COLDIRETTI SARDEGNA. IN TRE ANNI I CLIENTI DI CAMPAGNA AMICA CRESCONO DEL 46%

In tre anni Campagna Amica è cresciuta sia nell’afflusso di clienti nei mercati (+46%) che nello scontrino medio  (+26%). Ma a crescere è soprattutto una comunità sociale e solidale che può, parole dell’arcivescovo di Sassari, Monsignor Gian Franco Saba “proporre laboratori dove si lavora per un futuro migliore, si impara ad essere responsabili di se e del mondo.

È quanto emerso martedì pomeriggio durante il webinar, seguito in diretta Facebook sulla pagina di Campagna Amica Sardegna da oltre 200 utenti, “La Comunità di Campagna Amica Sardegna: un patrimonio economico e sociale”.

Campagna Amica che in poco più di dieci anni (nata nel 2008) è divenuta la rete di vendita diretta tracciata e controllata più grande del mondo sotto lo stesso marchio, “ha saputo far crescere l’aspetto economico sempre accompagnato da forti valori sociali e solidali – ha detto Battista Cualbu – . I nostri mercati sono dei grandi punti di aggregazione, in cui si è creato un forte legame di fiducia tra agricoltore e consumatore costruito grazie anche a scelte difficili con l’allontanamento dalla Rete di quelle aziende che non si sono dimostrate all’altezza di poter rispettare il Patto siglato con il consumatore”.

“Campagna Amica – ha spiegato Roberto Weber dell’Istituto Ixè – è un fenomeno culturale i cui punti di forza sono la stagionalità, il km0, il territorio e soprattutto, quello che la rende irraggiungibile dagli altri, è la presenza degli agricoltori. Questa è la garanzia del tutto, è il sugello sugli altri aspetti. Altro aspetto fondamentale è la prossimità, la relazione, il racconto dei consumatori. Un fenomeno in controtendenza, è uno dei pochissimi casi al mondo. A sua volta questo produce fidelizzazione. Chi passa nel mercato tende a dire che ci ripasserà e ne parlerà con i conoscenti”.

“È un percorso comune e trasparente – ha detto Giorgio Vargiu, presidente di Adiconsum Sardegna – nato dal Patto fra i due principali attori del mercato che sono anche i soggetti più deboli. Abbiamo dato vita ad un ponte ideale creando una Comunità, che va difesa e migliorata tutti i giorni”. 

Comunità allargata anche al mondo della ristorazione, gli ambasciatori del cibo: “parlare direttamente con l’agricoltore per noi chef è fondamentale – ha detto il cuoco Roberto Serra –. L’identità di un territorio è legata al cibo e il consumatore in un ristorante si aspetta di mangiare i piatti di quel territorio che va a visitare”.

Tutto questo ha dato vita ha spiegato il direttore di Fondazione Campagna Amica Carmelo Troccoli “ad una grande e nuova comunità basata sul Patto di successo tra agricoltore e consumatore, che garantisce presidio del territorio agricolo ma anche urbano, la tutela delle biodiversità la nascita di nuovi mestieri, come gli animatori dei mercati. Composta da 1.200 mercati, 12mila fattorie e agriturismi, 200 orti urbani e circa 700 ristoranti. Dal 2017 al 2020 le persone che si recano nei mercati sono passate da 11milioni a 16 milioni, mentre lo scontrino medio da 27 euro a 34 euro. Ma la Comunità è anche solidale. Nell’ultimo anno ha donato alle famiglie bisognose oltre 5milioni di prodotti a km0, grazie ad una dinamica attività che ha trovato la risposta della società”.   

“La spesa sospesa di Campagna Amica – ha detto Monsignor Saba – ha un impatto di positività in un momento di crisi sociale. Condividere con l’altro ciò che possiedo fa parte del mondo agropastorale. È un fondamento teologico che da risalto ad una economia del dono”.  

“Campagna Amica ha dato vita ad un nuovo fenomeno, secondo il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba – ad una economia circolare sociale, in cui si fa una spesa consapevole, con attenzione alla comunità”.

Ed è questa la grande forza che consente di superare i grandi sacrifici e sforzi di chi oltre a produrre deve anche occuparsi della vendita – ha detto l’agricoltore Alessandro Melis, presidente di Agrimercato Nuoro -. Abbiamo la soddisfazione di conoscere e parlare con chi porta a tavola i prodotti frutto del nostro lavoro, sia il consumatore finale”.

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna

Michele Arbau




EXPORT-Crescono esportazioni piccole imprese Sardegna

EXPORT Crescono le esportazioni delle piccole imprese della Sardegna: nel primo trimestre di quest’anno +18% e giro d’affari di 91milioni di euro. Matzutzi (Presidente Confartigianato Sardegna): “Le imprese sarde credono nelle potenzialità dei mercati esteri: necessario proseguire lungo questa strada”.

Sorpresa: nel primo trimestre di quest’anno le esportazioni delle piccole imprese manifatturiere della Sardegna sono cresciute di quasi il 18% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, generando un giro d’affari per 91milioni di euro. Il tutto trainato dal settore alimentare (+11%), dall’exploit territoriale del Sud Sardegna e dall’ottimo andamento della provincia di Nuoro.

E’ questo il risultato del dossier dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che ha analizzato i dati ISTAT sulle esportazioni delle micro-piccole e medie imprese dell’Isola, nei mesi di gennaio, febbraio e marzo 2020 confrontandoli con quelli dell’analogo periodo del 2019.

“Siamo molto contenti di questi dati che, per certi versi, ci sorprendono ma che ci fanno vedere in termini positivi il futuro andamento delle vendite sui mercati esteri – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – anche se, non dimentichiamolo, sono rilevazioni pre-lockdown. In ogni caso, tutto conferma l’impegno dei nostri imprenditori per l’internazionalizzazione, per il miglioramento della qualità dei prodotti, e per l’apprendimento di nuove tecniche di vendita e di conoscenza dei mercati esteri”.

A livello provinciale, i dati parlano di un exploit del Sud Sardegna con +276,4% rispetto al 2019 e 26milioni di euro di prodotti piazzati all’estero. Segue Nuoro con +14,3% e quasi 8 milioni di euro. In leggero calo il nord dell’Isola (Sassari e Gallura) con un -1% e 22milioni di controvalore venduto. In netto calo, invece, Cagliari (-14,3% e 29milioni di euro esportati) e Oristano (-15,2% e 6 milioni di prodotti venduti).  

“Le imprese hanno sempre più “fame” di iniziative sull’export – continua Matzutzie quindi è da apprezzare lo sforzo che ogni singola azienda sta facendo anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri, infatti occorrono competenze che non tutte le realtà hanno. Speriamo che, passato questo brutto momento di emergenza, con la Regione si possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi sull’internazionalizzazione”.

Certamente parliamo di quantità e di controvalore ridotti rispetto ad altre realtà italiane – precisa il Presidentema, in ogni caso, sono segnali interessanti per le nostre piccole imprese, che tracciano una strada da perseguire con costanza per invertire nel lungo periodo le sorti dell’economia isolana”. “In ultimo, visti anche i dati, riteniamo occorra lavorare non soltanto sui settori più maturi per l’export ma anche per la valorizzazione degli altri con importanti potenzialità, come ad esempio moda e il lapideo– conclude Matzutzi Confartigianato non farà venir meno il proprio supporto e collaborazione per accompagnare le imprese in questi percorsi.

 

Analisi Nazionale

Nel I trimestre 2020 in Italia diminuisce l’export dei comparti manifatturieri a maggiore concentrazione di Micro e Piccola Impresa con il -4,8% rispetto al I trimestre 2019. Tale dinamica è peggiore rispetto al -2,0% dell’export dell’intero comparto manifatturiero – che rappresenta il 95,5% del totale dell’export – nel periodo e in controtendenza rispetto alla performance del made in Italy di MPI nel I trimestre 2019 che segnava il +3,4%.

In chiave settoriale cresce soltanto l’export dei Prodotti alimentari con il +10,4%, mentre si osservano flessioni in tutti gli altri comparti: Legno e prodotti in legno e sughero (esclusi i mobili); articoli in paglia e materiali da intreccio segna il -4,7%, gli Articoli di abbigliamento (anche in pelle e in pelliccia) il -6,3%, i Prodotti tessili il -6,7%, i Prodotti in metallo, esclusi macchinari e attrezzature il -8,2%, i Mobili il -9,0%, i Prodotti delle altre industrie manifatturiere il -10,1%, gli Articoli in pelle (escluso abbigliamento) e simili il -10,7%; diminuzione anche per i Prodotti della stampa e della riproduzione di supporti registrati, che rappresentano solo per lo 0,02% delle esportazioni dei comparti di MPI, con il -16,9%.

Dinamica esportazioni delle Piccole Imprese manifatturiere della Sardegna

Analisi primo trimestre 2020

Valore export in milioni di euro

Variazione % 2020 su 2019

Cagliari

29,0

-14,3%

Sud Sardegna

26,0

+276,4%

Nuoro

7,8

+14,4%

Oristano

6,1

-15,2%

Sassari-Gallura

22,2

-1,0%

SARDEGNA

91,1

+17,8%

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT

Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna




TURISMO–Crescono i viaggi in Sardegna prenotati on line

TURISMO – Crescono i viaggi in Sardegna prenotati via internet ma la
percentuale è ancora bassa: il 15,3%. Matzutzi (Presidente
Confartigianato Sardegna): “Necessario essere efficacemente presenti
sulla rete per offrire beni e servizi”.

Nel 2018, il 15,3% degli alloggi per le vacanze in Sardegna è stato
prenotato via web o tramite application. Hotel, villaggi, case
private, campeggi e piazzole per camper, sono stati riservati
direttamente mediante internet.

E’ questo ciò che emerge dal dossier realizzato dall’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese Sardegna dal titolo “Trend del turismo e
artigianato interessato alla domanda turistica”, su dati ISTAT 2018.

A livello territoriale la Sardegna si piazza 16esima. Prime Toscana e
Lombardia dove un quarto delle prenotazioni (25,7) è avvenuto grazie
alla rete. Segue l’Umbria con 25,4% mentre, all’opposto, si conta solo
un utente su dieci per la Campania (11,6%), la Puglia (11,7%) e la
Sicilia (11,9%).

A livello nazionale, l’analisi dei dati sul grado di utilizzo di
piattaforme di sharing economy nell’ambito dei servizi di alloggio,
indica come nel 2018 in Italia 6.686.00 internauti abbiano utilizzato
appositi siti web/app come Airbnb per trovare un alloggio contattando
direttamente un privato, pari al 20,2% del totale. La comparazione
europea vede il tasso di utilizzo di queste piattaforme in Italia in
linea con la media UE

La pratica di trovare alloggio sulla Rete è più diffusa tra i giovani
tra 25 e 34 anni (26,8%), tra i residenti nel Nord-Ovest (24,1% contro
il minimo del 12,4% del Sud) e nei comuni centro dell’area
metropolitana (23,9%).

“Negli ultimi anni – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – c’è stato un forte aumento dei
viaggi, ovvero di spostamenti fuori dal comune di residenza con
pernottamento, organizzati con prenotazione mediante internet. Nel
2018, l’aumento di queste pratiche è stato superiore del 46,0%
rispetto alla quota rilevata nel 2013”. “Queste modalità di acquisto
dei consumatori – continua Matzutzi – rendono quindi essenziale una
efficace presenza sulla Rete delle imprese che offrono servizi e
beni”.

La bassa percentuale di strutture prenotate via web è la risultante di
due fattori: la banda larga ancora poco fruibile dalle imprese della
Sardegna e la poca maturità digitale delle realtà produttive.

Per ciò che riguarda la banda larga, secondo dati recenti, poco più
della metà delle famiglie sarde ha accesso alla banda ultra larga.
Infatti, solo il 53,8% della popolazione della Sardegna è servita
dalla rete dati ad altissima velocità. L’elaborazione sull’offerta di
accesso ad Internet in banda ultra larga, rivela come la nostra Isola,
a livello nazionale, con una copertura del 53,8% della popolazione
(dato composto da una quota del 28,5% relativa alla velocità 30-100
Mbps e da una quota del 25,2% relativa alla velocità 100-1.000 Mbps),
occupi appena il 15esimo posto. Nella classifica, la cui media
nazionale è del 66% di copertura della popolazione, primeggiano la
Puglia con l’82,3%, la Sicilia con il 77,2%, la Liguria con il 75,7%,
il Lazio con il 73,9% e la Campania con il 72,3% mentre mostrano una
copertura nettamente distante dalla media, su cui influisce anche la
morfologia del territorio, la Valle d’Aosta con il 28,7%, il Molise
con il 37,6% e il Trentino-Alto Adige con il 39,2%.

Per quanto riguarda la maturità digitale delle realtà produttive,
analisi di pochi mesi fa rivelava come le imprese della Sardegna
fossero ancora insufficientemente digitali. Più di due terzi di
queste, infatti, ha un livello insufficiente di conoscenza
informatica. Al contrario, solo l’8% applica una buona o ottima
digitalizzazione dei processi produttivi e ricorre a tecnologie 4.0
nella gestione delle proprie attività.  Secondo l’analisi, ben il 64%
delle imprese sarde ha un mediocre livello di informatizzazione
dichiarandosi, per questo, “esordiente digitale” o “apprendista”, il
28% ha intrapreso un primo cammino tecnologico qualificandosi
“specialista digitale”, mentre solo 8% ha già attuato un importante
processo verso la piena digitalizzazione.

“La rivoluzione digitale – conclude Matzutzi – interessa
orizzontalmente tutte le imprese. Nessun settore, nessuna attività
dell’artigianato e della piccola impresa deve esserne esclusa. Per
competere, le imprese dovranno crescere e saper coniugare le
tecnologie digitali alla tradizione, al saper fare e alla creatività”.




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–04-03-19–ARTIGIANATO E TURISMO – Crescono imprese artigiane legate turismo oltre 6.600

ARTIGIANATO E TURISMO – Crescono le imprese artigiane legate al
turismo: sono oltre 6.600. La Sardegna al sesto posto in Italia per
incidenza artigiana nel settore relax e vacanze. Matzutzi
(Confartigianato Sardegna): “Legame sempre più forte: gli artigiani
puntano sempre più nell’integrazione dei due settori”.

Sono 6.638 le imprese artigiane che in Sardegna sono coinvolte nel
mercato isolano delle vacanze, producendo beni, fornendo servizi e
somministrando prodotti di altre realtà come le aziende
agroalimentari, dei servizi balneari, della ristorazione, dei
trasporti, della ricettività ma anche della manifattura,
dell’abbigliamento, dell’intrattenimento e delle attività culturali.

Lo rileva l’elaborazione dall’Osservatorio di Confartigianato Sardegna
per le MPI (fonte UnionCamere-InfoCamere 2018), sull’artigianato
interessato dalle attività turistiche nell’isola, che sottolinea acome
queste rappresentino il 18,8% del totale delle imprese artigiane
registrate negli albi camerali in aumento rispetto al 18.4% dell’anno
precedente.

Con questo importante dato, l’Isola conferma il sesto posto nella
classifica nazionale delle piccole e medie imprese maggiormente
collegate al turismo; al primo la Sicilia con il 22,2% seguita dalla
Campania con il 21,2 contro una media nazionale del 15,89%.

“Dalle prelibatezze alimentari ai capolavori della manifattura
artistica, non c’è settore e attività in cui l’artigianato sardo non
brilli per capacità di attrazione turistica”.

Così il Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Antonio
Matzutzi, commenta in dati delle imprese artigiane che lavorano a
stretto contatto con il turismo.

“Dal mare alla montagna, passando per le zone interne – continua
Matzutzi – c’è l’imbarazzo della scelta per i turisti che vogliono
scoprire, gustare, ammirare e acquistare il valore artigiano del
bello, buono e ben fatto made in Sardegna”.

Nelle province sarde, ben 2.656 imprese artigiane operano nel turismo
in provincia di Cagliari (in crescita di 44 unità rispetto all’anno
prima), 1.243 a Nuoro ( +9 rispetto alla precedente rilevazione) e
Sassari 2.296 (calo di 64 unità) e Oristano (-40, con una provincia
che sconta il non risolto problema della rilevazione dei dati
artigiani presso l’Albo Artigiani provinciale).

Sul fronte “turismo”, i dati ISTAT 2017 confermano l’appeal sempre
importante della nostra regione nei confronti dei vacanzieri. Infatti,
gli arrivi totali certificati sono stati 3milioni e 97mila, con il
48,2% di stranieri, per un totale di 14milioni e 222mila presenze
totali. La nota negativa è che queste presenze rappresentano solo il
3,4% del totale italiano (16% si reca nel Veneto, il 10% in Toscana e
il 9% in Lombardia).

La permanenza media nella nostra regione è di 4,6 giorni con un tasso
di turisticità di 8,6 (dato dalle giornate di presenza nel complesso
degli esercizi ricettivi per abitante) contro una media nazionale di
6,9 presenze per abitante.

In Sardegna. A livello provinciale, osserviamo la maggiore
concentrazione di presenze turistiche nella vecchia provincia di
Sassari (ora Sassari-Obia Tempio) con 1milione e 525mila arrivi e
7milioni e 492mila presenze e un tasso di turisticità di 15,2. Segue
il Sud Sardegna (vecchia provincia di Cagliari) con 450mila arrivi e
1milione 400mila presenze con un tasso di turisticità di 3,3. Poi
Nuoro con 457mila arrivi e 2milioni e 382mila presenze e tatto di
turisticità di 11,2. Chiude Oristano con 216mila arrivi e 635mila
presenze con il 4,0 di turisticità.

Un patrimonio che Confartigianato Sardegna valorizza con le tante
attività messe in campo dalle Associazioni territoriali, come gli
eventi che producono ricettività, sinergie, itinerari turistici,
turismo esperienziale.

“Da molti anni siamo impegnati – continua il Presidente – a promuovere
le aziende artigiane a vocazione turistica che danno ricettività e
constatiamo che è un settore con un trend in crescita e nel quale si
integrano, in una logica di filiera, i pubblici esercizi, le imprese
alimentari, quelle del trasporto persone e del tipico e tradizionale,
ma anche quelle dell’abbigliamento e del benessere in generale”

“Questi numeri ci dimostrano come il legame tra i due settori sia
ormai indissolubile e sempre più complementare – sottolinea – la
Sardegna è un’isola a vocazione turistica e tanti artigiani sono
pronti per continuare, sempre più ad abbracciare lo sviluppo di queste
attività”.

“Occorre, da un lato, migliorare il sistema istituzionale che governa
questi due settori – commenta il Segretario di Confartigianato
Sardegna, Stefano Mameli. – iniziando da un Assessorato che prenda in
giusta considerazione le esigenze e le specificità dell’intero
comparto artigiano, così come chiesto in campagna elettorale dalla
nostra Associazione ai Candidati Presidente”.  “Inoltre – conclude il
Segretario – occorrerà intervenire sulla continuità territoriale, sia
marittima che aerea, al fine di rendere più accessibile al turista il
trasporto verso la Sardegna che oggi, da questo punto di vista, è meno
competitiva di altre mete”.

L’artigianato interessato da attività turistiche nelle province (al
primo trimestre 2018).

Imprese artigiane legate al Turismo

% su totale imprese artigiane della Sardegna

Cagliari

2.656

19,8%

Nuoro

1.243

19,4%

Oristano

443

15,5%

Sassari

2.360

18,2%

Sardegna

6.638

18,8%

ITALIA

209.076

15,9%

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Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna