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Man mano che l’estate si avvicina, gli stabilimenti balneari della Puglia si trovano a dover affrontare una preoccupante carenza di personale, tra bagnini e addetti ai bar. Gli imprenditori locali sono allarmati: sembra che i giovani lavoratori facciano fatica a sopportare le lunghe giornate sotto il sole.

Quest’anno, la stagione estiva si preannuncia come un periodo di forte ansia per i gestori degli stabilimenti balneari pugliesi, che stanno cercando di riaprire i loro lidi e trovare il personale necessario. La carenza di bagnini e di personale per bar e ristoranti sulla spiaggia è diventata un problema serio da affrontare.

Assoturismo Confesercenti ha calcolato un fabbisogno di 210.000 addetti nel periodo tra febbraio e aprile a livello nazionale, e questa preoccupazione è condivisa anche in Puglia. La crescente difficoltà nel trovare giovani disposti a lavorare durante l’estate, rinunciando magari ai fine settimana liberi, sta diventando un problema strutturale e demografico che richiede un intervento deciso.

Antonio Capacchione, presidente del sindacato italiano balneari di Fipe-Confcommercio, afferma che il problema non riguarda solo gli stabilimenti balneari e non dipende esclusivamente dal reddito di cittadinanza. C’è una questione culturale di fondo: alcuni lavori sono percepiti come di serie B, e questa mentalità deve essere affrontata senza cadere in battaglie ideologiche.

Allo stesso tempo, i gestori dei lidi pugliesi stanno cercando di anticipare il problema, selezionando e formando il personale con largo anticipo. Molti stabilimenti stanno già lavorando all’apertura dei ristoranti sul mare in vista della nuova stagione.

Domenico Alba, presidente CNA balneari dell’Area metropolitana di Bari, testimonia la trasformazione del lavoro estivo nel corso dei suoi 32 anni alla guida di “Sabbiadoro Beach”. Secondo Alba, un tempo i giovani avevano maggior spirito di sacrificio, desiderio di guadagnare e resistenza fisica. Oggi, invece, sembra che la vita sia più facile per loro, e non avvertono la necessità di mettere da parte soldi o di lavorare per molte ore sotto il sole.

La difficoltà nel trovare personale è un riflesso del cambiamento della società e delle strutture balneari, che oggi sono diventate vere e proprie aziende. Gli stabilimenti richiedono personale qualificato e poliglotta, con stipendi che variano tra 1.200 e 1.600 euro al mese. La situazione è simile anche nel Salento, dove anche lì si registra una scarsa propensione a svolgere determinati lavori.

La carenza di personale negli stabilimenti balneari pugliesi è un segnale allarmante di un cambiamento più ampio nella società e nel mondo del lavoro. Il lavoro non è più percepito come vitale come in passato, e questo potrebbe avere conseguenze negative sulla qualità dei servizi offerti e sul turismo in generale. È fondamentale affrontare e risolvere questo problema strutturale e culturale, affinché gli stabilimenti balneari possano continuare a prosperare e offrire esperienze di qualità ai turisti e ai visitatori locali. La valorizzazione del lavoro e l’investimento nella formazione di personale competente e motivato sono aspetti cruciali per invertire questa tendenza e garantire un futuro più roseo per il settore turistico balneare.