POSTE ITALIANE – DEL FANTE, IL MERCATO E IL TEMPO CI HANNO DATO RAGIONE, ORA LAVORIAMO ALLA FASE 2
L’Amministratore Delegato intervistato dal TG Poste: margine operativo record di 1,6 MLD, quest’anno 5.000 stabilizzazioni e assunzioni, le nostre persone sono tutto
I risultati di Poste Italiane battono le previsioni e confermano la bontà delle scelte degli ultimi 5 anni, è quindi giunto il momento di completare la trasformazione del Gruppo con la fase due – la presentazione del nuovo Piano Strategico, atteso entro fine anno. Matteo Del Fante, Amministratore Delegato, intervistato dal TGPoste subito dopo la presentazione al mercato di numeri record nella prima metà del 2023, ha colto l’occasione per tracciare la rotta di Poste Italiane nel prossimo triennio. “Questa semestrale – ha spiegato il numero uno di Poste Italiane – è l’occasione per fare il punto e guardare da dove siamo partiti: avevamo scelto determinati ambiti di mercato dove vedevamo una crescita e ci siamo posizionati. Il mercato e il tempo ci hanno dato ragione, le nostre scelte strategiche – ha sottolineato – erano corrette. Adesso abbiamo davanti a noi altri tre anni, stiamo già lavorando da due mesi intensamente al prossimo piano, che sarà la fase due del piano Deliver 2022” presentato nel 2018.
Del Fante ha spiegato quali sono i punti di forza della solidità dei risultati conseguiti – un margine operativo record di 1,6 miliardi su un fatturato di oltre 6 miliardi di euro – e sui quali intende incardinare la strategia futura. In primo luogo, ha detto, “ci siamo posizionati nel mercato dei pacchi dove continuiamo a crescere in un ambiente molto competitivo. Il secondo ambito è stato quello dei pagamenti digitali: siamo diventati il più grande operatore del Paese, pensate che quasi il 40% dei pagamenti online in Italia viene effettuato con una Postepay. Inoltre – ha aggiunto Del Fante – con i servizi finanziari abbiamo ribadito la stabilità, la sicurezza e l’affidabilità storica di Poste Italiane, potenziando l’offerta assicurativa e lavorando con CDP sul risparmio postale”.
Infine, l’Amministratore Delegato di Poste Italiane ha voluto ringraziare i dipendenti per i successi acquisiti: “Quest’anno sono oltre 5.000 le persone che si sono unite a Poste Italiane con contratti a tempo indeterminato. I nostri quasi 120.000 dipendenti sono tutto per noi. I manager possono tracciare la strada, ma i risultati arrivano solo grazie alla partecipazione dei nostri colleghi, che hanno l’orgoglio nel fare bene il proprio lavoro. È merito loro – ha scandito – se abbiamo superato i nostri obiettivi”.
Solo 633 imprese sarde hanno venduto i propri prodotti all’estero
EXPORT – Solo 633 imprese sarde hanno venduto i propri prodotti
all’estero, lo 0,6% di tutte le attività. 2,5miliardi di euro di
business: 331 milioni arrivano dalle piccole e medie aziende. Maria
Amelia Lai (Presidente Confartigianato Sardegna): “Ancora troppo pochi
gli imprenditori che puntano sui mercati esteri: necessari nuovi bandi
export della Regione. Pronti a studiare nuove strategie e di
sviluppo”.
Sono solo 633 le aziende sarde che, nel primo semestre del 2021, hanno
piazzato i propri prodotti all’estero. Infatti, appena lo 0,6% delle
attività imprenditoriali isolane ha intrapreso rapporti commerciali
con l’Europa e il resto del Mondo, vendendo beni per un controvalore
di 2miliardi e 500milioni di euro, classificando la Sardegna al
quart’ultimo posto in Italia tra le regioni esportatrici.
Sono questi i dati sull’Isola relativi alla graduatoria dell’export
regionale, rielaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese
Sardegna, contenuti nell’indagine del Centro studi
Tagliacarne/Unioncamere, diffusa in occasione dell’incontro “Il
digitale a supporto dell’export”.
“I numeri assoluti, e in percentuale, delle aziende sarde che hanno
intrapreso la via dell’export sono veramente esigui e ci posizionano
in fondo alla classifica – commenta la Presidente di Confartigianato
Imprese Sardegna, Maria Amelia Lai – per questo è necessario che il
sistema imprenditoriale e le Istituzioni lavorino insieme per far
crescere sia le i numeri delle realtà che vogliono puntare sui mercati
esteri e accrescere il proprio giro d’affari”. “Per far ciò, occorre
individuare nuove strategie, e nuove linee di sostegno per supportare
la Sardegna che produce e che ha necessità di nuovi orizzonti–
continua la Presidente – perché non è più sufficiente che l’Isola
abbia solo ottime produzioni e pochi sbocchi: mai come ora è
necessario cercare e trovare gli acquirenti attraverso nuove
iniziative e nuovi programmi di internazionalizzazione”. “Proseguire
questi processi di crescita e difendere il valore del Made in Sardegna
– prosegue la Lai – è il binomio per sostenere le MPI isolane. In un
mondo in cui i rischi aumentano è fondamentale non arrendersi e andare
a intercettare la crescita, continuando a investire su ciò che da
sempre sappiamo fare bene: esportare e internazionalizzarci. Noi siamo
pronti a fare la nostra parte al fianco delle imprese, soprattutto le
più piccole”.
“Le attività imprenditoriali hanno sempre più “fame” di iniziative
sull’export – sottolinea il Segretario Regionale, Daniele Serra – e
quindi è da apprezzare lo sforzo che ogni singola azienda sta facendo
anche sul fronte della formazione. Per affacciarsi sui mercati esteri,
infatti occorrono competenze che non tutte le realtà hanno. Speriamo
che, passato questo brutto momento di emergenza, con la Regione si
possano riprogrammare le attività formative e proporre nuovi bandi
sull’internazionalizzazione”.
Tra le imprese esportatrici troviamo sia quelle produttrici di
prodotti derivati dalla raffinazione del greggio, quelle
dell’industria pesante, della caseificazione ma anche le piccole e
medie imprese.
Sono proprio queste ultime che, solo pochi mesi fa fecero brillare
l’export delle PMI della Sardegna; infatti, nel primo semestre 2021,
registrarono la miglior performance di crescita tra tutte le regioni
italiane, superiore anche a quella di Lombardia e Veneto. Con un
controvalore di 331 milioni di euro di beni piazzati all’estero e una
crescita del +41,7% sul 2020 e del 62,2% sul 2019, la nostra regione
risultò, tra gennaio e giugno di quest’anno, la prima in Italia per
incremento delle esportazioni prodotti dalle piccole imprese. Tra le
categorie di beni che fecero registrare un maggior incremento di
vendita rispetto al 2019, ci furono i prodotti metalliferi (+108%) per
un controvalore di vendita di 234 milioni di euro e gli alimentari
(+14,5%) e un controvalore di 77 milioni di euro. Al contrario, tra i
settori in calo, furono i mobili (-43% rispetto al 2019) e il legno
(-25%).
Tra le province, sempre nel primo trimestre 2021, e sempre realizzati
dalle piccole e medie attività produttive, su Cagliari hanno varcato
il mare prodotti per un valore di 172milioni (11 di prodotti
alimentari e 156 di prodotti metalliferi), con un incremento del +37%
rispetto al 2020 e del 65% rispetto al 2019. Dal Sud Sardegna sono
partiti 65 milioni di euro di prodotti (56 metallo e 5 alimentari) con
incremento del 46% sul 2020 e 143% sul 2019. Dal Nord Sardegna sono
partiti 54 milioni di euro di beni (40milioni di alimentari e 9 di
prodotti del legno) con +49% sul 2020 e +7% sul 2019. Da Nuoro sono
stati piazzati 23milioni di euro di beni (17 metalliferi e 4
alimentari) con un +72% sul 2020 e + 144% sul 2019. Chiude Oristano
con 17 milioni di beni piazzati, la quasi totalità sono prodotti
alimentari, con un incremento del 18% sul 2020 e 20% sul 2019.
La graduatoria Centro studi Tagliacarne/Unioncamere dice anche come
Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna siano le regine dell’export
italiano: vantano infatti più della metà delle imprese esportatrici
tricolore e complessivamente il valore delle loro vendite all’estero è
pari al 55% del totale Italia. Solo la Campania, tra le regioni
meridionali, tallona il gruppo di testa guidato dal Nord e dal Centro,
andando a posizionarsi al 6° per numero di imprese esportatrici e
all’8° per valore delle vendite estere.
Va alla Lombardia anche il primato per maggior numero di imprese che
esportano: 37.740, pari al 30,6% del totale nazionale. A seguire il
Veneto con oltre 16 mila aziende (13,1%) e l’Emilia Romagna con più 12
mila (10%). In termini di valore di merce esportata, alle spalle della
Lombardia (con più di 65,7 miliardi di euro nel primo semestre 2021,
pari al 26,6% del totale nazionale), l’Emilia Romagna (con 35,2
miliardi; 14,3%) “ruba” il posto al Veneto (33,9 miliardi; 13,8%). Il
minor numero di imprese che vendono all’estero si trova invece in
Valle d’Aosta, Molise e la Basilicata, mentre in termini di valore
dell’export l’ultimo posto è occupato dalla Calabria, preceduta dalla
Valle d’Aosta, dal Molise e, al quart’ultimo posto, dalla Sardegna.
Considerando invece l’incidenza delle imprese esportatrici sul totale
regionale la classifica cambia leggermente: ai primi posti si
collocano comunque Lombardia (4,8%) e Veneto (4,3%), seguite però
dalla Toscana (3,9%) e dalle Marche (3,6%).
WWW.CONFARTIGIANATOSARDEGNA.IT
Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna
COLDIRETTI NU – OG. 3 PASTORI SU 10 NON HANNO POTUTO SEGUIRE IL CORSO SUL BENESSERE ANIMALE
Tre pastori su dieci non sono riusciti a concludere il corso online del benessere animale e di questi solo un terzo possono accedere alle piattaforme per recuperare la lezione. E’ quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Nuoro Ogliastra che ieri mattina ha inviato una lettera all’assessorato regionale all’Agricoltura chiedendo di inserire tutti i beneficiari ancora inadempienti nelle liste dei partecipanti al recupero delle lezioni.
Dei circa 10.500 beneficiari della misura 14 del Psr del benessere animale, 3.100 pastori (il 30%) non è riuscito a concludere il primo corso formativo a seguito di problematiche quali: la mancanza di connessione, problematiche con la piattaforma dovuti oltre che alla macchinosità del sistema anche a persone anziane poco avvezze a queste tecnologie ed in quel momento impossibilitate ad avere un opportuno supporto dovuto anche alle limitazioni imposte per il Covid.
“Di questi 3100 allevatori che non hanno seguito il corso – evidenzia il direttore di Coldiretti Nu – Og Alessandro Serra – solo un migliaio sono stati accreditati per i corsi di recupero che sono iniziati ieri, mercoledì”.
“Gli altri 2mila invece, se non recuperati, rischiano di non poter usufruire del premio – afferma il presidente di Coldiretti Nu-Og Leonardo Salis –. Per questo abbiamo scritto all’assessorato all’Agricoltura affinché siano accreditati tutti gli oltre 3mila beneficiari, dando la possibilità di poter espletare gli impegni della misura 14 e poter beneficiare del premio”.
Ufficio stampa Coldiretti
Michele Arbau
CB NORD SARDEGNA. LE PRECIPITAZIONI STRAORDINARIE NON HANNO FATTO ESONDARE I CANALI
CB NORD SARDEGNA. LE PRECIPITAZIONI STRAORDINARIE NON HANNO FATTO ESONDARE I CANALI Fondamentale il lavoro di prevenzione su circa 17,5 km di canali Le straordinarie precipitazioni delle ultime due settimana hanno causato danni e disagi nel mondo agricolo in tutta la Sardegna, con allagamenti dei campi, ed in alcuni casi anche con il dilavamento di quelli coltivati e nei casi estremi la forza dell’acqua si è portata via ponti, strade, recinzioni ed allagato strutture e mezzi agricoli. Il territorio del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna non è stato esentato da queste precipitazioni: solo nell’ultima settimana si sono registrati circa 90 millimetri di pioggia, con il picco domenica di circa 35 millimetri. “Un evento straordinario che ci ha visto immediatamente in prima linea sul campo con il nostro personale e collaborare a stretto contatto con amministrazioni comunali e con tutti gli altri enti e privati che hanno competenza – spiega il presidente del C. B. Nord Sardegna Toni Stangoni -. Le forti piogge hanno messo a dura prova la rete di scolo. Sono state rimosse le ostruzioni in alcune aree, e monitorati gli impianti idrovori. Abbiamo messo in atto tutte le iniziative necessarie per far si che nessun canale esondasse e che le pompe delle due chiaviche fossero in funzione 24 ore su 24. Domenica mattina – evidenzia - i canali si presentavano più bassi di circa 30 centimetri”. Fondamentale per la tenuta dei canali è stato però in particolare il lavoro di manutenzione e prevenzione portato avanti dal Consorzio del Nord Sardegna che in meno di sei mesi ha pulito circa 17.5 km di canali nella Bassa Valle del Coghinas su un totale di 22 km: lavori che non avvenivano da 5 anni ed in alcuni tratti addirittura da 10 anni. “I reticoli idrografici minori però non contengono solo i canali del Consorzio ma vi sono altri enti e privati che hanno la competenza (da codice civile devono lasciare libere le aree demaniali e garantire la pulizia dei canali privati per favorire il deflusso delle acque meteoriche nei canali secondari). “Sicuramente non sono di aiuto a nessuno coloro che anziché mettersi in gioco strumentalizzano anche le calamità naturali per giustificare il proprio, spesso inesistente, operato, con accuse sterili e confutate ancora una volta dai dati oggettivi - sottolinea Stangoni –. Come Consorzio siamo sempre pronti ed in prima linea a collaborare con tutti coloro che potrebbero trarre beneficio dalla nostra struttura, ed in particolar modo per i nostri consorziati, per i quali, stiamo lavorando, non solo nelle emergenze, ma per quanto ci è possibile (visto il breve tempo che ci vede in carica nel Consorzio) anche in attività di prevenzione e programmazione”. Ufficio stampa Cb Nord Sardegna
OLIO EVO. COLDIRETTI SARDEGNA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI HANNO DIMEZZATO LE PRODUZIONI

OLIO EVO. COLDIRETTI SARDEGNA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI HANNO DIMEZZATO LE PRODUZIONI
Per la stagione in corso si stima un – 45% ma l’olio sarà di altissima qualità
Sarà ancora il segno meno a caratterizzare le produzioni di olio Evo in Sardegna che Apos (l’Associazione produttori olivicoli sardi) e Coldiretti Sardegna stimano tra i 45 e i 50 mila quintali, circa il 45 per cento in meno rispetto alle medie annue ordinarie che si aggirano intorno agli 85mila quintali. Un trend a cui ormai ci stiamo abituando a causa soprattutto delle anomalie climatiche ma che sarà accompagnato da una altissima qualità. Questa volta il clima è stato un alleato: il caldo eccessivo è nemico della mosca dell’olivo.
| PRODUZIONE MEDIA | STIMA 2020 | |
| OLIO EVO SARDEGNA | 85.000 Q | 45 – 50.000 Q |
Fonte Coldiretti Sardegna – Apos
“La stagione quest’anno è partita con largo anticipo (il 20 settembre), rispetto alla solita apertura dei frantoi a fine ottobre – spiega l’agronomo di Apos, Nicola Garippa -. Nel fine settimana, con l’apertura di Lanusei, tutti i frantoi saranno in piena attività. Gli eccessi di caldo di questa estate hanno accorciato il ciclo delle piante che poi ristorate dalle abbondanti piogge di inizio autunno sono state portate nelle condizioni ottimali in anticipo. Inoltre – evidenzia – le aziende, anticipano la raccolta perché hanno tecniche di produzione più raffinate e sono sempre più attente alla qualità”.
PRODUZIONI DIMEZZATE. Dopo la catastrofica annata del 2018 (16.610 quintali di olio Evo) dovuta ad una annata di scarica associata ad anomalie climatiche, e la timida ripresa dello scorso anno (43.750 quintali) anche le previsioni per la nuova stagione si presentano di colore rosso: 45 – 50.000 quitali (- 45% circa).
La media produttiva di olio Evo degli ultimi anni si è dimezzata in Sardegna rispetto a quella di 10 anni fa, passando da 85.000 quintali annue (media del quinquennio 2006 – 2010 – fonte Istat) a 45.890 quintali (media tra il 2015 – 2018 – fonte Ismea – Unaprol). Questo è dovuto soprattutto alle numerose calamità che si sono succedute in questi anni: siccità, gelate, vento o troppe e violente piogge. L’olivicoltura è uno dei settori che maggiormente sta pagando gli effetti dei cambiamenti climatici.
L’anno scorso la produzione è stata abbondante al nord Sardegna e disastrosa nel sud. Quest’anno anche il sud sembra recuperare (eccetto Oristano dove le gelate tardive hanno lasciato un pesante segno), mentre nel centro e nord dell’Isola le produzioni tengono pur essendo comunque un’annata di scarica.
| MEDIA 2006 – 2010 | MEDIA 2015 – 2018 | 2019 | |
| PRODUZIONE EVO SARDEGNA | 85.000 | 45.890 | 43.750 |
Elaborazioni Coldiretti Sardegna su dati Istat – Ismea – Unaprol
“Nonostante fortemente condizionata dagli eventi calamitosi che influiscono pesantemente sulle quantità delle produzioni – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – grazie ad aziende agricole sempre più strutturate e aperte all’innovazione cresciamo nella qualità e siamo ai primi posti in Italia e nel mondo come confermano i numerosi riconoscimenti che conquistiamo nei più importanti concorsi e rassegne nazionali e internazionali. Il nostro olio è anche il simbolo della Dieta Mediterranea, classificata come migliore dieta al mondo del 2020 su 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s”.
L’OLIVICOLTURA SARDA IN NUMERI. L’Italia è tra le maggiori produttrici di olio Evo al mondo (315mila quintali in media tra il 2015 e il 2018), per anni è stata al vertice. La Sardegna si posizione al nono posto tra le regioni italiane. Al primo posto, con oltre il 50 per cento della produzione si colloca la Puglia, a seguire Calabria e Sicilia.
La Sardegna conta circa 34mila aziende. La superficie coltivata ad olivo è di oltre 39mila ettari (oltre il 3% di quella italiana) e conta oltre 6 milioni di piante (il 2,8% circa del patrimonio italiano). Circa il 40% dell’olio Evo è prodotto nel nord Sardegna (Sassarese) mentre oltre il 60 per cento delle olive da mensa nel sud Sardegna. Produciamo circa l’1,5 dell’olio Evo italiano anche se siamo terzi nella vendita dell’olio marchiato Dop nella Penisola. La varietà di gran lunga più coltivata è la “Bosana” (circa il 60%) soprattutto nel Nord Sardegna. Hanno rilevanza anche la Semidana nell’Oristanese (ma si sta diffondendo in tutta l’isola), l’Ogliastrina nel Nuorese, la nera di Villacidro nel Monte Linas, la nera di Gonnos e la Tonda di Cagliari nel Campidano e nel Parteolla.
Ufficio stampa Coldiretti Sardegna
Michele Arbau

Solinas emette ordinanza di quarantena per soggetti che hanno avuto contatti con soggeti positivi al coronavirus
Si allega l’ordinanza



