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PANE E PANIFICAZIONE – Presentata l’iniziativa regionale “Panifici
aperti”. Promozione del pane sardo, valorizzazione dell’attività di
panificazione, conoscenza dei territori: dal 2 ottobre all’8 dicembre,
11 laboratori di panificazione di tutta la Sardegna aprono le loro
porte per far conoscere meglio Civraxiu, Coccoi e Moddizzosu.
Iniziativa regionale dei Panificatori di Confartigianato Sud Sardegna.

800 tipi di pane, 930 forni, 110mila tonnellate prodotte ogni anno in
Sardegna. Civraxiu, Coccoi, Moddizzosu ma anche rosette,
schiacciatine, baguette, bananine e lingue senza dimenticare il pane
alla ricotta o quello con le olive.

E’ questo il patrimonio della panificazione che in Sardegna dal 2
ottobre all’8 dicembre potrà essere conosciuto e degustato, attraverso
“Panifici aperti”, l’iniziativa regionale, presentata ieri a Cagliari
a Monte Claro, che coinvolgerà le imprese della panificazione, le
Amministrazioni Locali, le Pro-Loco, i musei e le scuole di 10 comuni
di tutta l’Isola.

Promossa dall’Associazione Panificatori di Confartigianato Sud
Sardegna, in collaborazione con Confartigianato Sardegna, Laore e la
Città Metropolitana di Cagliari, la manifestazione ha l’obiettivo
aprire fisicamente le porte delle imprese della panificazione ai
cittadini, turisti e studenti, creare o rafforzare il legame tra
maestri dell’“arte bianca” e clienti, valorizzare le produzioni
realizzate con sfarinati sardi, sensibilizzare al consumo di pane
fresco a marchio sardo e far conoscere i relativi contesti
territoriali e culturali.

Laore, Agenzia l’agenzia per l’attuazione dei programmi regionali in
campo agricolo e per lo sviluppo rurale, ha poi presentato “Le vie del
pane”, percorsi realizzati per identificare e valorizzare il pane
tipico locale attraverso alcuni itinerari turistico-didattici  che
ripercorrono le fasi produttive della filiera: dalla coltivazione dei
cereali alla produzione del pane. Gli itinerari, con i laboratori
didattici, i percorsi di analisi sensoriale e la visita dei luoghi
dove hanno origine le materie prime, evidenziano gli aspetti
storico-culturali legati agli usi e ai costumi dei territori.

“I panificatori sono i custodi di tradizioni preziosissime e
millenarie che dobbiamo proteggere, valorizzare e soprattutto far
conoscere – ha commentato Gianfranco Porta, Presidente
dell’Associazione Panificatori di Confartigianato Sud Sardegna – e
questa iniziativa è un modo per rafforzare la filiera dell’arte
bianca, riscoprirne i valori e fare rete tra piccoli produttori”. “In
questa prima edizione, inizieremo con gli 11 panifici recentemente
premiati dal “Gambero Rosso” – ha continuato Porta – tutti gli altri
potranno unirsi per far crescere l’iniziativa: dobbiamo essere
inclusivi e quindi le porte sono aperte”.

Primo appuntamento mercoledì 2 ottobre a Cagliari, nei laboratori di
Pbread e Porta1918. Si prosegue il mercoledì seguente, 9 ottobre, in
provincia di Sassari con l’apertura dei panifici Piga di Padria e
Bulghesu a Bonorva. Il 16 ottobre doppio appuntamento nell’Oristanese,
con le visite al panificio Fancellu di Montresta e Nino Vacca a
Oristano. Il 23 dello stesso mese appuntamento in Marmilla a Genuri,
Panificio Sa Moddixia, e nel Sarcidano a Orroli da Kentos. Il 30
apriranno i panifici Porta a Gonnosfanadiga (VS) e Gioi di Iglesias
(CI). A inizio novembre, il 6, ci si traferisce nell’Isola di San
Pietro, dove a Carloforte aprirà il panificio Stagnin. Gran finale il
7 e 8 dicembre, con l’apertura contemporanea di tutti e 11 i
laboratori di panificazione. All’interno di ogni laboratorio per ogni
pane prodotto, verrà fatta la descrizione storica e antropologica,
sottolineate le curiosità, ed evidenziate le differenze tra grano duro
e tenero, i diversi lieviti e le relative lievitazioni, la filiera
corta e il chilometro zero. Alla fine delle visite, ogni prodotto
verrà fatto degustare attraverso il coinvolgimento dei cinque sensi.
Successivamente i visitatori potranno cimentarsi in una prova di
panificazione partecipando ai laboratori didattici.

“Questa sarà anche l’occasione anche per far capire meglio ai
consumatori la differenza tra il pane fresco sardo e quello
precongelato, magari proveniente da altre nazioni europee – ha
sottolineato Pietro Paolo Spada, Segretario di Confartigianato Sud
Sardegna, ricordando la Legge Regionale sul marchio di tutela del pane
fresco sardo – abbiamo apprezzato il lavoro svolto dall’Assessorato
Regionale all’Artigianato che, attraverso il logo “pane fresco”, ha
disciplinato in maniera organica l’attività di produzione e di vendita
del pane e le sue tipologie tipiche”. “Tale intervento sul settore
della panificazione – ha continuato – è stato importante perché tutela
i panificatori e garantisce gli acquirenti, mettendo entrambi al
riparo dalla concorrenza sleale da parte di produttori che nulla hanno
a che fare con la Sardegna e le sue specialità”. “Il problema è che
ancora pochi panificatori, 78 su circa 950, hanno fatto la richiesta
del marchio – ha proseguito Spada – e ancora meno hanno esposto il
logo”. “Cogliamo l’occasione per ricordare come sia necessario che la
Regione si attivi anche per effettuare verifiche verso tutti coloro
che esporranno, o continueranno a esporre, la scritta “pane sardo”
senza averne i requisiti – ha concluso il Segretario di
Confartigianato Imprese Sud Sardegna – in ogni caso questa operazione
continua ad avere necessità di una campagna di comunicazione e
sensibilizzazione, affinché i consumatori possano essere informati sul
valore e la genuinità del pane sardo. E’ una condizione
imprescindibile sulla quale Confartigianato è pronta a fare la sua
parte”.

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