MEDICI DI BASE, TRUZZU (FDI): “NO ALLE POLEMICHE SUI SOCIAL, L’ASSESSORE BARTOLAZZI VENGA IN COMMISSIONE A PRESENTARE LA SUA PROPOSTA”

COMUNICATO STAMPA

Cagliari, 21 maggio 2024 – “È preoccupante l’aspra polemica tra l’assessore Bartolazzi e il Presidente dell’Ordine dei medici della provincia di Cagliari, che aveva ‘osato’ criticare la proposta di offrire una scuola di specializzazione ai medici disposti ad accettare un incarico come medico di famiglia nell’Isola per alcuni anni, peraltro bocciata anche dai sindacati”. Così Paolo Truzzu, capogruppo di Fratelli d’Italia in Consiglio regionale, ha commentato l’intervento su Facebook (poi cancellato) dell’Assessore regionale della Sanità in risposta a Emilio Montaldo che gli aveva ricordato come “la medicina generale è una cosa seria che non merita di essere svilita con proposte di questo tipo”.

“Non si può che essere d’accordo col responsabile dell’Ordine professionale quando evidenzia che si tratta di un’idea impossibile da realizzare e soprattutto una soluzione che non risolve il problema, ma lo rimanda di qualche anno. Addirittura, contribuendo a peggiorare la situazione. Intanto, nel suo commento social, l’assessore Bartolazzi aveva voluto informarci che sta studiando per risolvere il problema della carenza dei medici di famiglia e che andrà avanti per tentativi, confidando che, prima o poi, qualcosa azzeccherà. L’ottimismo di durare cinque anni certamente non gli manca. Come non gli manca il tempo per guardare la televisione, infatti facendo riferimento ad un noto programma televisivo ha evidenziato che ‘rifiuta il pacco e va avanti’. Il vero pericolo è che il pacco sia lui a rifilarlo ai cittadini sardi, che in tema di sanità aspettano soluzioni vere, non semplici spacconate. Perciò, ho scritto al presidente del Consiglio regionale, Piero Comandini, e alla presidente della VI Commissione, Carla Fundoni, per chiedere l’audizione dell’Assessore della Sanità, così da poter conoscere il suo progetto di selezione dei medici di base. Il Consiglio Regionale e la Commissione competente sono i luoghi istituzionalmente deputati non solo al confronto politico e all’analisi delle proposte, ma anche quelli in cui si determinano le decisioni che impattano sulla vita dei sardi”.

“Comunque, se la presidente Todde dovesse trovare qualche minuto libero tra una nomina e l’altra del ‘superstaff’ (sì, proprio quello fortemente contestato dalla sua maggioranza nella precedente legislatura; per informazioni rivolgersi all’assessore Manca), sarebbe interessante conoscere la sua opinione su queste esternazioni dell’Assessore romano in trasferta”, conclude Truzzu.




Assessore Doria presenta proposte per contrastare la carenza di medici di base in Sardegna e in Italia. Mario Bruno: Atto vuoto

L’Assessore regionale alla Sanità della Sardegna, Carlo Doria, ha presentato al Ministero della Salute due proposte per contrastare la carenza di medici nelle aree svantaggiate al di fuori dei grandi centri urbani. La prima proposta mira ad autorizzare un aumento di circa un terzo dei posti disponibili per i corsi di laurea in Medicina e Chirurgia delle università di Cagliari e Sassari, per almeno tre anni. La seconda proposta suggerisce una negoziazione a livello nazionale per modificare gli attuali parametri utilizzati per individuare gli studi di medicina generale con carenza di medici, da un medico ogni 1.000 abitanti a uno ogni 1.200 nelle aree urbane con popolazione superiore a 20.000, mantenendo l’attuale rapporto per le aree con meno residenti. Doria sostiene che la situazione attuale, caratterizzata da un forte squilibrio tra pensionamenti e nuove assunzioni, ha determinato una carenza di medici di base, soprattutto nelle aree periferiche, lasciando intere popolazioni senza accesso alle cure sanitarie. Se in passato era adeguato l’attuale parametro di un medico ogni 1.000 abitanti, oggi privilegia i grandi centri urbani rispetto alle zone periferiche, che richiedono maggiore attenzione.

La bozza del protocollo d’intesa tra il Presidente della Regione ed il Rettore dall’Università di Sassari, pubblicata dall’assessore regionale della Sanità Carlo Doria a mezzo stampa, è un atto vuoto. È la legge regionale 24/2020 all’articolo 18 comma 3 a dirci che tale protocollo e le relative convenzioni devono essere redatte “anche ai fini del mantenimento dei requisiti e degli standard necessari al mantenimento del DEA di primo livello in capo al Presidio Ospedaliero Civile di Alghero”. Ma quella bozza, sul punto, elude e rimanda ad un accordo fra le aziende, dopo l’approvazione degli atti aziendali. Atti che sono purtroppo già approvati e che prevedono, per esempio, una sola unità di ortopedia in capo all’AOU. Ciò significa che occorre garantire – per mantenere i requisiti del DEA di primo livello – che la struttura universitaria operi formalmente in ortopedia anche per la Asl, altrimenti la mancanza di questa unità specialistica renderebbe il civile solo un ospedale di base. E la norma non verrebbe attuata. Inoltre, il protocollo, per essere efficace, deve dirci dove prende la copertura finanziaria. Cioè con quali risorse ne assicuri l’attuazione, il mantenimento delle unità organizzative e il fabbisogno del personale, pensiamo per esempio all’anestesia che dovrà essere presente come unità organizzativa sia al Marino e al Civile,  o agli altri reparti. Finora, infatti, ad Alghero, è stata la asl a venire incontro con personale e strutture all’AOU. Le soluzioni ora sono due: o si corregge questa bozza riempiendola di contenuti o si cambia la legge, affidando non al Presidente della Regione ed al Rettore, ma ai direttori generali delle aziende l’onere di rispettare la norma, impegnando la relativa spesa. Ma va fatto in fretta, perché il tempo passa. E noi continueremo a vigilare, perché questo è il compito che ci hanno affidato gli elettori.




COVID: CALO DELLE DONAZIONI DI ORGANI, L’ALLARME DEI MEDICI

Sensibilizzare gli operatori sanitari e le famiglie alla cultura della donazione, anche in considerazione del calo degli espianti che si è registrato in epoca Covid. Questo il tema portante del convegno che si è svolto questa mattina all’Hotel Grazia Deledda di Sassari, organizzato dall’ordine dei medici chirurghi e degli odontoiatri della provincia di Sassari e intitolato “Il percorso che conduce dalla donazione al trapianto d’organo”. Moderato da Antonio Demurtas l’evento formativo si è svolto sia in presenza che on line, e da remoto che il presidente dell’Ordine, Nicola Addis ha salutato la platea e dato il via ai lavori che sono proseguiti per tutta la giornata con importanti relazioni su tutti gli aspetti legati ai trapianti, fin dall’identificazione del potenziale donatore. A Sottolineare l’importanza della donazione la dottoressa Paola Murgia, coordinatrice della sezione donazione organi dell’Aou. “ Il trapianto – ha detto la Murgia – è l’unica chance terapeutica per molti pazienti e le liste d’attesa superano le donazioni e questo comporta la morte di molte persone”. In tempi di pandemia le sale operatorie sono state impegnate nelle crisi respiratorie causate dal Covid 19 e questo ha comportato un calo sensibile delle donazioni. “Anche l’allontanamento dei familiari dagli ospedali per evitare i pericoli di contagio – ha proseguito la Murgia – hanno interrotto il dialogo diretto dei medici con i congiunti, aumentando così il diniego all’espianto. Fortunatamente – ha concluso la responsabile dei trapianti dell’Aou – i dati nell’ultimo periodo sulla donazione stanno già migliorando”. Nel corso dei lavori è stato evidenziato da Antonio Demurtas, oltre 300 autorizzazioni agli espinati nel corso della sua lunga carriera, che nessun report mondiale ha mai registrato un risveglio da una morte cerebrale, condizione indispensabile perché si possa autorizzare un espianto, è che non ci sia il benchè minimo dubbio di segno vitale.




A OLIENA NULLA SI MUOVE SUI MEDICI DI BASE. UN’ASSISTENZA E UN DIRITTO ALLA SALUTE NEGATO AL PAESE. RACCOLTE MIGLIAIA DI FIRME TRA I CITTADINI, MENTRE IL SINDACO SCRIVE AL PREFETTO DI NUORO 

Promesse, rassicurazioni, per il momento solo parole che non hanno avuto riscontri. Così a Oliena la situazione sul fronte sempre più delicato dei medici di base rimane esplosiva. Anzi se nei mesi scorsi quando il problema era stato palesato in tutta la sua gravità la gente aveva pazienza e comprensione, ora questi sentimenti rischiano di venire superati. 

Tanto che, il sindaco di Oliena Bastiano Congiu, ha scritto nuovamente al prefetto di Nuoro ha detto in maniera più che esplicita che lui stesso non sa se potrà e a questo punto anche vorrà placare forme di protesta eclatanti e clamorose.

“Continuiamo con convinzione a batterci affinché nella nostra comunità non venga disatteso uno dei diritti fondamentali dell’essere umano: il diritto alla salute- Ho inviato una lettera al Prefetto di Nuoro, e per conoscenza all’Assessore Regionale alla Sanità, al Commissario Straordinario ATS Sardegna e al Commissario Straordinario ASSL Nuoro.

Alla comunicazione sono state allegate circa un migliaio di firme raccolte fisicamente e online da un comitato spontaneo. La raccolta è ancora in corso”, ha detto il primo cittadino.

“Le nostre richieste sono a tutt’oggi disattese. Si tratta oramai di un problema sociale che deve essere risolto. Per questo prosegue senza soluzione di continuità la nostra battaglia in prima linea”.

Le rassicurazioni arrivate al Comune di Oliena che la pubblicazione dei bandi di titolarità delle sedi vacanti era ormai in dirittura d’arrivo, a tutt’oggi sono state disattese.

“Questo preoccupa notevolmente la nostra amministrazione per i risvolti che sta assumendo anche a livello sociale, tant’è che a stento si riesce a contenere i toni della protesta. Per questo ho chiesto al prefetto Luca Rotondi di intervenire con urgenza con l’istituzione di un tavolo di discussione, dove siano presenti possibilmente tutti gli organi istituzionali coinvolti”.




MEDICI ALL’ OSCURO DEL PIANO VACCINAZIONI

COMUNICATO STAMPAMEDICI ALL’OSCURO DEL PIANO VACCINAZIONI NELL’ISOLA
Non è stata fornita alcuna comunicazione ufficiale sul piano di vaccinazione adottato nell’isola, da parte dell’assessorato alla Sanità e dagli enti Enti sanitari preposti.La richiesta formale è stata presentata dal presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari, Nicola Addis, all’Assessore Nieddu, al commissario Ares, Temussi al commissario Assl di Sassari, Sensi, al commissario Assl di Olbia, Logias e ad Antonio Guido, responsabile emergenza pandemica per il Nord Sardegna. 
“Mancano chiare indicazioni – si legge nella lettera di Addis – sulle priorità adottate. sulla disponibilità di vaccini e sulla tempistica delle somministrazioni”
Nella missiva si rinnova la richiesta di informazioni dettagliate su quali categorie sono state vaccinate e su quali saranno vaccinate in seguito. 
“La campagna vaccinale – prosegue Addis – deve essere portata avanti il più rapidamente possibile, senza guerre fratricide . Inoltre – prosegue Addis – I nostri medici pensionati hanno manifestato la loro disponibilità a contribuire alla vaccinazione” .

(In allegato la lettera del Presidente Nicola Addis )




MEDICI DELLA GUARDIA MEDICA SI ERANO LAMENTATI PER NON ESSERE STATI SOTTOPOSTI A VACCINAZIONE ANTICOVID: LA PROCURA INVIA IL NAS PER ACCERTAMENTI

I MILITARI SPECIALIZZATI DEL NAS DI SASSARI, NELL’AMBITO DI INDAGINI DELEGATE DALLA PROCURA SCATURITE DA UN ESPOSTO CON CUI UNA GUARDIA MEDICA, OPERANTE NEL CAPOLUOGO, AVEVA LAMENTATO DI NON ESSERE STATA CONVOCATA PER LA VACCINAZIONE ANTICOVID – HANNO EFFETTUATO UN ACCESSO PRESSO IL SERVIZIO IGIENE E SANITÀ PUBBLICA DELL’A.S.L. SASSARESE, ACCERTANDO CHE IL PREDETTO ERA STATO REGOLARMENTE SOTTOPOSTO AL CITATO VACCINO 2 GIORNI DOPO IL DEPOSITO DELL’ESPOSTO, ANALOGAMENTE AD ALTRI 52 MEDICI DEL MEDESIMO SERVIZIO DI CONTINUITÀ ASSISTENZIALE DI QUEL DISTRETTO SANITARIO.




Il Comune mette a disposizione dei medici di base kit e spazi per i “tamponi veloci”

Il Comune mette a disposizione dei medici di base kit e spazi per i “tamponi veloci”

L’Amministrazione comunale, con lo spirito della più stretta collaborazione con le istituzioni sanitarie del territorio, propone all’Ordine dei Medici la disponibilità per i medici di famiglia dei kit per i tamponi rapidi naso-faringei per lo screening dei casi di positività da Covid-19 e un ulteriore punto di prelievo “drive-in”. È la seconda azione di supporto di questo tipo che il Comune mette in campo in poco tempo, dopo quella avviata la scorsa settimana nei confronti del personale della sanità militare, nel punto di prelievo in via Pirandello. Il sindaco Gian Vittorio Campus ha inviato oggi una lettera all’Ordine dei Medici chirurghi e degli Odontoiatri della provincia di Sassari con la proposta e tutte le indicazioni.

Attraverso la Protezione civile comunale, e con il coordinamento della Comando della Polizia locale, sono dunque messi a disposizione dei medici di base un’attività di screening per i pazienti con l’utilizzo dei tamponi rapidi a lettura a fluorescenza. Sarà sufficiente che il medico si prenoti attraverso i canali che saranno comunicati dalla Protezione civile, indicando i nominativi dei pazienti per i quali si ritiene di dover procedere con il test e il giorno e l’ora in cui vorranno effettuare le prestazioni. Il servizio sarà svolto con il sistema “drive-in” e il medico sarà coadiuvato da personale della Protezione civile per le operazioni di supporto.

L’Amministrazione comunale offre anche un’altra opzione ai medici: la possibilità di ritirare i kit con il tampone rapido per svolgere la prestazione nel loro ambulatorio o a domicilio del paziente, per poi processarli, entro le 24 ore, nel Centro della Protezione civile comunale.

Il sistema di analisi è analogo a quello già messo a disposizione del personale di Casa Serena per le attività di screening rapido, sia tra lo stesso personale sia tra gli ospiti della residenza per anziani. Un’altra azione messa in campo dal Comune già nelle scorse settimane per cercare di fermare e tenere sotto controllo quanto possibile la diffusione del virus.

Grazia Sini
Ufficio stampa
Comune di Sassari



Ordine dei medici : “Impegno di tutti per evitare lockdown”

APPELLO DELL’ ORDINE DEI MEDICI DI SASSARI: LA SITUAZIONE E’ PIU’ GRAVE DI QUANTO SI RITENGA DALLA CLASSIFICAZIONE IN ZONA GIALLA . SI TRATTA DI UNA DECISIONE POLITICA PER EVITARE DANNI ALL’ ECONOMIA, MA LA SALUTE VA MESSA AL PRIMO POSTO.

La situazione sanitaria dovuta alla pandemia da COVID-19, sta assumendo ogni giorno di più caratteri di estrema gravità. Essa è più grave di quanto si creda. La classificazione in Zona Gialla della Sardegna può indurre a sottovalutare il problema sanitario. La decisione del Governo è decisamente di tipo politico per salvaguardare la grave situazione economico sociale. Gli Ospedali del Nord Sardegna, (territorio che ricade nella competenza dell’ Ordine dei Medici di Sassari) sono in una situazione di grave emergenza. Uno dopo l’altro i reparti di degenza vengono convertiti in reparti COVID e le Terapie intensive sono al limite. I dati epidemiologici registrano picchi verso l’alto giorno dopo giorno ed il personale lamenta situazioni difficilmente gestibili e seppur con grande sacrificio, non riesce più a svolgere con serenità il proprio lavoro.

Con l’approssimarsi delle malattie stagionali, il sistema non potrà reggere ancora per molto e, allo stesso tempo, non potrà più esserci un valido supporto da parte della medicina

territoriale.

Vi è il rischio concreto che il sistema sanitario non solo non sia più in grado di farsi

carico dei pazienti Covid, ma nemmeno di assicurare le cure ai cittadini colpiti da altre

patologie, riuscendo con grande sforzo, a garantire solo le terapie salva-vita.

Se vogliamo evitare in extremis un nuovo lockdown totale, (richiesto anche dalla FNOMCEO) con tutte le drammatiche conseguenze economiche, sociali e psicologiche, è indispensabile l’impegno di tutti.

Occorre stabilizzare gli specializzandi degli ultimi due anni impiegati nell’assistenza; potenziare le Usca, in un momento in cui le persone in isolamento domiciliare sono oltre quattrocentomila .La gestione del territorio non può più essere affidata al singolo medico di famiglia: occorre rafforzare le microequipe, investendo risorse per permettere l’assunzione di infermieri e di personale amministrativo di studio, che possano affiancare sin da ora i medici di Medicina Generale. E’ necessario anche che questi ultimi, supportati dall’ ATS e dotati di tutti i più idonei DPI ( Dispositivi di Protezione Individuale) possano dedicarsi al compito assistenziale ed alla diagnosi e terapia precoce dei pazienti, che è fondamentale per prevenirne il ricovero nei reparti COVID. Per questo è importante che vengano sollevati da impegni aggiuntivi, quali l’effettuazione di Vaccini o Test rapidi, che possono essere affidati ai numerosi Medici disoccupati o sotto occupati e che si trovano nel così detto “imbuto formativo”.

Ognuno di noi, per limitare al massimo il rischio di contagio, a fronte di numeri in

preoccupante crescita, deve assumere in prima persona comportamenti anche più restrittivi di quelli imposti da DPCM ed Ordinanze varie. Facciamolo se non per noi stessi, per le persone a cui vogliamo bene.

Nicola Addis

Presidente dell’Ordine dei Medici e degli Odontoiatri della Provincia di Sassari




ASS.MEDICI DIABETOLOGI SARDEGNA-COMUNICATO STAMPA-13-05-2020–I malati di diabete Sardegna chiedono visite ambulatorio

CORONAVIRUS – I malati di diabete della Sardegna chiedono di tornare
alle visite in ambulatorio.  I medici diabetologi: “Noi siamo pronti
ma l’Assessore Nieddu e le Aziende sanitarie ci devono dare le
indicazioni sulle regole”.

Anche per i malati di diabete mellito della Sardegna è iniziata la
“fase 2” ma per loro gli ambulatori rimangono ancora chiusi. Da più di
2 mesi, infatti, l’emergenza Coronavirus ha cancellato centinaia di
visite programmate da tempo.

La denuncia arriva dall’Associazione Medici Diabetologi della
Sardegna, attraverso le parole del Presidente Regionale, Gianfranco
Madau: “Da più di una settimana è iniziata la “fase due” e la domanda
che ci sentiamo rivolgere nelle nostre televisite è “come mai non ci
fate venire negli ambulatori”?. La risposta è che, purtroppo, nulla è
stato modificato nelle disposizioni regionali e aziendali: ambulatori
chiusi, solo urgenze emergenze”. “In queste settimane – continua Madau
– la risposta con la telemedicina ha portato all’applicazione puntuale
del distanziamento per arginare la pandemia ma ora, anche nelle cure
ambulatoriali, è necessario ricominciare con le normali visite in
presenza del paziente, pur proseguendo con le visite in telemedicina
per una parte di essi”.

Per questo motivo, il Direttivo dell’AMD, nelle ultime tre settimane,
ha lavorato per progettare l’organizzazione della fase 2, con una
procedura volta ad armonizzare le esigenze assistenziali con le
necessarie precauzioni. In tale documento, inviato all’Assessore
Nieddu, sono indicati i principi clinici e organizzativi in base ai
quali individuare per ciascun paziente diabetico la migliore tipologia
di accesso alle cure.

“Nell’ assistenza alla persona con diabete nessuno deve restare
indietro – ribadisce Ilaria Pelligra, Consigliera AMD – pena l’aumento
delle complicanze acute e croniche della malattia , in particolar modo
in questo momento in cui i pazienti diabetici risultano ad aumentato
rischio di sviluppare complicanze in seguito a infezione da
SARS-CoV-2”.

“Noi siamo pronti a questo impegno – sottolinea Madau – l’Assessore
Nieddu e le Aziende sanitarie ci devono dare le indicazioni relative
all’avvio e alla tempistica della nuova fase: dalle regole di priorità
degli accessi, alle risorse umane e tecniche per attuarli”.

In ogni caso, queste settimane di lockdown, non hanno fermato il
lavoro degli specialisti diabetologi che hanno proseguito a monitorare
lo stato di salute dei pazienti, svolgendo telefonicamente e
telematicamente i controlli. Attraverso la teleassistenza, infatti, il
team di cura diabetologico ha continuato ad avere un rapporto stretto
con i pazienti, soprattutto nella fasi precedenti alla “televisita”,
nell’ agevolare la preparazione della documentazione clinica
necessaria, con l’invio dei dati, e dando vita a intere sessioni di
“informatizzazione pratica” alle persone o ai loro care giver.

Successivamente, nel corso della chiamata telefonica, hanno continuato
a verificare la situazione clinica, modificando le terapie, compilando
ed inviando il referto con l’indicazione del successivo appuntamento.

Proprio sulle televisite, il direttivo dell’AMD, ricorda come la
richiesta di un riconoscimento di tale prestazione, ampiamente
circostanziato e dettagliato, sia rimasto senza risposta. “Nonostante
le tante lettere inviate all’Assessorato – continuano
dall’Associazione – non abbiamo ricevuto alcun segnale dall’Assessore
Regionale alla Salute neanche sul fatto che lo avesse letto”.
Gli Operatori Diabetologici sono in ascolto delle persone, gli
Amministratori raccoglieranno il loro messaggio?

Per informazioni: Dott. Gianfranco Madau 3405493618




Coronavirus, medici e infermieri di Esercito e Marina nella residenza per anziani “Casa Bonaria” di Torralba .

 

Prosegue senza sosta il lavoro della sanità militare nelle case di riposo per anziani del Nord Sardegna.

Questa mattina un team di medici e infermieri dell’Esercito e della Marina Militare, si è recato a Torralba, in provincia di Sassari, per effettuare un’attività di screening sugli ospiti della casa di riposo “Casa Bonaria”.

I militari, oltre ad aver fornito consulenza sulla gestione organizzativa della struttura, hanno verificato la corretta applicazione delle misure di contenimento adottate per scongiurare ulteriori possibili casi di contagio.

 

Intanto, ieri, i camici bianchi con le stellette sono tornati a Ossi per occuparsi della situazione di “Villa Gardenia”.

Alla luce del quadro clinico che è emerso dopo il sopralluogo di domenica scorsa, i medici dell’Esercito hanno effettuato una serie di prelievi del sangue agli ospiti della struttura.

Dagli esiti delle analisi di laboratorio sarà infatti possibile individuare le terapie da prescrivere caso per caso.

 

Sempre ieri, la task force del Dipartimento Militare di Medicina Legale di Cagliari, guidata dal colonnello Stefano Ciancia e che opera in stretto coordinamento con la Brigata “Sassari”, ha preso parte a un’incontro con i vertici dell’unità di crisi del Nord Sardegna per la gestione del Coronavirus.

Allo studio i futuri interventi dei medici e degli infermieri militari in altre Residenze sanitarie assistenziali dislocate nella provincia di Sassari.

 

7-04-2020, Sassari.

Paola Sperani