Con l’opera ideata da Maria Grazia Deliperi per la compagnia Arabesque, al Teatro Verdi cala il sipario su una magnifica XVI edizione del “Festival della Danza d’autore”
SASSARI. Dalla riproposizione del Cenacolo danzato all’immagine aeriforme dell’uomo vitruviano, il tributo della compagnia Arabesque al genio di Leonardo Da Vinci nei cinquecento anni dalla morte, ha sublimato la creatività dell’eclettico artista toscano in un’opera densa di significati, la cui massima espressività si è concretizzata nell’aspirazione al volo, simbolo della volontà di ogni uomo di superare i propri limiti.
Una volontà che in Maria Grazia Deliperi è diventata una sfida, in un anno un po’ arduo per la tenace coreografa sassarese, che ha saputo superare le difficoltà incanalando l’energia propulsiva per la creazione di un lavoro dalle sfumature memorabili.
Presentato sabato scorso al Teatro Verdi in prima assoluta quale appuntamento conclusivo del festival “Corpi in movimento” di Danzeventi, “Leonardo 1519/2019” si è offerto al pubblico numeroso come uno spettacolo dal forte impatto visivo, applauditissimo.
Adornati da vesti leggiadre dalle tinte auree, i corpi danzanti sono sembrati quasi animare, con i loro gesti, i disegni riportati sui carteggi, nell’atto di riprodurre i movimenti delle macchine, sullo sfondo di celebri opere e schizzi inconfondibili.
Al centro della scena i talentuosi solisti Francesca Cabizza (allieva della scuola Arabesque dall’età di tre anni), e Angelo De Serra (vincitore nel 2019 di una borsa di studio dell’American Ballet Theatre per studiare a New York, premiato nel concorso internazionale Youth American Grand Prix – YAGP Italia nella categoria Senior Man e ammesso, su audizione, ai corsi intensivi della Royal Ballet School e Princesse Grace Academy).
Nessun riferimento alla Gioconda o alla Dama con l’ermellino, solo ai dolci ritratti fanciulleschi nella rappresentazione tersicorea della più giovane danzatrice della compagnia, la quindicenne Martina Fancellu.
A fare da leitmotiv alla serata i versi “Movesi l’amante per la cosa amata”, sulle note originali interpretate dalla sensuale voce femminile di Korin Podesva, arricchita via via di accompagnamento musicale per essere elevata verso più acute tonalità.

Tra gli echi delle armonie rinascimentali, Daniela Crabuzza ha letteralmente spiccato il volo volteggiando sui lunghi nastri scarlatti pendenti dal soffitto. Mentre l’uomo vitruviano e il suo cerchio hanno preso anima e corpo nella figura imponente del performer Matteo Ruzzu. Ad accompagnare i paesaggi coreutici sono state le letture dell’attrice Maria Antonietta Azzu, che ha prestato la sua voce agli scritti dell’artista toscano tratti per la maggior parte dai Codici.
Un finale magnificente ha messo insieme quasi tutti gli elementi scenici, al cospetto di una gigantografia del volto di Leonardo nel suo classico autoritratto, che è sembrato quasi osservare compiaciuto, come un anziano cinquecentenario la cui eredità rappresenta ancora oggi un patrimonio inesauribile.



