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Un Santu lussurgiese testimone privilegiato della nascita del sogno del Principe Aga Khan. Nel libro di Fausto Farinelli 27 voci raccontano come è nata la Costa Smeralda, tra visione ecologica e rispetto della tradizione sarda.

Onni e Farinelli

SANTU LUSSURGIU 11 Ottobre – La sala della Fondazione Hymnos era piena in ogni ordine di posto: tutti gli 80 posti a sedere occupati per ascoltare la storia straordinaria di Angelo Onni, 77 anni, cittadino di Santu Lussurgiu che ha vissuto gli anni d’oro della Costa Smeralda. “A me ha lasciato un vuoto. Ho vissuto due vite, e l’altra non so se la vivrò dopo”, confessa con emozione durante la presentazione del libro “Costa Smeralda – Il sogno del principe attraverso il racconto di chi lo ha vissuto e di chi ne costruisce oggi l’eredità”, scritto da Fausto Farinelli.

La sua testimonianza è una delle 27 raccolte dall’autore, che per questo libro ha viaggiato per tutta la Sardegna intervistando chi ha vissuto in prima persona la nascita di Porto Cervo. Angelo gestiva il maneggio negli anni ’60 e ’70, frequentato dall’élite internazionale:

“Il Principe per me era come uno zio buono. La mattina passavo dalla sua villa, entravo direttamente dal cancelletto e ci scambiavamo qualche parola. Mi chiedeva sempre se i clienti erano contenti”.

Feste leggendarie e tuffi in piscina a cavallo

Le serate a Porto Cervo erano leggendarie. “Feste? Una sera sì e una no, non mancavano mai”, ricorda Angelo. Il night club S’Inferru, sotto la piazzetta, era il cuore della movida. “Era l’inferno veramente, avevano azzeccato il nome”, sorride.

Ma l’aneddoto più incredibile riguarda una festa al Tennis Club del Cala di Volpe:

“La piscina era grande come questa stanza, olimpionica. Ho detto: facciamo una sorpresa al Principe. Sono andato a prendere un cavallo a pelo, senza briglie, senza niente. I tavoli erano tutti a bordo piscina. Ho tirato e sono entrato dentro con un tuffo”. Il risultato? “Tutti ad applaudire! Poi si sono tuffati tutti in piscina, alcol a fiumi. Le ragazze montavano a cavallo a due, a tre, qualcuna è entrata in piscina col cavallo. I cavalli erano abituati a nuotare perché tutti i giorni li portavamo in spiaggia”.

Il cliente americano

Per una passeggiata a cavallo si pagavano 3.000 lire, ma non erano rari i clienti che lasciavano 30.000 lire. “Non avevano il senso dei soldi, vedevano che li trattavo bene e non chiedevano il resto”, spiega Angelo.

Un giorno arrivò un americano convinto di saper cavalcare: “Voleva un cavallo cattivo. Gli ho detto: già ce l’ho io. Ha insistito. Gli ho dato un cavallo a pelo, gli ho detto di togliere gli speroni. Ha mollato le redini, il cavallo ha fatto due salti e lui è finito a terra”. L’epilogo è sorprendente: “L’hanno portato all’ospedale in elicottero. Dopo dieci giorni è tornato e mi ha portato un regalo, uno champagne Perignon, perché l’avevo fatto cadere!”.

Bettina Graziani, la celebre modella francese, aveva una scuola di modelle e veniva spesso a fare servizi fotografici:

“Quando arrivava con le sue ragazze bisognava tapparsi gli occhi, abbassare lo sguardo, guardare a terra”, ricorda Angelo con un misto di imbarazzo e divertimento.

La mascotta Mondo Boia e il rapporto col Principe

La mascotte di quegli anni era Mondo Boia, un corvo che Angelo portava ovunque: a cavallo, in Vespa, persino al night club S’Inferru. “Lo mettevo sul cavallo a pelo, si aggrappava al garrese, alla criniera, mollava il cavallo che cominciava a galoppare e lui sopra gracchiava”.

Il Principe, nascosto dietro un macchione di mirto, rideva di nascosto: “Non voleva farsi vedere dalla gente, ma gli piaceva quello spettacolo. Diceva sempre: portalo a casa quel corvo che lo faccio vedere a mia moglie. Ma tua moglie già lo vede quando vieni qua!”.

Angelo Onni

Angelo aveva ricevuto dal Principe lo stemma della Costa Smeralda: “Facevo anche il guardiano nei territori, quello era un pass. Funzionava anche per entrare al night S’Inferru”.

Il rapporto con il Principe era speciale: “Passavo a fare le passeggiate vicino alla sua villa e entravo direttamente nel suo cancelletto. Un giorno mi ha detto: ‘Ma come mai passi sempre di qua?’ Gli ho risposto: ‘Così taglio corto, non passo dalla strada lunga in mezzo alle macchine'”. Il Principe gli chiese persino di andare con lui a lavorare coi cavalli in Francia: “A quest’ora sarei stato all’Arco di Trionfo a Parigi”, riflette con un velo di rimpianto.

La Costa Smeralda è Sardegna

Il libro di Fausto Farinelli sfata un mito ricorrente:

“Molti dicono che la Costa Smeralda non è Sardegna. È falso”, sottolinea l’autore. Il Principe Aga Khan studiò per sei mesi l’architettura e la storia della Sardegna prima di iniziare. “Vogliamo fare uno sviluppo che prende tutte le belle cose della storia di Sardegna e le mettiamo sulla Costa Smeralda”, dichiarò in una storica intervista del 1962.

Gli architetti si ispirarono a case tradizionali come Casa Guiso a Orosei, con le stesse stondature e gli archi identici alla sottopiazza di Porto Cervo. Le ville furono costruite rispettando gli alberi esistenti, tanto che alcune hanno piante che crescono all’interno. Il campo da golf fu realizzato seguendo la conformazione naturale del terreno, senza spianamenti. Persino la piscina del Cala di Volpe veniva filtrata con microconchiglie australiane anziché con prodotti chimici.

Un patrimonio di storie da preservare

Nel libro trovano spazio ex sindaci come Piero Filigedu (quattro mandati, chiamato “il sindaco amico dell’Aga Khan”), parroci come Don Francesco Cossu e il compianto Don Raimondo di Stella Maris, architetti come Giancarlo Busiri Vici (93 anni, ultimo architetto vivente del progetto originale), L’architetto Satta padre del master plan 2 e persona vicinissima al Principe, artigiani come Gesuino Cherchi di Orosei che realizzò le sedie ancora presenti al Cala di Volpe, e l’ex presidente della Regione Cappellacci che nel 2011 conferì al Principe il Sardus Paters, e tanti altri.

C’è anche un’intervista integrale rilasciata dal Principe nel 1987 al Costa Smeralda Magazine: “Sembra scritta un mese fa”, commenta Farinelli. “Parlava di connessione internet nelle spiagge quando internet manco c’era, parlava di deregulation del trasporto aereo. Era assolutamente un visionario”.

“Quando tornavo d’inverno a Santu Lussurgiu era la fine del mondo”, confessa Angelo. Durante la presentazione di agosto a Porto Cervo, non ha resistito all’emozione e ha gridato spontaneamente: “Per il Principe, hip hip urrà!”. Tutta la piazza si è alzata in piedi ad applaudire.

Al termine della serata alla Fondazione Hymnos, i presenti hanno fatto la fila per il firma copie, per avere le firme sia dell’autore Fausto Farinelli che di Angelo Onni, testimone vivente di un’epoca irripetibile.

Il prossimo appuntamento sarà a Sassari Sabato 18 Ottobre alle ore 17 presso la fiera Promoautunno, dove Farinelli presenterà in anteprima nuove foto inedite del 1960. Con lui alcuni protagonisti del libro.