Aeroporti Sardi in Crescita Rispetto al Periodo Pre-Pandemia

Olbia guida la crescita con un aumento del 10,9%, seguito da Alghero e Cagliari.


Gli aeroporti della Sardegna mostrano segnali di ripresa e crescita rispetto al periodo pre-pandemia, con l’aeroporto di Olbia in testa per incremento percentuale. Secondo i dati rilasciati dalla direzione centrale programmazione economica e sviluppo infrastrutture dell’ENAC, Olbia ha registrato un aumento del 10,9% nel numero di passeggeri, passando da quasi 2,9 milioni nel 2019 a 3,2 milioni nel 2023.

Alghero segue con un incremento del 7,7%, passando da 1,3 a quasi 1,5 milioni di passeggeri. Cagliari, pur mostrando una crescita più contenuta del 2,6%, mantiene i numeri assoluti più elevati della regione, con un passaggio da 4,7 a quasi 4,9 milioni di passeggeri.

Esaminando i dati del solo anno 2022 al 2023, Cagliari evidenzia una crescita del 10,4%, spiccando sia sul mercato nazionale che su quello internazionale. La rotta Elmas-Fiumicino si conferma la più frequentata a livello nazionale, con un aumento del 13,8% e 361.470 passeggeri imbarcati nel 2023. Al contrario, Alghero ha registrato una diminuzione complessiva del 2,3%, con un drastico calo del 81% nei transiti.

Il traffico cargo vede Cagliari Elmas tra i primi cinque aeroporti italiani, nonostante un calo generale del 19% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Inoltre, Olbia ha registrato un’impennata del traffico cargo del 1161,7%, sebbene partendo da numeri molto bassi nel 2019.

Nonostante alcune fluttuazioni, i dati generali riflettono una resilienza e una tendenza al recupero per gli aeroporti sardi, sottolineando l’importanza di questi scali non solo per il turismo ma anche per il commercio e la connettività regionale.




AEROPORTI NORD SARDEGNA: TRAFFICO IN CRESCITA NELLE FESTIVITA’ PASQUALI

29 marzo 2024 – Durante le festività Pasquali (dal 28 marzo al 2 aprile 2024) gli aeroporti del Nord Sardegna stimano un flusso di circa 62.000 passeggeri, per un totale di 424 voli tra andata e ritornocon unnetwork di 50 collegamenti, di cui 23 domestici 27 internazionali da/per 14 Paesi. Rispetto alle festività Pasquali dell’anno precedente, periodo dal 6 all’ 11 aprile 2023, si prevede una crescita dei passeggeri del +12%.

Nello specifico, sullo scalo di Alghero sono previsti circa 27.000 passeggeri, per un totale di 184 movimenti, un’offerta di oltre 35.000 posti ed un network di 20 collegamenti da/per 10 Paesi.

Il Riviera del Corallo offrirà collegamenti con la Penisola, grazie a: Ryanair (BergamoBolognaMilano MalpensaNapoliPalermoPisa Venezia) e Aeroitalia (Roma Fiumicino e Milano Linate). Per quanto riguarda l’estero, Alghero sarà collegata da Ryanair con: Belgio (Bruxelles Charleroi), Danimarca (Billund), Inghilterra (Londra Stansted), Irlanda (Cork e Dublino), Polonia (Katowice), Slovacchia (Bratislava), Spagna (Barcellona e Madrid) e Ungheria (Budapest), mentre la low cost Wizz Air opererà i collegamenti con la Romania (Bucarest). 

Nello scalo di Olbia si stima un traffico di circa 35.000 passeggeri, per un totale di 240 movimenti ed un network di 30 collegamenti, di cui 14 domestici e 16 internazionali, operati da 8 compagnie aeree da/per 7 Paesi.

Il Costa Smeralda sarà collegato, grazie a Volotea (Bergamo, Bologna, Roma Fiumicino, TorinoVenezia e Verona), Aeroitalia (Roma Fiumicino e Milano Linate) ed easyJet (BergamoMilano MalpensaNapoli e Venezia) mentre la new entry Ryanair il 2 aprile inaugurerà i collegamenti per Bergamo e Bologna.

Per quanto riguarda i mercati esteri, Olbia sarà collegata con: Francia (Nizza con easyJet Parigi Orly con easyJet e Transavia), Germania (Berlino con easyJetAmburgoColoniaDusseldorf Stoccarda con Eurowings, Francoforte e Monaco con Lufthansa), Inghilterra (Londra Gatwick e Luton con easyJet), Olanda (Amsterdam operato da easyJet), Spagna (Barcellona con Volotea) e Svizzera (BasileaGinevra con easyJet Zurigo con Edelweiss).




Gallura in Testa per Crescita Imprese in Italia

Superando Milano e Roma, la Gallura si afferma come provincia leader in Italia per la crescita delle imprese nel 2023.

Nel panorama economico italiano del 2023, la Gallura si è distinta raggiungendo il primo posto per il tasso di crescita delle imprese, con un impressionante 2.23%. Questo la pone davanti a colossi come Milano e Roma, che si attestano rispettivamente al secondo e terzo posto con tassi del 2.10% e 1.91%.

Questo risultato straordinario, basato su dati elaborati dal Centro Studi del Cipnes Gallura in collaborazione con Unioncamere e la Camera di Commercio di Sassari, sottolinea la dinamicità economica della regione. Particolarmente significativo è il contributo di Olbia, che da sola ha registrato un aumento del 5.7% nel numero di imprese, simbolo della forte vitalità economica e attrattiva per gli investimenti, anche a livello internazionale.

Il distretto produttivo del Cipnes Gallura, situato ad Olbia, ha visto l’avvio e il potenziamento di 17 nuove attività nel settore nautico nel solo ultimo anno, confermando l’importanza cruciale di questo settore per l’economia locale e dell’intera Sardegna.

L’eccellenza della Gallura non si limita alla quantità, ma si estende anche alla qualità e all’innovazione delle sue imprese, con un crescente numero di iniziative nel campo tecnologico che rafforzano il tessuto economico della regione.

La Gallura, con questo primato, conferma la sua posizione di territorio fertile per l’imprenditoria, capace di creare opportunità significative e di promuovere uno sviluppo economico sostenibile. Il Cipnes Gallura gioca un ruolo fondamentale in questo contesto, offrendo supporto continuo e risorse agli imprenditori, e contribuendo allo sviluppo economico di Olbia, della Gallura e, più in generale, della Sardegna.




Un Futuro di Crescita e Stabilità: La Visione di Giorgia Meloni per l’Italia e la Sardegna

Giorgia Meloni delinea traguardi e progetti futuri del suo governo, evidenziando record occupazionali, riforme fiscali e ambiziosi progetti per la Sardegna, criticando le passate amministrazioni e l’opposizione per la mancanza di proposte concrete.

Cagliari – 21 Feb. 2024 In occasione della kermesse politica del centro destra tenutasi nel padiglione della fiera di Cagliari, Giorgia Meloni ha tenuto un discorso appassionato, delineando i successi del suo governo e presentando una visione ambiziosa per il futuro dell’Italia e, in particolare, della Sardegna. Con una retorica incisiva e dati alla mano, Meloni ha voluto ribadire gli obiettivi raggiunti e quelli ancora da perseguire, sottolineando il contrasto con le amministrazioni precedenti e criticando apertamente le opposizioni per la loro mancanza di proposte concrete.

Risultati e Politiche del Governo

Meloni ha aperto il suo discorso sottolineando i successi del suo governo, a partire dal record storico di occupazione raggiunto dall’Italia, con un aumento significativo dei contratti stabili e un forte impulso al lavoro femminile. Ha attribuito questi risultati a politiche mirate a incentivare l’assunzione e a ridurre il carico fiscale su lavoratori e imprese, contrastando la logica del sostegno economico indiscriminato a chi non lavora.

La lotta all’evasione fiscale è stata un altro tema centrale, con il governo che ha recuperato 35 miliardi di euro, cifra record, senza però vessare i cittadini ma piuttosto riformando il sistema fiscale per renderlo più equo e meno oppressivo.

Visione e Progetti per la Sardegna

Particolare attenzione è stata rivolta alla Sardegna, con Meloni che ha esposto progetti ambiziosi volti a valorizzare l’isola nel contesto mediterraneo e internazionale. Tra questi, lo sviluppo dei porti dell’isola per farne un ponte tra il Nord Africa e il centro-nord Europa, la proposta di istituire un’università dedicata al Mediterraneo e il progetto di posizionamento dell’Einstein Telescope nelle ex miniere di Sos Enattos, per fare della Sardegna il centro dell’osservazione astronomica europea.

Critiche alle Opposizioni e Politiche Passate

Il discorso non ha risparmiato critiche feroci alle amministrazioni precedenti e alle opposizioni, accusate di aver gestito il paese senza una visione e di aver lasciato un’eredità pesante in termini di sprechi e inefficienze. Meloni ha attaccato la sinistra per aver, a suo dire, favorito le fasce più ricche della popolazione a scapito di quelle in difficoltà, ribaltando questa tendenza con politiche mirate al sostegno delle famiglie e alla riduzione della pressione fiscale.

Un Appello al Voto e al Futuro

Concludendo il suo intervento, Meloni ha rivolto un appello agli elettori, presentando la sua amministrazione come un governo di risultati concreti e di visione lungimirante. Ha enfatizzato la coesione e la solidità della sua maggioranza, proponendosi come garante di un futuro di stabilità e crescita per l’Italia.

L’intervento di Giorgia Meloni, ricco di dati, progetti e critiche, si pone come un manifesto di un governo che, pur tra difficoltà e contestazioni, cerca di tracciare una strada di rinnovamento e di orgoglio nazionale, con un occhio di riguardo per territori spesso marginalizzati come la Sardegna. Resta da vedere come questo messaggio verrà accolto dall’elettorato e quali sviluppi porteranno le future politiche del suo governo.




Tourisme, la sostenibilità come percorso di crescita delle imprese turistiche

Al progetto europeo hanno partecipato dieci aziende sarde. Coinvolta Confindustria Centro Nord Sardegna in qualità di partner affiliato a Sistemi Formativi Confindustria. Non c’è solo il rispetto per l’ambiente, ma anche quello per l’essere umano inteso come ospite o collaboratore

Si avvia alla conclusione il progetto europeo Tourisme, con un programma di ampio respiro finalizzato a sostenere la competitività e i processi di innovazione e certificazione ambientale delle pmi turistiche individuate fra strutture ricettive, tour operator e agenzie di viaggio.
Il progetto, finanziato dalla linea Cosme (2019), è stato guidato dall’agenzia Consulta Europa con sede a Las Palmas de Gran Canaria (Spagna) e ha riunito diversi partner locali e internazionali: Sistemi Formativi Confindustria, che ha coinvolto Confindustria Centro Nord Sardegna in qualità di partner affiliato, l’Assessorato del Lavoro della Regione Sardegna, la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e altri partner europei rappresentati da istituti di ricerca e agenzie per lo sviluppo francesi, spagnoli e ciprioti.
Nella fase iniziale di sviluppo del progetto è stata realizzata un’attività di ricerca a cura dell’Istituto Sant’Anna di Pisa con la creazione di un compendio sulle best practices sul tema, accessibile al link https://tourisme-project.eu/good-practices/
Selezionate attraverso più bandi, hanno partecipato complessivamente in qualità di beneficiarie 60 aziende, fra cui 20 in ambito nazionale, dieci sarde. Per tutte le 60 aziende sono state realizzate tre tipologie di attività, ormai in via di completamento.
Una formazione articolata su più livelli sui temi dell’economia circolare, del risparmio energetico, del green marketing e nello specifico sullo studio e l’applicazione di tecnologie e buone pratiche gestionali finalizzate allo sviluppo sostenibile che contempli e valorizzi l’identità culturale e il contesto sociale in cui si opera.
Nel corso del 2022 e del 2023 sono stati realizzati diversi B2B (business-to-business) di carattere internazionale tra cui due realizzati in Italia, alla fiera Ecomondo nel novembre dello scorso anno e uno, nei giorni scorsi, alla Masseria Montenapoleone a Fasano in Puglia. La scelta di quest’ultima sede è nata dalla necessità di conoscere da vicino un eccellente esempio di proiezione verso la sostenibilità portato avanti con convinzione da un’azienda ricettiva e di produzione agricola a conduzione familiare, di alto livello qualitativo, caratterizzata da una forte integrazione con la storia, le tradizioni architettoniche e la cultura alimentare della Puglia.
L’ultima fase, in corso di realizzazione, riguarda la promozione verso la certificazione ambientale delle aziende partecipanti, in primis le certificazioni Iso ma includendo anche altre iniziative significative per il settore turistico come Emas, Eu Ecolabel, Etis o Eden. Questa attività si realizza nella convizione che tale processo sia necessario per una formale classificazione e organizzazione degli elementi green sia strutturali che dei processi aziendali, a cui possono legarsi importanti ricadute sul piano dell’immagine e della competitività globale.
Le aziende partecipanti si sono avvalse di un contributo economico del valore di 7mila euro.
Il percorso di Tourisme ha fatto emergere alcune considerazioni di fondamentale importanza: essere sostenibili significa rispetto non solo per l’ambiente ma anche per l’essere umano che si tratti del proprio ospite o del proprio collaboratore. La sostenibilità è un percorso di crescita senza fine nell’etica dell’imprenditore che ha una visione moderna del futuro da condividere tenacemente con chi lo circonda.




PNRR: Una Corsa Contro il Tempo per Stimolare la Crescita e Superare le Sfide Regionali in Italia

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è attualmente in una situazione critica. Con il tempo che scorre e i ritardi che si accumulano, in particolare nelle regioni del Sud Italia, il governo cerca soluzioni per spostare alcuni progetti sui fondi Coesione, guadagnando così tre anni in più per utilizzare le risorse. Tuttavia, le regioni meridionali temono che i loro programmi possano essere sacrificati a vantaggio di quelli nazionali.

Questa situazione preoccupante è ulteriormente aggravata dall’accusa del governatore della Campania, Vincenzo De Luca, che sostiene che il ministro Raffaele Fitto voglia prendere i soldi destinati al Sud e distribuirli sul piano nazionale, coprendo così i costi energetici del Nord. Il Mezzogiorno deve affrontare non solo la storica difficoltà di investire risorse, ma anche la mancanza di competenze nelle amministrazioni locali.

Uno studio della Svimez rivela che il 62% dei Comuni del Sud ha trovato complessa la partecipazione ai bandi del PNRR, e le opere che procedono più lentamente sono quelle fino a un milione di euro. Il Ragioniere Generale dello Stato, Biagio Mazzotta, ha recentemente annunciato che su 164.000 progetti presentati per il PNRR, 62.000 riguardano il Sud, ma solo un terzo ha ricevuto la necessaria validazione.

La maggior parte degli interventi che potrebbero essere spostati dal PNRR ai fondi Coesione riguarda la transizione verde e digitale, il sostegno al lavoro dei giovani e delle donne, le misure per le aree di Taranto (ex Ilva) e del Sulcis (dove operava Alcoa) e gli interventi di rigenerazione urbana nelle sei città metropolitane del Mezzogiorno.

Il lavoro del ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, ha un altro obiettivo importante: liberare miliardi nel piano stesso trasferendo i progetti dal PNRR alla Coesione, permettendo così al centrodestra di agire su un pacchetto di interventi ereditato da Mario Draghi senza avere margini di manovra.

Entro il 31 di questo mese, l’Europa dovrebbe approvare la terza rata del PNRR, pari a 19 miliardi di euro, da girare all’Italia. La Commissione europea si appresta anche a dare luce verde al piano italiano per trasferire le opere del PNRR che non potranno essere completate entro il 2026 sotto l’ombrello della Coesione, le cui risorse possono essere erogate entro il 2029. Tuttavia, per giustificare questo allungamento, servono “circostanze oggettive” che rendono impossibile la realizzazione dei progetti entro il 2027, come ad esempio la carenza di materie prime.

Un altro aspetto da considerare è che, per utilizzare i fondi della Coesione, è necessario cofinanziare gli interventi e mantenere inalterata la ripartizione tra le Regioni. È per questo motivo che le modifiche al PNRR che il governo presenterà a Bruxelles riguarderanno soprattutto il Meridione. La fetta più grossa della torta della Coesione spetta alle Regioni meno sviluppate: Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia, che insieme hanno ottenuto per i programmi regionali 2021-2027 quasi 27 miliardi su 48,5. Per fare un esempio, la Campania ha 7 miliardi da spendere, il Piemonte 2,8.

Inoltre, spostare i progetti al Sud avrebbe il vantaggio per lo Stato di dover aggiungere meno risorse proprie: il cofinanziamento, infatti, prevede almeno il 15% di fondi nazionali per le regioni meno sviluppate, il 40% per quelle in transizione e il 60% per quelle più sviluppate. Detto così sembra tutto facile, ma la spesa resta il grande problema italiano, tanto che bisogna spendere ancora 20 miliardi ereditati dal precedente bilancio europeo (2014-2020), e per non perderli c’è tempo solo fino al 31 dicembre di quest’anno.

Sono a rischio gli investimenti dei Comuni del Mezzogiorno. Il 62% delle amministrazioni considera complessa la partecipazione ai bandi del PNRR contro il 57% dei Comuni del Centro-Nord. La realizzazione di un’infrastruttura sociale al Sud richiede nove mesi in più rispetto alla media dei Comuni italiani.

L’impegno c’è, visto che tra le amministrazioni con meno di 30 mila abitanti risulta una partecipazione ai bandi mediamente più alta nel Mezzogiorno, ma un tasso di aggiudicazione più contenuto. Tra i fattori che hanno generato criticità c’è l’eccessiva complessità delle procedure. Oltre il 40% dei Comuni ha avuto necessità di ricorrere a consulenze esterne per la partecipazione ai bandi.

Le stime della Svimez – l’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno – sui tempi di realizzazione delle infrastrutture sociali confermano il gap di capacità realizzativa al Sud. Le opere che procedono più a rilento sono quelle con investimenti fino a un milione di euro.

I ritardi si accumulano soprattutto nelle fasi iniziali di affidamento dei lavori, rallentate dalle carenze di personale tecnico specializzato. La percentuale di personale under 40 dei Comuni è del 4,8 per cento nel Mezzogiorno (10,2% nel Centro-Nord); e solo il 21,2% dei dipendenti comunali al Sud è laureato (28,9% del Centro-Nord).

Cosa è il fondo di coesione?

Il Fondo di Coesione è uno dei principali strumenti finanziari dell’Unione Europea, finalizzato a ridurre le disparità economiche e sociali tra le regioni degli Stati membri. Esso fa parte della cosiddetta “politica di coesione” dell’UE, insieme al Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) e al Fondo Sociale Europeo (FSE). In Italia, il Fondo di Coesione contribuisce a finanziare progetti e iniziative mirate allo sviluppo sostenibile, alla crescita economica e alla creazione di occupazione, in particolare nelle regioni meno sviluppate.

Il Fondo di Coesione si concentra principalmente su tre obiettivi principali:

  1. Obiettivo “Convergenza”: Questo obiettivo si riferisce al sostegno alle regioni meno sviluppate, con un PIL pro capite inferiore al 75% della media dell’UE. L’obiettivo è quello di promuovere la crescita economica e migliorare la qualità della vita nelle regioni interessate.
  2. Obiettivo “Competitività regionale e occupazione”: Questo obiettivo si rivolge alle regioni che non rientrano nella categoria “Convergenza” e mira a promuovere la competitività economica, l’innovazione, l’occupazione e lo sviluppo sostenibile.
  3. Obiettivo “Cooperazione territoriale europea”: Questo obiettivo promuove la cooperazione tra le regioni e gli Stati membri al fine di affrontare sfide comuni e promuovere lo sviluppo sostenibile a livello transnazionale e interregionale.

In Italia, il Fondo di Coesione viene assegnato attraverso programmi operativi pluriennali, negoziati tra il governo italiano e la Commissione Europea. Questi programmi stabiliscono gli obiettivi e le priorità di finanziamento specifiche per ciascuna regione e le modalità di attuazione dei progetti.

Il Fondo di Coesione rappresenta una risorsa importante per l’Italia, in particolare per le regioni meno sviluppate del Mezzogiorno, come Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia. Attraverso il Fondo di Coesione, l’Italia può investire in progetti di sviluppo infrastrutturale, formazione professionale, ricerca e innovazione, e altre iniziative volte a migliorare la competitività e la qualità della vita delle sue regioni.

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) fa parte del Next Generation EU, un fondo di 750 miliardi di euro creato dall’Unione Europea per aiutare gli stati membri a riprendersi dalla crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19. Il PNRR prevede l’erogazione di sovvenzioni e prestiti agli stati membri.

Tuttavia, la distribuzione esatta delle risorse varia da paese a paese, poiché dipende dalle dimensioni dell’economia, dalla popolazione e dalle esigenze specifiche di ciascuno stato membro. Ad esempio, l’Italia riceverà circa 191,5 miliardi di euro (comprese sovvenzioni e prestiti), rendendola il maggior beneficiario del PNRR.

Alcuni degli altri grandi beneficiari del PNRR includono:

  1. Spagna: circa 140 miliardi di euro (comprese sovvenzioni e prestiti)
  2. Francia: circa 40 miliardi di euro (principalmente in sovvenzioni)
  3. Polonia: circa 23,9 miliardi di euro (principalmente in sovvenzioni)
  4. Germania: circa 22,4 miliardi di euro (principalmente in sovvenzioni)

I dati precisi sui fondi destinati alle singole regioni italiane nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) possono variare nel tempo e non sono sempre disponibili in modo dettagliato. Tuttavia, è possibile fornire alcune stime riguardo ai fondi destinati alle regioni italiane meno sviluppate nel periodo 2021-2027 dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), Fondo Sociale Europeo (FSE) e Fondo di Coesione, che insieme formano la “politica di coesione” dell’UE.

Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia sono le regioni meno sviluppate e ricevono la fetta più grossa dei fondi di coesione. In totale, queste regioni hanno ottenuto quasi 27 miliardi di euro su 48,5 miliardi di euro stanziati per l’Italia nel periodo 2021-2027. Ecco alcune stime dei fondi destinati a queste regioni:

  1. Basilicata: circa 2,5 miliardi di euro
  2. Calabria: circa 5,1 miliardi di euro
  3. Campania: circa 7 miliardi di euro
  4. Molise: circa 1 miliardo di euro
  5. Puglia: circa 4,6 miliardi di euro
  6. Sardegna: circa 2,9 miliardi di euro
  7. Sicilia: circa 4,3 miliardi di euro

È importante notare che questi importi sono solo stime e potrebbero cambiare nel tempo. Inoltre, queste cifre riguardano i fondi stanziati nell’ambito della politica di coesione dell’UE e non solo dal PNRR. I fondi del PNRR vengono assegnati per progetti specifici e possono essere distribuiti in modo diverso tra le regioni italiane.




La carenza di lavoratori qualificati sta frenando la crescita economica italiana

In Italia, si sta verificando una tendenza preoccupante: le aziende stanno faticando a trovare lavoratori qualificati, il che sta avendo un impatto negativo sulla crescita economica del paese. Secondo un articolo di Repubblica, molte imprese stanno avendo difficoltà a trovare personale specializzato e questo sta impedendo loro di espandersi e di sfruttare appieno le opportunità di mercato.

Secondo i dati forniti dall’ISTAT, l’occupazione in Italia è aumentata solo dello 0,1% nell’ultimo trimestre del 2022, mentre il PIL è cresciuto dello 0,4%. Ciò suggerisce che le aziende stanno avendo difficoltà a trovare lavoratori e che questo sta limitando la crescita economica del paese.

Uno dei settori che sta lottando per trovare lavoratori qualificati è quello dell’informatica. Molte aziende hanno bisogno di espandere il loro personale tecnico, ma stanno incontrando difficoltà a trovare persone con le giuste competenze. Ciò sta impedendo loro di sviluppare nuovi prodotti e servizi, limitando così il loro potenziale di crescita.

Un altro settore che sta avendo problemi è quello della meccanica. Molte aziende di questo settore hanno bisogno di ingegneri e tecnici specializzati, ma stanno lottando per trovare candidati adeguati. Questo sta limitando la loro capacità di innovare e di svilupparsi, impedendo loro di competere con successo sul mercato globale.

Il problema delle competenze insufficienti si estende anche ad altre aree, come l’agricoltura, l’edilizia e la sanità. Molte aziende stanno avendo difficoltà a trovare lavoratori qualificati in queste aree e ciò sta impedendo loro di sfruttare appieno le opportunità di mercato.

Una possibile spiegazione di questa situazione è la disconnessione tra l’offerta e la domanda di lavoro. Molte persone cercano lavoro in settori diversi da quelli in cui ci sono maggiori opportunità, e questo sta creando una carenza di lavoratori qualificati in alcune aree. Inoltre, ci sono anche problemi di formazione e di istruzione, che stanno limitando la capacità delle persone di acquisire le competenze necessarie per lavorare in settori specializzati.

Il governo italiano sta cercando di affrontare questo problema attraverso una serie di iniziative. Ad esempio, ha recentemente annunciato un programma di finanziamento per la formazione professionale, che mira a sviluppare le competenze dei lavoratori e a fornire loro le competenze necessarie per lavorare nei settori più richiesti. Inoltre, il governo sta lavorando per promuovere l’innovazione e lo sviluppo tecnologico, che potrebbero aiutare le aziende a trovare nuove soluzioni per la carenza di personale qualificato.

Tuttavia, ci sono anche sfide che il governo deve affrontare. Una di queste è quella di garantire che le iniziative di formazione professionale siano accessibili a tutti, compresi coloro che provengono da famiglie svantaggiate o che hanno difficoltà ad accedere all’istruzione superiore. Inoltre, ci sono anche problemi legati alla flessibilità del mercato del lavoro, che rendono difficile per le aziende assumere e licenziare lavoratori in base alle esigenze del mercato.

Alcuni esperti ritengono che sia necessario anche incentivare le imprese a investire di più nella formazione dei propri dipendenti. Questo potrebbe aiutare a colmare il divario tra le competenze richieste e quelle effettivamente disponibili sul mercato del lavoro.

Inoltre, il governo italiano potrebbe cercare di incoraggiare la migrazione di lavoratori qualificati da altri paesi dell’Unione Europea. Ci sono molte persone altamente qualificate in altri paesi europei che potrebbero essere interessate a lavorare in Italia, ma che non sono consapevoli delle opportunità disponibili. Attraverso campagne di marketing e iniziative di networking, il governo potrebbe aiutare a connettere questi lavoratori con le aziende italiane che cercano personale specializzato.




Demoskopika: Flussi turistici. Arrivi e presenze in crescita nel 2023

Demoskopika è una società di ricerca e consulenza italiana specializzata in studi di mercato e sondaggi d’opinione. La loro attività consiste nel raccogliere informazioni e dati da diverse fonti per analizzare i trend di mercato e fornire previsioni sulle tendenze future. In particolare, Demoskopika si concentra sul settore turistico e svolge ricerche per conto di aziende, enti pubblici e privati interessati a comprendere meglio le esigenze dei consumatori e i loro comportamenti d’acquisto. La loro ultima ricerca sulle prospettive turistiche in Italia nel 2023 fornirà preziose informazioni su come evolverà il mercato turistico nel prossimo futuro.

Grandi propettive per la Sardegna con un segno positivo di oltre il 10% per il 2023.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–01-02-23–MONTAGNA NEVE-Occasione di sviluppo e crescita imprese e territori

MONTAGNA-NEVE – La neve in Sardegna: non solo disagi e svago ma anche
economia, sviluppo e crescita di territori e imprese. Le proposte di
Confartigianato Sardegna per sostenere attività e aree interne ed
evitare spopolamento: defiscalizzazione e agevolazioni estese. Pireddu
e Mazzette (Delegati Confartigianato sviluppo zone montane):
“Valorizzarle significa salvaguardare territori e aumentare
opportunità”. 11 miliardi il valore aggiunto prodotto dalle realtà che
operano nei centri montani.
(FOTO ALLEGATA DI MATTEO TIDILI PER GENTILE CONCESSIONE)

Il manto bianco che nelle ultimi giorni ha ricoperto la Sardegna, e
che si spera possa restare ancora per parecchie settimane nelle zone
interne, non ha portato solo disagi alla viabilità e alle popolazioni
locali ma, grazie all’imponente afflusso di appassionati da ogni
angolo della regione, ha consentito di ravvivare quell’economia legata
alla montagna, e al turismo, troppo spesso sottovalutata e relegata ad
attività di serie B.

Attorno alle località montane o collinari di tutta l’Isola, infatti,
vi è un elevato numero di piccole imprese artigiane, con altrettante
figure professionali, che operano nei più svariati settori. Tantissime
sono, infatti, quelle che, oltre all’alloggio e alla ristorazione,
svolgono attività nei trasporti, nei servizi culturali e nello svago,
nell’attività di manutenzione dei mezzi e degli immobili, nella
vendita di abbigliamento e attrezzature, nella realizzazione e
commercializzazione dell’artigianato tradizionale locale e dei
prodotti dell’enogastronomia tradizionale senza contare il numeroso
indotto di supporto e, non per ultimo, l’importante gettito economico
che affluisce nelle sempre più asfittiche casse delle Amministrazioni
Comunali.

Sono ben 318 i comuni montani, e parzialmente montani, della Sardegna,
i cui abitanti superano le 835mila unità, che ospitano oltre 104mila
imprese, di cui quasi 26mila artigiane, con oltre 61mila addetti. Più
di 11mila aziende sono situate in territori parzialmente pianeggianti,
13mila in collina e solo 1.200 in montagna. Il valore aggiunto delle
produzioni supera gli 11miliardi, con un valore aggiunto per addetto
di 34mila euro.

Sono questi i dati sull’Isola elaborati dall’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese Sardegna, attraverso il Rapporto “Imprese e
artigianato in comuni montani e aree interne della Sardegna”, che ha
analizzato la struttura e la dinamica delle imprese artigiane nei
comuni montani e nelle aree interne dell’isola, attraverso
l’elaborazione dei dati ISTAT.

“Nella visione comune l’economia legata alla neve, allo svago e agli
sport invernali è un “fatto marginale” mentre per tantissimi territori
quello che ruota attorno al manto bianco ha un significato molto
importante che si traduce in lavoro ed economia – commentano Giuseppe
Pireddu e Pietro Mazzette, Presidente e Segretario di Confartigianato
Nuoro-Ogliastra e delegati regionali per le zone montane – valorizzare
le zone montane significa salvaguardare e far crescere le opportunità
di lavoro in questi territori, agevolando la vita delle attività
economiche imprenditoriali e sostenendo la creazione di nuove
imprese”. “La montagna convive con svantaggi strutturali: lo
spopolamento, la carenza di infrastrutture materiali ed immateriali,
costi maggiori per vivere e fare impresa – continuano i due delelgati
– tuttavia rappresenta un territorio da considerare strategico, non
certo residuale, con il suo patrimonio di risorse al servizio dei
turisti come dimostrato da sempre”. “Le imprese artigiane di montagna
rivestono un ruolo chiave perché garantiscono la tenuta del tessuto
sociale oltre che economico – proseguono Presidente e Segretario – la
piccola impresa ha quindi un valore sociale che va riconosciuto e
tutelato. Queste imprese sono laboratori di innovazione e
sostenibilità ambientali, esempi di un modello di economia circolare
che è la chiave dello sviluppo del futuro. In questo senso, un
ulteriore calo del numero di imprese nelle zone montane, minerebbe un
equilibrio già fragile”. “Riteniamo che occorra non solo creare misure
per trattenere i giovani, ma rendere professionalmente attrattivi i
territori montani, così che la montagna divenga luogo privilegiato per
uomini e donne che scelgono di insediarsi per vivere, lavorare e
crescere i propri figli in un ambiente sano dove controllo sociale e
natura permettono uno sviluppo psicofisico migliore rispetto alla
città – sottolineano Pireddu e Mazzette – la contaminazione tra
popolazione locale e nuovi abitanti, infatti, potrebbe ridisegnare il
futuro della montagna che, in questo modo, sarebbe luogo privilegiato
per famiglie che diventerebbero fruitrici e creatrici di servizi in
un’economia dinamica pronta ad accogliere le sfide legate anzitutto al
turismo ecosostenibile. E le imprese artigiane, grazie alle
dimensioni, alla sostenibilità ambientale dei loro cicli produttivi,
all’attrattività delle maestranze e dei prodotti, sono attori
fondamentali in questo disegno”.

“Tutelare le piccole imprese e creare un ambiente più favorevole allo
sviluppo è l’occasione per ribadire che ad una necessità strutturale,
quella di contrastare la tendenza allo spopolamento di persone e di
imprese delle montagne, occorre rispondere con un intervento
sistemico, con nuove e più efficaci politiche a favore della montagna
– afferma Maria Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese
Sardegna – è necessario, per questo, favorire l’insediamento di
giovani attraverso la creazione di nuove imprese che operino in una
logica di economia circolare e il lavoro da remoto, Le zone interne
dell’Isola custodiscono la qualità manifatturiera made in Sardegna e,
se adeguatamente valorizzate, rappresentano un territorio strategico
per la competitività dell’artigianato e delle Pmi, è necessario, per
questo, utilizzare anche i Fondi del PNRR per interventi finalizzati a
sostenere le attività produttive e a colmare i gap infrastrutturali
che comprimono le potenzialità economiche dei territori montani”.

Su queste considerazioni, Confartigianato Sardegna propone un’azione
su due fronti: creare una fiscalità di vantaggio, con detrazioni di
imposta per i territori montani, prevedendo premialità con
abbattimento delle imposte dirette, a fronte dei maggiori costi e
oneri sostenuti quali riscaldamento, disagi della viabilità,
delocalizzazione degli Uffici amministrativi, per incentivare le
imprese a restare nei territori montani e attrarre nuove imprese ed
estendere le agevolazioni di cui gode il mondo agricolo anche alle
imprese artigiane

Secondo le ultime rilevazioni dell’Ufficio Studi di Confartigianato,
la piccola impresa e l’artigianato rappresentano il motore
dell’Italia, costituendo oltre il 94% della forza produttiva nel
nostro Paese. Giocano, quindi, un ruolo chiave, soprattutto nei comuni
montani e collinari, nei quali i piccoli imprenditori costituiscono un
freno allo spopolamento che affligge le realtà più distanti dalle
principali vie di comunicazione, garantendo servizi e, in molti casi,
anche occupazione.

“Il pericolo è che i piccoli comuni divengano mere città dormitorio,
se non, addirittura, destinati al declino – conclude la Presidente Lai
– vittime della lenta emorragia che porta le famiglie a trasferirsi in
pianura. Il legame con la terra d’origine merita di essere preservato;
il territorio ha tradizioni, cultura, storia e tipicità produttive che
devono essere tutelate e valorizzate”.

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna




I podcast: dalla loro nascita ad oggi, la crescita della loro popolarità e i benefici per le aziende e gli ascoltatori.

Di Fausto Farinelli, editore e presidente di Media Web Channel.

L’argomento trattato in questo articolo sono i podcast, un formato audio che consiste in episodi regolari di programmi audio che possono essere scaricati o trasmessi in streaming attraverso internet. Negli ultimi anni, la popolarità dei podcast è cresciuta notevolmente, diventando un’importante fonte di intrattenimento, informazione e formazione per milioni di persone in tutto il mondo. La crescita della loro popolarità è stata alimentata dalla facile accessibilità e dalla versatilità dei podcast, che possono essere ascoltati ovunque e in qualsiasi momento, sia su dispositivi mobili che su computer.

I podcast sono stati inventati nel 2004 da Adam Curry, un ex VJ della MTV, e Dave Winer, un sviluppatore di software. Curry ha sviluppato un programma chiamato iPodder, che consentiva di scaricare automaticamente episodi di programmi radiofonici e di ascoltarli su un lettore mp3. Winer, dal canto suo, ha creato un formato di file chiamato RSS, che consentiva di sottoscrivere facilmente i podcast e ricevere automaticamente gli aggiornamenti.

Da allora, i podcast sono diventati sempre più popolari e accessibili. Nel 2005, Apple ha introdotto il supporto per i podcast nell’iTunes Store, rendendo più facile per gli utenti trovare e ascoltare i podcast. Nel 2013, Spotify ha iniziato a offrire supporto per i podcast, espandendo ulteriormente la portata dei podcast a un pubblico ancora più ampio.

Negli ultimi anni, i podcast sono diventati sempre più diversificati e variegati, con una vasta gamma di argomenti e generi, dalle notizie all’intrattenimento, dalla cultura pop alla formazione professionale. Inoltre, molte personalità famose e aziende hanno iniziato a creare i propri podcast, aumentando ulteriormente la popolarità del formato.

L’evoluzione tecnologica ha permesso una maggiore accessibilità alla creazione di podcast, oggi è possibile registrare un podcast con dispositivi mobili e software semplici. La crescita della popolarità dei podcast e l’aumento della qualità dei contenuti ha fatto si che i podcast diventassero una fonte di intrattenimento e informazione sempre più importante.

I podcast possono essere suddivisi in diverse categorie in base al loro contenuto e al loro obiettivo.

  • Notizie: questi podcast coprono le ultime notizie e gli eventi attuali, offrendo una panoramica dei fatti più importanti e delle loro implicazioni.
  • Intrattenimento: questi podcast sono principalmente finalizzati a divertire il pubblico, e possono includere programmi di comicità, interviste con personaggi famosi, recensioni di libri, film e spettacoli, racconti di storie, ecc.
  • Educazione: questi podcast sono progettati per insegnare qualcosa di nuovo al pubblico, e possono coprire argomenti come la storia, la scienza, la tecnologia, la lingua, la cultura, la medicina, ecc.
  • Business e professione: questi podcast sono progettati per aiutare le persone a migliorare le loro competenze professionali e a costruire la loro carriera, offrendo consigli su argomenti come la leadership, il marketing, la vendita, la finanza, ecc.
  • Salute e benessere: questi podcast trattano argomenti legati alla salute e al benessere, come la nutrizione, l’esercizio fisico, la medicina alternativa, la gestione dello stress, ecc.
  • Tecnologia: questi podcast si concentrano sull’ultima tecnologia, notizie e tendenze, offrendo un’analisi degli sviluppi più recenti nell’IT, nell’intelligenza artificiale, nell’informatica, ecc.
  • Fiction: questi podcast sono progettati per intrattenere il pubblico con racconti di fiction, spesso con un formato simile a quello delle serie radiofoniche.

Questi sono solo alcuni dei tipi di podcast disponibili, ci sono molte altre categorie e sottocategorie. Oggi ci sono migliaia di podcast disponibili su una vasta gamma di argomenti, e con una qualità sempre più elevata, i podcast diventano una fonte sempre più importante per l’informazione e l’intrattenimento.

L’editore Fausto Farinelli, esperto di podcast e comunicazione, sottolinea come l’ascolto dei podcast offra numerosi benefici per gli ascoltatori. Tra questi, possiamo menzionare:

  • La possibilità di imparare nuove cose: i podcast coprono un’ampia gamma di argomenti, dalle notizie all’educazione, dalla cultura pop alla formazione professionale. Gli ascoltatori possono scegliere i podcast che meglio rispondono alle loro esigenze e interessi e imparare nuove cose in modo divertente e coinvolgente.
  • Il divertimento: i podcast di intrattenimento sono un ottimo modo per divertirsi, ridere e passare il tempo in modo piacevole. Ci sono molti podcast di comicità, interviste con personaggi famosi, recensioni di libri, film e spettacoli, racconti di storie, ecc.
  • La possibilità di rimanere informati: i podcast di notizie offrono un’ampia copertura degli eventi attuali e delle ultime notizie, permettendo agli ascoltatori di rimanere informati su ciò che accade nel mondo in modo più coinvolgente rispetto alla lettura di un articolo o alla visione di un video.
  • La possibilità di migliorare le competenze professionali: i podcast di business e professione sono progettati per aiutare le persone a migliorare le loro competenze professionali e a costruire la loro carriera, offrendo consigli su argomenti come la leadership, il marketing, la vendita, la finanza, ecc.
  • La possibilità di migliorare la propria salute e benessere: i podcast di salute e benessere offrono informazioni e consigli per migliorare la propria salute e benessere, permettendo agli ascoltatori di prendersi cura di se stessi in modo più informato e consapevole.

Ci sono molti vantaggi per le aziende nell’essere presenti come inserzionisti pubblicitari all’interno dei podcast. Ecco alcuni dei principali:

  1. Target di pubblico mirato: i podcast hanno un pubblico specifico e fedele, quindi le aziende possono raggiungere facilmente i loro clienti target attraverso questa forma di pubblicità.
  2. Engagement elevato: gli ascoltatori dei podcast sono solitamente molto coinvolti nei contenuti che ascoltano, quindi le inserzioni pubblicitarie all’interno dei podcast possono essere più efficaci rispetto ad altre forme di pubblicità.
  3. Costi contenuti: la pubblicità sui podcast è generalmente più economica rispetto ad altre forme di pubblicità, come la televisione o la radio, rendendola un’opzione accessibile per le piccole e medie imprese.
  4. Brand awareness: la pubblicità sui podcast può aiutare a migliorare la consapevolezza del marchio e a costruire la fedeltà dei clienti.
  5. Personalizzazione: le aziende possono personalizzare le loro inserzioni pubblicitarie per adattarsi al contenuto del podcast e al pubblico specifico che stanno cercando di raggiungere.
  6. Diretta: le inserzioni pubblicitarie sui podcast sono solitamente in formato audio, quindi gli ascoltatori possono ascoltare direttamente l’annuncio pubblicitario e interagire con esso in modo più naturale e coinvolgente.