FOOD ECONOMY – Quasi 6mila imprese e 46mila addetti ecco il “giacimento” dell’agroalimentare sardo

FOOD ECONOMY – Quasi 6mila imprese e 46mila addetti: ecco il
“giacimento” dell’agroalimentare sardo. Metà delle aziende sono
artigiane. Meloni e Serra (Confartigianato Sardegna): “Comparto in
piena crescita ed evoluzione che va costantemente difeso e
valorizzato”.

270 prodotti agroalimentari tradizionali, 9 eccellenze a marchio
europeo DOP, IGP e STG, 5.783 imprese agroalimentari, di cui 2.916
artigiane, con 46.042 addetti, di cui 10.042 artigiani. Pasta, pane,
dolci, formaggi, carne, frutta, pesce e bevande, freschi o conservati,
che quotidianamente vengono prodotti, confezionati e spediti in Italia
e nel resto del Mondo.

Sono questi i numeri principali dell’immenso “giacimento” della food
economy isolana che emerge dall’analisi dell’Ufficio Studi di
Confartigianato Imprese Sardegna che, nel dossier “Qualità, tradizione
e sostenibilità dell’artigianato alimentare” ha rielaborato i dati di
Istat, UnionCamere-Infocamere e MIPAAF, su imprese e produzioni
alimentari.

La Sardegna ha il 2,8% dei prodotti alimentari di qualità riconosciuti
dall’Unione europea mediante i marchi DOC (Denominazione di Origine
Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG. La lista ne
comprende 9: agnello di Sardegna, Carciofo Spinoso di Sardegna,
Culurgionis d’Ogliastra, Fiore Sardo, Pecorino Romano, Pecorino Sardo,
Olio di Sardegna, Zafferano di Sardegna e Sebadas.

La ricchezza del territorio sardo si declina anche in ben 270 prodotti
agroalimentari tradizionali (PAT), il 4,8% di tutto il patrimonio
italiano, caratterizzati da metodiche di lavorazione, conservazione e
stagionatura consolidate nel tempo: 98 paste fresche e panetteria, 68
prodotti vegetali, 19 carni, 21 formaggi, 20 prodotti della
gastronomia, 20 prodotti di origine animale, 15 pesci e molluschi, 7
bevande e distillati, 1 grassi e 1 condimenti.

Sempre secondo il rapporto l’Isola ha registrato il più alto numero
nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG: ben
15.440, il 19% del totale italiano. Parliamo in primis di produttori
primari ovvero vivai, aziende agricole, aziende zootecniche che
conferiscono le proprie le materie prime alle migliaia di piccole
imprese, soprattutto artigiane, come pastifici, risifici, molini,
oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, trasformatori
di prodotti sott’olio e verdure confezionate, pasti pronti, cantine,
birrifici, salumifici che, a loro volta, le trasformano in prodotti
d’eccellenza a certificazione europea.

“Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – afferma
Giacomo Meloni, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – che
sempre più risponde alle esigenze di una clientela che nel corso dei
lustri ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari”.
“E’ merito di questi “artigiani del cibo” se i nostri prodotti
piacciono tanto anche all’estero – aggiunge Meloni – un patrimonio
economico e di tradizione culturale che va costantemente difeso e
valorizzato”.

A livello territoriale 588 imprese artigiane operano a Cagliari con
2.188 dipendenti, 544 a Nuoro con 1.865 addetti, 271 a Oristano con
798 lavoratori, 879 a Sassari-Gallura con 3.089 dipendenti e 634 nel
Sud Sardegna con 2.100 addetti.

Secondo una recente rilevazione nazionale di Confartigianato, la quota
di obesi nel nostro Paese è pari al 9,8% della popolazione adulta, una
percentuale che ci assegna il record dei più snelli tra i 7 Paesi che
si affacciano sul Mediterraneo e il terzo posto tra gli Stati
dell’Ocse (dopo Giappone e Corea del Sud) dove il tasso medio di
obesità è del 19,5%.

“La genuinità delle specialità artigiane, caratteristiche tipiche
della tradizione enogastronomica di Sardegna, sono aspetti che i
consumatori hanno sempre ben presente – sostiene Daniele Serra,
Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – fanno bene alla
salute, mantengono in forma, fanno muovere l’economia e contribuiscono
a mantenere alta la bandiera del food made in Sardegna nel mondo”. “La
“ricetta” dei prodotti artigiani è il rispetto delle materie prime e
delle tecniche di lavorazione tradizionali – prosegue Serra – e
un’attenzione sempre più diffusa a soddisfare particolari esigenze
dietetiche o legate a intolleranze alimentari della clientela”. “I
nostri artigiani del gusto utilizzano anche metodi di produzione
tipici che evidenziano il legame con il territorio regionale –
conclude il Segretario di Confartigianato Sardegna, Daniele Serra –
per questo, i prodotti e le imprese della nostra tradizione
alimentare, che hanno nella qualità e nell’artigianalità della
lavorazione il proprio elemento distintivo, vanno promossi ancora di
più”.




FOOD ECONOMY ARTIGIANA – 3mila imprese, 10mila addetti e 252milioni di export artigiano

3mila imprese, 10mila addetti e 252milioni di
export artigiano nel Mondo. Isola al top per le produzioni
certificate. Lai e Serra (Confartigianato Imprese Sardegna):
“Orgogliosi dei produttori e dei prodotti: necessario difendere e
valorizzare maggiormente ogni tipologia alimentare sarda”.

L’aumento delle imprese produttrici e l’incremento delle vendite dei
prodotti all’estero fanno bene all’artigianato alimentare sardo di
qualità. Infatti, se da una parte la fiammata inflazionistica ha
ridotto il potere d’acquisto delle famiglie sarde, penalizzando i
consumi interni, dall’altra non si sono spente né la forza produttrice
delle imprese artigiane isolane del food e drink, né la voglia di
prodotti sardi nei Paesi oltreconfine.

E i numeri dell’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, che
ha analizzato i dati ISTAT del 2023, lo dicono chiaramente:
l’artigianato sardo nei settori dell’alimentare, delle bevande e della
ristorazione in Sardegna conta 2.942 imprese artigiane attive, il
10,7% del totale dell’artigianato sardo con 10.183 addetti. Grazie a
questi numeri l’Isola si classifica al primo posto tra tutte le
regioni italiane per l’elevato peso degli addetti del settore
alimentari, bevande e ristorazione sul totale economia (3,3% contro
l’1,5% nazionale). Inoltre tra le prime 5 province, sempre a livello
nazionale, per la più alta incidenza degli addetti nei settori in
esame sul totale economia, figurano Nuoro (5,8%), al primo posto, e il
Sud Sardegna (4,4%), al terzo.

“I nostri artigiani del gusto utilizzano materie prime sarde e metodi
di produzione tipici che evidenziano il legame con il territorio
regionale – commenta Maria Amelia Lai, presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna – la genuinità di queste specialità fa bene alla
salute, fa muovere l’economia e contribuisce a mantenere alta la
bandiera del food regionale nel mondo. Per questo, i prodotti e le
imprese della nostra tradizione alimentare, che hanno nella qualità e
nell’artigianalità della lavorazione il proprio elemento distintivo,
vanno promossi ancora di più”. “I quasi 252milioni di giro d’affari e
l’export in continua crescita – continua la Presidente Lai –
certificano la qualità delle nostre produzioni alimentari, un
patrimonio di bontà, varietà e tradizione unico al mondo. Impariamo a
esserne orgogliosi e a difendere, tutti insieme, chi lo produce e a
valorizzare maggiormente ogni tipologia alimentare. In questo modo
proteggiamo il futuro dei nostri territori, delle nostre famiglie e
delle nostre imprese e offriamo opportunità di lavoro per i giovani”.

Tra i territori ben 888 imprese alimentari artigiane lavorano
nell’area Sassari-Gallura con 3.144 addetti, 635 nel Sud Sardegna con
2.129 lavoratori, 606 nell’area di Cagliari con 2.238 dipendenti, 530
Nuoro e Ogliastra con 1.856 addetti e 283 a Oristano con 817
collaboratori.

Positivo anche il bilancio dell’export: nell’Isola, negli ultimi 12
mesi, il valore delle esportazioni di alimentari e bevande, ha toccato
i 252 milioni di euro pari al 3,3% dell’export manifatturiero. La
dinamica delle esportazioni sarde nel primo semestre del 2023 è
preceduta da segno positivo ed è pari al +14,7%, la terza miglior
performance rilevata tra tutte le regioni. Da Sassari-Gallura sono
stati venduti 120milioni di euro di prodotti alimentari, da Oristano
46, da Nuoro-Ogliastra 43, dal Sud Sardegna 22 e da Cagliari 20.

“Si tratta di un comparto in piena crescita ed evoluzione – afferma
Daniele Serra, Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – che
sempre più risponde alle esigenze di una clientela che nel corso dei
lustri ha modificato e affinato i propri gusti e stili alimentari”.
“In ogni caso, è merito di questi “artigiani del cibo” se i nostri
prodotti piacciono tanto anche all’estero – continua Serra – un
patrimonio economico e di tradizione culturale che va costantemente
difeso e valorizzato. Il fatto che anche l’export agroalimentare
continui a segnare una crescita, segnala un riconoscimento
internazionale che non può che renderci orgogliosi”.

Tra le produzioni artigiane più importanti ci sono panetterie e
laboratori che producono dolci, biscotti, prodotti secchi da forno,
prodotti di pasticceria conservati, snack dolci o salati e possono
anche effettuare vendita diretta al pubblico, pasticcerie e gelaterie
che producono prodotti freschi (negli ultimi anni presidi di
artigianato ed innovazione alimentare grazie a grandi lievitati
diversi da quelli solitamente offerti dal sistema industriale più
massificato) e offrono anche servizi di ristorazione tramite la
vendita diretta al pubblico (anche ambulante), bar che alla
somministrazione diretta stanno affiancando sempre più la vendita di
prodotti artigianali, pastifici che producono paste alimentari fresche
e secche (anche farcite, in scatola o surgelate) ma anche cuscus e
gnocchi, salumifici e norcinerie che producono carne essiccata, salata
o affumicata e salumi, le imprese delle filiera lattiero-caseari,
imprese che producono tè, caffè, cacao,  cioccolato, caramelle,
confetti, condimenti e spezie, imprese che producono vini, distillati,
birre, queste ultime in forte ascesa negli ultimi anni grazie
soprattutto a microbirrifici. Da non dimenticare poi rosticcerie,
friggitorie, pizzerie, pizzerie a taglio, birrerie, pub, enoteche,
catering, banqueting, banchi del mercato che preparano cibo per il
consumo immediato, venditori di street food, attività di recente e
crescente fortuna, ed esercizi che fanno solo take-away.

Secondo il rapporto di Confartigianato Sardegna, che ha analizzato i
più recenti dati ISTAT, la Sardegna ha registrato il più alto numero
nazionale di operatori agroalimentari certificati DOP, IGP e STG: ben
15.440, il 19% del totale italiano. Parliamo in primis di produttori
primari ovvero vivai, aziende agricole, aziende zootecniche che
conferiscono le proprie le materie prime alle migliaia di piccole
imprese, soprattutto artigiane, come pastifici, risifici, molini,
oleifici, caseifici, conserve e marmellate, mielifici, trasformatori
di prodotti sott’olio e verdure confezionate, pasti pronti, cantine,
birrifici, salumifici che, a loro volta, le trasformano in prodotti
d’eccellenza a certificazione europea.

Il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle
foreste, ricorda come siano 8 i prodotti alimentari sardi di qualità
riconosciuti dall’Unione europea mediante i marchi DOC (Denominazione
di Origine Protetta), IGP (Indicazione Geografica Protetta) e STG:
agnello di Sardegna, Carciofo Spinoso di Sardegna, Culurgionis
d’Ogliastra, Fiore Sardo, Pecorino Romano, Pecorino Sardo, Olio di
Sardegna e Zafferano di Sardegna.

La ricchezza del territorio sardo si declina anche in ben 243 prodotti
agroalimentari tradizionali, caratterizzati da metodiche di
lavorazione, conservazione e stagionatura consolidate nel tempo: 85
paste fresche e panetteria, 63 prodotti vegetali, 21 formaggi, 20
prodotti di origine animale, 18 carni, 15 pesci e molluschi, 12
prodotti della gastronomia, 7 bevande e distillati, 1 grassi e 1
condimenti.

Come detto, tutto questo va al di la della fiammata inflazionistica
che ha ridotto il potere d’acquisto delle famiglie, penalizzando i
consumi. Nel secondo trimestre 2023 ha ristagnato (+0,2%) la spesa
delle famiglie, ma segnato una flessione del 2,3% della spesa per beni
non durevoli, che comprendono gli alimentari.

Nei primi nove mesi del 2023 il volume delle vendite al dettaglio di
prodotti alimentari ha segnato un calo del 4,4%, più marcato rispetto
al -3,5% dei beni non alimentari. Il peso dell’inflazione sui bilanci
famigliari si riverbera sulla fiducia dei consumatori, la quale a
novembre registra un ritorno alla crescita, dopo quattro mesi di cali
consecutivi.

A novembre, secondo i dati preliminari, l’inflazione evidenzia un
netto calo, scendendo a +0,8%, dato che non si registrava da marzo
2021. Un contributo al rallentamento dell’inflazione si deve inoltre
alla nuova decelerazione del ritmo di crescita dei prezzi dei beni
alimentari (+6,1%, era +6,3% a ottobre), che esercita un freno alla
crescita su base annua dei prezzi del “carrello della spesa” (+5,8%,
era +6,1% a ottobre).

Tabella dei Dati

Categoria Dato
Numero Totale Imprese Artigiane 2.942
Totale Addetti 10.183
Export (Ultimi 12 Mesi) 252 milioni di euro
Incidenza Addetti su Economia Sardegna 3,3%
Incidenza Addetti su Economia Nazionale 1,5%
Export da Sassari-Gallura 120 milioni di euro
Export da Oristano 46 milioni di euro
Export da Nuoro-Ogliastra 43 milioni di euro
Export da Sud Sardegna 22 milioni di euro
Export da Cagliari 20 milioni di euro
Crescita Export (1° Semestre 2023) +14,7%
Numero Operatori Agroalimentari Certificati 15.440
Percentuale Operatori Certificati Italiani 19%
Prodotti Alimentari Sardi con Marchi EU 8
Prodotti Agroalimentari Tradizionali 243
Calo Vendite al Dettaglio (2023) Alimentari: -4,4% / Non Alimentari: -3,5%
Inflazione a Novembre 2023 +0,8%

WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna




San Vero Milis:BLUE HACK Le nuove sfide della Blue Economy scadenza iscrizioni imminete

Il 27 e il 28 settembre, presso gli spazi del Museo nel Comune di San Vero Milis (OR), si svolgerà Blue Hack, un hackathon della durata di due giorni finalizzato alla nascita di nuove idee progettuali e proposte imprenditoriali, sviluppate sui concetti fondanti della Blue Economy.

Ai partecipanti sarà richiesto di ricercare soluzioni innovative per promuovere una strategia di crescita nei settori relativi al mare e alle zone costiere, secondo modalità di sostenibilità ambientale e con particolare attenzione alla promozione delle zone umide e costiere del Golfo di Oristano.

Le due migliori idee imprenditoriali si aggiudicheranno ognuna un premio di 1.500 euro, di cui uno messo in palio da Nieddittas, e i vincitori accederanno di diritto ad un successivo percorso di validazione dall’idea al business model.

Blue Hack nasce da un’idea di Francesca Santoro che, assieme alla Fondazione MEDSEA, ha progettato un Hackathon dedicato all’innovazione blu ovvero all’innovazione sostenibile applicata all’Economia Blue, con lo scopo di promuovere la tutela degli ecosistemi marini ma anche di aumentare la consapevolezza sui beni e servizi che il mare fornisce.

Blue Hack è organizzato dalla Fondazione MedSea nell’ambito del progetto MARISTANIS e il Coast Day 2019, e sostenuto da Mava Foundation, Fondazione di Sardegna e Sardegna Ricerche, in collaborazione con il Comune di San Vero Milis.

 

Le iscrizioni resteranno aperte fino al 23 settembre, i posti disponibili sono 30.

Per partecipare e leggere il programma completo è possibile consultare il link https://www.opencampus.it/event/blue-hack/




Flag Nord Sardegna cerca buone idee per la blue economy

Buone idee per la blue economy, la strategia del Flag Nord Sardegna

Evento finale di presentazione a Porto Torres il 2 settembre

 

Incontro finale per promuovere l’opportunità costituita dall’Avviso 1 del Piano di Azione, finalizzato al sostegno economico diretto ad Imprese costituite e costituende con sede in Area Flag Nord Sardegna, che operino nei settori della Blue Economy

 

Dopo il ciclo di incontri a Bosa, Santa Teresa Gallura, Castelsardo e Olbia, il Flag Nord Sardegna chiude le attività di presentazione a Porto Torres.

 

Nel corso dei precedenti incontri territoriali e nei contatti tra i portatori di interesse e il  Flag Nord Sardegna, è emersa una interessante progettualità, che potrebbe trovare nell’Avviso una possibilità di concreta attuazione

Il Flag cerca buone idee, possibilmente innovative, che valorizzino le attività esistenti immettendo innovazione, che rispettino la risorsa e lo stock ittico, ma che al tempo stesso contribuiscano  a mantenere e incrementare il reddito dei pescatori: attività legate alla pesca, all’acquacoltura, alla molluschicoltura, alla trasformazione, alla commercializzazione, ai servizi e alla cultura “blue”.

“Vogliamo far conoscere al territorio le opportunità di finanziamento provenienti dall’Unione Europea e destinati a pescatori e agli operatori del mare, per creare nuove attività o rafforzare quelle esistenti” sottolinea il Presidente del Flag, Benedetto Sechi “e questo ci sembra il miglior presupposto per generare cambiamento e sviluppo, e vogliamo evitare, come troppo spesso è accaduto, che i finanziamenti comunitari vengano persi dalla Sardegna perché non vengono spesi, o per mancanza di progetti validi o per la complessità delle procedure”

Si tratta di una azione che, per la sua valenza strategica, costituisce una parte molto importante della strategia di sviluppo locale del Flag Nord Sardegna

Con l’obiettivo di rafforzare ulteriormente l’attività di divulgazione, in vista della scadenza del 10 settembre 2019, il Flag Nord Sardegna ha programmato un incontro finale di informazione per il giorno lunedi 2 settembre 2019, alle ore 18:00, presso la nuova  sede, in Via Lungomare Balai 10 a Porto Torres.

Il termine per la presentazione delle domande è fissato al 10 settembre 2019, e tutta la documentazione relativa all’AVVISO è consultabile sul sito www.gacnorsardegna.it

L’incontro è aperto al pubblico per tutti gli interessati.