Chiudere un occhio (o due): il caso Maracaibo e la gestione delle concessioni ad Alghero
Alghero, 10 Settembre 2025 – redazione on line
Dal suolo pubblico al TAR, dai regolamenti ignorati alle deroghe sospette: un mosaico di irregolarità che chiede risposte.
Il profilo Facebook da cui arriva la denuncia potrebbe non essere autentico, ma chi scrive dimostra di conoscere a fondo documenti e vicende che riguardano le concessioni ad Alghero. Dietro questo nome potrebbe esserci una o più persone molto ben informate. Ai proprietari del Maracaibo va il consiglio di rispondere pubblicamente con atti e documenti per chiarire la propria posizione e disinnescare una polemica che sta creando grande clamore in città.
La decisione di pubblicare questa notizia nasce da una constatazione: ad Alghero ci sono numerose concessioni scadute, addirittura dal 2019, eppure l’unico caso trattato con estrema severità è stato quello di Villa Maria Pia, gestita e recuperata dalla famiglia Meloni. Una disparità che apre un ragionevole dubbio sull’attività di controllo e monitoraggio dell’amministrazione comunale.
Una lettera che scuote il dibattito pubblico
Dopo mesi di silenzio, Francesco Perelli – o chi si cela dietro questo nome – ha deciso di tornare a scrivere, portando all’attenzione dei cittadini un caso che definisce emblematico delle “zone grigie” che da anni si annidano nella gestione delle concessioni comunali. Al centro dell’indagine c’è il chiosco Maracaibo, sul lido di Alghero, la cui concessione – secondo quanto riportato – sarebbe scaduta da tempo e prorogata con tacito assenso, nonostante passaggi di mano ritenuti illegittimi.
Il nodo delle concessioni
La concessione, spiega Perelli, non è una proprietà privata ma un bene pubblico da assegnare tramite bando. In questo caso, invece, negli anni si sarebbero verificati trasferimenti di gestione non consentiti dalla legge. Il risultato: un’attività che continua a operare senza una nuova gara, con un danno economico per il Comune e un’ingiustizia per chi rispetta le regole.
Spostamenti, favori e ampliamenti sospetti
Il chiosco – nato come semplice punto vendita – è stato spostato dalla posizione originaria grazie a documenti e autorizzazioni considerate “dubbie”. Con il tempo ha ottenuto la possibilità di ampliare il suolo pubblico fino a 30 mq, misura concessa solo ai chioschi del Lido, che ne ha fatto crescere enormemente il valore. Nonostante ciò, i gestori hanno persino presentato ricorsi per ottenere ulteriori spazi.
Oltre i limiti di legge
Secondo la denuncia, il chiosco occuperebbe in realtà molto più dei 30 mq consentiti. Inoltre, la concessione – che dovrebbe essere stagionale – verrebbe pagata con tariffa annuale, ben più bassa, con un mancato incasso per le casse comunali che, negli anni, ammonterebbe a decine di migliaia di euro.
Il “colmo dei colmi”: oltre 100 metri di suolo
Un provvedimento del SUAPE avrebbe autorizzato ulteriori 70 mq “per eventi”, in contrasto con il regolamento comunale. In questo modo, l’attività disporrebbe di oltre 100 mq, alterando gli equilibri di mercato e creando un precedente pericoloso.
Documenti inviati alle autorità
Il materiale raccolto è stato trasmesso a membri del Consiglio comunale, al sindaco, alla giunta, al comandante della polizia locale e ora anche alla Procura della Repubblica e all’Autorità Nazionale Anticorruzione. Perelli sottolinea che, finora, l’unica risposta è stato un silenzio imbarazzante.
Un appello ai cittadini e agli imprenditori
Nella sua conclusione, l’autore della denuncia invita imprenditori seri, comitati e associazioni a unirsi per chiedere trasparenza e nuove regole. Propone di revocare la concessione al Maracaibo, recuperare i mancati introiti e indire un nuovo bando pubblico.
Il bavaglio e il silenzio dell’informazione locale
In questo clima di polemiche e silenzi istituzionali, non aiuta il comportamento di chi dovrebbe garantire spazio al libero confronto. La pagina Facebook “SOS ALGHERO – LA PAROLA AGLI ALGHERESI”, che dovrebbe dare voce ai cittadini, ha invece deciso di mettere il bavaglio, oscurando e censurando i contenuti scomodi. Un atteggiamento grave, che non solo limita il dibattito pubblico, ma tradisce anche il principio stesso su cui la pagina dice di fondarsi: essere uno spazio di libera espressione.
Punti chiave della vicenda
- La concessione del chiosco Maracaibo sarebbe scaduta e prorogata con tacito assenso.
- Ci sarebbero stati trasferimenti di gestione illegittimi.
- L’attività occuperebbe più dei 30 mq previsti e pagherebbe tariffe agevolate.
- Un provvedimento SUAPE avrebbe portato lo spazio a oltre 100 mq.
- In città risultano circa 50 concessioni scadute dal 2019.
- Villa Maria Pia è stata l’unica trattata con durezza, alimentando il sospetto di controlli “a due velocità”.
- La documentazione è stata inviata a Comune, Procura e ANAC.
La domanda finale
Perché in questa città non si fanno nuovi bandi, dando a tutti la possibilità di portare avanti il proprio progetto imprenditoriale?