Il Comune entra in possesso dei beni requisiti alla criminalità organizzata, il Consiglio Comunale approva il regolamento per la gestione

Alghero, 18 dicembre 2021 – Approvato all’unanimità dal Consiglio Comunale nella seduta di mercoledì scorso il regolamento per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata sul territorio di Alghero. Il regolamento è strutturato in base al D.lgs. 159/2011, istitutivo del Codice Antimafia, che all’art. 48 dispone che i beni immobili confiscati alla criminalità organizzata sono trasferiti per finalità istituzionali o sociali, in via prioritaria, al patrimonio del Comune ove l’immobile è sito, ovvero al patrimonio della Provincia o della Regione. Lo strumento approvato da maggioranza e opposizione si compone di 28 articoli e dispone che la destinazione dei beni venga decisa dalla Giunta comunale che emana un atto di indirizzo per la gestione dei beni confiscati alla criminalità organizzata facenti parte del patrimonio indisponibile del Comune di Alghero. “Un atto importante che ci consente di valorizzare i beni e di ampliare l’utilizzo sociale del patrimonio pubblico”, commenta il Sindaco Mario Conoci. La delibera di approvazione del regolamento fa riferimento alla comunicazione dell’Agenzia Nazionale per l’Amministrazione e la Destinazione di Beni Sequestrati e Confiscati alla Criminalità Organizzata, che ha disposto il trasferimento al patrimonio indisponibile del Comune di Alghero, per fini istituzionali e/o sociali una unità immobiliare ad uso abitativo. Il procedimento è stato seguito dall’Assessore al Demanio, Giovanna Caria e dall’Assessore ai Servizi Sociali Maria Grazia Salaris. “Il riutilizzo a fini sociali dei beni confiscati ad ogni forma di criminalità rappresenta un grande esempio di civiltà e che trasformare il frutto di condotte illecite ed antisociali in azioni a servizio della comunità attesta l’affermazione dei principi di legalità su ogni forma di criminalità” commenta così l’Assessore al Demanio e Patrimonio Giovanna Caria. Sarà un ufficio preposto appositamente ad occuparsi dei “beni confiscati alla criminalità organizzata” e di tutte le problematiche inerenti la concreta applicazione della Legge 109/96, ed è il Servizio Patrimonio, il quale opera con il supporto di tutti i settori comunali e, segnatamente per i fini sociali, il Servizio competente. “Crediamo sia oltremodo meritorio che la restituzione alla collettività dei beni confiscati avvenga attraverso la gestione di tutti i beni da parte delle Organizzazioni di volontariato, le Cooperative sociali ed il mondo del terzo settore in genere, tutti soggetti che svolgono una funzione sociale, culturale solidaristica di fondamentale importanza per l’intera Comunità”, aggiunge l’Assessore Maria Grazia Salaris.




“Dualismo in Sardegna. Il caso della criminalità” – 28 marzo presentazione a Sassari

SASSARI. Giovedì 28 marzo alle ore 17.00 nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna a Sassari si terrà un seminario pubblico finalizzato a riflettere sui mutamenti della criminalità nell’Isola a partire dal volume Dualismo in Sardegna. Il caso della Criminalità”, curato da Antonietta Mazzette (Università di Sassari)  per la collana di Sociologia urbana della Franco Angeli.

Si tratta dell’ultimo lavoro dell’equipe di ricerca dell’OSCRIM – Osservatorio sociale sulla criminalità in Sardegna dell’Università di Sassari che, grazie al contributo della Fondazione di Sardegna, da oltre 15 anni, monitora quotidianamente i mutamenti della criminalità, in particolare  quelli che si caratterizzano per un elevato grado di violenza contro la persona: gli omicidi (tentati e consumati), le rapine, gli attentati, ai quali si sono aggiunti le coltivazioni illegali di cannabis e il traffico di droga. Una parola chiave di questo libro è “dualismo” sia in senso socio-territoriale, sia in relazione ai fatti criminali. I territori delle due forme di “dualismo” non sempre sono coincidenti, ma in alcune aree circoscritte persiste un’incidenza di violenza maggiore che nel resto dell’Isola. Ed è il nesso tra i diversi “dualismi” che ha portato l’equipe di ricerca a sostenere che non si può parlare genericamente di “criminalità in Sardegna”, ma di differenziate forme a seconda dei luoghi e della loro storia sociale.

Il libro pone una serie di interrogativi ed estende la riflessione e le analisi andando a vedere l’effetto delle norme sulla criminalità (capitolo del Procuratore della Repubblica di Sassari Gianni Caria); riflettendo criticamente sulle comunità, in particolare quelle più segnate da particolari forme di criminalità (Romina Deriu); calcolando i costi dell’agire criminale, soprattutto di quello connesso alla droga (Domenica Dettori, Gabriela Ladu e Manuela Pulina) costruendo i set places della forma più estrema della violenza, quali sono gli omicidi (Daniele Pulino); intravedendo nelle forme embrionali di baby gang il possibile volto futuro e non meno violento della criminalità (Laura Dessantis e Sara Spanu).

Nel corso della serata, dopo gli interventi del Prefetto di Sassari, Giuseppe Marani, e del giurista Giovanni Meloni, il giornalista della Nuova Sardegna Costantino Cossu e il regista Sante Maurizi dialogheranno con gli autori e con il pubblico.