A Sassari ritorna “Missione Drag” per superare ogni limite

Alcuni protagonisti dell’edizione 2021

SASSARI. La parola d’ordine è “superare i limiti”. L’edizione è la terza. La missione è Drag. Ritorna a Sassari la fortunatissima sfida-spettacolo contro l’ignoranza e la discriminazione organizzata dall’Associazione Culturale Music&Movie, da sempre impegnata in lodevoli iniziative a carattere sociale. “Missione Drag – Quei limiti sono superabili” andrà in scena il 24 luglio alle 21.30 nel cortile dell’Istituto comprensivo “S. Farina – S. Giuseppe” (Scuola media 2 di Corso Cossiga), portando all’interno del cartellone di Sassari Estate un nuovo appuntamento legato all’inclusione e al rispetto delle diversità.

A presentare l’iniziativa sarà come sempre il direttore artistico Roberto Manca, che darà un tocco di frizzante ironia a un evento nato per dare coraggio nel superare barriere e distanze. Il progetto arriva con tante novità, forte dei dieci anni di esperienza di Ballando con le Drag, che tornerà per una sola volta ad Alghero, in esclusiva, il prossimo 23 agosto.

Nel format due squadre si affrontano sullo stesso campo di battaglia in quattro diverse prove, sia fisiche sia di cultura generale. Del primo gruppo fanno parte cinque persone molto “comuni”, che vivono il quotidiano. Sono Giovanni Macina, Andrea Pala, Fabio Masala, Mattia Mulas e Cinzia Cassanu.

L’altra squadra è formata da persone un pelino meno comuni, paladine di una forma d’arte diffusa in tutto il mondo e dall’origine antichissima: cinque agguerrite e simpatiche drag queen come Darla Fracci, Rebecca, Taylor Monroe, Alexandra Spacciabelli e, in arrivo da Milano, Madeleine Rubia.

Opinioni, pareri e interventi sono affidati a Don Gaetano Galia, Maria Speranza Frassetto, Rita Olmeo, Maria Paola Loddo, Pina Ballore, Daniele Piseddu e Barbara Sanna, mentre a decretare il superamento delle prove sarà il giudizio insindacabile del pubblico.

Tra i protagonisti della serata anche ragazze e ragazzi provenienti da “Un bullo da palcoscenico” quali Manuel Pagliaro, Fabio Niedda, Matteo Manca, Gabriele Bella, Andrea Budroni, Beatrice Faggi, Manuel Sechi, Giulia Baldinu, Lello Olivieri e Chanel Corda. È prevista inoltre la partecipazione speciale di Peppino Anfossi ed Ennio Masu.

Parte dell’incasso sarà devoluto in beneficenza alle organizzazioni di volontariato Quà la Zampa di Sassari, Orme Onlus di Ozieri e Anima ‘e Coros di Ittiri, che si occupano quotidianamente di cani, randagismo e animali in generale. Il biglietto di ingresso può essere acquistato esclusivamente in prevendita contattando il numero 3401846468 nel rispetto della normativa vigente anti-covid.




CASTELSARDO, IL SINDACO REPLICA ALLE ACCUSE DI DISCRIMINAZIONE

CASTELSARDO – Il racconto della latrice della missiva, raffigura un comune (Castelsardo appunto, da me amministrato dal 2019) e un sindaco (il sottoscritto) che, pur a conoscenza dello stato di gravidanza della stessa (sin dai primi mesi), prima ha attivato il lungo iter amministrativo preordinato alla eventuale assunzione (nell’ordine: pubblicazione di avviso per intercettare idonei inseriti in graduatorie di altri enti, interessati; ricezione ed  istruttoria delle istanze pervenute; stipula della convenzione con l’Ente titolare della graduatoria prescelta, previa deliberazione della giunta comunale in entrambi gli enti; effettuazione visita preassuntiva per verificare l’idoneità alla mansione specifica; richiesta alla stessa di invio dei documenti di rito preassuntivi), per poi ritardarlo e “presumibilmente” non arrivare all’assunzione,  se non al termine della maternità.

Dalla stessa narrazione si viene a conoscenza che l’aspirante dipendente al posto aveva in essere altro contratto, subordinato ma a termine, presso un ente locale dal quale, avventatamente, si dimette (pur essendo incinta) per la prospettiva di dover entrare nei ranghi dell’amministrazione comunale di Castelsardo.

Di tale improvvida decisione la candidata non solo non si assume la responsabilità, (quella di aver rinunciato alla tutela che la legge in materia le assicurava – d.lgs. 26/03/2001, n. 151 -, in quanto incinta e titolare di un contratto a termine) ma accusa il Comune di Castelsardo di sessismo e di discriminazione, per non averla assunta immediatamente dopo le sue dimissioni dal precedente incarico. Di più: accusa il Comune di aver privato il suo nucleo famigliare degli introiti che avrebbe percepito se il Comune di Castelsardo avesse proceduto all’assunzione.

Si capisce che ammettere un così grave errore non sia facile ma, invelenirsi ed imbastire un castello fatto di ricostruzioni non veritiere e gettare discredito su chi, nell’Ente aveva ed ha la responsabilità dell’iter amministrativo, è ben altra cosa.

Se la candidata, piuttosto che accontentarsi di telefonate con il Sindaco (che altro non dimostrano se non tutto l’interesse ad acquisire la professionalità tecnica della candidata a prescindere dal già noto stato interessante), avesse interloquito con l’ufficio unico titolare del procedimento assunzionale, forse avrebbe ricevuto il lapalissiano consiglio di dimettersi dal precedente impiego “con decorrenza dalla data di stipula del contratto individuale di lavoro con il comune di Castelsardo” e non un solo giorno prima.

I tempi di conclusione del procedimento di assunzione, infatti, non sono predeterminati perché molte sono le variabili che lo condizionano, per cui l’aspirante dipendente avrebbe, quanto meno, dovuto attendere la formale convocazione per la stipula del contratto (come infatti poi è avvenuto con nota prot. 2661 del 17/02/2021 – si noti ben 5 giorni prima della lettera alla Dott.ssa Lucarelli), prima di fare alcunché. Sarebbe bastato il semplice buon senso, se non la minima preparazione in materia di diritto amministrativo, a consigliare alla candidata come agire correttamente.

Le accuse di discriminazione rivolte all’ente sono, pertanto, false e tanto più gravi e diffamatorie perché volte a nascondere il fatto che, alla tutela della maternità, è stata la stessa aspirante candidata a rinunciare, nel momento in cui ha rassegnato le sue dimissioni “al buio” dal precedente incarico.

Il Comune di Castelsardo ribadisce la correttezza del proprio agire amministrativo (e non può essere coinvolto nella responsabilità di certificati medici, emessi da professionisti terzi rispetto all’Ente) e perseguirà tutte le vie che l’ordinamento prevede per tutelare non solo l’immagine e il prestigio dell’ente, leso dal racconto giornalistico e dal tam tam mediatico e social che ne è seguito, ma soprattutto per tutelare la struttura burocratica dell’Ente (composto per metà  di donne, di cui 2 su 4 in posizioni di vertice, oltre la segretaria comunale), messa alla gogna e già “condannata” per “omissioni” e “ritardi colpevoli”, preordinati a perpetrare la supposta discriminazione di una donna incinta.

Mi stupisce e addolora, inoltre, che, affascinate dal facile giustizialismo, si siano levate le consigliere comunali di minoranza che con una imbarazzante mozione, chiedono, tra le varie cose, l’istituzione di una commissione di indagine e di una commissione disciplinare.

Trattasi di consigliere che hanno in passato ricoperto la carica di assessore e che ben dovrebbero conoscere il funzionamento della macchina amministrativa nonché la diligenza dei dirigenti.

Cavalcare a tutti i costi, prima di avere un quadro completo delle posizioni delle parti, un tema importante come la tutela della maternità sui posti di lavoro, strumentalizzandolo soltanto perché funzionale a gettare discredito sulla controparte politica, di certo non è positivo per la causa delle donne e delle madri ma, anzi, è disonesto intellettualmente e controproducente.

A mero titolo informativo comunico, con stupore, che l’aspirante al ruolo di dipendente comunale si ritiene svincolata da qualsiasi impegno assunto con il Comune di Castelsardo (con nota del 12/03/2021) perché, sostiene, che non ci sono i presupposti che consentano l’instaurazione di un rapporto di lavoro subordinato, “ispirato ai principi di collaborazione, sincerità, correttezza e fiducia (…) nonché ai principi di trattamento e non discriminazione”.

A chi legge le opportune considerazioni.

Il Sindaco

Antonio Maria Capula




CASTELSARDO, PRESUNTA DISCRIMINAZIONE, PIENO SOSTEGNO DALLE DONNE DELLA MAGGIORANZA AL SINDACO

La realtà dei fatti dimostra il vero obiettivo strumentale della mozione

CASTELSARDO – Visti gli articoli stampa, le false accuse e, soprattutto, letta l’ultima mozione presentata al Consiglio dalle donne della   minoranza, che si sono manifestate a dir poco “indignate” per la vicenda che si sta raccontando, il minimo che possiamo fare, come donne e come amministratrici, è smentire con forza tutte le falsità e le “calunnie” che vengono raccontate sulla persona del nostro Sindaco e dell’Ente. Un Sindaco, finalmente, che rappresenta tutta la popolazione Castellanese. Un Sindaco che, in questi quasi due anni di mandato, ha ascoltato ogni cittadino indistintamente, fosse donna o uomo, giovane o anziano, madre o padre. 

Noi, donne del gruppo “Castelsardo Bene Comune”, siamo incredule nel leggere gli attacchi rivolti, in palese malafede, alla persona che, due anni fa ci ha invitato a condividere l’esperienza, politica, amministrativa e umana, della guida della nostra Città e alle accuse mosse verso una struttura che lavora incessantemente per garantire i diritti di tutti i nostri Concittadini. Siamo state scelte ed abbiamo condiviso un percorso con il nostro Sindaco, che ci ha portato, donne sposate, donne madri, donne lavoratrici, donne impegnate nel sociale, donne, anche, con problematiche di salute, ad un impegno nell’amministrazione per tutti i cittadini e del quale siamo onorate. Oggi, falsamente, il Sindaco, in primis, viene falsamente accusato di aver compiuto discriminazioni verso il genere femminile. 

Nonostante la carica rivestita, che per via dei numerosi impegni porta via con orgoglio ed onore del tempo prezioso da dedicare alla famiglia, il nostro Sindaco ha messo sempre in primo piano le donne della sua vita: sua mamma, sua moglie e le sue due figlie.

Pertanto noi, donne del gruppo “Castelsardo Bene Comune”, vogliamo, con forza, prendere le distanze da tutte le affermazioni false, pretestuose e calunniose, fatte nei confronti del Sindaco Antonio Maria Capula. 

“Da quando eravamo ragazzi lo ricordo come un uomo che ha sempre tifato per le donne – dichiara Emanuela Loriga –  questo è uno dei motivi che mi hanno spinto a candidarmi nella sua lista, ed ora, dopo anni di amicizia, trovo queste accuse alquanto ridicole.” 

 “In questi due anni non ho mai sentito una lamentela da parte sua, sia che dovessi scappare per prendere il bambino da scuola durante una riunione, sia che si trattasse di andar via improvvisamente per portarlo ad un allenamento – afferma l’assessore Raffaella Posadino – o per problemi di qualsiasi genere che comportano la crescita di un bambino”.  

“È anche opportuno sottolineare che la prima assunzione negli uffici comunali, da parte dell’attuale Sindaco e Giunta, è stata proprio quella di una figura femminile, mamma di due figli e moglie – sottolinea l’assessore Valeria Sini – cosi come una donna è stata scelta come Segretario Comunale, ed ha tutta la stima del nostro Sindaco”.

Per queste ed altre mille ragioni, possiamo affermare, con orgoglio e convinzione, che questi articoli stampa non parlano del nostro Sindaco Antonio Capula, si è sempre dimostrato un grande uomo, e non corrispondono nella maniera più assoluta alla figura che si vuole descrivere.

Il mancato coinvolgimento di noi donne del gruppo di maggioranza, nell’ assurda mozione della minoranza, o il fatto che non sono state a noi richieste informazioni e pareri, o la semplice condivisione del testo, testimonia il vero obiettivo strumentale del gesto che non vuole, assolutamente, ne difendere le donne ne, soprattutto la presunta discriminata, ma vuole solamente strumentalizzare il nulla per attaccare l’amministrazione con argomenti che, se distorti dalla realtà dei fatti, fanno grande presa sull’ opinione pubblica, gettando discredito sull’intera cittadinanza e non su singole persone.

Come donne e amministratrici non ci sottrarremmo al dibattito nelle sedi opportune, né in Consiglio Comunale né sulla stampa (forse il vero obiettivo della minoranza), tutelando l’ente in qualsiasi sede, anche legale, qualora venga diffamato da chiunque, e fornendo sempre nel contempo totale appoggio a chiunque ritenga abbia subito un torto dall’Ente.

Con grande stima, per il nostro Sindaco: le donne del gruppo “Castelsardo Bene Comune”, Marzia Lepori, Emanuela Loriga, Raffaela Posadino, Valeria Sini. 




DOMANI Il seme della discriminazione: il linguaggio come violenza e la violenza nel linguaggio

SASSARI. Venerdì 1° marzo dalle 15.00 alle 18.00, nell’Aula Magna dell’Università di Sassari, si terrà un evento intitolato “Il seme della discriminazione: Il linguaggio come violenza e la violenza nel linguaggio”. L’incontro intende invitare alla riflessione sulle discriminazioni contro le donne in campo linguistico.

Dagli anni ’80, con il libro di Alma Sabatini “Il sessismo nella lingua italiana”, è cominciato un percorso per riconoscere e combattere il sessismo in uno dei più importanti “corpi” sociali: il “corpo” della lingua. Questo tema è attuale e sempre presente anche ai nostri giorni.

Nel percepire le sfide che si nascondono dietro la lingua e riguardano la discriminazione di genere, la Consigliera di Parità Provinciale e il Comitato Pari Opportunità dell’Ordine Forense di Sassari, in collaborazione con il Comitato Unico di garanzia dell’Università di Sassari, hanno organizzato questo evento per invitare il pubblico a discutere non solo sulla discriminazione, ma anche sulla violenza linguistica contro le donne.

Animano il dibattito le docenti Giuliana Giusti (Università Ca’ Foscari di Venezia), Patrizia Patrizi (Università di Sassari), la giornalista di Giulia Giornaliste Sardegna Vannalisa Manca; modera il Direttore del quotidiano “La Nuova Sardegna “Antonio Di Rosa”.

L’evento si inserisce nell’ambito del Corso di formazione in Diritto Antidiscriminatorio a cura della Consigliera di Parità Provinciale e dal Comitato Pari Opportunità del dell’Ordine Forense di Sassari.

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