CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–28-04-21–ALIMENTAZIONE–Chiusura alle 23 e coprifuoco morbido

ALIMENTAZIONE – Confartigianato Sardegna attende uscita da zona rossa
e chiede posticipo delle chiusure alle 23 e “coprifuoco morbido”.
Matzutzi e Serra (Confartigianato Sardegna): “Lo meritano i sardi e le
imprese che in questi 12 mesi hanno sofferto e investito per tutelare
la salute di tutti”.

“Posticipare alle 23 la chiusura di pizzerie, gelaterie, bar e
ristoranti e consentire il rientro verso casa con un “coprifuoco
morbido”. Lo merita la Sardegna e lo meritano tutte le imprese che, in
questi lunghissimi 12 mesi, hanno sofferto, perso fatturato e clienti
ma che, quando hanno potuto, hanno lavorato in sicurezza, dopo aver
investito per garantire ineccepibili condizioni di tutela della salute
di tutti”.

E’ questo ciò che chiede Confartigianato Imprese Sardegna, ai Governi
Nazionale e Regionale, in attesa dell’auspicata uscita dell’Isola
dalla zona rossa, a commento del DL Riaperture, che parrebbe imporre
il coprifuoco alle 22 per qualche settimana.

“I criteri e le condizioni imposte per le riaperture delle imprese
legate all’alimentazione e ristorazione – commentano Antonio Matzutzi
e Daniele Serra, Presidente e Segretario di Confartigianato Imprese
Sardegna – appaiono ingiustificati nei confronti di attività che hanno
puntato sulla prevenzione e dimostrato di non incidere in alcun modo
sull’andamento dei contagi. E appaiono ancora più incomprensibili se
si considera che lo scorso anno le attività di ristorazione furono
fatte riaprire il 16 maggio, senza vaccini e vaccinati”.

Per rafforzare la propria proposta, Confartigianato Sardegna richiama
il pensiero della nota immunologa dell’Università di Padova, Antonella
Viola per la quale “spostare l’eventuale coprifuoco di 1 ora, alle 23,
permetterebbe ai ristoratori che stanno investendo nelle strutture
all’aperto di affrontare con maggiore fiducia la ripartenza. Così come
aiuterebbe il mondo dello spettacolo, duramente colpito dalle
restrizioni. Non cambierebbe nulla dal punto di vista dei contagi, a
patto che continuino i controlli”.

Nell’Isola, secondo i dati dell’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Sardegna, oltre a bar e ristoranti, il mondo
dell’alimentazione è composto anche da realtà che forniscono gli
esercenti anche di prodotti freschi, semilavorati e pronti. Quindi, la
ventilata chiusura alle 22, avrebbe di certo un impatto anche su
attività economiche come panifici, caseifici, salumifici, birrifici e
produttori di bevande, panifici e pastifici, aziende conserviere e
della trasformazione dei prodotti orticoli ma anche aziende del
trasporto merci, lavanderie e delle pulizie. Un mondo di circa 5mila
imprese artigiane e che offre lavoro oltre 13mila dipendenti, in tutta
l’Isola.

L’Associazione Artigiana, inoltre, giudica discriminatorie le regole
che privilegiano le imprese che dispongono di spazi all’aperto. E,
anche in questo caso, la somministrazione è soggetta a una serie di
variabili non prevedibili, come il maltempo, che potrebbe vanificare
il consumo sul posto e gli investimenti sostenuti per le riaperture.

Per Confartigianato Sardegna, le scelte intraprese finora dal Governo,
seppur fatte per tutelare la salute di tutti e non ricadere
nell’incubo delle chiusure, appaiono però insufficienti e
penalizzanti.



“Considerata la campagna vaccinale e l’avvicinarsi della stagione
estiva, ci aspettavamo ben altre decisioni – concludono Matzutzi e
Serra – queste infatti rischiano di condizionare negativamente
l’inizio della stagione turistica. Non vorremmo che il tutto si
ripercuotesse anche sul resto dell’estate. La sensazione è quella che,
alcune decisioni, vengano prese quasi automaticamente senza
comprendere la realtà delle nostre attività. E un eventuale rigido
coprifuoco alle 22 a luglio e agosto significherebbe disincentivare
completamente il turismo e tutto l’indotto che esso comporta”.

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GALLURA-CONFARTIGIANATO GALLURA-COMUNICATO STAMPA 12-04-2021-Gli artigiani galluresi plaudono alla nuova Provincia del Nord Est Sardegna

Gli artigiani galluresi plaudono alla nuova Provincia del Nord Est
Sardegna. Riconquistato uno spazio vitale di amministrazione
territoriale. Giacomo Meloni (Presidente Confartigianato Gallura):
“Vogliamo l’elezione diretta dei consiglieri provinciali per dare
risposte rapide e concrete”.

C’è entusiasmo tra i dirigenti e le imprese artigiane di
Confartigianato Gallura per la ricostituzione della Provincia del
Nord-Est.

“La nostra soddisfazione è massima perché dopo anni di lavoro e
battaglie, abbiamo riconquistato uno spazio di amministrazione
autonomo che ci è mancato in questi periodi difficili – commenta
Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Gallura – per
questo il nostro plauso e ringraziamento va a tutti i rappresentanti
regionali del territorio, che hanno portato avanti congiuntamente
questa iniziativa andando oltre gli schieramenti di parte”.

“Sin dalla nascita della Provincia di Olbia-Tempio Pausania – continua
il Presidente – la Confartigianato Gallura fece una grande battaglia
autonomistica che, tuttora, sul territorio vede presente
l’Associazione come Organismo indipendente, con l’obiettivo di
esprimere le proprie specificità culturali, rafforzare le vocazioni
economiche, valorizzare i punti di forza, il tutto colmando alcuni
deficit importanti, per essere competitivi rispetto alle sfide che
riguardano il futuro”.

Per Confartigianato Gallura, il sistema imprenditoriale del nord est
della Sardegna, ha necessità di trovare risposte per costruire un
percorso di rinascita economica e sociale. Temi come l’urbanistica, lo
sviluppo turistico, la gestione dell’ambiente, la costruzione di un
sistema della formazione in linea con le esigenze della società
civile, sono obiettivi perseguibili meglio, se accompagnati da
un’Istituzione di area vasta nella quale anche i rappresentanti
artigiani possono trovare rappresentanza. Quindi, l’appello da parte
dell’Associazione Artigiana gallurese è rivolto a tutti i portatori di
interessi affinché riempiano di contenuti concreti il nuovo Ente,
sgombrando il campo da chi lo vede come un “inutile carrozzone”.

“In questi anni abbiamo visto quanto sia stato più difficile ottenere
risorse e risposte all’interno di un sistema degli enti locali che
doveva tenere conto di diverse esigenze territoriali e non era
focalizzato sul nord est – sottolinea Meloni – le nostre
infrastrutture viarie, le scuole e i servizi pubblici di competenza
provinciale, la gestione dei rifiuti, sono solo i primi di molti
settori nei quali non abbiamo potuto concentrare le forze per avviare
quelle attività che riteniamo prioritarie, ma abbiamo dovuto trovare
compromessi con altre esigenze, altrettanto importanti per i territori
che le rivendicano”. “Avere un’identità specifica dal punto di vista
istituzionale – rimarca – consentirebbe di richiedere e ottenere delle
risorse dedicate, una dotazione di strutture di servizi pubblici che
riguardano la sanità, la giustizia, la sicurezza che sono presenti in
tutte le province e che la Gallura non ha finora potuto ottenere. Per
le imprese, questo non è irrilevante, innanzitutto può accompagnare la
crescita della popolazione di questo territorio dotandolo di un
sistema efficiente e diffuso di servizi pubblici, che sono necessari e
sui quali siamo in grave ritardo; inoltre può consentire di attivare
progetti e iniziative che nascono dai fabbisogni specifici espressi
dal territorio”.

L’Organizzazione Artigiana gallurese, per questo, ritenendo importante
imparare dall’esperienza passata per non commettere gli stessi errori,
lancia l’appello a tutta la società civile e imprenditoriale, alla
politica, ai rappresentanti dei partiti, agli amministratori e alle
Organizzazioni Sindacali e Datoriali, affinché si sia all’altezza di
questa nuova responsabilità.

“Questa volta non possiamo fallire – riprende il Presidente di
Confartigianato Gallura – la nuova organizzazione degli enti locali
riconosce il territorio gallurese come un soggetto che può e deve
rappresentare interessi che non finiscono al confine con il proprio
quartiere; cominciamo a metabolizzare questa nuova dimensione
sovracomunale guardando alle priorità che possono dare sviluppo
diffuso. La provincia del Nord Est non è solo un affare di cuore, di
legame affettivo con la nostra identità culturale, ma una sfida ad
amministrare e gestire meglio. Dobbiamo dimostrare di essere capaci di
programmare e decidere cosa potrà essere di questa parte di Sardegna
all’interno di un quadro più ampio, abbandonando le logiche di
campanile”.

In conclusione, l’auspicio del Presidente dell’Organizzazione
Artigiana del Nord Est è che il sistema si metta in moto e il nuovo
ente cominci ad operare: “Solo in questo modo potremo dargli forza ed
autorevolezza, proteggerlo da tentazioni di un futuro tentativo di
cancellazione, solo per motivi di opportunità politica. Per questo,
consapevoli di come occorrano specifiche modifiche normative,
chiederemo che si arrivi all’elezione diretta dei consiglieri
provinciali, per dare risposte a un territorio in grande evoluzione,
in cambiamento rapido e tumultuoso per il quale non è facile trovare
soluzioni alle numerose questioni aperte”.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–01-04-21–PASQUA E SPECIALITA’ SARDE-Pasqua meno amara per imprese dolciarie Sardegna

PASQUA E SPECIALITA’ SARDE – Una Pasqua meno amara per le imprese
dolciarie della Sardegna. Tornano i prodotti tradizionali regionali ma
la regina sarà la Colomba. Matzutzi e Serra (Confartigianato
Sardegna): “Sulle tavole torna a farsi largo la qualità artigiana
isolana. Lavoriamo per far crescere il settore ed esportare”. Ecco
come si riconosce una vera Colomba da una “falsa”.

Seconda Pasqua in lockdown per le imprese artigiane della Sardegna e,
ovviamente, anche per i tutti sardi. Ma le aspettative dei maestri
artigiani dolciari e alimentari isolani quest’anno, sono migliori
rispetto al 2020, quando una regola assurda li teneva chiusi rispetto
ai negozi e alla grande distribuzione ai quali è invece era permessa
la commercializzazione dei prodotti.

“Dall’interesse e dagli ordini che le nostre aziende dolciarie
associate hanno registrato in questi giorni di avvicinamento alla
Pasqua – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna – torna a farsi largo sulle tavole di queste
festività la qualità artigiana sarda, a partire dai dolciumi, passando
per tutta l’ampia gamma di prodotti regionali come i salumi, i
formaggi, la birra solo per citare i più ricercati”.

Secondo l’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, il
sistema regionale delle imprese dolciarie registra 774 imprese di
pasticceria e gelateria nelle quali lavorano 1.819 addetti, un settore
caratterizzato da un elevata vocazione artigianale, con oltre 542
imprese artigiane che rappresentano il 70,1% del comparto,

“Ricordiamo con terrore l’anno scorso in questo periodo i quintali di
cioccolato a deperire nei depositi, le tonnellate di farina e zucchero
inutilizzabili, le migliaia di uova rispedite al mittente, gli
ettolitri di  latte da smaltire ma anche le impastatrici ferme, gli
ordini annullati e il personale in cassa integrazione – continua il
Presidente Matzutzi – una triste festività senza uova con sorpresa,
colombe o specialità di pasticceria artigiana che, in pratica,
scomparvero dalle tavole pasquali dei sardi”.

Quest’anno, invece, sui banchi delle rivendite sono tornati i tipici
dolci della tradizione pasquale isolane, come le Casadinas, le
Ricottine, le Tiricche o tiliccas e le Pardulas, ma la protagonista
indiscussa sarà la colomba, un classico che conta poco più di
cent’anni (nacque nel milanese nel 1919) e che, è bene ricordare, dal
2005, in base al decreto ministeriale del 25 luglio ha una sua
specifica denominazione. “Colomba” non si può applicare ai prodotti di
altri Paesi europei.

Inoltre, nel dicembre 2009, il Ministero dello Sviluppo Economico ha
stabilito le indicazioni specifiche sugli ingredienti da riportare
sull’etichettatura dei prodotti alimentari e prodotti dolciari da
forno. Norme alla mano i prodotti che utilizzano forme e modalità di
presentazione identiche e confondibili con i prodotti disciplinati, ma
sono identici solo all’aspetto, sono imitazioni.

Per chiamarsi “colomba”, un dolce deve avere almeno il 16% di burro,
uova di categoria “A”, cioè fresche e in quantità tale da garantire
almeno il 4% in tuorlo, latte, miele, burro di cacao, eccetera.

In una colomba “falsa”, invece, si possono trovare ingredienti molto
diversi: prevalentemente, si tratta di dolci che contengono
ingredienti scadenti, ad esempio grassi idrogenati, pochissimo burro e
uova e molto zucchero, per “coprire” la qualità inferiore”.

“Rispetto alla Pasqua del 2019, l’ultima pre-Covid – sottolinea il
Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna, Daniele Serra – tra i
dolci da forno che finiranno sulle mense imbandite tricolori si
registra un aumento del fai-da-te, testimoniato dal boom nelle vendite
di farina, lievito e preparati dolciari. E anche se molti compereranno
i prodotti industriali, rispetto al drammatico 2020, quest’anno sono
destinate a impennarsi, come sostengono gli esperti, le vendite di
dolci artigianali, sostanzialmente azzerate lo scorso anno dalle
restrizioni imposte a pasticcerie, cioccolaterie, gelaterie. Ripartono
anche le produzioni artigianali di uova di cioccolato, l’anno scorso
ridotte al lumicino”.

“Siamo consapevoli che questa pandemia influenzerà gli acquisti dei
nostri prodotti per sempre – concludono Matzutzi e Serra – per questo
ci dobbiamo impegnare sin d’ora ad accompagnate i nostri imprenditori
nell’uso delle tecnologie digitali e nella multicanalità di
distribuzione dei prodotti di qualità. Ma dobbiamo poter contare su
interventi ad hoc di irrobustimento delle capacità finanziarie e di
sostegno all’export anche nei Paesi emergenti, su misure di
valorizzazione delle produzioni tipiche, dei distretti agroalimentari
di qualità e delle produzioni a denominazione d’origine”.

Le 7 regole d’oro per la “vera” Colomba

In base alla CIRCOLARE 3 dicembre 2009, n. 137021 del Ministero dello
Sviluppo Economico

Per essere sicuri di portare in tavola il classico dolce di Pasqua:

1) La vera colomba deve innanzitutto avere la classica forma di…
colomba. Può sembrare banale ma proprio la forma può essere il primo
indicatore di un falso prodotto dolciario da forno.

2) Il primo ingrediente, quello presente in maggiore quantità, deve
essere la farina di frumento e non lo zucchero.

3) È necessario controllare bene tutti gli ingredienti. Abbiamo
davanti una vera colomba quando sono presenti tutti i seguenti
ingredienti: farina di frumento, zucchero, uova e/o tuorlo, burro,
agrumi canditi, lievito naturale, sale, mandorle. Se nell’etichetta ne
manca qualcuno stiamo per acquistare un semplice dolce pasquale ma non
una vera colomba.

4) Oltre all’elenco relativo agli ingredienti con cui deve essere
fatta una colomba, ne esiste un altro relativo ai pochi altri che
possono essere aggiunti alla giusta ricetta. Sono solamente questi:
latte e derivati, miele, burro di cacao, malto, zuccheri, aromi,
emulsionanti (per es: lecitina di soia), conservanti.

5) Quanto ai grassi, ricordare che nella colomba non ci possono essere
grassi diversi dal burro, come margarina, strutto o altro, altrimenti
anche in questo caso abbiamo di fronte un altro tipo di dolce.

6) La vera colomba, di norma, è priva di conservanti. Gli unici
permessi nella colomba sono due: E 200 – acido sorbico e E 202 –
sorbato di potassio.

7) La glassa può essere fatta oltre che con le mandorle, anche con
armelline, nocciole, anacardi.

Il ciclo di produzione dall’impasto al confezionamento della vera
colomba artigianale dura almeno 48 ore

In generale teniamo sempre presente che sul mercato sono presenti
diversi “dolci pasquali” che possono anche avere la stessa forma della
colomba. La legge obbliga i produttori di questi dolci a rendere
evidente che non si tratta di colomba, e addirittura chi li
commercializza a non metterli gli uni accanto agli altri nel caso in
cui questo possa creare confusione. Quindi un dolce che sembra una
colomba per la forma e per la confezione, ma che non riporta tutte le
caratteristiche anzidette non è una vera colomba.

Da escludere del tutto che si tratti della tradizionale colomba
pasquale quando è la stessa etichetta a riportare la dicitura “dolce
pasquale” o altro nome simile.

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ANAP CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–29-03-21–Appello alla vaccinazione per chi lavora con anziani

CORONAVIRUS – “Vaccinarsi è un dovere morale per coloro che hanno
contatti con gli anziani”. Appello della Presidente di ANAP
Confartigianato Sardegna, Paola Montis. I pensionati di
Confartigianato Sardegna chiedono maggiore senso di responsabilità.

“Gli anziani continuano a pagare un tributo troppo elevato, in termini
di vite umane, a causa della pandemia. Il piano di vaccinazione,
tenuto conto della volontà del Governo, si sta lentamente potenziando
grazie anche all’intervento del Premier Mario Draghi che ha tenuto a
sottolineare alle Regioni l’insufficiente attenzione per gli anziani,
molti dei quali in attesa di essere vaccinati e che dunque continuano
ad essere sempre i più esposti”.

E’ questo il pensiero dell’ANAP Sardegna, l’Associazione dei
pensionati artigiani di Confartigianato, che, attraverso la Presidente
Paola Montis, aveva da tempo evidenziato l’esigenza di tutelare gli
ospiti delle RSA, delle Case di Riposo e delle Case Famiglia
prevedendo dei rigidi protocolli di sicurezza.

“Ora stiamo, purtroppo, rilevando che in alcune strutture continuano a
verificarsi focolai di Covid – continua la Presidente Montis – questo
sarebbe da ricondursi anche alla mancata vaccinazione da parte di
alcuni operatori sanitari”.

Tale situazione, secondo i pensionati di Confartigianato, è del tutto
inammissibile.

“È vero che non è un obbligo di legge vaccinarsi – sottolinea la
Montis – ma è comunque un “dovere morale” da parte di coloro che hanno
contatti costanti con gli anziani, le persone più fragili e soggette
al contagio”.

Anche ANAP Sardegna si appella al senso di responsabilità di ognuno e
invita al tempo stesso, le Organizzazioni Sindacali che rappresentano
queste categorie a fare opera di convincimento nei confronti dei
propri iscritti e di tutti i lavoratori.

“Gli anziani non meritano di vedere la loro vita compromessa per
convincimenti personali sulla vaccinazione che mal si addicono
all’etica professionale – conclude la Presidente di ANAP Sardegna –
allo stesso tempo, però, chiediamo che la Regione produca atti
significativi sui piani vaccinali e sui vaccini stessi, che non
producano disorientamento e sfiducia indotta. La lotta al virus COVID
19 si deve fare sul campo con atti finalizzati, efficaci e chiari che
rasserenino i cittadini sulla volontà delle istituzioni di essere
efficaci ed efficienti”.




ANAP CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–24-03-21–COVID-Taxi gratuito anziani-Proposta Montis ANAP

CORONAVIRUS – TAXI GRATUITO PER GLI ANZIANI CHE DEVONO VACCINARSI – La
proposta di ANAP PENSIONATI CONFARTIGIANATO SARDEGNA: utilizzare il
“bonus viaggio” finanziato dal Governo. Nell’Isola disponibili 805mila
euro – Paola Montis (Presidente ANAP Sardegna) lancia la proposta alla
Giunta Regionale: “Le grandi città hanno già i fondi, i piccoli comuni
devono essere sostenuti: bastano poche decine di migliaia di euro per
aiutare tanti anziani non autosufficienti”.

“Utilizzare il “bonus viaggio”, messo a disposizione dal Ministero, e
finanziare un servizio di taxi gratuito per accompagnare gli anziani
over-80 alla vaccinazione anti Covid: bastano poche decine di migliaia
di euro per aiutare gli anziani non autosufficienti”.

E’ questa la proposta che fa l’ANAP Sardegna, l’Associazione dei
pensionati artigiani di Confartigianato, attraverso la Presidente
Paola Montis, alla Giunta Regionale dopo i sempre più numerosi casi di
anziani che non riescono a recarsi nei presidi per le vaccinazioni.

“Facciamo un appello alla Regione, e soprattutto alle Amministrazioni
Comunali, per far fronte comune affinché anche i più deboli, i più
anziani e i più soli, possano rispondere all’appello della
vaccinazione – continua la Presidente Montis – purtroppo, anche nella
nostra Isola, sempre più persone stanno incontrando difficoltà
oggettive nel raggiungere gli spazi destinati alla vaccinazione
anti-Covid-19, costretti spesso a chiedere aiuto a vicini di casa o
addirittura a utilizzare i mezzi pubblici, con tutti i rischi
connessi”.

Tale operazione per i Comuni sarebbe a costo zero per i Comuni più
grandi mentre per quelli più piccoli occorrerebbe trovare copertura
finanziaria regionale.

Infatti, il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, “con
decreto interministeriale del 6 novembre scorso, ha istituito un fondo
di 35milioni di euro, di cui ben 805mila per la Sardegna, destinato
alla concessione, fino all’esaurimento delle risorse, in favore delle
persone fisicamente impedite o comunque  a  mobilità  ridotta, con
patologie  accertate,  anche  se  accompagnate,  ovvero appartenenti a
nuclei familiari più esposti agli  effetti  economici derivanti
dall’emergenza epidemiologica da virus COVID-19 o in  stato di
bisogno, residenti nei comuni capoluoghi di città metropolitane o
capoluoghi di provincia, di un buono viaggio, pari al  50  per  cento
della spesa sostenuta e, comunque, in misura non superiore a euro 20
per ciascun viaggio, da utilizzare per  gli spostamenti effettuati  a
mezzo  del  servizio  di  taxi  ovvero  di noleggio con conducente”. I
fondi dovranno essere spesi entro il prossimo 30 giugno. Al Comune di
Cagliari sono stati destinati 278mila euro, a Carbonia 101mila, a
Nuoro 106, a Oristano 100 e a Sassari 218mila.

In questi giorni, infatti, è in svolgimento l’attività di vaccinazione
dei docenti da un lato e degli over-80 dall’altro lato; se i primi
sono cittadini giovani, pienamente abili e capaci di spostarsi in
maniera autonoma sul territorio, i secondi hanno oggettivamente più
difficoltà a raggiungere gli hub vaccinali, situazione che spesso si
trasforma in un’impresa.

“Parliamo di anziani che spesso, soprattutto nelle città più grandi,
vivono soli, magari con i figli lontano, che abitano fuori città,
peraltro impossibilitati anche a rientrare da altri comuni, situazione
amplificata dalla attuale zona arancione – sottolinea la Presidente
ANAP – nonni over-80 o anche ultranovantenni che, nella stragrande
maggioranza dei casi, non hanno più un mezzo personale per muoversi, e
che se tradizionalmente si spostavano a piedi o in autobus, in questo
ultimo anno hanno giustamente paura di salire sui bus pubblici, specie
dopo le mille raccomandazioni di restare a casa e di evitare contatti
con l’esterno. In tanti, quando ricevono la fatidica chiamata per
l’appuntamento con il vaccino anti-Covid-19 chiedono ai sanitari come
fare per raggiungere la struttura destinata alle operazioni di
somministrazione, esponendo la propria difficoltà logistica e di
circolazione”.

Da questa condizione, la proposta di ANAP Sardegna, per tentare di
risolvere il problema: “Chiedere la collaborazione retribuita dei
tassisti e autisti di NCC di ogni paese della Sardegna, per
l’istituzione di un servizio di trasporto individuale gratuito
destinato esclusivamente agli anziani over-80 che devono raggiungere i
punti di somministrazione dei vaccini e tornare a casa”.

“Ciò sta già accadendo in tante altre città italiane – riprende la
Presidente – ovviamente per poter usufruire del servizio gratis, gli
anziani dovranno mostrare al tassista di turno il proprio documento
d’identità per certificare la propria età anagrafica e dovranno
mostrare l’appuntamento inviato dalle Asl per la vaccinazione, che fra
l’altro si traduce in un certificato rilasciato dai medici ai pazienti
una volta concluse le operazioni”.

“Riteniamo si tratti di una procedura assolutamente praticabile –
conclude la Montis – visto che al servizio accederanno veramente gli
anziani che non hanno altre alternative e soprattutto sarebbe una
straordinaria operazione, anche da punto di vista economico, per la
categoria del trasporto di persone che, come altre, è stata fortemente
penalizzata da una pandemia che ha di fatto bloccato gli spostamenti
sul territorio e quindi anche la circolazione di utenti. Una
categoria, quest’ultima, che comunque andrà sostenuta e supportata
nella fase della ripartenza”.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–22-03-21–TEMPI DI PAGAMENTO COMUNI-IMPRESE-Sardegna rapida a saldare fatture

TEMPI DI PAGAMENTO COMUNI-IMPRESE – 27 giorni per saldare fatture a
imprese e professionisti. L’Isola quinta in Italia per velocità: il
71% dei Comuni paga entro i termini di Legge. Matzutzi (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Dati confortanti ma ancora non
soddisfacenti: tutte le imprese devono essere pagate nei tempi.
Lavorare per tagliare burocrazia e a compensazione debiti-crediti”.

Per le imprese e i professionisti che lavorano con i Comuni della
Sardegna, arrivano notizie positive sul pagamento delle fatture: il
71,8% di questi, riesce a saldare i propri debiti entro i 30 giorni di
legge.

Sono infatti ben 271 le Amministrazioni Locali isolane, su 377, che
rispettano il termine ordinario di 30 giorni stabilito dalla Direttiva
Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE – recepita con il decreto
legislativo 9 novembre 2012 n.192.

Al contrario, a saldare le fatture sono ancora 106 realtà locali,
circa il 28% del totale. In ogni caso, la media dei tempi di pagamento
dei lavori effettuati nell’Isola scende a 27 giorni: la nostra Isola
si piazza così al quinto posto nazionale per velocità di erogazione.
Analizzando il recente passato, nel 2015, i dati raccontavano di come
ai Comuni dell’Isola per saldare le fatture alle imprese occorressero,
in media, 103 giorni. Due anni dopo, nel 2017, in media ne servivano
appena 42.

A certificare questi risultati è la rilevazione dall’Osservatorio per
le Micro e Piccole Imprese di Confartigianato Imprese Sardegna dal
titolo “Tempi di pagamento della P.A.: i dati dei Comuni nei primi 3
mesi del 2020”, su dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze,
resi disponibili lo scorso 24 febbraio.

Sui 730milioni di euro che gli Enti Locali sardi hanno saldato alle
imprese e ai professionisti, nei primi 9 mesi dello scorso anno, gli
estremi isolani vanno dal record positivo di Cargeghe (SS), che ha
saldato 649mila euro di fatture con una media di 5 giorni, fino al
primato negativo di Bultei (SS), che ha bonificato 19mila euro in 99
giorni (tra l’altro su un totale di oltre 1 milione di debiti).

Tra i Comuni più popolosi, il record è di Alghero (SS): 18milioni di
euro in soli 12 giorni. Segue Selargius (CA), con oltre 11milioni di
euro in 11 giorni. Tra i capoluoghi, il primo è Sassari, con 45milioni
erogati alle imprese in soli 16 giorni (quarta Città in Italia),
seguito da Olbia con 32milioni in 21 giorni. Il Capoluogo regionale,
Cagliari, rientra nel rispetto della legge per solo 1 giorno:
76milioni di euro di lavori sono stati bonificati in 29 giorni.

Tra i 106 Comuni i cui pagamenti fuori dai termini di legge, al
contrario, Nuoro con 37 giorni per pagare quasi 15milioni di appalti,
Quartu S.Elena (CA) con 40 giorni per circa 20milioni, e Oristano con
47 giorni per bonificare 16milioni di fatture. 57 comuni pagano tra i
31 e i 40 giorni, 25 tra i 41 e i 50 giorni, 11 tra i 51 e i 60 giorni
e solo 12 oltre i 60.

Tra le province, la migliore è sempre quella di Sassari, con una media
di 21 giorni, seguita dal Sud Sardegna con 26 e Cagliari con 30.

“Possiamo dire che questi dati, se paragonati a ciò che accadeva solo
5 anni, ci confortano – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – però vedere come ancora che un
terzo dei Comuni sardi non rispetti il diritto delle imprese ad essere
pagate in tempi certi, ci fa preoccupare e non saremo completamente
soddisfatti finché non vedremo tutte le Amministrazioni Locali
rientrare nei termini di legge e onorare i propri debiti”.

“La maggior parte dei Comuni paga con ancora più celerità rispetto a
quanto imposto dai termini di legge – continua Matzutzi – erogando
quasi all’istante anche cifre importanti: è fondamentale che anche gli
altri Enti mettano in campo tutto quello che serve per fare
altrettanto e rispettare tale buona pratica”.

“Come ripetiamo da anni, la soluzione contro i ritardi e per
rispettare il diritto delle imprese ad essere pagate in tempi certi –
sottolinea il Presidente – sarebbe quella di applicare la
compensazione diretta e universale tra i debiti e i crediti degli
imprenditori nei confronti dello Stato. Capiamo come ci siano ancora
tante difficoltà finanziarie e organizzative ma non capiamo perché
debbano farne le spese i professionisti e le imprese”.

“Il ritardo dei pagamenti è una condizione che pone, e ha posto anche
in passato, tante piccole imprese sarde nella condizione di rinunciare
a partecipare ai bandi pubblici per paura delle lungaggini e dei
contenziosi – conclude Matzutzi – in questo periodo, dove si parla
tanto di un più facile accesso delle microimprese agli appalti di
opere pubbliche, il cui avvio potrebbe servire a immettere nel mercato
importanti risorse economiche, a creare lavoro e a salvare imprese e
posti, il problema è che se poi i pagamenti vengono effettuati in
maniera tardiva, le imprese soffrono enormemente”.

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Questo Comunicato Stampa ti è stato inviato da un giornalista iscritto
all’Ordine Nazionale dei Giornalisti della Sardegna (tessera n.093366
del 13 marzo 2001) e al G.U.S. (Giornalisti Uffici Stampa), Gruppo di
specializzazione della Federazione Nazionale della Stampa Italiana.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–26-02-21–TRASPORTI NAVALI-Fine della convenzione tratte marittime Sardegna-Continente

TRASPORTO NAVALE – Da lunedì prossimo, 6 tratte, da e per la Sardegna,
senza convenzione statale. Allarme di Confartigianato Trasporti:
nessuna certezza per il futuro del traffico marittimo. Mellino
(Confartigianato Trasporti Sardegna): “Imprese e cittadini senza
certezze per tratte e costi. Intervenga la Regione”. Impossibili le
partenze da Cagliari e sulla rotta Olbia-Civitavecchia interviene
l’Autorità per i Trasporti.

Da lunedì 1 marzo, gli autotrasportatori e i passeggeri che per i loro
trasferimenti utilizzano abitualmente le rotte Civitavecchia-Cagliari,
Cagliari-Palermo, Cagliari-Napoli, Cagliari-Arbatax-Civitavecchia,
Olbia-Civitavecchia e Porto Torres-Genova potrebbero rimanere a terra
e dover cercare altre soluzioni.

Domenica notte, infatti, scadrà la convenzione con lo Stato che, a
titolo oneroso, impegnava le Compagnie Navali alla copertura di quelle
tratte.

L’allarme lo lancia Confartigianato Trasporti Sardegna, preoccupata
per l’incertezza alla quale saranno obbligate le imprese
dell’autotrasporto e tutti i cittadini sardi, per i costi che
potrebbero venir applicati da chi coprirà quei collegamenti e per le
spese che le aziende dovranno affrontare per raggiungere il punto di
scarico/carico delle merci soprattutto nel sud Italia.

La prova di quanto potrà accadere da lunedì in poi, viene dalla
simulazione delle prenotazioni che l’Associazione Artigiana ha provato
a fare per le partenze a partire dalla settimana prossima per un mezzo
furgonato. Per la Cagliari-Civitavecchia la compagnia Tirrenia
“suggerisce” un Porto Torres- Genova o una riprenotazione dal 27
maggio prossimo. Per un Cagliari-Palermo, sempre con un furgone, non
ci sono alternative neanche nei mesi prossimi.

“A questo punto, nessuno avrà la certezza se una nave salperà o meno
per i porti del Continente – commenta Giovanni Antonio Mellino,
Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – e quindi nessun
autotrasportatore avrà la certezza di quale tariffa applicare per un
viaggio che, per esempio, dalla nostra Isola dovrà portare le merci
nel centro-sud Italia. Infatti, le Compagnie di navigazione, se non
riterranno vantaggioso coprire quelle tratte, potrebbero lasciarle
totalmente scoperte”. “D’ora in poi, in modo del tutto legittimo
essendo delle imprese commerciali – continua Mellino – le Società di
Navigazione potranno scegliere di viaggiare, o meno, secondo le loro
convenienze economiche e secondo la percentuale di riempimento. Non
saranno più legate da alcun vincolo statale”.

Secondo recenti rilevazioni, per mare hanno viaggiato oltre 14milioni
di tonnellate di merci, ovvero 28 milioni di rinfuse liquide e di
oltre 4 milioni di rinfuse solide.

Confartigianato Trasporti Sardegna pone anche l’attenzione sulla
prossima convenzione statale che interesserà la rotta
Olbia-Civitavecchia e di cui si ha traccia solo nella manifestazione
d’interesse pubblicata del Ministero dei Trasporti, la cui scadenza è
stata posticipata a metà marzo.

Su tale avviso del MIT, però, interviene un “parere” dell’ART,
Autorità di Regolazione dei Trasporti “in merito alla conformità della
procedura di verifica di mercato relativa ai collegamenti marittimi
con la Sardegna, per garantire la continuità territoriale”,
consultabile a questo indirizzo:
https://www.autorita-trasporti.it/wp-content/uploads/2021/01/Parere-n.-1_2021_signed.pdf

L’Autorità, in pratica, in primis esprime forti dubbi sul fatto che il
libero mercato possa servire quelle rotte anche in assenza di oneri
pubblici, e poi ricorda come nell’avviso siano assenti sia i dati
qualitativi relativi alla domanda di passeggeri e merci, sia le
motivazioni e caratteristiche socio-economiche dell’utenza.

Ecco il passaggio del parere dell’ART: “Con riferimento ai
collegamenti che il Ministero intende affidare tramite gara, fondate
appaiono le valutazioni concernenti la mancanza di garanzie in merito
alla possibilità che il libero mercato possa soddisfare le esigenze
della domanda in assenza di intervento pubblico; tuttavia, si rileva
la mancanza, evidenziata anche dal Ministero nella Relazione esiti, di
dati qualitativi inerenti alla domanda di passeggeri e merci
(riguardanti in particolare i mercati di origine/destinazione delle
merci o le motivazioni e caratteristiche socio-economiche dell’utenza)
che consentano di valutare il permanere di esigenze di servizio
pubblico tali da giustificare, nel rispetto dei principi di necessità
e proporzionalità sanciti dal quadro normativo euro-unitario di
settore, il mantenimento del collegamento Cagliari-Palermo e lo scalo
al porto di Arbatax nell’ambito della tratta Civitavecchia-Cagliari”.

“Anche su quest’ultima questione, e per tutta situazione in generale,
siamo fortemente preoccupati – rimarca il Presidente di
Confartigianato Trasporti Sardegna – per questo chiediamo al
Presidente della Regione, Solinas, e all’Assessore Regionale dei
Trasporti, Todde, di intervenire al più presto presso il Ministero
per, fare luce sulla tratta che interesserà il porto gallurese e per
prorogare la convenzione delle rotte, da oggi scoperte, per assicurare
così il servizio almeno fino all’aggiudicazione del prossimo bando”.

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Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–24-02-21–AUTOTRASPORTO-Class Action contro TIR

AUTOTRASPORTO MERCI – Gli autotrasportatori sardi contro il “cartello
dei Tir”. Una class action promossa da Confartigianato per risarcire
le imprese di Trasporto merci danneggiate. Mellino (Confartigianato
Trasporti Sardegna): “Azione collettiva risarcitoria protetta e senza
rischi per le aziende interessate”.

Le imprese di trasporto merci della Sardegna hanno tempo fino a metà
maggio per chiedere i danni alle compagnie costruttrici di TIR,
colpite 2 anni fa dalla Commissione Europea, per aver danneggiato gli
acquirenti dei mezzi con un “cartello” che, tra il gennaio 1997 e lo
stesso periodo del 2011, gonfiò i prezzi degli autocarri per almeno il
15% del loro costo.

L’azione risarcitoria, promossa da Confartigianato Imprese, che
nell’Isola potrebbe arrivare a parecchi milioni di euro, fa parte
della sanzione complessiva di 3,8 miliardi di euro dell’UE verso
Volvo/Renault, Man, Daimler/Mercedes, Iveco, DAF e Scania. Tra le
migliaia di imprese interessate, oltre a quelle con mezzi conto terzi,
anche quelle edili, metalmeccaniche, del legno proprietarie di camion
ad uso proprio superiori alle 6 tonnellate.

“In Sardegna le imprese interessate sono qualche migliaio, con
altrettanti automezzi, e possono partecipare all’azione giudiziaria
presentando le domande entro metà maggio – afferma Giovanni Mellino,
Presidente di Confartigianato Trasporti Sardegna – oggi l’azione di
Confartigianato nell’Isola ha coinvolto centinaia di imprese per circa
un migliaio di TIR”. “Altrettante possono entrare in questa grande
vertenza – prosegue Mellino – portata avanti per difendere la serietà
di tutte quelle piccole realtà aziendali spremute dai cartelli dei
grandi costruttori, pronti a far profitti a loro spese le imprese”.
“La Class Action – ricorda il Presidente di Confartigianato Trasporti
Sardegna – è stata avviata contro i costruttori dei tir che hanno
fatto cartello dal 1997 al 2011, periodo temporale estendibile fino al
2015, aumentando i prezzi dei camion del 15%; basti pensare che i TIR
di grandi dimensioni hanno un costo che oscilla tra 80.000 e 120.000
euro ed è possibile avere un risarcimento stimato in 8/10.000 euro a
mezzo, considerando anche l’incidenza degli interessi applicati nel
periodo”.

Per supportare le realtà sarde dell’autotrasporto, le sedi di
Confartigianato in tutta la Sardegna continueranno a essere a
disposizione per tutti gli imprenditori che vorranno ottenere il
giusto risarcimento, senza alcun costo legale per la causa.

Il settore dell’Autotrasporto sardo conta circa 2.500 imprese, circa
1.600 artigiane che, secondo recenti rilevazioni, hanno veicolato
oltre 14milioni di tonnellate di merci.

Recenti dati parlano di oltre 28 milioni di rinfuse liquide e di oltre
4 milioni di rinfuse solide trasportate dalle navi e veicolate dai
mezzi. Questo settore crea lavoro per circa 8mila persone, con una
dimensione media per azienda di 2,8 addetti per ogni realtà.

“L’azione legale non comporterà nessun rischio per autotrasportatori
che saranno protetti dall’anonimato – sottoliena Mellino – per loro
basterà solo, all’interno di una piattaforma on-line su misura,
compilare un questionario e caricare i documenti comprovanti
l’acquisto e la proprietà dei mezzi, e aspettare che il pool di
esperti porti avanti la pratica”. “Le nostre Associazioni Territoriali
in tutta la Sardegna – conclude il Presidente – forniranno alle
imprese tutta la necessaria consulenza ed assistenza per arrivare, nel
più breve tempo possibile, a verificare la consistenza  del diritto
risarcitorio”.

Grazie alla class action che Confartigianato porterà avanti,
attraverso un importante studio legale europeo specializzato in queste
vertenze nel tribunale di Amsterdam, le aziende hanno 2 mesi di tempo
per aderire all’azione legale collettiva che consentirà loro, senza
alcun costo e senza rischi, di recuperare i maggiori costi imposti dai
costruttori per l’acquisto, il noleggio e l’utilizzo in leasing di
veicoli nuovi e usati.

Il mercato alterato dal cartello dei produttori è quello degli
autocarri medi da 6 a 16 tonnellate e dei mezzi pesanti oltre le 16
tonnellate nel periodo tra il 17 gennaio 1997 e il 18 gennaio 2011,
con possibili effetti anche nei periodi successivi.

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ANAP PENSIONATI CONFARTIGIANATO SARDEGNA
CONFARTIGIANATO IMPRESE SARDEGNA

COMUNICATO STAMPA 19 FEBBRAIO 2021

CORONAVIRUS: VACCINO ANZIANI E TRUFFE – In arrivo la vaccinazione per
gli anziani ma occhio ai malintenzionati. Paola Montis (Presidente
ANAP Pensionati Confartigianato Sardegna): “Fidatevi solo dei medici
di famiglia e affidativi ai familiari. Falsi operatori sanitari
inventano sempre nuovi raggiri”.

“Anziani attenzione, con il Covid i truffatori sono più attivi che mai
e inventano nuovi raggiri per spillare denaro e oggetti preziosi
carpendo la buona fede delle vittime”.

A lanciare ancora una volta l’appello è Paola Montis, Presidente
dell’ANAP Sardegna, l’Associazione dei pensionati artigiani di
Confartigianato, dopo alcuni recenti casi di truffe segnalati in tutta
Italia.

“Nei giorni scorsi – ricorda la Presidente Montis – molti comuni e
molte regioni hanno emesso un allerta perché erano giunte segnalazioni
di tentativi di raggiro. Molti anziani, infatti, avevano ricevuto
telefonate da falsi operatori sanitari per concordare un appuntamento
a casa con la scusa di somministrare il vaccino contro il Covid”.

Con la smentita era stato raccomandato, nel caso si ricevessero
telefonate di questo tenore, di contattare subito le forze
dell’Ordine, di non accettare nessuna proposta di tal genere e di non
aprire la porta agli sconosciuti che si spacciano per  presunti medici
delle Asl.

“Fidatevi solo del vostro medico di famiglia e fatevi assistere da un
famigliare – è il consiglio della Presidente Montis – e seguite solo
ed esclusivamente delle indicazioni che vengono date pubblicamente
attraverso i giornali o la televisione”.

Infatti, in Sardegna, la somministrazione del vaccino anti-Covid-19
per gli anziani che hanno più di 80 anni comincerà da questo sabato
mentre per chi ancora non ha quell’età non è stato stabilito quando e
come si farà.

Ma la rete dei raggiri legati alla pandemia non si limita a questo: Ci
sono i falsi medici e infermieri che chiamano per raccogliere soldi
per un parente malato di covid.

Come spiega ancora la Montis: “Abbiamo notizie signora ultranovantenne
ha ricevuto una chiamata con la quale le veniva falsamente comunicato
che una nipote era grave per il Coronavirus e di raccogliere tutto il
denaro che aveva per le cure che erano molto costose. Ancora una volta
si trattava di una truffa e la Polizia è riuscita appena in tempo a
rintracciare il malfattore”.

Ed ancora, andando oltre l’emergenza sanitaria, si stanno palesando
sempre più casi di falsi incaricati di Enel o di altre società che
forniscono energia o altri servizi.

Concludendo, l’Anap Confartigianato Sardegna commenta però anche con
favore la notizia che l’Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha dato il
via libera alla sperimentazione degli anticorpi monoclonali per il
trattamento del Covid.

“Ma non è sufficiente, serve un’accelerata su tutta la linea – termina
Paola Montis – occorrono finanziamenti per incrementare le ricerche e
le sperimentazioni per le cure del Coronavirus in tutti i settori: non
solo, quindi, anticorpi monoclonali, ma anche antivirali ad ampio
spettro e altri farmaci, alcuni già in uso da decenni. Senza ulteriori
rinvii e soprattutto senza ritardi dovuti alla inefficienza
burocratica. In Italia le persone anziane muoiono con un indice tra i
più elevati rispetto ad altri Paesi. I ritardi nell’acquisizione dei
vaccini, nella programmazione e nella distribuzione degli stessi sono
fonte di estrema preoccupazione”.

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CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–16-02-21–APPALTI ELETTRONICI-Nuovo record per la Sardegna

APPALTI ELETTRONICI – Il 2020 anno record per la Sardegna: 165milioni
di euro di bandi, 79 alle imprese sarde. Cresce l’ammontare totale ma
cala la percentuale delle realtà sarde aggiudicatarie. Appello di
Matzutzi e Serra (Confartigianato Sardegna) alle aziende: “Formatevi
per entrare nella piattaforma e partecipare ai bandi: necessario
sfruttare tutte le opportunità di ripresa economica”.

Il mercato elettronico degli appalti della Sardegna segna un nuovo
record: nel 2020, la Pubblica Amministrazione ha bandito lavori e
servizi per 165milioni di euro, di cui 79 sono stati aggiudicati alle
imprese dell’Isola. Cala la percentuale delle aziende sarde
aggiudicatarie: si passa dal 53% nel 2019 al 48% dell’anno appena
concluso.

Sono questi i numeri salienti dell’attività del 2020 in Sardegna del
MEPA, Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione, strumento
del Ministero dell’Economia delle Finanze, avviato e gestito da
Consip, che consente alle P.A. registrate di consultare un catalogo
elettronico, confrontare e acquistare i beni e servizi offerti anche
dalle imprese sarde abilitate sul sistema.

L’analisi dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, sui
dati Mef-Consip dell’anno appena concluso, dicono come nell’Isola, su
un totale di oltre 165 milioni di euro di acquisti da parte della
Pubblica Amministrazione, il 48% di questi, circa 79 milioni, sia
stato aggiudicato da imprese sarde attraverso la piattaforma
elettronica. Nel 2018 in Sardegna erano stati banditi appalti per
133milioni, di cui 72 andati alle imprese sarde, mentre nel 2019 su
151 milioni, 80 andarono alle realtà isolane.

In Sardegna su un totale di 4.331 imprese abilitate sulla piattaforma,
i fornitori attivi sono 1.656, su un totale nazionale di oltre 156
mila abilitati e circa 66 mila attivi.

Per ciò che riguarda il valore degli acquisti delle Amministrazioni
locali a livello provinciale, i numeri più consistenti si rilevano a
Cagliari con 55milioni di euro, di cui il 69% è andato verso fornitori
locali. Nel capoluogo regionale, si registrano 1.427 imprese abilitate
di cui 631 attive. La seconda posizione è occupata da Sassari, con
quasi 57milioni di acquisti da parte della PA, andati per il 36% verso
imprese locali (874 abilitati e 348 attivi). Ultima, sia per
consistenza sia per percentuale, l’Ogliastra: nella provincia più
piccola d’Italia, sono stati solo 2milioni e 300mila euro gli acquisti
della Pubblica Amministrazione attraverso il MEPA, con il 61% del
totale è andato verso fornitori locali registrati (192 registrati e 62
attivi).

Nel 2020, a livello nazionale, attraverso il MEPA sono stati
acquistati beni e servizi per circa 5 miliardi e 777 milioni di euro.
Il dato conferma la crescita esponenziale di uno strumento che oggi
rappresenta il principale punto di riferimento delle pubbliche
amministrazioni per gli acquisti di importo inferiore alla soglia
comunitaria.

“Nonostante l’anno appena passato sia stato pesantemente condizionato
dalla pandemia – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – il 2020 è stato un anno positivo
per il volume degli appalti elettronici banditi in Sardegna, cresciuti
di ben 14milioni in soli 12 mesi e di ben 32 rispetto al 2019”. “Buona
anche la quota aggiudicata dalle realtà sarde, aumentata di 7 milioni
rispetto all’anno precedente – continua Matzutzi – anche se la
percentuale delle imprese aggiudicatrici sarde è calata di 5 punti
percentuali, passando dal 53 al 48%. Questi ultimi dati ci devono far
ragionare su quante risorse economiche non rimangono in Sardegna
oppure restano, molto ridotte, ma sotto forma di subappalti che,
notoriamente, non aiutano lo sviluppo delle imprese”. “Come facciamo
già da diversi anni – sottolinea il Presidente – è necessario
continuare a formare e informare le imprese e condurle all’interno del
sistema Mepa per non perdere tante importanti opportunità di crescita
e di affari”.

Su tali problematiche, Confartigianato Sardegna, proporrà alla Regione
di finanziare progetti specifici, diretti alle imprese e alla Pubblica
Amministrazione, per iniziative di informazione sull’utilità degli
appalti pubblici elettronici, per la facilitazione guidata
sull’esplorazione dello strumento, e per la formazione specifica per
la registrazione, l’accesso e la gestione delle funzioni delle varie
piattaforme.

“Il mercato elettronico è uno strumento capace di assicurare
trasparenza, velocità nei processi, qualità dell’offerta e
partecipazione delle piccole realtà imprenditoriali nell’ambito degli
appalti pubblici – commenta il Segretario di Confartigianato Imprese
Sardegna, Daniele Serra – i numeri della Sardegna sono molto
promettenti e l’augurio è che già nel corso di questo 2021 la platea
di fornitori sardi possa crescere ancora: aumentare il bacino
imprenditoriale della nostra Isola nel servizio significa avere
maggiori possibilità di sviluppo, incentivando anche la Pubblica
Amministrazione ad avvalersi dei beni e servizi delle imprese
regionali”. “Le imprese perdono occasioni importanti non iscrivendosi
alla piattaforma – continua Serra – in questo modo ne beneficiano le
realtà che arrivano da fuori regione. Purtroppo ancora troppe attività
produttive soffrono della poca confidenza con i mezzi informatici. La
piattaforma Mepa rappresenta un’opportunità sia per PA sia per le
imprese”.

Per questo, soprattutto in questo momento di difficoltà, in attesa di
un auspicato ritorno alla normalità, l’Associazione Artigiana rinnova
l’invito alle imprese sarde a iscriversi e utilizzare il sistema,
rivolgendosi anche alle sedi territoriali di Confartigianato Sardegna
per ricevere informazioni, assistenza e supporto per partecipare
attivamente alla fornitura di beni o servizi per la PA.

Il Mercato elettronico della pubblica amministrazione (MePA) è uno
strumento di commercio elettronico, di tipo Business to Government
(B2G), a disposizione delle amministrazioni pubbliche italiane per
effettuare acquisti di importo inferiore alla soglia comunitaria (135
mila euro per le PA centrali e 209 mila euro per le altre
amministrazioni). Il MePA permette alle Amministrazioni Pubbliche di
consultare i cataloghi delle offerte pubblicate ed emettere
direttamente ordini d’acquisto (OdA) o richieste d’offerta (RdO). I
fornitori abilitati possono, invece, offrire i propri beni e servizi
direttamente online e rispondere alle eventuali richieste di offerta
avanzate dalle PA. Il sistema permette, dunque, l’acquisto online di
beni e servizi con caratteristiche di standardizzabilità, per acquisti
ripetitivi e/o per volumi ridotti. Nato nel 2000 con l’obiettivo di
efficientare e razionalizzare gli acquisti pubblici, negli ultimi anni
ha portato avanti una vera e propria rivoluzione nel mondo degli
appalti pubblici, innescando non solo un processo di modernizzazione
dei processi ma anche nel modo di concepire il public procurement.

Quali sono i prodotti che vengono scambiati sul MePA?

Lo decide la Consip, la centrale acquisti della Pubblica
Amministrazione, che gestisce la piattaforma informatica. Nel catalogo
si trovano, tra gli altri: alimentari, arredi, beni e servizi per la
sanità e per la persona, cancelleria e materiali per l’ufficio,
combustibili e carburanti, energia, hardware e software e servizi
informatici, servizi postali, assicurativi e finanziari, consulenze e
servizi professionali e sociali, soluzioni per la scuola,
telecomunicazioni, veicoli.

Acquisti della PA 2020

Fornitori attivi 2020

Fornitori abilitati 2020

Cagliari

55.473.820

631

1.427

Nuoro

11.351.745

160

445

Ogliastra

2.385.146

62

192

Olbia Tempio

12.200.995

127

369

Oristano

9.618.019

152

403

Sassari

57.283.031

348

874

Sud Sardegna

17.244.122

176

621

SARDEGNA

165.556.878

1.656

4.331

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