Altrove Associazione Culturale e Libreria Emmepì di Macomer FORSE ALLA LUNA

“Affermare che un Festival che si chiama Forse alla Luna non sia nato sotto una buona stella è un gioco di parole a cui non avevamo mai pensato.

Eppure noi, in questi anni, con le parole, con tantissime parole ci abbiamo avuto a che fare, da “festival letterario di comunità” quale ci siamo sempre definiti.

Anche con le stelle ci abbiamo sicuramente avuto a che fare, nelle bellissime serate a Tamuli, a parlare di impegno civile con Domenico Iannacone, di antifascismo con Pippo Civati e Francesco Filippi, in quella meravigliosa location “lunare”, che se l’avessimo voluta disegnare come scenografia per la nostra manifestazione, non si sarebbe riusciti a realizzarla così, perfettamente a tema.

Pensiamo anche alle stelle che hanno illuminato lo scorso anno le note di Cristiano Godano a Bolotana, davanti a centinaia di persone, o quel bellissimo e variegatissimo pubblico per età, sotto la luna di Silanus, perché a parlare di giustizia, di diritti, di Costituzione con Gherardo Colombo non c’è una età minima o massima. 

Diciamo allora, con sicurezza, che Forse alla Luna è un festival letterario “diversamente illuminato e protetto” dalle buone stelle, rappresentate da tutti coloro: pubblico, ospiti, operatori e organizzatori, che in questi quattro anni han fatto salti mortali perché il Festival sopravvivesse. 

È successo però che in piena quarta edizione, mentre ci accingevamo a definire la promozione d un appuntamento a cui lavoriamo “da anni”, l’ennesimo appuntamento di parole e pensiero, su un libro che si chiama, pensate un po’, LA SCELTA, la Regione Sardegna settore Beni Librari, questa entità invisibile (nelle manifestazioni) che decide sulle risorse da destinare ai festival come il nostro, linfa imprescindibile per la sua tenuta in vita, decidesse di considerare questo progetto, per l’ennesimo anno, un festival inutile e prescindibile, relegando la manifestazione in una posizione di graduatoria talmente bassa che, a pensare uno scorrimento futuro di graduatoria, servirebbero i fondi di tre annualità per finanziare anche noi. 

E sì che (anche) stavolta avevamo messo nomi importanti, anche in progetto, perché LA SCELTA l’ha scritto, per esempio, quel Sigfrido Ranucci che tutti conosciamo per quell’unica parte di TV che ha ancora senso guardare e di cui essere orgogliosi quando si parla di servizio pubblico e che sarà con noi il 24.07.

E sì che da sempre investiamo, come da dettami del bando, in novità editoriali e abbiamo anche la fortuna di ospitare vincitrici e vincitori di premi importantissimi, per il mondo letterario, come il Campiello (eh si, brutto spoilerarlo così, ma sarà nostra ospite a settembre anche Benedetta Tobagi), o selezionati per le fasi finali dello Strega (ma quanto sono stati interessanti e belli gli incontri con Valentina Mira e Rossella Scarponi?). 

Contenuti: si ritiene per logica che in un Festival Letterario siano fondamentali e costituiscano l’ossatura del Festival, parrebbe invece non sia così. 

Ah, ok, si tratta sicuramente di evitare di realizzare il festival nei grandi centri dell’isola, troppo facile concentrare il progetto nelle due grandi città, dove tutti passano prima o poi nei tour promozionali e dove hanno sede le principali strutture di divulgazione culturale: eh, ma noi, da sempre, concentriamo le nostre attività in un’area ben precisa, tra Macomer, Silanus e Bolotana. Quindi non si tratta manco di dislocazione territoriale. 

Ci siamo: il progetto è fallace perché scritto male, organizzato peggio. Dietro Forse alla Luna ci sono però professionisti che hanno firmato in precedenza progetti ritenuti validissimi e finanziati addirittura nelle loro prime edizioni, quelle cosiddette impossibili da far finanziare. 

Quindi, tutta questa premessa per essere chiari e trasparenti con chi ci ha sempre seguito, per dirvi che sul PERCHÉ abbiamo esaurito le idee, ma sappiamo che oramai c’è solo un COME, urgentissimo, per non buttare all’aria anni di idee, parole, sorrisi, energie mentali ed economiche. 

Siamo qui a chiedere il vostro aiuto, per darci, se intendete, un’altra possibilità, dove in questi anni QUEL CHE È STATO È STATO (per noi e voi) E QUEL CHE È STATO NON È (per la politica), parafrasando una nota canzone e dandovi l’ennesimo spoiler su un altro appuntamento di questa estate.

Noi, da parte nostra, stiamo facendo tutto il possibile con quelle istituzioni locali (avremo la possibilità di dirvi quali) ritengono che Forse alla Luna abbia ancora un senso d’esistere, sia una piccola, imprescindibile, necessità, con l’idea che la citazione che ha generato il nostro nome, sia realmente riferibile a ciascuno di noi/voi:

Nelle città senza mare, chissà a cosa si rivolge la gente per ritrovare il proprio equilibrio? Forse alla Luna”.




ELEZIONI, SORU A MACOMER: LA SARDEGNA DEVE TORNARE A CONTARE, DOPO IL 25 FEBBRAIO L’IMPEGNO CONTINUERÀ A CAGLIARI E SASSARI.

Macomer, 12 gennaio 2024. «Vogliamo partecipare e vincere queste elezioni regionali perché pensiamo che ci sia una situazione confusa e un’offerta politica inaccettabile da entrambe le parti e perché Vogliamo che la Sardegna torni a contare. Non torneremo più indietro, non saremo più sotto la politica italiana: dopo le regionali, ci presenteremo anche alle elezioni di Cagliari e Sassari». L’ha detto Renato Soru oggi a Macomer nel corso dell’incontro “La Sardegna di oggi e di domani”, durante il quale ha risposto alle domande di Paolo Maninchedda e del pubblico in sala.

«Pensiamo – ha detto il candidato della Coalizione sarda – che la Sardegna abbia bisogno d’altro, in questo momento di particolare crisi ma anche di grandi opportunità che dobbiamo cogliere con un progetto, la capacità di governo e la garanzia di fare ciò che diciamo per portare l’isola fuori dall’emergenza e da quel ritardo di sviluppo che sembra una condanna che non riusciremo mai a scrollarci di dosso.»

Soru si è poi soffermato sugli schieramenti in lizza per le prossime elezioni regionali: «Da una parte – ha detto – abbiamo la Destra, che si richiama nei riferimenti, nelle immagini e anche nei gesti, come abbiamo visto qualche giorno fa, al Movimento sociale italiano e ad Alleanza nazionale.
La proposta di Fratelli d’Italia è chiarissima: sappiamo da dove viene e sappiamo dove ci vuole portare.»

«Orgogliosi e forti, come dice Giorgia Meloni dai cartelloni pubblicitari – ha attaccato il candidato – perché ci vogliono deboli e rassegnati: poche settimane fa, il ministro della Difesa Crosetto è venuto a Cagliari a dire che la Sardegna ha la vocazione naturale a fare il poligono militare. Quindi forti e orgogliosi, ma ci vogliono bersaglio. E così forti e orgogliosi che stanno centralizzando tutto a Roma: la gestione delle zone economiche speciali, quella dei fondi di coesione e sviluppo o dei parchi naturali come quelli di La Maddalena o dell’Asinara. A Roma scelgono anche il candidato del centrodestra: in futuro cosa potrà decidere questo ipotetico presidente quando andrà a Roma a confrontarsi con Meloni o con un ministro o col governo. Rappresenterà noi o loro che l’hanno messo là?»

Il tema è analogo e speculare dall’altra parte perché, ha osservato Renato Soru, «c’è una proposta altrettanto inaccettabile: populista, massimalista, giustizialista, antieuropeista, qualche volta terrapiattista, qualche volta con la destra, qualche volta con la sinistra e domani chissà dove, fuori da ogni affidabilità politica , fuori da ogni progetto chiaro. Anche in questo caso, quando sarà il momento, la presidente 5stelle andrà a Roma a rappresentare la Sardegna o chi l’ha voluta in quel ruolo con la complicità del Partito democratico?»

Perciò, dice Renato Soru, «in Sardegna vogliamo tornare a contare: non possiamo tornare all’idea che si decide tutto a Roma. E se ci dicono che è sempre stato così, lo cambiamo: anche perché sta diventando sempre peggio. Quanto è accaduto in questi mesi i partiti degli anni 70 e 80 non l’avrebbero mai accettato, perché avevano un pensiero autonomista. Vogliamo – ha concluso – una libertà che non abbiamo mai avuto e la vogliamo per oggi e per domani: decidere sulla nostra politica, mettere al centro gli interessi e i bisogni della Sardegna per risolvere i problemi del presente e progettare le opportunità del futuro.»

«Non torneremo più indietro ha concluso Soru -: ci presenteremo alle elezioni di Cagliari e Sassari. Come le altre regioni europee con una forte identità e autonomia, la Sardegna deve avere una sua proposta politica non residuale rispetto a Elly Schlein e Giuseppe Conte, a Giorgia Meloni e Matteo Salvini. Noi abbiamo cuore, testa, capacità, forza per rappresentarci da soli, per confrontarci con l’esterno in maniera moderna, istruita e consapevole. In maniera onesta: leale e aperta a tutti quanti, ma veramente mai più sotto nessuno, nemmeno sotto la politica italiana»




Lettera aperta del direttivo AES sulla Mostra del Libro in Sardegna

Simonetta Castia, presidente AES

Sono trascorsi oltre vent’anni dalla nascita della Mostra regionale del libro in Sardegna, vetrina dell’editoria sarda e del libro locale fortemente voluta dall’assessore Pasquale Onida, su impulso dell’Associazione Editori Sardi. Che non sono bastati, tuttavia, per garantire continuità organizzativa, coerenza e rispetto delle regole. A pochi giorni dalla sua inaugurazione, il più importante evento di promozione della lettura e dell’editoria isolana segna il punto più basso della propria storia, quale definitivo percorso a ritroso verso il nulla.

L’Associazione editori sardi si muove a tutela degli interessi della categoria e di centinaia di lavoratori che operano in un settore così importante e così fragile. All’AES, ormai da trentacinque anni, è stata riconosciuta nel tempo la funzione di promuovere e valorizzare l’immagine e la cultura della Sardegna, a livello regionale, in Italia e nel mondo. Nell’AES si riconosce senz’altro un settore che ha subito stoicamente gli effetti del lockdown.

L’associazione e gli editori sardi hanno come riferimento normativo la legge regionale 22 del 1998, che disciplina anche gli interventi di promozione delle opere edite in Sardegna, espressamente rivolti al sostegno dell’editoria locale.

Ebbene, nel corso dell’intera annualità, come AES abbiamo comunicato la necessità di ottenere una risposta in merito ai fondi regionali destinati alla Mostra del libro in Sardegna, anche allo scopo di evitarne l’impiego improprio che l’amministrazione comunale di Macomer si appresta a fare.

Infatti, dopo aver pubblicato una manifestazione di interesse poco propizia alla partecipazione della categoria, nelle modalità e nei termini, dopo aver ignorato il richiamo alla destinazione dei fondi e al fatto che ogni altro uso di queste preziose risorse ottenute senza bando (100mila euro) è improprio sotto il profilo amministrativo e di merito, abbiamo atteso un gesto e un intervento chiarificatore, che non è arrivato.

Cosa resta oggi di questa importante iniziativa di promozione dell’editoria regionale? Niente.

Non certo il diretto coinvolgimento degli editori, in passato attori principali di questo genere di iniziative, ormai relegati al ruolo di comparse incapaci di comprendere la logica perversa che anima le scelte dei promotori.

La situazione appare molto chiara. L’attuale amministrazione comunale continua imperterrita a imboccare una strada senza uscita, ma lo fa impiegando fondi pubblici avuti senza bando, con la pretesa di agire fuori dalle regole e dal dettato normativo.

Nel frattempo, a pochi giorni dalla data individuata per l’inaugurazione della manifestazione (29 novembre 2021), emergono in modo chiaro le informazioni sulla programmazione effettiva dell’evento, un tempo fiore all’occhiello dell’editoria sarda, oggi solo merce di scambio, uno schiaffo in faccia alla dignità di chi opera nel settore, escluso dalle basilari e garbate forme di comune programmazione. E si scopre così che i costi di segreteria organizzativa e gestione degli autori, che ammontano ad almeno alla metà del finanziamento regionale e attribuiti a soggetti prescelti con incarico diretto, hanno come obiettivo la calendarizzazione e gestione della partecipazione di autori prodotti non da imprese editrici isolane, disattendendo chiaramente e alla luce del sole le finalità della legge.

Tutto questo accade mentre, ormai a fine novembre, gli editori librari sardi attendono l’attribuzione degli esigui fondi ordinari alle case editrici, molte delle quali hanno attivamente e coraggiosamente promosso la partecipazione autonoma alla trentatreesima edizione del Salone internazionale del libro di Torino.

Comunichiamo pertanto di dover muoverci a tutela della categoria, perché il caso lo richiede.

Nell’auspicare il pronto intervento della Regione Sardegna, ci auguriamo di non assistere più a fatti del genere, che ci rendono purtroppo vergognosamente unici in Italia, in un momento in cui il Governo sta promuovendo la nascita della nuova legge sul libro, senza fraintendimenti sui ruoli e sul concetto di filiera editoriale.

Il direttivo AES




La denuncia degli Editori sardi: “Annullate la Mostra regionale del libro”

I fondatori della manifestazione totalmente ignorati dal Comune di Macomer e dalla Regione nell’organizzazione della fiera, palesano l’utilizzo improprio del fondi, la mancanza di coordinamento e il paradosso di una data improponibile. Tutte le criticità nella gestione dell’evento di Macomer

 

Un momento della conferenza stampa

SASSARI. Non sono stati sufficienti diciotto anni per portare alla maturità la Mostra regionale del libro. Nonostante l’AES e gli editori sardi abbiano sempre rivendicato a più riprese una condivisione progettuale, quest’anno sono stati totalmente esclusi e ignorati da parte del Comune di Macomer e della Regione.

Pertanto non parteciperanno alla XVIII Mostra regionale del libro in Sardegna e chiedono senza mezzi termini l’annullamento della manifestazione. Un evento che, a detta dei rappresentanti dell’associazione, sarebbe finito in una morsa gestionale totalizzante da parte del Comune di Macomer, tradendo lo stesso spirito per cui era nato. Cioè la promozione dell’editoria dell’isola. Visto che la manifestazione è totalmente finanziata con risorse provenienti dal capitolo dell’editoria sarda.

Se da un lato l’accusa è quella di avere escluso gli Editori sardi, senza alcuna condivisione sui contenuti, sulle date e sulle modalità organizzative, dall’altra, oltre alla marginalizzazione del ruolo delle aziende c’è il biasimo per vedere snaturata un’iniziativa nata nel 2000 da un accordo tra l’assessorato regionale e l’AES, per dare agli stessi editori una vetrina esclusiva e un ruolo di primo piano.

Ma non è tutto. Le date scelte da Regione e Comune di Macomer per l’apertura della Mostra, dal 17 al 20 ottobre, corrispondono paradossalmente a quelle della Fiera internazionale di Francoforte, un evento per il quale la Regione finanzia la partecipazione degli editori come appuntamento irrinunciabile per la promozione della Sardegna attraverso il mondo del libro.

Una coincidenza che ha il sapore della beffa, e impedisce di fatto la presenza a Macomer dei principali protagonisti. A dimostrazione – dicono gli editori – che a fare gola al Comune non sia tanto la manifestazione in se stessa ma il finanziamento che c’è dietro.

Tutte le criticità sono state elencate stamane dalla presidente Simonetta Castia nel corso di una conferenza stampa che alla Camera di commercio di Sassari ha visto la presenza del direttivo AES e di numerosi imprenditori aderenti all’associazione (unica presente e operante in Sardegna e riconosciuta dalla normativa regionale).

La presidente AES, Simonetta Castia

«Solo casualmente siamo venuti a conoscenza di un atto di indirizzo che quest’anno escludeva totalmente l’oggetto della fiera, cioè l’editoria – ha spiegato Castia –. Abbiamo contestato immediatamente questa decisione assunta in maniera formale senza aver ricevuto alcun riscontro. C’è stato un goffo tentativo di finto coinvolgimento, quasi che la nostra presenza attiva non fosse un vincolo per il Comune, che ha assunto abusivamente il ruolo di coordinatore artistico e di proprietario di una fiera che invece è regionale. In Commissione Cultura abbiamo chiesto di esercitare vigilanza perché ritenevamo che ci fossero situazioni poco chiare e chiediamo che si dia seguito alle nostre richieste».

Nella sintesi dell’intervento, se Macomer doveva essere la cornice dell’iniziativa (opportunità che avrebbe potuto pendere su altri centri dell’isola), la sua Amministrazione comunale ha cercato di farla propria assumendo gradualmente ruoli che non gli competevano. Dal 2011 il Comune è diventato un collettore di tutti i fondi, e ha così iniziato a rivendicarne impropriamente anche la titolarità. Le cose sono progressivamente peggiorate dal 2014, fino al tentativo di esclusione totale degli editori da qualsiasi presupposto progettuale.

Dopo aver visto snaturare anno dopo anno l’utilizzo dei finanziamenti sulla promozione dell’editoria garantiti dalla legge 22/98, l’AES ora punta i piedi, come peraltro aveva già fatto nel mese di maggio per il bando regionale sulla partecipazione al Salone del libro di Torino. Un evento clamorosamente caratterizzato dalla partecipazione separata di Editori sardi da un lato e dello stand istituzionale RAS dall’altro.

Tutto questo in un momento di particolare impoverimento per il comparto, che da anni non riceve nessuna attribuzione diretta di finanziamenti per la realizzazione di progetti autogestiti. La somma di 120mila euro stanziati nel 2019 per la promozione del settore, la ricevono i Comuni, che hanno certamente interesse a destinarli a scopi di loro utilità. Però stavolta l’AES non si limita a dire no. Chiede con decisione che la manifestazione di Macomer venga annullata ed è pronta a dimostrare le sue ragioni anche attraverso le vie legali. È chiaro che a queste condizioni gli editori sardi non parteciperanno più ad alcuna manifestazione promossa dalla Regione Sardegna.

 




Viaggio sicuro. Viaggio allacciato a Macomer

E’ iniziato anche a Macomer la penultima tappa del gioco-concorso, Viaggio sicuro. Viaggio allacciato progettato e finanziato dalle carrozzerie riconosciute d’eccellenza da Federcarrozzieri e dunque inserite nel circuito nazionale Mio Carrozziere.
Viaggio sicuro si fonda sul principio di un concorso valorizzante con premialità giornaliera e settimanale finalizzata alla valorizzazione dello sforzo degli allievi concorrenti che si impegnano nel rispetto delle regole. Ai bimbi è affidato l’incarico di provvedere autonomamente alla propria sicurezza ed è conferito dalle autorità, il compito di responsabilizzare ciascun bimbo di vigilare sul rispetto delle regole da parte degli adulti. Bimbi dunque che diventano modello di comportamento in un radicale quanto divertente, per i più piccoli, rovesciamento di ruoli.
Bimbi modelli da imitare nel corretto comportamento a piedi, in bici, in moto ed in auto.
Il progetto conta sulla complicità fattiva  del Comando di Compagnia dei Carabinieri di Macomer e gode dell’accoglienza dell’Amministrazione Comunale. Presente in loco, il coordinatore regionale Mio Carrozziere, Riccardo Deriu.



Ct Macomer vince ad Alghero la semifinale del campionato invernale.

Sfuma l’accesso alla prima serie maschile  per i nostri atleti nel campionato regionale invernale 2018/19, complimenti alla squadra del ct Macomer che vince per 2/1  sui  campi di Maria Pia. Dopo i singolari vinti rispettivamente per il tc Alghero dal nostro Michele Fois per 6/1 6/0 su Scintu , e per il  ct Macomer da Albano contro  Lorenzo Carboni per 5/7 6/4 7/5 (peccato per Lorenzino che conduceva per 5/2 al terzo set), si e’ disputato il doppio decisivo fra gli algheresi Michele Fois e Gabriele Paolini e gli avversari Scintu-Albano.

La partita finale e’ stata molto equilibrata, ma alla fine dopo circa 2 ore di gioco e con qualche rimpianto ha vinto la coppia Macomerese col punteggio di 7/6 5/7 10/4, complimenti a loro che adesso sfideranno in finale domenica prossima  la squadra del tc Decimomannu  per decretare la vincitrice del titolo regionale di seconda serie, applausi comunque per la nostra squadra arrivata alla semifinale ad un passo dalla promozione in prima serie ,un obbiettivo sicuramente alla portata per la prossima stagione.

Nella foto di copertina i nostri atleti Alessandro Pittalis e Lorenzo Carboni.




Lingua sarda, a Macomer l’Is.Be premia Giovanni Fancello, Antonello Bazzu e Lucia Sechi

Straordinaria partecipazione di pubblico alla Biblioteca comunale. 

Il sindaco Succu: “Nel prossimo futuro altre manifestazioni culturali con l’Istituto Bellieni”.

 

MACOMER – 17.12.2018. L’edizione 2018 di “L’ischis ma no l’ischis” a Macomer ha superato di certo le aspettative per gradimento e partecipazione di pubblico, consolidando l’iniziativa organizzata dall’Istituto Camillo Bellieni come un vera e propria grande festa della lingua sarda, una ricorrenza annuale imperdibile. Segno che la sensibilità sul tema cresce ogni anno di più, coinvolgendo sensibilmente le istituzioni, gli appassionati e soprattutto i giovanissimi. E sono stati proprio i bambini di Macomer, preparati dalle attività di animazione dello sportello linguistico, ad dare il via all’evento culturale dell’Is.Be, con un’applauditissima rappresentazione teatrale in lingua sarda.

Nella sala convegni della Biblioteca comunale, la presidente Is.Be Maria Doloretta Lai ha moderato gli interventi della mattinata, tutti rigorosamente in sardo. Il primo è stato quello del sindaco Antonio Onorato Succu, il quale ha espresso notevole apprezzamento per l’ottima riuscita, manifestando la volontà di organizzare nel prossimo futuro, insieme al Bellieni, altre iniziative culturali di spessore, come già avvenuto nei giorni scorsi per il percorso identitario “In sos logos de Angioy”.

Applauditissimi sono stati gli intermezzi musicali proposti dal coro “Sant’Anastàsia” di Buddusò che, dopo l’apertura con il classico “Nanneddu meu”, ha proposto un ricco repertorio di brani.

“La passione per la lingua e la cultura sarda deve emergere dal cuore – ha affermato il direttore scientifico Is.Be, Michele Pinna – e il lavoro dell’operatore linguistico è quello di aiutarci a recuperare questa passione che prima non riuscivamo a riconoscere, ma che già dimorava nella nostra anima”.

La manifestazione rappresenta l’appuntamento conclusivo annuale per gli studenti di tutti i corsi Is.Be, che quest’anno si sono svolti  a Borore, Bortigali, Martis, Macomer, Orotelli, Bari Sardo, Bolotana, Nuoro, Marrubiu, Buddusò e Fonni. I corsisti hanno ricevuto gli attestati di partecipazione dalle mani docenti Daniela Masia Urgu, Lucia Sechi, Francesca Sini, Adriana Cocco, Immacolata Salis e Ivan Marongiu. Un team di operatrici ormai consolidato e altamente professionale.

L’atteso premio “Si moves sa limba, sa limba ti movet”, destinato a personalità che si siano distinte in maniera significativa nella diffusione e nella promozione della lingua sarda, quest’anno è stato triplicato. Il premio per la Promozione della lingua in campo Gastronomico è andato al noto divulgatore Giovanni Fancello, che con la sua attività, come autore e come giornalista, ha permesso di fare apprezzare la grande ricchezza e l’originalità della cultura alimentare dell’isola, una testimonianza di come si possa preservare  il Sardo occupandosi di cose all’apparenza materiali, ma di grande valore identitario.

Per il campo della Poesia il riconoscimento è stato conferito ad Antonello Bazzu, autore di duplice produzione in sardo e sassarese, il cui impegno si è stato rilevante anche come organizzatore culturale nell’associazione “Sinuaria poetarum”, attraverso rassegne e incontri letterari.

Il premio per gli Operatori linguistici è stato assegnato a Lucia Sechi, per essersi distinta nelle attività di sportello e in importanti ricerche che hanno dato vita a numerose pubblicazioni. Il riconoscimento a Lucia Sechi – è stato sottolineato – rappresenta simbolicamente un premio per tutti gli operatori del gruppo, i quali hanno un ruolo fondamentale sia nella diffusione che nella sensibilizzazione all’utilizzo del sardo.

A consegnare le pergamene è stata l’assessora alla Cultura di Macomer, Tiziana Atzori.

“Il pregiudizio è l’unico ostacolo alla padronanza della lingua – ha spiegato l’operatrice Daniela Masia Urgu nella relazione conclusiva –. Il nostro lavoro di operatori si svolge su due livelli, se da un lato c’è la formazione per l’utilizzo corretto dell’idioma nel parlato e nello scritto, dall’altro c’è l’attività di sensibilizzazione per abbattere questi pregiudizi”.




“L’ischis ma no l’ischis”, domenica a Macomer in festa con la lingua sarda

MACOMER. Per la prima volta sbarca in provincia di Nuoro l’appuntamento più atteso dell’anno da corsisti e docenti di lingua sarda dell’Istituto Camillo Bellieni. L’evento culturale “L’ischis ma no l’ischis” si terrà il 16 dicembre alle 10, a Macomer, nei locali della Biblioteca comunale.

Sarà un incontro all’insegna della promozione dell’identità del territorio, che oltre a dare spazio a relazioni, interventi di esperti e appassionati, sarà occasione per ospitare attività artistiche di carattere musicale e teatrale e visite guidate in sardo. Momento clou della manifestazione sarà la consegna degli attestati  di partecipazione ai corsisti di Borore, Bortigali, Martis, Macomer, Orotelli, Bari Sardo, Bolotana, Nuoro, Marrubiu, Buddusò e Fonni.

C’è grande attesa anche per l’assegnazione del premio “Si moves sa limba, sa limba ti movet”, destinato ogni anno a personalità che si siano distinte in maniera significativa, con il proprio impegno, attraverso un progetto interessante e meritevole, alla diffusione e alla promozione della lingua sarda. L’iniziativa promette di essere molto partecipata, forte del successo delle precedenti edizioni svolte a Pozzomaggiore, Ploaghe e Martis.

Il programma. L’apertura dei lavori è prevista per le 10 con i saluti istituzionali del sindaco Antonio Succu e dell’assessora comunale alla Cultura Tiziana Atzori. A coordinare la serie di interventi in programma sarà Maria Doloretta Lai, presidente Is.Be, mentre a toccare gli aspetti più delicati e profondi del problema linguistico in Sardegna sarà il direttore scientifico del Bellieni, Michele Pinna, con una relazione a tema “Traballare cun sa limba est vìvere cun s’ànima pro unu mundu de amore. Fainas e contivìgios de s’annu chi nch’est cumprende”.

Gli attestati saranno quindi consegnati dai docenti Daniela Masia Urgu, Lucia Sechi, Francesca Sini, Adriana Cocco, Immacolata Salis, Ivan Marongiu e Angela Andrea Orani.

Daniela Masia Urgu, che è anche responsabile del Colcs (Coordinamentu operadores limba e cultura sarda), traccerà le conclusioni sugli esiti delle attività annuali con un intervento dal titolo “Aficu mannu, annestru e bona volontade, sa limba chi creschet non timet impèigos”.

Speciale intrattenimento musicale della manifestazione saranno le melodie del coro polifonico “Santa Anastàsia” di Buddusò, mentre i ragazzi di Macomer che hanno seguito le attività di animazione dello sportello linguistico, si esibiranno in un originale intermezzo. Dopo la pausa pranzo, nuovo appuntamento alle 15 al Museo etnografico di Macomer per una interessante visita guidata in sardo a cura di Leonardo Murgia.