DA OLTRE 2 ANNI IN ATTESA DEI SOLDI PER FINANZIARE LE NUOVE ATTIVITÀ ECONOMICHE DEL GAL MARMILLA.

Sono almeno una decine le “Nuove attività imprenditoriali extra agricole “ della Marmilla che aspettano i soldi da oltre due anni.
I termini per la presentazione delle domande sono decorsi in data 15.10.2020 e nel luglio 2021 sono state pubblicate le graduatorie definitive del bando 19.2.1 del Gal Marmilla.

Da allora va avanti un ingiustificato protrarsi delle procedure di liquidazione dell’anticipazione relativa a questa misura che dovrebbe finanziare diverse nuove attività imprenditoriali extra-agricole, senza una comunicazione ufficiale riguardo l’attesa liquidazione delle anticipazioni.

In teoria L’iter è il seguente:

• Il Gal istruisce le domande e attraverso procedimento sul SIAN le carica sul Sistema. • Dopodiché le pratiche in carteaceo verranno trasferite all’ Assessorato

dell’Agricoltura.
• L’assessorato le passerà ad ARGEA che è l’ente pagatore.

Un meccanismo burocratico abbastanza lento e farraginoso che dilata i tempi in una maniera quasi surreale anche se funzionasse bene. Invece in questo caso ecco cosa è successo:

  • L ‘istruttoria è stata presa in carico dal Gal Marmila in data 11.2.22, ed stata chiusa dallo stesso Gal Marmilla tra fine Luglio e i primi di Agosto 2022 (5 mesi), periodo in cui il Gal Marmilla ha inviato il provvedimento di liquidazione alla RAS.
  • La Ras ha ricevuto le pratiche, le ha caricare sul portale in cui Argea ha potuto visionarle.
  • Argea dopo averle visionate ha richiesto un controllo in loco (su un anticipo non ancora erogato).
  • Nei primi di Agosto 2022 i beneficiari ricevono un controllo in loco, (su un anticipo non ancora erogato) da un controllore nominato da Argea.
  • Il 10 Agosto 2022 le pratiche tornano al Gal con allegati i verbali dei controlli in loco andati a buon fine.
  • 12 Agosto 2022 il Gal invia nuovamente le pratiche in RAS.
  • Le pratiche restano ferme alla RAS sino al 15 Ottobre circa
  • Al 15 Ottobre la RAS dice di aver trasmesso le pratiche ad Argea che invece dice di non averle ricevute dalla RAS e i beneficiari non compaiono nelle liste di pagamento
  • Allo stato attuale non si capisce dove siano bloccate le pratiche (in RAS o in Argea?) e quanto ci metteranno ad erogare il contributo.

“Ci chiediamo se qualcuno di questi Enti abbia valutato con attenzione quali difficoltà avrebbero affrontato i partecipanti al bando, costretti ad anticipare denaro in un territorio così difficile e depresso, senza alcuna certezza dei tempi di finanziamento.”- dice una dei beneficiari-

In questo lasso di tempo infatti la maggior parte dei beneficiari ha sostenuto spese notarili, di fideiussione, di iscrizione alla camera di commercio, di affitto e inizio lavori per poter

richiedere l’anticipazione prevista dal bando, dietro rassicurazione verbale degli Uffici preposti che i tempi di liquidazione sarebbero stati velocissimi.

“Nel primo trimestre del 2022 abbiamo dovuto anticipare notevoli spese perché il bando richiedeva: iscrizione camera di commercio, sottoscrizione di contratto d’affitto o comodato d’uso registrato e sottoscrizione di polizza fideiussoria; con una spesa media per attività di circa 2.400€, utenze escluse” – Dice una beneficiaria.

Chi di dovere ha mai pensato che la creazione di una start up non può rimanere in stand by per due anni e che le condizioni economiche per la realizzazione di un progetto imprenditoriale in un lasso di tempo così lungo possono cambiare?

Infatti affinché simili iniziative possano essere proficue, è necessario che le stesse siano gestite con tempistiche compatibili con quelle di un’attività imprenditoriale e con la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo, che ci pone davanti a cambiamenti continui e repentini.

Una start-up non può avere dei tempi così lunghi perché in due anni l’idea rischia di essere superata e obsoleta.
Inoltre i preventivi fatti due anni fa non hanno nessun riscontro con gli attuali prezzi sul mercato e questa sarà una difficoltà in più per i beneficiari.

Creare un’impresa non significa soltanto realizzare strutture e acquistare materiale tecnico, ma significa investire risorse su sé stessi in formazione e competenze, creare una rete di contatti e analizzare il mercato sempre in continuo cambiamento: la realizzazione di queste azioni passa attraverso delle spese economiche importanti che solo il finanziamento in questione può sostenere.

Ad oggi queste spese sono però ricadute sui vincitori del bando che si trovano in una situazione di stallo, per cui hanno già anticipato parte delle spese, ma non possono andare avanti perché non hanno sufficienti risorse.
“Non potevo aspettare un altro anno essendo la mia attività legata alla stagionalità del turismo estivo! Ho quindi anticipato diversi lavori e investimenti certo che i soldi sarebbero arrivati in tempi più rapidi e ora mi trovo con l’acqua alla gola e con gli investimenti bloccati!” Dice un altro dei beneficiari.

“Non stiamo pretendendo qualcosa che non ci spetta, al contrario abbiamo diritto di poter fare impresa nel territorio che abbiamo scelto con coraggio di continuare ad abitare e di ottenere informazioni sullo stato di un bando ad evidenza pubblica di cui risultiamo vincitori” dice un altro vincitore del bando

Inoltre abbiamo saputo da un comunicato stampa dei Gal Sardi, (

https://www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2022/10/27/gal-dellisola-in-allarme-spesa- bloccata-da-burocrazia_c7dc63d5-ffcc-4abb-958b-c6e12176b311.html ) che ben 17 Gal si trovano in questa situazione, che questo ritardo ingiustificato potrebbe compromettere l’impegno di spesa e quindi non riuscire a erogare questi fondi già assegnati. Siamo preoccupati e molto amareggiati da una gestione delle risorse pubbliche totalmente disinteressata e lontana dalla realtà e dal tempo storico i cui viviamo.

“Abbiamo scommesso sul nostro territorio con grinta e determinazione, ma visti i problemi e le tempistiche esagerate, la grinta in parte ci è calata dando spazio alla preoccupazione di un futuro che cambia velocemente.” Dice un altro beneficiario.

Chiediamo che questi uffici operino in un contesto concreto e non in questa modalità astratta e totalmente slegata dalla realtà con dei tempi d’attesa che non stanno nè in cielo nè in terra. Alla parte politica chiediamo che non sia attiva solo quando ci sono dei tornaconti elettorali ma che si impegni per creare le condizioni migliori per uno sviluppo economico del territorio proponendo soluzioni concrete per snellire queste lungagini burocratriche.

I beneificiari della misura 19.2.1




Proroga avviso pubblico IN.S.I.E.M.E. per finanziare i progetti rivolti alle persone con disabilità

I raggruppamenti temporanei di soggetti (A.T.S./A.T.I.) hanno tempo fino al 15 aprile per partecipare all’avviso pubblico IN.S.I.E.M.E.. Il bando dell’Aspal finanzia i progetti che mirano a aiutare le persone con disabilità, attraverso un approccio multidisciplinare, a inserirsi nel mondo del lavoro.
Oltre alla proroga della scadenza sono stati modificati e semplificati alcuni requisiti per poter presentare la domanda.
Il bando completo è consultabile su Sardegna Lavoro.
Link: http://www.sardegnalavoro.it/agenda/avvisiagenda/?p=127831

COMUNICAZIONE ASPAL




L’Isola Scelga Quali Scuole Finanziare: Della Carenza Di Rianimatori Ed Anestesisti Ai Tempi Del Coronavirus.

È noto a tutti come l’emergenza Covid-19 non abbia fatto altro che mettere in risalto le già note debolezze del SSR: se prima le difficoltà avevano inciso sulle lungaggini delle liste d’attesa ed incrementando i viaggi della speranza per i nostri pazienti, al momento dell’arrivo della pandemia in Sardegna la carenza di specialisti è emersa in tutta la sua drammaticità. In primis per i Rianimatori: le cronache riportano soluzioni d’emergenza come la messa in servizio di medici militari ed il corso di addestramento all’intubazione orofaringea, destinato ad Infermieri e Cardiologi, organizzato al San Francesco di Nuoro ed aspramente criticato dall’Associazione di Rianimatori ed Anestesisti AAROI.

Soluzioni dettate dall’emergenza, secondarie all’applicazione del “Decreto Semplificazione” che aveva permesso l’assunzione, come Dirigenti, dei Medici Specializzandi al IV e V anno di corso. Anche in questo caso la mancata programmazione e l’impossibilità di valorizzare la formazione dei Medici della Sardegna ha influito pesantemente. Tra i Medici in formazione o appena formati dalle Università di Cagliari e Sassari, sono stati assunti solo 30 medici mentre almeno 12 hanno abbandonato le scuole negli anni, spesso per trasferimento, o hanno accettato in emergenza contratti al di fuori dell’Isola, rientrando nelle regioni di origine. Vale a dirsi, un numero di professionisti pari all’organico attuale di un Reparto di Rianimazione di II livello (HUB Regionale), specialisti mancati nel momento dell’emergenza. Problematiche destinate a ripetersi, se la RAS non difenderà le proprie norme di programmazione, affinandole nella concertazione con lo Stato ed evitando di soccombere dinanzi ad una sentenza della Corte Costituzionale.

A questo proposto Mèigos aveva richiesto il rafforzamento dei compiti di valutazione e monitoraggio delle specializzazioni carenti al “Osservatorio Regionale per la Formazione Medico Specialistica” (d.Lgs 368/99 art 44, DGR 37/8 del 2007, DAR 29 del 2016), in alternativa alla proposta, contenuta nella PL 82 (Agus ed altri), della creazione di un nuovo Osservatorio.

Per questo ente, già composto dai rappresentanti delle Università e delle Aziende del SSR, e secondo la nostra richiesta coordinato dall’Assessorato alla Sanità, prospettavamo di rinforzare un ruolo attivo nel proporre il numero e la scelta dei contratti da finanziare in virtù del numero di medici specialisti carenti nell’Isola. L’articolo sull’Osservatorio è stato rimosso dal testo definitivo della LR 6/2020 ed il compito rimane unicamente in capo all’Assessorato. Nel frattempo l’”Osservatorio Nazionale”, ovvero l’organo che dovrebbe assicurare la qualità della formazione in Italia, coordinare gli organi regionali e redigere i report su una previsione del turnover sanitario, nonostante le rassicurazioni del Ministro Speranza, non è stato ancora nominato. È unanime l’idea che per il prossimo concorso SSM20 gli accreditamenti siano destinati a replicare il numero di posti assegnati nel concorso precedente.

Allo stesso tempo, abbiamo sempre evidenziato come, al momento degli accreditamenti per i posti di specializzazione e nel finanziamento degli stessi, i numeri gravino pesantemente sul Sistema Sanitario della Sardegna, penalizzando l’Isola.

I numeri in Medicina sono fondamentali, mai ci sogneremmo di proporre un centro di chirurgia se questo praticasse una tecnica con casistica insufficiente per la letteratura scientifica, diverso è il caso in cui questi numeri siano stabiliti a seconda della media dei grandi centri della penisola. La Sardegna (che ospita il 2.7% della popolazione dello Stato), ha naturalmente un numero di posti letto per branca inferiore alle realtà del Lazio e della Lombardia, decisivi quando questi determinano l’accreditamento o meno di una Scuola di Specializzazione.

Altro fenomeno che distorce la percezione della realtà isolana nell’analisi delle carenze, è l’utilizzo del dato numerico di specialisti anziché del dato percentuale rapportato al numero di abitanti. È così che la celebre pagina di Repubblica (vedi infografica) segnala che la carenza più grave per il numero di Pediatri del SSN è prevista in Lombardia “Regione Record”: saranno 510 a mancare entro il 2025; stesso dicasi per il numero di Anestesisti e Rianimatori, meno 315 nei prossimi cinque anni.
Carenze importanti. Se però, cambiando il punto di vista guardassimo agli stessi numeri in proporzione alla popolazione, ovvero a quanti specialisti del SSN mancheranno effettivamente ogni 100’000 abitanti, scopriremmo che la Sardegna supera (ahìnoi!) le regioni record per tre volte su sei: Pediatria (5,0 U. in Lombardia, 15,7 U. in meno in Sardegna), Medicina Interna (3,7 in Lombardia, 4,5 in Sardegna), Anestesia e Rianimazione (3,1 in Lombardia, 4,9 in Sardegna); non sono del resto ottimistiche le previsioni per le restanti branche specialistiche.

Una previsione che descrive il grande limite di una mancata programmazione locale e che vede nell’emergenza attuale i risvolti di una crisi nata con il nuovo concorso ministeriale per l’accesso alle scuole di specializzazione medica (2014): già prima dell’emergenza Coronavirus erano note infatti le gravi carenze nei reparti di Anestesia e Rianimazione di Oristano, Lanusei, Olbia, Iglesias ed Alghero. Per assurdo oggi, se alle carenza di Anestesisti nell’Isola si rispondesse con un incremento delle borse finanziate dallo Stato, si avrebbe una saturazione delle reti formative della Sardegna ad esclusivo finanziamento Ministeriale, escludendo di fatto la possibilità per la Sardegna di poter istituire borse di studio riservate e vincolate al lavoro nelle strutture del SSR.

In questo caso UNICA ed UNISS formerebbero specialisti senza avere nessuna garanzia che questi, in un futuro, scelgano di svolgere il proprio lavoro nel Sistema Sanitario dell’Isola. Appare pertanto minacciosa la possibilità che il Ministero incrementi per il prossimo concorso i finanziamenti destinati alle borse di specializzazione per un totale di 13’000 unità, sovrapponendosi ai finanziamenti regionali, provinciali e degli altri enti ed andando così a saturare tutti i posti accreditati. Una misura simile, senza un corrispondente incremento dei posti accreditati, cancellerebbe di fatto le borse riservate della Sardegna e vanificherebbe gli sforzi e gli impegni assunti dal Legislatore Regionale. Per l’Isola un incremento dei finanziamenti statali che non corrisponda alla crescita del numero di posti a disposizione delle scuole, risulta infruttuoso e controproducente. Ricordiamo inoltre che al prossimo SSM20 i partecipanti potrebbero superare le 20’000 unità ed i finanziamenti statali rimarrebbero comunque inferiori sia al numero di aspiranti specializzandi sia al fabbisogno del SSN.

Guardiamo per questo, con diffidenza, a soluzioni imposte dall’alto che non tengano conto dello status insulare, della bassa demografia e la dotazione infrastrutturale dell’isola: sempre teniamo a mente le innumerevoli soluzioni al depotenziamento del SSR contenute nel DM 70/2015, dove alla carenza di una specialità, si suggeriva alle Amministrazioni “l’aggregazione funzionale con una delle regioni confinanti tramite apposite convenzioni”.

Mèigos chiede all’Osservatorio ed all’Assessorato che nel confronto Stato-Regione si attivino perché le borse per le specialità critiche siano in prevalenza finanziate da fondi di provenienza regionale. La Regione Sardegna dovrà difendere la facoltà di investire negli specialisti di cui più ha bisogno chiedendo al Ministero che i finanziamenti riservati alle scuole sarde siano destinati alle specializzazioni meno critiche, lasciando così che la RAS si concentri sui settori del SSR più in sofferenza. Solo così si potrà assicurare la permanenza degli specialisti sul nostro territorio, scongiurando un aggravamento delle carenze.

Partendo da valutazioni che tengano conto non solo dello stato attuale, ovvero i pensionamenti previsti per il personale ospedaliero, bisognerà procedere considerando insieme, in una programmazione volta a un miglioramento globale del Servizio Sanitario Regionale, gli organici previsti per la specialistica ambulatoriale, domiciliare ed in libera professione. È chiaro che una pianificazione puntuale non possa basarsi unicamente sull’analisi dell’organico in servizio nelle nostre strutture ospedaliere: la giovane età della leva di specialisti in geriatria (solo 9 dirigenti entreranno in età pensionabile nei prossimi 7 anni) non può essere la base per stabilire il fabbisogno stimato per i servizi domiciliari e per la messa in regola delle RSA (ci risulta un fabbisogno stimato pari a zero). L’assenza di specialisti in audiologia e foniatria in età pensionabile (solo uno risulta dipendente nelle strutture del SSR) non può essere la ragione per cui non si preveda alcun contratto di formazione. Allo stesso modo sui pensionamenti previsti dei pediatri ospedalieri non potranno essere calcolate le carenze della pediatria di libera scelta e del servizio consultoriale.

Il nostro appello è volto ad una programmazione che tenga conto delle esigenze reali, evitando che si ripetano errori del passato in cui la Sardegna ha finanziato contratti: “distribuendoli su più specializzazioni, la maggior parte delle quali non particolarmente in sofferenza” (la mappa delle carenze di medici specialisti regione per regione, Anaao Assomed marzo 2019).
La disponibilità di borse è maggiore, con l’obbiettivo futuro di riaprire le numerose scuole di specializzazione delle Università di Cagliari e Sassari, chiuse perché insolventi rispetto ai criteri stabiliti dal MIUR, è oggi possibile, oltretutto, grazie alla LR 6/2020, il finanziamento di contratti di specializzazione nelle Università al di fuori dell’Isola, in maniera complementare nelle specialità più carenti od in quelle attualmente mancanti all’offerta formativa della Sardegna. (chirurgia pediatrica, ad esempio).

L’impegno di Mèigos prosegue: solo lavorando in questa direzione potremmo programmare un turn over armonico per il Sistema Sanitario dell’Isola, solo così potremmo ridurre le crescenti spese di rimborso per le prestazioni extraregionali, solo così potremmo arrestare la graduale dismissione dell’offerta delle nostre Università.

Il Direttivo Meigos – Giovani Medici Sardegna