Porto Torres, l’Orfeo Futuro in concerto al Palazzo del Marchese

Sabato 4 ottobre un percorso di sonate tipiche del Seicento tra musica colta e musica da ballo per il festival internazionale “Note senza tempo”

PORTO TORRES. Armonie strumentali colte e musica da ballo popolare si incontrano in un percorso di Sonate tipiche del Seicento italiano. Il 4 ottobre, alle 19, al Palazzo del Marchese di Porto Torres, l’ensemble Orfeo Futuro presenta “Around a ground” per il VII festival internazionale di musica antica “Note senza tempo”.

Le melodie barocche riprendono vita attraverso l’arte di virtuosi strumentisti provenienti da diverse esperienze internazionali nel campo della rievocazione storica: Giovanni Rota e Valerio Latartara si esibiranno al violino barocco, Gioacchina De Padova alla viola da gamba, Pierfrancesco Borrelli al clavicembalo e Giuseppe Petrella alla tiorba e chitarra barocca.

L’Orfeo Futuro

Tra i pezzi più caratteristici sono in programma una Bergamasca, una danza di corteggiamento originaria della città di Bergamo probabilmente composta su di una canzone quattrocentesca di origine toscana, nella versione rielaborata ed arricchita di Uccellini. Sarà proposta una Ciaccona nella versione di Merula e Corelli. È un ballo di origini ibero-americane con una forte impronta etnica ed erotica, bandita nel 1615 dalle rappresentazioni teatrali per la sua contagiosa e consolidata inclinazione alla lussuria. Poi il Ballo del Gran Duca nella versione di Buonamente, che in origine era un ballo scenico corale composto da Emilio de’ Cavalieri, poi diventato un ballo da serenata posto a conclusione degli intermedi fiorentini del 1589. E ancora, di Andrea Falconiero l’ostinato Passacaglia e la Battalla de Barabaso yerno de Satanas, interposti alla celebre Follia, tema processionale di origine iberica derivato dal termine folias (foglia).

Orfeo Futuro orienta i suoi interessi su progetti inediti e di largo respiro, in particolare incrociando repertori antichi e contemporanei. Si esibisce regolarmente in circa cinquanta concerti all’anno, sia in Italia che all’estero e ha realizzato numerosi CD anche in collaborazione con altri artisti. Con il sostegno di Puglia Sounds, nel settembre scorso ha tenuto una tournée nel nord della Francia e in Catalogna con un programma di musica italiana del primo ‘700, che ha riscosso un importante successo di pubblico.

Il concerto è inserito nel programma di iniziative patrocinate dal Comune di Porto Torres durante tutto il mese di ottobre, dedicate alle celebrazioni per il Dies Natalis dei Martiri Turritani.

Il festival “Note senza tempo” è organizzato dall’associazione Dolci Accenti di Sassari  con il contributo della Regione Autonoma della Sardegna, della Fondazione di Sardegna e dei comuni di Sassari, Uri, Porto Torres e Monteleone Roccadoria. La manifestazione è inserita in REMA, la rete di festival internazionali a livello europeo, e fa parte del circuito Salude&Trigu della Camera di Commercio di Sassari.




Premio Nino Carrus, al centro il futuro digitale delle aree interne

L’invito ai giovani: trasformare idee in progetti per il rilancio dei territori marginali

L’Istituto Toniolo di Milano parteciperà alla valutazione degli elaborati

 Montepremi da seimila euro

BORORE. È una tra le realtà più attive in Sardegna nel valorizzare il potenziale dei giovani e trasformare le loro idee in progetti per la rinascita delle aree interne. Il Premio Nino Carrus ritorna quest’anno guardando più che mai al futuro, implementando la riflessione sulle modalità con le quali intelligenza artificiale, transizione digitale e nuove tecnologie possano ridurre le disuguaglianze e rilanciare i territori marginali.

Tra le novità dell’ottava edizione, l’affiancamento di un partner autorevole nel campo della formazione, della ricerca e dell’innovazione sociale: l’Istituto Giuseppe Toniolo di Studi Superiori di Milano, che parteciperà alla valutazione degli elaborati, rafforzando il valore scientifico e sociale dell’iniziativa.

La presidente Rosanna Carboni

Il montepremi ammonta a seimila euro e c’è tempo fino al 30 novembre per presentare gli elaborati. Il concorso si articola in due indirizzi. La Sezione A per giovani fino a quarant’anni con diploma, il cui tema è “Transizione digitale e AI nelle aree interne della Sardegna: idee, progetti e opportunità per promuovere uguaglianza territoriale e benessere sociale nei piccoli paesi”. In palio 2500 euro al primo classificato e 1500 al secondo (offerto dal Comune di Borore).

La Sezione B è invece rivolta agli studenti delle scuole superiori, con il tema “Futuro senza confini”, Il premio, del valore di duemila euro, potrà essere concesso in denaro o come esperienza formativa.

Il Premio Nino Carrus è promosso dall’omonima associazione culturale intitolata al politico di Borore scomparso nel 2002, che riteneva fondamentale promuovere la formazione dei professionisti, unitamente alla costruzione di un sapere capace di creare alleanze nei territori.

«Partecipare al concorso significa tradurre in ipotesi progettuali le azioni che possono rilanciare la vita delle aree interne marginalizzate – ha affermato Rosanna Carboni, presidente dell’associazione –. Il Premio è un’opportunità per pensare, proporre e costruire il futuro dei paesi e delle città sarde. Le nuove tecnologie possono restituire centralità alle aree interne sia migliorando i servizi, sia aprendo nuove prospettive di lavoro».

Daniela Pisu, vincitrice nel 2018 e oggi componente del direttivo, ha aggiunto: «Partecipare al Premio ha significato entrare in una comunità viva, dove le idee trovano ascolto e si trasformano in azioni. Oggi più che mai, l’intelligenza artificiale può diventare uno strumento per costruire alleanze nei territori e dare nuova linfa ai piccoli paesi».

Finanziato dalla Fondazione di Sardegna e dal Comune di Borore, il Premio si conferma come laboratorio di pensiero e progettualità per una Sardegna più equa e innovativa.




Grande Pevero: la Costa Smeralda guida il futuro della sostenibilità ambientale

Una mattinata di sole rovente ha fatto da cornice a un’importante conferenza ambientale sulla spiaggia del Grande Pevero, nel cuore della Costa Smeralda. Al centro dell’incontro, la difesa del territorio, la responsabilità condivisa e l’impegno verso un turismo più consapevole.

Un incontro tra natura, impegno e dialogo
Alle 10:30 del mattino, con il sole già alto e i termometri fermi sui 34 gradi, la spiaggia del Grande Pevero è già animata. In attesa della conferenza stampa prevista per le 11, l’atmosfera è rilassata ma carica di aspettative. Presso il punto ristoro, sorseggiando un’aranciata, nasce una conversazione con Carlo Carboni, senior account dell’agenzia SecNewgate di Milano, che racconta con piacere dei suoi trascorsi ad Alghero. Un piccolo aneddoto che mostra come, a volte, le connessioni tra persone e territori possano emergere inaspettatamente.

Il sindaco Ragnedda: educare per proteggere
Roberto Ragnedda, sindaco di Arzachena, ha aperto la conferenza sottolineando l’importanza dell’educazione ambientale, specialmente tra i giovani. Il progetto illustrato è solo uno dei tanti previsti nell’ambito dell’Agenda Blu, un insieme di iniziative concrete che includono la pulizia delle spiagge, il coinvolgimento delle scuole e la tutela delle aree più fragili del litorale, come le zone retrodunali. “Proteggere queste aree significa proteggere le spiagge stesse”, ha ribadito il primo cittadino, lanciando anche un chiaro messaggio contro progetti che potrebbero alterare irreversibilmente il paesaggio, come gli impianti offshore.

Ferraro: custodire, non sfruttare
È poi intervenuto Mario Ferraro, CEO di Smeralda Holding, che ha rafforzato il concetto di turismo sostenibile. Secondo Ferraro, la Costa Smeralda deve restare un esempio di qualità, non di quantità. “Nel 1967 c’erano 13 hotel e oggi sono ancora 13. Questo dimostra la nostra volontà di non cementificare, ma di valorizzare”, ha affermato. Ha anche messo in guardia sui rischi legati al turismo incontrollato, richiamando la sua esperienza personale sull’isola di Capri, dove il sovraffollamento ha avuto effetti pesanti.

Jan Pachner: protezione e consapevolezza
A seguire, Jan Pachner, segretario generale di One Ocean Foundation, ha evidenziato quanto sia cruciale far comprendere al turista la responsabilità che ha verso il territorio. Ha sottolineato il valore della biodiversità marina e l’importanza di proteggere non solo ciò che è visibile in superficie, ma anche ciò che vive nei fondali, come la posidonia. “Il mare è un nostro alleato contro il cambiamento climatico, non possiamo permetterci di trascurarlo”, ha dichiarato.

Un nuovo intervento per le dune del Grande Pevero
Durante la conferenza del 20 giugno, è stato presentato ufficialmente un nuovo progetto dedicato alla tutela dell’ecosistema dunale della spiaggia del Grande Pevero. L’iniziativa, parte del programma “salva-dune” della One Ocean Foundation, prevede l’installazione di barriere protettive realizzate con materiali naturali e riciclabili, come legno e fibre vegetali. L’obiettivo è quello di ridurre l’erosione, rigenerare la vegetazione e proteggere la biodiversità, con particolare attenzione alla macchia mediterranea e alle specie animali che la popolano.

Informare per responsabilizzare
Accanto agli interventi ambientali, il progetto prevede anche l’installazione di cartellonistica informativa rivolta a bagnanti, cittadini e studenti. L’intento è promuovere una cultura della sostenibilità attraverso la conoscenza, rendendo ogni visitatore più consapevole del proprio impatto sul territorio.

Parole dal cuore della sostenibilità
«Dopo il progetto pilota a Capriccioli, abbiamo deciso di rafforzare il nostro impegno con un nuovo intervento al Grande Pevero», ha spiegato Riccardo Bonadeo, presidente di One Ocean Foundation. «Con Smeralda Holding e il sostegno delle istituzioni, vogliamo sensibilizzare sempre più persone, affinché tutti si sentano parte attiva nella protezione dell’ambiente marino e costiero».

Anche Mario Ferraro ha ribadito l’importanza della collaborazione tra pubblico e privato per realizzare progetti di reale impatto. «Questo intervento rappresenta al meglio la nostra visione: sviluppo turistico e tutela del territorio possono e devono coesistere».

Un esempio per il futuro
L’incontro ha anche dato spazio a storie di giovani impegnati nella tutela ambientale, come Manuele Falconi, laureando dell’Università di Sassari, che ha contribuito con una ricerca sulle dune locali. Un segnale forte che le nuove generazioni stanno raccogliendo il testimone.

Un impegno che parte da Porto Torres
Lo stesso giorno, a Porto Torres, un altro momento simbolico ha rafforzato il messaggio condiviso: si è tenuto il passaggio di consegne al comando della Guardia Costiera. Un gesto che richiama l’attenzione sul ruolo delle istituzioni nella salvaguardia del mare e del litorale. Con l’estate ormai iniziata, il potenziamento dei controlli e della presenza sul territorio sarà fondamentale per garantire la sicurezza e il rispetto dell’ambiente costiero.

Uno sguardo oltre: il numero chiuso per il diporto
A margine della conferenza, parlando con Jan Pachner, è emersa una riflessione importante sul futuro della gestione del turismo costiero: dopo il numero chiuso sperimentato con successo sulle spiagge più fragili, sarà sempre più necessario pensare a un numero chiuso anche per il traffico nautico da diporto. Una misura che, secondo Pachner, rappresenterebbe un’evoluzione naturale della strategia di protezione dell’ambiente, estendendo il concetto di sostenibilità anche al mare. Un’idea che non nasce da una volontà di esclusione, ma dal bisogno di tutelare equilibri ambientali delicati e preziosi. Siamo pronti a ripensare il nostro rapporto con il mare in questa direzione?

Verso una coscienza collettiva
In conclusione, la giornata al Grande Pevero non è stata solo un momento di confronto istituzionale, ma un richiamo a tutti: cittadini, turisti, aziende. Proteggere l’ambiente non è un dovere esclusivo di pochi, ma un impegno quotidiano che ci riguarda tutti. E noi, siamo pronti a raccogliere questa sfida e contribuire, ogni giorno, a proteggere ciò che rende unica la nostra terra?

Perché proteggere le dune?
Le dune costiere sono tra gli ecosistemi più vulnerabili ai cambiamenti climatici. Fungono da barriera naturale contro le mareggiate, proteggono la costa dall’erosione e mantengono l’equilibrio ecologico delle zone marine. La spiaggia del Grande Pevero, lunga 430 metri, con le sue dune di sabbia bianca, è un habitat prezioso da custodire. Difendere questi ambienti significa preservare la nostra identità e assicurare un futuro sostenibile alle generazioni che verranno.




Ospedale Marino di Alghero: crescita, riforma e incertezze sul futuro

Il dibattito sulla sanità algherese si accende attorno al destino dell’Ospedale Marino, al centro di una riforma che ne prevede il trasferimento dall’AOU di Sassari alla ASL. Tra dati di crescita e preoccupazioni politiche, il futuro della struttura resta un tema caldo per il territorio.

di Fausto Farinelli

alghero, 13 Marzo 2025

L’Ospedale Marino di Alghero ha registrato negli ultimi anni un significativo incremento delle attività grazie alla gestione dell’AOU di Sassari. I dati più recenti trasmessi all’Assessorato Regionale alla Sanità lo confermano: nel 2021 si contavano 226 interventi, mentre nel 2024 il numero è salito a 885, con un aumento anche della complessità degli interventi, come dimostra il passaggio da 24 a 136 protesi articolari annue.

A rafforzare il ruolo strategico della struttura è anche la sua integrazione nel Dipartimento di Scienze Motorie, Neurologiche e Riabilitative della AOU di Sassari, che include due corsi di laurea e una Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, con due nuove scuole di specializzazione in fase di istituzione. Un centro non solo di assistenza, ma anche di formazione per il futuro della medicina riabilitativa e ortopedica.

Il nodo della riforma sanitaria

Nonostante i numeri positivi, il futuro dell’Ospedale Marino è stato scosso dalla recente riforma sanitaria approvata in Consiglio Regionale, che stabilisce il passaggio della gestione dalla AOU alla ASL di Sassari a partire dal 1° gennaio 2026. Questa decisione ha sollevato numerose critiche, soprattutto per la mancanza di un piano dettagliato sugli investimenti futuri, sulle garanzie per il personale e sui livelli di assistenza che verranno mantenuti.

Secondo il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, l’incontro con l’Assessore alla Sanità Armando Bartolazzi ha confermato la volontà della Regione di preservare la missione ortopedica dell’ospedale, ma senza fornire dettagli concreti su come verranno garantiti standard elevati di qualità. L’unica certezza, al momento, è l’intenzione di creare una rete formativa allargata, ma senza un protocollo chiaro.

Le critiche politiche e le preoccupazioni locali

L’opposizione, guidata da Fratelli d’Italia Alghero, ha espresso un netto dissenso, definendo la riforma una “spartizione politica” che penalizza la sanità locale. Il consigliere regionale Valdo Di Nolfo è stato duramente criticato per il suo sostegno alla riforma, con l’accusa di aver tradito il territorio accettando un cambio di gestione senza precise garanzie.

Un punto critico riguarda il rischio di disimpegno dell’Università, che attualmente garantisce personale medico specializzato e investimenti in ricerca e formazione. Senza un protocollo chiaro che regoli la collaborazione tra ASL e AOU, la preoccupazione è che l’ospedale possa perdere il suo ruolo di polo d’eccellenza per ortopedia e riabilitazione.

La proposta di Carlo Doria: un’unica governance per il Nord-Ovest

Una prospettiva alternativa arriva dal senatore ed ex assessore regionale Carlo Doria, che propone un modello di riforma sanitaria basato sulla creazione di un’unica azienda ospedaliera per i presidi per acuti di Alghero e Ozieri sotto la guida dell’AOU di Sassari. Secondo Doria, questa soluzione porterebbe numerosi vantaggi:

  1. Migliore gestione del personale sanitario, evitando la carenza di specialisti nei presidi periferici, problema aggravato dalla difficoltà di attrarre professionisti verso le ASL.
  2. Chiarezza nella suddivisione delle competenze tra gli ospedali, garantendo una missione specifica a ciascuna struttura.
  3. Rafforzamento della sanità territoriale, lasciando alla ASL la gestione di medicina generale, prevenzione e lungodegenza, mentre l’AOU si occuperebbe degli interventi ospedalieri complessi.
  4. Ottimizzazione delle risorse per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, evitando dispersioni e riducendo il contenzioso medico-legale.

Doria evidenzia inoltre il rischio di dispersione delle competenze in caso di trasferimento dell’Ospedale Marino alla ASL, sottolineando come la gestione AOU abbia già portato risultati tangibili grazie a investimenti in nuove sale operatorie e nell’ampliamento delle attività di endocrinologia e medicina dello sport. Un ulteriore problema riguarda la distribuzione delle risorse umane, poiché gli specialisti tendono a gravitare verso i due poli ospedalieri di Sassari e Cagliari, lasciando sguarniti i presidi periferici.

Quale sarà il futuro dell’Ospedale Marino?

Mentre il dibattito prosegue, la comunità algherese attende risposte concrete su quale sarà il destino del suo ospedale. Il rischio di un indebolimento del sistema sanitario locale è reale, e senza un piano attuativo dettagliato, le promesse della Regione restano vaghe.

Riuscirà la politica a trovare un equilibrio tra riforma e garanzie per i cittadini? La sanità non può essere una merce di scambio, ma un diritto da tutelare con scelte lungimiranti. Il tempo stringe, e il futuro della sanità algherese è ancora tutto da scrivere.




Focus Podcast – Aeroporti Sardi: Sinergie e Innovazione per il Futuro dell’Isola

Benvenuti a Focus Podcast, lo spazio in cui analizziamo le idee e le strategie che plasmano il futuro del nostro territorio. In questo episodio speciale, vi portiamo al centro di un evento fondamentale per il sistema aeroportuale della Sardegna, dove istituzioni, imprenditori e operatori del settore hanno condiviso le loro visioni per una crescita sostenibile e integrata.

L’evento di Cagliari ha coinvolto questa mattina la presidente SOGAER e vicepresidente ASSAEROPORTI, Dott.ssa Monica Pilloni, l’amministratore delegato GEASAR e SOGEAAL, Ing. Silvio Pippobello, la Prof. Avv. Anna Masutti, professore ordinario di Diritto della Navigazione aerea all’Università di Bologna, ill presidente della Commissione Trasporti On. Salvatore Deidda, l’assessore RAS dei Trasporti Ing. Barbara Manca, l’assessore RAS del Turismo Dott. Franco Cuccureddu, il presidente della CCIAA Cagliari-Oristano e presidente di UNIONCAMERE Sardegna Ing. Maurizio de Pascale, il presidente della CCIAA Sassari Ing. Stefano Visconti e il presidente della CCIAA Nuoro Dott. Agostino Cicalò. Questi i temi strategici discussi:

  • Il Ruolo degli Aeroporti come Motori di Sviluppo:
    Gli aeroporti sardi non sono solo punti di transito, ma veri e propri catalizzatori di crescita economica e sociale, capaci di trasformare l’insularità in un vantaggio competitivo.
  • Le Sfide della Destagionalizzazione e dell’Adeguamento Infrastrutturale:
    È stata evidenziata l’urgenza di investire nella modernizzazione e nell’ampliamento delle strutture aeroportuali per far fronte a una domanda in costante crescita e a una stagionalità che, se non gestita, rischia di limitare le opportunità.
  • Sostenibilità Ambientale e Innovazione:
    I relatori hanno messo in luce come gli aeroporti stiano lavorando per ridurre il loro impatto ambientale attraverso percorsi di certificazione e innovazioni tecnologiche, sfatando miti e preconcetti sull’inquinamento.
  • Aggregazione e Sinergia tra Scali:
    Un tema centrale è stato il potenziamento del coordinamento tra Cagliari, Olbia e Alghero per ottenere maggior potere contrattuale, favorire economie di scala e creare una rete integrata che supporti lo sviluppo territoriale e il dialogo con i vettori.
  • Integrazione dei Trasporti:
    Infine, l’evento ha evidenziato l’importanza di collegare il sistema aeroportuale ad altre infrastrutture di mobilità – come ferrovie e porti – per garantire un servizio efficiente sia per i residenti che per i turisti.

In questo episodio di Focus Podcast vi guideremo attraverso i punti salienti del dibattito, mettendo in luce come la sinergia tra il settore pubblico e quello privato stia aprendo la strada a un futuro più competitivo e sostenibile per la Sardegna. Sintonizzatevi per scoprire come visioni condivise, investimenti mirati e un approccio integrato possano trasformare le sfide in opportunità, offrendo nuove prospettive per l’intero sistema aeroportuale e per lo sviluppo dell’isola.

Buon ascolto!






Quale futuro per l’agrivoltaico nei terreni agricoli?Un incontro per analizzare opportunità, sfide e impatti dell’agrivoltaico sulle aziende agricole

Esperti del Centro Studi Agricoli si confrontano con agricoltori e allevatori per discutere di sostenibilità, energia e redditività nel settore agricolo.
Il Centro Studi Agricoli organizza a Campanedda un incontro sul tema dell’agrivoltaico, un’opportunità innovativa per le aziende agricole. I relatori Tore Piana e Stefano Ruggiu illustreranno vantaggi, criticità e prospettive per le imprese che scelgono di integrare la produzione di energia elettrica con le loro attività tradizionali, affrontando anche il problema dello spopolamento rurale.

L’incontro sull’agrivoltaico a Campanedda
Il 24 gennaio, presso i locali del salone parrocchiale di Campanedda, si terrà un importante incontro organizzato dal Centro Studi Agricoli. L’evento, aperto ad agricoltori e allevatori, è dedicato a un tema di grande attualità: l’agrivoltaico.

Gli impianti agrivoltaici combinano la produzione di energia elettrica da pannelli solari con le attività agricole, offrendo nuove possibilità di reddito per le aziende agricole e contribuendo alla sostenibilità ambientale.

Gli obiettivi del dibattito
L’incontro mira a:

Fare chiarezza sulle opportunità offerte dall’agrivoltaico.
Analizzare le ragioni del blocco delle autorizzazioni.
Approfondire i vantaggi economici e le sfide per gli agricoltori.
Esaminare i benefici per il settore agricolo e il territorio.
Relatori e temi principali
Interverranno Tore Piana e Stefano Ruggiu, rispettivamente presidente e vicepresidente del Centro Studi Agricoli nazionale. I due esperti tratteranno:

Redditività aziendale: grazie alla produzione di energia elettrica, le aziende agricole potrebbero aumentare significativamente i propri introiti, migliorando il tenore di vita degli agricoltori.
Contrasto allo spopolamento rurale: gli impianti agrivoltaici, che hanno una durata media di circa 30 anni, richiedono la continuità dell’attività agricola, incentivando così il mantenimento delle aziende e delle comunità rurali.
Un’opportunità per il settore agricolo
Il Centro Studi Agricoli sottolinea che l’agrivoltaico non deve essere visto come una “mercificazione delle terre”, ma come un’occasione per coniugare sostenibilità economica e ambientale. Gli agricoltori, essendo custodi del territorio, sono i primi a voler preservare l’ambiente e a cercare soluzioni innovative per affrontare le difficoltà del settore.

L’incontro si propone come un’occasione di confronto aperto, utile a esplorare strategie per rendere l’agrivoltaico una risorsa sostenibile e vantaggiosa per le aziende agricole.

Informazioni utili

Data e ora: 24 gennaio, ore 11:00.
Luogo: Salone parrocchiale, Campanedda.
Organizzatore: Centro Studi Agricoli.
Per maggiori informazioni, contattare: [email protected].




Riformatori Sardi pronti alle elezioni: trasparenza e responsabilità per il futuro della Sardegna.

Si è conclusa oggi a Cagliari la riunione straordinaria del Coordinamento Regionale dei Riformatori Sardi, convocata d’urgenza per affrontare la grave situazione politica che ha investito la Sardegna. La Presidente della Regione, Alessandra Todde, è destinataria di un’ordinanza-ingiunzione emessa dal Collegio Elettorale che dispone l’avvio del procedimento di decadenza dalla sua carica a causa di gravi anomalie riscontrate nel rendiconto delle spese elettorali delle consultazioni di febbraio 2024.

“La situazione è di estrema delicatezza – ha dichiarato Aldo Salaris, coordinatore regionale dei Riformatori Sardi – perché, se confermata, la decadenza della Presidente comporterebbe anche lo scioglimento dell’intero Consiglio Regionale e il ritorno al voto. Questo scenario impone a tutta la politica una seria riflessione e una grande responsabilità.”

I Riformatori Sardi hanno ribadito la necessità che la Presidente Todde si presenti al più presto in aula per riferire. “Questo è un atto imprescindibile per garantire trasparenza e rispetto nei confronti dei cittadini sardi, – ha aggiunto Salaris – si deve evitare che l’istituzione regionale resti ostaggio di una crisi che rischia di paralizzare l’azione politica e amministrativa.”

Durante la riunione, il partito ha definito le sue priorità per affrontare le prossime settimane. “Se si dovesse tornare al voto, i Riformatori Sardi sono pronti per garantire una proposta forte e credibile per il futuro della Sardegna.” ha concluso Salaris.




COLDIRETTI NU-OG: FUTURO DEL BOVINO SARDO PASSA DAL NUORESE CON I PROGETTI DI FILIERA PER CARNE 100% ITALIANA.

GRANDE SUCCESSO PER LA PARTECIPATA ASSEMBLEA DELL’ASSOCIAZIONE TRA CONFRONTO E PROPOSTE 

Nuove prospettive, progetti ambiziosi e un impegno concreto per rilanciare il comparto bovino. È quanto emerso dall’assemblea organizzata da Coldiretti Nuoro Ogliastra, che ha richiamato a Nuoro, presso la Cooperativa Sociale Lariso in località Prato Sardo, oltre 150 allevatori delle razze Limousine e Charolaise. Un appuntamento strategico che ha posto le basi per affrontare con unità e visione le sfide di un settore fondamentale per l’economia dell’isola e che ha unito aziende di settore alla federazione rappresentata dai suoi vertici provinciali e da tutti i segretari di zona riuniti nella giornata di confronto.

NUOVO CONTRATTO FILIERA. Tra le principali novità discusse durante l’assemblea, spicca la presentazione del nuovo contratto di filiera sottoscritto dalla Confederazione Nazionale Coldiretti con Inalca, per una Filiera Bovina 100% nati ed allevati in Italia. Un progetto ambizioso e strategico che mira a valorizzare le carni di qualità e il made in Italy, promuovendo la produzione di ristalli nazionali di razze come Limousine e Charolaise, iscritte al Libro Genealogico, e dei loro incroci. 

“Questo percorso – ha sottolineato il presidente di Coldiretti Nuoro Ogliastra, Leonardo Salis – nasce originariamente per sostenere e valorizzare le aree interne del Sud, storicamente vocate all’allevamento estensivo della linea vacca-vitello. Dal 2025, tuttavia, sarà esteso a tutto il territorio nazionale, offrendo nuove opportunità anche per i nostri allevatori sardi. L’obiettivo è migliorare il patrimonio bovino italiano, incrementando la produzione di carni di alta qualità e riducendo la dipendenza dalle importazioni estere. Questo rappresenta una svolta significativa per il settore, spesso dimenticato, ma cruciale per l’economia dell’isola”.

OBIETIVI AMBIZIOSI. Il progetto punta a consolidare la competitività delle aziende, assicurando una giusta remunerazione dei prodotti e aumentando la quota di mercato di carni 100% italiane. “Vogliamo garantire una stabile collocazione sul mercato dei vitelli da ristallo, migliorando la competitività del prodotto – ha aggiunto il direttore della Federazione, Alessandro Serra – e promuovendo un processo di valorizzazione che, a breve, coinvolgerà anche le razze bovine autoctone. Questo sarà un passo decisivo per l’aggregazione e la valorizzazione del prodotto, fondamentali per assicurare agli allevatori un reddito adeguato e sostenibile”.

SETTORE TRAINANTE. L’incontro è stato anche l’occasione per ribadire l’importanza del settore bovino per l’economia sarda, spesso messo in secondo piano. “Il comparto bovino non è solo un pilastro dell’agricoltura sarda, ma anche un elemento identitario che merita di essere tutelato e valorizzato – conclude Coldiretti Nuoro-Ogliastra – assemblee come questa sono indispensabili per affrontare insieme le sfide del presente e del futuro, con una visione che guardi allo sviluppo sostenibile e alla valorizzazione delle eccellenze territoriali”. Il grande apprezzamento da parte della base sociale partecipante ha testimoniato l’efficacia 

  1. Perché quest’assemblea è stata considerata così importante?
    L’assemblea ha riunito oltre 150 allevatori delle razze Limousine e Charolaise, i vertici provinciali di Coldiretti e tutti i segretari di zona. È stata un momento strategico per definire nuove linee di sviluppo del comparto bovino, affrontare le sfide dell’economia locale e rilanciare un settore fondamentale per l’isola.
  2. Quali sono le principali novità emerse?
    Una delle principali novità è stata la presentazione del nuovo contratto di filiera sottoscritto a livello nazionale da Coldiretti con Inalca, finalizzato a creare una Filiera Bovina 100% italiana, dalla nascita all’allevamento. L’accordo punta a valorizzare le carni di qualità e a ridurre la dipendenza dalle importazioni estere.
  3. In che modo questo progetto coinvolgerà la Sardegna?
    Dal 2025 il nuovo contratto di filiera si estenderà all’intero territorio nazionale, coinvolgendo anche gli allevatori sardi. Questo offrirà nuove opportunità per le aziende locali, incrementando la produzione di carni pregiate e generando migliori prospettive economiche per l’intero comparto.
  4. Quali razze bovine saranno valorizzate?
    Il progetto si concentra su razze come Limousine e Charolaise, iscritte al Libro Genealogico, e i loro incroci. Inoltre, in futuro, si prevedono azioni per valorizzare anche le razze bovine autoctone dell’isola.
  5. Quali sono gli obiettivi ambiziosi del contratto di filiera?
    L’obiettivo è consolidare la competitività delle aziende, garantire una giusta remunerazione dei prodotti, aumentare la quota di mercato di carni 100% italiane, migliorare la collocazione sul mercato dei vitelli da ristallo e promuovere l’aggregazione dei produttori.
  6. Perché il settore bovino è così importante per la Sardegna?
    Il comparto bovino è un pilastro dell’agricoltura sarda e parte integrante dell’identità economica e culturale dell’isola. Un rilancio di questo settore significa tutelare un patrimonio locale e sostenere l’economia rurale, spesso trascurata ma cruciale per la coesione dei territori interni.
  7. Qual è stato il riscontro degli allevatori presenti?
    L’ampia partecipazione e il grande apprezzamento da parte degli allevatori testimoniano l’interesse e la fiducia verso le nuove proposte. Assemblee come questa permettono un confronto diretto tra base sociale, dirigenti e tecnici, favorendo scelte condivise e strategie più efficaci per il futuro del settore.



Il Rapporto Draghi, Competitività Europea: La Sfida per il Futuro. documento integrale in italiano

Fausto Farinelli

Settembre 2024 – Un rapporto scritto da Mario Draghi, ex Presidente della Banca Centrale Europea e Presidente del Consiglio dei Ministri italiano, delinea le sfide e le opportunità che l’Unione Europea deve affrontare per mantenere la sua competitività nel contesto globale.

Mario Draghi, economista di fama internazionale, ha ricoperto ruoli cruciali nella gestione economica mondiale. Presidente della Banca Centrale Europea dal 2011 al 2019, è noto per aver guidato l’Europa fuori dalla crisi finanziaria con la storica frase “whatever it takes”. Dal 2021 al 2022 è stato Presidente del Consiglio italiano, gestendo la crisi pandemica e il rilancio economico del Paese. La sua lunga carriera e la sua visione per l’Europa sono oggi al centro di un nuovo rapporto che analizza il futuro della competitività europea.

Una Nuova Era di Competitività

Nonostante i suoi punti di forza, l’Europa sta perdendo terreno in termini di produttività e innovazione rispetto ai concorrenti globali. L’UE rappresenta il 17% del PIL mondiale, con un mercato unico di 440 milioni di consumatori e 23 milioni di imprese, ma la sua crescita economica è rallentata rispetto agli Stati Uniti e alla Cina. Tra il 2002 e il 2023, il divario del PIL pro capite tra l’UE e gli Stati Uniti è cresciuto dal 15% al 30%, con l’Europa che fatica a mantenere il passo.

Uno dei fattori chiave di questo rallentamento è la produttività. Oggi, la produttività dell’UE è inferiore all’80% del livello statunitense. Inoltre, si prevede che la forza lavoro dell’UE diminuirà di 2 milioni di persone ogni anno entro il 2040. La crescita economica futura sarà fortemente dipendente dall’innovazione tecnologica, ma attualmente l’Europa sta arrancando rispetto alle altre potenze. Il 70% dei modelli di intelligenza artificiale sviluppati dal 2017 proviene dagli Stati Uniti, mentre l’Europa vanta solo 4 delle 50 principali aziende tecnologiche a livello mondiale.

La Sfida della Decarbonizzazione

Un altro punto cruciale è il costo dell’energia. Le aziende europee continuano a pagare prezzi dell’elettricità 2-3 volte superiori a quelli degli Stati Uniti e prezzi del gas 4-5 volte superiori, ostacolando la loro competitività. La decarbonizzazione rappresenta un’opportunità per l’Europa di assumere un ruolo di leadership nelle tecnologie pulite, ma il successo dipenderà da una strategia coerente che supporti le industrie energetiche e ad alta intensità energetica nel processo di transizione.

Sicurezza e Dipendenze Economiche

Il panorama geopolitico si sta evolvendo rapidamente, con l’Europa che si trova a dover affrontare dipendenze strategiche che minano la sua sicurezza economica. La spesa europea per la difesa è attualmente un terzo di quella statunitense, e l’industria della difesa europea ha subito anni di sotto-investimenti. Inoltre, le dipendenze dell’UE da fornitori esterni per materie prime critiche, come quelle necessarie per le tecnologie verdi, pongono il rischio di pressioni geopolitiche da parte di paesi terzi.

Per affrontare queste sfide, l’UE deve coordinare meglio le politiche industriali e gli investimenti tra gli Stati membri, evitando la frammentazione che ha finora indebolito l’efficacia collettiva. Una maggiore cooperazione potrebbe consentire all’Europa di sviluppare una capacità industriale di difesa indipendente e di ridurre le vulnerabilità nelle catene di approvvigionamento.

Investimenti: La Chiave per il Futuro

Per sostenere la crescita economica, l’Europa dovrà aumentare significativamente il proprio livello di investimenti. Il rapporto stima che il tasso di investimenti sul PIL dovrà aumentare di 5 punti percentuali all’anno per digitalizzare e decarbonizzare l’economia. Questo livello di investimenti non si vede dagli anni ’60 e ’70. Tuttavia, sarà necessario mobilitare sia il settore privato che quello pubblico. Un aumento della produttività del 2% in 10 anni potrebbe coprire fino a un terzo delle spese pubbliche necessarie.

La sfida sarà anche quella di ridurre il carico normativo che grava sulle imprese europee. Più del 60% delle aziende considera la regolamentazione un ostacolo agli investimenti, e il 55% delle PMI segnala che gli ostacoli normativi sono tra le principali difficoltà che devono affrontare. Ridurre questo carico sarà essenziale per liberare il potenziale di crescita del settore privato.

L’Europa ha la possibilità di mantenere il proprio ruolo di leader globale, ma solo se riuscirà a colmare il divario di innovazione, ridurre la dipendenza energetica e rafforzare la sicurezza economica. Il tempo per agire è ora, e le decisioni prese nei prossimi anni saranno cruciali per garantire un futuro di prosperità per i cittadini europei.




Sabato 2 marzo 2024 alle ore 9.00, nell’Auditorium dell’ISRE in via Mereu n. 56 a Nuoro, sarà proiettato il docu-film “Dopo il futuro” di Antonio Sanna. Seguirà un dibattito aperto.

Sabato 2 marzo 2024, alle ore 9.00nell’Auditorium G. Lilliu di Nuoro, in via Mereu n. 56, verrà proiettato il docu-film “Dopo il futuro” del regista Antonio Sanna, prodotto dall’associazione di promozione sociale Arkaosfilm.

Il documentario ripercorre le vicende legate alla industrializzazione della piana di Ottana, dal sogno industriale  alla chiusura del polo petrolchimico alla volontà di ripartire attraverso la valorizzazione delle risorse umane, storiche, culturali, naturalistiche del territorio, viste attraverso le testimonianza di protagonisti di allora e di oggi, di cittadini, di giovani imprenditori, di amministratori, di operatori sociali. 

Uno spaccato della nostra storia di alto valore documentale, culturale,  sanitario-ecologico e  sociale, che riteniamo interessante e importante  proporre all’attenzione delle studentesse e degli studenti degli istituti secondari di secondo grado cittadini, che parteciperanno numerosi.

Il film verrà presentato dal regista Antonio Sanna. Alla visione del film seguirà un  dibattito animato da diversi protagonisti (operai, amministratori locali, dirigenti ) degli eventi richiamati dal documentario e con i quali ci si potrà confrontare.

Il programma prevede i saluti del Presidente dell’Isre Stefano Lavra, della Presidente I.B.I.S. Haydèe Bermudez, della Presidente dell’Ordine dei Medici Maria Giobbe. I lavori verranno coordinati da Lisetta Bidoni. Seguirà alla proiezione del documentario un dibattito animato dagli studenti e dalle studentesse delle Scuole superiori cittadine e dagli ospiti Pasqualina Borrotzu, Giampaolo Marras, Lisa Mossoni, Angelo Ruiu e Maria Sedda.

Ingresso libero.