“Mario Bruno: aeroporto a rischio, subito consigli comunali congiunti per reagire uniti”

Si convochi immediatamente un consiglio straordinario congiunto dei consigli comunali della rete metropolitana, uniti ai primi cittadini dei comuni del sassarese, del nuorese, dell’oristanese attorno a Bosa, con i rappresentanti istituzionali del territorio.

È un disastro annunciato, figlio di una gestione regionale della continuità territoriale fallimentare e dilettantesca.

Deserto il bando su Alghero anche con compensazione degli oneri di servizio: non può essere una casualità. Serve un tavolo urgente con tutti i soggetti pubblici e privati per garantire il futuro dello scalo algherese, con la presenza di Enac, Sogeaal e Regione, Comuni, Camera di Commercio, associazioni di categoria e sindacati. Chi vuole chiudere l’aeroporto di Alghero e perché?

Mentre la regione continua a coniugare i tempi delle soluzioni vere ad un futuro che mai sembra arrivare, Alghero con l’intero nord-ovest dell’isola rischia di restare fuori dalla continuità territoriale che è e resta un diritto di ogni sardo.

La continuità territoriale non e’ una concessione legata alle logiche di mercato, alle esagerate e assurde percentuali di riempimento, alle sole convenienze dei vettori. Dobbiamo ribellarci. Non possiamo restare ostaggio delle logiche del solo profitto: la mobilità e’ un diritto sacrosanto per tutti, anche per il nord-ovest e centro dell’Isola. Alghero si sta rassegnando a svolgere sempre più un ruolo di aeroporto stagionale e se perfino l’assessore regionale afferma che vogliano chiuderlo, non possiamo attendere oltre. Dobbiamo agire subito, con determinazione e uniti.
Dobbiamo lavorare per un aeroporto vivo tutto l’anno e per un territorio vivace, capace di programmazione e alleanze, da Alghero a Nuoro, dalla Barbagia a Bosa, da Castelsardo a Sassari, per un’offerta in grado di portare turismo e mobilità tutto l’anno.




Acquisti online: i consigli della Polizia di Stato per i regali natalizi

Anche a causa delle restrizioni dovute alla pandemia, la digitalizzazione del Paese e, più in particolare gli acquisti on line, si è avuta un’impennata dell’uso degli strumenti digitali nella quotidianità di ognuno di noi.

Proprio gli acquisti online, secondo un sondaggio di “Subito”, sono diventati la normalità per il 44 per cento degli intervistati.

Un’abitudine per le famiglie italiane, che hanno apprezzato semplicità, velocità e comodità di questa modalità di acquisto.

Per questo la Polizia postale ha sviluppato una collaborazione con “Subito”, piattaforma per vendere e comprare in modo sostenibile con oltre 13 milioni di utenti unici mensili in Italia.

Con questa partnership La Polizia di Stato scende in prima linea per assistere i cittadini sulla sicurezza in Rete, aiutandoli a individuare possibili rischi e ad acquisire maggiore dimestichezza con i canali di acquisto, sviluppando degli strumenti di difesa.

Ed ecco i “5 consigli per gli acquisti” online tra privati, a distanza e in sicurezza realizzati da Polizia postale e delle comunicazioni e Subito:

1. Informarsi

Informati sempre su ciò che vuoi acquistare basandoti sulle tre caratteristiche fondamentali di un annuncio:

Prezzo: confronta sempre diversi annunci per farti un’idea più precisa del prezzo senza farti allettare da un importo troppo basso.

Foto: prediligi annunci con foto chiare e dettagliate e, quando possibile, con video o tour virtuali.

Descrizione: orientati sempre su annunci ben strutturati e scritti correttamente, in grado di fornirti tutte le informazioni di cui hai bisogno.

2. Contattare l’inserzionista con la chat ufficiale

Usa sempre la chat ufficiale della piattaforma che stai utilizzando, integrata nell’App.

Per qualsiasi tipo di comunicazione rimanere all’interno della piattaforma ufficiale ti garantisce sempre una maggiore sicurezza e protezione.

Per evitare brutte sorprese, diffida da chi ti chiede con insistenza di esser contattato su email o chat alternative.

3. Proteggere dati personali e sensibili

Proteggi sempre i tuoi dati personali e sensibili. Valuta sempre attentamente quali dati fornire pensando se siano davvero necessari per quello che stai facendo.

Presta sempre attenzione a rimanere all’interno della piattaforma ufficiale, seguendo passo dopo passo le indicazioni per completare la compravendita in modo sicuro e garantito.

Non utilizzare mai link esterni o non sicuri in cui ti vengono richiesti dati di pagamento o sensibili.

Per qualsiasi dubbio contatta sempre il centro assistenza ufficiale della piattaforma.

4. Scegliere sempre sistemi di pagamento e spedizione ufficiali

Scegli sempre i sistemi di pagamento e spedizioni ufficiali, integrati nel processo di acquisto in App.

Con questi sistemi ogni fase della compravendita sarà interamente gestita e garantita dalla piattaforma.

Grazie alla protezione acquisti il denaro sarà trattenuto dalla piattaforma e inviato al venditore solo dopo che avrai confermato la ricezione dell’oggetto.

Scegli sempre la spedizione integrata per concludere un affare in sicurezza, potendo monitorare lo stato della spedizione e seguire l’intero processo di compravendita.

5. Dare la propria opinione

Prediligi gli affari con utenti valutati positivamente e collabora anche tu a rendere la tua piattaforma di compravendita preferita più sicura e connessa.

Valuta sempre gli utenti con cui concludi gli affari. La tua recensione è importante perché permette agli altri utenti di conoscersi tra loro, di fidarsi e di creare un ambiente più sicuro.

Con l’obiettivo di raggiungere il maggior numero di cittadini, i “5 consigli per gli acquisti” online tra privati sono disponibili anche su Subito Magazine (www.subito.it/magazine)18/12/2021




Coordinamento Presidenti dei Consigli d’Istituto Sardegna: C’era una volta la scuola

L’ennesimo rinvio della riapertura delle scuole superiori, seppur non uniformato a livello nazionale, e con le varie Regioni che, nella loro autonomia, sanciscono date e modalità di fruizione, oltre che aumentare le preoccupazioni, dimostra –qualora non fosse chiaro – che l’istruzione è l’ultima delle priorità nelle agende politiche.

L’idea che la Didattica Digitale Integrata possa sostituire la Scuola in presenza, dimostra il disinteresse generale verso la socializzazione, l’inclusione, la partecipazione, la collaborazione tra pari; distrugge la sana ambizione e valorizzazione personale, che sono le basi per la crescita di uno studente affinché possa diventare adulto.

La Didattica Digitale Integrata aumenta le difficoltà di apprendimento dovute alle differenze sociali e alla inadeguatezza degli apparati informatici.

La Didattica Digitale Integrata, determina la disuguaglianza, che nella scuola si concretizza in un diritto a ricevere le stesse opportunità educative per tutti i ragazzi e le ragazze, come sancito dalla Costituzione. Non c’è dubbio che tutti gli studenti e le studentesse abbiano gli stessi diritti.

La Didattica Digitale Integrata aumenta il tasso di dispersione scolastica: dal punto di vista territoriale, e riferendoci ai dati dell’ultimo quinquennio, la Sardegna è la Regione ad avere la maggior percentuale di studenti dispersi, con un tasso del 37,4% a fronte del 14,5% nazionale, ben oltre l’obiettivo del 10% che l’Unione Europea ha fissato per la fine del 2020.

La Didattica Digitale Integrata sacrifica il ruolo sociale della Scuola. La non presenza preclude un alto numero di attività formative, crea discriminazione, obbliga le famiglie a ricoprire un ruolo che non è il proprio. 

La Didattica Digitale Integrata, non può definirsi “Didattica”, in una nazione tra le meno digitalizzate d’Europa.

Questo Coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Circolo e di Istituto, per concludere, si domanda se, in questo periodo dove si chiede con sempre più insistenza di adeguare la formazione dei nostri giovani ad un apprendimento e una conoscenza sempre più vicina al mondo del lavoro, per un incremento della produttività futura, sia il caso di continuare ad insistere con questo modo di NON fare insegnamento.

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Coordinamento Presidenti Consigli di Circolo e di Istituto Sardegna, Comunicato 8 dicembre riapertura scuole gennaio 2021

Il tempo scorre

L’ultimo DPCM, ha stabilito che “a decorrere dal 7 gennaio 2021, al 75% della popolazione studentesca sia garantita l’attività didattica in presenza”.

Manca un mese. Solo 30 giorni.

La Sanità e i Trasporti sono, per la Scuola, gli elementi indispensabili , senza i quali non si può garantire la vera sicurezza.

E’ davanti agli occhi di tutti la carenza e la non adeguata organizzazione dei trasporti mirati alla specifica esigenza. Altrettanto si può dire del sistema sanitario – tracciabilità, velocità nell’erogazione del servizio di screening e valutazione dei singoli casi, comunicazioni veloci e chiare tra ATS, laboratori e Dirigenze Scolastiche -, che ha creato enormi disservizi e molteplici proteste con conseguenti scarichi di responsabilità a discapito della parte più fragile: GLI ALUNNI E GLI STUDENTI.

Una scuola in sicurezza, non può prescindere dal mettere mano, velocemente e con criterio, ai due settori che, in 10 mesi, sono stati sottostimati.

Pertanto, questo Coordinamento, è ancora una volta costretto a chiedere che codeste Istituzioni, si adoperino con ogni mezzo a disposizione affinché le promesse diventino realtà.

Chiediamo all’Assessore alla Sanità della R.A.S., On. Mario NIEDDU, che le promesse U.S.C.A. per le scuole, vengano effettivamente attivate per evitare il ripetersi delle situazioni già accadute in questi tre mesi, e che i “tamponi rapidi” assicurati ultimamente, siano resi immediatamente disponibili ed effettivamente utilizzabili. E’ venuto in momento di quantificare e isolare i singoli casi di positività al virus Sars-CoV2, senza più la necessità di dover chiudere interi plessi scolastici “a prescindere”o per “prevenire”.

Chiediamo all’Assessore all’Istruzione della R.A.S., On. Andrea BIANCAREDDU- considerato che sono proprio gli studenti delle scuole superiori quelli più a rischio contagio, e che non serve avere protocolli rigidi all’interno degli istituti se i sistemi dei trasporti e della sanità non camminano di pari passo -, più incisività nel raccordo con i suoi colleghi della Giunta Regionale, e maggiore comunicazione con chi opera attivamente all’interno del comparto scolastico.

Inoltre chiediamo ai Prefetti, rappresentanti generali del Governo nel territorio della Regione Sardegna, che i “tavoli di coordinamento” stabiliti dal predetto DPCM del 3 dicembre 2020, a cui è affidata la definizione del più idoneo raccordo fra gli orari di inizio e termine delle attività didattiche e gli orari dei servizi di trasporto pubblico locale, urbano ed extraurbano, in funzione della disponibilità di mezzi di trasporto a tal fine utilizzabili, vengano istituiti in brevissimo tempo e che si riescano ad ottenere risultati concreti e permanenti.

Le soluzioni “mordi e fuggi”, adottate in situazioni di emergenza e in periodi di estrema necessità, non possono più essere accettate: sono trascorsi ben 10 mesi senza una vera programmazione, non procrastiniamola di ulteriori 30 giorni. La “SCUOLA” ha bisogno di certezze.

Il Coordinamento dei Presidenti di Consiglio di Istituto della Regione Sardegna, organo legittimamente rappresentativo di tutte le componenti scolastiche, è sempre disponibile al confronto e ad alla collaborazione, affinché la Scuola torni ad essere il punto di riferimento cardine di una società in continua crescita ed evoluzione.

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