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Martedì 8 ottobre Artemis Danza presenta il tributo a Pina Bausch

SENNORI. I bambini delle suole elementari dell’Istituto comprensivo di Via Marconi sono stati i protagonisti di una performance singolare organizzata nei giorni scorsi al Centro sportivo del paese, tra gli appuntamenti del festival “Corpi in movimento” organizzato da Danzeventi.

Le performer Valentina Pagliarani e Sissj Bassani di Katrièm hanno coinvolto gli scolari partendo da un peculiare compito di matematica: risolvere una serie di equazioni alla ricerca dell’elemento “F”, simbolo di una Felicità non sempre facile da trovare. “F” è anche il titolo dello studio, arrivato finalista al Premio Scenario Infanzia 2018 con la regia della stessa Pagliarani.

Le formule matematiche hanno utilizzato quattro elementi con i quali gli adulti cercano di trovare la felicità, ovvero L come lavoro, S come successo, D come denaro e P come potere. Ma con questi simboli il risultato non ha mai portato a “F”.

Sono stati proprio i piccoli protagonisti a trovare la soluzione, aggiungendo altri elementi propri dell’infanzia, come G per Gioco, F come fantasia, N come natura. Il laboratorio all’aperto ha rappresentato una sorta di anticamera al vero e proprio momento artistico, una preparazione alla visione performativa della danza, del movimento del corpo che è stato raccontato nella seconda parte all’interno del palazzetto. I bambini si sono ritrovati così catapultati all’interno dell’opera, in relazione diretta e partecipata.

Il prossimo e ultimo appuntamento di “Corpi in movimento” 2019 a Sennori sarà l’8 ottobre alle 21 nei locali del Centro culturale, con uno speciale “Omaggio a Pina Bausch” a dieci anni dalla morte, interpretato dalla compagnia Artemis Danza per l’ideazione, la coreografia e la regia di Monica Casadei. I danzatori, sotto la guida della coreografa, hanno sentito la necessità di confrontarsi con la lezione di una grande icona della danza contemporanea, la cui scrittura coreutica nasceva dalla necessità di sondare le profondità dell’animo umano, misurandosi costantemente con l’urgenza del gesto e il suo significato.

Gli artisti hanno dunque intrapreso un cammino di recupero, riscoperta e reinvenzione di quei ruoli che, negli anni, essi hanno danzato decine di volte e che si sono progressivamente sedimentati nei loro corpi sotto forma di memoria dinamica, emotiva e cognitiva.

 

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