Mario Bruno: Aeroporto di Alghero. La misura è colma. Si passi ai fatti.

La misura è colma. Cosa altro dobbiamo attendere per agire concretamente a favore dell’aeroporto di Alghero? Mi sembrano assolutamente insufficienti e inadeguate le reazioni , troppo politicamente corrette, quasi rassegnate e a volte solo burocratiche e poco incisive. Non possiamo permettere che Alghero resti un aeroporto solo stagionale. E il territorio del nord ovest di serie B. Serve una risposta politica immediata e strutturale. Il piano regionale dei trasporti, annunciato dalla Regione, non resti sulla carta. Deve indicare una missione chiara per ciascuno degli scali sardi, sapendo valorizzare le specificità di Alghero, di Olbia e di Cagliari nei settori turistico, business, low cost. Nessuna duplicazione, ma complementarietà per le tre porte d’accesso dell’isola. La Regione – insieme alla Sogeaal e agli enti locali – riprenda ad agire utilizzando le leve del Co-marketing che, in un sistema basato sull’investitore pubblico in un’economia di mercato, consenta di intervenire per incrementare rotte e vettori tutto l’anno, senza incorrere in aiuti di stato. Nessuno lo vieta. Servono fatti. Una reazione più forte e concreta della nostra classe dirigente, per non assistere passivamente al declino di un intero territorio che ha bisogno di uno scalo vivo per tutti i 12 mesi dell’anno, altrimenti il prezzo lo continueremo a pagare caro tutti, non solo i lavoratori aeroportuali a cui va il nostro sostegno fattivo.




Comunicato stampa CC Sassari del 14.11.22 – Misura cautelare per 34 furti a Stintino

IERI I MILITARI DELLA STAZIONE DI STINTINO HANNO DATO ESECUZIONE AD UN’ORDINANZA CAUTELARE DELL’OBBLIGO DI DIMORA NEI CONFRONTI DI UN SASSARESE DI 41 ANNI RITENUTO RESPONSABILE DELLA COMMISSIONE DI 34 FURTI, AVVENUTI ALL’INTERNO DEL COMPLESSO “COUNTRY PARADISE” DELLA CITTADINA COSTIERA. L’ARRESTATO AVREBBE SCARDINATO LE PORTE DI PIÙ DI 30 ABITAZIONI PER SOTTRARRE TELEVISORI, CONDIZIONATORI ED ALTRI ELETTRODOMESTICI, IL TUTTO DURANTE LE FESTIVITÀ DI NATALE DEL 2021. POCHI GIORNI DOPO I FURTI I CARABINIERI DI STINTINO AVEVANO INDIVIDUATO IL COVO DEL LADRO ED A SEGUITO DI UNA PERQUISIZIONE ERANO RIUSCITI A RECUPERARE TUTTA LA REFURTIVA, SEGNALANDO COSÌ IL SASSARESE ALL’AUTORITÀ GIUDIZIARIA, CHE IERI HA APPUNTO EMESSO LA MISURA CAUTELARE A SUO CARICO, IN ATTESA DEL GIUDIZIO: DOVRÀ RISPONDERE DI FURTO IN ABITAZIONE AGGRAVATO E CONTINUATO E RICETTAZIONE.






Mater Olbia premiato ospedale a misura di donna | Cerimonia conferimento bollini Rosa – Fondazione Onda




La Polizia locale esegue una misura cautelare in carcere

Il Nucleo investigativo della Polizia locale ieri, mercoledì, ha eseguito una misura cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari su richiesta del pubblico ministero, nei confronti di un pluripregiudicato sassarese di 29 anni. L’uomo è accusato di avere compiuto a luglio due furti in altrettanti supermercati nella zona di Predda Niedda, oltre a essersi impossessato di un’auto, rubata nel parcheggio di un ristorante.
Secondo quanto ricostruito dagli agenti del Comando di via Carlo Felice durante le indagini, grazie alle immagini della video-sorveglianza e alle testimonianze raccolte, l’uomo a luglio avrebbe sottratto merce per circa 300 euro in un supermercato. La guardia giurata però lo aveva notato e fermato. Dopo una colluttazione, l’uomo era riuscito a fuggire. Gli agenti della Polizia locale, arrivati sul posto, ne avevano perso le tracce quando il pluripregiudicato si era lanciato da un cavalcavia. Poco dopo avrebbe rubato un’auto dal parcheggio di un ristorante, sempre nella zona industriale, e con quella, il giorno dopo, avrebbe compiuto un altro furto in un altro supermercato.
Ieri per lui è arrivata la misura cautelare in carcere.




SPIAGGE A MISURA DI BAMBINO, CASTELSARDO CONQUISTA LA BANDIERA VERDE 2021 La cerimonia nazionale, a cura dell’Unione Pediatri Italiani, si è svolta ad Alba Adriatica

SPIAGGE A MISURA DI BAMBINO, CASTELSARDO CONQUISTA LA BANDIERA VERDE 2021

La cerimonia nazionale, a cura dell’Unione Pediatri Italiani, si è svolta ad Alba Adriatica

CASTELSARDO – C’è anche Castelsardo, con la spiaggia “Sacro Cuore/Ampurias”, tra le località di tutta Italia ad aver ottenuto, la Bandiera Verde, il riconoscimento internazionale assegnato da un campione di pediatri ai Comuni in cui sono presenti spiagge a misura di bambino, con la cerimonia di consegna si è svolta lo scorso sabato ad Alba Adriatica, in Abruzzo.

La Bandiera Verde indica una località marina con caratteristiche adatte ai bambini, selezionata attraverso un’indagine condotta fra un campione di pediatri, assegnate dal 2008, mediante una ricerca ideata e condotta dal Professore Italo Farnetani. 

In tredici anni, con il contributo di 2753 pediatri, sono state selezionate le 148 spiagge adatte ai bambini, di cui 143 spiagge italiane e 5 straniere, in cui sventolerà il sigillo nel 2021. Castelsardo ottiene l’ambito riconoscimento ininterrottamente dal 2012, quando la nuova edizione delle Bandiere Verde ha previsto un criterio diverso rispetto agli anni precedenti: era stato chiesto ai pediatri di scegliere le località adatte ai bambini fra quelle che avessero ottenuto la «Bandiera Blu».

I requisiti necessari sono: la presenza di spiaggia con sabbia, spazio fra gli ombrelloni per giocare, presenza degli assistenti di spiaggia, oltre all’ottima qualità dell’ambiente e delle acque. Per una maggior sicurezza, da quest’anno è pure presente in spiaggia, grazie alla disponibilità dell’ASD Bulli Surf Club un defibrillatore posizionato nella torretta di salvamento, quindi inposizione accessibile e ben visibile a tutti i frequentatori. Per la qualità delle acque e la possibilità di balneazione si fa riferimento a quanto certificato da enti istituzionali e pubblici. Fanno infatti fede le ordinanze dei sindaci e le rilevazioni delle Arpa regionali, ovvero le strutture preposte a tali controlli. Un’attenzione particolare, poi, è data alla composizione della sabbia che deve essere fine e deve digradare dolcemente nel mare, caratterizzata da fondali bassi e acque chiare e pulite.

L’indagine, è svolta da pediatri italiani in regime di volontariato, senza l’intervento di alcuno sponsor. L’obiettivo è quello di aiutare le famiglie a scegliere le località di mare, meta preferita per chi ha bambini, per trascorrere il periodo di vacanza nel modo più idoneo e sicuro, in base alle valutazioni dei pediatri, in modo tale che genitori e figli possano trarre i maggiori vantaggi dalla vacanza, con benefici per la salute e la crescita.

La ricerca ha una valenza scientifica, non  esistono quindi candidature, ma sono i pediatri che possono proporre nuove località a cui assegnare la Bandiera Verde. Ogni pediatra può farlo compilando l’apposito modulo. Quando è stato raggiunto un numero congruo di candidature, verrà sottoposto un nuovo questionario a un campione di pediatri, scegliendo le località che hanno ottenuto il numero maggiore di preferenze, perché hanno la competenza professionale relativa alla salute e alla crescita dei bambini. Hanno partecipato alla ricerca pediatri di tutte le componenti professionali della categoria: universitari, ospedalieri e di famiglia.




Nuove scoperte da “La misura del tempo”: Allineamenti tra i templi a megaron e le fonti sacre


SASSARI. Esiste a quanto pare un collegamento ideale tra i templi a megaron nuragici e le fonti sacre. L’ipotesi è stata avanzata durante il VII convegno di archeoastronomia in Sardegna, “La misura del tempo”, nella relazione dedicata al complesso megalitico di Gremanu a Fonni. L’iniziativa si è svolta nella sala conferenze della Fondazione di Sardegna, accogliendo diversi interventi di fronte a un pubblico numeroso, sempre più affascinato da una disciplina che consente un dialogo tra archeologia e astronomia, regalando talvolta scoperte di assoluto rilievo.
I risultati dello studio sul sito di Gremanu sono stati presentati da Simonetta Castia di Aristeo e Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana. Questa area cultuale, tra le più interessanti dell’età nuragica, è caratterizzata da raffinate e complesse soluzioni architettoniche e di captazione delle acque sorgive situate alle pendici del Passo di Caravai. All’interno sono presenti due principali aree sacrali, funzionalmente distinte. Più in particolare, si è rilevato un perfetto allineamento in direzione Nord-Sud tra i due templi a pianta rettangolare ubicati all’interno del recinto sacro da una parte, e i templi a pozzo, collocati a centottanta metri a Sud, racchiusi da un temenos (recinto) che circonda e delimita anche la fonte sacra e una vasca per le abluzioni rituali.
Una ricostruzione simile, di notevole interesse, è stata fatta anche dall’archeologo Andrea Polcaro riguardo all’analisi di alcuni dolmen studiati durante recenti campagne di scavo in Medio Oriente. Lo studioso ha dimostrato che non tutti gli orientamenti sono legati al ciclo solare, bensì può anche prevalere, in alcune situazioni, una correlazione più forte e urgente con la terra, in significativa sintesi e simbiosi con aree sepolcrali ipogeiche.
Una distinzione tra le diverse tipologie templari è stata chiarita anche da Paola Basoli nell’esposizione sui riti e miti del complesso “Sos Nuratolos” di Alà dei Sardi. L’archeologa ha in particolare ricordato la distinzione fatta da Giovanni Lilliu tra acqua di cielo e acqua di fonte, per identificare le divinità che potevano presiedere i due contesti.
Altro studio condotto in chiave archeoastronomica da Michele Forteleoni di SAT, stavolta insieme all’archeologa Lavinia Foddai, è quello presentato sull’area di Paule S’Ittiri, un esteso villaggio di capanne con area sacra cultuale delimitata da un recinto, situato a breve distanza dal nuraghe Santu Antine. In questo caso sembra affiorare una visione di insieme, ma la lettura resta parziale e provvisoria per mancanza di uno scavo di approfondimento.
Luca Doro ha illustrato i dettagli della straordinaria scoperta nel complesso del nuraghe Palmavera di Alghero: la presenza di una terza torre laterale, forse crollata o smantellata, oppure mai completata. Quella che era solo un’ipotesi, motivata da diversi indizi, è stata verificata quest’estate grazie alle attività di scavo.
Marzia Monaco e Flavio Carnevale dell’Università La Sapienza di Roma, hanno presentato uno studio in merito ai dati archeometrici dell’area di S’Arcu ‘e is Forros, basati sulle misurazioni gps fornite da Aristeo e SAT. L’obiettivo era quello di cercare di rintracciare eventuali misure di lunghezza utilizzate dagli antichi. Sono state registrate misure intermedie rispetto ai “cubiti” storici, e potrà essere interessante verificare se strutture che presentano le stesse unità abbiano anche medesime attribuzioni cronologiche.
Altri due importanti siti archeologici, il complesso nuragico di Sant’Imbenia ad Alghero e la villa romana di Santa Filitica a Sorso, sono stati presi in esame dall’archeologa Elisabetta Garau attraverso “Paesaggi condivisi”. Nonostante le epoche distanti, entrambe le realtà mostrano enormi similitudini con forme di condivisione e dinamiche insediative. Sono due zone costiere aperte e accoglienti, due avamposti del territorio sardo in rapporto commerciale diretto con tutto il Mediterraneo. Lo sviluppo degli ambienti è avvenuto intorno a uno spazio commerciale che fa capo a uno sfruttamento differenziato del territorio, ricco di minerali e risorse alimentari.
Alfredo Rizza dell’Università di Verona ha presentato “Tracce di una Cultura astronomica nell’Anatolia Ittita del II millennio”. La capitale dell’impero Ittita, Hàttusa, è divisa in due settori. Quello nord, dove era situato anche il palazzo reale, sembra orientato verso la levata del solstizio invernale. Nella parte sud, un allineamento interessante sembra essere invece quello della porta dei leoni, che dall’esterno pare connessa con la levata eliaca delle pleiadi, associate a una festa molto importante per gli ittiti.
Gli antichi calendari agricoli sono stati al centro della relazione di Elio Antonello dell’Osservatorio astronomico di Brera, che ha mostrato come, per scrittori classici quali Esiodo, Virgilio e Columella, fare attenzione al calendario per ottenere un buon raccolto fosse importante quanto lavorare sodo. L’aratura e la semina dovevano essere svolte in un arco determinato di tempo all’interno dell’anno. Era importante perciò conoscere le date precise. Pertanto, nei territori a privilegiata vocazione agricola, erano presenti fin dall’antichità dei monumenti preistorici che mostrano caratteristiche solstiziali comuni, che rappresentavano antichi calendari.
È questo il caso dei “Campanari”, grandi rocce forate artificialmente e orientate astronomicamente all’alba del solstizio. Queste strutture, presenti nel territorio a sud di Monte Alto, in provincia di Palermo, sono stati invece esaminati da Alberto Scuderi.
Per l’età medievale Marina de Franceschini ha approfondito uno studio sull’eremo di Sant’Elia, in provincia di Catanzaro, punto d’incontro di antichi simboli in continuità tra cultura pagana e cristiana. L’edificio sacro richiama il nome di Elios, il Sole, e offre straordinari giochi di luce durante il giorno del solstizio.
Gian Nicola Cabizza ha invece proposto una relazione sulle quattro stelle descritte da Dante nel Purgatorio, considerate in un primo momento come una rappresentazione allegorica, e in seguito identificate come Croce del Sud, a partire dall’ipotesi di Amerigo Vespucci. Ne sono scaturiti quattrocento anni di discussione, che porterebbero in definitiva a propendere che quella allegorica non sia solo un’ipotesi.
Un campanello d’allarme è stato lanciato infine da Paolo Colona dell’Accademia delle stelle, a partire dalla lettura dell’Odissea di Omero, sul fatto che la conoscenza del cielo nei secoli sia diventata sempre meno profonda rispetto a quella dei nostri predecessori. “Non è plausibile conoscere appieno il mondo antico senza conoscere l’astronomia – ha sottolineato Colona –. Per questo l’archeoastronomia non può che essere fondamentale nella comprensione dei siti archeologici”.