Il navigatore Gaetano Mura alla rassegna Resilienza, Ambiente e Scienza
Il navigatore oceanico Gaetano Mura è stato invitato ad un incontro con gli studenti con la partecipazione alla terza tappa della rassegna Resilienza. Ambiente e scienza, organizzata dall’Ersu (Ente Regionale per il diritto allo Studio Universitario di Cagliari).
L’appuntamento aperto a tutti gli amanti di mare, vela, scienza e resilienza è fissato per giovedì 24 novembre alle 18 negli spazi del Cineteatro Nanni Loy di Cagliari.
Il navigatore sarà intervistato dalla velista e scrittrice Giulia Clarkson.
Gaetano Mura oltre alla partecipazione alle più regate veliche e oceaniche internazionali ha scritto e pubblicato il libro “Le sirene hanno smesso di cantare”, dove racconta la sua vita in mare, le tante esperienze vissute durante le sue navigazioni negli oceani. Durante l’incontro sarà proiettato un video che testimonia la sua resilienza in mare.
Torna “Scienza in piazza” dal 13 al 15 maggio – XV edizione dedicata a Dante Alighieri
Dal 13 al 15 maggio c’è “Scienza in piazza”
Manifestazione di Uniss creata per trasmettere la passione
per le discipline scientifiche
Tanti eventi speciali dedicati a Dante Alighieri
10 maggio 2021
SASSARI. “Scienza in piazza” torna anche quest’anno, per la prima volta on line, per trasmettere a studenti e famiglie curiosità e passione verso le discipline scientifiche. Il 13, 14 e 15 maggio, a partire dalle 8.30, si terrà la 15esima edizione della manifestazione che l’Università di Sassari porta avanti assieme alle scuole della città e della provincia e alle associazioni della rete “Scienza in movimento”. Vista la concomitanza con i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri, saranno tante le occasioni di riflessioni sul sommo poeta e gli aspetti della Divina commedia legati alla scienza.
Chimica, biologia, matematica, fisica, cambiamenti climatici…sono tanti gli argomenti che verranno affrontati con competenza e con un linguaggio comprensibile in una serie di appuntamenti on line sulla piattaforma Meet. Gli istituti scolastici interessati potranno partecipare su richiesta. Ogni evento ha la durata di un’ora e potrà essere prenotato entro martedì 11 maggio inviando via e-mail a [email protected] il proprio nome e cognome, indirizzo e-mail a cui poter essere invitati.
Il calendario degli eventi è disponibile sul sito dell’Università di Sassari, nella pagina dedicata a Scienza in piazza 2021: www.uniss.it/scienzainpiazza.
A corollario della manifestazione, Scienza in piazza 2021 si confronta con il settecentesimo anniversario della morte di Dante Alighieri, sviluppando alcuni dei suoi exhibit in accordo con la ricorrenza, ma non solo. Sarà presentato il documentario sulla scienza nella Divina Commedia dal titolo Cosmografia Dantesca realizzato dal prof. Gian Nicola Cabizza, divulgatore scientifico e cofondatore dell’Osservatorio Astronomico e del Planetariodi Siligo, con la collaborazione dell’esperto di videografica Nicola Bonomo (qui il trailer https://www.youtube.com/embed/arThHsv8ElE). Inoltre, verrà mostrato il video “Tumulto”, realizzato dalle classi IV B elettrotecnici e IV D informatici dell’ITI Angioy di Sassari, sotto la guida della Prof.ssaMaria Rita Piras L’elaborato ha partecipato al Dantedì, evento organizzato dall’Associazione degli Italianisti, mosaico di cento tessere video per illustrare la Divina Commedia. La scena si sviluppa nel Cimitero Monumentale di Sassari, luogo sacro e suggestivo che ha reso al meglio l’emozione della poesia e dei personaggi descritti nel terzo canto della commedia (https://www.youtube.com/embed/PoApdmm0u0k).
Lo spirito di Scienza in piazza, che annovera tra i propri obiettivi anche la diffusione di metodologie didattiche innovative, è ben rappresentato nel video realizzato ad hoc dagli studenti del Liceo Artistico Figari, con la supervisione dei docenti Marco Ippolito, Antonello Capitta e Gabriele Peru, e dalle docenti Loredana Manunta e Pierina Lunesu per la parte grafica (link al video: https://www.youtube.com/embed/LbYohDV-a88).
Scienza in piazza è una delle attività di public engagement che fanno parte della Terza Missione dell’Ateneo, destinata a coinvolgere in modo diretto la cittadinanza, in questo caso attraverso il mondo della scuola.
Gli istituti scolastici aderenti al progetto sono il Liceo e scientifico e linguistico Castelsardo, ISS Paglietti Porto Torres, Liceo scientifico, sportivo e linguistico Europa Unita, Liceo Artistico Filippo Figari Sassari, Polo tecnico statale Devilla Sassari, Istituto tecnico Salvator Ruiu Sassari, Liceo Statale Margherita di Castelvì, Liceo classico, musicale e coreutico Azuni, Istituto tecnico industriale Angioy, Liceo Scientifico Fermi Alghero, Associazione sassarese di filosofia e scienza, Associazione scienza in movimento, Associazione per l’insegnamento della Fisica, Associazione Amici del museo della ricerca, l’associazione Società Astronomica Turritana.
il monitoraggio partecipativo dei mammiferi selvatici in Europa
13 aprile 2021
SASSARI. Il Progetto MammalNet unisce le forze di diversi partner europei specializzati nella gestione della fauna selvatica per valutare il potenziale della ‘citizen science’ e dell’ ‘open science’ (scienza aperta) nel monitoraggio dei mammiferi in Europa. MammalNet è promosso dall’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (European Food Safety Authority, EFSA), e coordinato in Italia dalle Università di Sassari e di Torino.
Quest’iniziativa promuove la ricerca e la conservazione dei mammiferi selvatici europei, ma ha anche come scopo quello di affrontare alcune delle sfide ambientali attuali: come i cambiamenti climatici, la perdita di biodiversità, le zoonosi e le malattie emergenti legate alla fauna selvatica.
MammalNet offre diversi strumenti tecnologici che possono aiutare i cittadini, e con loro gli studiosi, a documentare la presenza di mammiferi nel loro habitat. Il progetto mette a disposizione di tutti un’app per smartphone/iphone che permette di registrare la presenza di un mammifero o delle sue tracce; gli appassionati possono anche contribuire con immagini acquisite mediante trappole fotografiche. Pur senza essere esperti, molti cittadini sono perfettamente in grado di distingure alcune specie di mammiferi, come conigli, lepri, volpi. Per altre specie tuttavia hanno bisogno del conforto di un esperto. Grazie all’impiego degli strumenti messi a disposizione dal progetto questa interazione sarà semplice ed efficace.
MammalNet incoraggia naturalisti, ambientalisti, escursionisti, cacciatori e ogni altro cittadino a partecipare alla citizen science, condividendo le proprie osservazioni di mammiferi selvatici. È questo uno dei modi migliori per contribuire direttamente alla comprensione della natura e della biodiversità, ed è fondamentale per coadiuvare le ricerche faunistiche di pubblico interesse.
“A molti cittadini capita di osservare i mammiferi selvatici che vivono intorno a loro. L’avvistamento di una volpe in movimento o di un capriolo su un prato, o il riconoscimento di un animale investito sono preziose fonti di informazione per i ricercatori, e possono essere facilmente condivise usando iMammalia” afferma Ezio Ferroglio, professore dell’Università di Torino e partner del progetto.
“Le trappole fotografiche ci forniscono informazioni essenziali su dove e come vivono i mammiferi. Possono essere messe anche nel proprio giardino. E’ stupefacente vedere cosa sono in grado di fotografare. Se non si ha esperienza, si possono condividere le immagini ottenute e lasciarle classificare agli esperti; pian piano si può imparare a riconoscere gli animali che ci circondano”, sostiene Massimo Scandura, professore dell’Università di Sassari, anche lui partner di MammalNet.
Durante la prima fase del progetto, i paesi coinvolti sono stati Spagna, Germania, Polonia e Croazia. Ora, nella seconda fase, nuovi Paesi si sono aggiunti tra cui l’Italia. Quale occasione migliore per contribuire alla conoscenza della natura del nostro Paese? Un’opportunità per tutti per contribuire attivamente alla conservazione dei mammiferi, limitandosi ad osservarli o a rilevarne la presenza attraverso i loro segni.
Scaricando le app (www.mammalnet.com) e condividendo gli avvistamenti, i cittadini possono diventare scienziati e supportare attivamente la conservazione della biodiversità.
Un viaggio all’Asinara tra arte e scienza
Un nuovo incontro organizzato dal Parco Nazionale dell’Asinara in diretta web, nel sito e nei cnaali social del Parco, venerdì prossimo 30 ottobre alle ore 17.00.
Il titolo dell’incontro è “Arte e scienza nella migrazione intorno al Mediterraneo” ed è l’occasione per presentare il Progetto Overlap nato da una partnership tra il Parco dell’Asinara, le Università di Sassari e Cagliari e l’Associazione senza confine di pelle. Dopo le introduzioni del Commissario e del Direttore del Parco Gabriela Scanu e Vittorio Gazale, il progetto verrà presentato da Valentina Solinas e Dario La Stella, psicologi e coreografi, mentre gli interventi tecnici vedranno la partecipazione di Silvia Serreli, docente del Dipartimento di Architettura, Design e Urbanistica dell’Università di Sassari, Danilo Pisu dell’Osservatorio faunistico del Parco dell’Asinara e Raffaele Cattedra geografo dell’Università di Cagliari.
Il Progetto internazionale nasce dall’osservazione della coincidenza tra le rotte degli uccelli e i flussi migratori degli uomini e si struttura sostanzialmente in workshop multidisciplinari di studio e di analisi che si svolgono annualmente presso il Parco Nazionale dell’Asinara. Protagonisti danzatori, performer, ricercatori scientific e studiosi, e dei giovani beneficiari selezionati in base ad una call internazionale.
Il lavoro, che si svolge in gran parte open air, interessa le aree di Fornelli e Tumbarino, e da Cala Reale a Cala d’Oliva, e in diversi momenti della giornata, consente di approfondire i fenomeni biologici, economici e sociali della migrazione animale e umana.
Nel corso delle attività vengono realizzate diverse osservazioni e elaborazioni tecniche, performance artistiche, dalle danze, alle fotografie, ai video documentari, che verranno presentati nel corso dell’incontro web.
“Perché temiamo la scienza?“ Il 6 marzo appuntamento a Sassari con Elsa Fornero ***rinviato***
“Perché temiamo la scienza?“
Ciclo di incontri sul ruolo dei ricercatori tra informazione
e comunicazione politica
Il 6 marzo appuntamento con Elsa Fornero
2 marzo 2020
SASSARI. Partirà venerdì 6 marzo la rassegna “Perché temiamo la scienza? Ciclo di incontri sul ruolo dei ricercatori tra informazione e comunicazione politica”
organizzato dal Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali dell’Università di Sassari (dipartimento di eccellenza). Nel primo evento dedicato all’Economia, in programma nell’aula magna dell’Università di Sassari alle 18.00, interverranno Michele Boldrin della Washington University in St. Louis, l’ex Ministra del Lavoro e delle Politiche sociali, Elsa Fornero (Università degli Studi di Torino), e Francesco Lippi dell’Università Luiss Guido Carli.
Questo appuntamento intende stimolare la discussione sulla funzione della ricerca scientifica e dei ricercatori nella società, favorire il confronto sul ruolo degli studiosi come divulgatori e consiglieri, tanto nel dibattito pubblico non accademico quanto all’interno dell’informazione convenzionale e digitale, nella duplice veste di esperti-testimoni o di produttori diretti di informazione.
Tra informazione, comunicazione e politica, è quanto mai opportuno che le figure dei ricercatori si districhino nelle maglie di eventuali conflitti di scienza e coscienza, tra giudizi di fatto e di valore.
L’incontro è coordinato dai docenti Bianca Biagi e Marco Vannini e rientra tra le iniziative collegate al programma di sviluppo 2018-2022 – Dipartimento di eccellenza.
Divulgare la scienza, nella “guerra dei menhir” chi perde è la comunicazione scientifica
La terza edizione dell’evento organizzato da Aristeo e SAT ha accolto ben otto interventi di grande spessore. Passato ai raggi x il conflitto mediatico sugli allineamenti dei betili nel sito di Biru ’e concas a Sorgono
Il sito di Biru ‘e Concas a Sorgono
SASSARI. Chi ha vinto la “guerra dei menhir”? Forse nessuno tra i contendenti. Ma di sicuro, al momento a perdere sembra essere stato il fondamento del metodo scientifico. Almeno secondo quanto è emerso dalla relazione presentata da Aristeo e SAT durante terza edizione di “Divulgare la scienza”, che si è svolta nei giorni scorsi a Sassari nella Sala convegni della Fondazione di Sardegna.
La bomba mediatica esplosa nelle scorse settimane tra Sergio Frau e Maria Ausilia Fadda, accusata dal giornalista di aver riposizionato nel 1994 (in fila indiana) in maniera arbitraria i menhir sul sito di Biru ’e Concas, a Sorgono, è stata vagliata ai raggi x dall’archeologa Simonetta Castia di Aristeo e da Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana, attraverso un lavoro accurato svolto in sinergia.
È in realtà noto da tempo alle comunità di studiosi e appassionati che l’attuale posizionamento dei megaliti sia artefatto, come riportato anche in recenti pubblicazioni. Il problema è stato forse aggravato dal mancato chiarimento riguardo agli allineamenti, soprattutto dopo la massiccia pubblicizzazione del sito da parte dei media nazionali, in termini sensazionalistici.
L’archeologa Simonetta Castia di Aristeo
Riguardo a Frau, promotore dell’”operazione Obelix” di NurNeon (che parrebbe patrocinata e sostenuta economicamente dalla Regione Sardegna, prima in graduatoria nel bando Culture Lab), ha senz’altro infastidito il disprezzo verso il mondo dell’archeologia sarda, fatto sì di accademici e addetti ai lavori, ma anche, indubbiamente, di tantissimi giovani laureati specializzati in un settore che richiede conoscenze specifiche, metodo e la padronanza della materia; un intero mondo che viene sistematicamente snobbato e sminuito quando si tratta di promuovere, senza contradditorio, le proprie tesi, non suffragate da dati e prove scientifiche, se non generici richiami a foto d’epoca o a rilevamenti non georeferenziati, e comunque in possesso di pochi fortunati. Come e più ai tempi della affascinante teoria di Atlantide colpisce l’esigenza di circondarsi, in modo pure efficace, di esperti nazionali chiamati a legittimare ricostruzioni su materie loro oscure, come l’archeologia sarda, per il malcelato tentativo di ostentare l’incapacità dei sardi nell’analizzare e comunicare il proprio passato.
Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana
E se è vero che il fondamento della scienza è quello di riconoscere i propri errori per consentire alla conoscenza di progredire, la forte replica degli addetti ai lavori rischia di gettare ombre sul valore dell’archeoastronomia, disciplina ormai ampiamente riconosciuta nel panorama nazionale. Al netto delle stravaganze sensazionalistiche – è stato detto – da aborrire sempre e comunque, sia nell’ambito dell’archeologia (quando si parla di giganti in modo improprio, ad esempio) che delle sue discipline ausiliarie. Nella speranza che sulla scia di questa polemica non si creino altrettanto superficiali e poco opportune contrapposizioni tra mondi molto più affini di quanto alcuni continuino a pensare, dicono gli organizzatori.
Di un nuovo modello di cittadinanza scientifica ha parlato Alberto Cora, dell’Inaf di Torino, per il quale l’astronomia rappresenta un esempio storico notevole, a partire dalla nascita dei planetari. Da posizioni unidirezionali in cui lo scienziato era protagonista, si è passati a un coinvolgimento attivo del pubblico, con dei risvolti positivi anche per il cambiamento della società.
La visione del cielo ha restituito la consapevolezza dell’esistenza di pianeti simili alla Terra. Come ha spiegato Emilio Molinari, dell’Osservatorio astronomico di Cagliari Inaf, per individuare l’esistenza di questi corpi celesti sono utilizzati due metodi indiretti: la velocità radiale, dalla quale si ottiene la massa e il metodo del transito, che ci restituisce il volume. Occorre cocciutaggine e pazienza, ma negli ultimi anni sono stati scoperti 3073 pianeti.
Il pensiero dell’autore classico Lucrezio, incredibile anticipatore delle teorie atomiche è stato approfondito da Gian Nicola Cabizza (AIF), che ne ha mostrato l’influenza sulla cultura di Roma e sul pensiero di Tommaso Moro, Giordano Bruno e Shakespeare, e perfino sui risvolti artistici di Botticelli e Raffaello, nonostante il suo “De rerum natura” appena riscoperto, fosse stato subito messo al bando, avversato dalla chiesa in quanto seguace di Epicuro.
Con l’archivista Stefano Alberto Tedde si è andati oltre il “digital divide”, illustrando l’accesso alle tecnologie dell’informazione nell’esperienza di un gruppo di detenuti per il recupero dell’Archivio dell’ex colonia di Tramariglio. Un’esperienza positiva che ha permesso ai partecipanti di comprendere il vero valore dei documenti considerati fino ad allora poco più che scartoffie.
Simonetta Castia e Stefania Bagella hanno proposto, come ipotesi di lavoro, la creazione di un “Itinerario dei luoghi di Enrico Costa”, una sorta di museo diffuso per la città di Sassari, che sia preludio a un’esposizione museale vera e propria. In un perfetto abbinamento tra testi e immagini storiche, sono stati tratteggiati gli ipotetici luoghi della vita, della poetica e degli altri poliedrici aspetti culturali, alla riscoperta di Sassari, attraverso lo sguardo di questo straordinario intellettuale.
La divulgazione scientifica non poteva trascurare la tv. A parlarne è stata Simona Scioni, autrice delle trasmissioni “Focus di storia sarda” e “Dialoghi della memoria” sull’emittente regionale Sardegna Uno.
In un quadro di saturazione in cui l’iperconnessione ci spinge a interessarci solo di ciò che ci piace, tra le sfide principali elencate dalla giornalista vi sono l’utilizzo di un linguaggio in grado di sedurre, e in seconda istanza il recupero dell’intelligenza emotiva per suscitare curiosità.
Pier Andrea Serra dell’Università degli studi di Sassari ha introdotto alla visione di un nanomondo più piccolo dei batteri, fatto di nano-biosensori e nanotecnologie che sono già realtà. Dalle nanoparticelle che acchiappano il colesterolo ai nanorobot copiati dai virus, non si tratta più di fantascienza. Ma ci sono dei limiti. Non si può miniaturizzare all’infinito, almeno con la tecnologia attuale che utilizza raggi luminosi. Il limite estremo della miniaturizzazione sta nella lunghezza massima degli elettroni, oltre la quale le particelle diventano onde.
A Sassari “La misura del tempo” “Divulgare la scienza”
Venerdì 29 e sabato 30 novembre ritornano le due giornate imperdibili per gli appassionati di astronomia, archeologia e comunicazione scientifica, organizzate dal Circolo Culturale Aristeo e dalla Società Astronomica turritana in collaborazione con importanti realtà accademiche e istituzionali
SASSARI. Sono ormai due appuntamenti attesi e immancabili per gli appassionati di archeoastronomia e comunicazione scientifica: “La misura del tempo” e “Divulgare la scienza” ritornano per l’ultimo weekend di novembre con tante curiosità, approfondimenti e presentazioni di studi inediti.
Venerdì 29 e sabato 30 novembre, il Circolo culturale Aristeo e la Società Astronomica Turritana hanno messo in campo due intense giornate di studi tra la Sala Angioy del Palazzo della Provincia e la Sala Convegni della Fondazione di Sardegna, coinvolgendo l’Università di Sassari, l’Università La Sapienza di Roma, l’Inaf , l’Aif e altre importanti realtà accademiche e istituzionali.
Da un lato il convegno internazionale sull’archeoastronomia in Sardegna con alcuni dei più preparati studiosi in materia. Dall’altro una tavola rotonda che mette in campo ricercatori, istituzioni culturali e media per confrontarsi sulle implicazioni etiche e metodologiche di una corretta divulgazione e un’efficace comunicazione in campo scientifico.
“La misura del tempo”, giunto all’ottava edizione, prenderà il via alle 9.30 nella Sala Angioy del Palazzo della Provincia, con i saluti istituzionali dell’assessora alla Cultura del Comune di Sassari, Rosanna Arru.
Alle 10, ad aprire i lavori saranno Alberto Scuderi e Ferdinando Maurici, che presenteranno “La valle dei menhir di Cerami (Enna)”, a cura del Gruppo Archeologi D’Italia e della Soprintendenza del Mare.
Di “Astronomia e agricoltura nell’antichità” si parlerà invece con Elio Antonello dell’Osservatorio Astronomico di Brera- Inaf.
L’obiettivo sarà quindi puntato sulle “Tracce di astronomia nei monumenti e manufatti di Roma”, grazie all’intervento di Nicoletta Lanciano dell’Università “La Sapienza” di Roma, che sarà impegnata il giorno precedente con la conferenza “Mappamondi paralleli”, presso la Biblioteca Universitaria di Sassari, per gli “Incontri ravvicinati con la scienza” (giovedì 28 novembre, ore 17).
La Sardegna ritorna invece protagonista con l’esposizione di Simonetta Castia e Michele Forteleoni, che presenteranno i dati preliminari di sugli “Orientamenti archeoastronomici nel complesso archeologico di età nuragica di Romanzesu a Bitti”, a cura del Circolo culturale Aristeo e della Società Astronomica Turritana
Sempre a cura di Aristeo e SAT, gli “Aspetti metrici e geometrici del complesso di Gremanu a Fonni” saranno toccati da Flavio Carnevale e Marzia Monaco dell’Università “La Sapienza” di Roma. Subito dopo si darà spazio al dibattito.
La conferenza riprende nel pomeriggio, alle 15 per accogliere “Gli schemi armonici pitagorici della tavoletta babilonese di diorite nera” nell’analisi di Marcello Ranieri dell’Università “La Sapienza”.
L’archeologa Valentina Leonelli esporrà le sue considerazioni in merito agli “Edifici a pianta rettangolare del Bronzo medio in Sardegna”, mentre Anna Depalmas dell’Università di Sassari parlerà di “Eroi, demoni e tesori: Abini, archeologia di una scoperta”.
“Un calendario stellare in epoca nuragica” sarà un nuovo tema di argomentazione per Michele Forteleoni della Società Astronomica Turritana. Per la Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, Nadia Canu esporrà i risultati degli scavi e delle ricerche della “Necropoli di Murrone tra segni e rituali” condotti insieme a Michela Migaleddu, Pino Fenu e Consuelo Rodriguez.
Spunti di riflessione e prospettive di ricerca sui “Nuragici tra continuità e trasformazione” saranno al centro della relazione di Gianfranca Salis per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio Cagliari e per le province di Oristano e Sud Sardegna.
Sabato 30 novembre, l’attenzione si sposta nella Sala convegni della Fondazione di Sardegna, per la terza edizione di “Divulgare la scienza”. La giornata di studi, moderata da Pier Giorgio Pinna, prenderà il via alle 9.30 con i saluti istituzionali del delegato rettorale dell’Università di Sassari al Sistema bibliotecario, archivi, museo, divulgazione scientifica, Roberto Furesi.
A dare avvio ai lavori alle 10 sarà Alberto Cora dell’Inaf di Torino, introducendo “Citizen & Science: lo storico esempio dell’astronomia”. Emilio Molinari dell’Osservatorio Astronomico Cagliari – Inaf, tratterà il tema degli “Esopianeti, alla ricerca di un gemello della Terra”. La “Divulgazione scientifica e didattica delle scienze con Lucrezio” sarà argomentata da Gian Nicola Cabizza dell’AIF.
Gli “Allineamenti e orientamenti archeoastronomici in Sardegna, tra ricerca e comunicazione” saranno al centro dell’intervento di Simonetta Castia e Michele Forteleoni, a cura di Aristeo e SAT.
Quindi l’archivista Stefano Alberto Tedde esporrà “Oltre il digital divide: Storie di archivi che “fanno bene” all’uomo.
Simonetta Castia e Stefania Bagella presenteranno la relazione “Vivo come una statua. Itinerari culturali in città”, inerente iniziative realizzate dal Circolo culturale Aristeo. “Dialoghi della memoria e della scienza nei media” saranno invece trattati dalla giornalista televisiva Simona Scioni. Ultimo intervento prima dell’apertura del dibattito sarà quello di Pier Andrea Serra dell’Uniss sui “Nano-biosensori: pensare in grande, costruire in piccolo”. Per info rivolgersi al 3397760176. Entrambi gli appuntamenti permettono il riconoscimento dei crediti formativi universitari CFU.
Il giornalista Michele Bellone a Sassari per gli “Incontri ravvicinati con la scienza”
L’appuntamento con il noto divulgatore scientifico si terrà giovedì 14 novembre, alle 10.30 Aula Magna ITI GM Angioy.L’iniziativa è promossa dal Circolo Culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana
SASSARI. Esiste un confine oltre il quale due mondi considerati incompatibili come Scienza e Immaginazione possono andare a braccetto? Per rispondere a questa e altre domande di forte attualità ritornano a Sassari gli “Incontri ravvicinati con la scienza”, che giovedì 14 novembre, alle 10.30 nell’Aula Magna dell’ITI Angioy di via Mafalda di Savoia, accolgono un protagonista d’eccezione della divulgazione scientifica: il giornalista scientifico Michele Bellone, che interverrà sul tema “Ma i draghi sognano circuiti elettrici?”.
L’iniziativa si inserisce all’interno della rassegna “Incontri ravvicinati con la scienza”, promossa dal Circolo Culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana con l’obiettivo di avvicinare gli appassionati e i neofiti verso il complesso, variegato e misterioso mondo della ricerca scientifica. Un mondo che appare lontano dalla vita di tutti i giorni, quasi riservato a una ristretta élite d’intellettuali.
L’appuntamento con Bellone sarà un’occasione imperdibile per attraversare il confine che separa la scienza dalla narrativa fantastica, una demarcazione tutt’altro che lineare e che dà l’impressione di assottigliarsi sempre più. Anche perché la tecnologia negli ultimi anni ha permesso di raggiungere livelli che in passato sarebbero stati considerati a dir poco fantascientifici.
Fisiologia draconica, tecnomagia e antropologia della stregoneria sono alcune delle tappe di questo viaggio tra due realtà considerate non di rado inconciliabili, poiché basate la prima sul rigore e sulla ragione, la seconda su escapismo e irrazionalità.
Bellone è anche l’autore del libro “Incanto. Storie di draghi stregoni e scienziati” (Codice Edizioni), considerato dalla scrittrice Licia Troisi come un vero e proprio atto di resistenza a un mondo che ci vuole monocordi e chiusi in una visione della realtà asfittica. A chi non ha abbastanza fantasia per capire che il nostro è un mondo in cui immaginazione e scienza non possono che andare a braccetto».
Nel corso della conferenza si farà un viaggio nella narrativa fantastica. Come nasce il mito del drago? Cos’hanno in comune maghi e scienziati? Come funziona il martello di Thor e che impatto hanno avuto i giochi di ruolo sulla codificazione della magia? Sono solo alcune dei quesiti che l’autore affronta all’interno del volume, cercando di smontare diversi pregiudizi su due mondi tutt’altro che inconciliabili. Perché se la scienza può generare la magia del fantastico, il fantasy può stimolare riflessioni sulla scienza.
Dopo la laurea in Biologia, Bellone ha svolto per alcuni anni attività di ricerca nelle università di Pavia, Alessandria e Nizza/Sophia Antipolis, occupandosi di biologia dello sviluppo ed evoluzione. Attualmente è curatore editoriale della saggistica italiana per Codice Edizioni, e scrive per numerose testate nazionali, fra le quali Esquire, Oggiscienza, Le Scienze, Il Tascabile e Wired.it.
Tiene inoltre corsi su scienza e narrazione al master in comunicazione della scienza “Franco Prattico” della SISSA di Trieste e alla Scuola Holden di Torino. La sua partecipazione a seminari e lezioni su temi d’informazione, comunicazione, narrazioni, pseudoscienze e fake news è fortemente richiesta in scuole e università di tutta Italia. L’incontro di Sassari è aperto a tutti e gratuito su prenotazione. Per info contattare il 339 7760176.
Divulgare la scienza, con Gianluca Dotti e Silvano Fuso a Sassari per difendersi da bufale e fake news
SASSARI. Basta connettersi per cinque minuti in rete e si legge di tutto. No vax, scie chimiche, terapie alternative e addirittura un ritorno alle teorie terrapiattiste. Cosa è vero e cosa è falso? Prima o poi ci cascano tutti, o quasi. È innegabile che uno dei problemi della divulgazione scientifica del momento sia il filone delle bufale e delle fake news. A spiegare come difendersi dal fenomeno, nei giorni scorsi a Sassari ci hanno pensato il giornalista scientifico Gianluca Dotti e il noto saggista Silvano Fuso del Cicap, ospiti della seconda edizione di “Divulgare la scienza”, un’iniziativa organizzata da Aristeo e SAT nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna.
Come ha ricordato Gianluca Dotti, sul web si assiste spesso a veri e propri duelli da tastiera. Secondo gli esperti, l’errore più grande per far valere le proprie ragioni è utilizzare un atteggiamento di tipo fideistico: da un lato c’è chi sbandiera teorie alternative, illudendosi di favorire ad esempio la salute umana, dall’altro c’è chi difende lo scientismo incondizionato, come un atto di fede.
Sotto accusa è lo stesso abuso del termine bufala. Un termine che per il giovane e brillante divulgatore andrebbe addirittura sdoganato, perché riconduce tutto alla dialettica del vero-falso, fa bene o fa male, favorendo gli estremismi.
Occorre invece trovare un equilibrio, restare sempre critici nei confronti del sapere, perché la scienza non è una fede ma un metodo, caratterizzato da risultati in costante evoluzione.
Ma qual è la differenza tra fake news e bufale, spesso utilizzate impropriamente come sinonimi? “La prima – ha spiegato Dotti – è intesa come un’informazione creata ad arte per raggiungere uno scopo, quello di arricchirsi oppure modificare il consenso. La seconda è invece una semplice informazione falsa, e può essere del tutto innocua e non portare alcun beneficio a chi la diffonde.
“In realtà il problema – ne è convinto Silvano Fuso – è molto più vecchio del web. I social, per parafrasare Umberto Eco hanno solo contribuito a dare parola a legioni di imbecilli”. Il rappresentante del Cicap (Comitato italiano di controllo delle affermazioni sulle pseudoscienze), ha evidenziato il pericolo della manipolazione delle parole, mostrando come sia possibile diffondere il falso anche dicendo il vero. E a cascarci sono stati spesso anche i canali mediatici tradizionali, producendo allarmismi ingiustificati.
La chiave per comprendere questi fenomeni, starebbe nel fatto che producono una forte attrattiva emozionale, colpiscono l’immaginazione del pubblico perché soddisfano i suoi desideri, le sue aspettative e le sue paure.
Per smontare improbabili teorie del complotto allora, a detta di Fuso, occorre sfruttare proprio questo richiamo emozionale, e “dire il vero partendo dal falso”. Ossia partire dalle fake news esplorandone i misteri per raccontare la scienza in maniera corretta. I consigli pratici sono quelli di non parlare ex cattedra con toni supponenti, far comprendere che la scienza non è un’autorità calata dall’alto e che anche i premi Nobel possono sbagliare.
Il convegno è stato anche occasione per illustrare diverse pratiche virtuose di divulgazione scientifica in Sardegna. Tra queste “Le passeggiate di Enrico Costa” di Aristeo, le attività dell’OAC di Cagliari, il progetto Life Asap degli atenei di Sassari e Cagliari sulle specie aliene invasive, il laboratorio LaPArs dell’Uniss e le attività di ricerca scientifica sulla “pompìa” a cura della start-up Phareco.
Ritorna a Sassari il doppio appuntamento con “La misura del tempo” e “Divulgare la scienza”
SASSARI. Dopo le straordinarie scoperte archeoastronomiche presentate durante la scorsa edizione, il 30 novembre e il 1 dicembre ritornano a Sassari “La misura del tempo – convegno internazionale di archeoastronomia in Sardegna” e “Divulgare la scienza”, due appuntamenti di grande interesse scientifico messi in campo dal Circolo culturale Aristeo e dalla Società Astronomica Turritana. Il duplice evento culturale si terrà nella Sala conferenze della Fondazione di Sardegna (via Carlo Alberto 7), che ha concesso il patrocinio assieme all’Università e al Comune di Sassari, la Regione, il Muniss e il Mibact.
Quest’anno il calendario sarà arricchito da un numero più ampio di interventi e collaborazioni con associazioni e atenei, tra i quali spiccano le Università di Verona e Perugia e La Sapienza di Roma. Sarà anche possibile richiedere il riconoscimento dei crediti formativi universitari CFU.
Il progetto “La misura del tempo e i suoi segni nella Sardegna antica” nasce nel 2011 come programma di ricerca e divulgazione pluriennale il cui evento conclusivo è rappresentato, ogni anno, dalla presentazione degli esiti durante il convegno internazionale. Le indagini, che hanno riguardato un vasto campione di emergenze e di casi studio, sono svolte con l’utilizzo di tecniche innovative, quali ad esempio il GPS topografico e l’aerofotogrammetria da drone, che permettono una visione d’insieme dei siti presi in esame più precisa rispetto al passato. L’intento della ricerca è quello di far luce sulla concezione del mondo nelle antiche popolazioni attraverso uno studio interdisciplinare in cui astrofisica, astronomia culturale e archeologia si muovono su binari paralleli.
Questa VII edizione prenderà in esame una serie di importanti tematiche, a partire dal rapporto tra dolmen d’Oriente e dolmen d’Occidente per concludere con “Dante e la Croce del Sud”. Di grande rilievo sarà la partecipazione di Andrea Polcaro, uno dei massimi studiosi dell’oriente antico, e dell’archeoastronomo Alberto Scuderi, che presenterà un’indagine di ampio respiro sulla civiltà del sole in Sicilia. Per quanto riguarda i monumenti megalitici dell’isola, riserveranno sorprese gli studi sugli allineamenti nell’area cultuale di Gremanu a Fonni e sui riti svolti nell’antichità a Sos Nurattolos di Alà dei Sardi. Interessanti novità arriveranno dalle indagini sui complessi di S’arcu ‘e is forros di Villagrande Strisaili, Paule S’Ittiri di Torralba e Palmavera di Alghero.
L’obiettivo di “Divulgare la scienza” – che si svolgerà il giorno successivo con la moderazione del giornalista Piergiorgio Pinna – è invece quello di instaurare un confronto sulle implicazioni etiche e metodologiche di una corretta comunicazione in campo scientifico, attraverso la voce di studiosi, istituzioni culturali e media. Come si avrà modo di appurare durante la conferenza, la divulgazione scientifica, che investe tutto lo spettro del sapere, richiede metodo, competenza, consapevolezza e serietà di approccio. Tra i temi di quest’anno, tutti di sicuro interesse, emerge l’attenzione verso le buone pratiche di comunicazione da parte dei gruppi di ricerca afferenti agli atenei isolani, come lo studio sulle specie aliene invasive condotto dalla Start up PHARECO, le attività di divulgazione scientifica svolte dall’Osservatorio astronomico di Cagliari e, in particolare, questioni di forte attualità come la facile divulgazione di bufale e fake news, e la diffusione di improbabili teorie scientifiche. Tra i relatori saranno presenti due ospiti d’eccezione come il noto divulgatore e saggista Silvano Fuso e il giornalista scientifico Gianluca Dotti. Un buon esempio di integrazione tra formule espressive e pratiche quotidiane distinte è infine costituito dall’intervento dedicato alle Passeggiate di Enrico Costa, il viaggio emozionale marchiato Aristeo che dal 2004 mira a coinvolgere e appassionare i numerosi partecipanti, conducendola alla scoperta della propria storia e alla percezione degli spazi cittadini. Per info contattare la segreteria organizzativa al 3397760176. PROGRAMMA DETTAGLIATO. “La misura del tempo” prenderà il via alle 9.30 di venerdì, con i saluti istituzionali del sindaco Nicola Sanna. Sono sei gli appuntamenti della mattina. L’apertura, a cura di Andrea Polcaro dell’Università di Perugia, avrà per tema “Dolmen d’Oriente e dolmen d’Occidente: relazione tra l’architettura funeraria megalitica, il cielo ed il territorio nel bacino del Mediterraneo durante il IV millennio a.C”. Il secondo intervento sarà dell’archeoastronomo Alberto Scuderi, che esporrà “La civiltà del sole in Sicilia”. Alfredo Rizza dell’Ateneo di Verona, illustrerà invece le “Tracce di una cultura astronomica nell’Anatolia ittita del II millennio a.C.”, mentre per l’Università di Sassari, Elisabetta Garau presenterà “Paesaggi condivisi”. Dall’Osservatorio Astronomico di Brera – Inaf, Elio Antonello parlerà degli “Antichi calendari agricoli” e infine, Simonetta Castia e Michele Forteleoni, presenteranno i risultati delle ultime indagini sugli allineamenti archeoastronomici di Aristeo e SAT nell’area cultuale di Gremanu a Fonni. Sarà quindi dato spazio al dibattito.
Il programma riparte alle 15 con Marzia Monaco e Flavio Carnevale che, per La Sapienza di Roma, esporranno i risultati archeometrici di un’interessante osservazione sul “Complesso archeologico di S’Arcu ’e is Forros”. A parlare di “Riti e miti nel complesso nuragico di Sos Nurattolos” sarà l’archeologa Paola Basoli, mentre Lavinia Foddai e Michele Forteleoni (Aristeo – Sat) illustreranno gli ultimi dati per una nuova lettura in chiave archeo-astronomica dell’area cultuale di Paule S’Ittiri. Luca Doro dell’Uniss presenterà la sua nuova analisi architettonica sul nuraghe Palmavera di Alghero. Marina De Franceschini (Progetto Accademia) tratterà di “Archeoastronomia in epoca medievale: l’eremo di Sant’Elia a Curinga (Catanzaro), punto d’incontro di antichi simboli”. La giornata si conclude con “Dante e la Croce del Sud, quattrocento anni di discussione” del divulgatore scientifico Gian Nicola Cabizza (AIF), per dare poi spazio al dibattito. Sabato, “Divulgare la scienza” avrà inizio alle 9.30 con il saluto di Roberto Furesi, Delegato rettorale dell’Università di Sassari. La giornata di studi sarà moderata da Piergiorgio Pinna. Alle 10 Paolo Colona (Accademia delle stelle) presenterà “Boote che tardo tramonta: conoscenza e oblio di un fenomeno astronomico da Omero ai giorni nostri”. Emilio Molinari esporrà una relazione sulle attività di divulgazione scientifica svolte dall’OAC di Cagliari – Inaf. Le Università degli Studi di Cagliari e Sassari illustreranno congiuntamente la sfida intrapresa con il progetto “Life ASAP”, inerente lo studio delle specie aliene invasive e, infine, per l’ateneo turritano, Maria Grazia Melis evidenzierà “Le attività di archeologia pubblica del LaPArS”.
Attraverso “Le Passeggiate di Enrico Costa”, tema al quale Aristeo ha dedicato ampi studi, Stefania Bagella e Simonetta Castia illustreranno la percezione di una città, quella di Sassari, fra passato, arte ed emozionalità. Grazia Fenu (Uniss Start-up PHARECO) parlerà di un frutto caratteristico della Sardegna, “La Pompìa”, considerando gli aspetti della ricerca scientifica e delle buone pratiche di inclusione sociale ed economica. Temi di forte attualità saranno quelli trattati in “Divulgare la scienza tra bufale e fake news” di Silvano Fuso e “Sorniona sboccia la scienza sciocca” del giornalista scientifico Gianluca Dotti.