Forestas, la verità dello SNAF sui trent’anni di precariato
CAGLIARI. Il Sindacato Nazionale Autonomo Forestali esprime la propria versione sulla vicenda che ha visto nei giorni scorsi l’esclusione di un gruppo di operai ex trimestrali dalle stabilizzazioni. «La recente sentenza del Consiglio di Stato che ha respinto il ricorso depositato da un gruppo di operai ex trimestrali, esclusi dalle 1168 stabilizzazioni avvenute nel 2020, conferma a pieni voti la sentenza n.112/2019 del Tribunale di Nuoro passata in giudicato – sostengono i vertici regionali dello SNAF – in cui il Tribunale del lavoro condannava Forestas al risarcimento del danno da precariato e alla parità di trattamento contrattuale in materia di scatti di anzianità a favore degli ex operai settemestrali, patrocinati dalla nostra organizzazione sindacale».
La stessa sentenza – spiegano dalla segreteria regionale SNAF – ha impegnato l’Agenzia Forestas al risarcimento complessivo di oltre diecimila euro a ogni singolo ricorrente, sia per l’applicazione di quattro scatti di anzianità che per il danno da precariato.
«Per evitare una cascata di ricorsi, Forestas è stata costretta a stabilizzare tutti i 1168 precari. Pertanto, non si è trattato solo di impegno politico – proseguono i delegati dello SNAF – a differenza di quanto recentemente dichiarato da alcune sigle sindacali, tra l’altro nemmeno presenti nell’agenzia Forestas nel 2019. La Giunta Regionale preferì stabilizzare tutti i settemestrali onde evitare di dover liquidare spese legali pari a quelle necessarie per stabilizzarli. La sentenza della Corte di Stato ha confermato la precedente sentenza n.517/2021 del TAR Sardegna. In questi giorni, gli avvocati della nostra organizzazione sindacale depositeranno i ricorsi dei nostri iscritti e di quelli che vorranno aderire all’iniziativa per l’applicazione agli ex settemestrali degli scatti di anzianità e per il recupero degli arretrati degli ultimi cinque anni».
Punta Giglio, Porto Conte: documenti e verità. L’Azienda Speciale Parco di Porto Conte ricostruisce la storia del progetto riguardante il compendio ex-militare di Punta Giglio
Punta Giglio è un bene prezioso, di altissimo pregio ambientale, ricco di valori storici, culturali ed identitari. Ed è giusto e doveroso che tutta la comunità di Alghero si batta per tutelarlo, preservarlo e difenderlo da qualsiasi possibile rischio per consegnarlo e tramandarlo integro alle generazioni future. Non si può quindi che apprezzare il dibattito acceso, le prese di posizione ed anche le dure critiche che alcune componenti della comunità locale stanno rivolgendo al progetto di valorizzazione del compendio promosso dal Demanio dello Stato ed affidato in concessione ad una cooperativa di giovani imprenditori che ha vinto nel 2018 un bando pubblico. Si tratta di una chiara testimonianza di democrazia, partecipazione e cittadinanza attiva che, tuttavia, ha il preciso dovere del rispetto dei fatti, come oggettivamente si sono verificati e del ruolo effettivo che sulla vicenda ha svolto il Parco di Porto Conte. Per questo motivo il Parco intende concorrere in modo costruttivo a questo dibattito con la massima trasparenza, portando all’attenzione di tutta la comunità la sua posizione affinchè non vi possano essere dubbi e fraintendimenti sul proprio operato. A tale fine ha deciso di pubblicare nel proprio sito istituzionale una ricostruzione dei fatti come si sono svolti – fin dai mesi precedenti la decisione del Demanio e fino alla autorizzazione unica rilasciata dal Comune di Alghero – corredata da allegati di atti e lettere ufficiali che dimostrano in modo inequivocabile quali siano stati gli intendimenti e le azioni poste in essere dal Parco per la massima tutela e valorizzazione del compendio di Punta Giglio (il dossier è consultabile al link https://www.algheroparks.it/news-e-eventi/posts/2021/march/compendio-di-punta-giglio-parco-di-porto-conte-documenti-e-verit%c3%a0/). Come riscontrabile dai documenti pubblicati, i punti salienti dell’operato del Parco possono essere così riassunti:
– fin dai primi mesi della sua effettiva operatività (anno 2008), il Parco cercò in tutti i modi di riportare la disponibilità dei ruderi militari di Punta Giglio, bene dello Stato, nella propria diretta gestione per evitarne il progressivo degrado e per poterlo ricondurre alle finalità istituzionali di tutela, educazione ambientale e fruizione controllata proprie di un’area protetta. Della questione fu anche interessato l’allora Sottosegretario di Stato alla Difesa ma, nonostante le dichiarate disponibilità, il tentativo non condusse ai risultati sperati;
– in tempi più recenti, venuti a conoscenza dei propositi del Demanio dello Stato di mettere a bando il compendio militare, il Parco, unica voce del territorio a prendere una posizione, si mobilitò e cercò di contrastare tali intendimenti manifestando anche formalmente la propria contrarietà ad una ipotesi di sfruttamento turistico di un’area di alto pregio storico-ambientale ricadente all’interno di un’area protetta e non compatibile con la stessa;
– anche in questo caso la posizione chiaramente espressa dal Parco non fu accolta dallo Stato anche perché, nel frattempo, completate le fasi di aggiudicazione, il Demanio chiese ed ottenne la piena disponibilità degli allora vertici dell’Amministrazione comunale di Alghero a sostenere l’iniziativa ed il progetto risultato vincitore, anche al prezzo di introdurre le necessarie modifiche di tipo urbanistico;
– vani furono i tentativi del Parco, anche in quel caso in solitudine, di evidenziare le forti criticità ambientali e di scongiurare la posizione dell’Amministrazione comunale che, al contrario, firmò un protocollo d’intesa che dava il via libera al progetto dichiarato vincitore dal Demanio;
– forti furono le preoccupazione del Parco per le caratteristiche del progetto risultato vincitore, ritenuto non compatibile con l’area naturalistica protetta; il progetto prevedeva, infatti, un intervento di riqualificazione della caserma e degli altri edifici militari, nonché l’aggiunta di ulteriori unità mobili sparse all’interno del compendio al fine di costituire una struttura ricettiva diffusa per un totale di oltre 70 posti letto con annesso ristorante e piscina: propositi del tutto improponibili all’interno di un Parco naturale;
– di fronte a questa evidenza dei fatti al Parco non restava che attivare immediatamente una linea di condotta di diretta interlocuzione con la cooperativa vincitrice per fare in modo che la stessa ridefinisse in modo sostanziale i contenuti della proposta originaria per renderla compatibile con l’area naturale protetta e con i diversi vincoli di natura edilizia e paesaggistica, nonché con la esigenza del pieno rispetto della storia, della salvaguardia della memoria e della identità dei luoghi;
– la cooperativa “Il Quinto Elemento” con spirito di massima collaborazione si rese fin da subito disponibile alla collaborazione richiesta dal Parco ed alla rimodulazione sostanziale della proposta originaria per rispondere alle richieste dei diversi Enti preposti fra i quali, oltre al Parco, la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, l’Ufficio Tutela del Paesaggio, il Corpo Forestale dello Stato, il Comune di Alghero;
– il punto di arrivo della rimodulazione può essere così sintetizzato: rinuncia completa alla impostazione turistico-ricettiva con 70 camere, ristorante e piscina e nuova impostazione delprogetto, suggerita dal Parco e del tutto condivisa dalla Soprintendenza, di realizzazione prioritaria di un museo a cielo aperto con annessa foresteria (massimo 20 posti letto), punto ristoro e vasca ludica legata in modo funzionale alle attività dell’Ecomuseo del Parco di Porto Conte;
– la nuova impostazione che rende oggi compatibile il progetto con le esigenze di tutela e sostenibilità ambientale ha trovato puntuale conferma nei nuovi documenti progettuali approvati con il provvedimento finale di autorizzazione unica rilasciato dal Comune di Alghero;
– in fase di realizzazione dei lavori massima dovrà essere l’attenzione agli aspetti ambientali ed alla prescrizioni impartite dalla Regione e dal Parco per il massimo rispetto della flora e della fauna, nonché quelle a tutela della memoria storica impartite dalla Soprintendenza; a tale fine il cantiere sarà monitorato e controllato passo passo da tutti gli Enti pubblici preposti.
In conclusione, è solo grazie alla determinazione ed alla perseveranza del Parco di Porto Conte che è stato possibile scongiurare l’ipotesi originaria di una inaccettabile “aggressione” ambientale del compendio e di sfruttamento dello stesso a fini turistico-ricettivi non compatibili con un’area protetta. Il progetto approvato è un progetto rispettoso dell’ambiente che fermerà il degrado ed eviterà la cancellazione della memoria storica, consegnando alla comunità algherese un museo a cielo aperto che ridimensiona in modo del tutto sostenibile le previste attività di ristoro e pernottamento secondo le logiche tipiche dei rifugi di montagna.
Si tratta di un chiaro esempio che coniuga le finalità conservazionistiche e la tutela ambientale con lo sviluppo locale, creando occasioni di impresa e di occupazione, non solo per i giovani imprenditori della cooperativa, ma per un indotto locale di giovani algheresi che avranno la possibilità di collaborare col Parco nella gestione del museo e nei servizi per la fruizione naturalistica. Ma allora, non è proprio questo quello che un Parco deve fare?
Comunicato stampa: Basket UISP, settimana della verità per le Gabetti
Basket UISP, settimana della verità per le Gabetti.
Le due formazioni del patron Salteri impegnate in sfide di rilievo: derby per la prima squadra, sfida con i campioni in carica per la Lab.
Archiviata con sostanziale positività la difficile settimana appena trascorsa, le formazioni del patron Salteri impegnate nel campionato Open Uisp di pallacanestro, si troveranno davanti a due sfide a dir poco insidiose.
La formazione A, affronterà giovedì 24 al PalaCorbia (e non alla Cunetta come inizialmente previsto) nel derby cittadino, gli eterni rivali della Nuova Pallacanestro Alghero; in quello che è un vero e proprio classico del campionato.
Le due formazioni algheresi infatti, si sono scontrate in tutte le edizioni del torneo UISP da quando partecipano entrambe. E in più di un’ occasione anche nella fase Play-off. Col crescere dei rossi di coach Giammarco prima, e di coach Cabras da due anni a questa parte, i due roster catalani hanno dato vita a sfide memorabili e sempre combattute. Facile pensare che questa non sarà da meno.
Proprio per questi motivi è atteso il pubblico delle grandi occasioni nell’impianto di via Pacinotti.
Sfida estremamente affascinante anche per i ragazzi della Gabetti Lab, impegnata nel girone A del torneo. Venerdì 25, questa volta nella palestra di casa, il PalaManchia, la squadra di coach Giglio dovrà confermare i progressi delle ultime uscite, in una partita a dir poco proibitiva contro i campioni in carica della Master Sassari. La compagine sassarese, che nella scorsa stagione si è abbattuta come un tornado sul campionato, punta chiaramente a bissare il titolo. Musu e compagni dovranno necessariamente dare sfoggio di una grande prova contro i biancoblù.