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Kamkari: “Arrestato a 16 anni per un libro di Gramsci”. Il regista iraniano ha presentato il documentario “Kurdbûn. Essere curdo” e il suo ultimo libro “Ritorno in Iran” assieme a Elisabetta Balduzzi e Alessandro Macis. Stasera cerimonia di premiazione e riconoscimento alla carriera a Paco Ignacio Taibo II

Un frame del documentario di Kamkari

CAGLIARI. Il massacro sistematico di un popolo avviene nell’indifferenza generale, sotto i colpi dei carri armati e dei mortai, e gli spari dei cecchini che non risparmiano nessuno. Sono immagini strazianti, un pugno nello stomaco lungo novanta minuti, quelle del documentario “Kurdbûn. Essere curdo”, che il regista curdo-iraniano Fariborz Kamkari ha presentato ieri (30 settembre) nella serata d’apertura del Festival Premio Emilio Lussu – VIII edizione, per scalfire il muro di silenzio intorno alla tragedia del suo popolo. Uno sterminio di massa, in questo caso, scatenato dal regime turco sulla città di Cizre per aver votato in massa alle elezioni il partito “sbagliato”.

Kamkari ha raccontato questa storia di resistenza quotidiana del suo popolo, presentando anche il suo ultimo libro “Ritorno in Iran” (La nave di Teseo, 2022) assieme a Elisabetta Balduzzi e dialogando con il direttore artistico Alessandro Macis. Una storia di resistenza che anche per lui è iniziata giovanissimo, quando fu arrestato in Iran a sedici anni solo per aver posseduto un libro di Antonio Gramsci. Una volta liberato fu fatto fuggire in Italia dai genitori, e oggi per lui, presentare questi lavori di denuncia nella terra d’origine di Gramsci, in un festival dedicato a un altro grande antifascista come Emilio Lussu, ha dichiarato: “È motivo di grande orgoglio e soddisfazione”.

Fariborz Kamkari

Tutto questo, ha proseguito, avviene nella censura più totale dei media locali e purtroppo nell’indifferenza delle nazioni occidentali, un’indifferenza che ha il sapore quasi della complicità, a causa di un delicatissimo scacchiere geopolitico che mette il popolo curdo in fondo agli interessi di tutti.

A conclusione di serata è stata presentata una riedizione del libro “Diplomazia clandestina” di Emilio Lussu (The dot company, 2021), riedito con la prefazione di Valdo Spini, che del grande combattente e intellettuale sardo ha messo in evidenza la personalità e le doti di integrità morale, patriottismo verso l’Italia, antifascismo e autonomismo sardo. Il fulcro del libro, presentato insieme a Gianni Massa e Gianfranco Fancello, con il coordinamento di Gian Giacomo Ortu e le letture di Elisabetta Balduzzi, sta nel progetto di Lussu di far insorgere la Sardegna durante la seconda guerra mondiale, naturalmente basandosi sulla sua rete di conoscenze dei combattenti della Brigata Sassari nella prima guerra mondiale.

Presentazione di Diplomazia Clandestina

Stasera alle 17, nella Sala Castello dell’Hotel Regina Margherita, si terrà la cerimonia di premiazione alla presenza dei vincitori Paolo Colagrande, Mauro Tetti, Adriano Prosperi e Marco Galli. Quindi alle 19, premio alla carriera a Paco Ignacio Taibo II.

Il festival è organizzato dall’Associazione culturale L’Alambicco in collaborazione con La Macchina Cinema, con il patrocinio del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, il contributo della Regione Autonoma della Sardegna e del Comune di Cagliari, il partenariato dei comuni di Armungia, Elmas, Modica e Seravezza e di numerosi Enti, Atenei, Centri studi per la letteratura e Associazioni culturali. L’ingresso è libero e gratuito.

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