LAVORO E DIGITALE, SORU A CAGLIARI: CON LE NUOVE TECNOLOGIE, OCCUPAZIONE E OPPORTUNITÀ PER IMPRESE E PA

Cagliari, 10 gennaio 2024. «La Sardegna si trova davanti al grande cambiamento che arriverà con la transizione digitale e lo deve gestire come un’opportunità di ripartire alla pari con gli altri per creare posti di lavoro, più stabili e meglio retribuiti: il mondo digitale non conosce isole, centro o periferie, non trasporta cose ma bit»: lo ha detto oggi a Cagliari, all’Auditorium del CIS, Renato Soru nell’intervento che ha chiuso l’incontro dal tema “Patto per il lavoro e transizione digitale”.

Coordinato dalla docente universitaria Piera Loi, col contributo della sindacalista Isabella Murtas, l’incontro ha messo a confronto imprenditori digitali sardi, docenti, esperti e sindacalisti del mondo delle telecomunicazioni sulle sfide portate dai cambiamenti tecnologici che stanno rivoluzionando le nostre vite e il mondo del lavoro in questi ultimi anni. «Intorno a noi è cambiato tutto – ha detto Soru -: oltre a quelli tecnologici, stiamo sperimentando i cambiamenti climatici e quelli geopolitici come la guerra a pochi km da qui. Abbiamo assistito anche a una cosa impensabile: il ritorno di una epidemia in epoca moderna».

Ma proprio «dal Covid che ha fermato l’economia e ha impoverito tutti – ha aggiunto il candidato presidente della Coalizione sarda – è nata la spinta al cambiamento che l’Unione europea sta sostenendo con grandi investimenti e grandi progetti: fondi strutturali come quelli di coesione e fondi straordinari come il PNRR o il JTF per costruire un’Europa della prossima generazione all’insegna della transizione verde e digitale. Queste ingenti risorse sono a disposizione anche della Sardegna: lo sono dal 2020, ma non sono state spese e devono essere utilizzate entro il 2027. Un terzo di questi soldi deve spingere la transizione digitale della nostra isola, anche per portare la rete fisica in ogni angolo dell’isola».

«Vediamo tutti i giorni come questa quarta rivoluzione industriale ci sta cambiando la vita ed è entrata nel nostro quotidiano. – ha spiegato Renato Soru -. La trasformazione digitale è una delle leve su cui costruire una Sardegna nuova, una ripartenza da zero dove ce la possiamo giocare alla pari e dalla quale possono nascere lavori che non sono solo superspecialistici o riservati agli informatici. Gli esempi portati qui oggi raccontano di imprese che stanno al passo coi tempi e diventano competitive: si trovano in Sardegna ma lavorano con tutto il mondo, perché non lavoriamo più solo per il mercato interno e non siamo penalizzati dai costi di trasporto: viaggia tutto coi bit».

«La digitalizzazione – ha detto poi il candidato – è un’opportunità enorme anche per la pubblica amministrazione: quella sarda, in questi ultimi cinque anni, è diventata lenta, ma deve tornare immediata, veloce, sburocratizzata e trasparente grazie alla rete. E c’è tutta una filiera di lavori che si possono creare anche nella PA: con la digitalizzazione degli archivi o dei beni culturali valorizziamo un patrimonio che rischia di essere dimenticato ma abbiamo anche una vera miniera di informazioni per ottenere dati, fare ricerca, aprire nuove possibilità».

Quasi in chiusura, un passaggio sulla diffusione dell’intelligenza artificiale e sui timori che l’accompagnano: «Sembra una cosa che ruba il lavoro e invece ha bisogno di tanto lavoro: il controllo umano è fondamentale dopo l’acquisizione dei dati con cui sono stati nutriti gli algoritmi. E dalla diffusione delle tecnologie IA possono nascere applicazioni utili per i cittadini: pensate a una intelligenza artificiale della Regione Sardegna, che dialoga col cittadino e fornisce informazioni in tempi immediati».

«In un mondo che cambia così tanto, il lavoro umano rimane al centro, ma queste novità vanno governate e regolamentate attraverso un confronto proficuo con le organizzazioni dei lavoratori e delle imprese. Il digitale ci mette di fronte a un bivio – ha concluso Renato Soru -:  continuare a galleggiare oppure ripartire con ottimismo, coraggio, passione e competenza».

Domani appuntamento a Nuoro, venerdì a Macomer e sabato a Oristano.

Ufficio stampa Renato Soru




La Regione investe 270 milioni di euro per nuove tecnologie, telemedicina, ospedali e case della Comunità. 

Presidente Solinas: “Risorse del Pnrr per un piano di ammodernamento della sanità sarda che getta solide basi per garantire ai cittadini cure e assistenza di qualità”
È quanto previsto dal programma di investimenti predisposto dalla Regione per la Sanità della Sardegna attraverso le risorse del Pnrr (e più nello specifico la Missione 6 Salute) e del Pnc (Piano per gli investimenti complementari). Oltre 270 milioni di euro le risorse disponibili cofinanziate dalla Regione per la realizzazione di circa ottanta strutture sanitarie e un totale di più di duecento obiettivi da portare a termine entro il 2026.
Presidente Solinas PS1
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Cagliari, 6 aprile 2022 – Realizzazione degli Ospedali e delle Case della comunità, creazione delle Centrali operative territoriali (COT), strumento indispensabile per il nuovo modello di presa in carico del paziente, ma anche interventi infrastrutturali e tecnologici per la digitalizzazione e lo sviluppo della telemedicina e per l’ammodernamento degli ospedali e dei presidi territoriali dell’Isola. È quanto previsto dal programma di investimenti predisposto dalla Regione per la Sanità della Sardegna attraverso le risorse del Pnrr (e più nello specifico la Missione 6 Salute) e del Pnc (Piano per gli investimenti complementari). Oltre 270 milioni di euro le risorse disponibili cofinanziate dalla Regione per la realizzazione di circa ottanta strutture sanitarie e un totale di più di duecento obiettivi da portare a termine entro il 2026.

“Con questo intervento, stiamo gettando solide basi per costruire il futuro della sanità sarda, che vogliamo sia sempre più di alta qualità e competenza. Quello che stiamo realizzando è un modello nuovo, moderno ed efficiente, in grado di indirizzare e accompagnare il cittadino in un percorso attraverso il quale possa sempre trovare le risposte migliori ai suoi bisogni di cure e assistenza”, dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas.

“Come promesso, investiamo fino all’ultimo centesimo per dare ai sardi servizi sempre migliori, moderni e potenziare cure e assistenza – dice il Presidente Solinas –. Non perderemo questa grande opportunità, che ci impegna con tutti i nostri sforzi per investire nel modo migliore queste risorse”.

Il piano prevede la realizzazione di cinquanta Case della Comunità su tutto il territorio, tredici Ospedali di Comunità, sedici Centrali operative territoriali e oltre cento interventi per l’ammodernamento tecnologico. Due le linee di programma per l’innovazione, la prima, per oltre 47,4 milioni di euro, riguarda la digitalizzazione e l’innovazione dei nove ospedali classificati come DEA di primo e secondo livello: Giovanni Paolo II (Olbia), San Francesco (Nuoro), Nostra Signora di Bonaria (San Gavino Monreale), Sirai (Carbonia), San Martino (Oristano), Cliniche San Pietro (Sassari), Policlinico Duilio Casula (Monserrato), San Michele, Arnas G. Brotzu, e Santissima Trinità (Cagliari). Fra gli obiettivi indicati, l’implementazione della cartella clinica elettronica ospedaliera e la realizzazione e integrazione dei sistemi di telemedicina (televisita-teleconsulto e telemonitoraggio).

La seconda linea, per un investimento di oltre 49,5 milioni di euro, coinvolge gli ospedali di tutto il territorio e prevede il rinnovo del parco tecnologico dei grandi macchinari (tac, acceleratori lineari, risonanze magnetiche, tomografi, densitometri ossei e telecomandati per esami di radiologia) con l’obiettivo di potenziare le strutture con strumenti diagnostici e di cura di ultima generazione.

“In vista dello stanziamento previsto dal Pnrr abbiamo realizzato un piano per il territorio in cui crediamo con forza – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – e lo abbiamo condiviso con tutti i portatori di interesse, a cui abbiamo chiesto una partecipazione attiva. Stiamo costruendo il futuro con un modello di sanità moderno e sostenibile che va oltre il dualismo ospedale-territorio e dove la centralità è data al cittadino e alle sue necessità. Un modello in grado di orientare il paziente all’interno del nostro sistema sanitario attraverso i percorsi d’assistenza più adeguati”.

“Un’opportunità importante per il nostro sistema sanitario – sostiene l’assessore Nieddu – che ci consentirà di consolidare il processo di ammodernamento già avviato. La programmazione è stata definita e declinata nel dettaglio per ogni singolo intervento, per ciascuna Asl e per le aziende ospedaliere dell’Isola. Le Cot, gli Ospedali e le Case della Comunità inseriti nel programma del Pnrr andranno ad aggiungersi a quelli già previsti nel Piano regionale della sanità territoriale e finanziati con risorse regionali, nazionali ed europee. Con la realizzazione delle strutture intermedie puntiamo a un modello di presa in carico del paziente su vari livelli. Attraverso il potenziamento della prevenzione e la gestione delle cronicità è possibile ridurre la pressione sugli ospedali, che oggi, anziché occuparsi solo dei casi acuti, si trovano a dover dare risposte a qualsiasi problema di salute delle persone, finendo inevitabilmente per andare in difficoltà”.

Per rilanciare il sistema sanitario la Sardegna è al tavolo con le altre Regioni per chiedere al Governo ulteriori interventi che possano garantire il funzionamento del nuovo assetto: “Bene le risorse in campo per le nuove strutture, ma se vogliamo vincere questa sfida – precisa l’assessore Nieddu – servono ulteriori garanzie in particolare sulle coperture finanziarie per potenziare gli organici necessari al funzionamento dei nuovi servizi, e occorrono nuove regole, come la modifica degli accordi collettivi con i medici di famiglia. Inoltre è indispensabile ampliare la capacità di formare nuovi medici, tecnici e personale del comparto sanitario”.