Inaugurazione del 458° Anno Accademico dell’Università degli Studi di Sassari
Lunedì, 24 Febbraio, è stata celebrata nell’Aula Magna dell’Università di Sassari, l’importante inaugurazione del 458° Anno Accademico, purtroppo senza la presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella a causa di un affaticamento fisico. L’inaugurazione, avvenuta alle 11, è iniziata con un grande tributo della banda della Brigata Sassari che ha suonato l’inno di Mameli, intonato dall’Associazione Coro dell’Università di Sassari.
Viene data la parola al Ministro dell’Università e Ricerca Gaetano Manfredi, portando i saluti calorosi del governo, lieto di partecipare a una cerimonia così importante e sentita. Ha rivolto il primo pensiero alle comunità del Nord Italia, afflitte dall’epidemia del Coronavirus, affrontandola con grande senso di responsabilità e determinazione, affermando che la situazione è perfettamente sotto controllo e che si stanno seguendo tutte le procedure indispensabili per fare in modo che questa emergenza possa essere governata, contenuta e seguita con la massima attenzione. Il sistema universitario, a fronte di questa epidemia, è presente, vigile e fortemente responsabile, con una continua interazione da parte del Ministero dell’Università con il Ministero della Salute, la presidenza del Consiglio e con le regioni interessate. Ciò fa riflettere sull’importanza, il senso e la funzione del sistema universitario, un sistema nazionale che nel rispetto del principio costituzionale deve garantire una formazione di qualità in tutto il paese, indipendentemente dalle aree geografiche. Un principio importante, perché significa essere in grado di dare regole, provvedimenti risorse che consentono all’Università di svolgere il proprio ruolo. Con grande piacere ricorda che l’Università di Sassari è ricca di una grande storia e agisce in un territorio di grandi tradizioni, ma che, come tante aree del Paese soffre di una condizione a contorno che non consente all’Università di poter sviluppare tutta la sua potenzialità. Il periodo presente, è una grande fase di trasformazioni, da un lato della società e dall’altro economica; esse portano con se da un lato timori, in quanto è il cambiamento stesso a portare timore, ma anche speranza che queste nuove prospettive possano dare opportunità e consentire a tutti di superare dei divari accumulati negli ultimi decenni. L’Università in quest’opera gioca un ruolo molto importante, perché oltre che a svolgere la propria funzione di formazione e ricerca (proprio della sua missione fondante), è anche agente di queste due grandi trasformazioni. Trasformazione sociale perché nei territori specialmente più deboli, può far crescere le comunità, creare opportunità, consentire ai giovani di poter raggiungere quelli che sono i loro obiettivi e le loro aspirazioni, ma, in particolar modo, di ricucire lacerazioni laddove si sono create. Trasformazione economica dal momento che, far crescere le comunità significa creare occasioni di sviluppo, opportunità di insediamento industriale, crescita dei servizi e dunque creazione di una nuova economia. Essa è una funzione determinante in una società in profondo mutamento, seguendo principi molto chiari: mantenendo un livello di alta qualità, di competitività, garantendo una formazione eccellente che sia equivalente a quella erogata negli altri Atenei del Paese. Per ciò ha elogiato l’Università asserendo che in questi ultimi anni ha svolto in maniera encomiabile questo ruolo, grazie alla dimostrazione di tutti i dati e indicatori sulla qualità della ricerca sviluppata, della formazione erogata (dandone merito alla Governance dell’Ateneo). Ha rimarcato l’importanza fondamentale tra l’Università e il territorio, in quanto essa trova nel territorio lo sviluppo delle sue funzioni, ricordando però che la dimensione dell’Università è globale, con confronti internazionali, con qualità e di scambi continui. Principio molto importante, giacché, da quando l’Università è nata ha sempre avuto la funzione di ponte di ogni realtà verso la dimensione globale. Ha indirizzato il discorso, assicurando il massimo impegno del governo di non trascurare nessun Ateneo, citando il decreto “mille proroghe” che dovrà essere convertito in legge, ove vi sarà un intervento concreto sui ricercatori, quelli di tipo B che verranno banditi entro l’anno, definendolo il più grande investimento fatto sui ricercatori negli ultimi anni. Opportunità di avanzamento di carriera con 1000 posizioni per passaggio da ricercatore a tempo indeterminato a professore associato. Stanziato inoltre un bando di 400 milioni sull’edilizia universitaria che uscirà nei prossimi giorni. In seguito ha focalizzato l’attenzione, ricordando che solo partendo dal talento dell’organico, dei giovani, dal valore dei ricercatori, il sistema universitario e della ricerca riuscirà a far crescere il paese attraverso l’economia che è basata sulla conoscenza. In conclusione il Ministro ha garantito il massimo impegno del Ministero e del Governo nell’interlocuzione con le Università e le istituzioni locali e regionali che sarà di massimo livello, in modo da garantire la coesione nazionale e lo spirito unitario, un punto di forza per l’Italia e quindi ha lasciato la parola augurando a tutti un buon Anno Accademico.
A seguire del significativo e importante intervento del Ministro, ha preso la parola il Magnifico Rettore Massimo Carpinelli, che prima di pronunciale la tradizionale relazione di inizio anno, ha letto davanti ai presenti il telegramma inviato dal Presidente della Repubblica: “Sono profondamente rammaricato che un’indisposizione conseguente ad un colpo di freddo mi costringa a rinviare l’appuntamento con l’Università di Sassari e a non condividere, come desideravo, l’importante momento dell’Inaugurazione dell’A.A. Tenevo molto a partecipare a questa importante cerimonia e a poter rivolgere un saluto al corpo docente, agli studenti e a tutti coloro che operano nel suo ateneo oltre che ad essere presente in città. Il mio impegno a rendere visita ad Unisassari è ovviamente soltanto rinviato e mi propongo di fissare al più preso, d’intesa con lei, una nuova data. La prego di esprimere a tutti coloro che interverranno il mio rammarico e le mie scuse e a rivolgere da parte mia un augurio di buon anno accademico e un saluto di grande cordialità a tutte le componenti dell’ateneo.”. Dopo di che il rettore ha iniziato la sua relazione salutando calorosamente tutti i presenti e attesta quanto per il presidente Mattarella sia importante la cultura e la formazione dei giovani, e come tale per loro di sprone e incoraggiamento e quanto la lettera inviata sia la dimostrazione della sua vicinanza all’Università e alla città. Quindi ha presentato la dottoressa Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariamento delle Nazioni Unite, presentando l’intervento che sta a cuore all’Università di Sassari, prima come cittadini e in secondo luogo come comunità universitaria in una lezione dal titolo “Rifugiati, la sfida dell’accesso all’istruzione superiore, una grande opportunità per le università italiane.”. E’ intervenuto, nei confronti del Ministro riguardo le criticità di risorse a livello universitario: “Investire nella ricerca e nella formazione dei giovani è, se non l’unica, la migliore risposta alla sfiducia e all’avvezza che hanno stretto in una morsa il nostro Paese negli ultimi anni. Occorre ripartire dalla nostra Carta Costituzionale e impegnarsi collettivamente perché il diritto allo studio sia garantito di fatto, e non solo in teoria a tutti i nostri giovani, soprattutto nei territori più deboli economicamente. Questo è il primo baluardo all’impoverimento culturale e demografico che assediano l’Italia, ma per essere veramente equo ed efficace, deve essere il Paese a farsi carico del diritto allo studio senza gravare sui bilanci dell’Università, come accaduto in questi anni dove gli atenei delle zone più svantaggiate hanno ricevuto un danno doppio.”. Un passaggio importante da sottolineare, tuttavia, nonostante queste difficoltà, a Sassari si è riusciti a arrestare l’emorragia degli iscritti e di fatto ad aumentarne il numero, con il 30 % in più di immatricolati dal inizio del suo mandato, grazie anche a un attento ascolto delle necessità dei ragazzi, delle famiglie e del territorio. Importante sottolineare che l’Università di Sassari consta di 58 corsi di laurea, con laboratori, sale studio e servizi di orientamento. Ha ricordato inoltre, che chi lavora nell’Università gli viene concesso, sia un privilegio, che un preciso dovere: la formazione di giovani, preservando la memoria, trasmettendo il sapere e offrendo un esempio da seguire, combattendo giornalmente contro l’intolleranza e vedendone gli sforzi premiati: ha ricordato infatti l’appuntamento “Friday for Future”, un evento importante che attirerà un numero molto nutrito di ragazzi che si riverserà in città e nell’Ateneo per discutere dei cambiamenti climatici già in atto. Di conseguenza ha stilato il bilancio di fine mandato dei sei anni di rettorato: Istituzione Scuola Superiore di Sardegna, premi di studio ai migliori laureati consegnati durante l’evento “Lauree in Piazza”, scuole di dottorato con 10 corsi e un quarto di dottorandi dall’estero, istituzione di “Ricerca e Reclutamento”, investimento di 3 milioni di fondi per la ricerca (solo lo scorso anno), 1 milione e 100 mila annui messi a disposizione dalla Fondazione di Sardegna, banditi concorsi per 100ricercatori, 140 professori associati; assunti 70 tecnici amministrativi e bibliotecari, 12 milioni di euro dal Banco di Sardegna che hanno contribuito ad accrescere la facoltà di medicina. A conclusione di ciò, ha invitato tutti a riflettere sul ruolo dell’Università in un momento come quello presente, assediato da spinte oscurantiste e retrograde, facendosi forti delle insicurezze e debolezze di molti con la frantumazione di tante piccole isole identitarie del pianeta che si sperava avviato a gran passo sulla strada dell’integrazione al quale si deve rispondere con l’istruzione, l’educazione e l’apertura agli altri, insistendo quanto nel suo mandato si sia impegnato a rendere possibile l’integrazione, non solo come parola, ma attraverso progetti concreti dedicati ai detenuti, rifugiati e studenti con disabilità. “Chiunque abbia il senso della storia, sa che la nostra civiltà è frutto dello scambio e dell’incontro con gli altri.”, una frase importante, dato che in Italia l’apertura e il confronto sono stati alla base di un livello di cultura che non ha mai avuto eguali nel mondo, invitando a coltivare le coscienze e le menti al fine di non sprofondare nella grande desolazione dell’oblio. Conclude con la speranza che il rettore che prenderà il suo posto, sia in grado di affrontare le sfide che lo attenderanno e con l’augurio ai suoi studenti di coltivare sempre il sogno e la voglia di realizzare grandi costruzioni che durino nei secoli come l’antica e gloriosa Università.
Al magistrale intervento del Rettore, ha dato seguito Carlotta Sami, portavoce dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (UNHCR), augurando prima di ogni altra cosa gli auguri di pronta guarigione al presidente della Repubblica e ringraziandolo per essere al loro fianco nella promozione di una società più aperta, inclusiva e fondata nel rispetto dei diritti umani. Ha continuato ringraziando il Rettore e tutto l’organico dell’Università per attuare concretamente l’integrazione sottoscrivendo il manifesto “Università più inclusiva”, proposto e lanciato dall’UNHCR il 31 Ottobre 2019. Ha iniziato l’intervento “Rifugiati, la sfida dell’accesso all’istruzione superiore, una grande opportunità per le università italiane.” partendo dalla nascita dell’UNHCR, il motivo della sua nascita, in quanto nel 1921 la Comunità Internazionale riconobbe che gli spostamenti forzati (conflitti, violenza e violazione dei diritti umani), dovevano essere affrontati nel contesto della cooperazione internazionale e con equa ripartizione delle responsabilità e i principi che la compongono. Dopo questo excursus molto interessante, concentra il discorso sul livello odierno dei rifugiati nel mondo, il più alto mai registrato, concentrando la loro presenza nei paesi con reddito medio basso, dunque l’86 % si stabilisce nei paesi in via di sviluppo. Un altro bilancio pesante è il fatto che nel 2018 le persone costrette a fuggire nel mondo a causa di conflitti, violenze e violazioni dei diritti umani ha raggiunto un nuovo record: quasi 71 milioni di cui la metà sono bambini. In Italia, ad oggi sono presenti 153 mila rifugiati, e gli investimenti per l’integrazione producono una significativa crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL); al contrario una mancata integrazione produce costi sociali che richiedono investimenti per il Welfare molto più elevati. Un passaggio importante è che la via per l’integrazione deve passare necessariamente attraverso l’istruzione. Difatti solo il 3% dei rifugiati a livello mondiale (Rapporto UNHCR Right Education 2023 stilato nel Settembre 2019) è iscritto all’istruzione, contro il 37% della popolazione. Uno degli obiettivi dell’UNHCR è quello di raggiungere il 15% entro il 2030, in quanto l’istruzione è una parte fondamentale del mandato di protezione dell’UNHCR, impegnandosi a promuovere l’inclusione dei rifugiati nelle università, considerandolo prioritario. E’ importante soffermarsi sul progetto, lanciato a Roma il 31 Ottobre del 2019 “Manifesto dell’Università Inclusiva” sottoscritta da circa 40 Università, tra cui quella di Sassari, che si impegnano a sostenere misure di sostegno agli studenti rifugiati e in alcuni casi a garantire uno specifico canale di ingresso in Italia alternativo e sicuro denominato “corridoio universitario”, Esso pone al centro i titolari della protezione internazionale che intendono proseguire il loro percorso di studi e nasce dalla consapevolezza che le esperienze culturali, tecniche e intellettuali maturate dai rifugiati in ogni parte del mondo possono costituire una grande risorsa per l’Italia. Attraverso l’adesione al Manifesto le università concorrono anche alla realizzazione della Terza Missione favorendo la valorizzazione e l’impegno della conoscenza per contribuire allo sviluppo sociale, culturale e economico della società. Nel contesto italiano, viene disciplinato dall’articolo del decreto legislativo n° 151 del 2007 che stabilisce le modalità di studio, per i minori uguali a quelle dei cittadini italiani, per i maggiorenni nei limiti e modi stabiliti per gli stranieri regolarmente soggiornanti. Previsto inoltre, l’accreditamento dei titoli di studio conseguiti all’estero, anche in assenza di certificazione da parte del paese dove è stato conseguito il titolo. I soggetti firmatari del Manifesto vanno a intraprendere una serie di azioni, per quanto riguarda l’informazione, il riconoscimento dei titoli e qualifiche, in termini di borse di studio e dei così detti corridoi umanitari. Queste disposizioni valgono sia per i rifugiati docenti, che per gli studenti e ricercatori. Il Progetto UNICORE (Corridoi Umanitari) mira a facilitare un accesso sicuro di studenti rifugiati per permettere loro di proseguire gli studi in Italia, e quest’anno, grazie a questo progetto, due studenti rifugiati saranno ospiti dell’Università di Sassari. Avviandosi alla conclusione, augura a tutti un buon Anno Accademico a tutti, portando una breve testimonianza video del primo corridoio.
A seguito della significativa e toccante testimonianza del primo corridoio, il rettore ha consegnato alla dottoressa il sigillo storico dell’Università degli studi di Sassari, onorificenza istituita dal rettore per rendere omaggio a personalità di spicco della cultura e della scienza, dandone la lettura: “Io, professore Massimo Carpinelli, rettore dell’Università degli Studi di Sassari, conferisco l’onorificenza alla portavoce dell’UNHCR per il Sud Europa, Dottoressa Carlotta Sami, personalità con uno straordinario valore che con impegno e passione si fa carico di tutelare i diritti degli esuli, esiliati e perseguitati aiutandoli a superare il trauma della guerra e della fuga” seguito dal dono di un mazzo di fiori con il sottofondo di un applauso sentito.
In seguito importanti interventi da parte di Francesco Lugli, 22 anni di Rimini, primo tra gli ammessi alla Scuola Superiore di Sardegna e della dottoressa Michela Patta (classe 1985), la più giovane neoassunta tra i dipendenti dell’ateneo, che con moto di orgoglio raccontano la loro esperienza. In seguito c’è stata la divertente, spiritosa e goliardica allocuzione del Pontefice Massimo dell’associazione Turritana, Lorenzo Granieri, regalando, a fine discorso, delle frittelle essendo nel periodo di Carnevale sotto lo scrosciare degli applausi del pubblico.
A conclusione dell’Inaugurazione, il magnifico rettore ha dichiarato aperto l’Anno Accademico 2019/2020, 458° dalla Fondazione dell’Università degli Studi di Sassari, seguito da un lungo e caloroso applauso.

Tra i presenti all’inaugurazione il Presidente della Regione Christian Solinas, il Presidente del Consiglio Regionale Michele Pais, il Sottosegretario nazionale alla Difesa Giulio Calvisi, il Sottosegretario nazionale allo Sviluppo Economico Alessandra Todde, il Presidente del Consiglio Comunale di Sassari Maurilio Murru, il Sindaco di Alghero Mario Conoci, il Sindaco di Nuoro Andrea Soddu, il presidente della Fondazione di Sardegna Angela Mameli e il Garante degli Studenti Massimo Pintus.
Paola Sperani. 27.02.2020