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Il dibattito sulla sanità algherese si accende attorno al destino dell’Ospedale Marino, al centro di una riforma che ne prevede il trasferimento dall’AOU di Sassari alla ASL. Tra dati di crescita e preoccupazioni politiche, il futuro della struttura resta un tema caldo per il territorio.

di Fausto Farinelli

alghero, 13 Marzo 2025

L’Ospedale Marino di Alghero ha registrato negli ultimi anni un significativo incremento delle attività grazie alla gestione dell’AOU di Sassari. I dati più recenti trasmessi all’Assessorato Regionale alla Sanità lo confermano: nel 2021 si contavano 226 interventi, mentre nel 2024 il numero è salito a 885, con un aumento anche della complessità degli interventi, come dimostra il passaggio da 24 a 136 protesi articolari annue.

A rafforzare il ruolo strategico della struttura è anche la sua integrazione nel Dipartimento di Scienze Motorie, Neurologiche e Riabilitative della AOU di Sassari, che include due corsi di laurea e una Scuola di Specializzazione in Ortopedia e Traumatologia, con due nuove scuole di specializzazione in fase di istituzione. Un centro non solo di assistenza, ma anche di formazione per il futuro della medicina riabilitativa e ortopedica.

Il nodo della riforma sanitaria

Nonostante i numeri positivi, il futuro dell’Ospedale Marino è stato scosso dalla recente riforma sanitaria approvata in Consiglio Regionale, che stabilisce il passaggio della gestione dalla AOU alla ASL di Sassari a partire dal 1° gennaio 2026. Questa decisione ha sollevato numerose critiche, soprattutto per la mancanza di un piano dettagliato sugli investimenti futuri, sulle garanzie per il personale e sui livelli di assistenza che verranno mantenuti.

Secondo il sindaco di Alghero, Raimondo Cacciotto, l’incontro con l’Assessore alla Sanità Armando Bartolazzi ha confermato la volontà della Regione di preservare la missione ortopedica dell’ospedale, ma senza fornire dettagli concreti su come verranno garantiti standard elevati di qualità. L’unica certezza, al momento, è l’intenzione di creare una rete formativa allargata, ma senza un protocollo chiaro.

Le critiche politiche e le preoccupazioni locali

L’opposizione, guidata da Fratelli d’Italia Alghero, ha espresso un netto dissenso, definendo la riforma una “spartizione politica” che penalizza la sanità locale. Il consigliere regionale Valdo Di Nolfo è stato duramente criticato per il suo sostegno alla riforma, con l’accusa di aver tradito il territorio accettando un cambio di gestione senza precise garanzie.

Un punto critico riguarda il rischio di disimpegno dell’Università, che attualmente garantisce personale medico specializzato e investimenti in ricerca e formazione. Senza un protocollo chiaro che regoli la collaborazione tra ASL e AOU, la preoccupazione è che l’ospedale possa perdere il suo ruolo di polo d’eccellenza per ortopedia e riabilitazione.

La proposta di Carlo Doria: un’unica governance per il Nord-Ovest

Una prospettiva alternativa arriva dal senatore ed ex assessore regionale Carlo Doria, che propone un modello di riforma sanitaria basato sulla creazione di un’unica azienda ospedaliera per i presidi per acuti di Alghero e Ozieri sotto la guida dell’AOU di Sassari. Secondo Doria, questa soluzione porterebbe numerosi vantaggi:

  1. Migliore gestione del personale sanitario, evitando la carenza di specialisti nei presidi periferici, problema aggravato dalla difficoltà di attrarre professionisti verso le ASL.
  2. Chiarezza nella suddivisione delle competenze tra gli ospedali, garantendo una missione specifica a ciascuna struttura.
  3. Rafforzamento della sanità territoriale, lasciando alla ASL la gestione di medicina generale, prevenzione e lungodegenza, mentre l’AOU si occuperebbe degli interventi ospedalieri complessi.
  4. Ottimizzazione delle risorse per migliorare la qualità e la sicurezza delle cure, evitando dispersioni e riducendo il contenzioso medico-legale.

Doria evidenzia inoltre il rischio di dispersione delle competenze in caso di trasferimento dell’Ospedale Marino alla ASL, sottolineando come la gestione AOU abbia già portato risultati tangibili grazie a investimenti in nuove sale operatorie e nell’ampliamento delle attività di endocrinologia e medicina dello sport. Un ulteriore problema riguarda la distribuzione delle risorse umane, poiché gli specialisti tendono a gravitare verso i due poli ospedalieri di Sassari e Cagliari, lasciando sguarniti i presidi periferici.

Quale sarà il futuro dell’Ospedale Marino?

Mentre il dibattito prosegue, la comunità algherese attende risposte concrete su quale sarà il destino del suo ospedale. Il rischio di un indebolimento del sistema sanitario locale è reale, e senza un piano attuativo dettagliato, le promesse della Regione restano vaghe.

Riuscirà la politica a trovare un equilibrio tra riforma e garanzie per i cittadini? La sanità non può essere una merce di scambio, ma un diritto da tutelare con scelte lungimiranti. Il tempo stringe, e il futuro della sanità algherese è ancora tutto da scrivere.

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