Bruno: La Regione vari subito un piano straordinario per il lavoro. Già 26.000 lavoratori in meno in pochi mesi.

Subito un piano straordinario per il lavoro con risorse regionali, statali ed europee. Non perdiamo ulteriore tempo. Un patto tra Regione. Imprese, Enti Locali che assicuri l’occupazione subito in cantieri lavoro con occupazione per almeno un anno e opere pubbliche che garantiscano lavoro.

Lo avevo chiesto quindici giorni fa, all’esito dei primi dati del centro per l’impiego di Alghero. Lo ribadisco ora: 26.000 assunzioni in meno, in due mesi di Covid in Sardegna, 1.655 in meno solo ad Alghero, tra le più colpite, 68 persone su 100 che un anno fa avevano iniziato a lavorare non sono state confermate quest’anno.

In termini assoluti, ci dice l’Aspal, il settore più colpito è di gran lunga quello degli alberghi e ristoranti, infatti la crisi sanitaria ha determinato la chiusura di questa tipologia di attività commerciali e completamente arrestato i flussi turistici. Segue Istruzione, a testimonianza del fatto che la crisi ha ridotto il numero di contratti per le supplenze. Poi, a distanza: Noleggio e servizi alle imprese e Costruzioni. Servizi domestici è l’unico settore in controtendenza (ovverosia in crescita). Questo potrebbe essere dovuto all’emersione del nero: molti lavoratori in nero potrebbero essere stati regolarizzati per consentir loro di spostarsi liberamente per recarsi al lavoro durante il lockdown.

La Regione batta un colpo subito.

29-04-2020

La Redazione.




Mario Bruno su 4 corsie Sassari – Alghero

Confermo la mia opinione: la strada per sbloccare l’iter della Sassari-Alghero è politica, non giudiziaria. Anzi, quella giudiziaria può essere pericolosa, punto di non ritorno. Abbiamo ancora cinque mesi per seguire la via politica, tutti insieme.

Il TAR oggi ha esplicitato l’iter che conosciamo: il ricorso proposto dall’amministrazione regionale avverso il parere negativo di compatibilità ambientale reso dal Ministro per i beni e le attività culturali non costituisce l’atto finale del procedimento, affidato alla competenza del CIPE che, in caso di motivato dissenso del Ministro dell’Ambiente o del Ministro per i beni e le attività culturali, demanda al Consiglio dei Ministri l’adozione del provvedimento di compatibilità ambientale.

Ed è questo ciò che si deve fare: CIPE e Consiglio dei Ministri, unica strada per ribaltare il parere VIA. Dobbiamo farlo entro il 16 settembre 2020, quando il TAR entrerà nel merito.

Lo diciamo da tempo. Ora lo ribadisce il TAR. Più chiari di così?

23-04-2020

La Redazione




Mario Bruno su Maria Pia.

Le rivendicazioni di Forza Italia, sull’iniziativa che ha portato alla sentenza con la quale gli algheresi sono rientrati in possesso di 40 ettari di Maria Pia, mi spingono a ribadire quanto scritto con un semplice post su fb.

Al mio arrivo in Comune nel 2014 ho trovato tante cause aperte nel dossier Maria Pia e molte pratiche incagliate.

Tant’è che abbiamo convocato tutti i legali incaricati, ne abbiamo cambiato diversi, compreso il coordinatore continentale nominato da Tedde che mai – a detta degli intervenuti alla riunione – aveva riunito i colleghi.

Abbiamo intensificato l’azione. Sono state attivate tutte le azioni amministrative e legali utili in tutte le sedi possibili, rafforzate le attenzioni degli uffici, coordinata l’azione degli avvocati incaricati, avviata perfino una procedura di annullamento di errori cartografici del passato. Mi chiedo se tale attività, anche da parte delle forze politiche che hanno avuto responsabilità amministrative e di governo, sia stata svolta in passato con la stessa determinazione, posto che sembra che qualcuna di queste forze si sia svegliata solo ora.

Un contenzioso lungo, quello agli onori della cronaca, con una fase stragiudiziale e un processo già vinto in sede di Tribunale Ordinario nel 2017 dal Comune di Alghero, con l’avvocato Stefania Sanna, algherese, a cui vanno i miei complimenti, e con sentenza confermata ora in appello.

Abbiamo salvato un’altra importante parte del nostro territorio, trasferito al Comune di Alghero dall’Etfas, con atto pubblico del 1970, ora restituito finalmente alla collettività che spero ne abbia cura. Con buona pace di Forza Italia.

22-04-2020

La Redazione.




Crisi economica, Bruno: “Istituire subito ‘Cantieri di lavoro’ con enti locali e imprese”.

I dati forniti da Aspal mostrano già nei primi 45 giorni di coronavirus oltre il 50% in meno di assunzioni rispetto allo scorso anno, colpendo soprattutto i lavoratori 􏰏 a tempo determinato e in modo particolare Alghero, Olbia, Siniscola, Castelsardo e in generale le località turistiche (contratti a termine e stagionali, specialmente nel settore alberghiero, ristorazione, commercio, logistica, pmi del manifatturiero), senza contare la contrazione del sommerso.
Creare perciò subito posti di lavoro nei settori dell’ambiente, della manutenzione e della tutela dei beni culturali e un piano straordinario di opere pubbliche. Estendere le positive esperienze già avviate negli anni scorsi con i ‘Cantieri lavoro’, grazie ad un forte investimento regionale e a un patto con le associazioni di categoria per un piano straordinario di opere pubbliche che accresca l’occupazione. E’ la proposta che avanza l’ex sindaco di Alghero Mario Bruno alla Regione Sardegna.
Occorre creare subito centinaia di posti di lavoro della durata di un anno sul modello Lavoras (ancora interamente da attuare l’annualità 2019 per comuni come Alghero) ma senza nessuna burocrazia che freni l’attivazione dei cantieri: una soluzione concreta per far fronte alle migliaia di disoccupati che sta già provocando l’emergenza Covid-19 in Sardegna. Beneficiari di questa misura dovranno essere i disoccupati sardi. Non è la soluzione a regime, ma nell’immediato i cantieri lavoro – gli amministratori locali lo sanno – aiutano a potenziare e migliorare i servizi pubblici erogati a livello locale e dovranno essere destinati ai settori dell’ambiente, della manutenzione delle strade e dei marciapiedi, alla creazione di parchi e giardini e alla tutela dei beni culturali. Dovranno prevedere una retribuzione di almeno 800 euro mensili, alternativa al reddito di cittadinanza, da sommare agli assegni familiari. I beneficiari sarebbero poi eventualmente assorbiti con l’avvio operativo di opere pubbliche dalle imprese titolari di appalti che Regione ed Enti locali devono avviare, con altrettanto sforzo straordinario da parte della Regione e con un patto da stipulare con le associazioni di categoria.
Uno strumento di emergenza da attivare subito per affrontare la grave crisi economica che emerge dalle stime del dopo Covid-19.

17-04-2020

La Redazione