Cinema, a Cagliari “Wilma Labate. Sguardi d’autrice”

CAGLIARI. Si è affermata come una delle presenze femminili più significative nel panorama del cinema italiano contemporaneo, grazie alle sue doti di narratrice sensibile alla storia recente e autrice di emblematici ritratti umani, ripresi, è il caso di dirlo, in momenti cruciali dell’esistenza. Alla regista e sceneggiatrice romana Wilma Labate è dedicata la speciale rassegna cinematografica “Sguardi d’autrice” che l’associazione culturale L’Alambicco rivolge quest’anno a un’artista capace di distinguersi affrontando temi scomodi e di forte impatto sociale.

Dal 27 novembre al 20 dicembre, sei appuntamenti per dodici film nella Sala Stampace di Viale Regina Margherita 44, più la serata di conferimento del Premio alla Carriera nella Sala Castello, guideranno gli spettatori verso la riscoperta delle opere più significative realizzate nel corso di trent’anni d’attività. La rassegna, realizzata con il sostegno della Regione Autonoma della Sardegna, prosegue la ricerca intrapresa sul cinema d’autore italiano ed europeo. È in programma la proiezione, la discussione e l’analisi dei lavori, e un incontro tra la regista e il pubblico. L’ingresso è libero e gratuito e non occorre prenotazione.

Nata a Roma nel 1949, Wilma Labate ha iniziato il suo percorso dopo la laurea in filosofia, collaborando con la RAI, per la quale ha girato diversi documentari. Il suo primo lungometraggio è stato “Ambrogio” (1992), in cui ha descritto un mondo dove la parità tra uomo e donna è ancora tutta da inventare e metabolizzare.

PROGRAMMA.

Domenica 27 novembre alle 18, a inaugurare la rassegna nella Sala Stampace sarà il direttore artistico Alessandro Macis, che introdurrà proprio la proiezione di “Ambrogio”, un film in cui una ragazza vuole diventare capitano di lungo corso, ma trova tanti ostacoli davanti a sé che la spingono a farsi chiamare con un nome da uomo. Alle 20 Alessandra Piras introdurrà il secondo film della serata, “La mia generazione (1996), che cerca di metabolizzare la fase del terrorismo facendo i conti con un periodo tragico della storia italiana, tra attentati, innocenti assassinati a sangue freddo, pentiti e irriducibili.

Ogni proiezione sarà presentata al pubblico da storici, critici e operatori culturali. Tra gli ospiti della manifestazione ci saranno Roberto Silvestri, Primo Giroldini, Gabriella Gallozzi, Domiziana De Fulvio, Elisabetta Randaccio, Bepi Vigna e Alessandra Piras.

Venerdì 2 dicembre alle 18, Roberto Silvestri introduce alla visione di “Lavorare stanca” tratto da “Alfabeto italiano” (1997, 50’), seguito alle 19.30 da “Un mondo diverso è possibile (2001, 60’).

Sabato 3 dicembre alle 18, Roberto Silvestri introduce invece la proiezione di “Nel nome del popolo italiano – episodio Natale De Grazia (2017, 60’), seguito alle 19.30 da “Arrivederci Saigon(2018, 80’) presentato da Elisabetta Randaccio. Venerdì 9 dicembre, alle 18, Domiziana De Fulvio propone “Domenica (2000, 95’) e subito dopo “La ragazza ha volato (2021, 93’).

La serata di conferimento del Premio alla Carriera si terrà domenica 11 dicembre alle 18 nella Sala Castello di viale Regina Margherita 42. È in programma l’incontro di Wilma Labate con il pubblico, impreziosito da un concerto omaggio con una selezione delle musiche dei suoi film, eseguite al piano solo dal maestro Romeo Scaccia. Assieme alla regista dialogheranno Alessandro Macis e la critica cinematografica Gabriella Gallozzi.

Seguiranno gli ultimi due appuntamenti della rassegna in Sala Stampace, sulle opere più recenti della regista romana. Domenica 18 dicembre Primo Giroldini introdurrà “Genova. Per noi (2001, 50’), uno sguardo sui tragici eventi del G8 di Genova del luglio 2001, e “Monicelli. La versione di Mario (2012, 83’), documentario dedicato a Mario Monicelli, al quale L’Alambicco ha conferito il Premio alla carriera nel 2010, pochi giorni dopo la sua scomparsa.

L’ultimo appuntamento della rassegna si terrà martedì 20 dicembre, con la proiezione alle 18 di “Signorina Effe (2008, 95’), e “Qualcosa di noi (2014, 74’), entrambi introdotti da Bepi Vigna. Per informazioni rivolgersi a [email protected] o chiamare i numeri 3280615046 – 3280951378.

COLLABORAZIONI E PARTNERS

Associazione La macchina cinema (FICC); Associazione culturale Hermaea di Cagliari; Associazione Hybris – Centro Internazionale del Fumetto – Cagliari; ANAC Associazione Nazionale Autori Cinematografici; Rivista BookCiak Magazine di Roma; Rivista CineCritica Roma; Istituto Culturale di Sicilia per la Cinematografia; CISLE – Centro Internazionale Studi per le Letterature Europee (Torino); CISESG – Centro Internazionale Studi Europei Sirio Giannini (Seravezza); Rivista FuoriAsse – (Torino); Circolo del Cinema Stanley Kubrick (Parma).




Sassari-Alghero: Bruno al Presidente Solinas, basta parole sulla 4 corsie, subito l’appalto. 

L’ennesimo incontro del Presidente della Regionale Solinas con il Ministro delle Infrastrutture Salvini è solo stucchevole propaganda, soprattutto su uno dei temi, la strada statale 291 della Nurra, la Sassari-Alghero, per la quale non si capisce perché non si vada subito in appalto.
Il Presidente Christian Solinas aveva già in settembre, in piena campagna elettorale, assicurato l’imminente appalto dei lotti 1 più circonvallazione urbana e del lotto 4, bretella per l’aeroporto, indicando anche la copertura delle risorse aggiuntive, da reperire mediante definanziamento – aveva assicurato – di un tronco della strada 554 nel cagliaritano.
Solinas è commissario delle opere strategiche in Sardegna da oltre un anno, ha le risorse, i progetti esecutivi e definitivi per procedere con l’appalto Anas. Non perda ulteriore tempo.



Il completamento della Sassari-Alghero è strategico e fondamentale per lo sviluppo del territorio del nord Sardegna e non solo per Alghero, una strada da completare e per la quale non mancano certamente le risorse. Ha la sua genesi negli anni ’80: il primo tratto fra Sassari e Olmedo venne aperto nel 2003 e nello stesso anno fu approvato, ed ottenne tutte le autorizzazioni necessarie, il progetto di completamento da Olmedo a Alghero. L’insufficienza di fondi consentì di realizzare solo in parte la strada, precisamente fino allo svincolo per Mamuntanas, aperto al traffico nel 2013.
Nel 2014, a seguito del reperimento delle risorse necessarie nel decreto Sblocca Italia, fu redatto il progetto per la realizzazione del tratto finale, a cui ha fatto seguito, nel marzo del 2018, l’istanza al Ministero Ambiente per l’espletamento della procedura di valutazione di impatto ambientale, che ha trovato definizione nel 2020 con l’intervento del Consiglio dei Ministri. Nel 2021 Solinas diventa Commissario. E’ passato un altro anno e la strada è ancora ferma a Rudas. Basta parole, basta propaganda, si inizino subito i lavori.

F.to

Mario Bruno




Pubblicato in Serbia un fumetto sui Giganti di Mont’e Prama

Lo aveva annunciato un mese fa a Cagliari dal palco del Festival Premio Emilio Lussu: Aleksandar Zograf ha ora pubblicato sul periodico indipendente “Vreme” (settimanale con sede a Belgrado),un fumetto dedicato ai Giganti di Mont’e Prama. L’idea dello scrittore serbo, al secolo Saša Rakezić, era nata quest’estate allo scopo di far conoscere al pubblico dei Balcani le straordinarie ricchezze storiche e archeologiche della Sardegna.

Il lavoro di Zoagraf racconta quella che è un po’ la sua storia. La storia di un appassionato d’archeologia e studioso dei collegamenti tra il mondo antico del continente e quello mediterraneo: «Nel mese di settembre del 2022 – si legge nel testo in lingua serba – assieme a una squadra di rappresentanti serbi e austriaci, ho partecipato agli scavi archeologici presso la località di Banjska Stena, alle terme di Gamzigrad. Oltre ai reperti risalenti all’età del rame, a quelli della cultura di La Tène e dell’epoca romana, i più interessanti forse sono stati quelli dell’età del Bronzo, principalmente frammenti di contenitori di ceramica, ma anche rovine di antichi villaggi, importanti tracce di sepolture e altro…».

L’autore si concentra poi sul suo soggiorno nell’isola, ospite del Festival Lussu organizzato dall’Alambicco: «Poco dopo quegli scavi nella Serbia dell’Est, per puro caso ho avuto l’occasione di andare in Sardegna, dove ho presentato il mio ultimo libro a fumetti».

Il libro è “Il quaderno di Radoslav e altre storie sulla Seconda guerra mondiale” (001 Edizioni, 2021), un volume che descrive attraverso testimonianze e documenti il secondo conflitto mondiale nei suoi momenti difficili e negli accadimenti al di fuori dalla storia ufficiale.

«Ovviamente non mi sono fatto sfuggire l’occasione di visitare il museo archeologico di Cagliari», ha proseguito Zoagraf, definendo il museo del capoluogo sardo come un «vero paradiso per chiunque sia interessato all’età del bronzo, grazie alle statuine (bronzetti) che raffigurano dettagli come armi, indumenti e oggetti d’uso quotidiano che non è facile invece notare nei ritrovamenti di altri siti europei».

In un riquadro vengono illustrati due bronzetti nuragici, nelle figure di un guerriero e di un personaggio orante. Quindi l’attenzione si concentra sui nuraghi e sui rinvenimenti di Mont’e Prama: «Oltre alle imponenti costruzioni circolari di pietra, le più importanti tracce di quell’epoca sono senza dubbio i ritrovamenti delle monumentali statue di pietra, alte sui 2-2.5 metri, rinvenute a Cabras, nella zona occidentale dell’isola. Nel 1974, mentre aravano i campi, alcuni contadini notarono che i blocchi di pietra nascosti sotto terra che ostacolavano il loro lavoro, in verità potevano essere parti di una grossa scultura. Quindi li caricarono su un cassone e li portarono via…».

Le immagini dei Giganti sono ben tratteggiate in un altro riquadro, nelle tre tipologie a noi pervenute. «Dopo il recupero e il restauro durato anni, si capì che le sculture erano in tutto venticinque, alcune raffiguranti costruzioni, altre chiamate i giganti di Mont’e Prama, che rappresentano arcieri, guerrieri e lottatori», scrive Zoagraf che prosegue introducendo il mistero sull’origine e sugli autori di tanta magnificenza: «A dire il vero è difficile capire in realtà chi o cosa possano rappresentare le tre statue, ma si sa che sono senza dubbio collegate alla tomba (della tarda età del bronzo o del primo periodo dell’età del ferro), ritrovata sullo stesso sito. La testa del lottatore con il suo sguardo ipnotico, quasi caricaturale, ma comunque maestoso, rende l’idea di una rappresentazione imponente e gloriosa dell’essere umano. Lo possiamo avvertire e capire anche noi, nonostante le migliaia di anni che ci separano dalla loro epoca…».

Zoagraf è molto noto non solo in Italia, ma in tutta Europa, per aver raccontato attraverso i fumetti i terribili massacri avvenuti durante la disgregazione dell’ex Jugoslavia.




Il Comune scongiuri la privatizzazione della sede della Misericordia

Il Sindaco e l’amministrazione comunale incontrino immediatamente l’amministratore della Provincia di Sassari e trovino un accordo o una permuta, nell’ambito di una leale collaborazione fra istituzioni, per portare nel patrimonio comunale la sede della Misericordia in via Giovanni XXIII ad Alghero. Se è vero che non rientra tra i beni non strategici per la Provincia l’immobile destinato a sede della storica confraternita algherese, tra le associazioni di volontariato più longeve e benemerite della città, perché non rientra tra le competenze dirette della provincia l’assistenza sociale, altrettanto non si può dire per il Comune che invece pone alla base della sua strategicita i servizi sociali e l’apporto del volontariato. Tra l’altro, sono diversi gli accordi in essere tra comune e provincia in tema di immobili. Per esempio, il locale della scuola alberghiera, l’ex esit, è un immobile della Regione dato in comodato al Comune e usufruito dalla provincia che ha competenze sulle scuole superiori. Insomma, si trovi subito un accordo, ma il bene non sia privatizzato e resti a disposizione della Misericordia. Su questo punto chiediamo subito impegni da parte del Sindaco.

F.to

Mario Bruno
Gabriella Esposito
Pietro Sartore
Mimmo Pirisi
Valdo Di Nolfo
Ornella Piras
Raimondo Cacciotto






Carni sarde, la qualità non teme confronti ma occorre un brand

Fondamentali benessere animale e sostenibilità ambientale

I risultati della ricerca “Probovis” sono stati presentati l’11 novembre a Sassari

Il progetto è frutto della collaborazione tra “Forma srl” e il Dipartimento di Agraria

SASSARI. Le carni sarde piacciono, non temono confronti con quelle estere sia in termini nutrizionali che di gradimento, ma è fondamentale la costituzione di un brand per le produzioni bovine di qualità, se si vuole che siano riconosciute dal consumatore finale e prendano quota nei mercati. Occorre pertanto un marchio certificato che possa garantire i parametri di tradizione, sostenibilità ambientale, benessere animale e sicurezza alimentare per tutta la catena di produzione.

Sono questi gli esiti del progetto di ricerca “Probovis” che, per oltre un anno, ha coinvolto l’azienda di trasformazione carni Forma Srl di Nuoro e il Dipartimento di Agraria (sezione di Scienze Zootecniche) dell’Università di Sassari. Grazie a un finanziamento RAS con risorse Psr 2014/2020 (sottomisura 16.2), il percorso ha toccato tutti i segmenti della filiera, a partire dall’allevamento alla trasformazione sino all’apprezzamento in tavola e al gradimento sui mercati.

I risultati sono stati presentati l’11 novembre a Sassari nell’Aula Magna Barbieri, alla presenza del Magnifico Rettore Gavino Mariotti, del vice direttore del Dipartimento di Agraria Quirico Migheli e del docente di Zootecnia Giuseppe Pulina, presidente di Carni sostenibili, che ha moderato l’incontro.

«Il progetto ha consentito di osservare che il settore bovino da carne della Sardegna ha le potenzialità per valorizzare le produzioni anche con l’impiego delle razze autoctone in purezza come la Sardo-Bruna, o i suoi meticci ottenuti da incroci con razze estere selezionate per la produzione di carne, come la francese Limousine», ha affermato Anna Nudda, responsabile tecnico scientifico di “Probovis”, docente di Zootecnia e titolare della cattedra di Qualità delle produzioni di origine animale.

I vitelloni della razza Sardo-Bruna hanno mostrato prestazioni di accrescimento e di peso simili a quelle dei capi Limousine, seppure partiti da un peso iniziale inferiore a parità di età. Le rese alla macellazione sono state però inferiori, poiché questi animali tendono ad avere più tare di macellazione.

La qualità delle carni fresche però non è risultata diversa fra i tipi genetici studiati, e il processo di frollatura, cioè la maturazione e intenerimento della carne in condizioni di temperatura e umidità controllata, ha consentito di mantenere livelli elevati di colore e lucentezza anche dopo frollatura di durata medio-lunga. Un esito molto positivo, se si pensa che il colore della carne è il primo criterio che guida la scelta del consumatore all’acquisto.

È stato evidenziato come la Sardo-bruna tenda a comportarsi come gli altri due tipi genetici nonostante non sia una razza propriamente da carne. Su questi risultati si ritiene che abbiano inciso anche le buone pratiche di gestione del benessere degli animali sia nella fase di allevamento che di pre-macellazione.

«Vogliamo rendere più competitive le imprese del settore agroalimentare attraverso l’introduzione di nuove tecnologie sia nella fase di allevamento sia nella fase di trasformazione – ha spiegato Francesco Forma, titolare dell’omonima srl che ha curato tutte le fasi del progetto – il fine è quello di creare prodotti innovativi».

Tramite un panel test tra la Sardegna e la Lombardia, l’azienda ha potuto testare la percezione del consumatore sulla bontà sia della carne fresca che frollata ricavata da capi dei tre diversi tipi genetici (Sardo-Bruna, Limousine, meticcio), che sono stati allevati e monitorati nell’azienda agricola Agropower srl di Macomer.

Per la prima volta in Italia è stata sperimentata la metodica Global Quality Score (MQ4), che ha permesso di riscontrare come i tagli frollati per tre settimane siano stati quelli più graditi. Nonostante il panel di giudici abbia apprezzato maggiormente la carne di Scottona (giovane femmina che non ha partorito), anche il bovino adulto maschio ha riscontrato un ottimo successo.

I risultati della sperimentazione in allevamento e gli effetti sulla qualità, per quanto riguarda le carni bovine sono stati illustrati da Maria Rita Mellino, borsista in Scienze Zootecniche, e per quanto riguarda le carni ovine da Mondina Lunesu, ricercatrice di Zootecnica

In merito a queste ultime, sono stati confrontati gli agnelli di razza sarda con quelli ottenuti dall’incrocio con arieti della sudafricana Dorper, una delle più importanti per l’attitudine alla produzione di carne. Lo studio ha interessato le produzioni di agnelloni macellati a un peso di circa 20 chilogrammi, che bene si inquadrano nella categoria dell’agnello “da taglio” previsto nel disciplinare per l’Igp di Sardegna.

Gli accrescimenti dei capi in allattamento non sono risultati differenti fra i tipi genetici considerati, confermando come a regolarne lo sviluppo in questa fase sia la disponibilità di latte materno. Tuttavia, dagli agnelloni da incrocio sono state ottenute carni con minore contenuto di grasso sia di superficie che perirenale, meno grasso intramuscolare e un colore più vivo, con differenze anche per il profilo acidico del grasso. È emerso quindi come sia possibile produrre agnelloni pesanti che presentino un minor contenuto in grasso e un profilo acidico di elevato valore nutrizionale.

La collaborazione tra la Forma srl e lo Chef Leonardo Marongiu ha permesso di suggerire diversi utilizzi, oltre a quelli tradizionali, della carne di Agnello Di Sardegna IGP, come preparazioni semplici e veloci da mettere in tavola rivolte a tutte le tipologie di clienti. Lo studio si è focalizzato sull’IGP da Tagliointero e porzionato, attualmente non presente sul mercato locale, nella grande distribuzione e nella ristorazione.

A presentare i dati della sperimentazione nell’innovazione di processo e di prodotto sono state le agronome Enrica Cuccui e Giovanna Buffa.

Per quanto riguarda la ricerca di mercato, un Focus Group ha coinvolto sia consumatori che chef e ristoratori, i quali hanno testato “alla cieca” le carni sarde in comparazione con carni straniere di qualità. All’assaggio, l’agnello da taglio sardo è stato preferito al rinomato agnello Irlandese. Risultati eccellenti sono stati ottenuti da tutte le produzioni, ma la sola qualità oggettiva, pur restando un elemento basilare non è sufficiente per far vendere i prodotti sul mercato. Come ha specificato Antonio Lorenzoni della LM Consulting: «È necessario far conoscere il prodotto e soprattutto raccontarlo. È fondamentale in tal senso la creazione di una Brand Identity per la carne bovina sarda, di uno specifico marchio di riconoscimento e, se fosse possibile costituire una IGP, come è stato fatto per l’Agnello di Sardegna, si potranno ottenere risorse economiche dalla UE per la valorizzazione dei prodotti».

La carne dovrà essere posizionata su un segmento Premium Price che, oltre a rappresentare il suo corretto posizionamento, è anche quello che soffre meno le crisi economiche. Parte del valore aggiunto potrà essere quindi trasferito al settore primario (aziende agricole di produzione) che è l’anello debole della catena.

Per raggiungere i risultati maggiormente auspicabili, occorrerà che le istituzioni investano nel supportare le produzioni di qualità Made Sardinia, e che le imprese agroalimentari creino delle filiere certificate per garantire la qualità e la sostenibilità ambiatele delle carni dalla nascita alla vendita.




DA OLTRE 2 ANNI IN ATTESA DEI SOLDI PER FINANZIARE LE NUOVE ATTIVITÀ ECONOMICHE DEL GAL MARMILLA.

Sono almeno una decine le “Nuove attività imprenditoriali extra agricole “ della Marmilla che aspettano i soldi da oltre due anni.
I termini per la presentazione delle domande sono decorsi in data 15.10.2020 e nel luglio 2021 sono state pubblicate le graduatorie definitive del bando 19.2.1 del Gal Marmilla.

Da allora va avanti un ingiustificato protrarsi delle procedure di liquidazione dell’anticipazione relativa a questa misura che dovrebbe finanziare diverse nuove attività imprenditoriali extra-agricole, senza una comunicazione ufficiale riguardo l’attesa liquidazione delle anticipazioni.

In teoria L’iter è il seguente:

• Il Gal istruisce le domande e attraverso procedimento sul SIAN le carica sul Sistema. • Dopodiché le pratiche in carteaceo verranno trasferite all’ Assessorato

dell’Agricoltura.
• L’assessorato le passerà ad ARGEA che è l’ente pagatore.

Un meccanismo burocratico abbastanza lento e farraginoso che dilata i tempi in una maniera quasi surreale anche se funzionasse bene. Invece in questo caso ecco cosa è successo:

  • L ‘istruttoria è stata presa in carico dal Gal Marmila in data 11.2.22, ed stata chiusa dallo stesso Gal Marmilla tra fine Luglio e i primi di Agosto 2022 (5 mesi), periodo in cui il Gal Marmilla ha inviato il provvedimento di liquidazione alla RAS.
  • La Ras ha ricevuto le pratiche, le ha caricare sul portale in cui Argea ha potuto visionarle.
  • Argea dopo averle visionate ha richiesto un controllo in loco (su un anticipo non ancora erogato).
  • Nei primi di Agosto 2022 i beneficiari ricevono un controllo in loco, (su un anticipo non ancora erogato) da un controllore nominato da Argea.
  • Il 10 Agosto 2022 le pratiche tornano al Gal con allegati i verbali dei controlli in loco andati a buon fine.
  • 12 Agosto 2022 il Gal invia nuovamente le pratiche in RAS.
  • Le pratiche restano ferme alla RAS sino al 15 Ottobre circa
  • Al 15 Ottobre la RAS dice di aver trasmesso le pratiche ad Argea che invece dice di non averle ricevute dalla RAS e i beneficiari non compaiono nelle liste di pagamento
  • Allo stato attuale non si capisce dove siano bloccate le pratiche (in RAS o in Argea?) e quanto ci metteranno ad erogare il contributo.

“Ci chiediamo se qualcuno di questi Enti abbia valutato con attenzione quali difficoltà avrebbero affrontato i partecipanti al bando, costretti ad anticipare denaro in un territorio così difficile e depresso, senza alcuna certezza dei tempi di finanziamento.”- dice una dei beneficiari-

In questo lasso di tempo infatti la maggior parte dei beneficiari ha sostenuto spese notarili, di fideiussione, di iscrizione alla camera di commercio, di affitto e inizio lavori per poter

richiedere l’anticipazione prevista dal bando, dietro rassicurazione verbale degli Uffici preposti che i tempi di liquidazione sarebbero stati velocissimi.

“Nel primo trimestre del 2022 abbiamo dovuto anticipare notevoli spese perché il bando richiedeva: iscrizione camera di commercio, sottoscrizione di contratto d’affitto o comodato d’uso registrato e sottoscrizione di polizza fideiussoria; con una spesa media per attività di circa 2.400€, utenze escluse” – Dice una beneficiaria.

Chi di dovere ha mai pensato che la creazione di una start up non può rimanere in stand by per due anni e che le condizioni economiche per la realizzazione di un progetto imprenditoriale in un lasso di tempo così lungo possono cambiare?

Infatti affinché simili iniziative possano essere proficue, è necessario che le stesse siano gestite con tempistiche compatibili con quelle di un’attività imprenditoriale e con la consapevolezza del momento storico che stiamo vivendo, che ci pone davanti a cambiamenti continui e repentini.

Una start-up non può avere dei tempi così lunghi perché in due anni l’idea rischia di essere superata e obsoleta.
Inoltre i preventivi fatti due anni fa non hanno nessun riscontro con gli attuali prezzi sul mercato e questa sarà una difficoltà in più per i beneficiari.

Creare un’impresa non significa soltanto realizzare strutture e acquistare materiale tecnico, ma significa investire risorse su sé stessi in formazione e competenze, creare una rete di contatti e analizzare il mercato sempre in continuo cambiamento: la realizzazione di queste azioni passa attraverso delle spese economiche importanti che solo il finanziamento in questione può sostenere.

Ad oggi queste spese sono però ricadute sui vincitori del bando che si trovano in una situazione di stallo, per cui hanno già anticipato parte delle spese, ma non possono andare avanti perché non hanno sufficienti risorse.
“Non potevo aspettare un altro anno essendo la mia attività legata alla stagionalità del turismo estivo! Ho quindi anticipato diversi lavori e investimenti certo che i soldi sarebbero arrivati in tempi più rapidi e ora mi trovo con l’acqua alla gola e con gli investimenti bloccati!” Dice un altro dei beneficiari.

“Non stiamo pretendendo qualcosa che non ci spetta, al contrario abbiamo diritto di poter fare impresa nel territorio che abbiamo scelto con coraggio di continuare ad abitare e di ottenere informazioni sullo stato di un bando ad evidenza pubblica di cui risultiamo vincitori” dice un altro vincitore del bando

Inoltre abbiamo saputo da un comunicato stampa dei Gal Sardi, (

https://www.ansa.it/amp/sardegna/notizie/2022/10/27/gal-dellisola-in-allarme-spesa- bloccata-da-burocrazia_c7dc63d5-ffcc-4abb-958b-c6e12176b311.html ) che ben 17 Gal si trovano in questa situazione, che questo ritardo ingiustificato potrebbe compromettere l’impegno di spesa e quindi non riuscire a erogare questi fondi già assegnati. Siamo preoccupati e molto amareggiati da una gestione delle risorse pubbliche totalmente disinteressata e lontana dalla realtà e dal tempo storico i cui viviamo.

“Abbiamo scommesso sul nostro territorio con grinta e determinazione, ma visti i problemi e le tempistiche esagerate, la grinta in parte ci è calata dando spazio alla preoccupazione di un futuro che cambia velocemente.” Dice un altro beneficiario.

Chiediamo che questi uffici operino in un contesto concreto e non in questa modalità astratta e totalmente slegata dalla realtà con dei tempi d’attesa che non stanno nè in cielo nè in terra. Alla parte politica chiediamo che non sia attiva solo quando ci sono dei tornaconti elettorali ma che si impegni per creare le condizioni migliori per uno sviluppo economico del territorio proponendo soluzioni concrete per snellire queste lungagini burocratriche.

I beneificiari della misura 19.2.1




Carni made in Sardinia, nuove opportunità e nuovi prodotti: venerdì all’Università di Sassari la presentazione di “Probovis”

SASSARI. Nuovi trend di mercato richiedono carni di qualità certificate, preparazioni semplici, veloci e tempi di cottura non troppo lunghi. Occorre stare al passo con i tempi se si vuol essere competitivi. A tale scopo in Sardegna è nato il progetto di ricerca “Probovis. Nuovi prodotti e nuove opportunità per le carni made in Sardinia”, frutto della cooperazione tra l’azienda di trasformazione carni Forma Srl, l’azienda agricola Agropower Srl e il Dipartimento di Agraria (sezione di Scienze Zootecniche) dell’Università di Sassari, sotto il coordinamento della professoressa Anna Nudda in qualità di responsabile tecnico scientifico.

L’intento è quello di caratterizzare e valorizzare, attraverso processi e tecnologie innovative, le carni ottenute dalle razze bovine e ovine autoctone e dai loro incroci industriali con razze appositamente selezionate.

I risultati dello studio saranno presentati venerdì 11 novembre, alle 9, nell’Aula Magna Barbieri del Dipartimento di Agraria a Sassari, in viale Italia 39/a, durante il convegno “Produzione di carne bovina e ovina – Valorizzazione e innovazione in Sardegna”. La ricerca ha toccato diversi campi, che vanno dalle tecniche d’allevamento e benessere animale alla macellazione, dalla trasformazione ai test di valutazione del prodotto e all’analisi di mercato.

A porgere i saluti istituzionali saranno il Magnifico rettore Gavino Mariotti e il direttore del Dipartimento di Agraria, Pierpaolo Roggero, ai quali farà seguito l’introduzione del docente di Zootecnia Giuseppe Pulina, presidente di Carni sostenibili. A illustrare il piano di ricerca sarà la responsabile scientifica del progetto, Anna Nudda, docente di Zootecnica e titolare della cattedra di Qualità delle produzioni di origine animale.

I risultati della sperimentazione in allevamento e gli effetti sulla qualità, per quanto riguarda la carne ovina saranno evidenziati da Mondina Lunesu, ricercatrice di Zootecnica e, per quanto riguarda le carni bovine, da Maria Rita Mellino, borsista in Scienze Zootecniche.

E esporre i dati emersi dalla sperimentazione nell’innovazione di processo e di prodotto saranno le agronome Enrica Cuccui e Giovanna Buffa assieme allo chef Leonardo Marongiu.

Antonio Lorenzoni della LM Consulting Srl illustrerà i risultati dei focus group e dell’analisi di mercato, e Francesco Forma della Forma Srl parlerà dell’importanza della ricerca e dell’innovazione per competere nel mercato. Seguirà il dibattito e quindi la chiusura dei lavori a cura di Giuseppe Pulina.

L’iniziativa è stata finanziata dalla Regione Sardegna con risorse Psr 2014/2020, sottomisura 16.2, che mirano a potenziare la cooperazione e l’integrazione tra imprese e mondo scientifico attraverso progetti pilota, interventi per lo sviluppo di nuovi prodotti, tecnologie e modalità gestionali delle aziende delle filiere agroalimentari, ai fini di un loro effettivo posizionamento competitivo.

Da un lato è stata verificata la realizzabilità dei processi e delle tecnologie innovative, tra le quali spiccano l’intenerimento delle carni mediante frollatura e la realizzazione di prodotti con maggiore facilità d’uso, quali ad esempio i precotti e i preparati di carne; dall’altro lato è stato analizzato lo specifico gradimento dei singoli prodotti da parte dei mercati. Per informazioni è possibile chiamare il numero 337521480 o contattare [email protected]. Per approfondimenti visitare il sito www.probovis.it.




Sennori, la “Musica delle piante” per interagire con la natura

SENNORI. Avvicinarsi alla natura e agli alberi percependone le sensazioni attraverso la musica. Anche questo è “Chent’annos”, la tre giorni di celebrazioni per i 50 anni del Moscato Doc di Sorso Sennori, che si è conclusa domenica in paese con il concerto bucolico “Musica delle Piante” proposto dal duo Giovanni Antonio e Patrizio.

Grazie all’utilizzo di un apposito computer, l’inserimento di un polo positivo e di uno negativo permette di captare i livelli di energia prodotta dagli alberi durante la fotosintesi clorofilliana, e ne reinterpreta le frequenze traducendole in note musicali. Si percepisce così l’umore dell’albero in rapporto a chi gli sta vicino, a chi ne entra in contatto.

A Sennori gli spettatori di questo originale concerto hanno iniziato a interagire con le piante dell’agrumeto retrostante il Centro Culturale Pazzola, chi accarezzando le foglie, chi i rami e chi il tronco, scoprendo tonalità differenti a seconda del contatto o del gradimento della pianta per ognuno dei presenti.

“A seconda di chi tocca le foglie ci sono cambi di frequenza – ha spiegato Giovanni Antonio – a volte positiva, nel senso che le note diventano più vivaci e gradevoli, altre volte l’albero percepisce negatività, quindi, o produce sonorità cupe, molto basse o può arrivare addirittura a smette di suonare. Questo può succeder quando il contatto avviene con persone che abbiano spezzato qualche ramo”.

L’appuntamento è stato accolto con entusiasmo dall’Amministrazione comunale di Sennori per le diverse finalità a cui è rivolto: inizialmente nato come progetto turistico per la valorizzazione e la sensibilizzazione verso l’ambiente, è stato poi utilizzato come valido strumento di natura didattica all’interno delle scuole per fare educazione ambientale, per sensibilizzare gli alunni verso un atteggiamento più sostenibile nei confronti della natura.

Il lungo weekend iniziato venerdì è stato occasione per promuovere le eccellenze del territorio attraverso il moscato. Tra le iniziative culturali che hanno accompagnato l’evento c’è stata anche l’inaugurazione del trekking urbano a cura di Maria Paola Cordella in collaborazione con l’associazione culturale Il lentischio di Sennori, le cui componenti hanno contribuito attraverso le ricerche sul campo e prestando le loro voci. È un percorso per le vie del paese con tanto di QrCod, voluto dall’Amministrazione comunale e in particolare dall’assessorato al Turismo guidato da Elena Cornalis, che permette di conoscere la comunità ascoltando le voci guida dal proprio cellulare, mentre si cammina tra i viottoli e gli slarghi del centro storico.

“È uno strumento e una testimonianza nelle mani della comunità – ha affermato Cordella –. È un filo rosso di racconto che vuole veramente invitare la popolazione a raccontarsi. Sono delle finestre che si sviluppano nel tempo. Questo è solo il punto di partenza”.

Tra Giocheria per bambini e ricami della tradizione, a chiudere in concomitanza il ricco programma è stata la replica della proiezione del docufilm “Romangia, ricami di terra tra cielo e mare”, a cura di Maria Paola Cordella per la produzione Pipe Studios.

“Avvicinandomi alla dimensione dei produttori ho visto che in questa professione c’è tanto amore – ha proseguito Cordella – c’è rispetto e la voglia di aprire discorsi che allarghino questo essere agricoltori, produttori e portatori della tipicità di un luogo, verso diverse dimensioni territoriali. Un invito a fare rete, a connettere le tante unicità che devono imparare a portarsi in superficie e a promuoversi”.

La manifestazione è inserita all’interno del percorso “Salude e Trigu” della Camera di Commercio Nord Sardegna, organizzata con il sostegno e il contributo del Comune di Sennori e gode del patrocinio dell’Associazione nazionale “Città del vino” e dell’Associazione “Turismo del VinoSardegna”.




Enoturismo, fenomeno in crescita che parla al femminile

L’incontro nella Biblioteca comunale di Sennori

SENNORI. Dopo il blocco del 2020 l’enoturismo in Italia ha ripreso quota e, se il trend proseguirà agli stessi ritmi, a breve si ritornerà ai livelli pre-covid del 2019. Il dato positivo è emerso sabato durante il convegno “Viaggio nell’Italia del vino”, che si è svolto nell’Auditorium dell’Ipsar di Sassari in occasione delle celebrazioni per i cinquant’anni del Moscato DOC Sorso-Sennori.

La percezione è di forte ottimismo. L’enoturismo non solo è in crescita, ma fa registrare un forte incremento delle attività al femminile. Secondo i dati forniti da Roberta Gabrielli di Nomisma per l’Osservatorio nazionale Città del vino, se nelle fasi di produzione in vigneto e in cantina gli uomini raggiungono l’86 per cento del totale tra gli addetti, già nella distribuzione e commercializzazione le donne spuntano un 51 per cento, per dominare nei settori del turismo del vino con un 76 per cento nell’accoglienza e nell’ospitalità e un 80 per cento nel marketing e comunicazione. Anche l’agriturismo è rosa con un sorprendente 75 per cento di quote femminili.

L’Osservatorio nazionale dell’enoturismo è uno strumento che nasce dalla volontà di Associazione Città del vino di fornire un utile strumento ai suoi Comuni soci e a chiunque si occupi di enoturismo, analizzando le tendenze, i movimenti e gli incrementi.

“Ci troviamo con un Pil in generale che cresce più del 3,5 per cento, più di quanto ci si aspettava, e questa crescita nell’estate è arrivata grazie ai servizi, in primis al turismo, il quale sta recuperando a passi da gigante pur essendo stato il settore più colpito in assoluto dal blocco”, ha affermato in diretta da Bruxelles Magda Antonioli, presidente dell’Osservatorio turistico nazionale e vice presidente dell’European Travel Commission, ospite d’onore dell’incontro. Se in riferimento al Pil il turismo rappresenta il 13 per cento del totale, e per l’occupazione rappresenta il 14 per cento, in un’isola come la Sardegna – è stato rimarcato –è una fonte indispensabile da tutelare.

“La Sardegna è un bacino straordinario, ha fortissimo il turismo balneare ma ha anche un potenziale immenso nell’entroterra – ha rimarcato Iole Piscolla, giornalista e responsabile Area Turismo e progetti dell’Associazione nazionale Città del vino –. L’isola ha veramente tutto sotto il profilo dell’offerta e della ricchezza enogastronomica e tutti i numeri per crescere”.

L’incontro all’Ipsar di Sassari

Il presidente nazionale di Città del Vino, Angelo Radica, ha espresso compiacimento per come i dati forniti siano rincuoranti e offrano a una percezione positiva. Radica ha evidenziato l’importanza di guardare alle intenzioni del turista di oggi, che protende verso l’esperienzialità, verso la ricerca di emozioni, e l’enoturismo potrebbe essere in tal senso uno dei riferimenti più gettonati.

Laura Fiori ha parlato della storia della Cantina Sorres, che da alcuni anni ha aperto al pubblico le proprie aziende e, dopo un primo impatto con pochi visitatori stranieri, si è arrivati anche a centinaia a settimana, con una maggioranza di fruitori locali. Strumento utilissimo al riguardo sono le app dedicate, come wineapp, un’idea nata da Nadia De Santis, rappresentante regionale dell’associazione “Le donne del vino”, che ne ha illustrato i dettagli.

Il coordinatore Città del vino della Sardegna, Giovanni Antonio Sechi, ha rivendicato come l’idea di festeggiare le DOC sia nata per volontà della sua associazione, e come in Sardegna sia stata prontamente fatta propria dal comune di Sennori con grande successo, offrendo forte visibilità e un ritorno non solo in termini d’immagine per promuovere il territorio.

Nel corso dell’incontro si è molto ragionato sul fronte dei trasporti, che è certamente l’aspetto da implementare, e quindi sulla formazione. Non a caso l’incontro si è tenuto all’Istituto Alberghiero, dove gli studenti hanno proposto un saggio della loro preparazione attraverso un pranzo realizzato sotto la guida dei docenti con l’utilizzo di prodotti del territorio in abbinamento ai vini delle cantine locali.

Sono inoltre intervenuti il sindaco di Sennori Nicola Sassu, la vicesindaca e assessora alla Cultura, Elena Cornalis, la dirigente Ipsar, Antonella Piras, la presidente del Consorzio di tutela del moscato Alessandra Seghene, l’enogastronomo Mario Sechi, il comunicatore enogastronomico Tommaso Sussarello e il consigliere regionale Piero Maieli.

Maieli è il primo firmatario della nuova legge regionale che finalmente fornisce le linee guida per tutte le aziende che vogliano fare enoturismo, dando anche la possibilità di proporre degustazioni e catering direttamente in vigna. La normativa è articolata in modo tale che l’operatore non brancoli nel buio e possa rispondere in maniera precisa in caso di ispezioni. I dettagli sono stati presentati in serata nella sala della Biblioteca comunale di Sennori, dopo l’interessante esperienza di trekking urbano a cura di Maria Paola Cordella, che ha introdotto al percorso dotato di QRCode per poi presentare al Centro culturale Pazzola il suo docufilm “Romangia, ricami di terra tra cielo e mare”, realizzato con Pipe Studios.

Un auspicio conclusivo è stato lanciato dal presidente della Confraternita del Moscato Sorso Sennori, Giammario Tosi, affinché non si attenda altri cinquant’anni per parlare di questo prodotto d’eccellenza della Romangia, ma che i festeggiamenti del moscato diventino un appuntamento fisso, come un festival,

per fare il punto della situazione e programmare annualmente il rilancio per tutti gli ori del territorio come i prodotti dell’artigianato, dell’olivicoltura, dell’orticultura e quanto altro.

La manifestazione, che si conclude domenica 6 novembre, è inserita all’interno del percorso “Salude e Trigu”, il programma della Camera di Commercio Nord Sardegna a sostegno delle iniziative che valorizzano i beni locali e le produzioni attraverso gli eventi. Le celebrazioni sono organizzate con il sostegno e il contributo del Comune di Sennori e gode del patrocinio dell’Associazione nazionale “Città del vino” e dell’Associazione “Turismo del Vino Sardegna”.




Concerto d’archi e moscato: abbinamento d’eccellenza a Sennori per dare avvio ai festeggiamenti novembrini del 50enario DOC

SENNORI. Musica da camera e moscato. Un abbinamento di eccellenza che ha rapito il pubblico della Biblioteca comunale nella serata d’apertura dei festeggiamenti novembrini per i 50 anni del Moscato DOC Sorso-Sennori. La “Musica d’autunno” proposta dal Trio Kadossène di Cagliari, formato da Silvia Congia e Mauro Farci al violino e Tommaso Delogu alla viola, con il suo alternare vivacità e malinconia ha regalato ai presenti emozioni in qualche modo assimilabili alle fasi della vendemmia e della vinificazione.

Il primo brano, particolarmente allegro, riportava alla mente immagini della fermentazione del mosto. Le partiture più nostalgiche riconducevano invece alla fase in cui il vino riposa e decanta. E infine, la fusione degli strumenti in un crescendo concertistico, era assimilabile al periodo di affinamento del vino, che ricompone le diverse sfumature in un prodotto unico e armonico.

Tutto questo relazionando il palato alle straordinarie sensazioni prodotte dalla degustazione delle eccellenze vinicole presentate dalla Confraternita del Moscato Sorso Sennori assieme alla Cantina Fara e la cantina dei Viticoltori della Romangia, due Doc delle quattro che danno vita a questo esclusivo nettare della Romangia. Le degustazioni sono state accompagnate dall’ottimo pane artigianale Doneddu e dall’olio Senso dei fratelli Ibba, entrambi di Sennori. A introdurre il Concerto d’archi sono stati la vicesindaca e assessora alla Cultura, Elena Cornalis, e il presidente della Confraternita del Moscato, Giammario Tosi.

Ma la serata ha preso il via poco prima negli ambienti della storica Casa Sisini, con l’inaugurazione della Mostra del Costume tradizionale che, tra i diversi “ori del territorio”, è stato definito il numero uno, per essere tra i più celebri e apprezzati dell’isola.

L’installazione, che sarà fruibile anche sabato e domenica, è curata nei minimi particolari dal laboratorio Piroddu, con una ricca galleria di foto e abiti originali di diversa tipologia, in particolare femminili, che vanno dalla fine dell’800 fino al secondo dopoguerra. Negli ambienti, trasformati in vere e proprie stanze della memoria, sono visibili ricami, plissettature e altri preziosi tessuti.

Oggi (sabato 5 novembre) alle 10.30 è in programma il convegno “Viaggio nell’Italia del vino” all’Auditorium dell’IPSAR in via Cedrino 1 a Sassari, interamente dedicato allo stato dell’arte dell’enoturismo e alle sue grandi potenzialità.

Nel pomeriggio l’appuntamento è alle 16 per le strade del paese con il Trekking urbano, a partire dal Centro Servizi Rosa Gambella. Alle 16.45, al Centro Culturale Pazzola sarà inaugurata l’installazione “Radici” a cura della giovane artista locale Battistina Casula.

Alle 17 la Biblioteca Comunale accoglierà la presentazione dell’Osservatorio sull’Enoturismo e della Legge regionale sull’Enoturismo in Sardegna e, alle 19, al Centro Culturale Pazzola, Maria Paola Cordella presenta il docufilm Romangia, ricami di terra tra cielo e mare” realizzato con la Pipe Studios e la direzione organizzativa di Sardobarda.

La manifestazione si conclude domenica 6 novembre al Centro Culturale Pazzola, che già al mattino (dalle 10) sarà teatro di Giocheria per bambini e di una rarissima Estemporanea di ricamo tradizionale, assolutamente da non perdere per gli appassionati del genere. Alle 12, il duo Giovanni Antonio e Patrizio proporrà un concerto bucolico dedicato alla “Musica delle Piante”, un’esperienza di riconnessione con la natura che sorprenderà il pubblico.

Nel pomeriggio, alle 16, è in programma la visione del docufilm “Romangia, ricami di terra tra cielo e mare”, a cura di Maria Paola Cordella e Pipe Studios.

L’evento è inserito all’interno del percorso “Salude e Trigu” della Camera di Commercio Nord Sardegna, è organizzato con il sostegno e il contributo del Comune di Sennori e gode del patrocinio dell’Associazione nazionale “Città del vino” e dell’Associazione “Turismo del Vino Sardegna”.