INFLAZIONE – L’aumento dei prezzi si “mangia” la ripresa nell’Isola:
+6,1% a febbraio e 5,3% di crescita annua. Allarme di imprese e
cittadini: mai così dal 1991. Lai e Serra (Confartigianato Sardegna):
“L’inflazione è la nuova “pandemia economica alla quale si deve dare
una risposta concreta, imminente ed efficace”.
E’ un’inflazione da record quella che in Sardegna sta aggredendo
imprese e famiglie, passata dallo 0,8% di febbraio 2021 al 6,1% dello
stesso mese di quest’anno (quinta posizione in tutta Italia per il
maggior incremento dei prezzi, prima la Sicilia con +6,8%), con un
incremento netto su base annua pari al 5,3% (decima posizione), dato
che non si registrava dal luglio del 1991. Il 73% dell’aumento dei
prezzi, pari a 4,9% punti di inflazione, deriva dai beni energetici,
che a febbraio di quest’anno hanno subìto un incremento del 27,4%
rispetto allo stesso mese dell’anno appena concluso, passando così
dal’1,3% del 2021 a 28,7% del mese in corso.
Sono questi i dati che emergono dall’analisi sulla crescita
dell’inflazione, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato
Imprese Sardegna, e riportata nel dossier “Ultime tendenze su
inflazione al consumo e prezzi delle imprese, nel contesto del
caro-commodities”, che ha rielaborato i dati dell’ISTAT tra febbraio
2021 e febbraio 2022. Il rapporto ha esaminato il trend di ben 10
gruppi di prodotti e servizi, per oltre 230 prodotti. In particolare
vi sono le tendenze dei prezzi di 92 prodotti e servizi in mercati con
una significativa presenza di imprese artigiane, di cui 29 sono
riferiti a prodotti alimentari e bevande e 17 a servizi a maggiore
vocazione artigiana. Il report, inoltre ha verificato le tendenze dei
prezzi alla produzione manifatturiera e del costo di costruzione e dei
prezzi dei servizi.
A livello territoriale sardo è la nuova provincia di Sassari quella
che ha registrato l’incremento più alto nell’Isola con un +5,6%,
passata dallo 0,7% di febbraio 2021 al +6,3% dello stesso periodo di
quest’anno. Importante anche il dato registrato su Cagliari, con
l’inflazione passata dall’1% di febbraio 2021 al 5,6% di quest’anno,
per un netto del + 4,6%. La provincia di Olbia-Tempio ha registrato un
aumento solo del 2,3%, derivato però da una analisi ha preso in
considerazione l’incremento da dicembre 2021 (3,8%) e febbraio 2022
(6,1%)
In Sardegna, come detto, la prima posizione per incremento dei prezzi
è relativa alle voci relative ad acqua, elettricità, gas e carburante,
che hanno registrato una impennata dei prezzi del 27,4% in un anno,
passati dal 1,3% al 28,7%. In seconda posizione i trasporti, cresciuti
dell’11,3% (da -0,8% al 10,5%). Terza posizione per gli alimentari,
cresciuti del 4,8%, passati dall’1,2% al 6%, per un incremento del
4,8%. Quarta posizione per i servizi relativi all’istruzione che da un
negativo -3,6 del 2021 sono passati a uno 0,0%, realizzando una
crescita del +3,6%. Impennata anche per la ristorazione, cresciuta del
2,7% (da 1,9% a 4,6%), mobili/arredamento con +2,6% (da 0,1% a 2,7%) e
sanità +0,9% (da 0,6% a 1,5%). Al contrario, una decrescita si
registra nei prodotti della comunicazione con -0,1%, per alcool e
tabacchi con -0,8% e spettacoli con -2%.
“L’aumento generalizzato e prolungato dei prezzi – commenta Maria
Amelia Lai, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna – sta
portando alla diminuzione del potere d’acquisto della popolazione e
mettendo in crisi le imprese, strette tra la morsa delle tasche vuote
delle persone e l’incredibile aumento dei prezzi delle materie prime”.
“Purtroppo – continua la Presidente – le tensioni inflazionistiche,
continuano a scaricarsi sul “carrello della spesa”, e quindi su beni
alimentari, pulizia e igiene personale e manutenzione della casa. Al
di la di questo, è molto preoccupante soprattutto la crescita dei
costi del carburante per autotrazione e per il riscaldamento, e quindi
anche il costo dell’energia elettrica e del gas. Ed è proprio su
queste ultime voci che non si vede una prospettiva positiva”.
“L’inflazione è la nuova “pandemia economica” alla quale si deve dare
una risposta concreta, imminente ed efficace – rimarca Maria Amelia
Lai – il rischio dei costi che stanno esplodendo, soprattutto quelli
energetici e delle materie prime, si potrebbe presto tradurre in
saracinesche abbassate. Infatti, lo diciamo per l’ennesima volta, la
forte spinta dei costi, insostenibile in alcuni settori, sta riducendo
i margini delle imprese e determina un pesante rialzo dei prezzi alla
produzione”.
“I dati della nostra analisi ci dicono che, di fatto, siamo di fronte
a una economia razionata, quasi di guerra – commenta Daniele Serra,
Segretario di Confartigianato Imprese Sardegna – bisogna subito
invertire questa tendenza pericolosa, ovviamente nei limiti delle
possibilità del Governo”. “Comprendiamo bene come nessuno abbia la
bacchetta magica per risolvere un problema che ha caratteristiche
mondiali – conclude Serra – ma vorremmo che si facesse in fretta
perché il peso degli aumenti dei prezzi sui bilanci di cittadini e
imprese si fa sempre più gravoso. Per questo ribadiamo la necessità di
interventi veloci e ah hoc per ridurre l’effetto deflagrante che
questa situazione potrebbe avere sulla ripresa e per non soffocare i
segnali positivi di una possibile ripresa post covid”.
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Responsabile Ufficio Stampa Confartigianato Imprese Sardegna