Flavio Briatore, Ambasciatore di Buona Volontà 2025: Monaco celebra il suo protagonista più visionario

Il riconoscimento ufficiale del Principato di Monaco a un uomo che ha lasciato il segno. L’omaggio del Principe Alberto II, un’intervista esclusiva realizzata da Fausto Farinelli, e una riflessione sincera sul contrasto con l’Italia e la Sardegna.

di Fausto Farinelli

Montecarlo, 4 aprile 2025. Nell’incantevole cornice dell’Empire Room dell’Hôtel de Paris, tra luci soffuse, personalità internazionali e un’atmosfera di autentica celebrazione, si è svolta una delle serate più significative dell’anno per il Principato di Monaco: Flavio Briatore è stato ufficialmente nominato Ambasciatore di Buona Volontà 2025.

Un titolo che va ben oltre la celebrazione simbolica: è il riconoscimento concreto di un percorso fatto di visione imprenditoriale, dedizione e di un legame autentico con il Principato, di cui Briatore è da anni uno degli interpreti più dinamici.


Le parole del Principe Alberto II: un tributo diretto a Briatore

Durante la cerimonia, Sua Altezza Serenissima il Principe Alberto II ha voluto rivolgere personalmente un messaggio sentito e diretto al nuovo Ambasciatore:

“Siamo qui per celebrare quest’uomo straordinario, che è stato un grande amico del Principato per molti anni.
Non serve ripercorrere la sua carriera — che tutti conosciamo — ma voglio ricordare quanto sia stato attivo qui, a Monaco, creando grandi imprese e realtà di intrattenimento di livello.
Flavio, ti ringraziamo sinceramente per tutto ciò che hai fatto: per aver contribuito alla nostra comunità, per aver portato qui persone da ogni parte del mondo, e per averle fatte incontrare.
È con grande piacere che ti conferiamo il titolo di Ambasciatore di Buona Volontà 2025.”

Un tributo pubblico e sentito, che sancisce la stima istituzionale nei confronti di uno dei protagonisti della Monaco contemporanea.


Un riconoscimento che viene dal cuore

“Essere riconosciuto per quello che fai nel Paese in cui vivi è un’emozione fortissima,” racconta Briatore in una lunga intervista esclusiva rilasciata a Fausto Farinelli subito dopo la cerimonia.

“Questo riconoscimento è il segno che il mio impegno, la mia presenza costante nel Principato, sono stati apprezzati.
Sono onorato, e lo dico con sincerità. Non sono uno che si commuove facilmente, ma quella sera… beh, è stato diverso.”

Un’emozione condivisa anche dagli ospiti della serata, che ha avuto uno scopo benefico: raccogliere fondi a favore della fondazione Frankie’s Children, attiva nell’assistenza a bambini vulnerabili tra Monaco e la Francia. Tra i pezzi più apprezzati dell’asta solidale, anche le esclusive creazioni di “couture chocolate” firmate da Briatore.


Monaco, un modello da esportare

Flavio Briatore ha contribuito in modo determinante a definire l’identità moderna di Monaco, soprattutto nell’ambito del food & beverage e dell’intrattenimento di lusso.

“Siamo stati tra i primi a portare brand di prestigio come Cipriani. Poi sono arrivati Nobu, Hyatt, Accor… Gli alberghi sono migliorati, le spiagge valorizzate. Abbiamo creato Rose des Vents, portato Crazy Pizza, Twiga, Billionaire.
Ma soprattutto, abbiamo superato il concetto di ‘stagione’: Monaco oggi funziona 12 mesi l’anno. Questo è costruire valore.”

Un modello d’impresa sostenibile e continuativo, costruito con investimenti reali, visione e capacità di attrarre grandi nomi e nuovi flussi di turismo internazionale.


Il ritorno in Formula 1 e lo sguardo ai giovani

Il 2025 segna anche un altro momento simbolico per Briatore: il ritorno in Formula 1, questa volta alla guida del team Alpine, con l’obiettivo di riportarlo al vertice entro il 2026.

“A Monaco ho imparato che chi lavora bene viene aiutato. Le istituzioni sono presenti, c’è visione e concretezza.
La Formula 1 è il mio primo amore, l’ho vissuta per vent’anni. Ora torno con l’energia giusta e con la consapevolezza che si può fare ancora molto.”

Durante il gala è stato inoltre presentato il Young Ambassador Club, un progetto rivolto ai giovani tra i 16 e i 30 anni per promuovere l’impegno civico e i valori del Principato.

“Ai ragazzi dico: impegnatevi. Imparate a fare turismo, eventi, a costruire cose nuove. Il futuro è loro, ma devono essere pronti.
Monaco ha centinaia di congressi anche nei mesi bassi. C’è organizzazione, c’è un sistema. È questo che dobbiamo insegnare.”


La ferita aperta: la Sardegna che non ha voluto ascoltare

Accanto alla gratitudine per Monaco, c’è anche l’amarezza per una terra che Briatore ha cercato di valorizzare per oltre vent’anni: la Sardegna.

“Per 26 anni abbiamo portato Porto Cervo sotto i riflettori del mondo. Abbiamo creato eventi, posti di lavoro, visibilità internazionale.
Ma lì non interessa a nessuno. Nessun riconoscimento, nessuna visione. Si continua a pensare che la stagione debba durare 25 giorni e poi basta.”

Una critica diretta, ma fondata, che trova eco nella storia. S.A. Karim Aga Khan, padre nobile della Costa Smeralda, visse le stesse difficoltà: ostacolato dalla politica dell’epoca e da settori dell’ambientalismo ideologico, fu costretto ad abbandonare parte dei suoi progetti. Briatore lo ricorda con lucidità.

“In 30 anni non si è capito che bisognava investire nei collegamenti, non nelle cave.
Ancora oggi è difficile arrivare in Sardegna. E la politica non ha fatto nulla per cambiare le cose.
A Monaco chi lavora viene supportato, in Sardegna — e in Italia — è l’opposto.
Quest’anno forse andrò per due o tre giorni, l’ho promesso a mio figlio… ma è finita lì.
Ognuno raccoglie quello che semina.

Una riflessione amara, ma necessaria, su una terra che ha perso l’occasione di evolversi e valorizzare chi, con coraggio, voleva costruire.

Il riconoscimento di un uomo che crea

Flavio Briatore è molto più di un imprenditore: è un creatore di sistemi, un anticipatore, un catalizzatore.
Ovunque arrivi, qualcosa si muove. Qualcosa cambia. E se oggi il Principato di Monaco lo celebra come Ambasciatore di Buona Volontà, è perché riconosce il valore di chi trasforma le idee in azioni, e le azioni in visione.

Un riconoscimento che viene da un Paese che non ha paura di dire: “Grazie. Hai fatto la differenza.”

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Claudio Rotunno al Gran Galà degli imprenditori italiani a Montecarlo: un sardo tra i cento invitati da Forbes e AIIM

L’ambasciatore Giulio Alaimo (a sinistra) con Claudio Rotunno

MONTECARLO. C’era anche l’imprenditore sassarese Claudio Rotunno, unico sardo tra i circa cento selezionatissimi invitati dalla Forbes e da AIIM, al Gran Galà degli imprenditori italiani nel Principato di Monaco, un evento esclusivo che si è svolto nei giorni scorsi tra gli spazi del prestigiosissimo Yacht Club fondato dal Principe Ranieri.

Alla cerimonia ha preso parte il Ceo ed Executive manager della rivista Forbes, Luiz Costa Macambira, e alcune delle figure più influenti nel campo dell’imprenditoria e del jet set internazionale.

Tra i presenti anche Ezio Greggio e il sindaco di Genova, Marco Bucci, premiato per la celerità con la quale sono stati portati a termine i lavori del nuovo viadotto che sostituisce il Ponte Morandi.

Nel corso della serata, organizzata da Forbes di concerto con l’Associazione imprenditori italiani del Principato di Monaco, sono stati ringraziati gli imprenditori italiani che svolgono la propria attività nel territorio monegasco, i quali si sono distinti nel periodo difficile della pandemia, riuscendo a garantire standard elevatissimi.

Tra le personalità di spicco, anche l’ambasciatore italiano a Monaco, Giulio Alaimo, che si è personalmente complimentato con Claudio Rotunno per i lavori realizzati durante il Gran premio di Formula1, contribuendo a dare lustro all’immagine dell’imprenditoria italiana nel mondo, capace di produrre bellezza e rara professionalità.

“L’evento ha rappresentato un’occasione imperdibile per promuovere la nostra isola in un contesto internazionale prestigiosissimo”, ha affermato Rotunno, che ha assunto un po’ il ruolo di ambasciatore delle eccellenze sarde in un ambiente così esclusivo: “Cerco di far conoscere non solo Porto Cervo e la Costa Smeralda, dove attualmente vivo quando rientro in Sardegna – ha specificato – ma anche l’entroterra e i luoghi poco conosciuti, fatti di mille sfumature, che meritano di essere valorizzati e promossi ovunque nel mondo”.




Il Cannonau rosato Nudo di Siddùra vince il Diamante a Monaco

Un diamante per Nudo, il rosè di Siddùra tra i migliori vini del mondo

     

      La cantina di Luogosanto conquista la medaglia più preziosa

nel concorso “International Wines Guide Competition di Monaco

 

    Massimo Ruggero: “La prima volta che un vino sardo raggiunge

        questo straordinario traguardo davanti ai maestri francesi”

 

Un diamante per Nudo. Il vino rosato nato da uve cannonau della cantina Siddùra di Luogosanto è stato l’unico rosé sardo ad aver conquistato la medaglia di diamante al concorso “International Wines Guide Competition di Monaco”. Si tratta della più importante e ambita platea specializzata che seleziona e premia i migliori vini rosati sul mercato. Un riconoscimento importante e prestigioso per la cantina sarda, che è stato assegnato da una commissione di esperti che hanno selezionato, tra i tantissimi vini in concorso, le ambite medaglie di diamante. Un premio attribuito solo a due tra i vini italiani in concorso, che hanno sfidato la grande tradizione del rosé francese.

IL SARDO PROVENZALE. “È la prima volta che un vino sardo taglia questo importante traguardo insieme ai vini dell’Olimpo provenzale, distinguendosi con la conquista di un premio, la medaglia di diamante, di grandissimo livello – sottolinea Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra -. Questo premio regala a Nudo e a tutta la Sardegna la definitiva consacrazione del modello che è stato definito: sardo-provenzale. La qualità di Nudo si coglie da una diversa espressione della qualità di vinificazione, diamante grezzo che nasce da uve cannonau. Siddùradimostra che si possono ottenere dei grandi vini da un grande vitigno autoctono come il Cannonau e in una grande terra come quella della Gallura”.

CARRIERA IN ROSA. Il rosato di Siddùra aveva fatto il suo esordio ufficiale appena due anni fa, nell’edizione del Vinitaly 2018, nell’International wine & spirits exhibition, il più grande salone al mondo per metri quadrati e presenze estere dedicato al settore del vino e dei distillati. La cantina aveva presentato la novità della nuova collezione, il Cannonau rosato “Nudo”. In commercio da pochi giorni, Nudo si era presentato ai consumatori avendo già conquistato due riconoscimenti prestigiosi: l’oro al concorso internazionale di Francoforte e l’argento all’International Guide of Rosè che si svolgeva sempre nel Principato di Monaco. Il cannonau rosè ha completato la linea dei vini della cantina. Nel 2017 Siddùra aveva lanciato sul mercato il passito “Nùali”. Nudo harafforzato la sua offerta con un rosé generato dal vitigno più conosciuto e antico della Sardegna, il cannonau. Le uve provengono da un piccolo campo soleggiato della vallata di Siddùra, affacciato sul mare della Costa Smeralda. L’ultima gemma dell’azienda agricola di Luogosanto è un vino fresco e brillante. Nudo, il cannonau rosé di Siddùra, aveva già conquistato nel 2019 la medaglia di platino al Guide international du Vin Rosé del Principato di Monaco.

LA NUOVA VENDEMMIA. “L’annata 2020 sarà caratterizzata dai continui cambiamenti climatici, questa volta in positivo. Abbiamo avuto le piogge nel momento ideale, le piante sono prosperose e ricche di frutto: pensiamo sarà un buon raccolto – spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato della cantina gallurese -. Il tempo poi ci sta assistendo grazie ad escursioni termiche ideali, perché durante la notte le temperature stanno scendendo e questo avrà la sua influenza soprattutto sotto l’aspetto aromatico e sull’acidità. Probabilmente avremo un’annata con tutte le caratteristiche per dare vita a vini di alta qualità”.

Ottimi presupposti per puntare sempre di più sull’alta qualità dei vini, davanti a un mercato altamente competitivo. “Sarà una vendemmia anticipata rispetto allo scorso anno – conferma Luca Vitaletti, agronomo di Siddùra -. I mesi di maggio e giugno hanno tenuto in termini di temperatura, ma hanno regalato un giusto quantitativo di pioggia che consentirà di mantenere una buona resa a fronte di una giusta concentrazione di zuccherina nei grappoli. A differenza di quello che accadde nel 2017, quando la vendemmia anticipata causò rese più contenute, quella del 2020 consentirà di raccogliere la migliore espressione dalle vigne dislocate su 40 ettari di superficie vitata all’interno della tenuta. Presumibilmente potremmo dover iniziare la raccolta già nel mese di agosto, dopo aver selezionato i grappoli migliori”.

L’azienda cresce ma la filosofia della cantina di Luogosanto non cambia: la cernita delle migliori uve a garanzia di una qualità eccellente è il primo dei passaggi che consegneranno al mercato le nuove annate dei vini Siddùra.