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L’editoriale di Fausto Farinelli

L’amministrazione guidata dal sindaco Conoci ha recentemente manifestato l’intenzione di riqualificare e mettere a bando i locali dell’ex Cavall Marì, l’antico chalet sul lungomare Dante ad Alghero. Questa decisione rientra in un progetto più ampio di valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città, puntando sulla rivalutazione di un’area che un tempo era fulcro dell’intrattenimento e del turismo locale.

Il passato di Alghero è costellato di momenti di prestigio e di grande vitalità turistica. Tra gli anni ’50 e ’70, la città era considerata la punta di diamante del turismo sardo, grazie alla sua vivace economia e alle strutture alberghiere di qualità. In quel periodo, numerosi locali notturni e di intrattenimento sorsero per rendere il soggiorno dei turisti ancora più piacevole e interessante.

Uno dei luoghi simbolo di quell’epoca è il lungomare Dante, con il suo storico chalet “Al Cavallino Bianco”, trasformato negli anni ’50 in “la Casa del forestiero”. Questa struttura, realizzata dall’Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Alghero, mirava a sostenere la crescita turistica e a incentivare l’imprenditoria locale.

Fu negli anni ’60 che il locale cambiò ancora volto, diventando il noto night club “El Fuego”. Grazie all’intuizione di un imprenditore turistico sanremese Nereo Truffo, questo locale divenne un simbolo dello svago e del divertimento, richiamando visitatori da tutta la Sardegna e oltre. Alghero by night divenne un fenomeno tanto amato dai giovani algheresi e dai turisti, che affollavano i locali più rinomati come la Siesta, la Bardana, il Whisky a Go-Go, il ManPea e pochi altri.

Tuttavia, nel tempo, vicende finanziarie e controversie giudiziarie portarono alla chiusura di “El Fuego” e alla fine dell’era d’oro del turismo ad Alghero. Oggi, il rudere del lungomare Dante testimonia un passato glorioso, ma anche un presente di abbandono e degrado.

Sardenya i Llibertat nel 2019, intervenendo sulla questione, proponeva l’abbattimento del manufatto e il ripristino della “Rotonda” come unica soluzione possibile, per riqualificare un luogo identitario per gli algheresi e restituirlo ai cittadini e ai visitatori.

Nel 2018, Pier Luigi Alvau, figura di spicco nel panorama culturale e politico algherese, ha avanzato una proposta interessante. Alvau suggerisce l’elaborazione di un piano ragionato di dismissioni e riutilizzo di aree e manufatti comunali o comunque pubblici, coinvolgendo la cittadinanza in costruttivi momenti di discussione pubblica per valorizzare il patrimonio storico e culturale della città.

Ricordando con nostalgia quei tempi passati, gli algheresi conservano ancora vivide immagini di serate indimenticabili e di un’epoca in cui la città era il fulcro del turismo sardo. È importante, dunque, riportare alla luce questo patrimonio storico e culturale, per permettere alle nuove generazioni di scoprire e apprezzare un Alghero che, un tempo, brillava come una stella nel firmamento turistico del Mediterraneo.

La riqualificazione dell’ex Cavall Marì rappresenta un’opportunità unica per la città di Alghero di recuperare un pezzo della sua storia e di restituire alla comunità un luogo di aggregazione e di condivisione. È importante che tale processo avvenga tenendo conto delle esigenze e delle aspettative di tutti gli algheresi, poiché il bene in oggetto è un patrimonio di tutti e non solo delle amministrazioni di turno. Coinvolgere la cittadinanza nella decisione su come riqualificare e affidare i locali a privati potrebbe essere un passo fondamentale per garantire che la rinascita dell’ex Cavall Marì sia veramente al servizio della comunità, rispettando e valorizzando la sua memoria storica e culturale. In questo modo, si riafferma il principio che i beni collettivi appartengono a tutti e che la loro gestione e cura devono essere condivise nell’interesse del bene comune.

Delibera di Giunta del 2022.