A Villanova Monteleone “Panificazione e utilizzo del lievito madre”

L’iniziativa si svolgerà il 28 maggio in collaborazione con l’Accademia del lievito madre ed è organizzata dalla Proloco nell’ambito delle “Giornate del cibo” di “Chenamos in carrela”

VILLANOVA MONTELEONE. Martedì 28 maggio negli spazi del Ristorante Pizzeria Olimpo, in via Grazia Deledda 51 a Villanova Monteleone, alle 17.30 prende il via una masterclass dedicata a “Panificazione e utilizzo del lievito madre”. L’incontro, realizzato in collaborazione con l’Accademia sarda del Lievito madre presieduta da Antonio Farris, sarà suddiviso in due step.

Il primo riguarda l’approfondimento del percorso che va “Dalle materie prime al pane”, mentre il secondo porterà alla “Analisi sensoriale e degustazione guidata”.

A fine serata sarà allestita una cena con lievito madre a base di pani e pizza per un massimo di quaranta partecipanti.

Il corso fa parte delle “Giornate del cibo” organizzate dalla Proloco e coordinate dall’esperto enogastronomo Tommaso Sussarello, inserite nella più ampia attività del progetto “Chenamos in carrela” che, dallo scorso anno, intende valorizzare le eccellenze del vasto territorio dell’Unione dei Comuni del Villanova.

Il progetto rientra nella linea d’azione “Realizzazione di iniziative per la tutela e valorizzazione del patrimonio della cultura immateriale – Progetto Alboergo – Ospitalità diffusa a Villanova Monteleone”, promosso dal Comune e finanziato con i fondi del PNRR.

Tutti gli eventi collegati alla manifestazione sono inseriti nel programma Salude&Trigu della Camera di Commercio di Sassari. Per info e prenotazioni contattare la Proloco di Villanova Monteleone al numero 338 2775286 o all’indirizzo mail [email protected].




URI: SABATO 11 FEBBRAIO FESTA DELLA PANIFICAZIONE

TERMINATO IL CORSO DELL’ACCADEMIA DEL LIEVITO MADRE. I PANI REALIZZATI DAI PARTECIPANTI SARANNO CUCINATI NEL FORNO COMUNALE DI SANTA CADRINA.

Si concluderà sabato 11 febbraio il “Corso sulla Panificazione tradizionale con l’impiego del lievito madre” organizzato dalla ProLoco di Uri in collaborazione con il Comune e l’Accademia Sarda del Lievito Madre.

L’ultima attività dei 25 partecipanti al corso iniziato il 16 gennaio con il professor Antonio Farris, presidente dell’Accademia e ideatore del percorso, sarà strutturata come una festa, la festa della panificazione che si svolgeva ogni settimana nelle comunità che si riunivano attorno al forno comunale.

La partecipazione ai cinque incontri è stata costante ed entusiasta, i partecipanti hanno avuto modo di recuperare le radici storiche della panificazione e restituire alla memoria moderna le antiche tecniche di preparazione dell’alimento centrale della cultura sarda.

Appuntamento alle ore 9:30 del mattino con la preparazione della Madre (il lievito necessario alla panificazione) che sarà utilizzata per dar vita ai pani che ogni partecipante dovrà realizzare. I pani verranno successivamente cotti, a fine mattinata, nel forno a legna comunale di Santa Cadrina, valorizzato grazie al lavoro della Pro Loco. Durante il tempo necessario alla lievitazione, la ProLoco ha organizzato una visita guidata all’Antico Mulino della Farina.

Alla festa della panificazione parteciperanno i docenti dell’Accademia Sarda del Lievito Madre, la ProLoco di Uri e la rappresentanza della giunta comunale.

“Il corso sulla panificazione ha permesso di far emergere la ricchezza delle nostre tradizioni. L’uso del forno comunale sarà l’importante passo per riunirci come comunità di fronte alla nostra memoria. Un anticipo di quella che sarà la Sagra 2023!”, annunciano dalla Pro Loco di Uri.




Panificazione con l’uso del lievito madre, importante accordo di collaborazione tra il Parco di Porto Conte e l’Accademia del Lievito Madre

Importante accordo tra l’Azienda Speciale Parco di Porto Conte e l’Accademia del Lievito Madre finalizzato allo studio, valorizzazione, promozione e divulgazione della pratica della panificazione con l’uso del lievito madre. Un accordo, firmato dal Presidente del Parco Raimondo Tilloca e dal prof. Antonio Farris, Presidente dell’Accademia, che rappresenta un fatto di grande interesse, in modo particolare per il territorio algherese in quanto l’azione sinergica delle due istituzione ha come obiettivo primario il potenziamento della filiera cerealicola di grano duro del Parco e della Nurra di Alghero e l’utilizzo degli sfarinati per la produzione dei pani tipici algheresi (il Pà Punyat in particolare) con l’impiego del lievito madre (Llevat in algherese). Lievito madre che, oltre a garantire delle ottime fermentazioni, conferisce al pane proprietà nutrizionali e salutistiche che non sono riscontrabili in altri prodotti ottenuti con il lievito di birra. Il Parco di Porto Conte e l’Accademia del lievito madre intendono collaborare per diffondere non solo la pratica della panificazione con l’impiego del Lievito Madre ma anche lo studio e la valorizzazione dei prodotti trasformati, non trascurando gli aspetti storico-culturali, economici dei territori ad essi collegati. A questo proposito la collaborazione si prefigge di sviluppare, in sinergia anche con altri Enti, Comune, Porto Conte Ricerche, panificatori e altri attori della filiera, la promozione di attività che contribuiscano a informare, educare, formare e promuovere il consumo del pane ottenuto con il Lievito Madre, favorendone la conoscenza anche attraverso l’organizzazione di incontri, corsi, commissioni di valutazione.
“Attraverso queste attività si vogliono raggiungere altri due obiettivi di notevole interesse: l’uso della Carta dei Pani tipici di Alghero in tutti i ristoranti cittadini e far riconoscere Alghero, alla pari del vino e dell’olio, Città del Pane”, ha dichiarato il Presidente dell’Accademia del Lievito Madre Antonio Farris.
“Un accordo di grande rilevanza che dà sostanza al progetto già avviato dall’Ente Parco, di valorizzazione, promozione della pratica della panificazione con l’uso, appunto, del lievito madre – commenta il Presidente Tilloca e prosegue – del resto per noi resta centrale il sostegno alle attività produttive del territorio protetto ancora di più nei confronti a quelle tipiche e tradizionali che rappresentano un unicum di estremo valore anche di promozione turistico-ambientale e dunque di creazione di indispensabile ricadute economiche” .




CONFARTIGIANATO SARDEGNA–C.STAMPA–14-05-20–PANIFICAZIONE-CORONAVIRUS-Pane sardo tra emergenza Covid, crisi vendite

CORONAVIRUS-PANIFICAZIONE – Il pane quotidiano sardo tra emergenza
Covid, crisi delle vendite e richieste d’aiuto per liquidità e
sicurezza. Un settore che soffre ma resiste e chiede alla Politica di
non essere abbandonato. I panificatori di Confartigianato: “Ci siamo
stati e ci saremo: non dimenticatevi di noi ora che abbiamo bisogno”.

In queste lunghe settimane di quarantena, loro sono stati tra i pochi
“fortunati” che hanno potuto continuare a lavorare, cuocere e vendere
il frutto del loro impegno: il pane.

Sono i panificatori artigiani della Sardegna, 732 imprese e 3mila
addetti, che anche durante il lockdown, con professionalità e
applicando tutte le norme di sicurezza, hanno fatto arrivare,
quotidianamente, il prodotto fresco sulle tavole dei sardi.

Divisi tra produzione e vendita, in questo periodo hanno
rappresentato una importante figura di riferimento per tutti i
consumatori: la notte lavorando nei laboratori e la mattina vendendo
il pane nei punti vendita o distribuendolo casa per casa. Però anche
questo settore ha sofferto per il calo della domanda, la conseguente
riduzione del giro d’affari e, la necessaria, seppur dolorosa, messa
in cassa integrazione di buona parte del personale.

“In questi ultimi due mesi difficili ci siamo resi conto di quanto
siano importanti le attività di vicinato, di prossimità, come i
panifici o le botteghe – commenta Antonio Matzutzi, Presidente di
Confartigianato Imprese Sardegna – proprio i panificatori, in special
modo, si sono confermati come i soggetti a cui rivolgersi per i beni
di prima necessità, quelli alimentari, dei prodotti freschi da
acquistare senza spostarsi troppo da casa, in modo facile e veloce, in
sicurezza e senza accalcamenti”. “I maestri dell’arte bianca –
continua Matzutzi – hanno dimostrato, inoltre, una forte sensibilità
sociale, continuando a essere un presidio territoriale, a disposizione
di tutta la popolazione, soprattutto delle categorie più
svantaggiate”. “Per tutte queste ragioni dobbiamo ringraziare titolari
e dipendenti – prosegue il Presidente di Confartigianato Sardegna –
perché, con passione, responsabilità e sacrificio, anche in questo
periodo sono riusciti a garantire il pane fresco quotidiano sulle
tavole dei sardi”.

Quello della panificazione sarda è settore fondamentale per
l’alimentare isolano.  Secondo l’analisi pre-Covid, elaborata
dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna, su dati Istat,
nel 2019 erano 110mila le tonnellate di pane fresco che ogni anno
venivano sfornate in tutta la Sardegna, per oltre 800 i tipi di
prodotto che quotidianamente finiva nelle tavole dei sardi: Civraxiu,
Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette, schiacciatine, baguette, bananine
e lingue senza dimenticare il pane alla ricotta o quello con le olive.
Tra i comuni sardi che si possono fregiare del titolo di “Città del
Pane”, ci sono Gonnosfanadiga Santadi, Villaurbana e Ozieri. Invece,
tra i centri isolani con un maggior numero di panifici artigiani
troviamo Cagliari, Sassari, Quartu Sant’Elena, Olbia, Oliena, Fonni,
Nuoro, Alghero, Carbonia, Desulo e Dorgali.  Per ciò che riguarda la
domanda e offerta di lavoro, i panifici dislocati su tutto il
territorio della Sardegna ricercano complessivamente 440 Panettieri e
pastai artigianali. Questi nel 36,6% dei casi risultano difficili da
reperire.  Le 730.510 famiglie sarde spendono ciascuna ogni mese circa
21 euro per acquistare civraxiu, moddizzosu, pane carasau, etc.
Partendo da questo dato è possibile stimare che in media la spesa
annua sostenuta da tutte le famiglie dell’Isola per l’acquisto di pane
ammonta a 186 milioni di euro.

“Noi panificatori in questi mesi abbiamo potuto, e dovuto, assolvere
al compito di rifornire la popolazione del pane quotidiano – afferma
Gianfranco Porta, Presidente di Panificatori di Confartigianato Sud
Sardegna – lo abbiamo fatto come sempre in silenzio, lavorando la
notte nei nostri laboratori, rispettando per primi le nuove norme di
sicurezza imposte dal governo, con senso di responsabilità, come
sempre”. “I nostri panifici, grazie anche al coraggio del nostro
personale di vendita – continua Porta – sono sempre rimasti aperti in
questo periodo, soprattutto per venire incontro alle necessità dei più
deboli e anziani; ed è per loro che abbiamo attivato il servizio di
consegna a domicilio gratuito, consentendo in sicurezza di avere il
pane fresco che, oggi più che mai, rappresenta un valore per la nostra
economia e per la nostra società”.

Pane fresco che è stato oggetto di un’importante campagna di
comunicazione e promozione da parte della Regione, che attraverso il
marchio ha promosso il lavoro dell’“arte bianca”, anche se c’è ancora
tanto da fare per comunicare, con maggiore forza, l’importanza di
questo alimento e della professionalità dei panificatori.

“Da parte nostra c’è da sempre e sempre ci sarà il massimo impegno per
garantire i nostri prodotti alla società – sottolinea il Presidente
dei Panificatori – ma il fatto che le imprese affrontino queste
difficoltà con coraggio non deve far dimenticare come la categoria
necessiti di esser messa nelle migliori condizioni per farlo”. “Per
questo – conclude Porta – è importante che le nostre aziende possano
affrontare questa crisi economica, che anche a noi ha portato il calo
di affari e la riduzione di personale, con liquidità immediata, con
adeguati sistemi di sicurezza sul lavoro e la  corretta formazione.
Noi ci siamo stati e ci siamo, ogni giorno: la comunità e la politica,
quest’ultima soprattutto, sono chiamate a riconoscercelo”.




PANE E PANIFICAZIONE-Presentati i PANIFICI APERTI 2019

PANE E PANIFICAZIONE – Presentata l’iniziativa regionale “Panifici
aperti”. Promozione del pane sardo, valorizzazione dell’attività di
panificazione, conoscenza dei territori: dal 2 ottobre all’8 dicembre,
11 laboratori di panificazione di tutta la Sardegna aprono le loro
porte per far conoscere meglio Civraxiu, Coccoi e Moddizzosu.
Iniziativa regionale dei Panificatori di Confartigianato Sud Sardegna.

800 tipi di pane, 930 forni, 110mila tonnellate prodotte ogni anno in
Sardegna. Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette,
schiacciatine, baguette, bananine e lingue senza dimenticare il pane
alla ricotta o quello con le olive.

E’ questo il patrimonio della panificazione che in Sardegna dal 2
ottobre all’8 dicembre potrà essere conosciuto e degustato, attraverso
“Panifici aperti”, l’iniziativa regionale, presentata ieri a Cagliari
a Monte Claro, che coinvolgerà le imprese della panificazione, le
Amministrazioni Locali, le Pro-Loco, i musei e le scuole di 10 comuni
di tutta l’Isola.

Promossa dall’Associazione Panificatori di Confartigianato Sud
Sardegna, in collaborazione con Confartigianato Sardegna, Laore e la
Città Metropolitana di Cagliari, la manifestazione ha l’obiettivo
aprire fisicamente le porte delle imprese della panificazione ai
cittadini, turisti e studenti, creare o rafforzare il legame tra
maestri dell’“arte bianca” e clienti, valorizzare le produzioni
realizzate con sfarinati sardi, sensibilizzare al consumo di pane
fresco a marchio sardo e far conoscere i relativi contesti
territoriali e culturali.

Laore, Agenzia l’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in
campo agricolo e per lo sviluppo rurale, ha poi presentato “Le vie del
pane”, percorsi realizzati per identificare e valorizzare il pane
tipico locale attraverso alcuni itinerari turistico-didattici  che
ripercorrono le fasi produttive della filiera: dalla coltivazione dei
cereali alla produzione del pane. Gli itinerari, con i laboratori
didattici, i percorsi di analisi sensoriale e la visita dei luoghi
dove hanno origine le materie prime, evidenziano gli aspetti
storico-culturali legati agli usi e ai costumi dei territori.

“I panificatori sono i custodi di tradizioni preziosissime e
millenarie che dobbiamo proteggere, valorizzare e soprattutto far
conoscere – ha commentato Gianfranco Porta, Presidente
dell’Associazione Panificatori di Confartigianato Sud Sardegna – e
questa iniziativa è un modo per rafforzare la filiera dell’arte
bianca, riscoprirne i valori e fare rete tra piccoli produttori”. “In
questa prima edizione, inizieremo con gli 11 panifici recentemente
premiati dal “Gambero Rosso” – ha continuato Porta – tutti gli altri
potranno unirsi per far crescere l’iniziativa: dobbiamo essere
inclusivi e quindi le porte sono aperte”.

Primo appuntamento mercoledì 2 ottobre a Cagliari, nei laboratori di
Pbread e Porta1918. Si prosegue il mercoledì seguente, 9 ottobre, in
provincia di Sassari con l’apertura dei panifici Piga di Padria e
Bulghesu a Bonorva. Il 16 ottobre doppio appuntamento nell’Oristanese,
con le visite al panificio Fancellu di Montresta e Nino Vacca a
Oristano. Il 23 dello stesso mese appuntamento in Marmilla a Genuri,
Panificio Sa Moddixia, e nel Sarcidano a Orroli da Kentos. Il 30
apriranno i panifici Porta a Gonnosfanadiga (VS) e Gioi di Iglesias
(CI). A inizio novembre, il 6, ci si traferisce nell’Isola di San
Pietro, dove a Carloforte aprirà il panificio Stagnin. Gran finale il
7 e 8 dicembre, con l’apertura contemporanea di tutti e 11 i
laboratori di panificazione. All’interno di ogni laboratorio per ogni
pane prodotto, verrà fatta la descrizione storica e antropologica,
sottolineate le curiosità, ed evidenziate le differenze tra grano duro
e tenero, i diversi lieviti e le relative lievitazioni, la filiera
corta e il chilometro zero. Alla fine delle visite, ogni prodotto
verrà fatto degustare attraverso il coinvolgimento dei cinque sensi.
Successivamente i visitatori potranno cimentarsi in una prova di
panificazione partecipando ai laboratori didattici.

“Questa sarà anche l’occasione anche per far capire meglio ai
consumatori la differenza tra il pane fresco sardo e quello
precongelato, magari proveniente da altre nazioni europee – ha
sottolineato Pietro Paolo Spada, Segretario di Confartigianato Sud
Sardegna, ricordando la Legge Regionale sul marchio di tutela del pane
fresco sardo – abbiamo apprezzato il lavoro svolto dall’Assessorato
Regionale all’Artigianato che, attraverso il logo “pane fresco”, ha
disciplinato in maniera organica l’attività di produzione e di vendita
del pane e le sue tipologie tipiche”. “Tale intervento sul settore
della panificazione – ha continuato – è stato importante perché tutela
i panificatori e garantisce gli acquirenti, mettendo entrambi al
riparo dalla concorrenza sleale da parte di produttori che nulla hanno
a che fare con la Sardegna e le sue specialità”. “Il problema è che
ancora pochi panificatori, 78 su circa 950, hanno fatto la richiesta
del marchio – ha proseguito Spada – e ancora meno hanno esposto il
logo”. “Cogliamo l’occasione per ricordare come sia necessario che la
Regione si attivi anche per effettuare verifiche verso tutti coloro
che esporranno, o continueranno a esporre, la scritta “pane sardo”
senza averne i requisiti – ha concluso il Segretario di
Confartigianato Imprese Sud Sardegna – in ogni caso questa operazione
continua ad avere necessità di una campagna di comunicazione e
sensibilizzazione, affinché i consumatori possano essere informati sul
valore e la genuinità del pane sardo. E’ una condizione
imprescindibile sulla quale Confartigianato è pronta a fare la sua
parte”.