la Cisl Fp di Sassari interviene ancora una volta sulla difficile situazione che sta interessando i centri di riabilitazione accreditati per l’assistenza a soggetti con disturbo mentale, rivolta a bambini, giovani ed adulti.
In ordine a quelle che sono le rimostranze dei gestori che ci hanno puntualmente segnalato, a queste si aggiungono e ci preoccupano fortemente le conseguenze che simili provvedimenti potrebbero generare, non solo sulla tenuta occupazionale e salariale, ma anche è sopratutto sulle ovvie ed inevitabili disfunzioni a danno dell’utenza e delle rispettive famiglie, chiamate a farsi carico dei bisogni di assistenza e di cura.
E’ opportuno ricordare l’importanza della riabilitazione, quale pilastro fondamentale, insieme alla prevenzione e alla cura, per la tutela della salute dei cittadini, un concetto ad ampio spettro che racchiude tutti quei servizi che mirano al recupero delle autonomie sul piano fisico, psichico e sociale, col fine ultimo ed essenziale di migliorare la qualità di vita della persona.
Ipotizzare un dimensionamento delle capacità operative e quindi delle prestazioni assistenziali, in un momento dove invece si dovrebbe incentivare ed investire sulla prevenzione, recupero e/o mantenimento delle condizioni di disabilità, crediamo sia profondamente sbagliato.
A questo, ci preme anche rappresentare il sentimento di apprensione delle numerose lavoratrici e i lavoratori che potrebbero rischiare davvero tanto, preoccupazioni più che legittime che si uniscono, in secondo luogo, al timore di questi professionisti di vedersi privati della possibilità di svolgere la propria professione nelle condizioni atte a garantire un servizio degno del concetto di riabilitazione.
Va detto e sottolineato che la nutrita platea di operatori che prestano lavoro in queste realtà convenzionate, pur espletando le medesime attività dei colleghi del comparto della sanità pubblica, ricevono stipendi più bassi anche del 20%, penalizzazione dovuta anche ai gravissimi ritardi sui rinnovi contrattuali, congelati da oltre 13 anni: l’ultimo rinnovo risale al biennio 2006/2007.
Nel prendere comunque atto che sulla vicenda la regione pare stia valutando come sostenere il settore, chiediamo e ci appelliamo alla sensibilità dell’Assessore regionale affinché il sistema della riabilitazione, non solo mantenga gli attuali volumi di attività e le relative remunerazioni, ma sia oggetto di un’attenta analisi politica in termini di valore ed opportunità, in una prospettiva di investimenti che riconoscano la “territorialità” quale risposta capace di realizzare e concretizzare una vera integrazione tra ospedale e territorio.
26-04-2020
La Redazione.




