilità del decreto 75/2017 e della dichiarata inammissibilità di un emendamento proposto in accorso con la Giunta.

Paolo Zedda (Art.1-Sdp) è intervenuto per prendere le distanze dalle parole utilizzate, nel corso del suo intervento, dal  consigliere Desini all’indirizzo dell’assessore Arru, seguito dal capogruppo del Pd, Pietro Cocco. L’esponente Dem ha criticato duramente il collega del Pds («ha oltrepassato il limite») ed ha invitato il presidente del Consiglio a censurare “certo tipo di interventi che sono inaccettabili”.

L’assessore della Programmazione, Raffaele Paci, è intervenuto in qualità di vice presidente dell’esecutivo regionale per manifestare solidarietà all’assessore Arru mentre il capogruppo Pds, Gianfranco Congiu, ha invitato l’Aula e l’assessore Arru a concentrarsi sulla sostanza delle critiche che gli esponenti del Partito dei sardi muovono all’indirizzo del responsabile della sanità. «Vogliamo chiarezza e risposte – ha concluso il capogruppo di maggioranza – sugli atti che vengono posti in essere dal manager Ats,  in contrasto con il piano di riordino della rete ospedaliera e sulla vicenda del Policlinico di Sassari».

Il vice capogruppo Fi, Marco Tedde, ha parlato di “fallimento della maggioranza, non solo in riferimento alle questioni della sanità” ed ha ricordato le critiche rivolte al presidente della Giunta da parte dell’ex assessore dei Lavori Pubblici, Paolo Maninchedda, in ordine alle nomine dei dirigenti ed “alle selezioni vinte dal alcuni capi gabinetto”. Tedde ha concluso lamentando pesanti penalizzazione per il Nord ovest dell’Isola in materia di sanità “anche per gli effetti negativi di una riforma che si interpreta per gli amici e si applica per i nemici”.

Dopo una breve sospensione dei lavori l’Aula non ha approvato, con successive e distinte votazioni, gli emendamenti n. 361,  398, e 335 sul quale aveva preso la parola la capogruppo di Fi, Alessandra Zedda, che aveva ricordato la recente sentenza della Corte dei Conti che – a suo giudizio – certifica il fallimento della gestione della sanità sarda.

Il presidente ha quindi dichiarato tolta la seduta e riconvocato l’Aula alle 16.30. (A.M.)