OLIO EVO. COLDIRETTI SARDEGNA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI HANNO DIMEZZATO LE PRODUZIONI

Foto delle tenute San Giuliano in Alghero
Foto: Oliveto tenute San Giuliano – Alghero

OLIO EVO. COLDIRETTI SARDEGNA: I CAMBIAMENTI CLIMATICI HANNO DIMEZZATO LE PRODUZIONI

Per la stagione in corso si stima un – 45% ma l’olio sarà di altissima qualità

Sarà ancora il segno meno a caratterizzare le produzioni di olio Evo in Sardegna che Apos (l’Associazione produttori olivicoli sardi) e Coldiretti Sardegna stimano tra i 45 e i 50 mila quintali, circa il 45 per cento in meno rispetto alle medie annue ordinarie che si aggirano intorno agli 85mila quintali. Un trend a cui ormai ci stiamo abituando a causa soprattutto delle anomalie climatiche ma che sarà accompagnato da una altissima qualità. Questa volta il clima è stato un alleato: il caldo eccessivo è nemico della mosca dell’olivo.

  PRODUZIONE MEDIA STIMA 2020
OLIO EVO SARDEGNA 85.000 Q 45 – 50.000 Q

Fonte Coldiretti Sardegna – Apos

 

“La stagione quest’anno è partita con largo anticipo (il 20 settembre), rispetto alla solita apertura dei frantoi a fine ottobre – spiega l’agronomo di Apos, Nicola Garippa -. Nel fine settimana, con l’apertura di Lanusei, tutti i frantoi saranno in piena attività. Gli eccessi di caldo di questa estate hanno accorciato il ciclo delle piante che poi ristorate dalle abbondanti piogge di inizio autunno sono state portate nelle condizioni ottimali in anticipo. Inoltre – evidenzia – le aziende, anticipano la raccolta perché hanno tecniche di produzione più raffinate e sono sempre più attente alla qualità”.

PRODUZIONI DIMEZZATE. Dopo la catastrofica annata del 2018 (16.610 quintali di olio Evo) dovuta ad una annata di scarica associata ad anomalie climatiche, e la timida ripresa dello scorso anno (43.750 quintali) anche le previsioni per la nuova stagione si presentano di colore rosso: 45 – 50.000 quitali (- 45% circa).

La media produttiva di olio Evo degli ultimi anni si è dimezzata in Sardegna rispetto a quella di 10 anni fa, passando da 85.000 quintali annue (media del quinquennio 2006 – 2010 – fonte Istat) a 45.890 quintali (media tra il 2015 – 2018 – fonte Ismea – Unaprol). Questo è dovuto soprattutto alle numerose calamità che si sono succedute in questi anni: siccità, gelate, vento o troppe e violente piogge. L’olivicoltura è uno dei settori che maggiormente sta pagando gli effetti dei cambiamenti climatici.

L’anno scorso la produzione è stata abbondante al nord Sardegna e disastrosa nel sud. Quest’anno anche il sud sembra recuperare (eccetto Oristano dove le gelate tardive hanno lasciato un pesante segno), mentre nel centro e nord dell’Isola le produzioni tengono pur essendo comunque un’annata di scarica.

  MEDIA 2006 – 2010 MEDIA 2015 – 2018 2019
PRODUZIONE EVO SARDEGNA 85.000 45.890 43.750

Elaborazioni Coldiretti Sardegna su dati Istat – Ismea – Unaprol

“Nonostante fortemente condizionata dagli eventi calamitosi che influiscono pesantemente sulle quantità delle produzioni – sottolinea il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu – grazie ad aziende agricole sempre più strutturate e aperte all’innovazione cresciamo nella qualità e siamo ai primi posti in Italia e nel mondo come confermano i numerosi riconoscimenti che conquistiamo nei più importanti concorsi e rassegne nazionali e internazionali. Il nostro olio è anche il simbolo della Dieta Mediterranea, classificata come migliore dieta al mondo del 2020 su 35 regimi alimentari presi in considerazione da U.S. News & World’s Report’s”.

 

L’OLIVICOLTURA SARDA IN NUMERI. L’Italia è tra le maggiori produttrici di olio Evo al mondo (315mila quintali in media tra il 2015 e il 2018), per anni è stata al vertice. La Sardegna si posizione al nono posto tra le regioni italiane. Al primo posto, con oltre il 50 per cento della produzione si colloca la Puglia, a seguire Calabria e Sicilia.

La Sardegna conta circa 34mila aziende. La superficie coltivata ad olivo è di oltre 39mila ettari (oltre il 3% di quella italiana) e conta oltre 6 milioni di piante (il 2,8% circa del patrimonio italiano). Circa il 40% dell’olio Evo è prodotto nel nord Sardegna (Sassarese) mentre oltre il 60 per cento delle olive da mensa nel sud Sardegna. Produciamo circa l’1,5 dell’olio Evo italiano anche se siamo terzi nella vendita dell’olio marchiato Dop nella Penisola. La varietà di gran lunga più coltivata è la “Bosana” (circa il 60%) soprattutto nel Nord Sardegna. Hanno rilevanza anche la Semidana nell’Oristanese (ma si sta diffondendo in tutta l’isola), l’Ogliastrina nel Nuorese, la nera di Villacidro nel Monte Linas, la nera di Gonnos e la Tonda di Cagliari nel Campidano e nel Parteolla.

Ufficio stampa Coldiretti Sardegna

Michele Arbau

foto: Raccolta stagione 2020 Tenute San Giuliano – Alghero



LA LINGUA ALGHERESE NELLE PRODUZIONI TEATRALI IN SARDEGNA. AL FOCUS SULLE NUOVE OPERE DELLA BIENNALE DEL TEATRO REGIONALE IL TESTO “LO REI BO” DI PINO PIRAS

Alghero, 19 ottobre 2020 – La Biennale del Teatro di Produzione in Sardegna tra le nuove proposte guarda al futuro anche con la lingua algherese. La vetrina più importante sullo stato dell’arte del teatro nell’Isola, promossa e organizzata da Sardegna Teatro ha dedicato una sezione ai cantieri aperti in vista di una ripartenza progettuale. Venerdì scorso, al Teatro Massimo di Cagliari nel corso del focus “Le produzioni sarde in cantiere” riservato ai giovani artisti e alle presentazione delle idee per le rappresentazioni future, la regista algherese Chiara Murru ha parlato del progetto teatrale “Lo Rei bo”, di Pino Piras. L’opera è stata programmata nel 2019, e rinviata a causa del Covid, in collaborazione tra lo SpazioT e l’Associazione Culturale Cabirol, che promuove le opere teatrali dell’autore algherese scomparso nel 1989. La Biennale del teatro di produzione in Sardegna è stata una occasione per illustrare per la prima volta un’opera in lingua catalana di Alghero in un osservatorio speciale sul teatro in Sardegna al quale hanno partecipato istituzioni, operatori, giornalisti e studiosi guidati dal critico Walter Porcedda. L’opera di Pino Piras, scritta nel 1985 e mai rappresentata, è sicuramente il testo più completo e ricco di spunti di riflessione sull’attualità. Lo Rei bo ( Il Re buono) è considerato da molti il suo capolavoro, scritto all’apice della sua incredibile produzione artistica e si inserisce nel filone che l’autore/drammaturgo ha iniziato con “Lo Rei Serafi” del 1973.  Nel solco della più autentica vena di Pino Piras, Lo Rei bo è una critica al “potere” identificato in una classe politica che lui racconta come malfidata, cialtrona, mediocre, viziosa. Il teatro era consapevolmente strumento privilegiato di denuncia e occasione di crescita per il popolo, classe sociale alla quale lui apparteneva con orgoglio e dignità. Il progetto di Chiara Murru (Spazio T) in collaborazione con Giovanni Chessa (Ass. Cabirol) gode del patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Alghero e si prefigge di elevare il teatro di Piras, e la sua stessa arte, ad una platea più ampia e non solo parlante la lingua algherese. La Biennale del Teatro in Sardegna è sicuramente un’occasione di svolta per la produzione tutta algherese, in un contesto che mette a sistema le competenze ed è in grado di monitorare i talenti e riflettere sulle opportunità prossime.

Firmato

Chiara Murru

SpazioT

Giovanni Chessa

Associazione Culturale Cabirol