AOU SASSARI – L’influenza sbarca in Sardegna – La parola dell’esperto: c’è ancora tempo per vaccinarsi

L’influenza sbarca in Sardegna

Individuati tre campioni positivi al virus in tre pazienti ricoverati.

SASSARI 9 gennaio 2020 – L’influenza è arrivata in Sardegna e i primi tre campioni positivi al virus influenzale della stagione 2019-2020 sono stati identificati nella prima settimana del nuovo anno dal laboratorio di Virologia Speciale dell’Aou di Sassari. Si tratta di due campioni identificati su due pazienti ricoverati nei reparti dell’Aou di Sassari e uno in un paziente che si trova in una struttura ospedaliera gallurese.

Tutti e tre i campioni – fa sapere il laboratorio di Virologia Speciale – sono risultati positivi per il virus influenzale di tipo A sottotipo “H1N1 pdm09”. Al momento non sono stati identificati campioni positivi per virus influenzale di tipo A sottotipo H3N2, e di tipo B già segnalati a livello nazionale.

Il laboratorio di Virologia Speciale, che fa parte della struttura complessa di Microbiologia e Virologia diretta dal professor Salvatore Rubino, è coordinato dalla professoressa Caterina Serra. Dal 1999, prima con la dottoressa Antonina Dolei, è centro certificato di riferimento per la diagnosi e la sorveglianza dell’influenza nella regione Sardegna e lavora in stretto collegamento con il Centro nazionale Oms influenza.

«In Sardegna – afferma Salvatore Rubino, direttore della Microbiologia e Virologia dell’Aou di Sassari – la stagione influenzale in genere inizia con un certo ritardo rispetto all’andamento nazionale. Sino a ora, a livello nazionale, la stagione influenzale è stata caratterizzata da una moderata circolazione dei virus A/H3N2, A/H1N1 pdm09 e B , come anche riportato nell’ultimo aggiornamento Influnet per sorveglianza virologica. Da noi il picco è atteso tra fine gennaio e metà febbraio».

La raccolta dei campioni da analizzare viene effettuata dai medici sentinella che, distribuiti in tutto il territorio della Sardegna, hanno manifestato la disponibilità alla sorveglianza virologica. A questi si aggiungono i medici delle strutture ospedaliere regionali. Al momento – fanno sapere del laboratorio di Virologia Speciale – la maggioranza dei campioni proviene dai medici dei reparti ospedalieri, principalmente dai reparti di Pediatria, Medicina e Terapia intensiva.

Così come è avvenuto per i tre campioni identificati nel laboratorio dell’Aou e che riguardavano un bambino e due adulti.

«I campioni clinici utilizzati per la ricerca del virus influenzale o dei suoi componenti spiega la professoressa Caterina Serra del laboratorio di Virologia Speciale – sono stati testati con metodiche molecolari per individuare tipo e sottotipo del virus influenzale circolante. I dati ottenuti vengono inviati settimanalmente, per via telematica, al Centro di coordinamento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità per monitorare l’efficacia della campagna vaccinale e la comparsa di eventuali mutazioni virali».

I virus influenzali individuati in Italia

A livello nazionale, i primi due campioni positivi al virus influenzale, uno di tipo A sottotipo “H1N1 pdm09” e uno di tipo B, lineaggio Victoria, sono stati segnalati attraverso il portale InfluNet nella terza settimana di novembre. Nel periodo antecedente l’inizio della sorveglianza virologica (settimana 46/2019), alcuni laboratori di riferimento hanno segnalato casi sporadici di infezione da virus influenzale in Italia. In particolare, sono stati confermati tre casi di influenza: un virus B/Victoria identificato a fine settembre (settimana 39/2019) dall’Azienda ospedaliera universitaria di Parma in una bambina di 6 anni; un virus A (H1N1) pdm09 identificato a metà ottobre (settimana 42/2019) nel reparto di Malattie Infettive dell’ospedale pediatrico Giovanni XXIII di Bari in una bambina di 6 anni; un virus B/Victoria identificato a fine ottobre (settimana 43/2019) all’Irccs “Lazzaro Spallanzani” di Roma in un soggetto di 24 anni, di ritorno dall’estero.

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La parola dell’esperto: c’è ancora tempo per vaccinarsi

Rischi maggiori con le basse temperature, è consigliabile una maggiore prevenzione.

Sassari 9 gennaio 2020 – L’influenza nell’isola è sempre in ritardo rispetto a quanto avviene nel resto della penisola. Se poi si aggiungono anche le buone condizioni meteorologiche, con temperature miti, si spiega perché il picco influenzale tende a spostarsi a febbraio quando, solitamente sono attese basse temperature e, spesso, gelate.

E sono proprio le temperature gli elementi in grado di facilitare la trasmissibilità del virus. «Il rischio è quello del raffreddamento – spiega il professore Paolo Castiglia, della struttura di Direzione Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere dell’Aou di Sassari – che da un lato abbassa le nostre difese immunitarie e ci spinge ad una vita in ambienti confinati dove i contatti interumani sono più efficienti, dall’altro preserva nell’ambiente il virus che una volta eliminato da un soggetto infetto mantiene elevato il suo potere infettante . Ecco perché è ancora consigliabile vaccinarsi».

In Sardegna il livello di malattia è ancora sotto la soglia epidemica. Pertanto, chi non lo avesse già fatto è ancora in tempo per vaccinarsi, ma dovrà prestare maggiore attenzione. «Il vaccino – spiega ancora l’esperto – per essere efficace ha infatti necessità di una finestra di 12 giorni circa. Si dovranno seguire con cura, allora, quelle semplici regole che aiutano a prevenire l’influenza». A esempio, lavarsi le mani spesso con acqua e sapone e utilizzare gel antisettici; evitare luoghi affollati; attenzione al contatto delle mani con naso bocca e occhi che sono facili vie di accesso per il virus; inoltre è raccomandato per chi ha sintomi da raffreddamento, per evitare di contagiare altri, di utilizzare fazzoletti di carta monouso quindi gettarli nel cestino evitando di lasciarli per casa. E ancora, coprire naso e bocca quando si tossisce o si starnutisce; aiutare le difese del proprio organismo con una alimentazione corretta e bilanciata, ricca di frutta e verdura di stagione.

Quest’anno, intanto, il professor Castiglia fa notare come sia stata registrata una maggiore adesione alla vaccinazione degli operatori in ospedale e che, in considerazione del fatto che l’influenza è stata individuata in soggetti ricoverati, è altamente consigliata per evitare la trasmissione nelle strutture nosocomiali.




AOU SASSARI – L’Aou e la Dinamo in campo contro l’influenza

L’Aou e la Dinamo in campo contro l’influenza

Al via la campagna di vaccinazione #iomivaccino per gli operatori sanitari dei presidi ospedalieri aziendali.

Sassari 15 dicembre 2018 – L’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari scende in campo per le vaccinazioni antinfluenzali, con al fianco un testimonial d’eccellenza: la Dinamo Sassari, da sempre sensibile alle problematiche sociali e sanitarie del territorio regionale. A essere interessati dalla vaccinazione sono circa 2000 dipendenti dell’Aou, tra medici, infermieri e altro personale sanitario in prima linea e a contatto con i pazienti. Perché l’obiettivo è quello di “proteggere” tanto gli operatori quanto i degenti. È partita inoltre la campagna di comunicazione “#iomivaccino” che con manifesti, cartelloni, locandine e segnalibri invita il personale ad aderire.

«Il personale sanitario – afferma il direttore sanitario aziendale Nicolò Orrù – rappresenta una popolazione particolarmente esposta al rischio di sviluppare la patologia durante la stagione influenzale e di trasmetterla anche ai pazienti, molti dei quali presentano serie condizioni di base che aumentano il rischio di complicanze. Ecco perché, in linea anche con le disposizioni del piano regionale di prevenzione 2014-2018, stiamo sensibilizzando il nostro personale alla vaccinazione».

Le vaccinazioni sono già iniziate nei giorni scorsi e hanno visto l’impegno di diverse strutture dell’Aou di Sassari: dalla direzione di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere alla direzione medica di presidio dove viene vaccinato il personale, dal medico competente alla Medicina del lavoro.

«Il tema dell’influenza stagionale – afferma il direttore della struttura di Igiene e controllo delle infezioni ospedaliere Paolo Castiglia – rappresenta un importante problema di sanità pubblica. Inoltre è una rilevante fonte di costi diretti e indiretti per l’attuazione delle misure di controllo e la gestione dei casi e di tutte le complicanze che comporta».

Secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), le morti correlabili all’influenza sono valutabili in un range da 250.000 a 500.000 in tutto il mondo (8.000 solo in Italia).

«Ecco perché – conclude Palo Castiglia – il vaccino antinfluenzale è oggi lo strumento di prevenzione più efficace per evitare la malattia influenzale e per ridurre i costi correlati».

«La Dinamo Banco di Sardegna è attenta al territorio e partecipa con entusiasmo alle iniziative di sensibilizzazione che interessano la salute – spiega l’amministratore delegato biancoblu Renato Nicolai –. Lo sport ha il grande potere di trasmettere in maniera incisiva i messaggi sociali e per questa ragione il club è orgoglioso di farsi ambasciatore di questa campagna promossa dall’Aou, nel segno di quel motto che riassume la mission biancoblu “Ca semus prus de unu giogu».

L’attività vaccinale del personale è stata preceduta da una campagna di comunicazione, partita con una indagine conoscitiva, indispensabile per la valutazione dei bisogni formativi, quindi con una serie di incontri.

È stato predisposto materiale divulgativo di supporto, come poster, roll-up, calendari, spille, segnalibri e locandine con i quali si ricorda che:“La Dinamo e l’Aou di Sassari insieme per le vaccinazioni”. Alla campagna è legato l’hashtag “#iomivaccino”.

Il materiale è stato distribuito anche grazie all’impegno degli specializzandi della Scuola di specializzazione in Igiene e Medicina preventiva. Di recente, poi, in un gazebo esposto all’evento “Farmacovigilanza con e per il Cittadino”, organizzato dal Centro regionale di farmacovigilanza della Regione Sardegna all’auditorium del Devilla, gli specializzandi hanno fornito informazioni e consegnato locandine e depliant anche agli studenti, per far comprendere ai giovani l’impegno che il mondo sanitario sta mettendo in campo per l’integrazione ospedale-territorio, anche per la prevenzione.